Catechismo prima di Tutto ......

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il.gabbiano
00lunedì 4 settembre 2006 00:10
"Catechismo è meglio di papà"
Cassazione, nel caso di coppie separate
Fa discutere la sentenza della Cassazione secondo cui, in sintesi, il catechismo ha la priorità sul diritto dei genitori separati a vedere i figli. Con questa motivazione è stata annullata la condanna della Corte di Appello di Roma di una madre che non aveva rispettato la disposizione del giudice con cui si stabiliva che l'ex marito avrebbe dovuto vedere la figlia nello stesso giorno in cui si teneva il catechismo.


Nel dicembre del 2005 i giudici della Capitale condannarono una signora cinquantenne a una multa di 800 euro perché "con più azioni esecutive dello stesso disegno criminoso, non consegnava all'ex marito -nei giorni indicati dal giudice della separazione, la figlia minore, eludendone così il provvedimento fino al settembre del 1998". Contro la sentenza la donna è ricorsa in Cassazione sostenendo che sua figlia non poteva incontrare il padre nei giorni indicati dal giudice per la coincidenza con le lezioni di catechismo fissate dalla loro parrocchia, e che comunque ad ogni incontro mancato i due genitori concordavano una data alternativa che veniva rispettata.


La Sesta sezione penale della Suprema Corte ha ritenuto "fondato" il ricorso della madre perché - spiega il relatore della sentenza n. 27613, la condotta della donna "non era sorretta dal dolo". I supremi giudici hanno sottolineato che "le lezioni di catechismo sono stabilite dal clero preposto alla parrocchia compatibilmente con gli impegni dei sacerdoti" e quindi non sindacabili. Per questo motivo la Cassazione ha annullato la condanna la madre considerato che "in tema di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile, concernente l' affidamento di un figlio minore, il motivo plausibile e giustificato che può costituire valida causa di esclusione della colpevolezza, anche se non deve configurarsi l'esimente dello stato di necessità, deve comunque essere stato determinato dalla volontà di esercitare il diritto-dovere di tutela dell'interesse del minore, in situazione che non abbia potuto essere devoluta al giudice per eventuale modifica del provvedimento".

Associazioni, avvocati e mondo politico protestano contro la sentenza
La sentenza ha sollevato proteste tra le associazioni ma anche nel mondo politico e tra gli avvocati. Per l'Associazione genitori separati dai figli "questa del catechismo ha tutta l' aria di essere una buona scusa e la sentenza viola i diritti fondamentali dei genitori non affidatari". Una decisione che fa sentire "genitori di serie B" i papà dell'Associazione "Figli negati" perché "la Cassazione, neanche stessimo a Kabul, decide che gli impegni religiosi sono prioritari rispetto a quelli civili tra padre e figlio". Per Maurizio Paniz (Fi), relatore alla Camera del testo di legge sull'affidamento condiviso, la sentenza "confligge in maniera totale con la nuova normativa sull'affido condiviso che elimina alla radice il problema, determinando il pari diritto-dovere di entrambi i genitori di assumere le decisioni relative alla vita dei figli minori". Secondo il presidente nazionale degli avvocati per i minori e le famiglie, Manuela Maccaroni, "si tratta di un pronunciamento che nasce dal pregiudizio iniziale - prima del progetto di riforma con l'affido condiviso - dell'ordinamento italiano che stabilisce ad uno solo dei genitori separati la potesta' di decidere il bene e il male del proprio figlio". "Amarezza" è stata espressa dall'Associazione genitori scuole cattoliche "nel constatare che sulla preoccupazione educativa nei confronti del figlio prevalgano le tensioni e i ricatti degli adulti, anche in questioni religiose". Un aspetto della vita privata "eccessivamente estremizzata" dalla Suprema Corte, secondo il Forum delle associazioni familiari, perché sebbene "sia opportuno che il diritto di visita di uno dei genitori separati sia compatibile con gli impegni religiosi e formativi dei figli, arrivare sino a questo punto è esagerato".


www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo325671.shtml
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00venerdì 6 ottobre 2006 13:30
CONSIGLIO INTERNAZIONALE PER LA CATECHESI

LA CATECHESI DEGLI ADULTI NELLA COMUNITÀ CRISTIANA
ALCUNE LINEE E ORIENTAMENTI



PRESENTAZIONE

Il Consiglio Internazionale per la Catechesi (COINCAT), nella VI sessione plenaria tenutasi a Roma il 23-29 ottobre 1988, prese come argomento di studio " La catechesi degli adulti nella comunità cristiana ".

I risultati della sessione, sintetizzati in questo documento, vengono ora pubblicati a nome del medesimo Consiglio, dopo essere stati visti dalla Congregazione per il Clero, di cui il COINCAT è organo consultivo.

Il documento intende contribuire allo sforzo impegnativo che in tutte le comunità cristiane del mondo si va facendo nell’ambito della catechesi degli adulti nella prospettiva, così vivamente sottolineata da Giovanni Paolo II, della nuova evangelizzazione.

A questo scopo, assieme ai notevoli interventi del Magistero recente, le indicazioni qui presentate riflettono la competenza di membri di Chiese dei diversi continenti, che permettono una lettura tanto vasta del tema quanto necessariamente attenta ai punti comuni e alle linee essenziali.

Non si tratta dunque né di un direttorio esaustivo per la catechesi degli adulti, né di un programma pratico, pronto all’uso. Si tratta semplicemente di alcuni orientamenti, offerti come una sistemazione elaborata ed organica che riflette tutto un mondo di esperienze e le propone agli operatori pastorali e catechistici per favorire una migliore comprensione e attuazione della " catechesi degli adulti ".

La redazione di questo strumento di lavoro è frutto del contributo di tutti i Membri del COINCAT e ha trovato la sua attuale sistemazione e stesura a cura del Segretario Generale, che si è avvalso della collaborazione di esperti.

Possa il Signore benedire questo servizio conferendo alla Sua Chiesa la grazia di un più incisivo annuncio del Regno di Dio, mediante credenti adulti in comunità adulte.

Pasqua 1990.

Don Cesare Bissoli S.D.B.
Segretario Generale del COINCAT


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INTRODUZIONE



NELLA LUCE DEL REGNO

1. " A che cosa possiamo paragonare il Regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene grande più di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra (Mc 4, 30-32).

In questa parabola di Gesù amiamo vedere compendiato per il nostro tempo il dinamismo della fede che si manifesta negli uomini di tutte le età. In modo particolare nell’adulto, che da un annuncio della Parola, umile e sovente faticoso agli inizi, riceve la grazia di essere parte viva del Regno di Dio, riconosce il suo Signore e Salvatore, diventandone lui stesso testimone tra i suoi fratelli nel mondo.

Questa parabola perciò compendia con incisività i tratti fondamentali della catechesi degli adulti: la finalità ultima e radicale (l’avvento definitivo del Regno), insieme l’energia del tutto trascendente che la sorregge, la necessaria collaborazione cui l’adulto è chiamato, gli effetti straordinariamente positivi per la vita sua e degli altri.

2. Gesù ha detto: " Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli " (Mt 23, [SM=g27989].

Oggi, come già nel suo tempo, Lo riconosciamo come colui che accosta ogni genere di persone, uomini e donne, piccoli e grandi, cattivi e buoni, poveri e ricchi per annunciare la bella notizia del Regno con verità, semplicità ed amore. In Lui ogni adulto trova la "via, la verità, la vita " (cf. Gv 14, 6).

La catechesi degli adulti attinge perciò nel Vangelo di Gesù la propria ispirazione, il proprio coraggio, la propria gioia.

3. La consapevolezza di quanto sia complesso il mondo in cui viviamo richiede agli operatori pastorali umiltà e realismo e li spinge a cercare una aderenza sempre più attenta dell’annuncio cristiano con la condizione delle persone, contribuendo così a superare quel distacco tra Chiesa e società reale, tra fede e cultura che pesa fortemente nell’incontro con le generazioni adulte.

Ciò esige che la catechesi degli adulti nel perseguire i suoi scopi, percepisca con chiarezza i problemi e le attese dell’uomo di oggi, colga con cura gli elementi positivi emergenti, offra con franchezza evangelica le ragioni di luce e di speranza che scaturiscono dal Regno di Dio annunciato da Gesù.

NEL SOLCO DEL CONCILIO

4. Il Magistero della Chiesa, imbevuto dello spirito di rinnovamento del Concilio Vaticano II, ha continuamente affermato, con autorevolezza, chiarezza ed insistenza la centralità e importanza della catechesi degli adulti (cf. CD 14; AG 14).

Giovanni Paolo II asserisce che " una delle più costanti preoccupazioni (...) imposta con la forza e l’urgenza delle esperienze che sono in corso nel mondo intero (...) è la catechesi degli adulti. È questa la principale forma della catechesi, in quanto si rivolge a persone che hanno le più grandi responsabilità e la capacità di vivere il messaggio cristiano nella sua forma più pienamente sviluppata " (CT 43).

5. E certamente un dono dello Spirito Santo assistere in questi anni del dopo-Concilio ad uno sviluppo di iniziative per una nuova catechesi degli adulti, nelle Chiese locali di tutto il mondo, con Lettere Pastorali, riflessioni e programmi di esperti e di centri di studio, la stessa utilizzazione dell’OICA (Ordo Initiationis Christianae Adultorum) ed altre iniziative pastorali, sostenute da vero spirito ecclesiale e missionario.

In tale risveglio fanno spicco nelle diverse zone della Chiesa la crescita di catechisti laici, donne ed uomini, e l’azione feconda e originale di nuovi gruppi, movimenti, associazioni.

In questo quadro di speranza lo stesso Spirito ci rende ancora più dolorosamente consapevoli di limiti e difficoltà esistenti: i tanti adulti che non vengono raggiunti da alcuna forma di catechesi, comunità cristiane povere di slancio missionario, operatori pastorali non sufficientemente ispirati dall’amore e dalla pazienza pastorale, una catechesi inadeguata e non di rado isolata da una più vasta azione evangelizzatrice, mancanza e impreparazione dei catechisti ...

6. Per questo motivo la Chiesa chiama di nuovo quanti sono più direttamente coinvolti nell’educazione della fede ad accrescere i loro sforzi a trovare nuove strade per raggiungere quegli adulti che non sono stati toccati dal messaggio di Cristo o che, evangelizzati, hanno lasciato la Chiesa.

Rispondendo a questa chiamata, il Consiglio Internazionale della Catechesi (COINCAT), organo consultivo della Congregazione del Clero, ha dedicato uno studio speciale sulla catechesi degli adulti nella sua sessione del 1988. Come risultato è stato elaborato il presente documento, che si avvale dell’esperienza dei diversi membri del Consiglio: clero, religiosi, laici, donne ed uomini, provenienti dalle diverse parti del mondo e rappresentativi di razze e culture differenti.

SCOPO E DESTINATARI

7. II presente documento intende illuminare gli aspetti più significativi della catechesi degli adulti. Tocca dunque punti communi, comuni problemi e soluzioni fondate, così come oggi sembrano prevalenti nel mondo, riconoscendo pienamente la necessaria inculturazione nelle singole Chiese particolari.

II documento intende quindi stimolare uno spirito di comunione e solidarietà, incoraggiando la condivisione di idee e di risorse necessarie per realizzare la catechesi degli adulti.

8. Esso si rivolge a tutto il Popolo di Dio, radunato nelle diverse comunità cristiane in tutto il mondo, sotto la guida dei loro Pastori.

In particolare ha di mira i catechisti laici che già lavorano nella catechesi degli adulti o che si stanno preparando a tale servizio. Essi testimoniano in maniera viva l’azione dello Spirito che in ogni comunità continua a suscitare persone che si rendano disponibili ad accompagnare altri fratelli e sorelle nel cammino della fede.

9. Il documento, sulla scia della parabola evangelica del seminatore, si articola in tre parti:

- il " terreno " diverso, ossia la situazione e i segni di presenza e di crescita degli adulti oggi nella società e nella Chiesa;

- il " seme " della Parola comunicata attraverso la catechesi degli adulti, con le sue motivazioni radicali e i criteri che la determinano;

- il processo di " semina e di raccolto ", in cui si indicano in maniera articolata alcuni orientamenti per la prassi.



PARTE PRIMA

GLI ADULTI CUI VA LA CATECHESI



10. Diventare adulto e vivere da adulto è vocazione dell’uomo da parte di Dio illustrata fin dalle prime pagine della Bibbia (cf. Gen 1, 27-28; 2, 15).

Tale vocazione trova il suo modello perfetto in Gesù di Nazaret che " aveva quasi trent’anni quando diede inizio alla sua opera " (Lc 3, 23) di annuncio del Regno.

Crescere ed avvicinarsi a Lui, uomo perfetto (cf. Ef 4, 15), diventa pertanto grazia e compito di ogni catechesi.

Ma come ciò avviene di fatto? Quali luci ed ombre nel mondo e nella Chiesa segnano la crescita umana e cristiana dell’adulto?

NEL MONDO

11. Si avvertono subito le oscurità e le sofferenze che gravano oggi sulla condizione di tanti adulti, anche cristiani, donne e uomini. In particolare ricordiamo: le insufficienti e diseguali possibilità di sviluppo di sé (umanizzazione); il mancato rispetto degli elementari diritti alla libertà, " fra i quali la libertà religiosa occupa un posto di primaria importanza " (EN 39), alle scelte della coscienza e alla personale dignità, specialmente del povero; gli ostacoli all’attuazione delle proprie responsabilità familiari e sociali.

Le cause di questi mali sono molteplici e complesse e vanno di volta in volta ben appurate. In linea generale possiamo indicare l’enorme sperequazione nell’uso dei beni della terra, il deprezzamento della famiglia, l’insufficiente apprezzamento della persona della donna, la mancanza di lavoro, la discriminazione razziale, il mancato accesso alla cultura, l’incapacità o impossibilità di masse intere di partecipare alle pubbliche decisioni.

Sicché viene in qualche modo gravemente deformata quell’immagine di Dio che, proprio come adulti, l’uomo e la donna sono chiamati a riflettere e a godere più pienamente (cf. Gen 1, 26-27).

12. Nello stesso tempo ci è dato anche di assistere ad una più viva presa di coscienza individuale e collettiva circa la dignità personale ed altrui, la reciproca interdipendenza e comunione e il dovere di solidarietà verso i deboli e i poveri.

Ancora, crescono negli adulti la stima e l’interesse per la religione e i valori spirituali, ritenuti fonte di energie nuove per l’esistenza, come pure si estende la consapevolezza di quale dono di Dio sia la terra, da rispettare e proteggere da ogni forma di inquinamento.

A loro volta le istituzioni civili in alcune parti hanno iniziato ad assumere un serio impegno per la salvaguardia dei diritti e della libertà dei singoli, facilitando l’esercizio della loro responsabilità di adulti con i mezzi dell’educazione permanente fino all’età anziana.

NELLA CHIESA

13. La Chiesa, che vive in mezzo all’umanità e come il suo Fondatore si sente impegnata nel servizio delle persone, vi partecipa con l’annuncio della bella notizia del Regno di Dio in Gesù Salvatore, elemento indispensabile per creare una umanità ogni volta più giusta e fraterna.

Fedele a tale intento, la Chiesa, sempre aperta ad accogliere tutti i contributi dell’esperienza e della scienza umana, con la catechesi degli adulti propone il cammino di sequela di Cristo incarnato nelle situazioni concrete della vita.

Diventa quindi necessità preliminare riconoscere i diversi condizionamenti e sfide che nelle comunità ecclesiali toccano da vicino la crescita cristiana degli adulti.

CONDIZIONAMENTI E SFIDE

14. " Perché state qui senza far niente? ", chiese il signore della vigna agli uomini dell’ultima ora. "Perché nessuno ci ha preso a giornata ", risposero.

E allora quel signore riprese: " Andate anche voi nella mia vigna" (Mt 20, 6-7). Nella parabola di Gesù, che esprime l’invito universale al Regno di Dio, riconosciamo la risposta positiva di molti, ma non possiamo trascurare quanti e sono i più tale invito non hanno sentito, o l’hanno dimenticato, o per diversi motivi non lo possono assolvere.

È il quadro ricco di ombre e di luci, difatti e di attese che la Chiesa riconosce a proposito degli adulti in relazione alla proposta del Vangelo.

15. Così a livello economico-sociale grandi masse di credenti non possono accedere ad una formazione religiosa mediante la catechesi, a motivo di un sottosviluppo che non concede tregua e soffoca, di fatto, il sacrosanto diritto dei poveri di essere evangelizzati (cf. Le 4,1[SM=g27989].

Si aggiungano fenomeni ormai in atto di trasmigrazioni di interi gruppi umani, che sradicati e spostati altrove sono privati del loro primario bisogno di sicurezza e stabilità.

16. A livello socio-culturale, riconoscendo l’influsso determinante della cultura nelle sue diverse espressioni, viene qui richiamata una serie di fatti di rilevante incisività, che in varia misura interessano ogni area geografica:

a) Con il crescente, dilagante processo di secolarizzazione è la stessa possibilità di catechesi che va in crisi, particolarmente tra gli adulti, a causa dei grossi cambi culturali e di costume, con rilevanti ripercussioni, almeno rispetto ad un recente passato, sulla stessa organizzazione della vita e del tempo a disposizione.

Si parla anche di disagi spirituali degli adulti, quali la carenza di certezze umane e religiose, la perdita di identità individuale e collettiva, il peso della solitudine, ecc.

b) Adulti ferventi nella fede si trovano a vivere in paesi dove piccolo è il numero dei credenti e ben povero di risorse, e dove d’altra parte grandi religioni o altri sistemi di valori esercitano un influsso predominante e non di rado ostile. In queste circostanze la catechesi incontra la grande difficoltà di conciliare un itinerario di fede autentico e originale con illegittimo quadro culturale di appartenenza.

Si aggiunga che in certi paesi, a causa dell’ideologia imperante, ai credenti è negata od ostacolata la stessa possibilità di riunione religiosa e gravemente impedito il servizio pastorale e catechistico nei luoghi pubblici.

c) Ovunque lo sviluppo tecnologico, applicato ai problemi di vita, ed amplificato a dismisura dai mezzi della comunicazione sociale, propone proprio in riferimento agli adulti un insieme di problematiche nuove da interpretare cristianamente.

Questa sfida esige un modo nuovo di impostare e risolvere i problemi di sempre, quali il senso e il valore della vita, del destino dell’uomo e del mondo, della convivenza, del rapporto tra fede e vita morale, il primato dei valori religiosi e spirituali.

17. A livello infine delle stesse comunità ecclesiali, sarebbe ingiusto non riconoscere la vitalità del seme evangelico nell’insieme della catechesi degli adulti sia nell’ambito delle parrocchie, famiglie, gruppi e movimenti che in altri contesti e modi che saranno ricordati nella terza parte.

Anzi è proprio la percezione dell’invito di Gesù " Alzate gli occhi e guardate i campi: è il momento di mietere " (Gv 4, 35) che rende più intensa l’attenzione per quanto è possibile fare.

Sono infatti ben riconoscibili bisogni che esigono una rinnovata impostazione della catechesi degli adulti e che è del tutto pertinente concentrare nel bisogno fondamentale di comunità cristiane adulte.

Così, è larga l’attesa di:

a) Un linguaggio di fede più adeguato, tale da essere comprensibile agli adulti a tutti i livelli, da coloro che sono analfabeti o quasi a quanti hanno ricevuto una educazione elevata; diversamente il linguaggio loro indirizzato li farà sentire estranei alla Chiesa e la catechesi riuscirà per loro irrilevante.

b) Più spazi di accoglienza, dove adulti lontani dalla Chiesa si sentono bene accetti, e dove gli adulti che hanno fatto il loro catecumenato o altre forme di iniziazione possono continuare il loro itinerario di fede nella comunità cristiana.

c) Una più larga varietà di modelli catechistici da proporre in corrispondenza ai bisogni locali e culturali della gente.

d) Seria considerazione della religiosità popolare, nei contenuti e nelle forme espressive: gli aspetti che riflettono il Vangelo dovrebbero essere saggiamente incorporati nella catechesi.

e) Uno sforzo più intenso per raggiungere tutti gli adulti, specialmente i lontani dalla Chiesa, estranei o marginali, rispondendo alle loro necessità, anche come contrapposizione al diffuso proselitismo delle sette.

f) Da parte del clero e delle istituzioni ecclesiastiche, una maggiore sensibilità, disponibilità ed uno stile di cordialità e dialogo a riguardo degli adulti, dei loro problemi e del loro bisogno di catechesi.

18. A conclusione di questa analisi e nella prospettiva delle successive indicazioni specifiche, facendo riferimento all’Esortazione Apostolica Catechesi Tradendae, 44, ci sembra di poter radunare in queste categorie gli adulti che hanno bisogno di catechesi:

- adulti di regioni scristianizzate che non hanno potuto approfondire il messaggio del Vangelo;

- adulti catechizzati dall’infanzia, che però si allontanarono dalla fede;

- adulti che risentono di una catechesi mal orientata o mal assimilata;

- adulti che, battezzati da bambini, non furono catechizzati, restando in certo modo al livello di catecumeni.

PARTE SECONDA

MOTIVAZIONI, CRITERI ED ALTRI PUNTI DI RIFERIMENTO
DELLA CATECHESI DEGLI ADULTI

19. " Chi di voi, se vuole costruire una casa, non calcola bene prima se ha i mezzi per farlo? " (Lc 14, 2[SM=g27989].

Nel monito del Maestro ad acquisire la saggezza evangelica in ogni impresa per il Regno di Dio, siamo invitati a riconoscere ed annunciare le ragioni che fanno da fondamento alla catechesi degli adulti nella Chiesa, tanto quanto più di essa sì afferma l’importanza.

LE MOTIVAZIONI

20. La riflessione teologico-pastorale propone motivazioni diverse e complementari: alcune in rapporto alla vita di fede dell’adulto come tale, altre in relazione al suo ruolo pubblico nella società e nelle comunità ecclesiali, altre infine e a modo di vertice in vista della gloria di Dio e del bene della Chiesa.

21. Gli adulti nella Chiesa, cioè tutti i cristiani, donne e uomini, laici e sacerdoti, religiosi sono persone che hanno diritto e dovere di catechesi, come ogni altro (cf. CT, c. V; cc. 217, 774 ...; Chr.L. 34).

Questa ragione non deriva primariamente da qualsivoglia tipo di servizio che l’adulto cristiano è chiamato a svolgere, ma sgorga direttamente dal " seme " della fede che è in lui e che vuole maturare nel progredire della sua età e responsabilità: " Da bambino parlavo come un bambino, ragionavo da bambino. Poi, diventato uomo, ho smesso di fare così " (1 Cor 13, 11).

Soltanto diventando adulto nella fede sarà in grado di adempiere il suo dovere di adulto credente verso gli altri ai quali è chiamato per vocazione battesimale.

Si deve ammettere che in diverse comunità, si è data facilmente per scontata la formazione degli adulti, o la si è esercitata in occasione di qualche avvenimento, non di rado in maniera infantile, per cui venuti meno certi appoggi esteriori o tradizionali, si è manifestato il grave squilibrio, che mentre ai fanciulli la catechesi riservava doverosamente sollecita attenzione, la stessa cosa non si è verificata con i giovani e gli adulti.

22. La ragione della formazione personale si coniuga necessariamente con quella inerente al ruolo pubblico che spetta all’adulto nella vita.

Egli condivide con tutti i cristiani, ma con innegabile specificità e autorevolezza, il compito di testimoniare il Vangelo con le parole e le opere: nel contesto familiare, gli adulti, perché genitori e parenti, diventano per natura e per grazia i primi e indispensabili catechisti dei figli; in rapporto alle generazioni giovani che hanno necessità di confrontarsi con la fede degli adulti, questi svolgono un fondamentale ruolo di modelli; nel contesto sociale, sia scolastico, che professionale, civile, economico, politico e culturale, nel mondo del lavoro, e ovunque si esercitano compiti di responsabilità e di potere, sovente è soltanto il credente adulto che inserisce il fermento del Regno, esprime la novità e bellezza del Vangelo, la volontà di cambio e di liberazione voluti da Gesù Cristo.

In tali situazioni la semplicità del gesto di testimonianza richiede all’adulto l’impegno di interiorizzare prima per sé ciò che è chiamato a compiere per gli altri e poi di saperlo dare con convincente credibilità.

23. Tale compito missionario assume ulteriore gravità, in rapporto alla comunità cristiana chiamata a diventare adulta nella fede.

Gioverà ricordare che ciò domanda necessariamente il concorso di tutte le componenti ecclesiali, dai bambini, ai giovani, agli adulti, agli anziani, in una sinergia intelligente ed armonica.

In tale contesto di comunione, agli adulti, in misura peculiare è richiesto di impegnarsi nel servizio catechistico e più ampiamente pastorale dei loro fratelli nella fede, piccoli e grandi, avendo presente situazioni e problemi diversi e talvolta difficili.

Si può intuire quale grado di competenza — e quindi di previa formazione si richieda dagli adulti in un mondo così complesso, aperto e diffidente insieme nei confronti del Vangelo di Gesù Cristo.

24. Altre motivazioni di ordine socio-religioso, psicologico e pedagogico-pastorale potrebbero aggiungersi. Ma tutte convergono e prendono forza dalla ragione ben più eminente e radicale, propria dell’ordine della fede: la gloria di Dio, la costruzione del Regno, il bene della Chiesa. Dio infatti è degnamente celebrato dall’uomo vivente, tanto più se con la maturità dell’adulto; il Regno di Dio come seme nel campo cresce anzitutto con l’operosità dei suoi membri adulti; la stessa Chiesa, e ogni forma di catechesi, si arricchisce del carisma della maturità e della saggezza di persone adulte ed è come aiutata a cogliere la verità in gestazione nella vita del popolo di Dio.

Tale del resto è l’esempio luminoso offerto da tanti adulti, donne e uomini, che hanno collaborato con Dio a fare la storia della salvezza, nella fase costitutiva della Bibbia e in quella attualizzatrice della Chiesa.

25. In sintesi, perché la Buona Novella del Regno possa penetrare in tutti gli strati dell’umanità, occorre dare a ciascun cristiano la possibilità di diventare attore di questa venuta in un’opera coordinata e complementare, e secondo livelli di responsabilità che richiedono certamente in primo piano adulti cristiani.

Perciò è legittimo e doveroso ammettere che una comunità non si può dire compiutamente cristiana se manca di una catechesi organica di tutti i suoi membri, con un esercizio effettivo ed accurato, come scelta centrale, della catechesi degli adulti.

CRITERI DI FONDO

Alla luce delle motivazioni ora dette è facile individuare alcuni criteri chiamati a sorreggere una catechesi degli adulti valida ed efficace.

Ne indichiamo cinque come particolarmente importanti, lasciando nella parte terza ulteriori determinazioni per la prassi.

26. Una catechesi degli adulti sarà sommamente attenta all’uomo e alla donna come adulti, nella loro condizione di adulti, per tantissima parte laici, con attenzione dunque ai loro problemi ed esperienze, valorizzando le loro risorse spirituali e culturali con pieno rispetto delle differenze, e stimolando la loro attiva collaborazione nel realizzare la catechesi che li riguarda.

27. Ciò comporta — come secondo criterio — che la catechesi degli adulti si attui nel pieno riconoscimento e valorizzazione dell’" indole secolare propria e peculiare dei laici ", che li qualifica per " cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio " (LG 31).

A questo proposito, merita ricordare quanto l’Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi, ripresa dalla recente Christifideles Laici, propone ai cristiani laici: " Il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell’economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale; ed anche di altre realtà particolarmente aperte all’evangelizzazione, quali l’amore, la famiglia, l’educazione dei bambini e degli adolescenti, il lavoro professionale, la sofferenza. Più ci saranno laici penetrati di spirito evangelico, responsabili di queste realtà ed esplicitamente impegnati in esse, competenti nel promuoverle e consapevoli di dover sviluppare tutta la loro capacità cristiana spesso tenuta nascosta e soffocata, tanto più queste realtà senza nulla perdere né sacrificare del loro coefficiente umano, ma manifestando una dimensione trascendente spesso sconosciuta, si troveranno al servizio del regno di Dio, e quindi della salvezza di Gesù Cristo" (EN 70 Chr.L. 23).

28. Un criterio tra i più validi nel processo di catechesi degli adulti, purtroppo sovente trascurato, è rappresentato dal coinvolgimento della comunità che accoglie e sostiene l’adulto. L’adulto matura la sua fede non anzitutto con l’apprendimento di nozioni, ma condividendo la vita di una comunità cristiana, nella quale è membro che dà e riceve.

29. Una catechesi degli adulti potrà quindi realizzarsi proficuamente nelle singole comunità soltanto dentro un progetto organico di pastorale, del quale rispecchia una parte distinta e qualificata, e in vista di una appartenenza costruttiva a tutti gli aspetti della vita e missione della comunità.

Ciò determina due fondamentali orientamenti globali:

- la catechesi degli adulti, pur nell’autonomia del suo processo, tiene presente la necessaria integrazione con la formazione liturgica o celebrativa e la formazione alla diakonia o carità;

- la catechesi degli adulti non va svolta con esclusione, o deprezzamento delle catechesi delle altre età, ma coordinata con queste, si pone come catechesi di maturità cristiana e traguardo di esse.

In ragione di questa sua collocazione di incremento del cammino di fede di tutta la comunità, alla catechesi degli adulti va riservata chiaramente una opzione preferenziale.

30. Infine, sull’esempio di Gesù che " parlava alla gente e annunziava il suo messaggio in modo che potessero capire" (Mc 4, 33), anche — e soprattutto —per la catechesi degli adulti occorre ricordare la responsabilità delle Chiese particolari da una parte di mantenere l’unità con tutto il popolo di Dio, sulla base dell’unico messaggio evangelico proclamato in autenticità e integrità, e dall’altra il compito di riflettere sulla propria situazione per adattare la presentazione del messaggio di salvezza ai bisogni della gente.

La saggezza, che nasce dall’esperienza, la preghiera e lo studio guideranno i catechisti a stabilire un equilibrio fra gli indispensabili adattamenti e la fedeltà al comune patrimonio della catechesi.

PUNTI DI RIFERIMENTO

31. Definire univocamente la categoria di adulto è cosa complessa, stante la molteplicità dei fattori in gioco che determinano prospettive di lettura differenti e complementari.

Certamente è utile considerare i contributi delle scienze psicologiche, sociali e pedagogiche, in rapporto stretto al contesto di vita, dove influiscono fattori etnici, culturali, religiosi propri di quell’ambiente.

In particolare oggi va tenuto presente il rapporto intergenerazionale tra giovani ed adulti così ricco di reciproci influssi ed implicanze.

Considerare questo insieme di fattori e la grande varietà di modi di dirsi ed essere adulti oggi, diventa punto di riferimento indispensabile per rispettare il " mistero dell’adulto" e bene impostare ogni servizio pastorale nei suoi confronti.

32. Neppure è facile in prospettiva operativa dare una precisa ed uniforme definizione di catechesi degli adulti del cui valore e necessità qui sopra sono state menzionate alcune ragioni e criteri. Infatti diversi sono i modi di intenderne la pratica, quanto all’estensione, all’intensità, alla durata.

Qui alla luce di recenti documenti catechistici della Chiesa si intende la catechesi come un momento nel processo totale di evangelizzazione (EN 17; CT 1[SM=g27989].

E precisamente per quanto concerne la catechesi degli adulti, essa consiste in un primo approfondimento elementare, integrale e sistematico (cf. CT 21) della fede ricevuta nel battesimo, chiamata a crescere lungo tutta la vita della persona in vista della piena maturità in Cristo (cf. Ef 4, 13).

La Catechesi per sé va dunque distinta, anche se non separata e di fatto mai separabile, da altre attività:

— è differente dal primo annuncio, che è la proclamazione del Vangelo per la prima volta a quanti non l’hanno mai ascoltato, come dalla ri-evangelizzazione per quanti l’hanno dimenticato;

— sì distingue pure dall’istruzione religiosa formale (Formal Religious Education) che va oltre gli elementi basilari della fede con corsi più sistematici e specializzati;

— non sì esaurisce in quelle occasioni informali atte ad alimentare la fede in Dio, che si presentano frammentariamente ed incidentalmente nella vita di ogni giorno degli adulti.

Ma nello stesso tempo, la catechesi degli adulti rimane strettamente collegata a tutti i diversi momenti di sviluppo della fede:

— prolunga, esplicitandolo, il messaggio centrale del cristianesimo (kerigma) e " traducendolo " nel linguaggio culturale della gente;

— propone i contenuti della fede cattolica, presentando gli articoli fondamentali del Credo in stretto collegamento con l’esperienza di vita delle persone, così da educarle ad una genuina mentalità di fede;

— introduce in maniera articolata e organica, anche se elementare, al cammino di fede espresso e sostenuto insieme dall’ascolto della Parola di Dio, dalla sua celebrazione (liturgia), dal servizio della carità (diakonia) e da una franca testimonianza nelle diverse situazioni in cui gli adulti si trovano a vivere.

PARTE TERZA

ORIENTAMENTI PER LA PRASSI

33. I tratti comuni operativi della catechesi degli adulti sono qui organizzati intorno a quattro aree più importanti:

— le qualità del cristiano adulto, che costituiscono l’obiettivo della catechesi e ne determinano i contenuti e certe costanti nell’esposizione;

— il processo di catechesi degli adulti, con riguardo alle indicazioni metodologiche, alle forme e ai modelli ;

— il catechista degli adulti e la sua formazione ;

— i responsabili della catechesi degli adulti nella comunità.

QUALITÀ DEL CRISTIANO ADULTO NELLA FEDE

34. " Non come bambini portati qua e là come dal vento ", ammonisce paternamente Paolo i cristiani di Efeso. Giacché, egli incalza, la nostra vocazione è diventare " uomini perfetti, degni dell’infinita grandezza di Cristo, che riempie l’universo " (cf. Ef 4, 13-14; 1, 23 e 3, [SM=g27989].

Scopo ultimo ed unitario di una catechesi degli adulti è di aiutare l’adulto a vivere da cristiano maturo la sua condizione di adulto, mediante il conseguimento di determinate qualità di vita. Queste vengono qui raggruppate attorno a tre mete globali, a loro volta radicate entro una prospettiva unitaria ed articolate successivamente in obiettivi determinati e in contenuti.

a) Mete

35. Ovunque nella Chiesa si avverte la necessità di costruire comunità cristiane adulte, cioè capaci di esprimere una chiara identità di fede, incentrata attorno ad un trasparente annuncio del Vangelo, ad una qualificata liturgia, e ad una coraggiosa testimonianza di carità.

A tale scopo deve essere orientato ogni tipo di catechesi, a partire da quella dei piccoli. Evidentemente, con più immediata incisività, la catechesi degli adulti.

Soltanto così infatti si creano i segni convincenti e le condizioni efficaci per una adesione stabile e feconda alla fede.

36. " Il Regno di Dio è qui: convertitevi e credete al Vangelo " (Mc 1,15).

La parola di Gesù fissa la meta prima e costante di chiunque vuol essere suo discepolo maturo: acquisire un atteggiamento di conversione al Signore.

La catechesi degli adulti promuove l’apertura del cuore al mistero di grandezza e di grazia del Signore, mediante una riconciliazione sincera con Lui e con i fratelli; invita a riconoscere ed accogliere la sua chiamata e il suo progetto di salvezza, con una vita gradita a Dio e tesa alla santità (cf. Chr.L. 16-17); stimola a praticare fedelmente la sequela di Gesù; aiuta a giudicare, nella luce della fede, le proprie esperienze personali, sociali e spirituali.

37. " Essi ascoltavano con assiduità l’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme’ (Atti 2, 42).

La conversione al Signore sfocia, con il battesimo, in adesione ad una comunità di cui si condivide lo stile di vita di discepoli di Cristo.

La catechesi degli adulti mira a maturare una decisione consapevole e ferma di vivere il dono e scelta della fede mediante l’appartenenza alla comunità cristiana, con atteggiamento di comunione e corresponsabilità a riguardo della sua vita interna e della missione nel mondo.

38. " Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli " (Mt 5,13-16).

Riconoscendo il forte impegno per la nuova evangelizzazione, cui lo Spirito chiama oggi la Chiesa in tutto il mondo, la catechesi degli adulti condivide per quanto le spetta una chiara finalità missionaria.

A questo scopo incrementa la disponibilità e la competenza ad essere discepoli cristiani nel mondo in misura di saper perciò discernere il bene e il male, specialmente nelle più significative espressioni della cultura, di riconoscere ed accogliere " tutto ciò che è vero, tutto ciò che è buono, che è giusto, puro, degno di essere amato e onorato " (Fil 4, , di far partecipi gli altri della propria fede operante nella carità (cf. Gal 5, 6), e di render conto delle ragioni della propria speranza (cf. i Pt 3, 15), di interpretare gli aneliti di liberazione e di salvezza negli uomini del proprio tempo, specialmente del largo mondo dei poveri, di favorire quindi la trasformazione della vita familiare, sociale e professionale alla luce del Vangelo.

In questo modo si viene realizzando, in misura adulta, una sintesi armonica e vitale delle caratteristiche essenziali del cristiano: l’ascolto obbediente della Parola del Signore, la comunione della fede nella comunità, il servizio di carità e di testimonianza nel mondo.

b) Obiettivi

A queste mete si giunge mediante opportuni obiettivi che determinano in concreto l’itinerario catechistico.

Ricordando che l’azione catechistica mira al coinvolgimento attivo alla vita e alla missione della Chiesa, anche con la diretta partecipazione alle sue attività pastorali, si ritengono di particolare rilevanza ed universalità i seguenti obiettivi:

39. Una comprensione elementare, sufficientemente organica e motivata, della fede della Chiesa, attinta direttamente dalle fonti della Rivelazione, cioè dalla Bibbia, dalla Liturgia, dai Padri, dal Magistero della Chiesa, da altri grandi documenti della Tradizione e dalle esperienze di vita delle comunità ecclesiali.

40. Una proporzionata acquisizione del patrimonio teologico e culturale con cui oggi si comunica la fede, quindi la conoscenza dei maggiori segni e simboli religiosi che la esprimono, il ruolo e l’uso della Bibbia, il significato e la pratica della preghiera liturgica e privata, le ripercussioni del credo religioso nella cultura e nelle istituzioni

41. La capacità di discernimento cristiano delle situazioni di esistenza, specialmente in ciò che riguarda i valori etici della vita e della dignità dell’uomo, il rispetto della giustizia e la promozione dei deboli e dei poveri.

Analoga capacità di discernimento critico, sempre nel rispetto delle persone, si richiede verso altre visioni religiose ed anche nei confronti dei più diffusi sistemi di significato nel proprio ambito di vita.

42. Il conseguimento infine di quelle competenze ed abilità che rendono l’adulto credente pronto ad esercitare la testimonianza cristiana nei diversi ambienti, nella comunità e nella società.

c) Contenuti

I contenuti della catechesi degli adulti dovranno ricevere concreta ampiezza e intensità, e conveniente articolazione didattica in rapporto alle situazioni e ai bisogni delle persone. Qui essi sono enunciati in correlazione agli obiettivi detti sopra e secondo le principali, comuni esigenze per degli adulti credenti oggi:

43. Alla catechesi degli adulti si chiede la presentazione in maniera comprensibile e organica dei grandi temi della religione cristiana che riguardano la stessa realtà della fede e i suoi motivi di credibilità, il mistero di Dio e della Trinità, di Cristo, della Chiesa, dei Sacramenti, della vita umana, dei valori etici e delle realtà escatologiche, ed ogni altro argomento attuale in materia di religione e morale, avendo cura di rispettare la gerarchia delle verità e la loro interrelazione.

44. Particolare rilievo avrà la conoscenza delle verità del Vangelo e del compito della Chiesa nella illuminazione ed educazione della coscienza morale dentro i contesto di una società oggi quanto mai complessa e pluralistica. La catechesi quindi evidenzierà le implicazioni etiche della visione cristiana sui problemi maggiori che emergono nelle situazioni personali e collettive, come la dignità di ogni persona; il diritto inviolabile alla vita; la trasmissione e protezione della vita umana; la promozione della giustizia sociale; solidarietà, pace ed impegno per poveri, i deboli e gli ultimi (Chr.L. 37-41).

45. Alla catechesi tocca promuovere anche una conoscenza e valutazione, ah luce della fede, della realtà socio-culturale e dei cambi che avvengono oggi nel mondo e nella vita personale, affermando ciò che è buono, ma anche segnalando ciò che è deplorevole e contrario ai valori evangelici. Si aiuterà a chiarire la distinzione tra azione nell’ordine temporale e in quello ecclesiale, fra impegno politico e impegno per l’evangelizzazione, sottolineando le diverse maniere di reciproco influsso (cf. DCG 97; Chr. L. 42-43).

46. Per conseguire una corretta e matura assimilazione dei contenuti precedenti e della fede cristiana in generale, la catechesi degli adulti prevede una adeguata iniziazione alla lettura ed uso della Sacra Scrittura, personalmente e nella comunità, come pure alla Liturgia e alla preghiera nelle sue principali espressioni. Possiede una reale utilità la conoscenza delle grandi tappe della storia della Chiesa universale e del proprio ambiente, la conoscenza dei documenti principali del magistero della Chiesa particolarmente in campo sociale.

d) Elementi costanti nell’esposizione

47. " Tutta la gente fece una grande festa perché avevano capito il senso delle parole ascoltate " (Neem 8, 12).

Ciò che avvenne per il popolo di Dio reduce dall’esilio, e fu praticato da Gesù e dagli apostoli in maniera esemplare (cf. Mc 4, 33; 1 Cor 14, 19) rimane volere stabile di Dio.

I contenuti della catechesi degli adulti sono proposti a donne ed uomini di ogni condizione culturale e sociale come saporoso pane di vita, perché, impregnati di saggezza evangelica, la possano irradiare nei molteplici ambienti di vita.

Tutto ciò richiede delle avvertenze nell’esposizione, che concretizzano i criteri di fondo nominati sopra (nn. 26-30).

48. La catechesi curerà di presentare la religione cristiana interessandosi delle tante domande, difficoltà, dubbi che provengono dal cuore umano. Anzi tali domande siano fatte emergere nel dialogo, quando sono oscurate o confuse per ignoranza o indifferenza. A tali domande la risposta di fede sarà significativa se apparirà radicata nella Bibbia, vissuta nella storia, rispettosa della ragione, attenta ai segni dei tempi.

49. Proprio perché catechesi della Rivelazione del Dio vivente che salva l’uomo, aiutandolo alla piena realizzazione di sé, la catechesi degli adulti deve assumere i toni della vivezza e dell’attualità, per cui l’uomo gradualmente e con soddisfazione possa riprendere coscienza del suo valore e della sua dignità di uomo, grazie all’incontro attento e appassionato con le grandi certezze della fede.

50. Avendo presente quanto possa essere secolarizzato e pluralistico il contesto di vita dell’adulto, l’incontro con la fede si configura come formazione solida ed essenziale alla spiritualità propria del cristiano laico (v. sopra, n. 27) mettendo bene in evidenza i suoi impegni di vita cristiana nella Chiesa e nella società sempre attendendo alla diversità delle condizioni di esistenza. Un posto peculiare va riservato all’apprendimento della preghiera.

51. Questo richiede ulteriormente che la catechesi degli adulti tenendo conto delle diversità delle situazioni ed esigenze — sia sempre attenta a promuovere la dimensione ecumenica della catechesi (CT 32-34), ed ancor più ampiamente resti aperta al confronto e al dialogo con le grandi religioni e con i sistemi di significato e prassi di vita da cui gli adulti sono quotidianamente sollecitati: " La catechesi degli adulti avrà maggior successo se si dimostrerà aperta all’incontro tra fede, cultura e scienza, per una mutua integrazione rispettosa delle reciproche competenze" (Giovanni Paolo II, Discorso ai membri del COINCAT, in " L’Osservatore Romano ", 30-X-1988, p. 4).

Pertanto rientrano di diritto nei contenuti della catechesi degli adulti quelle conoscenze e indicazioni metodologiche che permettono di saper leggere la realtà storico-sociale, religiosa, negli elementi negativi, ma anche positivi, per una più efficace illuminazione cristiana.

52. Riconosciuta la funzione costruttiva dell’adulto nel mondo della famiglia e in altri settori della vita, si porrà attenzione che la catechesi aiuti l’adulto non solo ad apprendere per sé, ma anche a imparare a trasmettere agli altri i contenuti della fede, mostrandone la incidenza esistenziale e le possibilità di contatto nei diversi ambienti di vita.

Specialmente nei confronti di categorie svantaggiate, come i poveri e gli emarginati, e quanti si trovano in situazioni particolari di bisogno.

53. Infine, quasi a supporto delle esigenze precedenti, la catechesi avrà cura di sviluppare a fondo la componente comunitaria dei contenuti della fede: porta quindi a conoscere, e in certo modo a sperimentare, il " mistero della Chiesa "incarnato nella propria comunità, la storia, le esigenze, le risorse di questa, i ritmi di vita, le iniziative diverse, mostrando insieme le vie di partecipazione.

INDICAZIONI METODOLOGICHE

54. Se le differenze, talora profonde, di situazioni e di destinatari, impediscono — soprattutto per la catechesi degli adulti una precisa catalogazione di modalità attuative, da esperienze fin qui raccolte e vagliate, si possono ricavare delle informazioni meritevoli di comune attenzione.

A questo scopo distinguiamo quanto si riferisce ai destinatari, agli elementi organizzativi, alle forme e modelli.

a) Destinatari

E’ stato più volte sottolineato che il processo formativo degli adulti ha delle sue caratteristiche peculiari, dove è centrale la relazione dialogica ed amicale, per cui la componente didattica va integrata come parte di un cammino più ampio ed articolato di cui ricordiamo qui alcuni aspetti.

55. Per l’intrinseco valore evangelico ed umano, va considerata privilegiata la catechesi di categorie speciali, tanto bisognose del conforto della verità cristiana quanto esposte alla emarginazione, segnatamente gli handicappati, gli anziani, i malati e quanti rischiano forme di marginalizzazione (profughi, immigrati, nomadi, carcerati ...), le cui possibilità per un coinvolgimento cristiano sono non di rado sottostimate e non valorizzate.

Memori della sollecitudine di Cristo, si presterà cura a quanti vivono situazioni irregolari nella comunità cristiana.

56. Ciò riporta in primo piano l’indispensabile attenzione alla situazione di partenza.

Esplicitando quanto detto sopra al n. 26, si richiede di tener conto della persona dell’adulto con cui operare, il suo contesto culturale, i suoi bisogni umani e religiosi, le sue attese, le sue esperienze di fede, le sue possibilità, con peculiare riguardo al suo stato civile di coniugato o meno, e alla sua professione.

Pertanto la costituzione di gruppi omogenei si rivela come fattore fondamentale perché ognuno possa trovare l’alimento confacente.

57. Con gli adulti diventa insostituibile l’approccio dialogico che, mentre chiama all’obbedienza della fede (Rom 1, 5) rispetta la fondamentale libertà ed autonomia degli adulti, li incoraggia ad un dialogo aperto e cordiale, raccoglie da loro stessi i bisogni avvertiti, li coinvolge attivamente, considerandoli soggetti ed agenti indispensabili della catechesi propria ed altrui.

58. Infine, a livello più strettamente formale operativo, per conseguire una buona relazione con persone adulte, giovano in misura determinante la chiara testimonianza cristiana, la spiegazione essenziale e solida della dottrina, la chiarezza di espressione, la proposizione dei dati della fede come certezze, pur ricordando l’incessante cammino di ricerca data la nostra condizione di pellegrini verso la piena rivelazione della verità e della vita.

b) Elementi organizzativi

59. Sotto il nome di catechesi degli adulti, dal punto di vista operativo oggi si raggruppano diverse maniere: alcune sono più tradizionali, altre nuove; possono essere più strutturate o quasi spontanee, permanenti o temporanee, diffuse o più ristrette per numero ed intensità.

Va notato che non di rado si ha l’impressione di una ricchezza di iniziative, però dispersive e frammentate, che non corrispondono all’identità di catechesi fin qui tracciata.

Per un efficace processo catechistico, diversi sono indubbiamente i fattori intervenienti: con la grazia di Dio collaborano come già è stato detto — un buon piano pastorale, la partecipazione della comunità cristiana, il farsi di esperienze positive...

Oltre a ciò e per il buon funzionamento ditali fattori non si possono dimenticare alcune istanze per una catechesi che si vuole organica e non episodica.

Appaiono così indispensabili una certa sistematicità e organicità di programma (itinerari) attorno a delle mete precise, una continuità e periodicità di incontri, e quindi una oculata programmazione delle cose da fare, anche nel caso delle tante forme occasionali o puntuali di catechesi degli adulti.

Nel caso poi di itinerari diversificati nella medesima comunità, per garantire l’unità di fede e di vita si rendono necessari alcuni elementi comuni: la comunione attorno alla Parola, il legame con la Liturgia, il servizio della carità, l’attenzione alla vita della Chiesa.

60. Forme particolarmente adatte ed incisive di catechesi degli adulti e quindi da non tralasciare, sembrano oggi essere quelle dirette ai gruppi famiglia (genitori, coppie ...), a gruppi scolastici, a gruppi parrocchiali o in altre forme associate a gruppi di persone che si ritrovano in occasione di particolare rilievo esistenziale (preparazione ai sacramenti, in occasioni dei funerali e di altre celebrazioni comunitarie, feste popolari ...).

61. " Compito essenziale per la formazione più immediata e personale dei fedeli laici " ha la parrocchia (Chr. L. 61).

Potendo raggiungere più facilmente le singole persone e i singoli gruppi, essa si manifesta come " luogo privilegiato ", dove " la pastorale catechistica si attua in un contesto non solo didascalico, ma anche liturgico sacramentale e caritativo " (Giovanni Paolo II, Discorso ai membri de COINCAT, cit.; cf. Chr. L. 26-27, 61) " facendo percepire in modo più di retto e concreto il senso della comunione ecclesiale e della responsabilità missio nana " (Chr.L. 61).

Tipico della catechesi parrocchiale è di proporre agli adulti un cammino catechistico in tempi determinati, in particolare nei tempi forti dell’Avvento e della Quaresima, valorizzando appieno l’anno liturgico come espressione privilegiata del cammino educativo della Chiesa.

62. In diversi posti si sono affermate piccole comunità di adulti (comunità ecclesiali di base) dove i fedeli realizzano la loro catechesi riflettendo insieme sulla Parola di Dio, la celebrano con la preghiera e ne vedono la rilevanza nella vita quotidiana, in particolare nella situazione sociale, dove apportano un generoso impegno di carità.

Sostenute da buoni animatori e in armonia con la Chiesa locale, tali comunità costituiscono un mezzo potente ed efficace per gli adulti per portare il Vangelo come fermento di santità e di liberazione.

63. Quanto alle modalità di catechesi degli adulti perseguite dai diversi movimenti e aggregazioni associative converrà ricordare la legittimità dì vie diverse e la " possibilità, ciascuno con i propri metodi, di offrire una formazione profondamente inserita nella stessa esperienza di vita apostolica " (Chr. L. 62), ma senza che nessuno possa presumere di diventare modello unico; e soprattutto, alla luce dei criteri di ecclesialità (Chr. L. 30), si terrà conto che la catechesi in quanto atto della Chiesa deve esprimere ovunque la pienezza della fede cristiana e chiaramente servire la comunione ecclesiale, a favore soprattutto della grande massa del popolo di Dio che ai movimenti di fatto non partecipa

In questa prospettiva, riconoscendo il forte impatto spirituale e apostolico che i movimenti riescono ad ottenere, conviene incoraggiare gli adulti a parteciparvi, dando loro una congrua informazione.

64. Testi di catechismo degli adulti debitamente approvati (cf. CIC, can. 775, §§ 1-2), rimangono senza dubbio un mezzo utile per la conoscenza della fede e per favorire la comunione nella comunità ecclesiale.

Congiuntamente a ciò, ci si avvarrà delle diverse risorse delle scienze della comunicazione e del linguaggio per poter trasmettere più facilmente e con maggiore efficacia il messaggio cristiano. A questo proposito non sì ricorderà mai abbastanza che " la struttura del linguaggio deve essere tale da suscitare un vivo interesse nell’adulto moderno, di cui occorre rispettare e usare le migliori forme di comunicazione, compresi i segni, i gesti, i simboli " (Giovanni Paolo II, Discorso ai membri del COINCAT, cit.).

65. Uno strumento di catechesi degli adulti tanto efficace quanto delicato è l’impiego dei molti mezzi di comunicazione di massa. Tra di essi ottengono oggi un posto eminente la stampa, la radio e la televisione, ma anche videotapes, audiotapes, film e fumetti, ed altri minimedia.

È da promuovere vivamente la partecipazione competente dei laici cattolici nelle agenzie di informazione e produzione, specie se sono gestite dalla comunità ecclesiale, curando e programmando sussidi di qualità.

c) Modelli ed itinerari

I modelli di catechesi degli adulti presenti nelle Chiese particolari possono essere molteplici, taluni a livello sovraparrocchiale, o addirittura ad estensione internazionale.

Si parla anche di itinerari differenziati di catechesi secondo la condizione spirituale degli adulti.

Converrà apportare alcune chiarificazioni e suggerimenti per la prassi.

66. II Sinodo del 1977 ha affermato che " il modello di tutta la catechesi " è il catecumenato che culmina nel Battesimo (MDP 8; cf. EN 44; Chr.L. 61). Esso infatti, secondo la tradizione antica, appare come fonte di ispirazione di ogni forma di catechesi.

Proprio perché la catechesi degli adulti intende essere catechesi della vita cristiana nella sua forma basica ed integrale, il processo delineato per il catecumenato sembra essere il più appropriato, e pur non considerandolo modello esclusivo dovrebbe essere incoraggiato ovunque.

67. Nella Chiesa il classico modello catecumenale comprende per sé determinate tappe (v. OICA). Le tre riconosciute più significative sono:

— il precatecumenato, che pone l’adulto di fronte all’impegno della conversione mediante il primo annuncio o kerigma;

— il catecumenato, che introduce gli adulti alla fede cattolica nei suoi elementi fondamentali, al Credo, alla celebrazione liturgica, alla vita cristiana;

— la mistagogia, per cui il neofita approfondisce la dottrina cristiana aprendosi ad uno sviluppo ulteriore che completi la catechesi di base.

68. Decidere quali itinerari percorrere dipende dalla situazione degli adulti. Come è stato osservato nella prima parte (n. 1 , alcuni abbisognano di preevangelizzazione che risvegli la domanda religiosa; altri necessitano di una ripresa del momento kerigmatico o primo annuncio del Vangelo; infine, vi è il gruppo pronto per la catechesi in senso stretto.

È proprio della programmazione pastorale determinare i tipi di itinerari di fede per gli adulti, salvaguardando la specificità della catechesi.

69. Il necessario inserimento nella comunità, cui tende la catechesi degli adulti, richiede in termini operativi che l’adulto non solo conosca la comunità, ma partecipi alle sue manifestazioni di fede ed assuma le sue responsabilità.

Per questa ragione giova al rafforzamento della catechesi degli adulti il realizzarla avvalendosi di piccole comunità o gruppi ecclesiali (cf. CT 24).

IL CATECHISTA DEGLI ADULTI E LA SUA FORMAZIONE

70. " La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone del campo perché mandi operai a raccogliere la sua messe " (Mt 9, 37-3 .

La messe è il seme del Regno diventato maturo, sono le folle " stanche e scoraggiate ", eppure disponibili al pastore che ne abbia compassione (cf. Mt 9, 35-36; Mc 6, 34). Occorrono mietitori generosi, dice Gesù.

Alla luce dell’esperienza della fede dobbiamo riconoscere che una magnifica risposta sta comparendo nella Chiesa, con la fioritura dei catechisti, in particolare laici, per tutte le categorie di età, anche - sia pur con più difficoltà - per gli adulti.

E in verità le esigenze descritte per una catechesi degli adulti mettono chiaramente in luce la funzione determinante del catechista ed anche le qualità che gli sono richieste.

" Formare coloro che a loro volta dovranno essere impegnati nella formazione dei fedeli laici costituisce un’esigenza primaria per assicurare la formazione generale e capillare di tutti i fedeli laici " (Chr.L. 63).

a) Esigenze fondamentali

71. In linea generale, il catechista degli adulti, prete, religioso, religiosa o laico, è una persona adulta nella fede e capace di accompagnare e animare un cammino di crescita di altri adulti. Se in partenza non è una guida, si prepara però ad esserlo almeno in certa misura.

Egli non si pone su un piano di superiorità o dall’esterno nei confronti delle persone o del gruppo in cui esprime il suo ministero: si sente in tutto solidale e debitore verso tutti di una crescita nella fede; e tutti riconosce e sa rendere protagonisti e partecipi.

72. Gli si richiedono pertanto stabilità e coerenza nella sua propria scelta di fede e di appartenenza alla comunità ecclesiale, e di maturare come persona spirituale nella concretezza degli impegni, in maniera che la sua testimonianza personale sia la sua prima parola, cui si coniuga la competenza " professionale ", ossia la capacità di reggere un cammino catechistico con i suoi fratelli.

73. Più specificamente, il catechista degli adulti tenderà ad acquisire la capacità di una lettura sapienziale della vita e non solo di spiegare dei testi, di dare quindi risposta a problemi vitali e di attualità, di aiutare a leggere i segni dei tempi e ad interpretare criticamente gli avvenimenti; sue caratteristiche saranno la disponibilità ad ascoltare e dialogare, incoraggiare e rasserenare e la capacità di tenere relazioni, di lavorare in équipe e di costruire insieme la comunità; manifesterà infine la coscienza di sentirsi inviato dalla Chiesa e come tale accettato dalla comunità, nella quale fraternamente insieme cammina.

Duttilità alle situazioni e sufficiente equilibrio umano diventano quindi requisiti preliminari per poter fare il catechista degli adulti.

b) Pluralità di tipi

74. È da prevedersi una pluralità di tipi di catechisti degli adulti in rapporto ai doni che lo Spirito conferisce a ciascuno e in relazione alle necessità della comunità. Sembra in particolare di primario bisogno il catechista capace di accompagnare gruppi familiari, persone e gruppi culturalmente connotati, categorie portatrici di bisogni specifici (situazione di handicap, di povertà, di marginalità e di irregolarità).

75. Vero segno dell’amore di Dio nel nostro tempo sono i catechisti laici degli adulti, la cui crescita e qualifica abbiamo già evidenziato come una delle sorprese più confortanti nelle comunità ecclesiali in tutto il mondo (v. sopra, n. 5). Essi infatti proprio per il carisma della loro laicità più di ogni altro sono in grado di incontrare gli adulti come compagni di vita, partecipi dei medesimi compiti e problemi nella famiglia, nella società, nella Chiesa, dotati in particolare di una capacità di essenziale importanza soprattutto nella catechesi degli adulti: l’inculturazione della fede.

76. Per tutte queste ragioni si incrementerà sempre di più il numero dei catechisti laici, essendo il loro numero non ancora adeguato alla domanda, donne ed uomini, come singoli e come coppia di sposi, a livello anche specializzato secondo le urgenze.

Sempre e ovunque i catechisti laici devono poter essere riconosciuti, rispettati, amati dai loro sacerdoti e dalla comunità, favoriti nella loro formazione, incoraggiati e aiutati a realizzare il loro non facile eppure indispensabile compito, prezioso servizio con cui il Padre in Cristo continua la sua opera di misericordia e di salvezza del mondo.

c) Formazione

77. Assai più di prima siamo consapevoli che catechisti non si nasce, ma si diventa, particolarmente i catechisti degli adulti, attraverso una doppia fase formativa, di inizio e come formazione permanente.

Sono però la situazione delle Chiese, i bisogni della gente, le possibilità del catechista stesso e i mezzi a disposizione che devono guidare ogni progetto. Entro tali presupposti di saggezza e di realismo non dovrà mancare un piano formativo, dove i futuri catechisti sono chiamati ad una prima formazione, aperta alle eventuali specializzazioni, cui faranno seguito forme periodiche di aggiornamento, avendo sempre presente le lezioni dell’esperienza e coniugando le informazioni teoriche con un apprendimento pratico guidato (tirocinio).

78. Avendo presente che la prima e permanente esigenza della formazione è quella di crescere nella fede, si propongono come nuclei di contenuto quelli sopra esposti a proposito dell’adulto cristiano, nell’area teologica, antropologica, culturale, ricompresi in ottica catechistica e quindi con peculiare attenzione alla formazione pedagogico-didattica.

79. In particolare, per il catechista laico, si baderà che la formazione possa essere contemporaneamente teorica e pratica, intellettuale e spirituale, attenta alla conoscenza e alla valorizzazione delle relazioni intersoggettive, e accurata nello sviluppo di una mentalità di comunione, secondo i metodi propri alla formazione degli adulti.

Allora soltanto potrà esprimersi efficacemente la qualità secolare della loro identità e missione cristiana.

80. La formazione dei catechisti deve essere responsabilmente gestita dalla Chiesa locale sotto la guida del Vescovo o di organismi e commissioni o istituti di formazione congrui a criteri e programmi previamente stabiliti.

Un catechista degli adulti sarà riconosciuto tale solo dopo un adeguato periodo di formazione iniziale, secondo un progetto base elaborato dalla Chiesa locale e confermato dal " mandato " del Vescovo.

RESPONSABILI NELLA COMUNITÀ

81. La catechesi degli adulti, in quanto servizio della Chiesa per il Regno di Dio, ha nella comunità ecclesiale come il seno materno in cui nasce e sì irrobustisce. Quindi tutta la comunità cristiana vi è impegnata, tanto più che nel caso degli adulti si tratta di membri che ne determinano la solidità e la piena operatività. Perciò nella parrocchia la catechesi degli adulti viene progettata, annunciata pubblicamente nel suo farsi, seguita nelle diverse fasi, diventando essa stessa oggetto di preghiera e di gioiosa attenzione e condivisione.

82. All’interno della comunità cristiana, il Vescovo in qualità di maestro della fede (cf. CT 63) è il primo catechista degli adulti. Egli è chiamato a esercitare tale compito con la peculiare incisività del suo carisma e della sua testimonianza. Si interesserà pertanto in prima persona del piano diocesano della catechesi degli adulti, si informerà del suo svolgimento mediante incontri con i responsabili e con gli stessi catechisti che considererà tra i principali suoi collaboratori, seguirà quindi con attenzione premurosa e cordiale la formazione dei catechisti degli adulti.

Per la responsabilità che gli spetta, il Vescovo attenderà con fraterna carità alle diverse forme di catechesi degli adulti di origine non diocesana.

Data l’importanza ed insieme la complessità del compito, si raccomanda che il Vescovo incarichi una o più persone per dirigere e coordinare direttamente le varie iniziative di catechesi degli adulti nella diocesi.

Giova ricordare che in alcuni paesi, laici preparati prestano valido servizio a livello diocesano e parrocchiale come direttori della catechesi degli adulti. Il loro è un contributo che va incoraggiato e sostenuto.

83. Quello che spetta al Vescovo nella Diocesi viene assunto dai sacerdoti nelle loro comunità, con una pastorale degli adulti che li vede catechisti diretti ed insieme animatori solleciti e rispettosi dei catechisti laici.

Essendo insostituibile il ruolo del sacerdote nella comunità, va fortemente sottolineata la necessità di una solida formazione catechistica dei candidati al sacerdozio, in particolare in ciò che attiene la catechesi degli adulti, imparando ad animare e a collaborare con i catechisti laici.

84. Il presente documento, pur nei suoi dichiarati limiti (cf. Presentazione), può costituire un utile riferimento per i diversi piani nazionali, regionali, diocesani esistenti nelle varie Chiese, adeguandone opportunamente le indicazioni alle loro condizioni pastorali.

Lo stesso va detto per gruppi, movimenti, associazioni che si interessano della catechesi degli adulti, perché sempre e meglio si esprima, nella diversità delle forme, una vera comunione ecclesiale, in piena sintonia con i Pastori, a favore di un azione apostolica più genuina e costruttiva.

CONCLUSIONE

85. Data la reale difficoltà che la catechesi degli adulti incontra nel nostro tempo, molte volte essa dovrà partire ed esprimersi con modestia ed umiltà, con un notevole esercizio di coraggio e di pazienza, dove le attese pur legittime non sempre avranno successo, ma dove anche l’esperienza continuamente ripresa e soprattutto una incrollabile fiducia in Dio, permetteranno di condividere il mistero del Regno: un piccolo seme che lentamente ma sicuramente si fa grande, per la gioia e la salvezza dell’uomo.

86. Alla luce dei pensieri fin qui svolti, giova fissare lo sguardo sulla figura della Vergine Maria, descritta ripetutamente nel Vangelo come colei che ascolta attentamente e medita profondamente nel suo cuore (cf. Lc 1, 29; 2, 19. 51; Atti 1, 14).

Possiamo giustamente vedervi il modello esemplare dell’adulto che accetta il cammino della fede: Maria ascolta la Parola di Dio, sapendola discernere nelle vicende così complesse che fin dall’inizio avvolgono la sua vita; ascolta, ma insieme, da persona adulta, medita lungamente, si interroga e interroga per capire la volontà di Dio; conosciutala, la accoglie con generosità e la mette in pratica.

In seguito, con squisita sensibilità umana e missionaria, decifra le domande delle persone che incontra, come quella degli sposi di Cana, cui fa pervenire, catechista con i fatti oltre che con le parole, la grazia di Cristo.

Maria di Nazaret, la serva fedele e coraggiosa di Dio e degli uomini, che vediamo all’inizio della Chiesa evangelizzante e catechista, possa essere ispiratrice di ogni adulto che si pone nel cammino della fede, ed insieme maestra e modello dei catechisti che come lei si mettono al servizio il
Justee
00lunedì 16 ottobre 2006 18:20
Corte di Cassazione, Sesta Sezione Penale, Sentenza n. 27613/2006

In fatto e in diritto

Con sentenza 12 dic. 2005 la Corte di appello di Roma confermava la sentenza 5/7/2004 del Tribunale della stessa città, con la quale D.D. S. era stata condannata alla pena (sospesa) di euro 800,00 di multa per il delitto di cuiagli artt. 81 e 388 c.p. [1] perché, con più azioni esecutive dello stesso disegno criminoso, non consegnava a D.V., nei giorni indicati dal giudice della separazione, la figlia minore R., eludendone così il provvedimento, in Roma fino al 19/9/1998.

Avverso detta sentenza la D.D. ha proposto ricorso per cassazione tramite il suo difensore.

Dopo una lunga premessa in fatto, nella quale ricostruisce i rapporti tra essa ricorrente ed il coniuge, dal matrimonio contratto il 28/5/93 alla nascita della figlia R. il 13/11/94, ai successivi dissidi tra loro insorti con conseguenti separazione ed attuale stato conflittuale per le controverse modalità in cui hanno avuto luogo gli incontri tra il genitore e la figliola, investe con apprezzamenti che travalicano i limiti della critica la sentenza impugnata; deduce, tra l’altro che la Corte territoriale trova credibile tutto quel che riferisce la parte lesa senza sottoporre tale versione ad una valutazione critica; che non si comprende perché vengano criticate le affermazioni dei medici circa il comportamento del D. che andava a dialogare con la c.t.u. dott. Accattino, accompagnato da due psicologhe; che erroneamente la corte territoriale aveva ritenuto che la ricorrente avrebbe potuto scegliere a piacimento il giorno in cui far seguire alla bambina le lezioni di catechismo; che il racconto dei testi era de relato, tranne quando essi videro la bimba piangere in braccio alla madre.

Osserva il collegio che il ricorso è fondato.

La motivazione della sentenza impugnata ravvisa preliminarmente l’elusione del provvedimento del giudice civile nella scelta del giorno delle lezioni di catechismo della bambina, coincidente con il giorno prefissato per le visite del padre a costei.

Peperò sfugge alla valutazione della corte territoriale che tale comportamento non è sorretto dal dolo.

Ad escluderne la presenza nella condotta della ricorrente sono sufficienti due argomentazioni: la prima, che, secondo una massima di esperienza, è noto che le lezioni di catechismo sono collettive in quanto interessano i ragazzi di ambo i sessi di una determinata fascia di età appartenenti ad una parrocchia e che l’organizzazione di esse (giorno, orario) è stabilita dal clero preposto alla parrocchia in questione compatibilmente agli impegni scolastici dei ragazzi che debbono seguirle; la seconda, che, secondo l’assunto della ricorrente (attendibile perché non contestato ne smentito dal coniuge o da altri), ogni qualvolta che per un impedimento della bambina non aveva luogo l’incontro prestabilito, i genitori concordavano il giorno e l’orario per recuperare il mancato incontro.

La giurisprudenza della SC (ex plurimis sez. VI, 20 gen. 1997, n. 2720) si è già occupata di situazioni simili, affermando che in tema di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile, concernente l’affidamento di un figlio minore, il motivo plausibile e giustificato che può costituire valida causa di esclusione della colpevolezza, anche se non deve configurarsi l’esimente dello stato di necessità, deve comunque essere stato determinato dalla volontà di esercitare il diritto dovere di tutela dell’interesse del minore, in situazione che non abbia potuto essere devoluta al giudice per eventuale modifica del provvedimento.

Conseguentemente la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio perché iol fatto non costituisce reato.

P.Q.M.

La Corte di cassazione annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non costituisce reato.

Roma, 19/6/2006.


Depositata in Cancelleria il 3 agosto 2006.
presso
00domenica 21 ottobre 2007 18:04
Catechismo
Dal greco katéchesis, «istruzione orale», letteralmente «istruzione a viva voce». Il termine indica l'insegnamento finalizzato alla trasmissione della fede cristiana; fu usato da san Luca e da san Paolo per indicare l'istruzione basata sul messaggio evangelico. Con l'organizzazione del catecumenato cristiano, il termine inì per indicare l'insegnamento a preparazione al battesimo e quello che veniva impartito successivamente (catechesi mistagogiche). Non ci è giunto alcun testo di catechesi del periodo apostolico, anche se gli 'Atti degli apostoli' permettono di ricostruirne le grandi linee (discorsi di Pietro: At 2,14-40; 3,12-26; 5,29-32; discorsi di Paolo: At 13,16-41; 17,22-31). Sono delContinua periodo postapostolico importanti opere di catechesi quali la Didaché, il Pastore di Erma, la Lettera a Diogneto; poi, nel IV secolo, le Catechesi di Cirillo, il De mysterìis di Ambrogio, le Catechesi battesimali di Giovanni Crisostomo ecc. La catechesi, che ha come oggetto l'evento salvifico di Cristo, cerca di attualizzare la Rivelazione (sacra Scrittura, tradizione e magistero) alle esigenze storiche dell'uomo. Il concilio Vaticano II ha dato nuovo impulso alla catechesi, favorendone il rinnovamento e l'aggiornamento.
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