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Quaresima, il digiuno

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2008 10:18
11/02/2005 10:57
 
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Mt 9,14-15 In quel tempo, i discepoli di Giovanni si accostarono a Gesù e gli dissero:"Perchè, mentre noi digiuniamo i tuoi discepoli non digiunano?" Gesù disse a loro:"Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verrano però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno".




opljyy
11/02/2005 14:28
 
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La Quaresima è un periodo di quaranta giorni, in cui ci si prepara all'arrivo della Pasqua, attraverso una penitenza che dura quarantaquattro giorni: dal mercoledì delle Ceneri, giorno in si ricordano i resti dell'ulivo benedetto bruciato, al sabato prima di Pasqua.

La Quaresima nasce dalla celebrazione dei quaranta giorni che Gesù passò nel deserto, digiunando e pregando, resistendo alle tentazioni. Questo periodo prepara i fedeli alla celebrazione della Resurrezione di Cristo, rievocando il battesimo e la penitenza.

La festa risale alla metà del II secolo, e, originariamente, durava cinque settimane, più la Settimana Santa della Pasqua. Perché la penitenza durasse esattamente quaranta giorni, la celebrazione fu anticipata, per un periodo, all'attuale mercoledì delle Ceneri. La città di Milano conservò a lungo questa tradizione, e per questo il suo carnevale (carnevale ambrosiano) durava più a lungo.

Nella liturgia cristiana i fedeli erano tenuti a digiunare dal Mercoledì delle Ceneri al venerdì Santo, con il divieto di consumare carne i venerdì della Quaresima. Era vietato celebrare nozze, e altre distrazioni che distogliessero i fedeli dall'ascolto della parola di Dio. I credenti dovevano impegnarsi a pregare più intensamente, astenersi dagli svaghi e dedicarsi alla carità per i poveri.
11/02/2005 14:32
 
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Quarantore
Quaresima
Dal latino quadragesima (dies), ´quarantesimo giorno´. È il periodo liturgico di quaranta giorni che, iniziano il mercoledì delle ceneri, prepara alla Pasqua. In antico era caratterizzato dalla preparazione finale dei catecumeni che durante la veglia pasquale avrebbero ricevuto il battesimo. Più tardi, verso il IV secolo, comincia a caratterizzarsi come periodo di penitenza e di rinnnovamento per tutta la Chiesa, con l´introduzione del digiuno e dell´astinenza; ancor oggi, il digiuno è richiesto il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo; l´astinenza tutti i venerdì di quaresima. In liturgia, il carattere penitenziale della quaresima viene sottolineato dal colore violaceo dei paramenti e dall´omissione del Gloria e dell´Alleluia nella messa. La riforma conciliare, oltre al carattere penitenziale della quaresima ha ridato importanza al suo orientamento pasquale-battesimale, invitando i fedeli a nutrirsi abbondantemente della parola di Dio e a pregare con assiduità .
11/02/2005 19:16
 
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scusate una domanda, ma come mai nella storia degli Atti degli apostoli e nei primi cristiani non si parla proprio di questo
procedimento che adesso è così dettagliato nei particolari?
11/02/2005 22:33
 
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Re:

Scritto da: libero1978 11/02/2005 19.16
scusate una domanda, ma come mai nella storia degli Atti degli apostoli e nei primi cristiani non si parla proprio di questo
procedimento che adesso è così dettagliato nei particolari?



perchè la celebrazione della quaresima non è comandata da Dio, ma è uno dei tanti comandamenti di uomini di origine non cristiana ma prettamente cattolica.



Francesco.


E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
(Geremia 1:19)
12/02/2005 02:05
 
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Finiamola con queste accuse infondate?
VOI non siete cristiani.
Coloro che credono in una scrittura che ha "corretto" Gesù Cristo in quello che ha detto, non sono cristiani.
E te lo dice il cattolico, come il protestante e l'ortodosso...

Non è un comandamento il digiuno, è la "decisione" da parte della Chiesa, di stare accando a Gesù Cristo durante il memoriale della sua passione.

E' una preparazione "del proprio cuore" per la Pasqua...la resurrezione di Gesù Cristo.
Il cristiano AMA Gesù Cristo...soffre con Lui, gioisce con Lui.


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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
18/02/2005 20:52
 
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"Chi segue me, dice il Signore, non cammina nelle tenebre" (Gv 8,12), queste sono le parole di Cristo, con le quali siamo esortati ad imitare, fin dov'è possibile, la sua vita e le sue virtù, se vogliamo essere illuminati secondo verità e liberati da ogni accecamento del cuore. Perciò, il nostro più alto impegno sia meditare la vita di Gesù Cristo. La dottrina di Cristo trascende tutti gl'insegnamenti, e chi avesse lo spirito suo vi troverebbe una manna celeste nascosta. Ma succede che molti, pur udendo spesso il Vangelo, ne sentono poco desiderio, perchè non hanno lo spirito di Cristo. Chi invece, vuole intendere appieno e con gusto spirituale la parola di Cristo, deve cercare di modellare tutta quanta la sua vita su di Lui.


opljyy
15/03/2006 20:46
 
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Quando e da chi fu istituita la Quaresima?

Gli Apostoli combinavano la preghiera col digiuno

Quando fu istutuita la Quaresima ? E da chi ? Le radici evangeliche della preparazione alla S.Pasqua nel cammino della Chiesa .

Molti degli antichi Padri della Chiesa, in particolare S. Girolamo, Papa S. Leone Magno, S. Cirillo di Alessandria, e S. Isidoro di Siviglia, confermano che il tempo di Quaresima venne istituito dagli Apostoli stessi, fin dagli albori della Chiesa. Essi decretarono un digiuno universale per il sempre crescente gregge di Cristo, affinchè servisse come preparazione spirituale per la festa della Risurrezione dai morti di Nostro Signore. Gli Apostoli stabilirono che, dato che il numero quaranta (40) è un numero assai ricco di significato sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, questo solenne tempo penitenziale dovesse anch’esso consistere di 40 giorni.

Quando Iddio Onnipotente ripulì dapprima il mondo dal peccato per mezzo del Diluvio Universale ai giorni di Noè, piovve 40 giorni e 40 notti. Similmente, quando Mosè e gli Israeliti vagarono nel deserto in cammino verso la Terra Promessa, viaggiarono per 40 anni nella selvatica desolazione. Infine, abbiamo il perfetto esempio di Cristo stesso, che digiunò per 40 giorni nel deserto prima di accingersi alla Sua vita pubblica.

Il concetto di digiuno è assai esplicito negli insegnamenti di Nostro Signore. Nel Vangelo di S. Matteo, leggiamo che i discepoli di S. Giovanni Battista un giorno si avvicinarono a Gesù e gli chiesero:

“‘Perché noi ed i Farisei digiuniamo spesso, ma i tuoi discepoli non digiunano?’ E Gesù disse loro: ‘Possono gli amici dello sposo affliggersi, mentre lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni, quando lo sposo sarà loro tolto, e allora essi digiuneranno ’” (Matt. 9:14-15).
Molti altri esempi tratti dalla Sacra Scrittura dimostrano il vantaggio spirituale che viene dal digiuno.

In una circostanza, durante la vita di Nostro Signore qui sulla terra, gli Apostoli si trovarono in una situazione molto imbarazzante. Essi cercavano di esorcizzare un posseduto, e non ci riuscivano. Quando Gesù fu giunto sulla scena, subito cacciò fuori il diavolo e più tardi disse agli Apostoli:

“Questo genere di demoni non si può scacciare se non con la preghiera e il digiuno” (Matt. 17:20).
Negli Atti degli Apostoli, troviamo che gli Apostoli combinavano la preghiera col digiuno come preparazione spirituale per l’ordinazione dei preti:

“Quando ebbero loro ordinato dei preti in ogni chiesa, ed ebbero pregato e digiunato, li raccomandarono al Signore, nel quale avevano creduto” (Atti 14:22).

“Mentre stavano ministrando al Signore, e digiunando, lo Spirito Santo disse loro: ‘Separatemi Saulo e Barnaba, per l’opera per la quale li ho scelti.’ Allora essi, digiunando e pregando, ed imposte le mani su di loro, li mandarono via” (Atti 13:2-3).

Nostra Santa Madre, la Chiesa Cattolica, prende seriamente le parole di Nostro Signore:

“Ma verranno i giorni, quando lo Sposo sarà loro tolto, e allora essi digiuneranno ” (Matt. 9:15).
Le leggi della Chiesa riguardo al digiuno ecclesiastico sono le seguenti: in giorno di digiuno, è permesso solo un pasto completo, con due pasti minori senza carni (colazioni), sufficienti per mantenersi in forze, ma le due piccole colazioni insieme non devono eguagliare un altro pasto completo. Queste leggi del digiuno obbligano sotto pena di peccato grave tutti coloro la cui età è compresa tra 21 e 59 anni, e che non sono legittimamente scusati. In questa legislazione, vediamo la grande prudenza della Chiesa Cattolica e come ben equilibrato sia ciò che si richiede ai fedeli. Quando gli anni della crescita fisica importante sono ordinariamente trascorsi, la Chiesa obbliga i suoi giovani adulti all’età di 21 anni a cominciare a digiunare, e quando gli adulti ordinariamente entrano nell’età della salute che declina, la Chiesa fa terminare quest’obbligo all’età di 60 anni. Coloro che sono legittimamente scusati dal digiuno, sono le persone malate o convalescenti che hanno salute delicata, le donne incinte o allattanti, e la gente che compie lavori pesanti che, a causa del digiuno, non sarebbe capace di esercitare la propria occupazione (agricoltori, mugnai, muratori, ecc.) posto che lavorino davvero per gran parte della giornata. Inoltre, professori, insegnanti, studenti, predicatori, confessori, medici, giudici, avvocati, ecc., sono scusati se il digiuno li ostacola nel loro lavoro.

Se sorgesse un qualsiasi dubbio relativo ad un caso particolare riguardo al digiuno, i fedeli possono comunque sempre far ricorso al loro confessore.

Lo scopo del digiuno è ottimamente riassunto da S. Tommaso d’Aquino:

“Si pratica il digiuno per un triplice scopo. In primo luogo, allo scopo di imbrigliare la concupiscenza della carne, come dice l’Apostolo: ‘Nelle angustie, nella prigionia, nelle sommosse, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni, vivendo nella castità, col sapere, con longanimità, con dolcezza, nello Spirito Santo, nella carità non finta’ (2 Cor. 6:5,6), poichè il digiuno è il guardiano della castità. Perchè, secondo S. Girolamo: ‘Venere è fredda quando Cerere e Bacco sono assenti.’ Il che vale a dire, la concupiscenza viene raffreddata dall’astinenza dalle carni e dal bere. In secondo luogo, dobbiamo far ricorso al digiuno affinchè la mente possa elevarsi più liberamente alla contemplazione delle cose celesti: così viene detto (Dan. 10) di Daniele che ricevette una rivelazione da Dio dopo un digiuno di tre settimane. In terzo luogo, allo scopo di soddisfare per i peccati: come è scritto (Gioele 2:12): ‘Convertitevi a Me con tutto il cuore, nel digiuno, e nel pianto e nell’afflizione.’ Lo stesso dichiara S. Agostino in un sermone (De Oratione et Jejunio): Il digiuno ripulisce l’anima, eleva la mente, assoggetta la carne allo spirito, rende il cuore contrito e umile, disperde le nubi della concupiscenza, spegne il fuoco del desiderio carnale, accende la luce della vera castità’” (Summa Teologica, Questione 147, Articolo 1).
Il secondo aspetto della Quaresima da considerare, è il male del peccato — sia il peccato originale che il peccato attuale. Si definisce peccato qualsiasi pensiero, parola, azione, desiderio, o omissione proibita dalla legge di Dio. Quando i nostri progenitori, Adamo ed Eva, peccarono, essi offesero gravemente Iddio Onnipotente. Perché sebbene il loro atto di mangiare del frutto proibito fosse un atto finito in se stesso, la loro offesa fu contro un Essere Infinito — Dio. Questa offesa, le conseguenze della quale furono l’ignoranza, la sofferenza, la morte ed una forte inclinazione al peccato, non solo privò loro ed i loro discendenti dei doni preternaturali, ma anche, e cosa più importante, privò Adamo ed Eva e la loro discendenza di quel dono più prezioso tra tutti i doni — la grazia santificante — mediante il quale l’uomo partecipa nella propria anima alla vita stessa di Dio. S. Paolo dice:

“A causa d’un uomo il peccato entrò nel mondo, e con il peccato la morte, e così la morte passò a tutti gli uomini, nel quale tutti hanno peccato” (Rom 5:12).
Quando l’uomo commette peccato, specialmente il peccato mortale, offende anche la Divina Maestà e infligge un danno spirituale alla sua anima (la morte spirituale in caso di peccato mortale). Fu proprio per soddisfare per i peccati del genere umano che Gesù Cristo sacrificò la Sua vita sulla Croce.

Se apprezzassimo veramente le sofferenze e la morte di Nostro Signore, avremmo bisogno di meditare seriamente sulla Passione. Uno dei modi per compierlo è di considerare la sacra immagine di Cristo Crocifisso quale si vede sulla Santa Sindone di Torino. Questo lenzuolo macchiato di sangue identifica con precisione le ferite inflitte a Nostro Signore secondo i Santi Vangeli.

Vi possiamo vedere a nostro vantaggio i segni delle molteplici piaghe lungo il Suo Sacro Corpo, le ferite causate dalle spine che circondarono la Sua Testa, i segni dei chiodi nelle Sue Mani e Piedi, e finalmente, l’ampia ferita nel Suo Sacro Costato.

La grande tragedia dei nostri tempi è che la maggioranza del genere umano vive come se non ci fosse Dio, non ci fossero i Comandamenti, né cose come il peccato. Ma non guardiamo alla maggioranza del genere umano — guardiamo a noi stessi. Quando avessimo la sventura di commettere un peccato, noi non potremmo addurre l’ignoranza. Nostro Signore non può dire di noi ciò che disse dei suoi uccisori:

“Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!” (Luca 23:34).

Nel cominciare la nostra solenne preparazione per la celebrazione della Risurrezione di Nostro Signore — la più grande festa dell’intero anno liturgico — uniamo alle nostre preghiere, meditazioni e letture spirituali, la piena penitenza del digiuno e dell’astinenza. Coloro che non sono obbligati a digiunare dovrebbero compiere qualche speciale sacrificio che mortifichi particolarmente la loro natura umana decaduta, che è così incline al peccato.

Finalmente, nel fare penitenza durante questo tempo di Quaresima, ricordiamoci delle parole di Nostro Signore ai discepoli:

“Quando digiunate, non fate i tristi come gli ipocriti. Che si imbruttiscono la faccia, affinchè possano mostrare agli uomini che essi digiunano. In verità vi dico, che hanno già ricevuto la loro ricompensa. Ma voi, quando digiunate, profumatevi il capo e lavatevi la faccia. In modo che non agli uomini appaia che digiunate, ma al Padre vostro che è nel segreto: e il vostro Padre, che vede nel segreto, vi ricompenserà” (Matt. 6:16-1[SM=g27989].

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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Riporto in quote questa discussione avendo unito alcune con lo stesso aoggetto , anche questa discussione di alcuni anni addietro
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