Confessa in tv di essere gay: il Vaticano sospende alto prelato

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(Upuaut)
00domenica 14 ottobre 2007 11:36
Riconosciuto attraverso le riprese della trasmissione Exit
Prese parte, coperto dall'anonimato, alla prima puntata
Confessa in tv di essere gay
il Vaticano sospende alto prelato

Accusato di aver fatto entrare la troupe è stato anche denunciato alle autorità


di ORAZIO LA ROCCA



CITTA' DEL VATICANO - Scandalo all'ombra di S. Pietro. Le autorità vaticane tre giorni fa hanno sospeso dall'incarico e sottoposto a procedimento disciplinare un monsignore capoufficio di uno dei più importanti dicasteri pontifici, la Congregazione per il Clero, il "ministero" pontificio retto dal cardinal-prefetto Claudio Hummes, brasiliano, che sovrintende, tra l'altro, alla gestione degli oltre 400 mila sacerdoti presenti in tutte le diocesi del mondo e alla formazione religiosa di seminaristi e catechisti.

Motivo: l'alto prelato - un monsignore di circa 60 anni ben portati, titolare di rubriche giornalistiche su siti attenti alla vita della Chiesa e del Vaticano, tra i volti più noti dell'emittente cattolica Telepace dove per anni ha curato rubriche a carattere religioso - avrebbe preso parte, anonimamente, alla discussa prima puntata di Exit presentata da Ilaria D'Amico e andata in onda il primo ottobre scorso sull'emittente La7, che tra i reportage trasmessi ha presentato anche una inchiesta sull'omosessualità dei preti nella Chiesa cattolica.

Nel servizio, quattro persone che si presentavano come sacerdoti, ripresi con volti e voci contraffatte con alle spalle edifici religiosi con flash puntati pure sullo sfondo di piazza San Pietro, avevano confessato le loro preferenze sessuali, ammettendo senza troppi giri di parole di essere gay.

Uno dei quattro intervistati, stando a quanto hanno verificato i vertici della Congregazione per il Clero, sarebbe uno dei monsignori che ricopre la carica di capo ufficio nello stesso dicastero. Un alto prelato fino a pochi giorni fa in "ascesa" nell'establishment vaticano, perché titolare di altri due importanti incarichi, alla Commissione speciale per la trattazione delle cause di dispensa dei sacerdoti e alla Peregrinatio Ad Petri Sedem, l'organismo responsabile dei pellegrinaggi in arrivo in Vaticano, nell'ambito del quale operava nella Consulta pastorale.

Nell'intervista concessa ad Exit si vede che il monsignore fa accomodare spontaneamente nel suo ufficio il suo interlocutore al quale rivela con molta naturalezza la sua omosessualità, spiegando persino di "non sentirsi in peccato", ma di doverlo fare di nascosto per non essere richiamato dai superiori vista l'attuale ferma opposizione della dottrina cattolica in materia di celibato sacerdotale ed omosessualità.

Quasi un guanto di sfida sul piano della pastorale sociosessuale lanciato alle autorità pontificie dall'interno del Vaticano, nella convinzione di poter parlare liberamente perché protetto dall'anonimato.
Ma non tutto - a quanto sembra - è andato per il verso giusto, perché subito dopo la messa in onda del servizio in Vaticano qualcuno ha riconosciuto la stanza dell'incauto sacerdote trasformata in improvvisato set per registrare l'intervista, e dove si sospetta possa essere avvenuto anche qualche "episodio" a luci rosse.

Riconosciuti nel filmato pure l'ascensore di accesso alla Congregazione del Clero e la porta di ingresso del dicastero, ripresi dalle telecamere mentre il prelato fa accomodare l'intervistatore. Dopo una più attenta verifica del servizio ed una veloce inchiesta interna, facilitata anche dal fatto che l'unico a tenere la chiave dell'ufficio era il capo ufficio incriminato, il monsignore è stato immediatamente sospeso dall'incarico e denunciato alle autorità giudiziarie pontificie che hanno subito aperto un fascicolo a suo carico.

Da tre giorni la porta dell'ufficio è chiusa a chiave, nessuno vi può entrare, il telefono squilla a vuoto, sia quello del posto di lavoro del monsignore che quello di casa. Non si sa se dopo la sospensione si arriverà al licenziamento, eventualità che dovrà essere presa in considerazione dal tribunale pontificio dopo un dibattimento previsto dalle leggi vaticane. Da qualche giorno, però, dell'alto prelato si sono perse le tracce.

(13 ottobre 2007)

www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/monsignore-gay/monsignore-gay/monsignore-...
(Upuaut)
00domenica 14 ottobre 2007 16:46
Incredibile come il Vaticano, esattamente come Ahmadinejad fa con l’intero Iran, pretenda che al suo interno vi sia la “purezza eterosessuale” inducendo la gente a credere che non vi possano essere gay fra i prelati.
Ma ancora più vergognosa è la rimozione di un prelato solo perchè gay, come se questo fosse a tutti i costi un pedofilo. Invece di punire i pedofili veri e propri preferiscono confermare la loro tremenda ignoranza omofobica confondendo pedofili con omosessuali.
Secondo il Vaticano, quindi, i violentatori di bambini vanno difesi, gli omosessuali vanno discriminati.

Insomma: uno schifo sopra l’altro.

mioooo
00mercoledì 17 ottobre 2007 19:27
Re:
(Upuaut), 14/10/2007 16.46:

Incredibile come il Vaticano, esattamente come Ahmadinejad fa con l’intero Iran, pretenda che al suo interno vi sia la “purezza eterosessuale” inducendo la gente a credere che non vi possano essere gay fra i prelati.
Ma ancora più vergognosa è la rimozione di un prelato solo perchè gay, come se questo fosse a tutti i costi un pedofilo. Invece di punire i pedofili veri e propri preferiscono confermare la loro tremenda ignoranza omofobica confondendo pedofili con omosessuali.
Secondo il Vaticano, quindi, i violentatori di bambini vanno difesi, gli omosessuali vanno discriminati.

Insomma: uno schifo sopra l’altro.




ma secondo me non leggi gli articoli , io sono arrivato a tutt'altra conclusione .. l'essere gay non implica desiderare un uomo e dunque a senso ?? la purezza del rapporto con Cristo deve esserci se no è finità ed è anche chiaro che se tu non credi non ti può fregar di meno


(Upuaut)
00mercoledì 17 ottobre 2007 20:37
Re: Re:
mioooo, 17/10/2007 19.27:



ma secondo me non leggi gli articoli , io sono arrivato a tutt'altra conclusione .. l'essere gay non implica desiderare un uomo e dunque a senso ?? la purezza del rapporto con Cristo deve esserci se no è finità ed è anche chiaro che se tu non credi non ti può fregar di meno





Appunto: se deve esserci un voto di castità, questo vale tanto per un eterosessuale quanto per un omosessuale, visto che ENTRAMBI hanno dei desideri sessuali da reprimere.
La rimozione di un prelato solo perchè gay, quindi, è un atto di pura omofobia.
presso
00giovedì 25 ottobre 2007 20:44
I cattolici non accettano di riconoscere uguale ruolo sociale agli atti e alle unioni omosessuali rispetto all’amore e al matrimonio fra un uomo e una donna. Attenzione: «atti e unioni» omosessuali, non persone. Non conosco nessun intervento della Chiesa dove non si cominci con il sottolineare la dignità della persona omosessuale in quanto persona. La magna charta della Chiesa sul tema, la lettera del 1986 firmata da Joseph Ratzinger a nome della Congregazione per la dottrina della fede, esprime la più recisa condanna delle «espressioni malevole e azioni violente» contro qualunque omosessuale, dichiarandole «lesive dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile». La Chiesa, dunque, non ha bisogno di lezioni: quando è in gioco la difesa della dignità di ogni persona - credente o non credente, eterosessuale o omosessuale, sano o malato - si trova sempre in prima linea. Ma l’uguale dignità della persona omosessuale non significa che la sua unione con una persona dello stesso sesso abbia lo stesso ruolo sociale e debba godere dello stesso riconoscimento giuridico del matrimonio.

Chi attacca la Chiesa ha capito poco o nulla del metodo Ratzinger. Dal momento che i cattolici - che nel mondo non sono maggioranza - devono allearsi con altri per vincere le loro battaglie, compresa quella contro il matrimonio gay, il Papa preferisce non argomentare anzitutto sulla base della teologia e del Vangelo, ma della ragione.

Anche in tema di omosessualità il documento del 1986 - seguito da una buona ventina d’interventi dell’attuale Papa - si appella in primo luogo alla «ragione umana». Se si limitasse a citare il Vangelo, parlerebbe ai soli cattolici. È invece utilizzando argomenti di ragione che Ratzinger cerca di mettere insieme credenti e non credenti, uniti dall’idea che gli atti e le unioni omosessuali non possano vedersi riconosciuto lo stesso ruolo sociale del matrimonio senza minare le basi stesse su cui si regge da secoli la società. A chi obietta che l’idea di ragione della Chiesa non è la stessa, per esempio, di Zapatero, Ratzinger ha risposto in uno splendido discorso del 5 ottobre scorso che non ci sono una ragione cattolica, una laica e una musulmana o buddhista. C’è una ragione capace di leggere correttamente il reale e una che sbaglia. E chi sbaglia non lo decide il Papa, ma il buon senso. Il comune buon senso sa che rubare, uccidere, spacciare droga è male. Sa anche che le unioni omosessuali non sono la stessa cosa del matrimonio: non fanno nascere bambini, non sono il luogo normale dove i minori sono educati, non hanno costruito quella famiglia che è stata per secoli, piaccia o no, la cellula fondamentale della società occidentale e ne ha garantito la sanità e la coesione.

L’ipotesi secondo cui qualcuno nasce omosessuale non è nuova: è stata formulata nel 1897 da Magnus Hirschfeld. Nonostante abbia conquistato lobby influenti nell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è mai stata dimostrata. Il biologo Simon Le Vay, ripetutamente indicato come scopritore del fondamento genetico dell’omosessualità, ora dichiara di «non avere mai asserito questo». Gli studi sui gemelli di Bailey e Pillard, che avrebbero dovuto dare la prova finale che omosessuali si nasce, hanno concluso che questa prova non c’è. I dati più recenti di Dean Hamer, celebrato come lo scopritore del cosiddetto «marcatore omosessuale», sottolineano che oltre il 70% degli omosessuali non presenta tale «marcatore». Allo stato delle ricerche degli scienziati (non dei preti o pastori) si può parlare in «casi singoli» di una «predisposizione», ma non di una determinazione genetica comune e irrevocabile. L’educazione e la socializzazione sembrano i fattori cruciali.

La Chiesa attende serena. Più laica delle lobby omosessuali, chiede solo che il dibattito scientifico sia condotto senza divieti formulati sulla base di pregiudizi, secondo cui «gay si nasce» è un dogma e chi sostiene che «gay si diventa» è un nazista.

(Upuaut)
00venerdì 26 ottobre 2007 13:47
Re:
presso, 25/10/2007 20.44:


I cattolici non accettano di riconoscere uguale ruolo sociale agli atti e alle unioni omosessuali rispetto all’amore e al matrimonio fra un uomo e una donna.


Sì, ed è semplicemente inaccettabile.

presso, 25/10/2007 20.44:


Attenzione: «atti e unioni» omosessuali, non persone. Non conosco nessun intervento della Chiesa dove non si cominci con il sottolineare la dignità della persona omosessuale in quanto persona.


E' ora di finirla con questi giochetti di parole.
E' impossibile condannare l'atto omosessuale senza condannare l'omosessuale stesso, così come è impossibile condannare l'atto eterosessuale senza condannare l'eterosessuale stesso, in quanto fa parte della sua natura intrinseca, istintuale, ed incancellabile.


presso, 25/10/2007 20.44:


La magna charta della Chiesa sul tema, la lettera del 1986 firmata da Joseph Ratzinger a nome della Congregazione per la dottrina della fede, esprime la più recisa condanna delle «espressioni malevole e azioni violente» contro qualunque omosessuale, dichiarandole «lesive dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile».


E' troppo poco. Le più frequenti espressioni malevole provengono proprio da Ratzinger, bagnasco e dall'ambiente clericale in generale.
Essere contrari alla parificazioni di diritti, naturalmente, è un espressione malevola.


presso, 25/10/2007 20.44:


La Chiesa, dunque, non ha bisogno di lezioni: quando è in gioco la difesa della dignità di ogni persona - credente o non credente, eterosessuale o omosessuale, sano o malato - si trova sempre in prima linea. Ma l’uguale dignità della persona omosessuale non significa che la sua unione con una persona dello stesso sesso abbia lo stesso ruolo sociale e debba godere dello stesso riconoscimento giuridico del matrimonio.


La Chiesa Cattolica ha bisogno eccome di lezioni, sia di buona educazione, che di educazione scientifica.
Non solo perchè la dignità di un gay non sppia nemmeno cosa sia, ma soprattutto perchè si ostina a credere che il continuare a ripetere che un matrimonio gay non possa stare sullo stesso piano giuridico di quello eterosessuale non sia una discriminazione.
Altra cosa su cui la Chiesa Cattolica ha irgentemente bisogno di essere istruita, è il fatto, riconoscito scientificamente, che l'omosessualità non è e non può essere considerata una malattia, e che essa è semplicemente una forma sana di sessualità alternativa e non patologica all'eterosessualità.


presso, 25/10/2007 20.44:


Chi attacca la Chiesa ha capito poco o nulla del metodo Ratzinger. Dal momento che i cattolici - che nel mondo non sono maggioranza - devono allearsi con altri per vincere le loro battaglie, compresa quella contro il matrimonio gay, il Papa preferisce non argomentare anzitutto sulla base della teologia e del Vangelo, ma della ragione.


Chi difende ancora la Chiesa nonostante la sua palese ignoranza (che troppo spesso si trasforma in intolleranza) ha capito poco o nulla, sia della Chiesa, sia della Società, sia dell'omosessualità.
Ratzinger non ha davvero alcuna argomentazione razionale per contrastare il DIRITTO al matrimonio fra omosessuali, se non la sua dogmatica e spietata omofobia.



presso, 25/10/2007 20.44:


Anche in tema di omosessualità il documento del 1986 - seguito da una buona ventina d’interventi dell’attuale Papa - si appella in primo luogo alla «ragione umana». Se si limitasse a citare il Vangelo, parlerebbe ai soli cattolici. È invece utilizzando argomenti di ragione che Ratzinger cerca di mettere insieme credenti e non credenti, uniti dall’idea che gli atti e le unioni omosessuali non possano vedersi riconosciuto lo stesso ruolo sociale del matrimonio senza minare le basi stesse su cui si regge da secoli la società.


Se questo significasse fare uso della Ragione, io sarei Marlon Brando.
Ratzinger non solo fa ragionamenti fideistici (buoni solo per chi già condivide la sua stessa ottusa ideologia), ma addirittura pretende che questi suoi discorsi siano giustificati da un (in realtà inesistente) della Ragione! Questo è veramente ridicolo, oltre che smisuratamente falso.
Il mondo cattolica si affanna a dire che il matrimonio gayu causerebbe la fine del mondo, ma non è MAI riuscito a spiegarne il perchè. La verità è che un perchè non esiste, e che il matrimonio gay è un diritto inderogabile che prima o poi qualunque Paese civilizzato degno di questo nome dovrà adottare.


presso, 25/10/2007 20.44:


A chi obietta che l’idea di ragione della Chiesa non è la stessa, per esempio, di Zapatero, Ratzinger ha risposto in uno splendido discorso del 5 ottobre scorso che non ci sono una ragione cattolica, una laica e una musulmana o buddhista. C’è una ragione capace di leggere correttamente il reale e una che sbaglia. E chi sbaglia non lo decide il Papa, ma il buon senso.


Esattamente. Ed è proprio per questo che la Ragione ed il Buon Senso ci portano inesorabilmente alla ovvia conclusione che le "verità" di ratzinger sono tuttaltro che verità razionali, e che il diritto al matrimonio, allargato anche agli omosessuali, è una verità di buon senso, a cui ci si arriva solo con l'uso della Ragione, di cui ratzinger non è particolarmente dotato. Solo una "verità" dogmaticamente ideologica, falsa, ed infame può portare Ratzinger a dire che il matrimonio gay è un danno per la società.


presso, 25/10/2007 20.44:


Il comune buon senso sa che rubare, uccidere, spacciare droga è male. Sa anche che le unioni omosessuali non sono la stessa cosa del matrimonio: non fanno nascere bambini, non sono il luogo normale dove i minori sono educati, non hanno costruito quella famiglia che è stata per secoli, piaccia o no, la cellula fondamentale della società occidentale e ne ha garantito la sanità e la coesione.


Il Buon Senso e la Ragione ci dicono che il matrimonio non esiste al solo scopo di avere dei figli (che nascono benissimo anche al di fuori di un matrimonio), bensì è fatto affinchè una coppia di persone che si amano siano riconosciute come tali, ed abbiano il giusto riconoscimento giuridico ed etico da parte dello Stato (ovvero da parte della Società) in cui vivono.
Il Buon Senso e la Ragione ci dicono altresì che vietare il matrimonio tra omosessuali è senza ombra di dubbio una INUTILE DISCRIMINAZIONE, da eliminare al più presto.


presso, 25/10/2007 20.44:


L’ipotesi secondo cui qualcuno nasce omosessuale non è nuova: è stata formulata nel 1897 da Magnus Hirschfeld. Nonostante abbia conquistato lobby influenti nell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è mai stata dimostrata. Il biologo Simon Le Vay, ripetutamente indicato come scopritore del fondamento genetico dell’omosessualità, ora dichiara di «non avere mai asserito questo». Gli studi sui gemelli di Bailey e Pillard, che avrebbero dovuto dare la prova finale che omosessuali si nasce, hanno concluso che questa prova non c’è. I dati più recenti di Dean Hamer, celebrato come lo scopritore del cosiddetto «marcatore omosessuale», sottolineano che oltre il 70% degli omosessuali non presenta tale «marcatore». Allo stato delle ricerche degli scienziati (non dei preti o pastori) si può parlare in «casi singoli» di una «predisposizione», ma non di una determinazione genetica comune e irrevocabile. L’educazione e la socializzazione sembrano i fattori cruciali.


Tutto ciò è scientificamente falso. E se anche non lo fosse, di certo non cambierebbe di una virgola le conclusioni a cui il BuonSenso e la Ragione ci portano.

presso, 25/10/2007 20.44:


La Chiesa attende serena. Più laica delle lobby omosessuali, chiede solo che il dibattito scientifico sia condotto senza divieti formulati sulla base di pregiudizi, secondo cui «gay si nasce» è un dogma e chi sostiene che «gay si diventa» è un nazista.



Non esiste e non è mai esistita nessuna lobby omosessuale. La scienza, quella laica, quella autentica, sa per certo che le fandonie ideologiche che la Chiesa Cattolica ci propina sull'omosessualità sono dimostratamente erronee.
Che gay si nasca o no, non ha importanza. Ciò che è veramente importante è che un gay lo sarà per sempre, così come un etero sarà etero per sempre (a meno di casi di bisessualità, che è un'altra cosa ancora!), e qualunque tipo di orientamento sessuale (omosessualità compresa) non è e non può in alcun modo razionale essere considerato una malattia. Per buona pace dei molti omofobi che popolano il mondo cattolico.







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