Cattolica/Emergency/Amnesty/Unicef

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
(Upuaut)
00domenica 17 giugno 2007 18:30
Il Vaticano smetterà di finanziare Amnesty
Il cardinale Martino: «Siamo profondamente rammaricati ma l'organizzazione è a favore dell'aborto»


ROMA - Il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace, ha annunciato che la Santa Sede smetterà di finanziarie l'organizzazione Amnesty International a causa della sua posizione antiabortista. La notizia è arrivata da Radio Vaticana, che ha citato un'intervista del cardinale al National catholic register. Il cardinale Martino ha espresso profondo rammarico per la presa di posizione abortista di Amnesty International, sottolineando che schierarsi per la depenalizzazione dell'interruzione volontaria della gravidanza rappresenta un tradimento delle finalità istituzionali della stessa organizzazione. Conseguenza inevitabile di tale decisione, spiega il porporato, sarà la sospensione di ogni finanziamento ad Amnesty da parte delle organizzazioni cattoliche. Il presidente di Giustizia e pace ribadisce che non esiste un diritto di aborto internazionalmente riconosciuto, come si deduce dalla Conferenza Onu del Cairo sulla popolazione. È in tale occasione, viene ricordato, che è stato escluso l'aborto come mezzo lecito di controllo delle nascite. La delegazione della Santa Sede in quella occasione era guidata proprio da Martino (allora arcivescovo) all'epoca Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio Onu di New York.
«CULTURA DI MORTE» - «Le lobby abortiste - prosegue il cardinale Martino nell'intervista al National catholic Register - stanno continuando la loro propaganda, che si inquadra in quella che Giovanni Paolo II chiamava la cultura di morte. È estremamente grave, avverte il porporato, che una benemerita organizzazione come Amnesty International si pieghi ora alle pressioni di tali lobby. Si rammenta che tale svolta è stata esortata da parte di alcune sedi nazionali di Amnesty». Di qui, la necessità, per il cardinale Martino, di «intensificare l'impegno dei cattolici, ma anche di ogni persona di buona volontà, in difesa del diritto alla vita di tutti i nascituri, senza impossibili distinzioni tra casi in cui l'uccisione del bimbo nel seno materno sarebbe giusta e altri ingiusta. La soppressione volontaria di ogni vita umana innocente - ha ribadito il capodicastero vaticano - è sempre un delitto e mina alle basi il bene comune della famiglia umana».
AMNESTY REPLICA - La risposta di Amnesty non si è fatta attendere. «Non abbiamo mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano o da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa Cattolica», ha precisato la sezione italiana di Amnesty International. L'organizzazione ricorda che l'articolo uno del suo Statuto internazionale prevede che Amnesty sia «indipendente da governi, partiti politici, chiese, confessioni religiose, organizzazioni, enti e gruppi di qualsiasi genere e svolge la propria attività prescindendo da ogni tendenza a loro propria». Rispetto poi alle altre affermazioni del cardinale Martino, Amnesty International precisa che «nell'aprile 2007 ha adottato una propria policy su alcuni specifici aspetti riguardanti l'aborto. Questa policy ha avuto origine nel contesto della campagna 'Mai più violenza sulle donne', che ha messo in luce la drammatica realtà di donne e bambine vittime di violenza sessuale e che subiscono ancora oggi le conseguenze della violazione dei loro diritti sessuali e riproduttivi». La sua adozione è stata preceduta da una lunga consultazione - ha precisato l'organizzazione - tra sezioni nazionali, gruppi e soci.

@tiskio@
00domenica 17 giugno 2007 22:04
Re:

Scritto da: (Upuaut) 17/06/2007 18.30
Il Vaticano smetterà di finanziare Amnesty
Il cardinale Martino: «Siamo profondamente rammaricati ma l'organizzazione è a favore dell'aborto»


ROMA - Il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace, ha annunciato che la Santa Sede smetterà di finanziarie l'organizzazione Amnesty International a causa della sua posizione antiabortista. La notizia è arrivata da Radio Vaticana, che ha citato un'intervista del cardinale al National catholic register. Il cardinale Martino ha espresso profondo rammarico per la presa di posizione abortista di Amnesty International, sottolineando che schierarsi per la depenalizzazione dell'interruzione volontaria della gravidanza rappresenta un tradimento delle finalità istituzionali della stessa organizzazione. Conseguenza inevitabile di tale decisione, spiega il porporato, sarà la sospensione di ogni finanziamento ad Amnesty da parte delle organizzazioni cattoliche. Il presidente di Giustizia e pace ribadisce che non esiste un diritto di aborto internazionalmente riconosciuto, come si deduce dalla Conferenza Onu del Cairo sulla popolazione. È in tale occasione, viene ricordato, che è stato escluso l'aborto come mezzo lecito di controllo delle nascite. La delegazione della Santa Sede in quella occasione era guidata proprio da Martino (allora arcivescovo) all'epoca Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio Onu di New York.
«CULTURA DI MORTE» - «Le lobby abortiste - prosegue il cardinale Martino nell'intervista al National catholic Register - stanno continuando la loro propaganda, che si inquadra in quella che Giovanni Paolo II chiamava la cultura di morte. È estremamente grave, avverte il porporato, che una benemerita organizzazione come Amnesty International si pieghi ora alle pressioni di tali lobby. Si rammenta che tale svolta è stata esortata da parte di alcune sedi nazionali di Amnesty». Di qui, la necessità, per il cardinale Martino, di «intensificare l'impegno dei cattolici, ma anche di ogni persona di buona volontà, in difesa del diritto alla vita di tutti i nascituri, senza impossibili distinzioni tra casi in cui l'uccisione del bimbo nel seno materno sarebbe giusta e altri ingiusta. La soppressione volontaria di ogni vita umana innocente - ha ribadito il capodicastero vaticano - è sempre un delitto e mina alle basi il bene comune della famiglia umana».
AMNESTY REPLICA - La risposta di Amnesty non si è fatta attendere. «Non abbiamo mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano o da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa Cattolica», ha precisato la sezione italiana di Amnesty International. L'organizzazione ricorda che l'articolo uno del suo Statuto internazionale prevede che Amnesty sia «indipendente da governi, partiti politici, chiese, confessioni religiose, organizzazioni, enti e gruppi di qualsiasi genere e svolge la propria attività prescindendo da ogni tendenza a loro propria». Rispetto poi alle altre affermazioni del cardinale Martino, Amnesty International precisa che «nell'aprile 2007 ha adottato una propria policy su alcuni specifici aspetti riguardanti l'aborto. Questa policy ha avuto origine nel contesto della campagna 'Mai più violenza sulle donne', che ha messo in luce la drammatica realtà di donne e bambine vittime di violenza sessuale e che subiscono ancora oggi le conseguenze della violazione dei loro diritti sessuali e riproduttivi». La sua adozione è stata preceduta da una lunga consultazione - ha precisato l'organizzazione - tra sezioni nazionali, gruppi e soci.




Proabilmente leggete solo i post che fanno comodo perchè abbiamo inserito NOI gia prima questa notizia ... premessa mi frega poco di difendere uno o l'altra fede

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=43257&idd=2627

però non ti poni LA DOMANDA possibile che amnesty dica cosi che non ha mai ricevuto i fondi dal vaticano ?? non è strano , oltretutto tu pensi che i volontari siano di quale estrazione religiosa
Nota non sapevo che amnesty si faceva aiutare dal Vaticano
Aryon°
00mercoledì 20 giugno 2007 23:59
Il Cardinal Martino non ha detto che il Vaticano abbia mai finanziato direttamente Amnesty International. Ma l'hanno fatto tantissime associazioni cattoliche come Acli e Azione Cattolica, oltre che singoli cittadini cattolici. E' a questi che il cardinale si rivolge e mi sembra del tutto giustificato il suo intervento, visto che Amnesty International da un po' di tempo a questa parte si sta spendendo in lungo e in largo per far sì che l'aborto divenga legale in tutto il mondo. Per cui semmai è vergognosa non la scelta del Vaticano, ma quella di quest'associazione, che pur essendo stata fondata da un cattolico ed avendo goduto per questo della simpatia di vari ambienti legati alla Chiesa, si è discostata così tanto dai suoi princìpi.
1x2x
00giovedì 21 giugno 2007 12:03
Re:

Scritto da: Aryon° 20/06/2007 23.59
Il Cardinal Martino non ha detto che il Vaticano abbia mai finanziato direttamente Amnesty International. Ma l'hanno fatto tantissime associazioni cattoliche come Acli e Azione Cattolica, oltre che singoli cittadini cattolici. E' a questi che il cardinale si rivolge e mi sembra del tutto giustificato il suo intervento, visto che Amnesty International da un po' di tempo a questa parte si sta spendendo in lungo e in largo per far sì che l'aborto divenga legale in tutto il mondo. Per cui semmai è vergognosa non la scelta del Vaticano, ma quella di quest'associazione, che pur essendo stata fondata da un cattolico ed avendo goduto per questo della simpatia di vari ambienti legati alla Chiesa, si è discostata così tanto dai suoi princìpi.



Ciao Aryon , volevo aggiungere addirittura volev tagliare i fondi all'unicef , dove io non avrei mai pensato che il Vaticano dava fondi , so che il vaticano ha una posizione permanente all'interno di organismi internazionali
presso
00sabato 30 giugno 2007 13:34
addirittura finanziava anche l'unicef possibile ?
@tiskio@
00mercoledì 22 agosto 2007 13:26
Re:

(Upuaut), 17/06/2007 18.30:

Il Vaticano smetterà di finanziare Amnesty
Il cardinale Martino: «Siamo profondamente rammaricati ma l'organizzazione è a favore dell'aborto»


ROMA - Il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace, ha annunciato che la Santa Sede smetterà di finanziarie l'organizzazione Amnesty International a causa della sua posizione antiabortista. La notizia è arrivata da Radio Vaticana, che ha citato un'intervista del cardinale al National catholic register. Il cardinale Martino ha espresso profondo rammarico per la presa di posizione abortista di Amnesty International, sottolineando che schierarsi per la depenalizzazione dell'interruzione volontaria della gravidanza rappresenta un tradimento delle finalità istituzionali della stessa organizzazione. Conseguenza inevitabile di tale decisione, spiega il porporato, sarà la sospensione di ogni finanziamento ad Amnesty da parte delle organizzazioni cattoliche. Il presidente di Giustizia e pace ribadisce che non esiste un diritto di aborto internazionalmente riconosciuto, come si deduce dalla Conferenza Onu del Cairo sulla popolazione. È in tale occasione, viene ricordato, che è stato escluso l'aborto come mezzo lecito di controllo delle nascite. La delegazione della Santa Sede in quella occasione era guidata proprio da Martino (allora arcivescovo) all'epoca Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio Onu di New York.
«CULTURA DI MORTE» - «Le lobby abortiste - prosegue il cardinale Martino nell'intervista al National catholic Register - stanno continuando la loro propaganda, che si inquadra in quella che Giovanni Paolo II chiamava la cultura di morte. È estremamente grave, avverte il porporato, che una benemerita organizzazione come Amnesty International si pieghi ora alle pressioni di tali lobby. Si rammenta che tale svolta è stata esortata da parte di alcune sedi nazionali di Amnesty». Di qui, la necessità, per il cardinale Martino, di «intensificare l'impegno dei cattolici, ma anche di ogni persona di buona volontà, in difesa del diritto alla vita di tutti i nascituri, senza impossibili distinzioni tra casi in cui l'uccisione del bimbo nel seno materno sarebbe giusta e altri ingiusta. La soppressione volontaria di ogni vita umana innocente - ha ribadito il capodicastero vaticano - è sempre un delitto e mina alle basi il bene comune della famiglia umana».
AMNESTY REPLICA - La risposta di Amnesty non si è fatta attendere. «Non abbiamo mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano o da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa Cattolica», ha precisato la sezione italiana di Amnesty International. L'organizzazione ricorda che l'articolo uno del suo Statuto internazionale prevede che Amnesty sia «indipendente da governi, partiti politici, chiese, confessioni religiose, organizzazioni, enti e gruppi di qualsiasi genere e svolge la propria attività prescindendo da ogni tendenza a loro propria». Rispetto poi alle altre affermazioni del cardinale Martino, Amnesty International precisa che «nell'aprile 2007 ha adottato una propria policy su alcuni specifici aspetti riguardanti l'aborto. Questa policy ha avuto origine nel contesto della campagna 'Mai più violenza sulle donne', che ha messo in luce la drammatica realtà di donne e bambine vittime di violenza sessuale e che subiscono ancora oggi le conseguenze della violazione dei loro diritti sessuali e riproduttivi». La sua adozione è stata preceduta da una lunga consultazione - ha precisato l'organizzazione - tra sezioni nazionali, gruppi e soci.





Un vescovo inglese lascia Amnesty International dopo 30 anni di attività in seguito alla svolta abortista dell'organizzazione








Dal mondo cattolico, ma anche da vari ambiti della società civile, continuano ad arrivare ferme critiche alla decisione, presa da Amnesty International, di inserire tra i diritti umani l’interruzione di gravidanza in caso di violenza sessuale. Amnesty, fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, un anglicano convertito al cattolicesimo, ha ratificato la decisione sull’aborto venerdì scorso durante la sua 28.ma Assemblea generale tenutasi in Messico. La presa di posizione è stata accompagnata da forti polemiche anche all’interno dell'organizzazione umanitaria. Sulla svolta di Amnesty ascoltiamo, al microfono di Lydia O’Kane, il vescovo di East Anglia, mons. Michael Charles Evans, che ha deciso di lasciare l'organizzazione dopo oltre tre decenni di impegno attivo:


R. – I’ve been involved in Amnesty...
Ho lavorato con Amnesty per 31 anni e ho cercato di incoraggiare i cattolici delle parrocchie e delle scuole ad associarsi e a coinvolgere anche altre persone. E’, quindi, una cosa molto triste, perché sono appassionato al lavoro di Amnesty. E’ un’organizzazione meravigliosa che fa un grande lavoro e che ha lavorato con la Chiesa cattolica nel passato. Doverla lasciare è quindi molto triste.


D. – La Chiesa cattolica sostiene completamente l'impegno contro la violenza che colpisce le donne ma ora c'è questa decisione sull'aborto...


R. – That's right. Amnesty at the moment...
Infatti, Amnesty al momento ha una campagna molto importante volta a fermare la violenza contro le donne e dobbiamo sostenerla interamente. Penso che i cattolici debbano fare ancora di più per sostenere le donne che hanno subito stupri o altri tipi di violenze sessuali o ogni tipo di violenza. Dobbiamo vedere se noi, comunità cattolica, stiamo seriamente facendo abbastanza per aiutarle. Ma il modo per aiutare le donne che sono state stuprate non è quello di operare altra violenza contro il bambino dentro di loro. Uno dei diritti umani fondamentali è proprio il diritto alla vita.


D. – Il fondatore di Amnesty era un cattolico: e laici e cattolici finora condividevano lo stesso impegno. Oggi, pensa che questa decisione possa dividere i membri dell'organizzazione?


R. – That was one of my great fear...
Questa è stata una delle mie più grandi paure all’inizio, perché riguardo all’aborto i membri di Amnesty hanno punti di vista diversi. Dovrebbe essere ovvio per loro che se proseguiranno su questa strada, divideranno i membri al loro interno e mineranno il loro lavoro. Questa è la mia paura ed anche una preoccupazione etica. Nel Regno Unito, per esempio, nell'assemblea generale in aprile, solo una parte dei membri ha votato per questa normativa, ma la stragrande maggioranza ha votato per cercare di mantenere la situazione così com'era e non muoversi verso questa direzione. Quindi, le divisioni esistono anche qui in Inghilterra e non solo nel resto del mondo.


D. – Perchè, dunque, Amnesty ha preso questa decisione, visto che molti membri sono cattolici e con questa decisione molti di loro potrebbero lasciarla?


R. – Well, those questions you have to ask…
Dovrebbe fare queste domande ad Amnesty. Il sospetto è che ci siano delle persone all’interno di Amnesty, in particolare in questo Paese e negli Stati Uniti, che formano una lobby molto forte perché venga riconosciuto l’aborto a livello internazionale. Al momento, secondo la legge internazionale, non esiste un diritto all’aborto e loro vogliono che venga invece riconosciuto come diritto universale.


D. – Lei rimane comunque impegnato a difendere il mandato originale di Amnesty in difesa dei diritti umani e contro ogni violazione della dignità dell'uomo. Lei, dunque, continuerà a difendere tutte ciò che condivide con Amnesty...


R. – Very much so...
Sì, proprio così, sto cercando di trovare la via per farlo e penso anche che le organizzazioni cattoliche debbano pensare a come lavorare con organizzazioni di cui non condividono interamente i principi. Nella società capita spesso di collaborare e cooperare con organizzazioni con le quali non si condividono molti aspetti del loro lavoro. Dobbiamo rendere chiaro che non li condividiamo, ma dobbiamo anche trovare una via per lavorare insieme. Non so ancora il modo, ma dobbiamo pensare in modo creativo a tutto questo.




(Upuaut)
00mercoledì 22 agosto 2007 14:34
Re:
presso, 30/06/2007 13.34:

addirittura finanziava anche l'unicef possibile ?




In realtà non ha mai finanziato nè amnesty nè l'unicef.

PS: abortire è un diritto, giustamente riconosciuto dalla maggior parte dei paesi CIZVILIZZATI di questo pianeta.

presso
00lunedì 17 settembre 2007 18:03
Re: Re:
(Upuaut), 22/08/2007 14.34:




In realtà non ha mai finanziato nè amnesty nè l'unicef.

PS: abortire è un diritto, giustamente riconosciuto dalla maggior parte dei paesi CIZVILIZZATI di questo pianeta.




be da come si discute si direbbe di no , abortire sia giusto dipende in quale contesto o con quale metodologia [SM=g28004]


Justee
00sabato 10 novembre 2007 20:29
Vorrei condividere a chi interessa una bella chiaccherata con un sostenitore e fondatore di una bottega del no profit Tatavesco nel mio paese ..
Il ragazzo con cui ho affrontato la cosa era di un paese vicino , religioso Cristiano , ma non schierato (poi vi spiego perchè) , laureato in fisica e fondatore della bottega
siamo partiti dalla nota polemmica tra emergency e il vaticano , e anche lui sosteneva che non c'è stato nessun versamento in denaro da parte della chiesa cattolica , non ci sono e non hanno voluto versamenti dai politici sia del governo di d'alema che di quello di berlusconi
dalle sue parole però traspariva il disagio perchè la bottega è stata data in affido dalla chiesa del mio paese , proprio il sacerdote gli ha chiesto di andare ad aprire li
gli spiegavo che potrebbe essere vera la questione del denaro però doveva darmi atto che in quel locale entrano solo cattolici che vanno in chiesa e cattolic residenti li nel paese , mentre altre confessioni religiose non entrerebbero nemmeno in quel negozio (molte) hanno i propri negozi di prodotti , dove i cattolici entrano , mentre le altre fedi no
gli ho chiesto come si reputava a livello di religione , mi ha detto che sicuramente cristiano ma non cattolico , o almeno non sapeva definirsi , perchè capiva che il suo spirito di volontariato era legato al crisitianesimo e la scintilla era quella di aiutare le persone che a detta di lui gli riempiono il vuoto di chi ha tutto e non può dividerlo con altri
ha suocera e moglie cattolicissime , conoscenti a memmoria della bibbia (alla faccia di bds o chi pensa sempre ai cattolici ignoranti) con cui ha molte discussioni , perchè la sua laurea lo porta sempre ad essere scettico verso i miracoli infatti esempio lui in quelli non crede
abbiamo parlato di gino strada e delle sue avventure in campi di battaglia sia lui che la moglie e della loro fora attraverso il volontariato che costruisce principalmente ospedali , con mezzi e cure gratis
infine e chiudo mi ha fatto piacere avergli inculcato un pò di cattolicesimo , e mi ha soddisfatto perchè comunque gli ho aperto un pò gli occhi del suo mare gli altri
anche lui come me ha fatto il chirichetto e poi ha abbandonato l'oratorio perchè lo ritiene una lobby , e qui mi sono un pò alterato , spiegandogli alcune cose
nulla di che , ma molto di umano , professionale e profondo
Un grazie ad un amico , rappresentante importante di una comunità di emergency
Viviana.30
00lunedì 12 novembre 2007 13:35
Ho unito queste discussioni che hanno in comune lo stesso oggetto , gli aiuti del vaticano a queste organizzazioni
presso
00sabato 5 gennaio 2008 11:25
Gino Strada
L'anno passato, nei Centri chirurgici e in quelli pediatrici e di
maternita' di Emergency, oltre 350.000 persone hanno ricevuto le cure
di cui avevano bisogno. E le hanno ricevute gratuitamente, perche'
insieme al bisogno ne avevano anche diritto.
E' questa la prima voce del nostro "bilancio del 2007". Abbiamo
assistito con professionalita' e passione un grande numero di esseri
umani.
Nel 2007 ci siamo anche trovati, in Afghanistan, ad occuparci di
rapimenti e di scambi di persone. Non lo abbiamo voluto ne' cercato, ma
abbiamo deciso che era nostro dovere fare tutto il possibile perche'
una vita umana in piu' potesse sfuggire alla spietata criminalita'
della guerra. E abbiamo dovuto pagare le conseguenze degli sporchi
giochi della politica di chi fa la guerra.
Siamo stati attaccati da molte parti e in modi diversi. Rahmatullah
Hanefi, manager dell'Ospedale di Emergency a Lashkargah, ha dovuto
subire tre mesi di carcere nel totale isolamento. Su di lui (e su
Emergency) sono piovute calunnie e infamie gratuite.
E' stato fatto di tutto per cacciare Emergency dall'Afghanistan. Siamo
stati accusati di curare i nemici, e si e' fatto di tutto per impedirci
di curarli.
Questo ci e' sembrato intollerabile, e abbiamo preferito chiudere
temporaneamente tutte le nostre strutture piuttosto che accettare
quella imposizione.
Abbiamo lasciato l'Afghanistan per due mesi, fino a quando ci e' stato
chiaro che la posizione della politica di Kabul e di Roma non era piu'
sostenibile. A fare la differenza sono stati tantissimi cittadini e
autorita' afgani, che hanno fatto pressione perche' finisse "la guerra
a Emergency", perche' tornassero ad esistere i 3 ospedali chirurgici,
il Centro di maternita' e quello di pediatria, le 23 cliniche e posti
di primo soccorso sparsi per il Paese, le 3 cliniche all'interno delle
prigioni.
Loro hanno fatto buona guardia, affinche' quel patrimonio della
collettivita' non venisse saccheggiato o affidato agli sciacalli di
turno. Loro hanno difeso i nostri ospedali e ci hanno convinto del
grande sostegno che avremmo trovato tornando ad aprirli.
Cosi' e' stato. Abbiamo potuto riprendere le nostre attivita'
esattamente come prima della irruzione della politica nel nostro
lavoro, i nostri ospedali e centri di medicina sono tornati ad essere
luoghi neutrali e indipendenti, aperti a tutti, luoghi dove non si
hanno ne' si vogliono avere nemici, ma solo pazienti da curare.
Il 2007 e' stato anche l'anno in cui ha aperto i battenti, sul Nilo Blu
alla periferia di Khartoum, il Centro Salam di cardiochirurgia. Una
struttura di assoluta avanguardia, il primo ospedale di alto e livello
e gratuito per i malati di cuore nel continente africano.
In pochi piu' di 6 mesi, al Centro Salam sono state operate oltre 300
persone, in larghissima maggioranza giovani e bambini. In molti si sono
presentati all'ingresso, provenienti da tutte le parti del Sudan per
uno strano tam tam che ha fatto sapere dell'esistenza del Centro a
migliaia di chilometri di distanza. Molti altri sono arrivati da altri
Paesi del continente, dal Ruanda e dalla Eritrea, dalla Repubblica
centrafricana e dal Congo, dopo essere stati visitati e valutati a casa
propria dai cardiologi del Centro.
Abbiamo scoperto nuove tragedie sanitarie, abbiamo constatato enormi e
vitali bisogni insoddisfatti, insopportabili discriminazioni e ancora
piu' insopportabili sofferenze.
Ci siamo occupati dei pazienti, e continuiamo a farlo. Questa io credo
sia Emergency, una associazione non di parte ne' di partito, tenuta in
vita solo dal consenso e dal contributo di centinaia di migliaia di
cittadini italiani.
Grazie a tutti, buon anno e buon lavoro a tutti noi.

Gino Strada
presso
00giovedì 12 giugno 2008 18:39
Re:
(Upuaut), 17/06/2007 18.30:

Il Vaticano smetterà di finanziare Amnesty
Il cardinale Martino: «Siamo profondamente rammaricati ma l'organizzazione è a favore dell'aborto»





Ho ripreso questo post perchè ho verificato che nel sito di amnesty non protestano per i cattolici perseguitati .. strano


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:09.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com