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Ap 22 - Autos

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2007 11:37
06/04/2007 11:31
 
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NUOVA RIVEDUTA
1 Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. 2 In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni. 3 Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno, 4 vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. 5 Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.

CEI
1 Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. 2 In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
3 E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell'Agnello
sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno;
4 vedranno la sua faccia
e porteranno il suo nome sulla fronte.
5 Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli.

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link al testo greco

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Il problema (si fa per dire) è se il pronome autos di 21,3 sia da riferirsi a trono, a Dio, all'agnello.
Tralascerei in questa sede la questione se la sezione 3-5 vada ricollocata dopo 21,4 (cosa che appare probabile, ma che ci porterebbe lontano) e mi concentrerei solo sul nostro specifico.

Come giustamente nota uno dei più noti commentatori (nonché autore dell'edizione critica per la fondazione Valla), Edmondo Lupieri, a suo avviso ci troviamo davanti all'ennesimo caso di voluta ambiguità. Il ragionamento di Lupieri (L'Apocalisse di Giovanni, Fond.Valla, pag.352-353) parte da due presupposti

- l'interscambiabilità e l'ambiguità tra il Padre e il Figlio nel corso di tutta Ap (in questo forum l'abbiamo già vista ad esempio, per ciò che concerne la dicitura "Alpha e Omega", applicata sia al Padre che al Figlio). In quest'ottica i pronomi al singolare, se pur il soggetto sia "Dio e l'agnello" sono al singolare in virtù di questa reciproca compenetrazione che si osserva in tutto il libro.

- Il trono viene identificato da Lupieri come il legno-albero della passione di Cristo, ma l'ambiguità del termine ha anche rimandi angelomorfi (vedasi Qumran ma anche Col 1,16). In questo senso la croce-trono è la manifestazione visibile dell'unità di un Dio invisibile. Se i vari pronomi sono riferiti al trono si torna comunque al punto di partenza, cioè alla metonimia per indicare l'unità di Dio.

Ho cercato di riassumere in termini comprensibili, in realtà la qustione può non essere semplice per i non addetti. La cosa migliore è una spolverata di bibliografia specifica, di cui il testo che ho indicato è un buon inizio.

Cordialità,

[Modificato da Teodoro Studita 06/04/2007 11.37]

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