Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

La Dea Kalì

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2006 16:10
18/05/2006 15:52
 
Modifica
 
Quota
Post: 591
Post: 59
Registrato il: 12/11/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
OFFLINE
Salve a tutti.
Forse avete già sentito parlare e/o visto un'immagine della Dea induista Kalì.
Molto tempo fa c'era sul sito dell'Unione Induista Italiana un'articolo su Kali.Sul sito non esiste più.Fortunatamente lo postai in un forum.Quindi qui lo posso incollare.

KALI Di Svamini Ma Uma Shakti (Gitananda Ashram - vicepresidente dell'Unione Induista Italiana)

Le prime informazioni riguardo al culto di Kali risalgono al periodo medioevale intorno al 600 d.C. La sua iconografia è simbolicamente molto complessa. All'apparenza il suo aspetto è così terrifico che spesso disorienta la mente dell'occidentale, ma in realtà interpreta un'energia estremamente positiva.
Vediamo come nella cultura hindu, ogni suo attributo assuma un significato esoterico di somma importanza in molti culti.
La Dea viene descritta come terribile nelle sembianze, nera e dai lunghissimi capelli sciolti, tiene nelle mani armi potenti ed è adorna di una collana di teste e una cintura di braccia; gocce di sangue sgorgano dalle sue labbra e dalla testa decapitata che tiene in una delle due mani. Ella è nuda e scura perché rappresenta la pura energia primaria che diede origine alla manifestazione. La cintura di braccia rappresenta la legge di causa ed effetto, il karma, l'azione che ha origine nel tempo. La collana di teste rappresenta la continuità del tempo e la sua onnipervadenza in ogni essere. La testa troncata è l'ego che deve essere reciso per unirsi con il Divino. Il sangue che scorre è il prana che sorregge la manifestazione. I seni opulenti rappresentano la madre che sostiene e nutre tutti gli esseri, la lingua è il suono creativo vac che si esprime al momento del primo spanda. Le dieci braccia sono gli organi di senso e quelli di azione: jnanendriya e karmendriya. Le armi rappresentano le qualità che bisogna possedere per sconfiggere la morte. Le cavigliere di serpenti sono il tempo che ci lega e ci tiene vincolati.
La parola sanscrita Kali, al femminile, letteralmente significa "tempo" e al maschile è Kali, termine solitamente attribuito a Shiva Mahakala. Il tempo è la forza e il potere che governa l'universo. Nella sua essenza esso è eternità, perpetua trasformazione ed eterno mantenimento. Ogni cosa cambia ed ogni cosa si trasforma. L'eterna immutabilità nella durata è il messaggio segreto del tempo: esso è la grande forza del cambiamento che induce ogni cosa a crescere e a svilupparsi. Non è soltanto un ricorrere o un ripetersi di vita e di morte o di trasformazione, ma il raggiungimento dell'eternità e la conoscenza della Verità ultima. Kali rappresenta proprio questa forza, il processo a spirale dove cresciamo ed evolviamo per andare oltre la forma e il cambiamento. Tale processo viene visto al femminile perché in prakrti e in shakti è insito il movimento e Kali è azione, è il ritmo della vita.
Il tempo è nostra madre, le nostre origini e il fine della nostra esistenza. Il tempo è la nostra vita, ma non siamo molto preoccupati di perderlo o di non farne buon uso! Kali ci insegna che se andremo oltre gli attaccamenti, saremo padroni e maestri del tempo, elimineremo la morte senza nulla muovere. Il tempo è creazione e distruzione, ma per creare bisogna prima distruggere; affinché il "nuovo" venga ad essere, dobbiamo prima abbandonare il "vecchio". La divinità primordiale Kali, infatti, rappresenta la distruzione, distruzione che permetterà la creazione. Per ottenere una trasformazione spirituale, dobbiamo prima eliminare e distruggere gli attaccamenti della nostra natura, andare oltre ai legami del conosciuto e del conoscibile, revisionando completamente l'identità, ogni credenza ed opinione. Soltanto il sacrificio dell'ego porterà finalmente oltre i legami dell'ignoranza e del dolore. Kali è la forma del Divino che accetta questa offerta. Se progredirà, la coscienza diventerà il tempo stesso ed entrerà in comunione con Kali.
Kali come tempo è prana, l'energia che circola nel nostro corpo permettendoci di vivere, è il sangue che scorre nelle vene, infatti la Dea viene associata al sangue che viene offerto in sacrificio durante il rituale di adorazione.
Kali è anche morte, morte di ciò che non ha sostanza, morte che elimina il superfluo, mettendo in evidenza l'essenziale morte del Sé separato, per integrarsi nel tutto e raggiungere la vita eterna. La meditazione sulla morte è un altro modo per entrare in contatto con l'energia di Kali: tutto muore, ma nulla è morto.
Kali è verità (sat), è l'Essere. Il nostro desiderio di vivere eternamente riflette la nostra vera natura che è eterna. Se ci distaccheremo volontariamente dalla natura mortale, diventeremo naturalmente immortali, mentre se subiremo tale processo che è inevitabile, ci ritroveremo a rinascere per soddisfare i desideri inespressi.
Il culto di Kali è di centrale importanza nel tantrismo vamacara e, nel Bengala, nel culto shakta. Essa rappresenta un simbolo riassuntivo della teologia tantrica, un'espressione simbolica dell'interrelazione tra maschio e femmina, Shiva e shakti, l'immutabile e il dinamico, l'interazione dei due poli opposti che interagendo producono una vibrazione (spanda) creativa. Quindi, nel tantrismo, l'aspetto femminile creativo gioca un importantissimo ruolo dando al sAdhaka la possibilità di discernere la vera natura della realtà dal potere di maya.
Shiva è solitamente detto essere la sorgente della dottrina shaiva siddhanta, la sorgente della consapevolezza e della verità. Parvati è la sua consorte ed è anche la sua discepola alla quale Shiva trasmette la sua conoscenza di cui lei diventa il "recipiente".
I tantra shakta enfatizzano il concetto che shakti pervade la realtà con il suo potere, infatti è shakti a presentarsi per prima al discepolo che segue una sadhana tantrica, nella quale le energie si concentrano e subiscono una trasformazione spirituale.
Nella sadhana tantrica del vamakara, l'adepto intraprende un cammino, sempre sotto la supervisione di un guru esperto, in cui realizza che la natura del mondo è completamente pervasa dalla shakti. Il sadhaka chiamato vira (eroe) attraverso il rituale dei panchatattva (le cinque proibizioni: vino, carne, pesce, grano, rapporto sessuale, mithuna), supera la dualità del puro e dell'impuro, del sacro e del profano, spezzando i legami che lo tengono vincolato al mondo.
Durante il rituale del panchatattva il sadhaka, l'eroe, si confronta con Kali e assimila, oltrepassa, trasforma se stesso in un veicolo di salvezza.
Alcuni tipi di sadhana tantriche estremiste vengono condotte soprattutto in luoghi di cremazione oppure nei cimiteri. Meditando su ogni aspetto terribile della Dea, l'eroe raggiunge il suo fine ottenendo la liberazione dai vincoli del mondo.
La figura di Kali annuncia morte, distruzione, paura, terrore, tutti gli aspetti della realtà più cruda. é il simbolo anche di ciò che è proibito, anzi forse è proprio il proibito per eccellenza.
Nell'aspetto shakta, Kali sostituisce in modo dirompente Parvati sovrastandola in potenza e diventando la divinità maggiore.
L'approccio del devoto di Kali verso la divinità è molto differente rispetto al modo e al temperamento del sadaka tantrico. Il devoto vede in Kali l'aspetto generativo e materno della manifestazione e si rivolge a lei come un bambino in cerca della madre, invece il sadaka tantrico vede in lei gli aspetti più crudi della morte e della trasformazione: in questa sadhana emergono i pensieri più nascosti e proibiti della mente umana. Il sadaka che vuole affrontare la divinità come amica, o consorte, rischia di non essere all'altezza della Dea e di soccombere divorato dalle sue vogliose e cruenti fauci. Senz'altro il rapporto con Kali più sicuro è quello del figlio nei confronti della madre.
In una leggenda, si racconta che essendo stata incitata dallo stesso Shiva a combattere contro gli asura (demoni), essa, presa dal furore della lotta, iniziò a danzare sui corpi morti delle vittime cibandosi dei cadaveri e bevendone il sangue. Per calmarla e proteggere così la stabilità del mondo, Shiva apparve nel bel mezzo della battaglia, come un piccolo bimbo piangente, bisognoso di essere accudito dalla madre. A questa visione immediatamente Kali interruppe la sua lotta e si chinò a raccogliere e consolare il bimbo che si disperava in lacrime il quale aveva suscitato in Lei il sentimento materno che la distolse dalla battaglia cruenta.
Kali è uno shock delle apparenze, esprime un comportamento non convenzionale, in contrapposizione alla normale società. Essa provoca e, nello stesso tempo, invita a reagire contro le strutture e gli schemi mentali.
Kali, nella rappresentazione più famosa di Daksinakali, è in piedi e danza su Shiva sdraiato sul terreno di un campo di cremazione. Shiva giace inerte, dormiente, in stato di trance, morto: la sua attitudine in quel momento è passiva. La coscienza rappresentata da Shiva non è conscia finché Kali si manifesta, genera e distrugge le forme. Quando la coscienza si risveglia, la manifestazione non esiste più e Kali è quietamente unita a Shiva.
L'origine di questa rappresentazione è spiegata da una leggenda in cui si racconta che gli Dei avevano perso una battaglia contro i demoni e non sapendo come reagire si rivolsero a Shiva il quale decise di scagliare sul campo di battaglia la feroce Kali. I demoni furono distrutti in poco tempo, ma ella continuava l'azione di distruzione, devastando e divorando tutto ciò che era sul suo cammino. Shiva, per riuscire a fermarla senza soccombere anche lui nella feroce lotta, pensò astutamente di sdraiarsi come morto sul suo cammino. Kali, vedendolo a terra inerte, si fermò immediatamente perché in lei nacque un senso di colpa credendo di aver ucciso nell'irruenza anche il proprio consorte.

DAKSINAKALI YANTRA

Kali, come energia immanifesta, nel suo yantra è rappresentata dal punto centrale, bindu, il seme della manifestazione o utero del mondo. I cinque triangoli rappresentano gli organi della conoscenza (jnanendriya) e gli organi dell'azione (karmaendriya). I punti al vertice rappresentano i quindici tithi o fasi della luna, il cerchio circoscritto è avidya, la falsa conoscenza, la visione illusoria degli oggetti del mondo, come separatamente esistenti; gli otto petali sono gli otto bhairava e le otto bhairavi che uniti formano l'ottuplice composizione di prakrti. Bhairava significa "terrifico" e queste coppie sono particolari aspetti di Dakshinakali che corrispondono alle otto direzioni del pensiero tantrico. Gli otto petali possono rappresentare anche i cinque elementi (terra, acqua, fuoco, aria ed etere) insieme a manas (mente), bhuddi (intelletto), ahamkara (coscienza egoistica).
Questo yantra è anche il kalacakra, nel quale gli adepti, maschio e femmina, praticano la puja tantrica nelle notti appropriate della luna scura.
L'intero yantra cosmogonico è vibrante della pulsazione di prana, forza vitale.


DASAMAHAVIDYA

Kali, vista come conoscenza, è rappresentata dalle dieci mahavidya, cioè le grandi conoscenze o saggezze del mondo. Le dieci perfezioni sono espressioni di quell'energia primordiale più pura e sattvica. Kali infatti è la prima di esse e rappresenta il potere del tempo, seguono Tara, l'aspetto rigenerativo, Sodashi, le sedici perfezioni, Bhuvaneshvari, la sostenitrice del mondo, Chinnamasta, la dispensatrice dell'energia vitale, Bhairavi, la terrifica, Dhumavati, l'oscurità e l'inerzia, Bagala, la distruttrice delle forze negative, Matangi, il potere del dominio, Kamala, l'unità nell'amore. Queste divinità vengono anche adorate separatamente ognuna con un culto distinto e possiedono uno yantra specifico che le rappresenta.
Il potere della saggezza che risiede in ognuna di loro, risveglia il sadaka alla consapevolezza della natura illusoria dell'esistenza.
Kali è una grande mahayogini, perché dal suo corpo sono emanate ben sessantaquattro yogini, come è citato nel Kalika Purana.

LA DEA DI KALIGHAT

Kali è particolarmente famosa e popolare nel Bengala, come del resto in tutta l'India. Viene festeggiata durante il dipavali (festa delle luci), occasione in cui, in molti templi a Lei dedicati, viene usato il sangue nelle offerte rituali. Il culto di Kali è caratterizzato da un fervido abbandono alla madre. Infatti mediante la bhakti, espressione di amore e di fede, il devoto raggiunge una coscienza religiosa più profonda e un'unione con il proprio vero Sé.
La Dea, essendo il processo che sostiene la natura, il corpo, la mente, media fra la personalità umana e la natura divina. Per appartenere veramente a Lei il devoto deve affidarle non solo l'intelletto, ma il suo intero essere. L'autentico devoto pone ogni aspetto del proprio essere al suo servizio, in questo modo egli riesce a cogliere la presenza divina.
Un esempio di grande devoto di Kali fu Ramakrsna , il grande santo del XIX secolo che serviva Madre Kali nel tempio di Dakshinesvar Kali a Calcutta. Ramakrsna racconta come tutti i suoi pensieri avessero cominciato a scorrere verso la Madre, come egli ardesse dal desiderio di incontrarla e come, in un'agonia di irrequietezza, avesse fatto voto di uccidersi se la Madre non gli fosse apparsa. Infatti, nel momento in cui egli stava per farlo, la Madre apparve. Nel suo corpo scorreva una corrente di estatica beatitudine. Consapevole del fatto che quella luce che lo inondava era la Madre Divina e sommerso da quella grande emozione, perse conoscenza per alcuni giorni. Da quel momento, Ramakrsna percepiva ogni cosa che lo circondava come coscienza divina, come incarnazione di Kali. A quei tempi, pur essendo Calcutta dominata dagli inglesi, le tradizioni nel tempio di Kali, a Kalighat, erano rimaste immutate.
La città è costruita sulla terra di Kali (Kalikshetra).
La leggenda racconta che l'alluce del piede destro di Sati, dopo che il corpo senza vita della Dea fu tagliato da Visnu in cinquantun pezzi che si sparsero sulla terra, rendendo quei luoghi sacri, era caduto accanto alla foce del Gange. Lì fu eretto il tempio di Kalighat. Il vicino villaggio di Kalikata diede in seguito origine al nome anglicizzato di Calcutta.
In India il culto di Kali ricevette nuovo impulso nel periodo del movimento nazionale svadeshi, al tempo di Vivekananda, successore di Ramakrsna, e da allora la Dea viene considerata la personificazione del Bengala e sua divinità tutelare. Oggi Kali è venerata in molti luoghi di pellegrinaggio come Pesvar nell'Assam, in Kasmir e a Kanya Kumari (Capo Comorin).

----------------------------------------------------------------

Cordiali saluti.
Mi chiamo Orlando.Per cortesia chiamatemi per nome e non per nickname.
18/05/2006 15:55
 
Modifica
 
Quota
Post: 591
Post: 59
Registrato il: 12/11/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
OFFLINE
La seguente poesia è di Swami Vivekananda(1863 - 1902)

Kali la Madre

Le stelle sono oscurate,
Le nuvole coprono altre nuvole,
E' oscurità vibrante, risuonante;
Nel vento ruggente che soffia turbinante
Vi sono le anime di un milione di folli,
Appena fuggiti dalla casa-prigione,
Alberi divelti alle radici,
Spazzati via dalla strada.
Il mare si è unito alla mischia
E fa turbinare onde gigantesche
Per raggiungere il cielo nero come la pece.
Il luccichio di una tenue luce
Rivela da ogni parte
Migliaia e migliaia di ombre
Di morte, luride e nere.
Spargendo calamità e dolori,
Danzando folle di gioia,
Vieni, Madre, vieni!
Perché terrore è il Tuo nome,
La morte è nel Tuo respiro,
E la vibrazione di ogni Tuo passo
Distrugge un mondo per sempre.


Vieni, Madre, vieni!
La Madre appare
A chi ha il coraggio d'amare il dolore
E abbracciare la forma della morte,
Danzando nella danza della Distruzione.

Mi chiamo Orlando.Per cortesia chiamatemi per nome e non per nickname.
18/05/2006 16:10
 
Modifica
 
Quota
Post: 591
Post: 59
Registrato il: 12/11/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
OFFLINE
Le seguenti immagini ritraggono la dea Kalì.Quel personaggio sotto di essa è il Suo consorte Shiva.




Le seguente sono due statue di Kali








Cordiali saluti.
Mi chiamo Orlando.Per cortesia chiamatemi per nome e non per nickname.
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:13. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com