Cosa è la Scienza per La Bibbia/quantistica

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Justee
00martedì 14 settembre 2004 21:29
Numeri 24:16 così dice colui che ode le parole di Dio,
che conosce la scienza dell'Altissimo,
che contempla la visione dell'Onnipotente,
colui che si prostra e a cui si aprono gli occhi:

Giobbe 15:2 «Il saggio risponde forse con vana scienza?
Si gonfia il petto di vento?

Giobbe 21:22 S'insegnerà forse a Dio la scienza?
A lui che giudica quelli di lassù?

Giobbe 36:3 Io trarrò la mia scienza da lontano
e renderò giustizia a colui che mi ha fatto.

Giobbe 36:4 Per certo, le mie parole non sono bugiarde;
ti sta davanti un uomo dotato di perfetta scienza.

Giobbe 37:16 Conosci tu l'equilibrio delle nuvole,
le meraviglie di colui la cui scienza è perfetta?

Proverbi 1:7 Il timore del SIGNORE è il principio della scienza;
gli stolti disprezzano la saggezza e l'istruzione.

Proverbi 1:22 «Fino a quando, stolti, amerete la stoltezza?
Fino a quando i beffardi prenderanno gusto a schernire
e gli stolti avranno in odio la scienza?

Proverbi 1:29 Poiché hanno odiato la scienza,
non hanno scelto il timore del SIGNORE,

Proverbi 2:5 allora comprenderai il timore del SIGNORE
e troverai la scienza di Dio.

Proverbi 2:6 Il SIGNORE infatti dà la saggezza;
dalla sua bocca provengono la scienza e l'intelligenza.

Pr 4:13-27; 5:1-11
Proverbi 2:10 Perché la saggezza ti entrerà nella mente,
la scienza sarà la delizia del tuo cuore,

Proverbi 3:20 Per la sua scienza gli abissi furono aperti,
e le nuvole distillano la rugiada.

Proverbi 5:2 affinché tu conservi l'accorgimento,
e le tue labbra custodiscano la scienza.

Proverbi 8:9 Sono tutte rette per l'uomo intelligente,
giuste per quelli che hanno trovato la scienza.

Proverbi 8:10 Ricevete la mia istruzione anziché l'argento,
e la scienza anziché l'oro scelto;

Proverbi 8:12 Io, la saggezza, sto con l'accorgimento
e ho trovato la scienza della riflessione.

Proverbi 10:14 I saggi tengono in serbo la scienza,
ma la bocca dello stolto è una rovina imminente.

Proverbi 11:9 Con la sua bocca l'ipocrita rovina il suo prossimo,
ma i giusti sono liberati grazie alla loro scienza.

Proverbi 12:1 Chi ama la correzione ama la scienza,
ma chi odia la riprensione è uno stupido.

Proverbi 14:6 Il beffardo cerca la saggezza e non la trova,
ma per l'uomo intelligente la scienza è cosa facile.

Proverbi 14:7 Vattene lontano dallo stolto;
sulle sue labbra certo non hai trovato scienza.

Proverbi 14:18 Gli sciocchi ereditano stoltezza,
ma i prudenti s'incoronano di scienza.

Proverbi 15:2 La lingua dei saggi è ricca di scienza,
ma la bocca degli stolti sgorga follia.

Proverbi 15:7 Le labbra dei saggi diffondono scienza,
ma non così il cuore degli stolti.

Proverbi 15:14 Il cuore dell'uomo intelligente cerca la scienza,
ma la bocca degli stolti si pasce di follia.

Proverbi 17:27 Chi modera le sue parole possiede la scienza,
e chi ha lo spirito calmo è un uomo prudente.

Proverbi 18:15 Il cuore dell'uomo intelligente acquista la scienza,
e l'orecchio dei saggi la cerca.

Proverbi 19:25 Percuoti il beffardo, e l'ingenuo diventerà prudente;
riprendi l'intelligente, e imparerà la scienza.

Proverbi 19:27 Cessa, figlio mio, d'ascoltare l'istruzione,
se ti vuoi allontanare dalle parole della scienza.

Proverbi 20:15 C'è dell'oro e abbondanza di perle,
ma le cose più preziose sono le labbra ricche di scienza.

Proverbi 21:11 Quando il beffardo è punito, l'ingenuo diventa saggio;
e quando s'istruisce il saggio, egli acquista scienza.

Proverbi 22:12 Gli occhi del SIGNORE proteggono la scienza,
ma egli rende vane le parole del perfido.

Proverbi 22:17 Porgi l'orecchio e ascolta le parole dei saggi,
e applica il cuore alla mia scienza;

Proverbi 23:12 Applica il tuo cuore all'istruzione,
e gli orecchi alle parole della scienza.

Proverbi 24:4 mediante la scienza, se ne riempiono le stanze
di ogni specie di beni preziosi e gradevoli.

Proverbi 24:5 L'uomo saggio è pieno di forza,
chi ha scienza accresce la sua potenza;

Ecclesiaste 1:16 Io ho detto, parlando in cuor mio: «Ecco io ho acquistato maggiore saggezza di tutti quelli che hanno regnato prima di me a Gerusalemme; sì, il mio cuore ha posseduto molta saggezza e molta scienza».

Ecclesiaste 1:18 Infatti, dov'è molta saggezza c'è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore.

Ecclesiaste 7:12 Infatti la saggezza offre un riparo, come l'offre il denaro; ma l'eccellenza della scienza sta in questo, che la saggezza fa vivere quelli che la possiedono.

Ecclesiaste 9:10 Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza.

Timore di Dio e ubbidienza
Pr 1:1-7 (De 10:12-13; Gb 28:28; Mi 6:8; Ap 20:11-15)
Ecclesiaste 12:11 L'Ecclesiaste, oltre a essere un saggio, ha anche insegnato al popolo la scienza, e ha ponderato, scrutato e messo in ordine un gran numero di sentenze.

Isaia 44:25 io rendo vani i presagi degli impostori
e rendo insensati gli indovini;
io faccio indietreggiare i saggi
e muto la loro scienza in follia;

Isaia 47:10 Tu ti fidavi della tua malizia
e dicevi: "Nessuno mi vede",
la tua saggezza e la tua scienza ti hanno sviata
e tu dicevi in cuor tuo:
"Io, e nessun altro fuori di me".

Malachia 2:7 Infatti le labbra del sacerdote sono le custodi della scienza
e dalla sua bocca si ricerca la legge,
perché egli è il messaggero del SIGNORE degli eserciti.

Luca 11:52 Guai a voi, dottori della legge, perché avete portato via la chiave della scienza! Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».

Romani 11:33 Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!

1Corinzi 13:2 Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla.

Ti 1:13-14; 2:15-18
1Timoteo 6:20 O Timoteo, custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza;


sostantivo femminile

1) saggezza, larga e piena di intelligenza; usato della conoscenza di materie molto diverse

1a) la saggezza che appartiene agli uomini
1a1) specificamente la conoscenza varia di cose umane e divine, acquisita da acutezza ed esperienza, e riassunta in massime e proverbi
1a2) la scienza e cultura
1a3) l'atto di interpretare sogni e dare sempre il consiglio più saggio
1a4) l'intelligenza mostrata nello scoprire il significato di qualche numero misterioso o visione
1a5) abilità nella gestione degli affari
1a6) prudenza devota e propria in rapporti con gli uomini che non sono discepoli di Cristo, abilità e discrezione nell'impartire la verità cristiana

1a7) la conoscenza e pratica del requisiti per una vita devota e retta
1b) intelligenza suprema, come appartenente a Dio
1b1) di Cristo
1b2) la saggezza di Dio come mostrata nella formazione ed esecuzione di consigli nella formazione e governo del mondo e nelle Sacre Scritture
La "parola di sapienza" è un dono dello Spirito Santo che dà rivelazioni sovrannaturali. Si deve distinguere questo dono dalla sapienza normale che è naturale e data a chiunque la desideri 1Corinzi 12:8; Giacomo 1:5.
eliysciuah
00venerdì 22 ottobre 2004 18:23
scienza come realizzazione del verbo divino
vorrei mettere a vostra disposizione un esempio molto interessante.

attraverso lo studio della genesi, ho scritto 2 anni fa un trattato sulla fisica quantistica che porta l'ipotesi di una energia statica originata dallo stesso moto fermo che caratterizza Dio.

ora mi è scesa sempre nello stesso modo e tutta in una notte, con disegni, grafici ed equazioni che confermavano la validità della tesi.

se volete ve la introduco in questa sede, in quanto io di Fisica quantistica non ne so nulla, eppure grazie all'alito di Dio, ho proferito con numeri e concetti che vorrei voi deste un occhiata, e magari un opinione.

se dite di si, domani ve la inserisco, però attenzione che è molto lunga, e forse prende troppo spazio.

fatemi sapere.

ciao.........:-)

ciro.
Squarepusher
00venerdì 22 ottobre 2004 21:15
Al posto di inondare il 3ad potresti mettere un simpatico link.
Sarebbe interessante che noi potessimo leggere quello che lo Spirito Santo ti detta ma, concorderai con me, non possiamo concedere così tanto spazio alle Sue dichiarazioni sulla fisica quantistica, perché il 3ad diventerebbe di difficile lettura.
Ti consiglio di mettere un link, così siamo tutti contenti.
eliysciuah
00sabato 23 ottobre 2004 15:46
differenza
non da Spirito Santo, ma da spiriti di Matematici del tempo antico.

il mondo avvenire è grande, e miriadi di anime vi risiedono.

cmq farò così: se uno vuole leggerlo, anche per avere un idea di cosa produce l'inconscio umano, mi scrive nella posta privata, dandomi la sua mail, ed io dalla mia gli mando il file.

spero che possiate aprire il file con i grafici se così non fosse, ditemelo, che trovo un'altra soluzione.


il mio obbiettivo, non era tanto l'esibizione di concetti astrali, ma per farvi vedere un ipotesi di come grandi menti della scienza del 900 possano aver attinto ai segreti dell'universo e di quant'altro risiede in seno alla scienza. Dio è scienza perfetta, e se un uomo medita Torah e Vangelo, ha le chiavi di ogni lingua, di ogni materia, perchè Dio è uno.


ciao

ciro. [SM=g27994]m2:
darktrue
00giovedì 28 ottobre 2004 10:59
fisica quantistica
mi interessa moltissimo la tua ipotesi, posso controllarla e verificarne la correttezza.
Anche se personalmente dubito moltissimo che si possa dimostrare l'esistenza di Dio con la quantistica.
Del resto anche Einstein, grande credente in Dio, non la mai accettata, in quanto la meccanica quantistica tendenzialmente nega l'esistenza di Dio

Famosa la frase di Albert Einstein riferita alla meccanica quantistica:
"Dio non gioca a dadi"
molto bella invece la risposta di Steven Hawking:
"Einstein si sbagliava, non solo l'universo gioca a dadi, ma li nasconde"

ciao Mario
darktrue
00venerdì 5 novembre 2004 10:52
piccola storia della quantistica
non vorrei essere fuori tema
ma volevo solo un attimo fare una piccola storia, molto semplificata sulla fisica quantistica per far comprendere quanto essa sia la negazione di Dio e quante "discussioni" abbia creato nella sua storia

La prima interpretazione della meccanica quantistica, che fu proposta da alcuni scienziati negli anni '20, includeva la figura dell'osservatore come parte del sistema fisico osservato! Così la figura dell'osservatore cosciente fece capolino in una scienza fino ad allora considerata rigorosamente oggettiva (la fisica). Non a caso le grandezze fisiche misurabili in meccanica quantistica, come la posizione, l'energia, la quantità di moto, eccetera, vengono chiamate osservabili. Infatti si sottintende che la loro esistenza ha senso solo in funzione di una possibile osservazione.

Questo rivela la strana situazione in cui gli scienziati si trovano nell'analisi dei sistemi quantistici. Con la meccanica quantistica la scienza sembra essere arrivata a rivelare quella misteriosa frontiera tra soggetto ed oggetto che in precedenza era stata del tutto ignorata a causa del principio (nascosto e sottinteso) dell'oggettivazione: fino agli anni ‘20 la realtà poteva essere considerata del tutto "oggettiva" ed indipendente dall'osservazione di eventuali esseri coscienti. Ma con la formulazione della meccanica quantistica sembrò che si dovesse tener conto necessariamente della figura dell'osservatore cosciente!

La critica di Einstein e di altri fisici fu molto più radicale: essi sostennero che la meccanica quantistica era una teoria incompleta e provvisoria, che avrebbe dovuto essere perfezionata col tempo per eliminare alcuni aspetti indesiderati, sebbene funzionasse perfettamente sul piano sperimentale.

Le obiezioni di Einstein appaiono molto "logiche" e "realistiche", ma erano errate. Col senno di poi, possiamo dire che questa fu una delle poche intuizioni errate di Einstein: la sua "fedeltà" alla concezione puramente oggettiva dell'universo fu così forte da indurlo a dubitare di una teoria - la meccanica quantistica - che lui stesso aveva contribuito a fondare!

Anzitutto Einstein non accettava che esistesse un'indeterminazione sulle misure quantistiche, ovvero che i risultati non fossero pienamente determinabili in anticipo: ciò, secondo Einstein, introduceva nella fisica l'influenza del "caso cieco", per lui assolutamente inaccettabile. A questo proposito è rimasta celebre la sua frase: "Dio non gioca a dadi con il mondo". Meno famosa è la risposta di Bohr: "Non è compito degli scienziati dire a Dio come funziona il mondo, ma solo scoprirlo".

Inoltre Einstein non credeva alla possibilità di caratteristiche fisiche "non-oggettive", ma riteneva che i valori delle osservabili esistessero oggettivamente anche prima della misura, indipendentemente dal fatto che venissero misurati o meno. Insomma, secondo Einstein (come probabilmente secondo qualsiasi persona che non abbia ancora accettato il nuovo messaggio implicito nella meccanica quantistica) l'universo deve esistere oggettivamente, sia che noi l'osserviamo o meno! Per questo egli considerava la meccanica quantistica "incompatibile con ogni concezione ragionevole e realistica dell'universo".

Secondo il "realismo" di Einstein, gli stati quantistici devono esistere oggettivamente, indipendentemente da tutte le limitazioni imposte dalla teoria quantistica, che perciò secondo Einstein è incompleta e provvisoria. Esisterebbero quindi delle "variabili nascoste" che descrivono la realtà oggettiva dei sistemi quantistici, ma non sono ancora riconosciute dall'attuale teoria.

Per fare un paragone banale, immaginiamo che in una partita di carte il vostro avversario abbia in mano una certa carta. Noi deduciamo che tale carta può essere l'asso di denari o il re di cuori, ma siccome non possiamo vederla, non sappiamo quale delle due sia realmente. Questa, secondo Einstein è la "conoscenza incompleta" che ci può dare la meccanica quantistica. Comunque, dice Einstein, la carta in questione è di fatto una delle due carte, ad esempio l'asso di denari (variabile nascosta), anche se noi non sappiamo ancora per certo se sia l'una o l'altra (indeterminazione). All'atto della misura noi possiamo finalmente constatare di quale carta si tratta, ma secondo Einstein la carta era quella già prima della misura.

Secondo la meccanica quantistica invece non è così! La carta in precedenza era in uno stato indefinito: "50% asso di denari e 50% re di cuori", e solo all'atto della misura la carta è "diventata" (per esempio) l'asso di denari. Se si ritorna a quello stesso identico stato fisico e si rieffettua la misura, stavolta la carta potrebbe diventare un re di cuori!

Secondo Einstein questi "giochi di prestigio" quantistici erano del tutto inaccettabili, e per dimostrare questo negli anni '30 egli iniziò a formulare vari paradossi concettuali, che però Bohr risolveva ogni volta, salvando così la validità della meccanica quantistica.

Diversi esperimenti condotti negli anni '90 risultano ancora più sconcertanti e ormai riducono a zero la possibilità che la località ed il realismo di Einstein siano validi. Sorprendentemente tali esperimenti riportano decisamente alla ribalta la figura del soggetto cosciente, nonostante il provvisorio rimedio che negli anni '20 Bohr pose a tale "problema".

Resta il fatto che questi incredibili esperimenti restano sconosciuti ai profani, ed anche alla maggior parte degli scienziati (cioè i non fisici), che continuano ingenuamente a credere all'oggettività della fisica.

Mario

[Modificato da darktrue 05/11/2004 15.53]

Chi.dove.quando
00venerdì 5 novembre 2004 11:36
Re: piccola storia della quantistica
Scritto da: darktrue 05/11/2004 10.52
non vorrei essere fuori tema
ma volevo solo un attimo fare una piccola storia, molto semplificata sulla fisica quantistica per far comprendere quanto essa sia la negazione di Dio e quante "discussioni" abbia creato nella sua storia

-------------

Sicuramente molto interessante il tuo esposto, però non comprendo il nesso fra la frase tua introduttiva, di cui sopra, e quella conclusiva che recita:

"Resta il fatto che questi incredibili esperimenti restano sconosciuti ai profani, ed anche alla maggior parte degli scienziati (cioè i non fisici), che continuano ingenuamente a credere all'oggettività della fisica."

Ti sarebbe possibile chiarire con più semplicità?:smi31:

Grazie!
Topsy
00venerdì 5 novembre 2004 12:14
Re: piccola storia della quantistica
Scritto da: darktrue 05/11/2004 10.52
...
non vorrei essere fuori tema ma volevo solo un attimo fare una piccola storia, molto semplificata sulla fisica quantistica per far comprendere quanto essa sia la negazione di Dio e quante "discussioni" abbia creato nella sua storia...

___________________________________


Ciao,ho letto tempo fa un manuale che riportava considerazioni simili a quelle che tu hai esposto,(lo avevo consigliato anche in lista)ma non giungeva alle stesse conclusioni,o almeno non concludeva che lo studio della fisica quantistica giunga a negare Dio,ma piuttosto che noi abbiamo una visone distorta e ridotta di Dio.
Non appena posso ti riporto in breve qualche brano sull'argomento...il tempo di cercare dove ho riposto il manuale![SM=g27994]m10

A presto!

[Modificato da Topsy 05/11/2004 15.43]

darktrue
00domenica 14 novembre 2004 15:56
La teoria è nata dall'esigenza di descrivere il comportamento degli atomi e delle particelle che li costituiscono: essa si occupa quindi in primo luogo del micromondo. All'inizio del secolo si riteneva che l'atomo fosse sostanzialmente un sistema planetario su scala infinitesimale e che i corpuscoli che lo costituiscono orbitassero con la meccanica esattezza dei pianeti intorno al Sole. Ora sappiamo che questa visione era completamente sbagliata. Negli anni venti si scoprì che invece il mondo dell'atomo è caratterizzato dalla confusione e dal caos.
La teoria dei quanti, prende atto di questa indeterminazione. Sua conseguenza diretta è l'imprevedibilità. Tutti gli eventi hanno una causa? Verrebbe istintivo rispondere di si e si ricorre spesso al rapporto di causa-effetto per dimostrare ad esempio l'esistenza di Dio, che è la Causa Prima. Il fattore quantico però, rompe la catena delle cause e fa sì che si verifichino effetti privi di causa !

Dio e il libero arbitrio


Dio può esercitare il libero arbitrio e compiere le sue scelte ? Se l'uomo gode del libero arbitrio a maggior ragione ne godrà Dio. Quindi anche la divinità risulta coinvolta nei problemi che sorgono con il concetto di libertà e inoltre ci ritroviamo con le solite perplessità connesse all'infinitezza e all'onnipotenza di Dio.
Se Dio ha un piano riguardo l'universo, - piano che si realizza in quanto manifestazione della Sua volontà - perché non si è limitato a creare un universo perfettamente determinato in cui i fini che Egli si propone siano automaticamente raggiunti? O meglio ancora, perché non ha creato un universo in cui tali fini siano già realizzati ? E se l'universo non è determinato, ciò non significa forse che il potere della divinità è limitato dal fatto che essa non può prevedere o decidere quale sarà l'esito delle Sue decisioni? Si potrebbe però dire che Dio è perfettamente libero di rinunciare a una parte del suo potere: controbattere che tale rinuncia si manifesta nel conferimento all'uomo del libero arbitrio, che ci permette di opporci a Lui se così desideriamo, e nell'attribuzione al mondo atomico del fattore quantico, che trasforma la Sua creazione in un gioco d'azzardo cosmico. Rimane però un problema logico: come può un agente onnipotente limitare il proprio potere pur rimanendo onnipotente ?

L'eventuale onnipotenza di Dio è ben diversa dal libero arbitrio dell'uomo; quest'ultimo può scegliere tra due o più cose, fare indubbiamente delle scelte ma comunque esaudire solo una piccola parte dei suoi desideri. Al contrario un Dio onnipotente non è sottoposto a questi limiti: Egli può realizzare tutto ciò che desidera. Ma l'attributo dell'onnipotenza solleva alcune ardue questioni teologiche. Dio è libero di impedire il male? Se è onnipotente, si. Perché dunque esiste il male nel mondo? E' questo un interrogativo terribilmente insidioso, come dimostra l'analisi che ne fa David Hume.

Se il male esiste perché Dio ha così deciso, Dio non è buono; se il male esiste contrariamente alle intenzioni divine, Egli non è onnipotente. In conclusione, Dio non può essere contemporaneamente buono e onnipotente, come afferma la maggior parte delle religioni.

Si può controbattere l'argomento affermando che il male deriva solo dall'uomo: poichè Dio ci ha creati liberi, siamo liberi anche di fare il male e di frustrare quindi i suoi piani. Ma giacchè Dio avrebbe potuto crearci diversi, incapaci di fare il male, anch'Egli è parzialmente responsabile del male che noi facciamo. La responsabilità dei danni provocati da un bambino, ricade anche sui genitori. Si deve quindi concludere che il male (o almeno certi limitati aspetti del male) rientra nei piani di Dio per il mondo? Oppure che Dio non è libero di far sì che non ci opponiamo ai suoi disegni? I problemi non finiscono qui; altri ne sorgono se riteniamo che la divinità trascenda il tempo.

Infatti il concetto di libertà di scelta ha un carattere essenzialmente temporale. Il concetto stesso di scelta implica il tempo: una scelta atemporale è un assurdo semantico. E se Dio conosce il futuro, ha senso parlare di segni divini e della nostra partecipazione ad essi? Un Dio infinito ed onnisciente conosce ciò che avviene in ogni istante. Ma come si evince dalle moderne conoscenze scientifiche , non esiste un presente universale: quindi la conoscenza divina, se si estende nello spazio, deve estendersi anche nel tempo.

Se ne deve concludere che un Dio eterno qual'è quello dei cristiani non ha libertà di scelta: ma è possibile che invece l'uomo sia dotato di un attributo di cui il suo creatore sia privo? Si è costretti a concludere paradossalmente, che la libertà di scelta non è un privilegio, ma una limitazione di cui noi soffriamo: corrisponde cioè, alla nostra incapacità di conoscere il futuro. Dio non è costretto nel carcere del presente, non ha bisogno del libero arbitrio. Il problema appare irrisolubile.
Questo è un semplice esempio di quanto la Quantistica crei problemi molto complessi da risolvere per i credenti

Vi lascio con la mitica frase "Eppur si muove"

Auguroni a tutti Mario
Topsy
00domenica 14 novembre 2004 17:12
Re:
Scritto da: darktrue 14/11/2004 15.56

...Al contrario un Dio onnipotente non è sottoposto a questi limiti:

_______________________________________________________


Un ebreo potrebbe rispondere così:
"Poiche' non ha limiti puo' fare cio' che vuole quindi, puo' anche imporsi dei limiti ...e nessuno glielo può vietare!"

Ovviamente questa risposta è solo un maniera ironica di mettere gli individui in guardia: è meglio desistere dal cercare di dimostrare ciò che Dio è.

Un salutone!
Teo60
00domenica 14 novembre 2004 20:16
Re:
Scritto da: darktrue 14/11/2004 15.56

[omissis]

Se il male esiste perché Dio ha così deciso, Dio non è buono; se il male esiste contrariamente alle intenzioni divine, Egli non è onnipotente. In conclusione, Dio non può essere contemporaneamente buono e onnipotente, come afferma la maggior parte delle religioni.
[omissis]
Questo è un semplice esempio di quanto la Quantistica crei problemi molto complessi da risolvere per i credenti

Vi lascio con la mitica frase "Eppur si muove"

Auguroni a tutti Mario


E' vero che sono interrogativi molto complessi per i credenti, io da parte mia, da cristiano, ho tentato di dare una risposta almeno al problema dell'esistenza del male, non limitandomi ad una Teodicea (difesa di Dio) ma, da cristiano, srtudiando il comportamento di Gesù nei riguardi del male. posto quì di seguito lo studio che feci allora sperando di non annoiarvi.

Pur prendendo atto di una mancanza di spiegazione dell'enigma del male, è necessario e indispensabile fare una certa riflessione teologica su come il credente debba affrontare il problema del male e del dolore.
All'inizio di questa riflessione, va anzitutto precisato che il compito della teologia non consiste tanto nello spiegare il male, che è incomprensibile, quanto piuttosto nello stabilire se è possibile, a partire dall' esperienza del male, credere in Dio Creatore del mondo buono.
È ben noto che le teodicee, sia anteriori che posteriori al cristianesimo, hanno tentato in diversi modi di giustificare Dio, dimostrando che egli non ha alcuna responsabilità nei confronti del male. Ma queste teorie, che si sono sforzate fondamentalmente di convertire il negativo in positivo, hanno offerto soluzioni deludenti, perché parlano sempre del male in generale. Ora, la sofferenza non esiste mai in generale o in astratto, ma è sempre in una persona particolare o in un caso particolare. E il singolo soggetto che è vittima del male, che soffre, che muore. D'altra parte, per eliminare definitivamente il male, bisognerebbe eliminare la libertà dell'uomo, che è all' origine di ogni decisione umana. E questo non è possibile, perché la libertà è, nell'uomo, la cifra del suo essere creato a immagine di Dio, è la cifra della sua umanità (cfr. GS, n. 17).
L'unica indicazione valida che la teologia può dare sul problema del male è la dimostrazione che il cristiano può credere in un Dio buono e provvidente anche a partire dall'esperienza del male, se egli si rapporta a Dio allo stesso modo con cui vi si è rapportato Gesù. La riflessione teologica sull' origine e sull' enigma del male nel mondo, perciò, ha una necessaria dimensione cristologica, nel senso che Gesù è l'unico che possa essere in grado di fornire una spiegazione adeguata del male. Solo che Gesù non ha dato alcuna spiegazione. Gesù non ha costruito nessun sistema, non ha proposto alcuna giustificazione, non ha indicato alcuna finalità. Davanti al male, egli ha reagito in modo del tutto diverso dalle teodicee. Ha raccolto la sfida del male, vivendo in solidarietà con chi era vittima del male. In questo modo, Gesù ha parlato con i gesti, ha parlato con la sua vita e la sua prassi. Nella vita e nell'esperienza di Gesù il male non è mai ridotto a un problema tecnico di come eliminarlo o come razionalizzarlo, ma è rimasto in tutta la sua drammaticità di mistero ontologico da vivere nella fede e a partire dalla fede. La risposta di Gesù al male è, quindi, una risposta che può essere ascoltata soltanto dalla fede e che non ha il senso di una soluzione.
Nella vita e nella prassi di Gesù, relativamente alla realtà del male, possiamo individuare alcune costanti, che illuminano sul modo con cui ogni credente può e deve vivere la propria esperienza del male davanti a Dio, Creatore e Padre.
Innanzitutto, Gesù, a differenza degli scribi, non cerca mai di spiegare il male, ma anzi demolisce le spiegazioni e le teorie a lui contemporanee. Episodio emblematico, riguardo all' atteggiamento di Gesù davanti alle spiegazioni «teologiche» del male, è la guarigione del cieco nato (Gv 9,lss). In esso convergono le spiegazioni del male, che erano comuni presso gli ebrei, e cioè che non esiste alcun male senza una colpa. Perciò, nel caso specifico del cieco nato, se questo povero uomo è cieco, lo si deve al fatto che qualcuno ha peccato, o lui o i suoi genitori. Gesù rifiuta questa legge e la spiegazione tradizionale a essa connessa e orienta la sua risposta sulle «opere di Dio».
Davanti al cieco nato, egli non designa alcun colpevole, non inçita ad alcuna espiazione, ma mette in opera la sua forza guaritrice, rivelando così il potere di Dio sul male. Per Gesù, la disgrazia non offre il pretesto a nessuna spiegazione, ma suscita un gesto di guarigione. Il Dio che egli rivela, in questo modo, non è il Dio vendicatore, che spezza il braccio dell' empio (Sal 37,17), né il Dio remuneratore, che colma di felicità colui che compie il bene, (Sal 25,13), ma il Dio misericordioso, che salva e libera. E da notare, tuttavia, che anche se Gesù non dà e non vuol dare una risposta «speculativa» sull'origine del male, dà però un'indicazione «pratica» su come vivere la disgrazia. Questo è evidente nei due episodi del vangelo di Luca sul massacro dei galilei a opera di Pilato e sulla caduta della torre di Siloe sugli abitanti di Gerusalemme (Lc 13,1-5). Per ciascuno dei due episodi, Gesù tira la stessa conclusione: bisogna convertirsi, altrimenti si perisce tutti allo stesso modo. La disgrazia, quindi, rappresenta per l'uomo una provocazione alla conversione, un invito a interpretarla come un segno che annuncia il futuro di Dio.
Una seconda costante è che Gesù, alle prese con il male concreto, non resta passivo, ma lo combatte senza tregua e ne indica talvolta i veri colpevoli. Egli è un predicatore, ma anche un guaritore. Marco sottolinea che l'attività di guarigione di Gesù riguardava sia il male fisico, che quello spirituale (Mc 1,32-34). Le guarigioni operate da Gesù, come anche i miracoli in genere, rivelano il potere di Gesù sul male, di cui la malattia e la possessione diabolica costituiscono le espressioni più temibili. Nessuna forza ostile resta estranea all'azione di Gesù: la malattia (Mt 8,14), gli spiriti (Mt 8,16), gli elementi naturali scatenati (Mt 8,24), i demoni (Mt 8,28; 9,32), la morte. Gesù affronta il male in tutte le sue forme, il male visibile e quello occulto, quello fisico e quello spirituale. Certo, è vero che Gesù non ha cambiato il corso della natura, né quello della storia, e che la sua azione taumaturgica non ha liberato totalmente il mondo dal male. Ma i miracoli e le guarigioni sono il segno che il regno di Dio è giunto in mezzo a noi (Lc 11,20). In ciascuno di essi si può vedere che l'utopia del regno trova un inizio di realizzazione, perché l'opposizione tra Dio e il male è irriducibile e alla fine Dio prevarrà sul male.
La terza costante consiste nel fatto che Gesù dà inizio a un modo nuovo di considerare il male. Gesù ha accettato che in lui si compisse il destino del servo sofferente descritto dal profeta Isaia e ha superato la storia di Giobbe, nella misura in cui ha creduto in Dio Padre. Egli non ha evitato né la sofferenza, né la morte, poiché è «stato tentato in tutto a nostra somiglianza, eccetto il peccato» (Eb 4,15). In altri termini, egli non si è sottratto né al male fisico, né al male metafisico, che sono legati alla nostra condizione. Il solo male che non ha conosciuto è stato quello che dipende dalla libertà umana, cioè il male morale. La sua vita è scandita dalle sofferenze proprie di ogni vita umana, compresa quella più terribile del silenzio di Dio. Egli, che pure aveva vissuto in una relazione di totale fiducia nel Padre, ha sperimentato il totale abbandono di Dio sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46).
Gesù ha vissuto la sua morte nell' oscurità, come ogni uomo. Davanti alla morte, egli non ottiene un'assistenza particolare. La sua esperienza dimostra che non esiste una «buona morte», come pensava ancora Socrate, ma che invece la morte è sempre cattiva, per l'uomo come per Dio, e rappresenta il trionfo supremo del male. Gesù non ha tolto lo scandalo alla morte, neppure con la sua stessa risurrezione, che non è pertanto da interpretare come una specie di happy end di una vicenda drammatica. La risurrezione non sopprime la morte, ma ne indica una via d'uscita. Gesù, subendo la morte e rimanendo ucciso dalla morte, ha vinto e ucciso la morte.
La sua morte, però, è stata subito compresa come morte «per noi», un'espressione che sottolinea lo stretto legame che esiste tra il suo destino e il nostro destino. Ciò che egli ha, vissuto si ripercuote sulla nostra condizione umana e assurge a model1o di ciò. che noi possiamo e dobbiamo, vivere. Dico vivere e non capire, perché la croce non entra, in un discorso speculativo, ma ci apre la strada della speranza, in una situazione altrimenti senza vie di uscita. L’ecce Homo di Pilato,indica Gesù, e indica anche l'uomo nella. sua sofferenza. Ma nella croce, dice Moltmann, si manifesta, anche l'Ecce Deus: la croce è la Rivelazione delta realtà umana. e della realtà divina, la Rivelazione di Dio, che, nel, suo amore, accetta la nostra miseria.
B. Pascal scrive: «La conoscenza di Dio senza la conoscenza della propria miseria genera l'orgoglio. La conoscenza della propria miseria senza la conoscenza di Dio genera la disperazione. La conoscenza di Gesù Cristo, sta tra i due estremi, perché in essa troviamo Dio e la nostra miseria».
Il discorso sulla Provvidenza di Dio può reggere soltanto quando si accetta la sfida del problema del male in questa prospettiva cristologica. Per chi crede all'amore di Dio rivelato nella croce di Gesù Cristo, tutto può entrare nella prospettiva della speranza indicata da Rm 8,28, perfino1e forme più atroci della malizia e malvagità umane, anche se, naturalmente, questa fede non dispensa il cristiano dal lottare decisamente contro tutte le forme di ingiustizia e di. oppressione.
La prospettiva, cristiana davanti alla realtà del male è: realismo. e ottimismo relativo: ottimismo relativo, perché teniamo conto della realtà del male; ottimismo comunque, nella radice più profonda, perché crediamo nella bontà radicale della creazione e perché accettiamo, l'unica teodicea veramente. valida dinanzi. alla brutalità del male nella storia, cioè la teodicea che Dio stesso ha fatto nel mistero della croce e della risurrezione.
Una risposta di eroica spiritualità cristiana al problema del dolore può essere considerata la lettera che E. Mounier ha scritto alla moglie nel marzo 1940, che gli aveva comunicato che la loro figlia era caduta in uno stato di incoscienza irreversibile in seguito a una iniezione antivaiolosa:
Che senso avrebbe tutto questo - scrive Mounier – se la nostra piccola bambina non fosse che un brandello di carne rovinata, un po' di vita accidentata, e non questa bianca piccola ostia che tutti ci sorpassa, un infinito di mistero e di amore che ci abbaglia se la guardiamo faccia a faccia; se ogni colpo più duro non fosse una nuova elevazione interiore che ogni volta, quando il nostro cuore comincia ad abituarsi ad adattarsi al colpo precedente, non fosse un nuovo interrogativo d'amore?.. Se non facessimo che soffrire, subire, tollerare, sopportare, noi non potremmo reggere e non potremmo dare ciò che ci viene chiesto. Dalla mattina alla sera, non pensiamo a questo male come a qualche cosa che possiamo passare ad altri, e ciò al fine di non essere indegni di questo piccolo Cristo che è in mezzo a noi; non possiamo lasciarlo solo ad affaticarsi con Cristo... Non voglio che sprechiamo questi giorni per aver dimenticato quello che essi veramente sono: giorni di una grazia sconosciuta.

Squarepusher
00lunedì 15 novembre 2004 15:15
Notevole.
Ho scritto un qualcosa di simile in un altro 3ad, prima di leggere questo, e vedo che abbiamo idee che coincidono su alcuni punti.
Comunque, il messaggio di Gesù vale a prescindere da Dio.
Non è necessaria l'esistenza o l'inesistenza di Dio per affrontare il cosiddetto Male.
E' un messaggio etico universale, proprio come quello di Socrate o Gandhi.
Teo60
00martedì 16 novembre 2004 20:14
Re:
Scritto da: Squarepusher 15/11/2004 15.15
Notevole.
[...]
Comunque, il messaggio di Gesù vale a prescindere da Dio.
[...]



Ciao Square, non mi dilungo molto ma solo per dire che per un cristiano credente Gesù è D-o. Quindi il messaggio di Gesù è in ultima analisi la rivelazione di D-o agli uomini.

Con simpatia
Matteo
Meditando
00sabato 20 novembre 2004 14:24
Dio e il male
Premetto che io, come penso molti altri, ritengo il parlare di Dio, del bene e del male, della libertà una pura speculazione filosofica fatta con mezzi assolutamente inadatti, cioè la nostra mente, la nostra “intelligenza”, la nostra logica, avendo la caratteristica di essere applicata con strumenti che potremmo definire “finiti”, non hanno assolutamente la possibilità di concepire, nemmeno lontanamente, ciò che è infinito e Dio deve essere per forza infinito altrimenti non sarebbe Dio. Confutare le scelte di Dio contrapponendole ai cio che piacerebbe all’uomo, l’assenza del male, il motivo della sua esistenza, del male intendo, il preteso diritto alla felicità ecc. sono, credo, delle pure assurdità.

Fatta questa premessa, dico la mia sui quesiti posti da “ darktrue “.

Dio può esercitare il libero arbitrio nel compiere le sue scelte ?

Probabilmente in Dio, questo problema non si può porre in quanto per essere Dio ogni sua pensiero diviene automaticamente azione e quindi non si tratta di essere o non essere libero, Dio non può essere libero di essere libero ma nemmeno non libero di non essere non libero. Per assurdo Dio non potrebbe nemmeno essere libero di essere altrimenti non sarebbe. Capisco che sono assurdo concettuali, ma noi oltre non possiamo andare e quindi dobbiamo fermarci, dobbiamo avere il coraggio di ammettere che non possiamo risolvere questo problema. Probabilmente Dio non era libero nemmeno di non crearci, e probabilmente non ci ha creato, come spiriti intendo, in quanto noi dall’infinito e nell’infinito siamo presenti in lui, altrimenti lui non sarebbe infinito perché l’infinito non può comprendere idee finite, pertanto Dio non deve averci creato dal nulla ma, più probabilmente, siamo stati sempre presenti in Lui il quale potrebbe averci “emanati” e non creati. Per emanati intendo “attivati”, resi coscienti di noi stessi, dotati di individualità, autoidentificazione, e resi consapevoli. Ma questo potrebbe non essere avvenuto in un atto di libera scelta legata ad un dato momento, semplicemente perché quello che noi chiamiamo momento per Dio non esiste perché essendo Dio infinito, non può esistere nell’infinito una successione temporale come la intendiamo noi.

Se io mi pongo la domanda: Dio è libero di cambiare le leggi che ha fatto? La risposta che mi do è no. No perché le sue sono, e possono essere solo, leggi perfettissime e per cambiarle avrebbe bisogno di motivazioni: ma non può avere delle motivazioni, delle riserve, non possono esistere delle riserve di fronte a cose perfettissime, altrimenti dovrebbe dimostrare a se stesso che una determinata legge e inutile, sbagliata, ma questo non è possibile.

Giunti a questo punto sembrerebbe che Dio sia il massimo della non libertà, ma anche questo potrebbe essere una conclusione data dai nostri limiti. Chi ci dice che Dio non sia infinitamente libero perché le sue leggi sono infinite e assolute. In questo caso noi attribuiamo a Dio una libertà che potrebbe non usare mai per i motivi di cui sopra ma potendo solo ipotizzare che le leggi di Dio sono infinite, numericamente e in estensione, noi non siamo in grado di escludere che al di fuori della nostra logica possano esistere delle motivazioni che non possiamo nemmeno immaginare, le quali potrebbero portare Dio a non essere consequenziale come la nostra logica lo definisce. Qui, noi, ci perdiamo, non lo seguiamo più.

Il male. “ Il male non esiste “ possono verificarsi situazioni, comportamenti che richiedano atteggiamenti che comunemente vengono definititi “male” ma probabilmente sono semplicemente esperienze necessarie all’uomo e Dio, in quello che noi definiamo male non lo dobbiamo ricercare. Ma vediamo perché. Dio a conferito all’uomo il “ libero arbitrio “, la possibilità di scelta nell’ambito della propria condizione umana ( in altro momento potremmo rivedere questo concetto di “libero arbitrio nell’uomo” ). Ogni scelta può avvenire esclusivamente in base alla personale condizione dettata dalla conoscenza, dalla coltura, dalla morale nella quale l’individuo si viene a trovare. In questa situazione l’uomo si trova a fere delle scelte che derivano da un mix di fattori determinati dalle condizioni di cui sopra. Anche volendo applicare la massima razionalità, il massimo della nostra autodeterminazione, questa non potrà mai essere applicata al di fuori dei binari nei quali ci troviamo incanalati. In questa situazione, ogni nostra azione, anche la più malvagia, non dipende mai esclusivamente dalle nostre scelte ma soprattutto dalle nostre condizioni che determinano le nostre scelte e ogni valutazione delle nostre azioni non potrà mai avvenire senza tener conto di quei fattori.



-----
L’intelligente:
indica a suo figlio la strada del dubbio e lo invita a percorrerla fino in fondo.
The Red baron
00sabato 25 dicembre 2004 18:22

Curvatura dello spazio

Sinceramente, quando ho trovato questi passi mi sono commosso con reverenziale timore,
mi sono emozionato come quando ci si emoziona ascoltando una stupenda melodia musicale.
Sono sempre più convinto, che la Bibbia sia una miniera d’oro,
essere appassionati studiosi della Bibbia e della Fisica è un binomio tremendamente fortunato che ti permette
veramente di trovare delle gemme d’inestimabile valore.

La Bibbia permette a chiunque abbia giusti motivi
Di trovare i suoi diamanti su misura che ti permettono di edificare la propria fede
e stringere una profonda relazione col creatore.

Ma la cosa più maestosa della Bibbia e l’essere una spada a doppio taglio, prendendola
Per il verso sbagliato può ferire a morte, è stata fatta di proposito così, per rivelare le
Nostre motivazioni, e se qualcuno vuole attaccarsi ad un versetto per
distorcere la verità gli permette di farlo, cosi salta fuori l’essenza dell’individuo.

Analisi dei versetti: La nostra traduzione, che è tanto criticata è l’unica che usa il termine “Curvare” altre mettono inclinare abbassare ecc. perché chi traduceva non conoscendo gli studi di Einstein-Rose e non avendo fiducia in Dio riteneva privo di significato “Curvare i cieli”
complimenti ai traduttori della TNM.

La cosa notevole è che in questi versetti il verbo Curvare è nel contesto del movimento da parte di Dio.

Ebbene gli ultimi studi avanzati che partono dalla relatività, ipotizzano uno spazio tridimensionale curvato su una quarta dimensione.
Ciò potrebbe rendere possibile lo spostamento a enormi distanze galattiche in tempi ragionevolmente brevi
A velocità inferiore o uguale alla luce, i cosiddetti tunnel o brecce spazio temporali.

Studi ultimamente portati avanti dal Fisico Miguel Alcubierre su cui si basa il film Star Trek, i famosi Motori a Curvatura.

In conclusione, l’espressione Curvare i Cieli, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche
assume il suo pieno e chiaro significato, anzi possiamo dire che conferma delle Teorie geniali attualmente non
dimostrate sperimentalmente.
Ciò dimostra che la strada intrapresa solo da qualche Fisico controcorrente è quella giusta, che potrà condurre a fare viaggi spaziali l’ha dove nessuon uomo è mai stato!!!

Il mio sogno nel cassetto!!!

*** Rbi8 Salmo 144:5 ***
5 O Geova, curva i tuoi cieli perché tu discenda;
Tocca i monti perché fumino.

*** Rbi8 Salmo 18:8-10 ***
9 Ed egli curvava i cieli e scendeva.
E sotto i suoi piedi c’era fitta oscurità.
10 E venne cavalcando un cherubino e venne volando,
E venne sfrecciando sulle ali di uno spirito.

*** Rbi8 2 Samuele 22:10-11 ***
10 Ed egli curvava i cieli e scendeva;
E sotto i suoi piedi c’era fitta oscurità.
11 E venne cavalcando un cherubino e venne volando;
Ed era visibile sulle ali di uno spirito.






The Red baron
00sabato 25 dicembre 2004 19:41
Re:

Scritto da: darktrue 14/11/2004 15.56
La teoria è nata dall'esigenza di descrivere il comportamento degli atomi e delle particelle che li costituiscono: essa si occupa quindi in primo luogo del micromondo. All'inizio del secolo si riteneva che l'atomo fosse sostanzialmente un sistema planetario su scala infinitesimale e che i corpuscoli che lo costituiscono orbitassero con la meccanica esattezza dei pianeti intorno al Sole. Ora sappiamo che questa visione era completamente sbagliata. Negli anni venti si scoprì che invece il mondo dell'atomo è caratterizzato dalla confusione e dal caos.
La teoria dei quanti, prende atto di questa indeterminazione. Sua conseguenza diretta è l'imprevedibilità. Tutti gli eventi hanno una causa? Verrebbe istintivo rispondere di si e si ricorre spesso al rapporto di causa-effetto per dimostrare ad esempio l'esistenza di Dio, che è la Causa Prima. Il fattore quantico però, rompe la catena delle cause e fa sì che si verifichino effetti privi di causa !

L'indeterminazione è valida nell'infinitamente piccolo, all'aumentare della scala perde di significato, vedi fluttuazioni.

Alle nostre scale dimensionali causa ed effetto sono reali

Dio e il libero arbitrio


Dio può esercitare il libero arbitrio e compiere le sue scelte ? Se l'uomo gode del libero arbitrio a maggior ragione ne godrà Dio. Quindi anche la divinità risulta coinvolta nei problemi che sorgono con il concetto di libertà e inoltre ci ritroviamo con le solite perplessità connesse all'infinitezza e all'onnipotenza di Dio.
Se Dio ha un piano riguardo l'universo, - piano che si realizza in quanto manifestazione della Sua volontà - perché non si è limitato a creare un universo perfettamente determinato in cui i fini che Egli si propone siano automaticamente raggiunti? O meglio ancora, perché non ha creato un universo in cui tali fini siano già realizzati ? E se l'universo non è determinato, ciò non significa forse che il potere della divinità è limitato dal fatto che essa non può prevedere o decidere quale sarà l'esito delle Sue decisioni? Si potrebbe però dire che Dio è perfettamente libero di rinunciare a una parte del suo potere: controbattere che tale rinuncia si manifesta nel conferimento all'uomo del libero arbitrio, che ci permette di opporci a Lui se così desideriamo, e nell'attribuzione al mondo atomico del fattore quantico, che trasforma la Sua creazione in un gioco d'azzardo cosmico. Rimane però un problema logico: come può un agente onnipotente limitare il proprio potere pur rimanendo onnipotente ?

L'eventuale onnipotenza di Dio è ben diversa dal libero arbitrio dell'uomo; quest'ultimo può scegliere tra due o più cose, fare indubbiamente delle scelte ma comunque esaudire solo una piccola parte dei suoi desideri. Al contrario un Dio onnipotente non è sottoposto a questi limiti: Egli può realizzare tutto ciò che desidera. Ma l'attributo dell'onnipotenza solleva alcune ardue questioni teologiche. Dio è libero di impedire il male? Se è onnipotente, si. Perché dunque esiste il male nel mondo? E' questo un interrogativo terribilmente insidioso, come dimostra l'analisi che ne fa David Hume.

Se il male esiste perché Dio ha così deciso, Dio non è buono; se il male esiste contrariamente alle intenzioni divine, Egli non è onnipotente. In conclusione, Dio non può essere contemporaneamente buono e onnipotente, come afferma la maggior parte delle religioni.

Si può controbattere l'argomento affermando che il male deriva solo dall'uomo: poichè Dio ci ha creati liberi, siamo liberi anche di fare il male e di frustrare quindi i suoi piani. Ma giacchè Dio avrebbe potuto crearci diversi, incapaci di fare il male, anch'Egli è parzialmente responsabile del male che noi facciamo. La responsabilità dei danni provocati da un bambino, ricade anche sui genitori. Si deve quindi concludere che il male (o almeno certi limitati aspetti del male) rientra nei piani di Dio per il mondo? Oppure che Dio non è libero di far sì che non ci opponiamo ai suoi disegni? I problemi non finiscono qui; altri ne sorgono se riteniamo che la divinità trascenda il tempo.

Infatti il concetto di libertà di scelta ha un carattere essenzialmente temporale. Il concetto stesso di scelta implica il tempo: una scelta atemporale è un assurdo semantico. E se Dio conosce il futuro, ha senso parlare di segni divini e della nostra partecipazione ad essi? Un Dio infinito ed onnisciente conosce ciò che avviene in ogni istante. Ma come si evince dalle moderne conoscenze scientifiche , non esiste un presente universale: quindi la conoscenza divina, se si estende nello spazio, deve estendersi anche nel tempo.

Se ne deve concludere che un Dio eterno qual'è quello dei cristiani non ha libertà di scelta: ma è possibile che invece l'uomo sia dotato di un attributo di cui il suo creatore sia privo? Si è costretti a concludere paradossalmente, che la libertà di scelta non è un privilegio, ma una limitazione di cui noi soffriamo: corrisponde cioè, alla nostra incapacità di conoscere il futuro. Dio non è costretto nel carcere del presente, non ha bisogno del libero arbitrio. Il problema appare irrisolubile.
Questo è un semplice esempio di quanto la Quantistica crei problemi molto complessi da risolvere per i credenti

Vi lascio con la mitica frase "Eppur si muove"

Auguroni a tutti Mario



Ho trovato risposta a quanto esponi analizzando il libro "Le Imposture intellettuali" di Sokal Alan; Bricmont Jean

Uno dei miglior libri mai letto.
Come ho tempo amplio il discorso


Saluti
The Red baron
00domenica 26 dicembre 2004 15:25
Re: Re: Re:

Scritto da: Chi.dove.quando 25/12/2004 20.25



"Dio e il libero arbitrio", per chi vuole ampliare l'argomento è tratto da:

www.scienzeemisteri.it/pagina_principale_155.htm



Paul Davies lo conosco ho letto molti suoi libri, molto validi.

-Da dove viene la vita
-Dioe la nuova Fisica
Ultime letture.

Ciao,

[Modificato da The Red baron 26/12/2004 15.25]

solitary man
00lunedì 27 dicembre 2004 23:18
curioso ...
molto curioso ... non avevo mai letto questi passi da questo punto di vista ... sarebbe interessante sapere i termini ebraici corrispondenti tradotti "curvare" ... chissà se Topsy ci può venire in soccorso ... ciao Red...[SM=g27994]m1:
Zank
00martedì 28 dicembre 2004 14:14
Curva i cieli per attendere meno tempo, mentre gli altri invecchiano ad aspettare.

E' un particolare che quasi mai viene considerato.
The Red baron
00giovedì 3 febbraio 2005 20:15
UGUALIANZE MATEMATICHE TRA BIBBIA/FISICA


Numero 3: - usato nella Bibbia per indicare intensità, enfasi o maggior forza

Fisica: -1) la terra è il terzo pianeta dal Sole
2) particelle del nucleo atomico sono 3
3) a sua volta dette particelle sono formate da combinazione di 3 Quark un legame tremendamente forte
4) dimensioni spaziali in cui ci spostiamo sono 3

Numero 4: - Usato nella Bibbia per indicare universalità e simmetria

Fisica: -1) Lettere DNA sono 4
-2) Dimensioni dell’universo 4 in base alla teoria della curvatura delle 3D sulla 4° Einstein-Rose
-3) i vangeli sono 4
-4) formula divina incenso 4 ingredienti
-5) Tetragramma 4 lettere
-5) forze fondamentali dell’universo 4
-6) Operazioni matematiche fondamentali x + - / 4

Numero 7: - usato nella Bibbia per completezza spirituale o perfezione

Fisica: - 1) I livelli energetici dell’atomo su cui orbitano gli elettroni sono 7
2) Le note musicali sono 7
3) I colori dell’arcobaleno sono 7

Numero 12: - usato nella Bibbia come numero dell’organizzazione divina, apostoli, tribù Israele, base per 144.000

Fisica: - 1) il numero delle particelle fondamentali è 12
2) La forma geometrica più regolare per delimitare un volume è il cubo formato da 12 lati ( Stringhe Teoria)
3) la vita terrena è basata sul Carbonio che ha 12 particelle nucleari
4) nella sequenza di Fibonacci la costante si stabilizza a 0,618 dopo la dodicesima sequanza.

Strane coincidenze, ce ne saranno anche altre, forse traspare la stessa impostazione divina sia nel creato sia nell’organizzazione spirituale di Dio.

Saluti


[Modificato da The Red baron 03/02/2005 20.17]

[Modificato da The Red baron 03/02/2005 20.18]

Zank
00venerdì 4 febbraio 2005 11:24
La Luna ruota attorno alla terra 12 volte all'anno, ogni rotazione dura 4 Settimane.

La velocità della luce è 3E8 m/s
Justee
00venerdì 13 aprile 2007 17:19
Riporto in alto questo post perchè leggendo proverbi ho ritrovato l'esaltazione del sapere che credo aiuti ad mettere insieme il sapere con la Bibbia o religione che dir si voglia anche se nel primo post ci sono spunti notevoli di sviluppo

1Proverbi di Salomone, figlio di Davide, re d'Israele,
2per conoscere la sapienza e la disciplina,
per capire i detti profondi,
3per acquistare un'istruzione illuminata,
equità, giustizia e rettitudine,
4per dare agli inesperti l'accortezza,
ai giovani conoscenza e riflessione.
5Ascolti il saggio e aumenterà il sapere,
e l'uomo accorto acquisterà il dono del consiglio,
6per comprendere proverbi e allegorie,
le massime dei saggi e i loro enigmi.
7Il timore del Signore è il principio della scienza;
gli stolti disprezzano la sapienza e l'istruzione.
Justee
00domenica 8 luglio 2007 21:32
Re: piccola storia della quantistica

Questo rivela la strana situazione in cui gli scienziati si trovano nell'analisi dei sistemi quantistici. Con la meccanica quantistica la scienza sembra essere arrivata a rivelare quella misteriosa frontiera tra soggetto ed oggetto che in precedenza era stata del tutto ignorata a causa del principio (nascosto e sottinteso) dell'oggettivazione: fino agli anni ‘20 la realtà poteva essere considerata del tutto "oggettiva" ed indipendente dall'osservazione di eventuali esseri coscienti. Ma con la formulazione della meccanica quantistica sembrò che si dovesse tener conto necessariamente della figura dell'osservatore cosciente!



Ciao Mario a seguito dell'incontro [SM=g27987] mi hai incuriosito su questa cosa con l'esempio della Luna .. cioè tu asserivi che l'influenza della luna facendo i dovuti calcoli sul suo peso e forza magnetica è minore rispetto a quello che dovrebbe essere attraverso i nostri calcoli e dunque opinionabile al soggeto che guarda o che calcolo è giusto ??
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:12.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com