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Mandei, unici seguaci di Giovanni Battista

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2007 14:11
07/09/2007 17:54
 
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TEORIA: YESHUA/ GIOVANNI BATTISTA

Il nome di Giovanni è di origine mistica e da sempre, anche nelle grandi scuole ed ordini iniziatici, sta a significare l'incarnazione di "Oannes" come elemento di unione tra il cielo e la terra.

Non è un caso che ben 25 pontefici abbiano adottato questo nome.

Secondo i racconti evangelici, Giovanni fu arrestato da Erode Antipa e giustiziato poco tempo dopo il battesimo di Gesù.

Il motivo, sempre secondo gli stessi, sarebbe la pubblica condanna di Giovanni per il matrimonio adultero (secondo la legge ebraica) di Erode con Erodiade, prima moglie del suo fratellastro Filippo.

L'ordine di uccidere Giovanni sarebbe, infine, venuto dallo stesso Erode che, a malincuore, volle così soddisfare il desiderio espresso dalla figliastra Salomè alla quale avrebbe poi esibito la testa di Giovanni su un vassoio.

Flavio Giuseppe ci parla di Giovanni in un brano delle Antichità Giudaiche già riportato nel capitolo delle Fonti storiche- F. Giuseppe) che, contrariamente al Testimonium Flavii, tra gli studiosi non ha dato adito a grandi dubbi di autenticità.

Secondo questa testimonianza Giovanni fu arrestato e giustiziato da Erode a scopo preventivo a causa della grande popolarità della quale godeva e per la quale il sovrano nutriva preoccupazione.

Non c'è, dunque, alcun riferimento al matrimonio di Erode con l'ex moglie del fratello Filippo (che peraltro, secondo le fonti storiche, si chiamava anche lui Erode), a Salomè, alla decapitazione e allo strano omaggio sul vassoio. Tutto sembra spiegabile sul piano politico: la condanna di Giovanni fu un mezzo per allontanare il pericolo di insurrezioni indotte dal consenso popolare verso quest'uomo, il rito battesimale da lui praticato, la sua parola e il suo esempio di vita fondato sull'eremitaggio e la povertà.

Anche per la condanna del Battista, dunque, come per quella dello stesso messia, i racconti evangelici puntano a fornire spiegazioni fuorvianti, affinchè dal lettore non venga colto appieno il potenziale sociale ed insurrezionale dei personaggi che così, molto più facilmente, possono essere restituiti ad un universo etereo, interrazziale ed internazionale, lontano dal mondo giudaico, dalle tensioni che esso esprime e dalle pesanti implicazioni politiche che stanno realmente dietro alla condanna, privo di quelle connotazioni storiche che ne avrebbero seriamente compromesso l'assimilazione presso i popoli evangelizzati dell'impero.

F. Giuseppe, infine, riferisce la convinzione delle masse secondo la quale la grave sconfitta militare subita qualche tempo dopo da Erode, sarebbe da attribuire ad una punizione divina per il crimine compiuto.

Anche l'Apocalisse, fa riferimento alla vendetta divina contro Erode, per le accuse rivolte ai "fratelli" :

"... Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte." (Apocalisse, 12,10).

I "fratelli" non possono che essere Gesù e Giovanni.

L'importanza del Battista è involontariamente testimoniata proprio dalle fonti evangeliche, quando, ad esempio, i discepoli dicono a Gesù: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli" (Lc, 11, 1).

Non è chiaro, da tali parole, se i discepoli volessero che Gesù seguisse l'insegnamento di Giovanni come metodo o se volessero conoscere anch'essi le preghiere che quest'ultimo insegnava ai suoi discepoli.

Un'altra testimonianza della notorietà di Giovanni è data da Marco che racconta l'episodio in cui i sacerdoti del tempio, nel rispondere ad una domanda posta da Gesù si astengono dall'affermare che il battesimo di Giovanni venisse dagli uomini e non dal cielo in quanto " ... temevano la folla perchè tutti consideravano Giovanni come un vero profeta." (Mc, 11, 27-33).

Lo stesso Gesù, infine, offre una testimonianza diretta ed emblematica dove l'idea di un primato assoluto di Giovanni Battista convive con una minimizzazione della stessa figura. Da questo secondo aspetto si evincere una certa rivalità tra i due:

"In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui ."(Mt. 11, 11)

" Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui." (Lc. 7, 28)

I racconti degli evangelisti sembrano quasi condizionati dall'intento di minimizzare una vera e propria rivalità attraverso l'ambigua apertura delle parole di Gesù verso il Battista.

Sembra quasi che queste parole nascano come rimedio all'impossibilità di screditare apertamente Giovanni per non creare un "incidente diplomatico", uno scontro tra "messia" di scuole diverse che, probabilmente, hanno avuto un'origine comune.

Esistono tante teorie sul rapporto tra Gesù e Giovanni.

Ahmed Osman vede Gesù come un'invenzione dei seguaci di Giovanni per dimostrare l'accadimento di quanto da lui profetizzato su "colui che doveva venire", Knight e Lomas, nella Chiave di Hiram sostengono che fossero entrambi messia e lavorassero in accordo (da L. Picknett e C. Prince, La rivelazione... cit., 233), mentre Mike Plato sostiene che Gesù e Giovanni fossero una sola persona in una dualità apparente che deriva dal superamento dell'uomo (Giovanni) nello spirito (il Cristo) che è preesistente e successivo al primo "dopo di me viene un uomo" e "mi è passato avanti perchè era prima di me" .(Gesù e Giovanni, due nomi per un solo Re, in I Misteri di Hera, bimestr., anno I, n. 2, Agosto 2004, Ediz. Hera Periodici, pg. 76 e segg.).

Se poi pensiamo che lo stesso Erode (che dovrebbe aver avuto le idee più chiare di noi...) dopo la morte di Giovanni confonde Gesù con la sua reincarnazione, ci rendiamo conto di quanto i due personaggi siano simili, sovrapponibili e interscambiabili:

" Il re Erode udì parlare di Gesù (poiché la sua fama si era sparsa) e diceva: "Giovanni il battista è risuscitato dai morti; è per questo che agiscono in lui le potenze miracolose" ".(Mc. 6, 14 )

Anche gli apostoli, rispondendo alla domanda di Gesù su chi lui fosse secondo la gente rispondono "Per alcuni Giovanni il Battista..." (Lc., 9, 19), mentre lo stesso Gesù, nel parlare alle folle di Giovanni, afferma che "... egli è quell'elia che deve venire..." (Mt., 11, 14)

L'ipotesi più seguita dagli studiosi è che Gesù fosse uno dei discepoli di Giovanni dai quali, una volta battezzato, si staccò per creare un proprio gruppo.

La stessa frase "colui che viene dopo di me..." sta proprio a significare, in tal senso, "colui che mi segue".

Da una parte, quindi, la sovrapposizione delle figure nello sforzo di differenziarne i ruoli terreni e celesti a vantaggio di Gesù, dall'altra una differenziazione che arriva alla rivalità (latente nei racconti evangelici) tra le due figure e le rispettive scuole.

E' dalla contraddizione dei Vangeli che emerge il dubbio: Giovanni avrebbe riconosciuto più volte la superiorità messianica di Gesù (sobbalzando, addirittura, nel ventre materno o riconoscendo in lui il vero Messia al momento del battesimo).

Ma allora che senso ha il dubbio che successivamente gli nacque in carcere ?

" Quelli si presentarono a Gesù e gli dissero: «Giovanni il battista ci ha mandati da te a chiederti: "Sei tu colui che deve venire o ne aspetteremo un altro?" " (Lc. 7, 20).

Come si può essere sicuri che Giovanni abbia riconosciuto in Gesù il Messia se gli stessi discepoli di Gesù, almeno all'inizio, sembrano ignorare tale natura in lui?

Gesù iniziò il suo ministero dopo il battesimo e quindi dopo la pubblica attestazione messianica di Giovanni. Come è possibile che i discepoli non ne sapessero niente e che lo stesso Giovanni lo abbia dimenticato?

D'altro canto, gli stessi discepoli di Giovanni che Paolo incontrò durante la sua missione a Efeso e Corinto erano altrettanto all'oscuro di questa affermazione di "inferiorità" del loro maestro.

Giovanni, dunque, oltre ad avere un seguito in vita, lo ebbe anche dopo la morte.

Ma un'affermazione di evidente inferiorità come quella che Giovanni avrebbe fatto a favore di Gesù, non avrebbe dovuto recare, come conseguenza, l'abbandono del suo intero seguito ed il riconoscimento di tutti in quest'ultimo?

Se invece, com'è presumibile, non vi fu da parte di Giovanni alcun riconoscimento messianico in Gesù, e se quindi, così come è stato, Giovanni dopo il battesimo di Gesù ha continuato ad avere un suo seguito, dove sono le testimonianze scritte dei suoi discepoli? Come mai la sua esistenza storica è testimoniata soltanto nei Vangeli (in chiave di sottomissione) e da Flavio Giuseppe più profusamente di quanto lo stesso non abbia fatto per lo stesso Gesù (e sempre ammesso e per nulla concesso che la testimonianza di Flavio Giuseppe non sia un falso)?

Per quanto possa sembrare incredibile, la storia ha conservato a Giovanni un seguito "nascosto" che, è riuscito ad attraversare i secoli tra generazioni di iniziati, in seno ad ordini segreti (i Templari, la Massoneria, il discusso Priorato di Sion) . Queste pagine di "storia oscura" saranno oggetto di analisi nella seconda parte di questa ricerca la cui pubblicazione in rete è prevista entro il 2006.

Un altra incredibile "sopravvivenza" del culto di Giovanni si trova ancora oggi in una regione del sud dell'Iraq.



I Mandei

Le prime notizie su questa comunità risalgono al secolo XVII, quando alcuni missionari gesuiti, di ritorno da una regione in prossimità dei fiumi Tigri ed Eufrate (odierno Iraq), riferirono dell'esistenza di una setta chiamandola "Cristiani di San Giovanni".

Questo strano gruppo, che nel 1978 contava meno di 15.000 persone, pur vivendo tra musulmani è riuscito nei secoli a mantenere una propria identità culturale, etnica e di fede.

La lingua parlata deriva direttamente dall'aramaico (il dialetto parlato in Palestina nel I secolo), mentre quella scritta è simile a quella della Nabatea: il regno arabo confinante con la Perea, la regione dove predicava Giovanni.

Mandei significa "gnostici" (in aramaico manda, gnosis) ed è un termine che può essere riferito ai soli laici o a tutta la comunità. I sacerdoti, invece, sono detti... Nazorei!

Il principale testo scrito dei Mandei è il "Ginza" ("tesoro") che risale come minimo al VII secolo d.c., un altro scritto fondamentale è l' "Hawan Gawaita" mentre "Libro di Giovanni" è stato compilato successivamente.

La comunità dei Mandei appare anche nel Corano con il nome di "Sabei". Questo significa che erano noti anche prima del VII secolo.

L'area geografica ultimamente occupata (Iraq) sembra essere l'ultima tappa di un lungo peregrinare nei secoli di questa comunità che, sembra ormai accertato, veniva dalla Palestina da dove fu esiliata nel I secolo d.c.

Per essere più precisi, secondo alcuni indizi rilevabili dalle loro scritture, i Mandei avrebbero lasciato la Palestina nel 37 d.c.

Nella religione dei Mandei si conservano, in una confusa commistione, elementi di giudaismo vetero- testamentario, di gnosticismo, di cristianesimo e di principi iraniano- dualistici.

Gli elementi gnostici, tuttavia, predominano e fanno di questo popolo l'unico che, nel mondo contemporaneo, segua ancora questa fede segnata da un politeismo ispirato alla "luce" ed alle "tenebre" ed alla contrapposizione dello spirito con la materia.

Il sacramento principale è il battesimo che si compie per immersione completa in piscine collegate ad un fiume chiamato "Giordano"!

I Mandei considerano Giovanni il Battista come uno dei più grandi capi della loro setta ma non il loro fondatore. Essi ritengono, infatti, di esistere da tempi ancora più remoti.

La regione "Tura d'Madau", nella quale i Mandei sono certi di identificare la loro area di provenienza più remota, non è stata ancora identificata dagli studiosi. E' strano, comunque, come questo piccolo popolo (ormai probabilmente decimato dalle persecuzioni di Saddam Hussein) abbia conservato per millenni la propria identità etnica (non assimilabile a quella giudaica nè a quella araba) e la memoria storica della propria provenienza.

Dopo l'esilio della Palestina i Mandei si spostarono in Persia nella città di Harran e solo successivamente continuarono il loro eterno esodo verso sud e verso est.

Se esploriamo i principali contenuti della fede dei Mandei, ci rendiamo conto di quante straordinarie considerazioni possano da essi essere tratte.

Giovanni sarebbe stato un "Nasurai" come Gesù. Quest'ultimo, tuttavia, divenne un "ribelle eretico" e portò gli uomini "fuori dalla retta" via tradendo le dottrine segrete (cfr. il Talmud Babilonese).

Il libro di Giovanni racconta che la sua nascita fu annunciata da una stella che rimase sospesa sopra alla madre Enishbai (Elisabetta). Il padre di Giovanni fu Zakharia, lo stesso uomo anziano e senza figli del quale ci parlano i Vangeli.

Giovanni, fin dalla nascita, viene perseguitato dai giudei e viene nascosto su una montagna sacra dalla quale si allontana a ventidue anni per ritornare tra la gente come un guaritore.

Giovanni è chiamato "buon pastore" e "pescatore di anime", esattamente come Gesù, Pietro, Osiride e Tammuz.

Il libro di Giovanni riporta anche un lamento dello stesso per aver perso nel fango una pecora allontanatasi da lui per adorare Gesù.

Nel libro di Giovanni, Gesù è chiamato "Yeshu Messiah", "Messiah Paulis"(la parola deriva probabilmente da una simile in lingua Persiana che significa "imbroglione") e talvolta "Cristo il romano".

Gesù studiò per diventare discepolo di Giovanni e, pur non appartenendo alla sua setta, si presentò sul Giordano per chiedere il battesimo.

Giovanni non era convinto che ne fosse degno e pensò in un primo momento di rifiutarglielo ma Gesù insistette e riuscì a persuaderlo.

Durante il rito apparve la dea degli inferi "Rhua" nelle apparenze di una colomba e tracciò una croce di luce sul fiume.

Successivamente Gesù, da discepolo, travisò la parola di Giovanni, ne carpì conoscenze e sapienza e si propose alla gente come un maestro.

l' "Hawan Gawaita" riferisce queste parole a proposito di Yeshua: "egli travisò le parole della luce e le cambiò in tenebre, convertì coloro che erano miei e alterò tutti i culti"

Il "Ginza" dice "non credere (a Gesù) perchè pratica la stregoneria e l'inganno" e in più profetizza l'avvento di una figura che smaschererà Gesù e farà giustizia di lui.

Le illustrazioni dei papiri sacri dei Mandei, nella raffigurazione delle divinità, presentano somiglianze con quelle presenti nei papiri magici dei culti ellenistici ed egizi, mentre le dottrine palesano evidenti punti di contatto con quelle dei manichei che a loro volta condizionarono le sette gnostiche europee e la comunità dei Catari, trucidata dalla Chiesa cattolica in quella che fu la "prova generale" di tutte le successive spietate crociate che hanno insanguinato la storia (crociata degli Albigesi).

Sono inoltre rilevabili, nelle dottrine dei Mandei, notevoli somiglianze con i principi contenuti in alcuni dei documenti rinvenuti a Nag- Hammadi e nei papiri di Qumran.

Straordinarie sono, infine, le somiglianze con il più "gnostico" dei Vangeli canonici: il quarto (detto di Giovanni).

Alcuni studiosi contemporanei ritengono che alcune parti del Vangelo di Giovanni (soprattutto il prologo) siano state tratte dai libri scritti dai seguaci di Giovanni Battista (dei quali, come abbiamo detto prima, non vi è stranamente traccia).

Secondo alcuni di tali studiosi, i libri sacri dei Mandei sarebbero addirittura la "fonte " dalla quale avrebbe ampiamente attinto l'evangelista.

E. Schweizer, secondo quanto riferito da L. Picknett e C. Prince (La rivelazione dei Templari, cit., pg. 251) ha confrontato il discorso sul Buon Pastore del quarto Vangelo e la sezione del Buon Pastore nel Libro di Giovanni ed ha concluso che vengono dalla stessa fonte.

Allo stesso modo, la "strage degli innocenti (della quale, come abbiamo detto altrove, non vi è tuttavia traccia storica), sarebbe stata provocata da Erode che temeva che il bambino Giovanni fosse il vero "re d'Israele".

Anche il materiale apocalittico viene probabilmente dal "Ginza" dei Mandei e, secondo R. Bultmann, ci sono motivi fondati per pensare che i Mandei non siano altro che un autentico ramo della "Chiesa Giovannita" il cui credo, come già accennato, ha attraversato i secoli (lasciando tracce anche in Europa ) attraverso gli ordini iniziatici segreti.

Tutto questo porta a conclusioni incredibili!

E' possibile che i Vangeli abbiano adattato a Gesù le parole, le azioni e gli episodi di vita del suo rivale: Giovanni il Battista!

Due discepoli di Giovanni, Dositeo e Simon Mago, dopo la sua morte fondarono altrettante sette gnostiche che si svilupparono ad Alessandria e furono considerate "eretiche" dalla chiesa primitiva.

Tali sette, così come quella dei Mandei, pur essendo tutte originarie della Palestina non potevano essere definite di religione ebraica in quanto sostanzialmente ispirate alla gnosi ed agli antichi principi della fede egizia dai quali essa trae probabilmente la sua origine.

E' verosimile, quindi, che Giovanni Battista stesso fosse gnostico e che, il quarto Vangelo (come abbiamo visto, profondamente condizionato dalla gnosi) derivi direttamente dagli scritti dei suoi seguaci.

Perchè l'avversione verso la figura di Gesù ha superato i millenni nella fede dei Mandei (ormai ridotti quasi a livello di una "curiosità etnica")?

Cosa ha potuto subire Giovanni Battista da Gesù (o dai reali protagonisti della lotta messianica sui quali si fonda tale figura) per meritare tanto odio?

Nel "Ginza" è presente una preghiera che non risponde a queste domande (alle quali si può rispondere soltanto sulla base di mere supposizioni), ma fornisce una spiegazione alla strana sopravvivenza di questo popolo a duemila anni di efferate persecuzioni religiose:

"Quando Gesù vi opprime dite: "Noi apparteniamo a te". Ma non sia così nei vostri cuori, non negate la voce del vostro Maestro, l'altro Re della Luce, perchè al falso Messia non è stato rivelato il mistero".



Conclusioni

E’ quantomeno singolare che i Mandei, unici seguaci di Giovanni Battista della cui esistenza storica si possa essere certi, ignorino il martirio del loro maestro che, invece, non è solo menzionato, ma è addirittura circostanziato nei racconti neotestamentari.

Questa inspiegabile “ignoranza” può, in realtà, costituire un importante indizio per comprendere le vera identità del Battista ed il probabile andamento dei fatti.

Il Battista, infatti, potrebbe non aver fatto la fine che crediamo ma potrebbe essere stato, ad esempio, diseredato del suo patrimonio “messianico” ed accantonato per far posto ad un altro... !

I Vangeli, come abbiamo constatato più volte nel corso di questa ricerca, non sono finalizzati a testimoniare la storia ma a "strapazzarla" per affermare una verità di fede ben lontana da essa.

Per raggiungere il loro scopo, gli evangelisti, bontà loro, hanno ovunque lasciato sopravvivere piccoli frammenti di realtà (qualche nome o appellativo, qualche frase, qualche episodio) ma hanno soprattutto snaturato personaggi, sdoppiato nomi e ruoli, mascherato eventi e luoghi e taciuto antefatti e conseguenze di tutto ciò che è stato oggetto delle loro narrazioni.

Sulla base di tali premesse, non possiamo minimamente pensare che il personaggio del Battista da essi dipinto risponda ad una completa verità storica.

Di vero ci sono senz’altro l’esistenza, il temperamento scontroso, la scelta di una vita povera, nomade e ascetica in perfetta sintonia con il modello esseno, l’avversione per il potere costuito (Dinastia Erodiana), in perfetta sintonia con il potenziale rivendicativo degli zeloti, la fede animata da una visione gnostica del mondo materiale e spirituale, la vena apocalittica e la certezza nell’imminenza della fine dei tempi.

Di probabilmente falso ci sono molte cose ma soprattutto l’accettazione umiliante e nel contempo convinta di un ruolo subalterno rispetto al Messia vero e l’ostentata armonia tra i due personaggi e le rispettive “scuole”.

In cuor nostro pensiamo che Giovanni e Gesù nascano dall’ennesima “manipolazione genetica” dei personaggi dei Vangeli e che a Gesù siano stati riconosciuti meriti e prerogative appartenenti a Giovanni (più o meno è, come abbiamo visto, ciò che sostengono i Mandei).

Se, da parte degli evangelisti, non ci fosse stata la necessità di nominare affatto Giovanni Battista, a noi oggi non sarebbe giunto affatto questo nome e il “travaso di meriti e ruoli” sarebbe avvenuto in maniera assolutamente invisibile.

Tuttavia a causa della popolarità del personaggio e della vasta eco che ebbero tra le folle i suoi riti e le sue parole e opere, fu impossibile (o fu considerato imprudente) per gli evangelisti tacere del tutto sulla sua figura.

Tanto valeva parlarne (dando così ampia prova di onestà di cronaca), senza screditarlo, anzi sfruttandone la popolarità e la pubblica devozione per metterle al servizio di qualcosa che era più grande di esse.

In poche parole, l’avvento del Messia Figlio di Dio fu un prodigio di fede così straordinario da asservire ad esso anche lo stesso Giovanni, profeta amato e venerato dal popolo ebraico.

Dall’altra parte, affermare la grandezza di Giovanni per poi asservirla alla missione di Gesù significò rafforzare ancora di più quest’ultima fino a renderla decisiva per gli uomini di tutti i luoghi e tempi!

La nostra idea è che molto di ciò che leggiamo nei Vangeli a proposito di Gesù (parole ed episodi) sia stato “rubato” a Giovanni il Battista, mentre un’altra consistente parte (eredità davidica, famiglia, luoghi e forse episodi e parole) sia stata “rubata” al primogenito dei figli di Giuda di Gamala.

Fare poi coincidere queste due ultime figure (Giovanni Battista e il primogenito di Giuda il golanite) in una è un’ipotesi “forzata” che, in assenza di altri indizi, non ci sentiamo di avanzare ma che non pensiamo nemmeno possa essere risolutamente smentita (N.B. secondo L. Cascioli, La Favola di Cristo, cit., il nome del primogenito di Giuda è Giovanni).

Giovanni Battista, piuttosto, esprime, a nostro avviso, parte di quel prezioso “valore aggiunto” di stampo messianico a quella figura di Gesù che, per diventare il “Figlio di Dio” attraverso la ricostruzione paolina e in tale veste vincere i millenni, non poteva esaurirsi nella sola componente rivoluzionaria del figlio di Giuda il Galileo.

Un'altra parte (che riteniamo ancora più preziosa) deve essere cercata nella figura sacerdotale profetico/messianica (Yeshua) che in quegli anni calpestò le polveri della Palestina senza lasciare tracce definite nel racconto degli storici (tali tracce furono forse successivamente stralciate dalle cronache) ma soltanto vaghi e confusi riferimenti nelle fonti rabbiniche e nei rotoli di Qumran.

A tale componente spirituale del mito di Gesù, questa ricerca, che da essa trae la propria titolazione, dedicherà un approfondimento.


www.yeshua.it/ricerca_storica/ricerca/temicentrali/yeshua_giovannibatt...
07/09/2007 22:48
 
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E' un post troppo lungo da leggere, potresto riassumere in pochi punti la tesi che viene esposta?

Shalom

09/09/2007 10:03
 
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Vedi che gli sforzi non fanno per te professore?
barnabino, 07/09/2007 22.48:

E' un post troppo lungo da leggere, potresto riassumere in pochi punti la tesi che viene esposta?

Shalom





Ecco il tuo problema Barnabino, e come il tuo, anche di tutti i tdg:

Leggete solo materiale geovista e quando qualcuno vi propone qualcosadi diverso, chiedete che ve lo riassuma in poche parole per assimilare, come siete abituati a fare con gli scritti geovisti che sono già premasticati, predigeriti, e preconfezionati!

Suvvia, leggiti un pò di quel sito che ti è stato linkato, e potrai scoprire cose altrettanto alternative alla tua tanto decantata fede.

Che poi, tu possa anche non credere alle alternative presentate, questo è un tuo diritto, ma... almeno prima leggile per esserne a conoscenza almeno!

Sai Barnabino, la storia, la vera storia, non è quella che racconta il geovismo nel suo libro "Proclamatori"

Spero presto di mostrarti tante falsificazioni riportate in quel testo che potresti uscirne sbigottito.

Ma per fare ciò occorre tempo e ricerca ecco perchè è necessario leggere anche altre fonti esterne al geovismo!

Se io chiedo all'oste se il suo vino è buono, cosa pensi che possa rispondermi?

Si, ma ce ne sono anche altri di altrettanto ottimi?

Suvvia Barnabino, usa il cervello che Dio ti ha dato per conto tuo una buona volta! E come te, fatelo anche voi tdg che leggete di nascosto! Shalom.

09/09/2007 16:04
 
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Leggete solo materiale geovista e quando qualcuno vi propone qualcosadi diverso, chiedete che ve lo riassuma in poche parole per assimilare



Io leggo solo materiale scritto dai TdG? Io leggo di nascosto? Quale delle due?

Ma ti sei ammattito?

[SM=x511465]
[Modificato da barnabino 09/09/2007 16:05]
10/09/2007 09:25
 
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Mi hai frainteso.

Leggere di nascosto è rivolto ai fratelli in generale che so per certo vengono a farlo lontano da occhi indiscreti.

Che tu legga anche altro materiale non geovista, dimostramelo!

Hai letto l'ultimo libro della Boschetti: Il libro nero delle sette?

Hai letto il libro di Minuti: I tdg non hanno la Bibbia?

Hai letto: tdg o tdCristo di Francesco Ruggeri?

Hai letto la catena di Tornese?

Hai mai letto qualche trattato di Ravasi?

Attendo le risposte Barnabino!
10/09/2007 09:59
 
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Hai letto il libro di Minuti: I tdg non hanno la Bibbia?
Hai letto la catena di Tornese?


Li hai letti e ti vanti pure? [SM=x511467]
[Modificato da christofer2006 10/09/2007 10:00]
________________________________________________

10/09/2007 10:11
 
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Chi ha parlato di vanto?
Leggere, caro fratello, vuol dire culturarsi, o per lo meno conoscere anche cosa dicono altre fonti extra geoviste!

Quello che voi propinate come cibo spirituale, se non lo confronti con altri cibi, come potrai sostenere che non è di tuo gradimento se non l'hai assaggiato?

Vendere il proprio vino per buono in esclusiva assoluta, è come dice il vecchio proverbio.... chiedi all'oste se il suo vino è buono!

Dai Cris, fai uno sfozo e leggili pure tu, che male non ti faranno!

A proposito, ma avete dato uno sguardo al link che Tiskio vi ha proposto?
10/09/2007 14:10
 
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Caro Sonny,


Leggere di nascosto è rivolto ai fratelli in generale che so per certo vengono a farlo lontano da occhi indiscreti



Perchè? Per te "leggere" significa solo leggere da siti apostati? A me risulta che in generale i TdG non abbiano problemi a leggere libri, anche religiosi, che non sono editi dalla WTS.


Che tu legga anche altro materiale non geovista, dimostramelo!



Non so... vuoi che ti racconti Guerra e Pace o ti riassuma la Dea Bianca di Graves? Non capisco cosa ti devo "dimostrare" a me non risulta che i TdG leggano solo materiale edito dalla WTS, e d'altronde la stessa WTS cita libri editi da altri... per cui vedi un pò tu.


Hai letto l'ultimo libro della Boschetti: Il libro nero delle sette?



Boschetti? Tornese? Minuti? Chi sono costoro? Guarda, io in questo periodo leggo Kuscher, Buber, Danielou. Ho dato un'occhiata al libro della Boschetti e mi pare l'ennesimo trattatello polemico e mal scritto. Non vedo perchè debba rinunciare ai grandi della teologia per perdere tempo in questi libri chiaramente scritto a senso unico, non scientifici, e con intenti polemici.

Personalmente ho letto Tornese, Minuti e Sconocchini, ma non vi ho trovato nulla che possa andare oltre il libretto polemico-intollerante ad uso di qualche catechista.


Hai mai letto qualche trattato di Ravasi?



Certo, Ravasi è un ottimo scrittore, seppure non è uno dei miei preferiti e neppure uno dei più profondi. Personalmente ho altri "miti" che non quello del prete televisivo.

Shalom


[Modificato da barnabino 10/09/2007 14:11]
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