Adorare/Venerare*

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-gengiskhan-
00venerdì 24 marzo 2006 12:11
Noto da alcuni interventi che non in tutti è chiara la differenza fra adorazione e venerazione. Per la verità anch'io ho delle perplessità.

La chiesa cattolica li distingue partendo dai due diversi vocaboli da cui hanno origine e cioè

latreia=adorazione
doulia =venerazione

e sostiene che latreia è da rivolgere esclusivamente a Dio, doulia ai santi, alle reliquie ( una particolare collocazione ha il culto di Maria che è definito di iperdoulia ).

Non essendo grecista e considerando che l'argomento penso possa interessare anche il credente di medio livello culturale ho preferito proporlo in questa sezione anzichè in quella più specifica del significato semantico della terminologia greca.

Qual'è la base su cui il Magistero cattolico sostiene tali indirizzo cultuale, tenendo conto del sifnificato originario dei termini?

Grazie.

sandraN
00venerdì 24 marzo 2006 13:06
Quesito interessante. Sarà interessante anche la risposta che verrà data.

Io comunque noto che il termine greco duoleia come per esempio usato in Matteo 6:24 dove Gesù dice:

“Nessuno può essere schiavo di due signori; poiché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si atterrà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete essere schiavi di Dio e della Ricchezza.

è applicato a Dio.

Ovviamente non sempre è applicato a Dio ma ogni volta che viene usato dà il senso di sottomissione, servizio a qualcuno, non comprendo perciò come si possa essere "sottomessi" o "al servizio" di reliquie o di oggetti ritenuti sacri.

Più in generale non vedo una relazione tra l'originale termine greco douleia e il corrispondente termine italiano venerazione.

Però non essendo nemmeno io una grecista sò che posso sbagliarmi e perciò anch'io attendo lumi da chi più di me è qualificato in materia.

Sandra

1x2x
00domenica 26 marzo 2006 20:30
intervengo per rispondere all tua questione...

www.vatican.va
nel sito della Santa Sede c'è poco

nel sito dell'enciclopedia Cattolica un po di piu c'è e lo trovi in questi punti

Dulia

Latria

Domande e Risposte

se mastichi un po di inglese leggi e poi fammi sapere cosa ne pensi jyhu

[Modificato da Justee 27/03/2006 12.54]

MauriF
00mercoledì 29 marzo 2006 23:19
Questo link ti potrebbe interessare:
digilander.libero.it/domingo7/IL%20CULTO.htm

Per quanto riguarda il termine "doulia" anche io aspetto qualcuno che se ne intenda di greco.

Ciao
Mauri

sandraN
00venerdì 31 marzo 2006 12:26
Mi sembra evidente il motivo per cui Teodoro e Polymetis non intervengono.

Il termine greco douleia non ha nulla in comune col culto di douleia nè tantomeno col culto di iperduoleia ( riservato a Maria ) e con il termine "venerazione".

Si tratta di una invenzione da parte del cattolicesimo per dare una parvenza di legittimità alla venerazione di santi ed immagini, legittimità che dal punto di vista scritturale è del tutto inesistente.

La forma di culto definita "venerazione", distinta dal culto di "adorazione" non ha alcuna base nelle Sacre Scritture.

Non mi sembra che si debba attendere una risposta da Teodoro o Polymetis, che evidentemente sono persone "informate dei fatti" e che dovrebbero solo ammetterli.

Abitualmente sono molto loquaci ( vedi alcuni posts chilometrici di Polymetis ).

Pertanto il prolungarsi del loro silenzio è la risposta più eloquente.

Sandra.

[Modificato da sandraN 31/03/2006 12.28]

il.gabbiano
00lunedì 3 aprile 2006 20:16
Ho apertto qualche dizionario e "venerare" viene dato anche come sinonimo di "adorare".
E', come ho già detto, un giochetto di parole, un cercare un senso all'etimo perchè differisca un pochetto dal significato di adorare.
Rappresenta la volontà per rendere conto a chi si basa sul contenuto dei dieci comandamenti, che vietano l'adorazione delle immagini. Un modo per dire che venerare differisce in qualche piccola misura da adorare. Una giustificazione, pertanto, non giustificabile del culto delle immagini.

Cito un brano di Cicerone, il cui significato è racchiuso in queste poche parole:

"Perché dovremmo venerare gli dèi, se non si occupano di noi?"

“Cogitat deus” inquiunt1 “adsidue beatum esse se; habet enim nihil aliud quod agitet in mente”. Comprehende igitur animo et propone ante oculos deum nihil aliud in omni aeternitate nisi “mihi pulchre est” et “ego beatus sum” cogitantem! “At etiam de sanctitate, de pietate adversus deos libros scripsit Epicurus.” Quid est autem cur deos ab hominibus colendos dicas2, cum dei non modo homines non colant, sed omnino nihil curent, nihil agant? “At est eorum eximia quaedam praestansque natura, ut ea debeat ipsa per se ad se colendam elicere sapientem.” An quicquam eximium potest esse in ea natura quae, sua voluptate laetans, nihil nec actura sit umquam neque agat neque egerit? Quae porro pietas ei debetur a quo nihil acceperis, aut quid omnino, cuius nullum meritum sit, ei deberi potest? Sanctitas est scientia colendorum deorum: qui quam ob rem colendi sint non intellego, nullo nec accepto ab his nec sperato bono. Quid est autem quod deos veneremur propter admirationem eius naturae in qua egregium nihil videmus? Nam superstitione, quod gloriari soletis2, facile est liberare, cum sustuleris omnem vim deorum. Vestrae sententiae omnium non modo superstitionem tollunt, in qua inest timor inanis deorum, sed etiam religionem, quae deorum cultu pio continetur. Quid, i qui dixerunt totam de dis inmortalibus opinionem fictam esse ab hominibus sapientibus rei publicae causa, nonne omnem religionem funditus sustulerunt?"

(Cicerone, De natura deorum 1. 114-118 passim)

Risulta evidentissimo che Cicerone, utilizzando l'etimo "venerare", faccia riferimento all'adorazione.

Mi chiedo quale nesso ci sia fra venerare e "Venere".
Data la radice simile suppongo che l'uno derivi dall'altro, nel senso di amare, di onorare, di adorare.
Tant'è che alla persona amata noi siamo saliti dire "ti adoro", che implica una specie di devozione infinita all'amato/a.

Ci dica Teodoro l'origine ed il corrispondente significato dei
due termini, e quando si iniziò a differenziarli.

Tanti saluti

Il Gabbiano

Teodoro Studita
00lunedì 3 aprile 2006 20:24
Prendo le redini di questa assai disordinata discussione, cercando innanzitutto di darle uno scopo.

Si chiede quale sia la differenza tra "venerazione" e "adorazione", ed occorre pertanto fissare limiti e obiettivi della ricerca. Vorrei analizzare la parabola semantica di questi due termini, dai LXX ai giorni nostri, chiarendo da subito un concetto del tutto basilare: nei secoli i significati delle parole possono subire delle modificazioni, e spesso un lemma acquisisce connotazioni più precise col passare delle generazioni.

E' certamente il nostro caso. E' stata la controversia iconoclasta a porre il problema, e si deve alla sua soluzione la capacità che oggi abbiamo di distinguere la iconodulia dall'iconolatria.

Nel 3d vedremo di capire innanzitutto che cosa questi termini significassero in origine (greco classico, LXX, NT) e quali significati specifici abbiano assunto dopo l'iconoclastia.

Justeee
00giovedì 6 aprile 2006 16:20
Ho spostato questa discussione , possiamo chiedendo cortesemente di inziare a discuterne ?
Grazie
il.gabbiano
00giovedì 6 aprile 2006 21:08
Re:

Scritto da: Justeee 06/04/2006 16.20
Ho spostato questa discussione , possiamo chiedendo cortesemente di inziare a discuterne ?
Grazie




Ho già posto dei quesiti a cui è stata promessa uan risposta.

Ciao
Teodoro Studita
00giovedì 6 aprile 2006 23:23
Ragazzi miei,
Studiare dei lemmi richiede tempo, se lo si vuol fare in maniera seria. Sto raccogliendo, studiando e meditando il molto materiale che ho a disposizione sull'argomento.
E non ho solo questa discussione su cui lavorare, se ben vedete



Teodoro Studita
00venerdì 7 aprile 2006 00:39
Dopo aver esaminato i testi, ritengo di poter studiare la questione "adorazione/venerazione" a ritroso, partendo cioè dalla definizione rigorosa del tipo di atteggiamento cultuale che la Chiesa ha stabilito doversi tenere nei confronti delle immagini.

Cito dai canoni di Nicea II

In tal modo, procedendo sulla via regia, seguendo in tutto e per tutto l'ispirato insegnamento dei nostri santi padri e la tradizione della chiesa cattolica riconosciamo, infatti, che lo Spirito santo abita in essa noi definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l'immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini. Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti nelle immagini, tanto più quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione. Non si tratta, certo, secondo la nostra fede, di un vero culto di latria, che è riservato solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende alla immagine della preziosa e vivificante croce, ai santi evangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con l'offerta di incenso e di lumi, com'era uso presso gli antichi. L'onore reso all'immagine, infatti, passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l'immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto.


(non è la traduzione del Denzinger)

Il verbo sottostante a "vedere" dove ho evidenziato non è oraw, ma theaomai, che vale per "contemplare"

"rispetto e venerazione" è nel testo greco "aspasmon kai timhtikhn proskynhsin" saluto (con bacio) e rispettosa proschinesi (gesto che implica il chinarsi letteralmente fronte a terra).

Il testo dice: non si tratta di "latrìa", ma di "culto", onore reso all'immagine che passa a colui che rappresenta

Sottostante a "culto" è un "tropon" (uso, costume) "timion" (onorato), un "rendere onore"

Anche la conclusione usa sempre pros-kynew e la radice tim-

_________________________________

Il testo pertanto distingue chiaramente una "latrìa", da tributare monh th theia physei (alla sola natura divina), ed una "venerazione" variamente definita in maniera alquanto "gestuale": bacio, inchino o prosternazione, da rendere all'immagine, usata come veicolo per "contemplare" ciò che essa rappresenta.

Non vi è alcuna menzione di "douleia", pertanto ritengo che la domanda vada riformulata.

Ad ogni modo questo testo rappresenta ancora lo status quo circa la disputa sull'iconodulìa, e mi pare già di per se più che esaustivo. Ditemi voi come procedere e se ci sono cose non chiare.



Justeee
00venerdì 19 maggio 2006 16:06
Perchè non proseguiamo nell'analizzare questo post , che sono centinaia di Anni che molte confessioni non sono daccordo e respingono questa Credenza prettamente Cattolica
Grazie
barnabino
00sabato 20 maggio 2006 17:06

Il testo pertanto distingue chiaramente una "latrìa", da tributare monh th theia physei (alla sola natura divina), ed una "venerazione" variamente definita in maniera alquanto "gestuale": bacio, inchino o prosternazione, da rendere all'immagine, usata come veicolo per "contemplare" ciò che essa rappresenta.




Trovo interessante che il rispetto che si può legittimamente tributare dare alle creature e perfino alle loro immagini è messo in relazione con proskymew ma ben distinto dall'adorazione.

Dunque anche qui la proskynesis, che si può rendere a Gesù e alle altre creature, è ben distinta dall'adorazione che si può rendere solo a Dio.

Ciao
Polymetis
00sabato 20 maggio 2006 17:17
Come già ricordato proskyneo non vuol dire letteralmente né adorare né venerare, bensì prostrarsi faccia a terra. Io con Cristo lo faccio, come la Bibbia comanda. E voi?
Teodoro Studita
00lunedì 22 maggio 2006 00:01

il rispetto che si può legittimamente tributare alle creature e perfino alle loro immagini è messo in relazione con proskymew ma ben distinto dall'adorazione.



Cosa vorrebbe dire questa frase, scusa? Il verbo che usate per descrivere l'adorazione a Dio è esattamente lo stesso che usa questo testo per descrivere il rapporto da avere con le sacre icone, proskynew.

Non è "messo in relazione" con proskynew, è proskynew. L'atteggiamento è lo stesso, purché sia chiaro (ed il testo lo dice chiaramente), che non si sta adorando il legno, ma ciò che c'è dietro.

La disputa su adorare/rendere omaggio la lasciamo fuori, grazie, che non ha proprio senso. Proskynew vuol dire prostrarsi con la fronte che tocca terra. Se per te questo è "rendere omaggio", e tu rendi omaggio al tuo capo ufficio mettendoti fronte a terra, bene, traduci pure così, noi nel mentre ci occupiamo di cose leggermente più serie.



andreiu2
00lunedì 22 maggio 2006 08:17
Io non capisco: i tdg continuano ad asserire che la "proskynesis" rivolta a Cristo non sia adorazione ma soltanto "rendere omaggio". Mah...Come è stato detto queste sono soltanto "accezioni", quando questo termine indica proprio il prostrarsi. Ora io mi chiedo: che cosa sta dietro questo atteggiamento? Ognuno può dare le sue risposte.

Altra cosa: si tende a fare una differenza tra "proskyneo" e "latreuo", indicando in quest'ultimo il verbo adatto per l'adorazione al vero Dio e i tdg asseriscono che questo verbo non è MAI utilizzato nei confronti del Signore Gesù. E' interessante però osservare che in Da 7:14, nella traduzione dei LXX, viene proprio utilizzato questo termine "kai pasa doxa auto latreuousa", in cui il participio presente attivo "latreuousa" è rivolto chiaramente a Cristo, essendo questo termine chiaramente messianico. Nelle edizioni successive come quelle di Teodozione, questo termine è stato tolto, ma ciò non toglie che prima c'era.

Buona riflessione [SM=g27985]
barnabino
00lunedì 22 maggio 2006 21:37
Caro Andrea,

Voi dite che non si adorano le immagini, ma si onorano coloro che tali immagini rappresentano. Tale "onore" contrapposto all'"adorazione" è indicato dal verbo prskynew, che i testimoni di Geova giustamente rendono con "rendere omaggio" quando non è rivolto a Dio, l'unico essere secondo cui si deve rendere adorazione (latrèuo).

Questa è esattamente la stessa lettura che i TdG danno di proskynew e che voi mettete in discussione sostenendo che tale distinizione era limitata alle scritture ebraiche e al loro calco greco, la LXX. Lascio a te fare le tue riflessioni sull'inutile bailamme fatto a proposito di tradurre in modo diverso a seconda di colui a cui tale "omaggio" o "onore" è rivolto.


E' interessante però osservare che in Da 7:14, nella traduzione dei LXX, viene proprio utilizzato questo termine "kai pasa doxa auto latreuousa", in cui il participio presente attivo "latreuousa" è rivolto chiaramente a Cristo, essendo questo termine chiaramente messianico



I TdG non mi pare che affermino questo, semmai affermano che Latreuw indica principalmente il rendere culto, ma ci sono delle eccezioni visto che in greco, basilarmente, indica semplicemente "servire, lavorare per" e la LXX lo usa con questo senso in 3 versetti. Il TM ha un termine che nei Targumim indica prevalentemente servire qualcuno. La LXX ovviamente non poteva pensare al "figlio dell'uomo" come a Dio dunque mi pare che il parallelo sia un pò azzardato.

Ciao


[Modificato da barnabino 22/05/2006 21.39]

andreiu2
00martedì 23 maggio 2006 09:29
Re:

Scritto da: barnabino 22/05/2006 21.37
Caro Andrea,

Voi dite che non si adorano le immagini, ma si onorano coloro che tali immagini rappresentano. Tale "onore" contrapposto all'"adorazione" è indicato dal verbo prskynew, che i testimoni di Geova giustamente rendono con "rendere omaggio" quando non è rivolto a Dio, l'unico essere secondo cui si deve rendere adorazione (latrèuo)

.

Mi sa che mi hai confuso per cattolico: io non "onoro" coloro che tali immagini rappresentano. Io adoro il Padre ed il Figlio,in quanto la proskynesis è riferita a tutti e due.


Questa è esattamente la stessa lettura che i TdG danno di proskynew e che voi mettete in discussione sostenendo che tale distinizione era limitata alle scritture ebraiche e al loro calco greco, la LXX. Lascio a te fare le tue riflessioni sull'inutile bailamme fatto a proposito di tradurre in modo diverso a seconda di colui a cui tale "omaggio" o "onore" è rivolto.

.

Mio caro, come ormai ti è stato detto da tanto tempo, l'atto di "proskyneo" è quello di prostrarsi, questo è l'atteggiamento che questo termine letteralmente rivela. Io mi prostro dinanzi a Gesù, tu lo fai?



I TdG non mi pare che affermino questo, semmai affermano che Latreuw indica principalmente il rendere culto, ma ci sono delle eccezioni visto che in greco, basilarmente, indica semplicemente "servire, lavorare per" e la LXX lo usa con questo senso in 3 versetti. Il TM ha un termine che nei Targumim indica prevalentemente servire qualcuno. La LXX ovviamente non poteva pensare al "figlio dell'uomo" come a Dio dunque mi pare che il parallelo sia un pò azzardato.



No io ho sentito un sacco di volte che "latreuo" non è MAI riferito a Gesù ed il testo che ho indicato confuta quanto affermato. Che "latreuo" indica il "servizio a pagamento" come attestato, non discuto su questo, ma il testo di Da 7:14 mi pare piuttosto eloquente. Basta che vai a vedere come reagì il sinedrio, quando Gesù riportò questo passo riferito a Lui (Mt 26:64).

Ciao [SM=g27988]
Polymetis
00martedì 23 maggio 2006 14:57
" Voi dite che non si adorano le immagini, ma si onorano coloro che tali immagini rappresentano. Tale "onore" contrapposto all'"adorazione" è indicato dal verbo prskynew"

per l'ennesima volta: proskyneo non vuol dire letteralmente né venerare (ciò che spetta ai santi), né adorare (ciò che spetta a Dio), ma prostrarsi a terra.

Ad maiora
husband70
00martedì 23 maggio 2006 18:36
Mi sembra che il quesito in inizialmente posto nel thread da gengis riguardi un altro termine in merito al quale non è stato dato alcun ragguaglio compiuto ma sul quale il cattolicesimo ha costruito una dottrina.

Perchè non rimanete nel tema invece di svicolare su un termine dalla interpretazione controversa ( proskinew )?

Solita tattica?

Saluti.
Teodoro Studita
00martedì 23 maggio 2006 22:43
Caro husband,
forse non sei stato attento al thread. La posizione cattolica (e ortodossa) relativa al culto delle immagini l'ho riportata interamente ed ho anche commentato la scelta di verbi del testo originale greco. Scorri la pagina un po' più su e fermati quando trovi Nicea II.

Se c'è ancora qualcosa di poco chiaro basta chiedere.

barnabino
00giovedì 25 maggio 2006 14:27
Caro Andrea,


Io adoro il Padre ed il Figlio,in quanto la proskynesis è riferita a tutti e due



A quanto pare, invece, secondo il testo presentato, per spiegare e giustificare che l'inchinarsi davanti alle immagini di un santo non è adorazione viene è detto che la proskynesis è diversa dall'adorazione ma è riferita anche alle immagini o coloro che le rappresentano come semplice atto di reverenza o onore nei confronto di coloro che tali immagini rappresentano, ma mai come adorazione.

Questo è esattamente quello che dicono i TdG di Gesù, la proskynesis non corrisponde all'adorazione che spetta solo a Dio.


per l'ennesima volta: proskyneo non vuol dire letteralmente né venerare (ciò che spetta ai santi), né adorare (ciò che spetta a Dio), ma prostrarsi a terra



Infatti non si dovrebbe usare "adorare" quando non è rivolta a Dio o a qualche pretesa divinità. Il DENT rende come "rendere omaggio" e dice non implica necessariamente il "prostarsi a terra" ma anche in senso generale qualunque espressione di amore e rispetto (KIttel).


Io mi prostro dinanzi a Gesù, tu lo fai?



Certo. Se Gesù fosse presente mi prosterei certamente davanti a lui quale Signore e Re! E seppure non è presente se non in spirito ne rispetto ed onoro l'autorità.


No io ho sentito un sacco di volte che "latreuo" non è MAI riferito a Gesù ed il testo che ho indicato confuta quanto affermato



Infatti nel testo da te ricordato un ebreo non cristiano, che tradusse la LXX nel II-III secolo aEV lo riferì ad un discendente umano di Davide e non a Gesù che neque secoli dopo. E per Teodozione neppure quello.

Come ti ho spiegato nella LXX benchè latreuw indichi soprattutto l'adorazione resa a Dio può indicare semplicemente un servizio senza alcuna implicazione di servizio divino, come evidentemente in questo caso che non è certo riferito alla persona di Geova.

Ciao [SM=x511460]






barnabino
00giovedì 25 maggio 2006 14:39
Caro Husband,


non è stato dato alcun ragguaglio compiuto ma sul quale il cattolicesimo ha costruito una dottrina



Se ho ben capito alle imagini ci si prostra ma solo in senso di fare una proskynesis cioè tributare a coloro che rappresentano "aspasmon kai timhtikhn proskynhsin" cioè rispetto e venerazione ma non adorazione (latria) che spetta solo alla natura divina.

Le immagini di Dio, Gesù, gli angeli, la madonna ed i santi dovrebbero servire a questo: "quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione".

Mi sembra di capire che qui venerazione è resa con proskynew ovvero solo un gesto senza implicazioni di adorazione verso l'immagine stessa o a chi rappresentano. La definizione di doulia (iconodulia contrapposta a quella iconoclastia) forse è successiva. Non a caso questa sottile (troppo sottile!) distinzione scatenò le guerre iconoclaste.

Ciao [SM=x511460]
Polymetis
00giovedì 25 maggio 2006 22:03
“la proskynesis è diversa dall'adorazione”

Non hai capito il problema. La proskynesis è la prostrazione faccia a terra, il termine si riferisce solo al gesto esteriore, può coincidere con l’adorazione o non coincidere con l’adorazione a seconda dell’atteggiamento che tu hai in mente quanto la esegui.

“Il DENT rende come "rendere omaggio"”

Queste sono traduzioni che esplicitano le diverse valenze di una prostrazione. Dipenda da cosa tu intenda con “rendere omaggio”, in Oriente rendere omaggio a qualcuno rimanda al dichiarasi a sua completa disposizione. Il nostro stesso termine deriva da “homme”, diventare l’uomo di qualcuno, infatti l’omaggio era l’atto di sottomissione del vassallo verso il suo signore.

“non implica necessariamente il "prostarsi a terra".”

E questo Kittel dove l’avrebbe scritto? S’è perso forse la quasi rivolta scatenata dall’uso di questa parola tra i commilitoni di Alessandro?

“anche in senso generale qualunque espressione di amore”

Significa anche abbracciare i piedi, se questo che intendi.

“Certo. Se Gesù fosse presente mi prosterei certamente davanti a lui quale Signore e Re!”

Ma lui ti vede, prostrati. Hai bisogno della presenza fisica?

Ad maiora
=Gemini82=
00martedì 6 giugno 2006 21:28
Re:

Scritto da: Polymetis 25/05/2006 22.03
“la proskynesis è diversa dall'adorazione”

Non hai capito il problema. La proskynesis è la prostrazione faccia a terra, il termine si riferisce solo al gesto esteriore, può coincidere con l’adorazione o non coincidere con l’adorazione a seconda dell’atteggiamento che tu hai in mente quanto la esegui.

“Il DENT rende come "rendere omaggio"”

Queste sono traduzioni che esplicitano le diverse valenze di una prostrazione. Dipenda da cosa tu intenda con “rendere omaggio”, in Oriente rendere omaggio a qualcuno rimanda al dichiarasi a sua completa disposizione. Il nostro stesso termine deriva da “homme”, diventare l’uomo di qualcuno, infatti l’omaggio era l’atto di sottomissione del vassallo verso il suo signore.

“non implica necessariamente il "prostarsi a terra".”

E questo Kittel dove l’avrebbe scritto? S’è perso forse la quasi rivolta scatenata dall’uso di questa parola tra i commilitoni di Alessandro?

“anche in senso generale qualunque espressione di amore”

Significa anche abbracciare i piedi, se questo che intendi.

“Certo. Se Gesù fosse presente mi prosterei certamente davanti a lui quale Signore e Re!”

Ma lui ti vede, prostrati. Hai bisogno della presenza fisica?

Ad maiora



Cerchiami di non essere dei formalisti banali, la venerazione/adorazione cioè l'accendere candele e fare rivolgersi in preghiera alla madonna o a pare pio, è idolatri, punto. Non importa se ci si mette in ginocchio o meno, del resto mi pare evidente che molti cattolici si mettono in ginocchio davanti a statue della madonna.

L'interazione e il culto dei morti è vietato, perfino il culto degli angeli.

E poi,come fai a stabilire se una persona adora o venera la madonna... da cosa lo si capirebbe secondo te? Secondo te una vecchia cattolicafa differenza quando prega Dio o la madonna...cioè come fai a capire se la sua mente adora o venera?
Che poi adorare e venerare sono sinonimi per lo piu'.

Ti sembra lecito fare voti, accendere candele e fare pellegrinaggi nei santuari per la madonna? Non ti sembra piuttosto una forma pagana di culto?..

Cerchiamo di non essere ipocriti.
Polymetis
00martedì 6 giugno 2006 21:34
Il Messaggio è stato ritenuto non adatto e quindi censurato dai moderatori.
Per visualizzare il contenuto dei messaggi censurati clicca qui
=Gemini82=
00martedì 6 giugno 2006 22:52
Guarda che la Bibbia vieta qualsiasi culto siano essi vivi o morti o angeli o cose inanimate , in maniera rigorosa e chiara, se poi vuoi arrampicarti sui vetri fa pure.Ma sbagli

[SM=g27985] ..Ravvediti e torna alla Casa Del Padre, lascia Babilonia
______________

EDIT

Qui nessuno è interessato alla tua opinione su cosa è babilonico e cosa non lo è. Se non lo avessi capito questa è una sezione di biblistica, c'è un apposito Regolamento che spiega i criteri ai quali tutti i postatori si devono attenere.
I discorsi da baretto li lasciamo fuori, grazie.

Teodoro



Lascio in vista, poi si censura anche questo.

[Modificato da Teodoro Studita 06/06/2006 23.31]

Polymetis
00martedì 6 giugno 2006 23:35
"Guarda che la Bibbia vieta qualsiasi culto siano essi vivi o morti o angeli o cose inanimate , in maniera rigorosa e chiara, se poi vuoi arrampicarti sui vetri fa pure."

E dove di grazia? Spero che tu non stia per citarmi il classico pezzo delle tentazioni: "Vattene Satana, poiché sta scritto: adora il signore Dio tuo e solo a lui rendi culto" (Mt 4,10)
Questo giochetto funziona solo con i non grecisti, nell'originale infatti per "rendi culto" c'è "latreuseis", cioè sta parlando del culto di latria (adorazione), che infatti cattolici prestano solo a Dio.
barnabino
00venerdì 4 agosto 2006 11:44
Caro Polymetis,


infatti cattolici prestano solo a Dio



Se vuoi giocare con le parole greghe per capire se inchinarsi davanti alla statua di un santo e baciarla è un fatto di venerazione o adorazione è un problema tuo, diciamo l'impressione che si riceve vedendo certi atteggiamenti devozionali è di tutt'altro tenore. Difficilemente un UFO (o un mussulmano) si renderebbe conto che i cattolici adorano solo Dio.

Shalom
Teodoro Studita
00venerdì 4 agosto 2006 13:08

Difficilemente un UFO (o un mussulmano) si renderebbe conto che i cattolici adorano solo Dio.



Caro barnabino,
questa è una sezione di biblistica, non di antropologia. Se il cattolico medio ha una propensione all'idolatria non è affare che mi/ci riguardi. Qui si parla di testi, non della comprensione dei medesimi da parte di uomini fallibili.
Ciò che importa, viceversa, è la dottrina ufficiale, la cui posizione è stata efficacemente riassuna da polymetis poc'anzi.

Cordialità,

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