Re: Credere per capire e capire per credere
Scritto da: levita 12/10/2004 1.39
1) La ricerca per Agostino non è di riuscire a dimostrare l'esistenza di Dio e le altre verità di fede, bensí di dimostrare che queste verità di fede costituiscono la vera conoscenza per l'uomo.
Agostino ha riassunto la sua tesi nelle formule "credo ut intelligam" e "intelligo ut credam", il problema è solo implicitamente posto e la soluzione risiede nell'armonico rapporto tra fede e ragione, perché la ragione accetta di muoversi nell'ambito e nei presupposti della fede.
Cercando in se stessi si trova la verità, e la verità è Dio come ciò che è superiore alla natura di ogni essere, dell'essere dell'uomo e della ragione umana.
2) Se siamo soli in questo grande, immenso, incommensurabile universo o se le loro voci sono troppo lontane da noi per essere udite dalle nostre deboli orecchie, torniamo nel nostro piccolo pianeta, quel mondo azzurro che orbita attorno ad una piccola e grande stella, considerato che gli extraterresti ( se veramente ci fossero ) non sono scemi, hanno ormai rinunciato ad invadere il terzo pianeta ( l’orribile e apocalittica Terra ), perché per loro è orripilante l’idea di trasferirsi su un pianeta con l’atmosfera pullulante di buchi nell’ozono.
Levita
1) Mmh... il caro Agostino non capisce che se si basa un ragionamento su un presupposto indimostrabile, l'intero ragionamento non vorrà dire assolutamente nulla. Chiedilo ad Aristotele, che ha scritto le regole della logica (che Sant'Agostino ha travisato, tentando di farle combaciare con il cristianesimo... e fallendo). Io posso scrivere interi tomi di scienza che partono dal presupposto che l'anima è un ippopotamo viola, e magari avranno anche una certa razionalità, ma non vogliono dire nulla lo stesso.
"Credere per capire e capire per credere" è un gioco di parole e basta. Un pò come "Preparare la guerra per mantenere la pace".
Mi sembra arrivato il momento di preparare la pace per mantenere la pace...
E credere per credere, capire per capire, tenendo ben staccate le due cose.
"Nulla più delle convinzioni è nemico della verità"
-Fritz Nietzsche
2) Non capisco. Perché valuti ogni cosa dal punto di vista strettamente umano, come se tutto fosse fatto in nostra funzione? Per quanto ne so, gli alieni (se ci sono) possono essere qualsiasi cosa. Respirare diossina e mutarla in cianuro oppure emanare radiazioni nucleari dalle ascelle. Magari i buchi nell'ozono gli fanno bene alla pelle, per quanto ne sappiamo. Forse l'ossigeno li uccide. Forse, forse, forse.
Non possiamo parlare di qualcosa se non abbiamo qualche fatto su cui basare i nostri discorsi (ma Agostino lo fa comunque).
Sai come si chiama per il popolo questo tipo di logica?
Costruire castelli in aria.
E poi, che vuol dire che l'esistenza a inizio e fine nel pensiero umano? Non sarai un pò troppo antropocentrica? Visto su scala planetaria, il pensiero umano non conta nulla. Il significato che un uomo da alle cose è un interpretazione, un valore aggiunto, non un valore intrinseco della natura.
La natura non significa niente in sè, è l'uomo ad imporgli un significato che non ha. "Non esistono fenomeni morali, ma un interpretazione morale dei fenomeni" altra frase di Fritz.
Insomma, siamo scimmie migliorate, non dimentichiamolo.
Non diamoci chissà quale valore solo perché siamo in cima alla catena alimentare.
Il tuo intervento sarà anche poetico, ma sicuramente non è razionale.