- News dal Mondo sulle Religione -

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Justee
00domenica 3 ottobre 2004 10:57
Ragazzi volevo proporre una domanda che credo interessante
Gli scienziati o i ricercatori credono nella Bibbia o almeno fann di questo libro una fonte di guida per le loro ricerche
Quale potrebbe essere il rapporto tra gli scienziati e Dio nella loro etica quotidiana ?
Lo scienziato che sviluppa materiale usato magari per fini militari deve essere per forza ateo o agnostico o professare una Religione
darktrue
00giovedì 7 ottobre 2004 09:17
dipende
vorrei risponderti ma facendo un distinguo
inanzitutto tra ricerca scientifica ed umanesimo

nell'umanesimo spesso ci sono credenti, se poi gli studi sono di
argomenti religiosi, beh ovvio

mentre nel mondo scientifico, fisica, chimica, biologia ecc
è quasi impossibile trovare persone che appartengono ad una religione.
Magari lo sono nominalmente, ma non lo sono nei fatti
Chi fà ricerca ad un certo livello ( non parlo di piccola ricerca) non può essere anche , ad esempio, Cattolico.
Perchè se lo fosse non potrebbe fare ricerca
I dettami delle Chiese in generale impediscono certe forme di ricerca avanzata ( un esempio la ricerca genetica).

Anche perchè chi fà un certo tipo di ricerca sà come nasce e sviluppa l'uomo e quindi è difficile che creda in una religione
Può credere in un essere superiore (anche se sono pochi) ma di sicuro non in religioni nate dalla fantasia umana

Cattivo, forse, ma realista, la scienza e la religione nella storia si sono sempre scontrate, proprio perchè la scienza non vive
su dogmi, è sempre pronta a modificare, cambiare, migliorarsi.
La visione religiosa immobilista( perche rivelato da dio) e la scienza , in continua ricerca e analisi di se stessa non coincidono

Ma mi ripeto molto dipende da che tipo di ricerca si fà, se avanzata, di frontiera, allora la religione non esiste e non può entrarci,
diverso il discorso in altre forme di ricerca.

Per quanto riguarda la ricerca nel campo militare, è meglio che non mi pronunci perchè direi "cattiverie"
posso solo dire che non è un problema appartenere a determinate religioni, le quali sono nominalmente coinvolte nella
produzione,e commercializzazione delle armi, tramite partecipazioni azionarie.( ma questa è un'altra storia[SM=g27994]m5: )

spero di essere stato esaustivo nella risposta

ciao Mario
The Shrike
00giovedì 7 ottobre 2004 14:12
onestamente non trovo che tra religione e scienza ci siano punti in comune.
La scienza propone una visione materialista ed estremamente fisicizzata di ogni cosa, una visione che al giorno d'oggi è sicuramente l'"orizzonte ultimo" del pensiero occidentale.
La religione fornisce risposte, come per dire, trascendentali, che esulano dalla semplice visione di ciò che ci sta intorno.
CIAO! [SM=g27985]
Squarepusher
00venerdì 8 ottobre 2004 01:01
Gli scienziati che credono in Dio applicano il famoso Rasoio di Ockham (o almeno credo che sia questo): questo "trucco" filosofico ammette che esistano due Verità differenti, entrambe giuste però completamente scisse.
Una è quella scientifica.
Una è quella religiosa.
Non ci sono punti in comune tra le due ed hanno differenti ambiti di ricerca. Le contraddizioni tra le due, utilizzando il Rasoio, vengono semplicemente ignorate, in quanto riguardano due metodi di comunicazione diversi: la religione parla attraverso simboli da interpretare, mentre la scienza parla attraverso fatti (anch'essi da interpretare).
E' un "metodo" logico nato nel 1500.
Penso che sia così.

Chi.dove.quando
00venerdì 8 ottobre 2004 10:16
Re:

Scritto da: The Shrike 07/10/2004 14.12
onestamente non trovo che tra religione e scienza ci siano punti in comune.
La scienza propone una visione materialista ed estremamente fisicizzata di ogni cosa, una visione che al giorno d'oggi è sicuramente l'"orizzonte ultimo" del pensiero occidentale.
La religione fornisce risposte, come per dire, trascendentali, che esulano dalla semplice visione di ciò che ci sta intorno.
CIAO! [SM=g27985]



Oserei dire che non sono del tutto d'accordo. Prima di ridurre tutto a dimostrazione lo scienziato intuisce, ipotizza, riflette, fantastica (trascende) e poi cerca di dare dimostrazione concreta all'insieme delle sue ipotesi...alcune volte avrà ragione, altre volte le sue ipotesi non saranno dimostrabili e verranno momentaneamente o definitivamente accantonate. Ma anche quando siano dimostrabili lo scienziato dirà che sono vere, salvo dimostrazione contraria, ossia falsificabili.
La differenza fra scienza e religione, entrambi rifacentesi ad ipotesi, sta nel carattere di certezza delle ipotesi (religione) e nel sapore incerto e sempre da mettere in discussione delle ipotesi, comprese quelle dimostrate (scienza).
Almeno così ora penso io.


Benvenuto e saluti

Chidoqua
Topsy
00venerdì 8 ottobre 2004 11:57
Scienza e religione

Mai letto "Einstein e Buddha" di Thomas J.McFarlene?
Contiene i cosidetti "pensieri paralleli", le affinità tra il pensiero scientifico moderno e l'antico filosofia orientale.

Ve lo suggerisco,non è affatto male.
Ciao!
Ometto
00venerdì 5 novembre 2004 19:20
Re: Re:
Ciao a tutti.
Non sono d'accordo con il fatto che scienza e fede non siano compatibili. Io posso portarvi la mia esperienza, sono uno studente di Biotecnologie e nonostante ciò credo in Dio. Quello che penso io è che la scienza non abbia la presunzione di fornire risposte certe su tutto ma tenti solamente di spiegare, fino a quanto è nelle capacità umane, il mondo che ci circonda. Il mio atteggiamento di fronte alla ricerca in ambito biologico parte dalla curiosità di conoscere i meccanismi che stanno alla base della vita e stupirmi davanti alla loro perfezione, segno tangibile della presenza di Dio e della sua opera creatrice. Credo che la tanto temuta manipolazione genetica debba essere utilizzata solamente per scopi leciti e moralmente accettabili per migliorare la vita dell'uomo, e questo è ciò che la maggior parte dei ricercatori fa. Concordo con voi che c'è chi va oltre il limite ma non bisogna generalizzare!

Scritto da: Chi.dove.quando 08/10/2004 10.16

La differenza fra scienza e religione, entrambi rifacentesi ad ipotesi, sta nel carattere di certezza delle ipotesi (religione) e nel sapore incerto e sempre da mettere in discussione delle ipotesi, comprese quelle dimostrate (scienza).
Almeno così ora penso io.


Ben detto!

Ciao a tutti!
Ometto
Justee
00lunedì 15 novembre 2004 10:44
SCIENZA E MEDICINA - EUROPA/SVIZZERA - Due importanti appuntamenti internazionali sulle “malattie dimenticate” che colpiscono miliardi di persone. Servono immediatamente più risorse nei paesi in via di sviluppo

Roma (Agenzia Fides) - Nel mese di novembre si terranno due importanti conferenze internazionali che decideranno il futuro di milioni di pazienti che soffrono di “malattie dimenticate” nei paesi in via di sviluppo: il “Summit ministeriale sulla ricerca medica” che si terrà a Città del Messico dal 16 al 20 novembre e l'incontro voluto dal Governo olandese insieme all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sul tema “Medicine prioritarie per i cittadini dell'Europa e del mondo” (L'Aia, 18 novembre).
Milioni di pazienti continuano a soffrire a causa di malattie trascurate come la tubercolosi, la malaria, la leishmaniosi e la malattia del sonno. Per trattarli esistono solo farmaci vecchi, spesso inefficaci e a volte tossici. Tra il 1975 e il 1999 sono stati immessi sul mercato 1393 nuovi farmaci: di questi appena 13 (pari all'1%) erano mirati alla lotta alle malattie tropicali o alla TB.
Il sistema tradizionale per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci si è dimostrato inadeguato per le malattie trascurate. Queste patologie causano una crescente mortalità e morbilità nei Paesi più poveri del mondo, e i pazienti che avrebbero disperatamente bisogno di nuovi farmaci sono troppo poveri per garantire un cospicuo ritorno degli investimenti.
La vita di milioni di persone affette da malattie trascurate dipende dalle decisioni che saranno prese nei summit di Città del Messico e dell'Aja.
La Drugs for Neglected Diseases Initiative (DNDi), organizzazione non profit, sta lavorando per sviluppare farmaci per le malattie più trascurate, come la malattia del sonno, il Chagas e la leishmaniosi. L’organizzazione chiede ai governi di: investire di più sulle malattie dimenticate, anche supportando le iniziative di ricerca “not for profit”; favorire il trasferimento di tecnologie verso i paesi in cui queste malattie sono endemiche; incoraggiare e incentivare le industrie farmaceutiche a impegnarsi di più nella ricerca sulle malattie dimenticate.
La DNDi è un'organizzazione non-profit fondata nel 2003 da Istituto Pasteur (Parigi), Medici Senza Frontiere, Indian Council of Medical Research, il ministero della salute della Malesia e il Medical Research Institute del Keya con la partecipazione del Programma dell'Oms per la ricerca e la formazione sulle malattie tropicali (Who/Tdr). La missione della DNDi è quella di sviluppare farmaci per le malattie dimenticate. (AP) (12/11/2004 Agenzia Fides; Righe:32; Parole:384)

Justee
00giovedì 6 gennaio 2005 15:30
Avendo figli , percui sapete (chi ne ha) le preoccupazioni che si hanno nell ambito delle scuola , vi chiedo cosa ne pensate della nuova Legge Moratti dalle scuole più piccole fino alle Università .
Legge Moratti


Grazie
Justee
00lunedì 17 gennaio 2005 10:54
Volevo farVi soffermare su una questione credo poco dibattuta sul cataclisma nel Sud-est Asiatico , come sapete ci sono state 170.000 mila morti e tutti dai media al'ultimo essere ha definito Apocalitica la cosa , io credo che vada vista sotto un'altro aspetto

Perch non costruire Alberghi lontano dalle Coste , come avviene anche nei nostri mari

Perch gli occidentali non hanno aiutato quei paesi nella costruzione della rete mondiale sulle onde Anomale

Perch paesi con Religioni differenti in Alcuni casi rifiutano l'aiuto dai paesi occidentali

Perch noi con l'aiuto degli stessi paesi Asiatici continuiamo ad alimentare il Turismo del sesso

Perch alcune ONG erano in alcuni posti mentre altrove non c'erano

Perch alcune nazioni esempio in Europa , si uniscono mandando Aiuti , ma poi comunque devono contribuire da Soli

Perch L'America ha deciso da sola

Perch secondo voi continuiamo a partire per quei posti bellissimi , quando ancora tutto distrutto (la motivazione per far ripartire l'economia)

........ perch sempre i soliti perch

spinoza
00lunedì 17 gennaio 2005 11:14
Re:
Mi associo a quanto dici
si! anch'io mi son chiesto "perchè ? "

aggiungo come già fatto in un altro post altre domande

che come mai le bombe le portano ove vogliono e gli aiuti invece non arrivano e paventano che manca strade mezzi e uomini?

come mai in caso di invasione militare in poche ore montano città loggistiche e invece qui ci vuole chissà quale tempo?

perchè non adoperare l'esercito nelle calamità?
MauriF
00lunedì 17 gennaio 2005 13:01
Riguardo al "come mai in caso di invasione militare in poche ore montano città loggistiche e invece qui ci vuole chissà quale tempo?"

Ti posso rispondere che un'invasione è qualcosa di pianificato in precedenza...spesso con anni d'anticipo e di preparazione (non solo logistica...si fanno anche prove pratiche e simulazioni).
Poi generalmente ci sono paesi definiti "a rischio", altri invece che non lo sono.

E' vero, ci sono forze di reazione rapida...
Ma tali forze sono di carattere puramente militare, spesso offensivo.
Ciò significa che tali forze hanno come scopo primario quello di assicurare una potenza di fuoco superiore.
Tutto il resto viene dopo...ed è anche "logico".

In parole povere...certo che i Marines ed i corpi speciali potrebbero sbarcare in breve tempo...
Ma sono pronti esclusivamente a portare "armamenti", "potenza di fuoco" e la logistica necessaria per fare una "testa di ponte ed avanzare".

L'esercito è addestrato a fare il suo lavoro...
L'unico corpo utile sarebbe il genio.
Il genio militare interviene dopo che lo sbarco è avvenuto ed è stato assicurato.
Ciò significa che non è una forza di reazione rapida.
Non è un'unità di prima linea.

Bisognerebbe organizzare delle forze di reazione rapida non militari, organizzate ad hoc.

...

Ah...dimenticavo.
Bisogna poi tener conto anche della "disponibilità" di ogni paese a venir "invaso" da forze del genere...anche se di carattere puramente umanitario.
Ci sono elementi diplomatici non trascurabili di cui tener conto.

[Modificato da MauriF 17/01/2005 13.03]

snupy
00martedì 25 gennaio 2005 11:38
la prima e trascurata malattia di questo mondo e' la mancanza di coscienza del fenomeno della procreazione.

La seconda e'l'ignoranza, conservata e perpetuata dalle religioni, dai consegue la divisione e la competizione che genera egoismo personale e di gruppo.

Le conseguenze sono tutte le malefatte esistenti, fra cui guerra, caresti, pestilenze.

L'unico rimedio, se' e' possibile un rimedio, e' il controllo delle nascite, attivo o passivo.[ o lo fa il soggetto o lo fa un ente per lui].
Justee
00venerdì 4 febbraio 2005 10:00
Spagna - Costituita una Fondazione per le minoranze religiose
Il governo Zapatero ha recentemente costituito la Fondazione “Pluralismo y Convivencia”, patrocinata dal Ministero di giustizia spagnolo, per favorire l’integrazione nella società delle minoranze religiose. Tre milioni di euro sono stati stanziati per il 2005 dal governo iberico con l’intento di aiutare le confessioni religiose minoritarie della Spagna. L’atto di costituzione della suddetta Fondazione statale è avvenuto lo scorso 25 gennaio in presenza del ministro della giustizia Juan Fernando López Aguilar.
“Un avvenimento storico”: così lo hanno definito i rappresentanti protestanti, musulmani ed ebrei presenti per l’occasione. La Fondazione - assolutamente laica, slegata da ogni confessione religiosa e senza fini di lucro – vuole essere un “ente” per la promozione della libertà religiosa, e in quanto tale non andrà a finanziare nessuna attività di culto. Il suo scopo è di “contribuire al finanziamento di progetti a carattere culturale, formativo e di integrazione sociale presentati da quelle confessioni minoritarie che con lo Stato hanno un accordo di cooperazione, con il fine di meglio promuovere un più equo sviluppo della libertà religiosa sancita dalla Costituzione”. Già approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 ottobre, la Fondazione è stata ufficialmente costituita davanti al notaio e avrà tra i suoi garanti non solo rappresentanti di governo, ma anche delegati delle minoranze religiose. Presenti in qualità di testimoni: Mariano Blázquez, segretario esecutivo della Federazione delle entità religiose evangeliche (Ferede, di cui fa parte anche la Chiesa avventista spagnola), i capi delle due federazioni musulmane Riay Tatary e Mansur Escudero, e in rappresentanza della Comunità ebraica, Jacob Isarel Garzón; al termine della cerimonia tutti hanno espresso soddisfazione per l’istituzione di questo nuovo strumento di libertà che avrà come garante il ministro López Aguilar. Le tre confessioni hanno espresso soddisfazione per questo gesto del governo considerato di grande importanza simbolica. “Un gesto di apertura, nonché di ingegno”, ha dichiarato Mariano Blázquez, esprimendo la ferma volontà di seguire da vicino gli ulteriori sviluppi di questa inedita iniziativa. Unico rammarico delle minoranze religiose: la scarsa disponibilità economica.
Adn/Nev

Vitale
00sabato 19 febbraio 2005 14:35
Il Giornale di Vicenza Sabato 19 Febbraio 2005
http://www.ilgiornaledivicenza.it/ultima/oggi/cronaca/Dac.htm

Slitta il processo nei confronti di un uomo che respinge le accuse
Padre avrebbe abusato della figlia quando lei aveva appena otto anni

Avrebbe pesantemente molestata sessualmente la figlioletta quando aveva 8 anni. Ma neanche ieri si è chiuso il processo a carico di un uomo di Bressanvido, P.B., 50 anni, imputato di violenza sessuale. Poiché il tribunale è stato impegnato in un altro delicato dibattimento con un uomo accusato di avere violentato i nipoti, è stato rinviato alla primavera.
Il genitore approfittando della frequenza notturna nei fine settimana avrebbe abusato della minore. Soltanto con l’analisi psicologica nell’arco di più sedute, la piccola vittima ha raccontato le terribili esperienze con il padre che sarebbe diventato padrone. La vicenda angosciante vede coinvolto un operaio per fatti che sarebbero avvenuti fino al marzo del 2001. Egli nega tutto. La vicenda ha una premessa al ’97 quando i genitori si erano separati e una perizia evidenziò «l’atteggiamento iper-protettivo dell’uomo nei riguardi della bambina e la preoccupazione per la sua educazione affettiva, sociale e religiosa. Anzi, lo zelo che egli dimostra nelle sue manifestazioni affettive, nelle cure e nei giochi fisici protratti fino a una eccitazione eccessiva nei confronti della minore, più che indicare disinteresse suggerisce idee di morbosità». L’uomo, che avrebbe instaurato un rapporto violento con la moglie, da parte sua sostiene che lei ebbe un cambiamento radicale dopo che abbracciò i Tdg
L’avvocato di parte civile Maria Antonietta Fochesato ha fin qui sostenuto nei vari passaggi processuali della tormentata vicenda che la religione non c’entra nulla.
La coppia si era separata nel ’96. Dopo la nascita della figlia l’uomo non avrebbe più avuto rapporti con la moglie, manifestando al contrario un crescente interesse morboso per la figlia.
Questa ricostruzione, però è respinta in maniera decisa dall’uomo che ha sempre respinto i rapporti para-incestuosi.
Il tribunale di Vicenza nel febbraio del ’98 pronunciandosi sulla separazione affidò la bambina alla madre e limitò il "diritti di visita" del padre a un pomeriggio la settimana, su suggerimento del consulente tecnico che si sarebbe reso conto che il rapporto padre-figlia fosse sbilanciato.
Nel ’98 la Corte d’Appello modificò le condizioni del diritto di visita del padre, ampliandolo a quindici giorni durante l’estate e in questo contesto sarebbero avvenute le violenze sessuali sulle quali dovranno pronunciarsi i giudici.

[Modificato da Justee 20/05/2005 12.30]

Vitale
00lunedì 20 giugno 2005 22:44

IL CORRIERE DELLA SERA 20 giugno 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/06_Giugno/20/monastero.html

Entro il 2006 saranno digitalizzati e messi online oltre cento manoscritti
Il monastero hi-tech che scandaglia la Bibbia
I monaci di Santa Caterina, sul Sinai, utilizzano una tecnica avanzata per evidenziare i testi nascosti del Codice Sinaitico.
MONTE SINAI (EGITTO) - Se n'era andato nel Sinai per vivere nel deserto, recluso nel monastero più antico del mondo. Si è ritrovato a fare fotografie digitali e a maneggiare raffinati apparecchi hi-tech. Frate Giustino non si capacita ancora adesso dell'imprevista piega assunta dalla sua vita monacale, ora che ha iniziato a digitalizzare i manoscritti conservati fra le mura spesse di Santa Caterina con una fotocamera da 72 megapixel.

Tra le preziose pergamene spiccano diverse pagine del Codice Greco Sinaitico, la più antica versione della Bibbia conosciuta al mondo. Per scandagliarle si userà una tecnica nota come immagine iperspettrale, che permette di fotografare il manoscritto a differenti livelli di luce per evidenziare testi nascosti dal tempo o da sovrapposizioni. In questo modo - si legge su Reuters - gli studiosi dovrebbero riuscire a decifrare le correzioni fatte al Codex, scritto tra il 330 e il 350 e ritenuto dai più una delle cinquanta copie delle Sacre Scritture commissionate dall'imperatore romano Costantino.

«Se si individuano tutte le modifiche effettuate da ogni scriba, allora si arriva a un testo principale antecedente a quegli stessi interventi», spiega il monaco bibliotecario frate Giustino. L'analisi fotografica del Codice Sinaitico è in realtà solo l'ultima tappa di un percorso avventuroso e arzigogolato di cui questo manoscritto è stato protagonista.

Conservato nel monastero egiziano fino a metà Ottocento, il volume fu infatti portato in Russia da uno studioso tedesco e successivamente venduto alla Biblioteca Britannica, dove è attualmente conservato. Tuttavia nel 1975 i monaci di Santa Caterina ne scoprirono alcune pagine tra le macerie di un soffitto crollato.

E ora tutti i soggetti coinvolti dalle peripezie del Codex (Gran Bretagna, Germania, Russia e il monastero) si sono uniti in un progetto comune per scannerizzare le sue pagine e i suoi frammenti fino a riunire il lavoro in formato digitale. Dove la pergamena separò, dunque, i byte riuniranno. Ma il monastero del Sinai va anche oltre. I monaci greco ortodossi di Santa Caterina puntano a fotografare e digitalizzare più di cento manoscritti entro il 2006. Che andranno rigorosamente online.
Carola Frediani
benimussoo
00mercoledì 27 luglio 2005 15:17
Ciao Barnabino ,[SM=g27991] mi dispiace, immagino come ti senti!

Eppure l'amore di Dio è universale, Siamo tutti figli di Dio! ciao Dana[SM=x511460]
husband70
00mercoledì 27 luglio 2005 17:23
Sono notizie che non mi meravigliano affatto.

Le campagnie denigratorie e discriminatorie delle cosidette religioni di stato contro
le minoranze religiose ed etniche non si è fermata mica al Medioevo con le sue inquisizioni e i suoi roghi.

Tanto bastano alcuni versetti citati da qualche imbecille laureato ( e ben foraggiato ) che pur sia di controversa interpretazione greca, ebraica o aramaica per mettere all'indice un credo minoritario.

Il giorno in cui le "sante" teste coronate di triregni e monoregni verrannio fatte rotolare giù dai loro troni dorati sarà il giorno più felice della storia umana.


Saluti.
barnabino
00giovedì 28 luglio 2005 14:35
Purtroppo l'intolleranza religiosa non è un ricordo [SM=g27992] qui un link interessante sull'intolleranza religiosa nel mondo

www.forum18.org/index.php


In altri paesi purtroppo sono le stesse chiese ufficiali a fomentare la persecuzione verso i gruppi minortari, basta vedere in Russia quello che accade con la chiesa ortodossa che si oppone alla stessa chiesa cattolica, sorella, all'opera di missionari protestanti ed è riuscita a strappare un assurdo bando contro i TdG che andrà che ha già causato una penosa persecuzione a tanti fratelli cristiani.

Vogliamo fare di Agape una palestra di tolleranza e amore? [SM=g27998]

[Modificato da barnabino 28/07/2005 14.41]

Vitale
00sabato 30 luglio 2005 19:35
Membri della Fondation Principessa de Croÿ in pericolo di morte
Massacri in Kivu

Membri della fondazione della Princesse de Croÿ in pericolo di morte
29 luglio 2005

Goma e Bakavu nella repubblica Democratica del Congo, i criminali ruandesi del generale Nkumba e del Colonnello Mutebuzi si impadroniscono dei capoluoghi nell'ottobre: saccheggi, soprusi, uccisioni di civili, stupri sistematici delle donne, e corpi massacrati e lasciati insepolti. Il direttore della radio « Sawuti ya Rehema », i giornalisti Gina Bongo e Muzaliwa Bulongo sono arrestati e la radio radio Maendeleo è chiusa. La donna è imprigionata, gli uomini sono picchiati e gettati gravemente feriti per la strada . Gli attaccanti cercano soprattutto i magistrati, i politici,,uomini d'affari, medici, commercianti e direttori di scuola, come per dimostrare agli altri che non c'è senso combattere con dei mezzi non adeguati.

Allora che gli studenti si riuniscono per riorganizzare una manifestazione, questi vengono prelevati,condotti in campi di concentramento del Colonel Kokolo e torturati. Transferiti in ospedale, alcuni tra la vita la morte, dei militari armati custodivano le entrate per vietare ai media di avere notizie in merito.

Un fotografo, membro della Fondation Princesse de Croÿ, aveva addosso un camice da infermiere e raccoglieva le testimonianze di feriti sanguinanti e dei sopravvissuti. Apprendendo la conoscenza dei video, i soldati sono andati alla casa del fotografo : violentavano sua madre ed uccidevano un suo fratello con due pallottole nella pancia.

La Fondation Princesse de Croÿ ed i suoi collaboratori chiamano il Belgio,a ricordare una terra che l'ha arricchito, per opporsi con tutti i mezzi possibili al massacro di un popolo al quale i belgi sono particolarmente affezionati. Ciò invita ugualmente la stampa internazionale a soccorrere i loro colleghi congolesi e il fotografo, che vive nella clandestinità e rischia la sua vita.

http://www.caramellabuona.org/nl19-02-04.htm

Vitale
Justee
00venerdì 12 agosto 2005 08:26
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
GIOVANNI PAOLO II
PER LA XX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
(COLONIA, AGOSTO 2005)



“Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2)



Carissimi giovani!

1. Quest’anno abbiamo celebrato la XIX Giornata Mondiale della Gioventù meditando sul desiderio espresso da alcuni greci, giunti a Gerusalemme in occasione della Pasqua: “Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12,21). Ed eccoci ora in cammino verso Colonia, dove nell’agosto 2005 si terrà la XX Giornata Mondiale della Gioventù.

“Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2): questo è il tema del prossimo incontro mondiale giovanile. E’ un tema che permette ai giovani di ogni continente di ripercorrere idealmente l’itinerario dei Magi, le cui reliquie secondo una pia tradizione sono venerate proprio in quella città, e di incontrare, come loro, il Messia di tutte le nazioni.

In verità, la luce di Cristo rischiarava già l’intelligenza e il cuore dei Magi. “Essi partirono” (Mt 2,9), racconta l’evangelista, lanciandosi con coraggio per strade ignote e intraprendendo un lungo e non facile viaggio. Non esitarono a lasciare tutto per seguire la stella che avevano visto sorgere in Oriente (cfr Mt 2,1). Imitando i Magi, anche voi, cari giovani, vi accingete a compiere un “viaggio” da ogni regione del globo verso Colonia. E’ importante non solo che vi preoccupiate dell’organizzazione pratica della Giornata Mondiale della Gioventù, ma occorre che ne curiate in primo luogo la preparazione spirituale, in un’atmosfera di fede e di ascolto della Parola di Dio.

2. “Ed ecco la stella … li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo in cui si trovava il bambino” (Mt 2,9). I Magi arrivarono a Betlemme perché si lasciarono docilmente guidare dalla stella. Anzi, “al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia” (Mt 2,10). E’ importante, carissimi, imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida. Quando si è consapevoli di essere da Lui condotti, il cuore sperimenta una gioia autentica e profonda, che si accompagna ad un vivo desiderio di incontrarlo e ad uno sforzo perseverante per seguirlo docilmente.

“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre” (Mt 2,11). Niente di straordinario a prima vista. Eppure quel Bambino è diverso dagli altri: è l’unigenito Figlio di Dio che si è spogliato della sua gloria (cfr Fil 2,7) ed è venuto sulla terra per morire in Croce. E’ sceso tra noi e si è fatto povero per rivelarci la gloria divina, che contempleremo pienamente in Cielo, nostra patria beata.

Chi avrebbe potuto inventare un segno d’amore più grande? Restiamo estasiati dinanzi al mistero di un Dio che si abbassa per assumere la nostra condizione umana sino ad immolarsi per noi sulla croce (cfr Fil 2,6-[SM=g27989]. Nella sua povertà, è venuto ad offrire la salvezza ai peccatori Colui che - come ci ricorda san Paolo - “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9). Come rendere grazie a Dio per tanta accondiscendente bontà?

3. I Magi incontrano Gesù a “Bêt-lehem”, che significa “casa del pane”. Nell’umile grotta di Betlemme giace, su un po’ di paglia, il “chicco di grano” che morendo porterà “molto frutto” (cfr Gv 12,24). Per parlare di se stesso e della sua missione salvifica Gesù, nel corso della sua vita pubblica, farà ricorso all’immagine del pane. Dirà: “Io sono il pane della vita”, “Io sono il pane disceso dal cielo”, “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6, 35.41.51).

Ripercorrendo con fede l’itinerario del Redentore dalla povertà del Presepio all’abbandono della Croce, comprendiamo meglio il mistero del suo amore che redime l’umanità. Il Bambino, adagiato da Maria nella mangiatoia, è l’Uomo-Dio che vedremo inchiodato sulla Croce. Lo stesso Redentore è presente nel sacramento dell’Eucaristia. Nella stalla di Betlemme si lasciò adorare, sotto le povere apparenze di un neonato, da Maria, da Giuseppe e dai pastori; nell’Ostia consacrata lo adoriamo sacramentalmente presente in corpo, sangue, anima e divinità, e a noi si offre come cibo di vita eterna. La santa Messa diviene allora il vero appuntamento d’amore con Colui che ha dato tutto se stesso per noi. Non esitate, cari giovani, a rispondergli quando vi invita “al banchetto di nozze dell’Agnello” (cfr Ap 19,9). Ascoltatelo, preparatevi in modo adeguato e accostatevi al Sacramento dell’Altare, specialmente in quest’Anno dell’Eucaristia (ottobre 2004-2005) che ho voluto indire per tutta la Chiesa.

4. “E prostratisi lo adorarono” (Mt 2,11). Se nel bambino che Maria stringe fra le sue braccia i Magi riconoscono e adorano l’atteso delle genti annunziato dai profeti, noi oggi possiamo adorarlo nell’Eucaristia e riconoscerlo come nostro Creatore, unico Signore e Salvatore.

“Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2,11). I doni che i Magi offrono al Messia simboleggiano la vera adorazione. Mediante l’oro essi ne sottolineano la regale divinità; con l’incenso lo confessano come sacerdote della nuova Alleanza; offrendogli la mirra celebrano il profeta che verserà il proprio sangue per riconciliare l’umanità con il Padre.

Cari giovani, offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di Lui l’incenso della vostra preghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha.

5. Siate adoratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella vostra esistenza! L’idolatria è tentazione costante dell’uomo. Purtroppo c’è gente che cerca la soluzione dei problemi in pratiche religiose incompatibili con la fede cristiana. E’ forte la spinta a credere ai facili miti del successo e del potere; è pericoloso aderire a concezioni evanescenti del sacro che presentano Dio sotto forma di energia cosmica, o in altre maniere non consone con la dottrina cattolica.

Giovani, non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media.

L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: Egli è la Roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale. Gesù è il Principe della pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti i membri della famiglia umana.

6. “Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12). Il Vangelo precisa che, dopo aver incontrato Cristo, i Magi tornarono al loro paese “per un’altra strada”. Tale cambiamento di rotta può simboleggiare la conversione a cui coloro che incontrano Gesù sono chiamati per diventare i veri adoratori che Egli desidera (cfr Gv 4,23-24). Ciò comporta l’imitazione del suo modo di agire facendo di se stessi, come scrive l’apostolo Paolo, un “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio”. L’Apostolo aggiunge poi di non conformarsi alla mentalità di questo secolo, ma di trasformarsi rinnovando la mente, “per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto” (cfr Rm 12,1-2).

Ascoltare Cristo e adorarlo porta a fare scelte coraggiose, a prendere decisioni a volte eroiche. Gesù è esigente perché vuole la nostra autentica felicità. Chiama alcuni a lasciare tutto per seguirlo nella vita sacerdotale o consacrata. Chi avverte quest’invito non abbia paura di rispondergli “sì” e si metta generosamente alla sua sequela. Ma, al di là delle vocazioni di speciale consacrazione, vi è la vocazione propria di ogni battezzato: anch’essa è vocazione a quella “misura alta” della vita cristiana ordinaria che s’esprime nella santità (cfr Novo millennio ineunte, 31). Quando si incontra Cristo e si accoglie il suo Vangelo, la vita cambia e si è spinti a comunicare agli altri la propria esperienza.

Sono tanti i nostri contemporanei che non conoscono ancora l’amore di Dio, o cercano di riempirsi il cuore con surrogati insignificanti. E’ urgente, pertanto, essere testimoni dell’amore contemplato in Cristo. L’invito a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù è anche per voi, cari amici che non siete battezzati o che non vi riconoscete nella Chiesa. Non è forse vero che pure voi avete sete di Assoluto e siete in ricerca di “qualcosa” che dia significato alla vostra esistenza? Rivolgetevi a Cristo e non sarete delusi.

7. Cari giovani, la Chiesa ha bisogno di autentici testimoni per la nuova evangelizzazione: uomini e donne la cui vita sia stata trasformata dall’incontro con Gesù; uomini e donne capaci di comunicare quest’esperienza agli altri. La Chiesa ha bisogno di santi. Tutti siamo chiamati alla santità, e solo i santi possono rinnovare l’umanità. Su questo cammino di eroismo evangelico tanti ci hanno preceduto ed è alla loro intercessione che vi esorto a ricorrere spesso. Incontrandovi a Colonia, imparerete a conoscere meglio alcuni di loro, come san Bonifacio, l’apostolo della Germania, e i Santi di Colonia, in particolare Orsola, Alberto Magno, Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e il beato Adolph Kolping. Fra questi, vorrei particolarmente citare sant’Alberto e santa Teresa Benedetta della Croce che, con lo stesso atteggiamento interiore dei Magi, hanno appassionatamente cercato la verità. Essi non hanno esitato a mettere le loro capacità intellettuali al servizio della fede, testimoniando così che fede e ragione sono legate e si richiamano a vicenda.

Carissimi giovani incamminati idealmente verso Colonia, il Papa vi accompagna con la sua preghiera. Maria, “donna eucaristica” e Madre della Sapienza, sostenga i vostri passi, illumini le vostre scelte, vi insegni ad amare ciò che è vero, buono e bello. Vi porti tutti a suo Figlio, il solo che può soddisfare le attese più intime dell’intelligenza e del cuore dell’uomo.

Con la mia Benedizione!

Da Castel Gandolfo, 6 Agosto 2004

IOANNES PAULUS PP. II

Justee
00domenica 11 settembre 2005 21:03
Pochi lo immaginavano, ma il texano Bush è capace di pensare in grande, ben al di là della scadenza del suo mandato nel 2008. Concentrati sulla politica estera, pochi hanno colto l’accenno nella sua prima conferenza stampa del nuovo quadriennio a un progetto che vuole assicurare all’America la leadership della “terza rivoluzione industriale” con investimenti di mille miliardi di dollari (dieci volte la spesa preventivata per il Medio Oriente).

Se la prima rivoluzione industriale, del XIX secolo, è stata quella delle macchine a vapore e delle grandi fabbriche, e la seconda - del XX secolo - quella delle comunicazioni (dalla televisione a Internet), il nome “terza rivoluzione industriale” è riferito specificamente alla “nanotecnologia”. Un congresso a Orlando in Florida organizzato dall’associazione di giuristi AIPLA riunisce in questi giorni legali, politici, scienziati e sociologi di tutti i continenti (con il sottoscritto unico partecipante italiano) per discutere delle straordinarie implicazioni di questa rivoluzione già cominciata.

Non si tratta solo di componenti molto piccole. Per il governo Bush è nanotecnologia quella che lavora su oggetti misurabili in “nanometri”, e ci vogliono un milione di nanometri per fare un millimetro. Qui la quantità diventa qualità, perché i fisici hanno scoperto che molte leggi e proprietà del mondo “grande” non valgono quando si tratta di particelle così minuscole. Talora le sorprese sono negative, ma più spesso le nano-proprietà offrono possibilità favorevoli. Per esempio, è possibile già oggi concentrare i principi attivi di un antibiotico in particelle infinitesimali da inalare, evitando molti dei consueti effetti collaterali. Il futuro della nanomedicina è pieno di buone notizie per i pazienti. Si potrà entrare nel corpo con fibre e dischi di diametri molto più piccoli di un millimetro, dunque non invasivi, capaci sia di trasmettere immagini per la diagnosi, sia di rilasciare medicinali esattamente (e solo) nel punto del corpo dove il medico ordina loro di colpire.

Al prestigioso MIT c’è un Istituto di Nanotecnologia Militare che ha già pronti prototipi di “polvere intelligente”: granellini che sfuggono a qualsiasi rivelatore ciascuno dei quali è una vera telecamera, aprendo una nuova epoca per la sicurezza e lo spionaggio. In prospettiva, agendo sulle molecole (quelle complesse sono grandi qualche centinaia di nanometri) gli scienziati sognano di poter riprodurre corpi solidi semplici come oggi si riproduce una fotocopia, anche se resterà comunque impossibile riprodurre organismi viventi.

La letteratura - così il Michael Crichton di Preda - ha già immaginato robot infinitamente piccoli, “nanobot” capaci di auto-riprodursi e minacciare il mondo. In Europa il principe Carlo d’Inghilterra guida una lobby verde che vuole fermare la nanotecnologia (e gli OGM). Certo, ci sono problemi legali, religiosi e morali, di brevettazione e di privacy: temevamo il Grande Fratello, ed è in arrivo un potentissimo Piccolo Fratello. Ma l’Europa rischia di restare indietro paralizzata da quello che i sociologi chiamano determinismo tecnologico, il mito secondo cui una tecnologia ha di per sé effetti cattivi - o buoni. La tecnologia invece resta uno strumento: spetta agli uomini decidere come usarla. Ma restare alla finestra in nome di un ecologismo arcaico significa condannarsi, in nome dell’anti-americanismo, ad aumentare la distanza tecnologica che ci separa dall’America.
Justee
00martedì 13 settembre 2005 11:46
pqgp Se guardiamo l'evolversi cronologico della guerra contadina e della riforma luterana, noteremo subito che quest'ultima è stata preceduta dalle rivendicazioni del mondo rurale e anzi che i contadini avanzavano da tempo istanze di riforma sociale in tutta la Germania, al punto che la stessa insurrezione generale va considerata come l'epilogo di una serie di atti che gli storiografi spesso non prendono neppure in considerazione. Persino le istanze di riforma religiosa comparvero sulla scena della lotta ideologica e politica contro il clericalismo cattolico assai prima di Lutero.


A dir il vero l'intera Europa assisteva, almeno a partire dall'ultima decade del 1400 a grandi sconvolgimenti ideologici, politici e sociali e, tra questi, a un'ondata di numerose e ampie rivolte soprattutto, per quanto riguarda la Germania, nelle regioni meridionali.
E' importante specificare queste cose, non foss'altro che per dare un piccolo contributo alla critica del culto della personalità. I grandi rivoluzionari della storia sono sempre stati il frutto maturo di un albero cresciuto lentamente.
Per es. la società contadina segreta, detta "Scarpone", che si proponeva di realizzare un grande programma antifeudale, i cui obiettivi principali erano la confisca delle terre clericali e la loro equa redistribuzione tra le masse rurali, nonché l'abolizione di tutti i tributi feudali e di ogni vincolo di dipendenza personale, incluso il recupero di tutti i beni comuni espropriati con la forza o l'inganno dai signori feudali, sino all'abolizione di tutti i poteri istituzionali che non accettassero queste condizioni, fu una società la cui attività cospirativa venne scoperta nel 1502, ben prima quindi delle famose tesi di Lutero, ed è impensabile che Lutero potesse scrivere delle tesi così fortemente anticattoliche se non fossero esistite nel suo paese decine di società come quella chiamata "Scarpone", che da tempo lottavano, più o meno pubblicamente, per ottenere migliori condizioni di vita.
Detto questo però uno storico dovrebbe evitare immediatamente di cadere in due errori piuttosto gravi e che se vogliamo dovremmo considerare "classici" per la storiografia marxista:
pensare che le rivendicazioni dei contadini fossero del tutto indipendenti dalle concezioni religiose ch'essi avevano della vita in generale;
pensare che le tesi di Lutero e degli altri riformatori non abbiano potuto influire sulle rivendicazioni sociali e politiche dei contadini.
Se vogliamo ragionare in termini dialettici (quei termini che il marxismo, sulla scia dell'hegelismo, ha tanto voluto esaltare), ammettendo un rapporto interdipendente tra struttura e sovrastruttura (e qui ovviamente ereditiamo la lezione leniniana-gramsciana), noi dovremmo ammettere:
che qualunque rivendicazione sociale e politica poteva trovare nel cristianesimo del Nuovo Testamento delle basi teoriche sufficienti per potersi sviluppare in maniera conseguente e autonoma, anche rispetto allo stesso cristianesimo, la cui evoluzione storica non fu coerente coi propri ideali;
che uno sviluppo cristiano dell'ideologia rivoluzionaria sarebbe prima o poi giunto a porsi il problema di uno svolgimento politico della rivoluzione.
Detto questo, si possono qui anticipare due conclusioni, esposte a mo' di tesi:
la riforma luterana non ha portato al socialismo perché i contadini non sono stati sufficientemente coerenti con le loro istanze rivoluzionarie, nel senso che non hanno saputo trasformare le rivendicazioni politiche ed economiche in una occasione di trasformazione radicale del vivere civile e dei rapporti produttivi;
la riforma non ha portato al socialismo perché gli intellettuali non hanno saputo o voluto associare sino in fondo la loro battaglia teorica con quella pratica dei contadini e, in ultima istanza, si sono accontentati di vincere una battaglia meramente culturale.
In entrambi i casi il cristianesimo, che pur era servito per giustificare posizioni di protesta, ha finito per svolgere un ruolo di freno alla coerenza rivoluzionaria.
Successivamente la storia s'incaricherà di dimostrare (p.es. con la rivoluzione francese) che vi sono più possibilità di realizzare cambiamenti epocali o comunque risolutivi, rinunciando definitivamente a credere che la democrazia possa semplicemente essere una mera applicazione logica e coerente dei principi del cristianesimo primitivo. Questo perché il cristianesimo in sé non ha sufficienti mezzi per realizzare gli obiettivi che si professa.
Justee
00venerdì 16 settembre 2005 09:52
Il Tavolo Interreligioso e la Consulta delle Religioni del Comune di Roma



di Tiziano Rimoldi



Queste brevi note accompagnano i documenti costitutivi di due interessanti iniziative del Comune di Roma nel campo della promozione della convivenza e della coesione sociale, in una città ormai multietnica e multireligiosa. In particolare, il Comune di Roma si è segnalato in questi ultimi anni per le iniziative tese alla promozione di una maggiore integrazione nel tessuto cittadino delle realtà etniche presenti, ponendosi all’avanguardia nella ricerca di un modello di convivenza sociale che si basi sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle diversità, considerate come una risorsa presente sul territorio, e non sulla contrapposizione sterile tra stili e concezioni di vita, contrapposizione che anziché gestire pragmaticamente gli eventuali conflitti, tende inevitabilmente, con i suoi stereotipi e le sue generalizzazioni, a generare razzismo e discriminazione.


Il Tavolo Interreligioso


L’Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Roma ha istituito nel 1998 il Tavolo Interreligioso, con la finalità di “contribuire all’educazione interculturale a partire dall’ambito scolastico, proponendo agli allievi delle scuole romane, alle loro famiglie, ai docenti e alle diverse comunità presenti nella città, iniziative – prese di comune accordo – che arricchiscano l’attuale offerta formativa scolastica nel campo dell’educazione interculturale”.

Si tratta quindi di una iniziativa diretta in particolare al mondo della scuola, che si concreta poi nella messa a disposizione delle scuole medie inferiori e superiori romane di un team di rappresentanti delle diverse “aree” religiose che possano presentare, in incontri con le classi, le peculiarità della loro fede e della loro visione del mondo.

Collegato al Tavolo Interreligioso, è stato istituito il Centro Informazione e Documentazione Multireligiosa (CIDM), presso il Centro Documentazione Interculturale CIES, a via delle Carine 4, che si propone di portare avanti la messa a disposizione di materiale sulle diverse fedi religiose (lo “Scaffale Multireligioso”), di bibliografie ragionate, e di fornire una consulenza bibliografica a studenti, insegnanti, associazioni, e altri utenti del Centro.

Oltre agli interventi nelle scuole, l’Assessorato alle Politiche Educative, organizza incontri culturali con i rappresentanti delle diverse realtà religiose.



La Consulta delle Religioni



La nascita della Consulta delle Religioni, avvenuta il 16 dicembre 2002, con la sigla di un protocollo di intesa da parte dei rappresentanti di diverse confessioni religiose presenti sul territorio comunale, rappresenta un ulteriore punto importante del progetto di costruire una città pluralista e capace di accogliere e valorizzare le differenze religiose e culturali. Per il Comune di Roma, il protocollo è stato sottoscritto da Franca Eckert Coen, consigliera delegata del Sindaco alle Politiche della Multietnicità.

La Consulta delle religioni si propone di operare in diverse direzioni: promozione di incontri e seminari sul pluralismo religioso, iniziative culturali tese a favorire l’incontro e la conoscenza reciproca delle diverse culture e fedi, visite ai maggiori luoghi di culto presenti sul territorio comunale, organizzazione di eventi musicali e artistici. Essa inoltre vuole essere una sorta di “osservatorio” sul pluralismo religioso a Roma, promovendo la libertà di espressione e di culto.

In particolare, la consigliera Coen ha citato, tra i compiti che la Consulta si propone, quelli di “definire la mappa dei luoghi di culto, promuovere un’adeguata informazione del personale dell’amministrazione comunale e delle altre strutture pubbliche in modo da sensibilizzare alle prerogative di chi crede in determinati valori religiosi”, dedicare “un’attenzione particolare all’informazione da parte dei media sulle diverse confessioni religiose” così che nel “caso di notizie sbagliate o oltraggiose verso i fedeli di una particolare religione, incontri di dialogo interreligioso nello spirito del confronto tra culture e fedi” (ADISTA. 4 gennaio 2003)

Hanno siglato il protocollo con il Comune di Roma i rappresentanti della fede Bahai, del Centro culturale islamico d’Italia, della Chiesa cristiana avventista del 7° giorno, della Chiesa evangelica battista di Trastevere, della Chiesa luterana, della Chiesa metodista, della Chiesa ortodossa etiopica, della Chiesa valdese, delle Chiese cristiane evangeliche battiste, della Christian Science, della Comunità ebraica, dell’Esercito della salvezza, dell’Istituto buddhista italiano Soka Gakkai, dell’Unione buddhista italiana, dell’Unione induista italiana Sanatana Dharma Samgha.

Altre Chiese e confessioni, tra cui la Chiesa cattolica e la Congregazione dei Testimoni di Geova sono stati invitati a partecipare, ma per il momento non hanno ritenuto di aderire.

L’attività della consigliera Coen si segnala per la ricchezza delle iniziative proposte. In questo anno 2003 appena iniziato, ad esempio, sono state organizzate con il patrocinio delle Politiche alla Multietnicità, tra le altre, manifestazioni come la “Giornata della Memoria” (26 gennaio 2003), il seminario “Islam e coesione sociale” (1 febbraio 2003), l’incontro “Semi di pace”, con la rivista “Confronti”, tra educatori israeliani e palestinesi, celebrazione del capodanno cinese (5 febbraio 2003), l’incontro sul tema “La libertà religiosa in Italia dal Risorgimento all’Europa unita” (25 febbraio 2003), celebrazione della “Festa dell’Uguaglianza” (Vaucakhi) della comunità Sikh (2 aprile 2003). Nel febbraio del 2004 la Consulta delle religione ha organizzato un convegno sul tema dell’insegnamento delle religioni nella scuola, di cui questo numero di “Coscienza e Libertà” pubblica gli atti.



Brevi considerazioni finali



L’approccio del Tavolo Interreligioso, come si può constatare dagli statuti allegati, è per certi versi diverso da quello della Consulta delle Religioni. Infatti, mentre la Consulta basa pone a base del suo essere le diverse confessioni religiose presenti sul territorio romano, considerate in quanto organismi a sé stanti, e quindi nella loro dimensione giuridico-istituzionale, il Tavolo Interreligioso si compone di rappresentanti delle diverse aree di appartenenza religiosa: ebraismo, buddismo, islam, cristianesimo protestante e ortodosso.

Questa differenza corrisponde a un diverso approccio e ad una diversità di obiettivi. Così, la semplificazione operata dal Tavolo Interreligioso attraverso la definizione di alcuni coordinamenti per aree “religiosamente omogenee” corrisponde certamente a una esigenza di presentare alle scuole degli interlocutori in grado di dare una visione più ampia della corrente del pensiero religioso di appartenenza, mentre nella Consulta si valorizza la specificità di ogni singola confessione.

In ogni caso, le due iniziative in questione, con i loro diversi approcci, possono rappresentare uno stimolo e un modello per altri comuni e altre articolazioni territoriali per costituire dei luoghi di lavoro in cui l’elemento della diversità religiosa e culturale può essere utilizzato come cemento per la pace e per la convivenza civile e pacifica.



PROTOCOLLO D'INTESA

per l'istituzione del Tavolo Interreligioso

tra

il Comune di Roma, la Comunità Ebraica di Roma, il Coordinamento delle Chiese Valdesi, Metodiste, Battiste, Luterana, Salutista di Roma, il Centro Islamico Culturale d'Italia, la Fondazione Maitreya dell'Unione Buddhista italiana, il Centro Studi Indiani e Interreligiosi in Roma

A fronte della molteplicità di nodi problematici presenti anche nella società romana, sempre più multiculturale e multietnica, del permanere di difficoltà e conflittualità nei rapporti tra persone e collettività di diverse culture, fedi e religioni, con la piena consapevolezza del ruolo indispensabile anche delle comunità religiose per attivare una vera educazione interculturale, il Comune di Roma, la Comunità Ebraica di Roma, il Coordinamento delle Chiese Valdesi, Metodiste, Battiste, Luterana, Salutista di Roma, il Centro Islamico Culturale d'Italia, la Fondazione Maitreya dell'Unione Buddhista italiana, il Centro Studi Indiani e Interreligiosi in Roma concordano:

1) Viene istituito presso l'Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Roma il Tavolo Interreligioso, con la finalità di contribuire all'educazione interculturale a partire dall'ambito scolastico, proponendo agli allievi delle scuole romane, alle loro famiglie, ai docenti e alle diverse comunità presenti nella città iniziative - prese di comune accordo - che arricchiscano l'attuale offerta formativa scolastica nel campo dell'educazione interculturale.

2) Le iniziative del Tavolo - che saranno decise con il consenso dei partecipanti - avranno come obiettivi:

ricercare e proporre strumenti e metodi efficaci per una formazione di dimensione multi- ed interculturale, contribuendo così alla crescita e al radicamento del confronto e delle relazioni costruttive tra tutti i soggetti presenti nella scuola appartenenti a culture, fedi e religioni differenti;
offrire alle scuole romane seminari, lezioni, tavole rotonde, unità didattiche, materiali multimediali, supporto ai docenti, esperti per gruppi di lavoro , ecc.- che siano utili ad ampliare la conoscenza degli elementi fondanti delle diverse fedi e religioni e che potranno essere valorizzati anche all'interno dei Piani educativi di Istituto, laddove le componenti delle scuole lo ritengano opportuno;
favorire o creare occasioni che tendano alla maggiore presenza delle famiglie e delle diverse comunità nella vita quotidiana delle scuole e che concorrano all'ampliamento e all'arricchimento dei rapporti tra scuola e società nella dimensione interculturale.
3) Il Tavolo Interreligioso parteciperà - laddove i componenti lo ritengano utile e coerente con le finalità sopra espresse - ad iniziative dell'Assessorato relative ai temi e alle problematiche della formazione multi- e interculturale, nelle modalità che verranno di volta in volta individuate.

Visto, approvato e sottoscritto: Roma, Campidoglio, 3 dicembre 1998.

[…]





Protocollo d’intesa sull’istituzione e sul funzionamento della

“CONSULTA DELLE RELIGIONI NELLA CITTA’ DI ROMA”
tra la Consigliera delegata del Sindaco alle politiche della multietnicità e i Rappresentanti delle Confessioni Religiose seguenti: Centro Culturale Islamico d’Italia, Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, Chiese Cristiane Evangeliche Battiste di Roma, Chiesa Metodista, Chiesa Valdese, Christian Science, Comunità Ebraica Romana, Comunità Luterana , Confessione Ortodossa Etiopica , Esercito della Salvezza, Fede Bahà’ì, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Buddhista Italiana, Unione Induista Italiana Sanatana Dharma Samgha.





Premesso che il Sindaco con ordinanza n. 195 del 27 giugno 2001 ha delegato la Consigliera Franca Eckert Coen alle politiche riguardanti la multietnicità;



che a seguito di tale delega, con deliberazione n. 66 del 6 giugno 2002, il Consiglio Comunale ha approvato il Piano di “Orientamenti ed indirizzi per l’attuazione della politica riguardante la multietnicità nella città di Roma”, predisposto dalla Consigliera Delegata;



che in applicazione degli indirizzi contenuti nella delega del Sindaco e nel Piano approvato dal Consiglio Comunale, con il presente protocollo di intesa si ha intenzione di procedere alla costituzione della “CONSULTA DELLE RELIGIONI NELLA CITTA’ DI ROMA”, composto dai rappresentanti delle varie e differenti Confessioni religiose presenti a Roma, al quale l’Amministrazione, attraverso la Delegata del Sindaco, riconosce un ruolo di rappresentanza nonché di sostegno e collaborazione in materia di promozione del pluralismo e della libertà di culto;



tenuto conto che la città di Roma vanta una lunga tradizione di pluralismo etnico, culturale e religioso, che si esprime nella varietà di comunità di fede, di luoghi di culto e di beni culturali tradizionalmente presenti sul suo territorio;



che l’Amministrazione Comunale si sente impegnata a valorizzare questo patrimonio nella consapevolezza che esso costituisce un valore anche della tradizione europea della capitale;



che il riconoscimento, nello spirito della pari dignità di ogni partecipante, fondamento della Costituzione italiana, della rilevanza della presenza delle comunità di fede, pur nella diversità della loro testimonianza, contribuisce a costruire una città concretamente pluralista ed accogliente;



che, stanti queste premesse e la rispondenza degli obiettivi del presente Protocollo allo spirito e al contenuto del Piano di orientamenti ed indirizzi approvato dal Consiglio Comunale, è interesse di tutte le parti citate in oggetto stipulare il protocollo di intesa che istituisce la CONSULTA DELLE RELIGIONI NELLA CITTA’ DI ROMA e ne stabilisce le modalità di funzionamento attraverso il seguente statuto:



Art. 1

E' costituito a Roma, presso l'Ufficio della Consigliera con delega del Sindaco alle politiche della Multietnicità, la CONSULTA DELLE RELIGIONI.



Art. 2

Sono invitate ad aderire alla CONSULTA le diverse confessioni religiose presenti nel territorio della Capitale aventi rapporti con lo Stato ai sensi degli articoli 7 e 8 della Costituzione e leggi di applicazione degli stessi, ai sensi della L. 24 giugno 1929, n. 1159 e del R.D. 28 febbraio 1930, n.289 e, più in generale, ai sensi della legislazione statale vigente in materia di libertà religiosa. Sono invitate ad aderire alla CONSULTAaltrereligioni che - pur non disponendo dei requisiti sopra definiti - possano dimostrare il loro radicamento e la loro rappresentatività nel territorio del Comune. Sulla base delle richieste di adesione pervenute e del rispetto dei requisiti sopra indicati, la Consigliera Delegata– con decisione insindacabile - accoglie, all'interno della CONSULTA, le rappresentanze delle diverse confessioni, sentito il parere consultivo degli aderenti alla CONSULTA stessa.



Art. 3

Le rappresentanze delle diverse religioni che fanno parte della CONSULTA, nominate con comunicazione scritta dall'Ufficio territoriale competente, o suo equivalente,sono composte da due membri, di cui uno solo dispone del diritto di voto.



Art. 4

Le associazioni ecumeniche e interreligiose che possano documentare alla CONSULTA una significativa attività nell'ambito territoriale del Comune, possono partecipare - senza diritto al voto - alle attività della CONSULTA fornendo stimoli e servizi per l'organizzazione delle iniziative da essa promosse.



Art. 5

La Consigliera con delega del Sindaco alle politiche della Multietnicità convoca la CONSULTA per stabilire il programma delle iniziative per l'anno in corso tenendo conto delle proposte ricevute ed approvate e delle risorse finanziarie disponibili.

L'Ufficio della

Consigliera garantisce la stampa e la diffusione del programma delle attività della CONSULTA.



Art. 6

La CONSULTA promuove le seguenti attività:

- Incontri e seminari sul tema del pluralismo religioso.

- Incontri di dialogo interreligioso nello spirito del confronto tra culture e fedi.

- Incontri tesi a favorire la conoscenza del patrimonio spirituale delle diverse comunità difede.

- Visite guidate nei luoghi di culto delle diverse religioni.

- Eventi musicali, artistici e culturali in genere tesi a promuovere una cultura della pace, del dialogo e del rispetto dei diritti umani.

- Rispetto dei diritti delle minoranze.

- Formazione degli operatori nei vari campi.

- Attività tese a garantire informazione diretta e corretta.

- Rapporti con realtà similari sia in Italia che all’estero.

- Qualunque ulteriore iniziativa che concorra alla realizzazione dei fini della CONSULTA .



Justee
00venerdì 1 agosto 2014 10:00
dal mondo

Statistiche

Credo che di sbagliato ci sia il proselitismo, la religione è un diritto fondamentale, MA "DEVE ESSERE LIBERO" deve essere una libera scelta, io posso farti conoscere la mia, ma non deve mai essere uno scontro del tipo "LA MIA E' PIU BELLA DELLA TUA"
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com