Apocrifi del NT. Data di composizione

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Teodoro Studita
00lunedì 18 dicembre 2006 18:29
Uno dei luoghi comuni dei pamphletaires che invadono la rete e la stampa divulgativa è che molti apocrifi si avvicinano drammaticamente al periodo di redazione degli scritti canonici del NT e, in alcuni casi, sarebbero addirittura più antichi.

Per fornire ai foristi qualche elemento per orientarsi su questo terreno non molto esplorato, vorrei iniziare la disamina dei più significativi apocrifi del NT, soffermandoci particolarmente sugli elementi che possono concorrere a rivelarne la data effettiva di composizione.

Come tutte la altre discussioni della sezione biblistica, cercheremo di muoverci su basi solide, appoggiandoci alla letteratura scientifica e a criteri di analisi razionale dei testi. Come sempre, i copia-incolla, le citazioni senza riferimenti bibliografici, le chiacchiere da bar e qualsiasi boiata verranno cancellate senza appello.

Fatta questa premessa, apro le danze con l'apocrifo più famoso prima dei rinvenimenti di Nag Hammandi.

PROTOVANGELO DI GIACOMO
Sorvolando sui fatti introduttivi e sul testo (che potete facilmente trovare anche in rete), andiamo subito agli elementi salienti ai fini della nostra ricerca.

Dal punto di vista codicologico, sono una ventina i codici rilevanti ai fini dell’edizione critica, il più antico dei quali del IV (secondo altri III) secolo (Bodmer V). Altri frammenti sono tuttavia interessanti per la datazione:
X - (Pubblicato dal Pistelli nel 1912), sec. IV
Y - (frammenti pubblicati da Grenfell nel 1896) sec. V-VI
Sulla base della sola evidenza codicologia, possiamo stabilire un primo terminus, secondo cui la redazione finale dovrebbe essere almeno di IV secolo. C’è da dire tuttavia che il testo attuale risulta essere l’esito dell’unione di tre sezioni distinte, delle quali le ultime due potrebbero ragionevolmente essere più antiche (Moraldi le fa rimontare al II secolo, ma ci sono parecchie ragioni per dissentire).

In generale mi sembra che, partendo da un ipotetico anno 300 come data presunta di composizione, si possano enumerare alcuni elementi, che presi singolarmente concorrono ora ad alzare, ora ad abbassarne il momento della redazione. In particolare tenderebbero ad alzare la data:

- la vicinanza dei primi testimoni con la data presunta
- Il senso di Logos in 11,2 [“concepirai per opera della sua parola”, in cui Logos mantiene il senso giudaico e non ha ancora assunto quello giovanneo]
- La descrizione del parto (cap.19), di sapore docetista


Tenderebbero invece ad abbassare la data di composizione :

- Il fatto che le prime citazioni sicure risalgono al VI secolo.
- L’intento apologetico mariano delle prime due sezioni rimanda verosimilmente al IV secolo
- La tradizione della vecchiaia di Giuseppe (legata generalmente a Epifanio) riporterebbe al IV secolo

Infine, occorre rilevare come Il protogiacomo dipenda strettamente da Luca, mentre è evidentemente falso il contrario.
Personalmente ritengo che l’unico modo di spiegare e mettere insieme questi dati sia quello di ipotizzare un nucleo più antico (che potrebbe risalire alla prima metà del III secolo o anche prima), integrato con altri elementi seriori ed inserito infine in una definitiva cornice redazionale nella prima metà del IV secolo.

Vediamo dunque se ci sono commenti o temi particolari da approfondire.

Cordialità,

Polymetis
00lunedì 18 dicembre 2006 18:57
Scusa ma ti sembra che Teodoro abbia detto che la data di composizione coincide col primo testimone papiraceo in nostro possesso? Se è così non hai capito quello che ha scritto.
Thommi
00lunedì 18 dicembre 2006 19:00
No, infatti ho cancellato di mia iniziativa l'intervento.
Però Teodoro fà riferimento all'effettiva composizione dei testi, è facile travisare; poteva benissimo essere il solito attacco agli apocrifi che non sono in linea col suo credo.
Teodoro Studita
00lunedì 18 dicembre 2006 21:32
Caro Thommi,
Quello che forse ti sfugge è che il nostro scopo non è né difendere né "attaccare", ma solo fare il punto sulla questione della data di composizione di alcuni di questi testi che vengono citati, il più delle volte a sproposito, da tutti i pamphlettari dell'ultim'ora.
Ogni contributo in tal senso è naturalmente bene accetto.
Cordialità,
barnabino
00martedì 19 dicembre 2006 14:17
Concordo pienamente con l'analisi di Teodoro, anche a mio parere certi sensazionalismi su ogni nuovo (o talora vecchio) apocrifo che viene pubblicato mi sembrano del tutto fuori luogo e ingiustificati.

Su questo però non tutti gli studiosi sembrano essere d'accordo, io credo che molti dei pamphlet in commercio forse nascano anche da una certa "tendenza" popolare a sottovalutare gli scritti canonici come documenti storici.

Shalom

[Modificato da barnabino 19/12/2006 14.18]

Teodoro Studita
00sabato 3 marzo 2007 15:58
VANGELO DI PIETRO

Link al Testo tradotto in italiano

Riprendo il filo del discorso allacciandomi alla riflessione di barnabino, sui sensazionalismi relativi ad alcuni apocrifi. Chi ha letto Augias-Pesce avrà notato come questo apocrifo è citato più volte come "il più antico resoconto della passione", sulla falsariga del famoso lavoro di John Dominic Crossan (the cross that spoke, il resoconto del ritrovamento del primo ms., ma in italiano si trova il suo saggio che ne è logicamente scaturito: link).

Crossan individua tre stadi redazionali nel vangelo di Pietro, ma secondo Meier anche il più antico di questi, il cd. Vangelo della Croce, tradisce la conoscenza almeno di Matteo (Un Ebreo Marginale, I, 115). Gli studi di Vaganay e McCant dimostrano con un buon margine di sicurezza che questo apocrifo è uno zibaldone di II secolo, con notevoli influssi dei vangeli canonici, specie della tradizione sinottica. Di più, secondo Dodd nella fattispecie del racconto della passione, dipende anche da Gv (A new gospel, in NTS, 1967, 46). Questa tesi, che potrebbe sembrare poco attuale, è invece stata ripresa e riaffermata con vigore da Lambiasi (L'autenticità storica dei vangeli, EDB 171-184).

Personalmente ritengo pertinenti le osservazioni di Meier e Lambiasi, e concordo con un'attribuzione al II secolo.

barnabino
00lunedì 5 marzo 2007 16:04
Caro Teodoro,

Se ppure non hai intenti "apologetici" non capsico perchè te la prendi con Pesce, sul vangelo di Pietro, in effetti Pesce dice:

"secondo storici molto cauti (e non solo secondo J.D. Crossan) contiene un racconto della passione che nella sua fase di redazione più antica potrebbe essere addirittura premarciano"

Dunque mi pare che usi il condizionale, riportando le opinioni di alcuni storici, ma non lo presenta come una acquisizione certa. Le tesi sugli apocrifi, a suo dire, nascono degli studi dall'Association pour l'Etude de la Littérature apocryphe chrétienne divenuta in trent'anni una delle organizzazioni scientifiche più serie in tutto il mondo. Questa associazione, sempre secondo Pesce, raccoglie i migliori esegeti francesi, svizzeri, italiani, europei (e ora anche americani).

Comunque egli non nega affatto la priorità e l'importanza storica degli scritti canonici, nel suo blog scrive:

"Quando Augias mi ha interrogato sull'essenza del messaggio di Gesù ho risposto: «Luca è a mio parere colui che ha meglio compreso l'essenza del suo messaggio» (p.221) Inoltre ho scritto: «altri danno credito a certi scritti apocrifi, negando quasi per principio ogni attendibilità ai testi canonici o alle affermazioni delle chiese» (p. 235). Perché dire al lettore che io ho scritto cose che non ho mai affermato e pensato?"

E conclude:

"Ma poi, sia detto una volta per tutte, nel libro io utilizzo pochissimo gli scritti apocrifi. Li cito solo qua e là. Non capisco perché concentrare tanta attenzione su questo elemento marginale"

Insomma, non crocifiggete Mauro Pesce!

Teodoro Studita
00lunedì 5 marzo 2007 16:56
Per carità, ci ha pensato da solo a crocifiggersi con un libretto da supermercato. Non dubito che sia una persona seria, ma non è questo il thread per discuterne. Piuttosto concentriamoci sugli apocrifi. Io sto proponendo lo status attuale della ricerca, ma se qualcuno non è d'accordo con quanto detto è liberissimo di dirlo.
Cordialità,

[Modificato da Teodoro Studita 05/03/2007 16.58]

barnabino
00martedì 6 marzo 2007 14:46
Caro Teodoro,


Io sto proponendo lo status attuale della ricerca, ma se qualcuno non è d'accordo con quanto detto è liberissimo di dirlo



La tendenza da parte degli studiosi cristiani è certamente di sottovalutare gli apocrifi come documenti storici, tranne quando sono in accordo con dogmi dogmi successivi, come l'Immacolata concezione o altro. D'altronde gli studiosi di tendenze più liberali tendono a sopravvalutarli e a considerarli antichi quanto i vangeli canonici. Tendenzialmente, comunque, io credo che non è assolutamente possibile provare che gli apocrifi siano cronologicamente precedenti ai canonici, seppure molto vicini. Per altro se dilatiamo il tempo si stesura dei vangeli canonici verso la fine del I secolo (tra l'80 e il 100) e agli anni '50 del II secolo alcune lettere, certi apocrifi risulterebbero più antichi.

Io credo che vista la frammentarietà delle fonti sia difficile fare delle ipotesi certe, gli studiosi talvolta non sono neppure d'accordo su cosa debba propriamente intendersi con "apocrifo", e mi pare che i giudizi dipendano ancora molto dal metodo che si danno i singoli studiosi per datare un documento, il problema è cosa, o quali parametri, considerare più importanti per collocare, almeno indicativamente, uno scritto. Seppure, tengo a dirlo, mi pare che non manchino dati obiettivi che a mio parere orienterebbero per una data successiva a quella dei canonici. Mi pare comunque che la tendenza generale sia di porre il proliferare degli scritti apocrifi tra la fine del primo secolo e l'inizio del secondo fino alla fine del secondo, quando "la formazione del canone è ormai avvenuta e l'elenco dei libri canonici sostanzialmente definitivo" (Jossa, Il cristianesimo antico, p.112).

Tra i vangeli apocrifi ritenuti più antichi c'è il papiro Egerton 2 che Norelli "non pò risalire oltre l'inizio del II secolo" (Le papyrus Egerton 2, p. 432), il vangelo di Tommaso, per Theissen-Merz "quello che ha conservato tradizioni che con ogni probabilità sono più autonome (indipendenti dai vangeli canonici) e antiche" (il Gesù storico, p.59) anche se sicuramente dopo il 70, poichè al detto 71 si accenna della catastrofe di Gerusalemme. La stesura probabilmente risalirebbe, secondo la maggior parte, agli inzi del II secolo, ma il vero problema è capire se i detti siano indipendenti o dipendano dai vangeli canonici, al di là dei massimalismi di Meier da una parte e Robinson e Crossan dall'altra ci sono ancora molti dubbi. Il Jesus Seminar, dopo una attenta analisi critica, ritiene autentici solo 5 detti. C'è poi il Vangelo segreto di Marco, su cui c'è l'ombra della possibile falsificazione, o burla, del geniale filologo Morton Smith.

Ripeto, mi pare che più che una "tendenza" si tratta della scelta di metodologie o parametri diversi a cui viene data priorità nella datazione, questi possono essere anche diversi di poco, ma che nella frammentarietà delle fonti danno luogo ad esiti talvolta anche molto diversi.

PS. Sul Vangelo di Pietro la tendenza è di datarlo tra il 100 ed il 150, Gardner-Smith propone il 90-100 e Jones ne parla come del "più antico racconto non canonico della passione" sulle esagerazioni di Crossan, benché non prive di senso, abbiamo già detto, mentre Harnack, Zahn e altro lo ritengono una rielaborazione tendenziosa (in senso gnosticheggiante) dei vangeli canonici.

Shalom


[Modificato da barnabino 06/03/2007 14.57]

Teodoro Studita
00martedì 6 marzo 2007 17:43
Mi sembra che siamo d'accordo. Potremmo allora passare proprio ai frammenti di Egerton, che magari, vista l'estrema brevità del testo, si potrebbero vedere in maniera più analitica.
Vedrò di postare qualcosa in settimana.

[Modificato da Teodoro Studita 06/03/2007 17.44]

spirito!libero
00domenica 11 marzo 2007 02:26
Teodoro, sei a conoscenza di un prestunto vangelo apocrifo ritrovato nel Tibet agli inizi del '900 scritto in aramaico intitolato "Vangelo della via perfetta" chiamato anche "il Vangelo dei Dodici" oppure "il Vangelo di Gesù" ? pare che un non meglio identificato reverendo Ouslej disse: "Questo Vangelo originario di ispirazione cristiana costituisce uno dei frammenti più antichi e più completi del cristianesimo originario e viene conservato in un convento buddista del Tibet,dove venne nascosto dalla comunità degli Esseni per essere protetto da mani falsarie"

Io non so nulla ne ho trovato nulla quindi mi sa tanto di boiata assoluta...bo mi sbaglierò, che ne pensi ?

Ciao
Andrea
Teodoro Studita
00martedì 13 marzo 2007 13:33
Per quanto ne so il cd. Vangelo dei Dodici è la raccolta del 1907 di Revillout di frammenti in realtà abbastanza eterogenei perlopiù copti, ormai rifiutata da tutti gli studiosi come opera a sé stante. La raccolta voleva essere la conferma ad una citazione di un omelia sul vangelo di Luca di Origene nella quale viene menzionato uno scritto aramaico, che è stato anche identificato ora con il vangelo degli Ebioniti, ora con un proto-Matteo.
Di fatto di questo vangelo (se non coincide con quello degli ebioniti) non abbiamo nulla.
Cordialità,
spirito!libero
00martedì 13 marzo 2007 13:55
Grazie !!

[SM=g28002]
Teodoro Studita
00giovedì 29 marzo 2007 01:16
Parliamo, come promesso del frammento che va sotto il nome di Egerton 2. Non potendo trascriverlo e neanche postare un jpg causa i noti problemi di aggiornamento della piattaforma FFZ, ho trovato un po' di link:

Testo greco

Traslitterazione, traduzione e bibliografia

Per chi non lo sapesse, si tratta di quattro piccoli frammenti papiracei acquistati in Egitto nel 1934 e pubblicati nel 1935, ora al British Museum. La datazione del supporto è alta, si presume intorno al 150, comunque entro il II secolo. La domanda è se dipende dai vamgeli canonici o da una fonte parallela e indipendente.

A questo proposito gli studiosi sono abbastanza divisi. C'è chi ritiene che il frammento dipenda da Giovanni per le prime due sezioni (tra questi Dodd, R.Brown e Robinson solo per citare i più famosi), o che conosca anche i sinottici (specialmente Lc, per la pericope del lebbroso, così Fitzmeyer, ad esempio). Anche Meier e Jeremias sono per la dipendenza dai sinottici, seppur con sfumature diverse. Il solito Crossan ritiene che il frammento sia da una fonte indipendente.

Di certo specialmente la fine, purtroppo mutila, è del tutto sconociuta ai vangeli canonici, così come il dettaglio che il lebbroso aveva preso la lebbra mangiando con altri lebbrosi in una locanda. Anche lo stile non ci aiuta granché, vuoi per la frammentarietà, vuoi perché lo stile non sembra in connessione diretta con quello degli agiografi canonici.

Dopo questa piccola introuzione possiamo approfondire, se a qualcuno interessa.

Cordialità,

(Mario70)
00sabato 5 maggio 2007 22:46
Re:

Scritto da: Teodoro Studita 29/03/2007 1.16
Parliamo, come promesso del frammento che va sotto il nome di Egerton 2. Non potendo trascriverlo e neanche postare un jpg causa i noti problemi di aggiornamento della piattaforma FFZ, ho trovato un po' di link:

Testo greco

Traslitterazione, traduzione e bibliografia

Per chi non lo sapesse, si tratta di quattro piccoli frammenti papiracei acquistati in Egitto nel 1934 e pubblicati nel 1935, ora al British Museum. La datazione del supporto è alta, si presume intorno al 150, comunque entro il II secolo. La domanda è se dipende dai vamgeli canonici o da una fonte parallela e indipendente.

A questo proposito gli studiosi sono abbastanza divisi. C'è chi ritiene che il frammento dipenda da Giovanni per le prime due sezioni (tra questi Dodd, R.Brown e Robinson solo per citare i più famosi), o che conosca anche i sinottici (specialmente Lc, per la pericope del lebbroso, così Fitzmeyer, ad esempio). Anche Meier e Jeremias sono per la dipendenza dai sinottici, seppur con sfumature diverse. Il solito Crossan ritiene che il frammento sia da una fonte indipendente.

Di certo specialmente la fine, purtroppo mutila, è del tutto sconociuta ai vangeli canonici, così come il dettaglio che il lebbroso aveva preso la lebbra mangiando con altri lebbrosi in una locanda. Anche lo stile non ci aiuta granché, vuoi per la frammentarietà, vuoi perché lo stile non sembra in connessione diretta con quello degli agiografi canonici.

Dopo questa piccola introuzione possiamo approfondire, se a qualcuno interessa.

Cordialità,




Questo papiro è interessante non solo per la sua antichità ma anche perchè non contiene nulla di eterodosso.
E' interessante l'analisi che ne fa Bastia (credo) qui:

digilander.libero.it/Hard_Rain/apocrifi.htm

Saluti Mario
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