Didachè

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Justee
00sabato 28 aprile 2007 19:05
LA DIDACHE'

La Didaché : la più antica costituzione ecclesiastica

Il maggior numero di informazioni liturgiche sul cristianesimo dei primissimi tempi ci è trasmesso in un'opera intitolata Didaché, in greco Dottrina o Insegnamento (dei dodici apostoli).

La Didachè o Dottrina dei dodici Apostoli si può considerare il più venerando ed antico catechismo cristiano, essendo stata scritta solo una sessantina di anni dopo la morte di Cristo (passi di essa si trovano infatti nella Lettera di Barnaba scritta verso l'anno 97 della nostra era).

L'opera anonima presenta infatti tratti di grande antichità e si è giunti, per questo, a datarla anche verso la metà del sec. I, facendone addirittura un testo più antico degli stessi vangeli sinottici!

In sintesi la Didaché può essere definita un vero e proprio abbozzo di manuale di diritto canonico e di istruzioni liturgiche, che non a caso verrà inglobato, nel corso dei secoli seguenti, in collezioni sempre più vaste di Costituzioni ecclesiastiche.

La Didachè era tenuta in grande onore dalle prime generazioni cristiane ed è citata da Erma (circa 150 d. C.) nel Pastore, da Clemente Alessandrino (145-216 d. C.), da Origene (185-255 d. C.), da Eusebio, da Atanasio. Nella seconda metà del IV sec. essa fu incorporata nelle cosiddette Costituzioni Apostoliche.

Consapevole del suo alto valore morale e formativo, ancora nel sec. IV Atanasio di Alessandria ne consiglierà la lettura come particolarmente utile per l'istruzione dei catecumeni.

Forse proprio per la sua inclusione ed assimilazione in opere di tanto valore, la Didachè finì col perdere la grande notorietà che aveva in antico e dopo il XII sec. di essa non si hanno più tracce.

Nel 1873 ne venne scoperta per caso una copia in un codice greco di Costantinopoli (ora a Gerusalemme) risalente all'anno 1056 dal Metropolita Filoteo Bryennios ed in seguito ne furono trovati larghi frammenti in papiri del IV sec., nonche una versione in georgiano fatta sul testo greco nell'anno 430 da un vescovo di nome Geremia.

Sulla scorta di tutti questi preziosi documenti, possiamo oggi avere la sicurezza di leggere la Didaché nel suo testo originale.

Per quanto riguarda l'autore della Didachè, il suo nome e la sua nazionalità ci sono sconosciuti, ma, quasi con certezza, deve trattarsi di un cristiano convertitosi dal giudaismo; egli infatti computa i giorni della settimana al modo ebraico e molti ebraismi usa nello scrivere in greco.

Circa il luogo ove la Didachè sarebbe stata scritta, si pensa possa essere la Palestina o la Siria; infatti nella Didachè si legge: Come questo frammento di pane era prima sparso qua e là su per i monti e, raccolto, divenne una cosa sola... e tra i paesi del vicino Oriente di antica cristianità solo la Palestina e la Siria vedono nascere il frumento sugli altipiani.

Il contenuto dottrinale della Didachè si raccoglie intorno a due argomenti principali: la CHIESA ed i SACRAMENTI, e la trattazione si conclude con un accenno alta consumazione dei secoli, ritenuta prossima. La parola Chiesa sta talvolta ad indicare l'adunanza dei fedeli raccolti per la preghiera, ma più spesso significa l'insieme del fedell che, sparsi nei quattro punti' della terra,. saranno un giorno riuniti nel regno di Dio (Did. 9, 4; 10, 5).

Dei sacramenti vengono menzionati il BATTESIMO, l'EUCARISTIA e la PENITENZA: a meno di cinquant' anni dacché Cristo aveva fondato la Chiesa, si era gia costituito un cerimomale che essenzialmente è ancora quello dei nostri giorni.

Il Battesimo doveva essere preceduto da una istruzione morale e da un digiuno di uno o due giorni da parte del catecumeno e, se possibile, da un digiuno anche del ministro e di altre persone.

La materia del battesimo è l'acqua, la forma è espressa dalle parole: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Did. 7, 3).

Il Battesimo si amministrava ordinariamente per immersione, ma se ciò non era possibile, si ricorreva alla infusione.

Ripetuti sono gli accenni nella Didache alla Eucaristia. Le prime generazioni cristiane si riunivano alla domenica per spezzare il pane (fractio panis) e per fare il rendimento di grazie (eucharistia): con queste due espressioni si indicava il sacrificio eucaristico.

In seguito con il termine Eucaristia si indicarono gli elementi con cui si rendevano grazie a Dio e cioè il pane ed il vino trasformati nel corpo e nel sangue di Cristo. Alla Eucaristia potevano partecipare i soli battezzati, i quali erano tenuti a recitare delle particolari preghiere prima e dopo la comunione.

La Penitenza è ricordata due volte: Nella assemblea farai la confessione dei tuoi peccati e non ti recherai alla preghiera in cattiva coscienza (Did., 4, 14); nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete le grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinche il vostro sacrificio sia puro (Did. 14, 1).

Grande rilievo è dato nella Didachè alla scelta che l'uomo deve fare tra le due vie: quella che conduce al peccato ed alla morte e quella -invece che conduce alla vita. Parlando della via della vita, vengono descritti i vari doveri dell'uomo, tutti basati sul grande precetto della carità verso Dio e verso il prossimo.

Questi cenni danno un'idea dell'importanza che per la storia del cristianesimo e per la luce interiore di ogni anima ha questo breve trattato, giunto provvidenzialmente sino a noi: esso ci offre un autentico, anche se incompleto quadro della vita di quelle prime generazioni cristiane ancora commosse per la dipartita del Figlio dell'Uomo ed ardenti del desiderio di rivederlo venire insieme con tutti gli eletti sopra le nubi del cielo (Did. 16, 7).



Schema della Didachè

PARTE PRIMA

- Istruzioni morali (cc. 1-6): Le due vie.



La via della vita: pratica dell'amore di Dio e del prossimo (c. 1), fuga del peccato (cc. 2-3), adempimento dei nostri doveri (cc. 3-4).
La via della morte: peccati che la caratterizzano (c. 5), esortazione alla vigilanza (c. 6).
PARTE SECONDA

- Istruzioni liturgiche (cc. 7-10).

Il Battesimo: forma, materia e modo d'amministrarlo, preparazione al battesimo (c. 7).
Il digiuno: giorni di digiuno (c. 8,1).
La preghiera: il Pater tre volte al giorno (c. 8, 2-3).
L' Eucaristia: preghiera per il calice, per il pane spezzato, dopo la comunione, condizioni per ricevere l'eucaristia (cc. 9-10).
PARTE TERZA

- Istruzioni disciplinari (cc. 11-15).

Condotta da tenere verso i ministri carismatici del vangelo, gli apostoli e i profeti (c. 11); verso i pellegrini (c. 12); verso i profeti e dottori (c. 13).
Istruzioni sulla sinassi eucaristica domenicale, confessione dei peccati (c. 14), gerarchia locale; correzione fraterna, esortazione a vivere secondo il vangelo (c. 15).
CONCLUSIONE ESCATOLOGICA

- Invito a vegliare nell'attesa della seconda venuta del Signore (parusia) (c.16)

www.monasterovirtuale.it/Didache/didache_introduzione.html
Justee
00sabato 28 aprile 2007 19:08
1° Parte
capitolo primo

Le vie sono due:

Della vita l'una e della morte l'altra.

Grande è la differenza tra l'una e l'altra via.

Questa è la via della vita:

In primo luogo amerai Dio che ti ha fatto; in secondo luogo il prossimo tuo come te stesso; tutto quello poi che non vuoi sia fatto a te, tu stesso non farlo agli altri.

Pertanto l'insegnamento pratico di queste parole è il seguente: benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri nemici; digiunate per coloro che vi perseguitano.

Quale merito infatti se amate coloro che vi amano?

Non fanno questo anche i gentili?

Ma voi amate quelli che vi odiano, e non avrete alcun nemico.

Astenetevi dalle cupidigie della carne e della natura.

Se qualcuno ti schiaffeggerà la guancia destra, porgigli anche l'altra e sarai perfetto.

Se qualcuno ti assillerà per un miglio, cammina con lui per due.

Se qualcuno ti toglierà il mantello, dagli anche la tunica.

Se qualcuno ti prenderà il tuo non opporti, poiché non lo puoi.

A chiunque ti chiede dà e non richiedere; il Padre vuole infatti che a tutti sia dato dei suoi doni.

Beato colui che dà, secondo il precetto, poiché è irreprensibile; ma guai a colui che usurpa ; poiché se qualcuno riceve avendone bisogno, è giustificato; ma colui che non ha bisogno, dovrà render conto perché e a qual fine ricevette; gettato poi in prigione sarà giudicato e non ne uscirà finché non abbia restituito fino all'ultimo centesimo.

Anche intorno a ciò fu detto: sudi nelle tue mani l'obolo, affinché tu non conosca a chi debba essere dato.

capitolo secondo

Il secondo precetto dell'insegnamento è questo:

non uccidere, non fare adulterio, non corrompere gli innocenti, non fornicare, non rubare, non usare arti magiche, non ammaliare, non uccidere il figlio avanti il suo nascere né il neonato; non desiderare le cose altrui.

Non fare giuramento, non deporre falsa testimonianza, non sparlare, non ricordare l'ingiuria.

Non essere doppio né di pensieri né di parole; laccio di morte è infatti l'essere bilingue.

Il tuo parlare non sia menzognero, non vuoto, ma aderente alle azioni.

Non essere bramoso né rapace né ipocrita, né malvagio, né superbo; non usare mal volere verso il tuo prossimo.

Non odiare alcun uomo, ma alcuni riprendi, d'altri abbi misericordia, per altri prega, altri ama più dell'anima tua.

capitolo terzo

Figlio mio, fuggi da ogni male e da tutto quello che lo somiglia.

Non essere iracondo, poiché l'ira porta all'omicidio.

Non essere invidioso né litigioso né d'animo violento; giacché da tutto questo provengono gli omicidi.

Figlio mio, non essere sensuale, giacché la sensualità conduce alla fornicazione; non parlare turpemente né fissare troppo lo sguardo poiché da tutto ciò nascono gli adulteri.

Figlio mio, non trar presagi poiché ciò conduce all'idolatria; non fare incantesimi, non essere indovino né stregone; non fissarti mai a queste cose, dalle quali nasce l'idolatria.

Figlio mio, non essere menzognero; poiché la menzogna conduce al furto, né essere avido di denaro né vanaglorioso poiché da ciò provengono i furti.

Figlio mio, non essere maldicente poiché ciò conduce al discorso ingiurioso; né essere arrogante o malizioso; da tutto ciò nasce la calunnia.

Sii mite poiché i miti erediteranno la terra.

Sii paziente e misericordioso, soave e sereno e buono, sempre timoroso e ricordevole delle parole del Signore che hai ascoltate.

Non innalzarti né gonfiar l'animo di audacia; non aderisca ai superbi il tuo animo, ma piuttosto tratta coi giusti e cogli umili.

I casi che ti capiteranno, accettali per buoni, ben sapendo che niente accade senza Dio.

capitolo quarto

La legge della carità

Figlio mio, ricordati dì e notte di colui che ti insegna la parola di Dio e rispettalo come tuo Signore; poiché donde parla la maestà del Signore, ivi è presente il Signore.

Figlio mio, ogni giorno cercherai il volto dei santi per attendere alle loro parole.

Non suscitare scissioni, ma metti pace tra i nemici; giudica con giustizia, né sollevar l'occhio alla persona nel giudicare i delitti.

Non angustiarti nel pensiero se qualche cosa accada o no.

Non accada mai che tu stenda la mano per ricevere e la ritragga quando devi dare.

Se possiedi alcunché frutto del tuo sudore, dà a remissione dei tuoi peccati.

Non essere dubbioso a dare, né corrucciato nel farlo e ricorda chi è il buon rimuneratore.

Non scacciare l'indigente; avrai tutte le cose in comune col tuo fratello e non dirai che sono di tua proprietà; infatti se siete compartecipi nelle cose immortali, tanto più nelle cose che finiscono.

Non ritirare la tua mano dal figlio o dalla figlia tua, ma fin dalla giovane età li educherai al timore di Dio.

Al servitore o all'ancella che sperano nel medesimo Dio, non comandare con asprezza affinché non cessino di temere il Dio che è su gli uni e sugli altri non viene egli infatti per chiamare secondo qualità personali, ma per quelli che lo Spirito preparò.

Voi pertanto, o servi, siate sottomessi ai vostri padroni come a rappresentanti di Dio, con modestia e rispetto.

Avrai in odio ogni ipocrisia e tutto ciò che dispiace al Signore.

Non trascurare mai i comandamenti del Signore, ma custodirai quelli che avrai ricevuto, senza aggiungere o togliere nulla.

Nell'assemblea confessa i tuoi peccati, né mai accostarti alla tua preghiera in cattiva coscienza.

Questa è la via della vita.

capitolo quinto

La via della morte

anzitutto è malvagia e piena di maledizione; fatta di uccisioni, fornicazioni, libidini, adulteri, furti, culti idolatri, magie, sortilegi, rapine, false testimonianze, ipocrisia, doppiezza di cuore, inganno, alterigia, malizia, presunzioni, avidità, turpiloquio, invidia, temerarietà, vanagloria, ostentazione.

Sono su questa strada i persecutori dei buoni,

gli odiatori della verità, gli amanti della menzogna, i defraudatori della giusta mercede, quelli che non sono coerenti al bene né al buon giudizio, e sono vigilanti non per il bene ma per il male.

Così quelli dai quali è remota la dolcezza e la pazienza; quelli che amano cose vuote, che sono insecutori della vendetta, senza pietà per l'indigente, non sofferenti col sofferente, ignari del loro Fattore, uccisori dei figli, corrompitori dell'opera di Dio, che scacciano il bisognoso, che opprimono il povero, protettori dei ricchi, giudici iniqui dei poveri, peccatori in tutto.

Guardatevi o figli da tutte queste cose.

capitolo sesto

L'insegnamento della vita

Bada che qualcuno non ti faccia divergere da questa che è la via dell'insegnamento, poiché ti ammaestrerebbe contro Dio.

Infatti se puoi portare per intero il giogo del Signore, sarai perfetto; se non lo puoi fa quello che sei in grado di fare.

In quanto al cibo, fa quanto puoi; ma guardati assolutamente dalle carni dei sacrifici agli idoli; è infatti culto dei morti.

[Modificato da Justee 28/04/2007 19.12]

Eupeptico
00martedì 16 settembre 2008 22:46

L'opera anonima presenta infatti tratti di grande antichità e si è giunti, per questo, a datarla anche verso la metà del sec. I, facendone addirittura un testo più antico degli stessi vangeli sinottici!



La questione della datazione è un po' più complessa. Bisogna sempre specificare di quale parte della Didachè si sta parlando prima di avanzare ipotesi di datazione. Come mostra inequivocabilmente Audet, la stratificazione redazionale è molto marcata.

Eup
@tiskio@
00mercoledì 17 settembre 2008 10:51
Re:
Eupeptico, 16/09/2008 22.46:


L'opera anonima presenta infatti tratti di grande antichità e si è giunti, per questo, a datarla anche verso la metà del sec. I, facendone addirittura un testo più antico degli stessi vangeli sinottici!



La questione della datazione è un po' più complessa. Bisogna sempre specificare di quale parte della Didachè si sta parlando prima di avanzare ipotesi di datazione. Come mostra inequivocabilmente Audet, la stratificazione redazionale è molto marcata.

Eup



ciao ho provato il link ma è errato
questo è corretto per ritrovare lo scritto di Rino
www.monasterovirtuale.it/Didache/didacheintro.html
la cosa che ritengo interessante è che questa lista del come fare e del come comportarsi sicuramente risale ai primi gruppi cristiani la domanda è attuarla si o no , crederci si o no alla stesso valore della Bibbia ?


Eupeptico
00mercoledì 17 settembre 2008 13:45

questa lista del come fare e del come comportarsi sicuramente risale ai primi gruppi cristiani



Decisamente è uno scritto molto interessante che risale ad un primitivo nocciolo giudeo-cristiano. Non dobbiamo però fare l'errore di ritenere antiche allo stesso modo tutte le parti di questo scritto. Ad esempio, le sezioni in "tu" sono interpolazioni successive.

Eup
presso
00venerdì 19 settembre 2008 12:11
Re:

Decisamente è uno scritto molto interessante che risale ad un primitivo nocciolo giudeo-cristiano. Non dobbiamo però fare l'errore di ritenere antiche allo stesso modo tutte le parti di questo scritto. Ad esempio, le sezioni in "tu" sono interpolazioni successive.
Eup




Perdonami , puoi essere più preciso con la questione del "tu" magari con un esempio di pragrafo.
Grazie


Eupeptico
00venerdì 19 settembre 2008 14:19
presso, 19/09/2008 12.11:


Perdonami , puoi essere più preciso con la questione del "tu" magari con un esempio di pragrafo.
Grazie



Certamente,
prendiamo ad esempio la seconda sezione, quella che tratta del battesimo.

Citazione:
“Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposto tutti questi precetti, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva.

Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua; se non puoi nella fredda, battezza nella calda. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre volte l'acqua in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
fine citazione

Un po’ come avviene negli Atti degli apostoli con le famose “sezioni in noi”, qui la critica testuale afferma che lo stacco marcato fra questi due versi, indica un’interpolazione successiva.
Se qualcuno è interessato ad approfondire, consiglio un testo:
U.Mattioli, Didachè, Ediz. Paoline, Milano 1984

Ci sono molti altri passi che portano alla medesima conclusione, secondo me anche più evidenti.
Per fare un altro esempio significativo: è molto difficile spiegare, se non attraverso una rilevante distanza temporale, la contrapposizione fra le istruzioni della Didachè “Ogni apostolo che giunge presso di voi sia accolto come il Signore. Non si tratterrà tuttavia che un sol giorno; se sarà talora necessario, anche un secondo giorno; se si tratterrà però per tre giorni, è un falso profeta.” (D. 11:4,5) e quanto riportato negli Atti degli apostoli dove si dice che Paolo dimorò “molti giorni” a casa dell’evangelista Filippo o alle istruzioni indicate nel vangelo di Luca “Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa”. Indubbiamente un modus operandi che stride fortemente con quanto riportato nella Didachè.

La Didachè è veramente uno scritto interessante che andrebbe analizzato singolo versetto per singolo versetto, cosa che feci in passato durante un esame di Storia del Cristianesimo antico.

Chiaramente ci sono molti passi che tendono ad una datazione alta e molti ad una datazione bassa.
Ad esempio, nel capitolo quindici si parla di eleggere “episcopi” e questo fatto costituisce un altro indizio utile per la datazione. Sappiamo infatti che secondo gli scritti di Ignazio di Antiochia, martirizzato nel 107, l’episcopato monarchico pareva già stabile in Siria, quindi queste istruzioni della Didachè dovrebbero essere state scritte prima, ovvero tra la fine del primo e i primissimi anni del secondo secolo.

Anche il forte carattere escatologico e lo stampo subordinazionista, sono utili indizi per una datazione.
Praticamente tutti gli studiosi sono concordi nell’affermare che sia un documento caratterizzato da una stratificazione redazionale, un documento che si è andato ampliando con il trascorre del tempo. Io credo si possa tranquillamente affermare che, alcune parti, possano essere frutto di interpolazioni anche successive alla guerra di bar kockba.


Eup

mioooo
00lunedì 22 settembre 2008 21:44
Re:
Eupeptico, 19/09/2008 14.19:



Certamente,
prendiamo ad esempio la seconda sezione, quella che tratta del battesimo.

Citazione:
“Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposto tutti questi precetti, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva.

Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua; se non puoi nella fredda, battezza nella calda. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre volte l'acqua in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
fine citazione

Un po’ come avviene negli Atti degli apostoli con le famose “sezioni in noi”, qui la critica testuale afferma che lo stacco marcato fra questi due versi, indica un’interpolazione successiva.
Se qualcuno è interessato ad approfondire, consiglio un testo:
U.Mattioli, Didachè, Ediz. Paoline, Milano 1984

Ci sono molti altri passi che portano alla medesima conclusione, secondo me anche più evidenti.
Per fare un altro esempio significativo: è molto difficile spiegare, se non attraverso una rilevante distanza temporale, la contrapposizione fra le istruzioni della Didachè “Ogni apostolo che giunge presso di voi sia accolto come il Signore. Non si tratterrà tuttavia che un sol giorno; se sarà talora necessario, anche un secondo giorno; se si tratterrà però per tre giorni, è un falso profeta.” (D. 11:4,5) e quanto riportato negli Atti degli apostoli dove si dice che Paolo dimorò “molti giorni” a casa dell’evangelista Filippo o alle istruzioni indicate nel vangelo di Luca “Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa”. Indubbiamente un modus operandi che stride fortemente con quanto riportato nella Didachè.

La Didachè è veramente uno scritto interessante che andrebbe analizzato singolo versetto per singolo versetto, cosa che feci in passato durante un esame di Storia del Cristianesimo antico.

Chiaramente ci sono molti passi che tendono ad una datazione alta e molti ad una datazione bassa.
Ad esempio, nel capitolo quindici si parla di eleggere “episcopi” e questo fatto costituisce un altro indizio utile per la datazione. Sappiamo infatti che secondo gli scritti di Ignazio di Antiochia, martirizzato nel 107, l’episcopato monarchico pareva già stabile in Siria, quindi queste istruzioni della Didachè dovrebbero essere state scritte prima, ovvero tra la fine del primo e i primissimi anni del secondo secolo.

Anche il forte carattere escatologico e lo stampo subordinazionista, sono utili indizi per una datazione.
Praticamente tutti gli studiosi sono concordi nell’affermare che sia un documento caratterizzato da una stratificazione redazionale, un documento che si è andato ampliando con il trascorre del tempo. Io credo si possa tranquillamente affermare che, alcune parti, possano essere frutto di interpolazioni anche successive alla guerra di bar kockba.
Eup



Perdonami ma ho dovuto approfondire

"IL SUBORDINAZIONISMO
Alcuni dizionari teologici definiscono il subordinazionismo come quella credenza che “assegna una inferiorità d’essere, di stato o di ruolo, al Figlio o allo Spirito Santo all’interno della Trinità”. O come una particolare visione del Figlio “privo del pieno possesso della essenza divina” o, ancora, come la dottrina secondo la quale “il Figlio è inferiore al Padre in essenza e in stato”. In definitiva, il subordinazionismo è quella tendenza teologica comune ai Padri anteniceni secondo la quale il Logos è ritenuto inferiore al Dio Padre.


I patristici tendono a distinguere due tipi di subordinazionismo: quello che afferma che il Figlio è subordinato al Padre in relazione alla sua missione e funzione ma che le tre persone divine sono identiche in essenza e potenza. Quindi un subordinazionismo di tipo “economico”.
quello che ritiene il Figlio una creatura, qualunque sia la sua sovraeminenza in rapporto alle altre. Quindi un subordinazionismo di tipo “ontologico”."


"Simon bar Kokheba o Bar Kochba (ossia, "figlio della stella"), fu un rivoluzionario ebreo che guidò la terza guerra giudaica contro i romani.

Nel 132[1] si autoproclamò messia, mettendosi a guida dell'ultima rivolta ebraica contro l'Impero romano. Dopo la sconfitta di quella ribellione, i sacerdoti ebrei lo chiamarono Bar Koseba, ossia "il figlio della menzogna".

Durante questa rivolta i cristiani si rifiutarono di combattere e, come risultato, secondo Giustino Martire, essi vennero condannati ad essere puniti duramente se non avessero disconosciuto Gesù come Messia e maledetto il suo nome[2].

Nel 1960, diverse lettere scritte da Bar Kokheba vennero scoperte in alcune grotte a Wadi Murabba e Nahal Hever."

Grazie delle tue spiegazioni credo molto precise , ma la stratificazione che hai dimostrato molto bene ci porta ad avere dei ripensamenti , oppure possiamo crede in quello che c'è scritto anche se fatto a strati , perchè esempio il battesimo comunque è un riportare le stesse parole bibliche , percui ritroviamo delle conferme









lovelove84
00martedì 23 settembre 2008 12:54
Ci sono molti altri passi che portano alla medesima conclusione, secondo me anche più evidenti.
Per fare un altro esempio significativo: è molto difficile spiegare, se non attraverso una rilevante distanza temporale, la contrapposizione fra le istruzioni della Didachè “Ogni apostolo che giunge presso di voi sia accolto come il Signore. Non si tratterrà tuttavia che un sol giorno; se sarà talora necessario, anche un secondo giorno; se si tratterrà però per tre giorni, è un falso profeta.” (D. 11:4,5) e quanto riportato negli Atti degli apostoli dove si dice che Paolo dimorò “molti giorni” a casa dell’evangelista Filippo o alle istruzioni indicate nel vangelo di Luca “Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa”. Indubbiamente un modus operandi che stride fortemente con quanto riportato nella Didachè.

io lho vista cosi:
paolo si che stava in una casa per mangiare e dormire per molto tempo, ma la sua predicazione era pubblica e in caso successivamente nelle case,quindi si puo pensare che c'era sempre gente nuova no era li con le solite persone, e diceva sempre le stesse cose o diceva cose per convingerle, uno o due giorni, ci vuole far capire che comprendere il messaggio non è difficile..e ci mette in guarda dai falsi profeti in quanto loro ci impiegherebbero di piu,qunte persone insistono e parlano sempre della loro religione, per lasciarti il messaggio, si, ma anche per convincerti, altrimenti se hai capito bene, se no arrivederci!
Eupeptico
00martedì 23 settembre 2008 15:18
Re: Re:

possiamo crede in quello che c'è scritto anche se fatto a strati , perchè esempio il battesimo comunque è un riportare le stesse parole bibliche , percui ritroviamo delle conferme



Per quelle che sono le mie competenze storico-bibliche, direi di sì.
Nonostante la stratificazione redazionale, la Didachè sembra abbastanza conforme alla "prassi" proto-cristiana.

Da notare, ad esempio, che il battesimo doveva avvenire per immersione e solo in caso di mancanza di acqua e comunque come extrema-ratio si poteva battezzare per infusione.

Bisogna comunque sempre tener presente che alcune parti possono essere state scritte nel II secolo e che lo stile è decisamente giudeo-cristiano.

Molto interessante, ed estremamente utile per la datazione, anche la forte ansia escatologica degli ultimi versetti.

Eup

Eupeptico
00martedì 23 settembre 2008 19:29

e diceva sempre le stesse cose o diceva cose per convingerle, uno o due giorni, ci vuole far capire che comprendere il messaggio non è difficile..e ci mette in guarda dai falsi profeti in quanto loro ci impiegherebbero di piu,qunte persone insistono e parlano sempre della loro religione, per lasciarti il messaggio, si, ma anche per convincerti, altrimenti se hai capito bene, se no arrivederci!



Scusa, non ho capito.
Qui si parla di cristiani che vanno a casa di altri cristiani.


Eup
lovelove84
00martedì 23 settembre 2008 21:49
Re:
Eupeptico, 23/09/2008 19.29:


e diceva sempre le stesse cose o diceva cose per convingerle, uno o due giorni, ci vuole far capire che comprendere il messaggio non è difficile..e ci mette in guarda dai falsi profeti in quanto loro ci impiegherebbero di piu,qunte persone insistono e parlano sempre della loro religione, per lasciarti il messaggio, si, ma anche per convincerti, altrimenti se hai capito bene, se no arrivederci!



Scusa, non ho capito.
Qui si parla di cristiani che vanno a casa di altri cristiani.


Eup




si, mi spiego meglio,paolo anche se andava nelle case ad insegnare la Parola non ci stava molto o ci tornava 100volte,perche la predicazione era principalmente pubblica.invece i falsi profeti ti vengono a cercare sempre specialmente a casa e vengono piu di 3.4.5 volte...quello che si dice in luca "rimanete mangiando e bevendo...."è riferito ai meritevo,cioè le persone che accoglievano gli apostoli per ospitarli.
in un paese che non conosci nessuno e c'è uno che ti ospita, per forsa devi rimanere li, dove vai?!quindi questo verso (per me eh!)non è comparabile con quello che dice la didachè di quanti giorni ci deve impiegare un apostolo per predicare!
[SM=x511460]
1x2x
00martedì 23 settembre 2008 22:13
Re: Re: Re:

Da notare, ad esempio, che il battesimo doveva avvenire per immersione e solo in caso di mancanza di acqua e comunque come extrema-ratio si poteva battezzare per infusione.
Eup



Ciao , sono andato a leggere proprio la parte del battesimo diciamo che è molto vaga , cioè sembra che l'imposizione sia nel nome del Padre,Figlio e SS poi per il discorso dell'acqua si arriva perfino ad accettare l'acqua calda il che è molto strano non credete ?
Ciao



1x2x
00martedì 23 settembre 2008 22:15
per chi vuole leggerla tutta

www.monasterovirtuale.it/Didache/didache.html

Eupeptico
00martedì 23 settembre 2008 22:53
Re: Re: Re: Re:
1x2x, 23/09/2008 22.13:


Da notare, ad esempio, che il battesimo doveva avvenire per immersione e solo in caso di mancanza di acqua e comunque come extrema-ratio si poteva battezzare per infusione.
Eup



Ciao , sono andato a leggere proprio la parte del battesimo diciamo che è molto vaga , cioè sembra che l'imposizione sia nel nome del Padre,Figlio e SS poi per il discorso dell'acqua si arriva perfino ad accettare l'acqua calda il che è molto strano non credete ?
Ciao






Acqua calda?!? Ma dove la leggi?

Per quanto riguarda lovelove84, prendo atto del tuo commento ma secondo me ha poca attinenza.

Ciao
Eup

1x2x
00mercoledì 24 settembre 2008 13:24
Re: Re: Re: Re:
1x2x, 23/09/2008 22.13:


Da notare, ad esempio, che il battesimo doveva avvenire per immersione e solo in caso di mancanza di acqua e comunque come extrema-ratio si poteva battezzare per infusione.
Eup



Ciao , sono andato a leggere proprio la parte del battesimo diciamo che è molto vaga , cioè sembra che l'imposizione sia nel nome del Padre,Figlio e SS poi per il discorso dell'acqua si arriva perfino ad accettare l'acqua calda il che è molto strano non credete ?
Ciao



credo che ero molto stanco chiedo scusa [SM=x511471]


lovelove84
00mercoledì 24 settembre 2008 13:51
Re: Re: Re: Re: Re:
1x2x, 24/09/2008 13.24:



credo che ero molto stanco chiedo scusa [SM=x511471]






perche ti devi sentire in colpa se c' e scritto che si puo utilizzare anche l acqua calda???anche tre goccie. l importante che c'è l acqua!

io non so se sei cattolico o no, ma da noi puoi decidere come fare il battesimo, c'e chi sceglie quello ad immersione,se è di inverno usano l acqua calda,altrimenti povero bimbo, o solo le 3 goccie sulla fronte, fredda calda come vuoi, solo da grande c''e un po di difficolta per fare il battesimo ad immersione, perche non si va a mare per farlo!
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