Come le anoressiche vedono se stesse

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Senzapadroni
00sabato 7 luglio 2007 14:02
Tragico e incredibile video



L'anoressia è paradossale perché significa assenza di fame, di desiderio e invece le anoressiche sono affamate, avide e terrorizzate dalla loro avidità. Avendo bisogno disperato di tutto, rinunciano a tutto e non accettano il cibo come sostituto di un amore di cui hanno un bisogno assoluto. L'anoressia è un tentativo di fare ordine dentro di sé ed intorno a sé eliminando il superfluo. "Se non posso controllare il mondo intorno a me e le mie emozioni, mi concentro sul controllo del peso, del corpo e del cibo."

L'anoressica aspira ad essere invisibile non solo perché il suo corpo diventa sempre più magro, ma perché può chiudersi in casa, rifiutare ogni rapporto, sottrarsi alla vista e alla comunicazione con l'altra/o. È un progetto fallimentare ma prima di abbandonarlo c'è bisogno che all'anoressica vengano riconosciuti/e coraggio e sofferenza.
it.wikipedia.org/wiki/Anoressia

L'anoressia, come rifiuto della vita porta alla disgregazione di tutta la famiglia, essa stessa con l'amore può aiutare coloro che ne sono affetti [SM=g27998]

Justee
00domenica 8 luglio 2007 12:26
Re:

Scritto da: Senzapadroni 07/07/2007 14.02
Tragico e incredibile video



L'anoressia è paradossale perché significa assenza di fame, di desiderio e invece le anoressiche sono affamate, avide e terrorizzate dalla loro avidità. Avendo bisogno disperato di tutto, rinunciano a tutto e non accettano il cibo come sostituto di un amore di cui hanno un bisogno assoluto. L'anoressia è un tentativo di fare ordine dentro di sé ed intorno a sé eliminando il superfluo. "Se non posso controllare il mondo intorno a me e le mie emozioni, mi concentro sul controllo del peso, del corpo e del cibo."

L'anoressica aspira ad essere invisibile non solo perché il suo corpo diventa sempre più magro, ma perché può chiudersi in casa, rifiutare ogni rapporto, sottrarsi alla vista e alla comunicazione con l'altra/o. È un progetto fallimentare ma prima di abbandonarlo c'è bisogno che all'anoressica vengano riconosciuti/e coraggio e sofferenza.
it.wikipedia.org/wiki/Anoressia

L'anoressia, come rifiuto della vita porta alla disgregazione di tutta la famiglia, essa stessa con l'amore può aiutare coloro che ne sono affetti [SM=g27998]




Ciao non entro nel merito perchè credo che il messaggio sia chiaro però leggevo proprio ieri sul Corriere di un istituto che si prefiggeva di curarre l'anorresia , ma alla fine lo scopo era secondario infatti hanno chiuso l'istituto perchè fotografavano le ragazze nude ecc.ecc..
Senzapadroni
00domenica 8 luglio 2007 13:10
Mi spiace, non sapevo di questa notizia. Tragicamente ci sono molti che se ne approfittano del dolore altrui incredibile! [SM=g27994] Comunque se quell’immagine potrebbe turbare qualcuno puoi cancellarla se vuoi. Io non ci vedevo nulla di pornografico [SM=g27993] , tanto più che tu stesso mi dici che il messaggio è chiaro…
Ieri ho visto un’amica che ha una figlia anoressica e la cosa mi ha sconvolto per la sua tragedia, non sa più che fare. Tutto ciò la porta ad una disperazione profonda e vede la figlia spegnersi nella sua mancanza di volontà di vivere.
Secondo me è sconvolgente come le mode impongono stili di vita assolutamente innaturali e molte ragazze ci cascano solo per il desiderio di essere accettate e credo che questi problemi siano presenti in molte famiglie più di quanto sembri, televisione e media impongono immagini distorte e questi messaggi sono sempre indirizzati verso le fasce più deboli, i giovani.
Angel.Devil
00martedì 10 luglio 2007 17:23
Salve, scusate se mi permetto di scrivere senza nemmeno essermi presentata, magari rimedierò in seguito, se il mio intervento non vi risulterà sgradito, ma vorrei aggiungere che l'anoressia non è solo una questione di mancanza di amore, spesso l'anoressia è un modo per ottenere il controllo sulla vita di chi ne soffre.
Mi spiego meglio:
non si possono controllare gli eventi che ci circondano, quello che ci accade, ma possiamo controllare il nostro peso, e lo facciamo. In piu' è un rifiuto: il rifiuto del cibo di solito rappresenta il rifiuto di ciò che ci circonda, di quella che è la nostra vita, che non ci piace e non possiamo controllare, di conseguenza rifiutiamo il cibo (il cibo è la vita, il nutrimento) ed abbiamo il controllo su qualcosa che è in relazione con la nostra vita.
Viviana.30
00mercoledì 11 luglio 2007 14:05
Re:

Scritto da: Angel.Devil 10/07/2007 17.23
Salve, scusate se mi permetto di scrivere senza nemmeno essermi presentata, magari rimedierò in seguito, se il mio intervento non vi risulterà sgradito, ma vorrei aggiungere che l'anoressia non è solo una questione di mancanza di amore, spesso l'anoressia è un modo per ottenere il controllo sulla vita di chi ne soffre.
Mi spiego meglio:
non si possono controllare gli eventi che ci circondano, quello che ci accade, ma possiamo controllare il nostro peso, e lo facciamo. In piu' è un rifiuto: il rifiuto del cibo di solito rappresenta il rifiuto di ciò che ci circonda, di quella che è la nostra vita, che non ci piace e non possiamo controllare, di conseguenza rifiutiamo il cibo (il cibo è la vita, il nutrimento) ed abbiamo il controllo su qualcosa che è in relazione con la nostra vita.



Ciao Angel vedi nessun problema anzi , benvenuta e grazie dei tuoi approfondimenti e analisi che sicuramente aiuteranno anche se fosse solo una persona a capire un pò di più , aggiungo secondo tè la religione potrebbe in qualche modo aiutare la psicologia che si frantuma sotto il fardello del vivere quotidiano
Senzapadroni
00mercoledì 11 luglio 2007 17:05
Re:

Scritto da: Angel.Devil 10/07/2007 17.23
non si possono controllare gli eventi che ci circondano, quello che ci accade, ma possiamo controllare il nostro peso, e lo facciamo. In piu' è un rifiuto: il rifiuto del cibo di solito rappresenta il rifiuto di ciò che ci circonda, di quella che è la nostra vita, che non ci piace e non possiamo controllare, di conseguenza rifiutiamo il cibo (il cibo è la vita, il nutrimento) ed abbiamo il controllo su qualcosa che è in relazione con la nostra vita.



Esatto AngelD , ciò che mi ha fatto riflettere su quel che hai detto è appunto questo. Per alcuni adolescenti il rifiuto del cibo si collega alla necessità di controllare la nostra vita, una fase di crescita interiore molto importante questa ed è appunto questa necessità che ci porta all’estremo a controllare l’unica cosa che possiamo controllare. Il cibo. Ora non è certo mia intenzione colpevolizzare i genitori né tanto meno le mamme, che sono maggiormente implicate in queste problematiche, ma perso che sia da lì che bisognerebbe partire. Alcune mamme cercano di controllare la vita dei figli, ed in questo caso l’oggetto maggiore è il controllo totale della vita delle figlie. Mi spiego. Alcune mamme sono magari un po’ troppo, diciamo “invadenti”, vorrebbero riversare sulle figlie le loro frustrazioni e problematiche a tal punto da stabilire per loro la scelta dei loro interessi, che abbracciano una gran varietà di cose: istruzione, amici, religione, vestiti, musica, trucco, libri, divertimenti, senza peraltro tenere in considerazione le loro inclinazioni, e a volte le loro personalità e del loro fragile equilibrio.
Io penso che questo periodo, l’adolescenza, sia un periodo che determini lo sviluppo della personalità, ma quando questa personalità viene “schiacciata” dalla personalità materna ecco che l’anima si divide e si disgrega e l’unico “sfogo” o l’unico modo che ha la ragazza è proprio quella di “controllare” la fame. Solo controllando la fame ci si “appropria” del “Sé” interiore, creandosi in questo un punto di “forza” e di ribellione.
Tu che ne pensi AngelD? [SM=x511460]
presso
00domenica 15 luglio 2007 20:55
Re:

Mi spiego meglio:
non si possono controllare gli eventi che ci circondano, quello che ci accade, ma possiamo controllare il nostro peso, e lo facciamo. In piu' è un rifiuto: il rifiuto del cibo di solito rappresenta il rifiuto di ciò che ci circonda, di quella che è la nostra vita, che non ci piace e non possiamo controllare, di conseguenza rifiutiamo il cibo (il cibo è la vita, il nutrimento) ed abbiamo il controllo su qualcosa che è in relazione con la nostra vita.



Ciao Angel , magari sono un pò provocatoria e me ne scusa ..io penso invece che il problema sia essenzialmente che abbiamo ragazze ,che vivono male il loro tempo , oltretutto condito con la non crescita e responsabilità delle problematiche della vita che oggi ci circondano
E anche chiaro che un insieme di eventi che ci colpiscono , diciamo che un 50% è colpa della società e un 50 % colpa di noi stessi

benimussoo
00mercoledì 18 luglio 2007 21:29
Una voce autorevole del Governo dice.....

Dal numero di Luglio-agosto ’07 di Vita&Salute

Come un chiodo
Il Ministro Giovanna Melandri in un’esclusiva intervista per Vita&Salute

Il «Manifesto» per arginare il fenomeno l’anoressia del Ministro per le politiche giovanili.
La moda veicolo di un’immagine distorta del corpo femminile

di Massimo Ilari

Ministro Melandri, che rilevanza hanno i disturbi alimentari fra i giovani?
«La mia attenzione al fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare tra i più giovani si è attivata sin dalle prime settimane di vita del nuovo Ministero per le politiche giovanili. I dati segnalano una vera e propria epidemia sociale: 3 milioni di italiani soffrono di un disturbo del comportamento alimentare e 9 su 10 sono donne, con un’età di insorgenza della patologia che generalmente va dai 14 ai 25 anni. L’anoressia è la prima causa di morte psichiatrica nel nostro paese e, secondo i risultati di un’indagine condotta pochi mesi fa dalla Società italiana di pediatria, il 64 per cento delle ragazzine italiane vorrebbe essere più magra e più del 30 per cento si sottopone a una “dieta fai da te”. A questi numeri si sono aggiunte le riflessioni degli specialisti (psichiatri, psicoterapeuti e nutrizionisti) che unanimemente hanno ravvisato nei modelli socioculturali e nell’eccessiva diffusione del “mito della magrezza” uno dei fattori che contribuiscono al diffondersi di queste malattie. Dunque, come Ministro per le politiche giovanili ho pensato che potesse essere utile promuovere un’iniziativa per affiancare il lavoro sul versante sanitario del Ministro della salute, Livia Turco, con azioni sul fronte sociale dei disturbi del comportamento alimentare.
Dopo le mie prime iniziative pubbliche su questo tema sono, poi, arrivate anche le lettere delle ragazze e delle famiglie, insieme alle prime telefonate e visite degli esperti (psichiatri, psicoterapeuti, nutrizionisti) che si sono generosamente messi a disposizione del Ministero per aiutarci a comprendere pienamente le caratteristiche del fenomeno e che ci hanno incoraggiato a intraprendere la nostra iniziativa.
Il libro Come un chiodo racconta questo percorso. Raccoglie le conoscenze che abbiamo acquisito e precisa alcune scelte che abbiamo fatto in Italia, a differenza di altri paesi; scelte che talvolta l’approssimazione mediatica ha frainteso o equivocato. Per esempio, l’aver preferito un Manifesto di autoregolamentazione a una legge e di non aver utilizzato il valore dell’Indice di massa corporea come unico valore discriminante per poter sfilare o non sfilare».
Diverse indagini evidenziano che l’anoressia è molto elevata nella categoria professionale delle modelle e tra le ragazze che prendono parte ai concorsi di bellezza. È vero?
«Direi proprio di sì. E la conferma arriva da una ricerca Edit-Dca del 2005, Gruppo interdisciplinare per lo studio e la terapia dei disturbi alimentari, sul comportamento alimentare. L’indagine è stata condotta su un campione di 42 modelle professioniste, italiane e straniere, e di 47 ragazze partecipanti a concorsi di bellezza, di età compresa tra i 13 e i 35 anni. Lo studio, non ancora pubblicato, ma il Gruppo ci ha fornito ampie anticipazioni, mostra che sul campione totale preso in esame ben il 55 per cento dei soggetti soffre di una magrezza psicologica e che la categoria professionale in oggetto è più esposta di altre all’insorgere di disturbi del comportamento alimentare rispetto al resto della popolazione. Un quadro, questo, certamente preoccupante e che ha reso necessario l’avvio a livello istituzionale e governativo, in vari paesi del mondo, di campagne di sensibilizzazione, prevenzione e con! trasto. È proprio a partire dalla drammaticità del fenomeno che parte la sfida che abbiamo voluto lanciare con il gesto simbolico e concreto del Manifesto nazionale di autoregolamentazione della moda italiana contro l’anoressia».
È un j’accuse al mondo della moda?
«Assolutamente no, e questo finalmente gli operatori l’hanno capito. Sono convinta che le istituzioni abbiano dato un primissimo segnale di impegno sul fronte del contrasto all’anoressia e alla bulimia, malattie spesso avvolte da un velo di vergogna, di silenzio. Sono convinta anche che sia arrivato un bel segnale di disponibilità e responsabilità sociale da parte delle imprese del mondo della moda, protagoniste del sistema economico nazionale e internazionale. Insieme alle due principali istituzioni della moda nazionale, Camera Nazionale della Moda italiana e Alta Roma, siamo riusciti ad attivare un’inedita sensibilità popolare impostata sulla necessità di contrastare i modelli culturali della magrezza estrema, diversificando i modelli della bellezza per suggerire alle donne un rapporto più sano e più libero con l’idea della propria immagine corporea. Siamo pienamente consapevoli di aver f! atto solo una “piccola cosa”, di aver provato ad agire solo su uno dei fattori (quello socioculturale) che contribuiscono alla diffusione di anoressia e bulimia. Sappiamo bene che per prevenire e curare queste malattie, è indispensabile per esempio moltiplicare i centri pubblici e convenzionati di cura, senza dimenticare la grande sfida educativa che coinvolge anche la scuola e la famiglia. Strade che abbiamo intenzione di percorrere insieme al Ministero della salute e della pubblica istruzione per un’azione ad ampio raggio e di lungo termine».

Come riconoscerla
- L'anoressia, detta anche anoressia nervosa (AN), è un disturbo del comportamento alimentare dalle origini molto antiche. La prima descrizione clinica dell'anoressia nervosa risale infatti al 1689, quando viene pubblicato a opera del medico britannico Richard Morton il primo resoconto di due pazienti (un maschio di 16 anni e una femmina di 1[SM=g27989] che rifiutavano di alimentarsi in assenza di cause organiche di malattia.
- Magrezza estrema, non costituzionale, rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima di peso ritenuta normale (il peso del soggetto deve essere sotto l'85 per cento del peso previsto in base all'età e all’altezza e/o all'indice di massa corporea inferiore a 17,5).
- È presente il rifiuto di mantenere il proprio peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età e la statura. Un esempio? Perdita di peso che porta a mantenere il valore al di sotto dell’85 per cento rispetto a quanto previsto. E anora, incapacità di raggiungere il peso previsto durante il periodo della crescita in altezza: il peso resta sempre al di sotto dell’85 per cento rispetto a quanto previsto.
- Terrore di acquistare peso o di diventare grassi, anche se si è sottopeso.
- Alterazione del modo in cui si vive il proprio peso o la forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della condizione di sottopeso che si vive in quel momento.
- Spesso non è facile accorgersene, i soggetti affetti da anoressia nervosa sono bugiardi con se stessi e con gli altri e fanno di tutto per nascondere la loro malattia.
- Nelle donne dopo il menarca, menorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. La donna è ritenuta amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni, per esempio estrogeni.
- Vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.
- Non è indispensabile presentare tutti i parametri elencati, in alcuni casi ne basta anche uno solo per diagnosticare la patologia.
Justeee
00domenica 9 settembre 2007 19:56
sentivo proprio in un programma , mi sembra uno mattina che una ragazza è riuscita a vernir fuori dalla malattia attraverso l'aiuto di Dio perchè nella sua solitudine ha trovato compagnia in lui
Senzapadroni
00lunedì 10 settembre 2007 20:01
E' vero quello che dici Marco, e io credo fermamente nei miracoli. Sì credo che la fede, ne basta poca in realtà, possa smuovere le montagne.
Ci sono esperienze straordinarie al riguado dove la fede ha salvato persone come alcolisti, tossicodipendenti, ha dato la forza al debole ed al sofferente. E credo che anche in queste patologie, come la bulimia e l'anoressia, la fede ha contribuito a cambiare le persone.
La fede ed anche un pizzico di amore da parte di chi ti sta vicino. [SM=x511460]
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