Ebraismo/Cristiani e Gesù

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Topsy
00domenica 3 ottobre 2004 02:22
E' una domanda che mi sono chiesta spesso da agnostica.
Per i credenti, ebrei e cristiani, deve costituire davvero una gran bella impresa intendersi realmente tra loro!

Quali principi fondamentali li dividono?
Quali li uniscono?
In quali mezzi di salvezza ripongono fede?
Esistono termini comuni ad entrambe le tradizioni religiose che nascondono interpretazioni contrastanti?

I commenti più comuni che sento dai cristiani sugli ebrei sono:"Non hanno riconosciuto Cristo come Messia,lo hanno rigettato!Stanno ancora aspettando!Eppure le Scritture parlano chiaro,tutte quelle profezie annunciano Gesù...come fanno a non credere?Gli ebrei aspettano solo un liberatore politico..."

Un cristiano chiedeva: "Ma se per gli ebrei il Messia è un liberatore politico del popolo ebreo, ora che gli Ebrei sono in Israele, non hanno già ottenuto quello che volevano? Cosa deve fare in realtà il Messia?"

Queste domande/riflessioni mostrano quanto poco si sappia in realtà di "ebraismo". Tuttavia,i cristiani potrebbe obiettare:" Io ho accettato Gesù come Messia,a cosa credono gli ebrei non è affare mio!".
Eppure, non possiamo fare a meno di sottolinerae che Gesù era ebreo, che visse da ebreo,che predicò tra gli ebrei agli ebrei, utilizzando espressioni e concetti tipicamente ebraici per trasmettere i suoi preziosi insegnamenti.
La Chiesa Cattolica afferma: "Gesù è ebreo e lo è per sempre".

Ma cosa pensavano gli ebrei in passato di Gesù e, dei cristiani?
E cosa ne pensano oggi?!
Teo60
00domenica 3 ottobre 2004 10:40
Re: Il problema Gesù

Scritto da: Topsy 03/10/2004 2.22
E' una domanda che mi sono chiesta spesso da agnostica.
Per i credenti, ebrei e cristiani, deve costituire davvero una gran bella impresa intendersi realmente tra loro!

Quali principi fondamentali li dividono?
Quali li uniscono?
In quali mezzi di salvezza ripongono fede?
Esistono termini comuni ad entrambe le tradizioni religiose che nascondono interpretazioni contrastanti?

I commenti più comuni che sento dai cristiani sugli ebrei sono:"Non hanno riconosciuto Cristo come Messia,lo hanno rigettato!Stanno ancora aspettando!Eppure le Scritture parlano chiaro,tutte quelle profezie annunciano Gesù...come fanno a non credere?Gli ebrei aspettano solo un liberatore politico..."

Un cristiano chiedeva: "Ma se per gli ebrei il Messia è un liberatore politico del popolo ebreo, ora che gli Ebrei sono in Israele, non hanno già ottenuto quello che volevano? Cosa deve fare in realtà il Messia?"

Queste domande/riflessioni mostrano quanto poco si sappia in realtà di "ebraismo". Tuttavia,i cristiani potrebbe obiettare:" Io ho accettato Gesù come Messia,a cosa credono gli ebrei non è affare mio!".
Eppure, non possiamo fare a meno di sottolinerae che Gesù era ebreo, che visse da ebreo,che predicò tra gli ebrei agli ebrei, utilizzando espressioni e concetti tipicamente ebraici per trasmettere i suoi preziosi insegnamenti.
La Chiesa Cattolica afferma: "Gesù è ebreo e lo è per sempre".

Ma cosa pensavano gli ebrei in passato di Gesù e, dei cristiani?
E cosa ne pensano oggi?!


Ciao Topsy,
certo che domande così fanno venire il mal di testa, ma si può cominciare a rispondere un pò alla volta. io provo a cominciare dall'ultima.
Per gli ebrei Gesù è un perfetto ebreo, nato ebreo, osservante della Torah, che frequenta la sinagoga e condanna il formalismo di allora come avevano fatto i profeti. Secondo Samuel Hirsh Gesù non si allontana dal giudaismo, anzi è un ebreo esemplare, che visse integralmente la propria fede anche se si ingannò nel considerare imminente la venuta del regno di Dio. (cit: da IMBACH J.,Gesù a chi appartiene?...,Paoline, 1991).Secondo H.G. Enelow, nella sua persona egli riunisce ciò che vi è di più prezioso e di più profondo in Israele, questo popolo eterno di cui è figlio. Secondo Augusto Segre, «da un punto di vista ebraico, non c'è nulla di nuovo e di diverso nella predicazione di Gesù, perfino nelle sue invettive, di puro stile profetico, dalla sostanza etica, religiosa della tradizione ebraica». (SEGRE A., Il popolo d'Israele e la Chiesa...)
Ciò che un ebreo non può accettare, scrive J. Klausner, è che sia Dio:«Per il popolo ebraico (Gesù) naturalmente non può essere né un dio né Figlio di Dio nel senso del dogma trinitario: l'uno e l'altro sono per l'ebreo concezioni non solo blasfeme, ma anche incomprensibili»(Cit. in MUSSNER F.,Il popolo della promessa...) Più recentemente Franz Rosenzweig arriva ad accettare che Gesù abbia consolidato nel mondo le forze della Torah di Mosè e abbia sgomberato il terreno dall'idolatria tra i pagani, Proprio per questo però non può essere contrapposto alla Torah.
Jacob Neusner ha cercato recentemente di spiegare perchè non avrebbe accettato Gesù, pur nutrendo per lui sincera simpatia. Egli vede in Gesù la predicazione del regno dei cieli proiettato nel futuro, mentre la legge insegna come vivere oggi:«Il regno dei cieli - egli conclude - potrebbe venire, forse non troppo presto, ma finché è sopra di me, la Torah mi insegna che cosa significa vivere qui e ora nel regno di Dio»
Per gli ebrei restano tuttavia incomprensibili le complicate formulazioni dogmatiche dei cristiani circa la trinità, l'incarnazione e il sacrificio redentivo di Cristo.
Infine rimane inconcepibile, per gli ebrei, il fatto che Dio abbia bisogno di un sacrificio umano cruento per giustificare l'uomo. Il problema sarà allora per i cristiani riaffermare continuamente l'unità di Dio, presente in modo preponderante nella predicazione di Gesù; insistere sulla iniziativa salvifica di Dio; attribuire agli uomini e non a Dio la morte di Gesù.
Agli ebrei i cristiani potrebbero forse chiedere di lasciarsi interrogare dal messaggio di perdono di Gesù, non giuridico ma espressione di appello morale, cioè affidato alla generosità e magnanimità dell'uomo, e di chiedersi se esso non appartenga alla più genuina tradizione biblica. La provocazione cristiana semmai dovrebbe essere quella di passare dal negativo al positivo, cioè dal perdono alla rinuncia volontaria di rivalsa senza contropartita.
Topsy
00domenica 3 ottobre 2004 12:05
Re:Il problema Gesù
Scritto da: Teo60 03/10/2004 10.40

Per gli ebrei Gesù è un perfetto ebreo, nato ebreo, osservante della Torah, che frequenta la sinagoga e condanna il formalismo di allora come avevano fatto i profeti.

Già, oltre ai nome da te citati posso aggiungere anche quello di Leo Baeck, che in "Il Vangelo.Un documento ebraico" guarda con sincera simpatia Gesù,ma che mette al contempo in guardia i cristiani: "questi apprezzamenti su Gesù non preannunciano affatto il desiderio inconscio di convertirsi al cristianesimo!" Sovente è questo che i cristiani desiderano cogliere dal mondo ebraico, i segni (anche tenui) di una possibile conversione,e tutto ciò li conduce a fraintendere la natura delle riflessioni ebraiche su Gesù ebreo.


Per gli ebrei restano tuttavia incomprensibili le complicate formulazioni dogmatiche dei cristiani circa la trinità, l'incarnazione e il sacrificio redentivo di Cristo.

Questo dipende dal fatto che la tradizione religiosa ebraica,(nel pensiero rabbinico questo è evidente)è alieno da qualsiasi dogmatica e diffidente di ogni teologia tematizzata in una summa di concetti definiti.
A presto!


Teo60
00giovedì 7 ottobre 2004 17:16
Ebraismo e cristianesimo.
Passiamo ad un altro argomento.
Com’è visto il cristianesimo dagli ebrei?
A parte il rifiuto del giudaismo farisaico-rabbinico nei confronti dei giudeo-cristiani, accusati di parteggiare per Roma per il loro rifiuto di combattere, (Cf. PETUCHOWSKI J.J., Verso una teologia ebraica del cristianesimo, in «Humanitas», a. 1989, n 2 ) c’è nel pensiero ebraico la convinzione che la Torah è offerta a tutti anche se in modo diverso. Il riferimento per i non ebrei è al patto con Noè (Gn 9,8-17). Questi riferimenti tuttavia non sono specifici nei confronti dei cristiani.
Qualche cenno a una teologia ebraica del cristianesimo è presente nel secolo XII in Mosè Maimonide e nel secolo XX in Franz Rosensweig. Il primo ritiene che gesù e Maometto siano stati precursori del regno messianico. Attraverso loro le parole del Dio vivente, riflesse nella Torah ebraica, sono state diffuse ai quattro angoli della terra. Le nazioni appresero così questo messaggio unitamente a nozioni erronee. Queste ultime saranno dissolte una volta che apparirà il vero Messia. Il secondo sviluppa invece l’affermazione del Vangelo di Giovanni «…nessuno viene al Padre se non per mezzo di me…» (14,6). E afferma che gli ebrei erano già presso l Padre fin dal Sinai, se non prima. Secondo l’autore, la funzione del cristianesimo è di portare tutti gli esseri umani in quella relazione con Dio già goduta dagli ebrei. Alla luce di questo tema, Franz Rosenzweig afferma che le speranze future dell’ebraismo e del cristianesimo sono identiche e che è evidente che ebrei si nasce, mentre cristiani si diventa. In questi due autori c’è chiaramente un tentativo di legittimare sul piano di Dio il cristianesimo, anche se rimangono aperti i problemi accennati nei confronti di Gesù, ossia il messianismo di Gesù, la contestazione da lui fatta alla Torah, il primato della tradizione ebraica. Il cristianesimo è per questi autori un grande avvenimento religioso, che però sarà perfetto solo quando accetterà dall’antico Israele i principi dell’alleanza con Noè, di cui l’ebraismo è custode. Il pensiero dei due autori citati è stato recentemente assunto in un documento di intellettuali ebrei degli Stati Uniti d’America dal titolo Dabru emet (Ditevi la verità), il quale ha raccolto in due mesi 216 firme di adesione. Nel documento si elencano otto brevi indicazioni circa il dialogo cristiano-ebraico:

1. ebrei e cristiani adorano le stesso Dio;
2. ebrei e cristiani riconoscono l’autorità dello stesso libro, la Bibbia
3. i cristiani possono rispettare la rivendicazione del popolo ebraico sulla terra d’Israele;
4. ebrei e cristiani accettano i principi della Torah;
5. il nazismo non fu un fenomeno cristiano;
6. le umanamente inconciliabili differenze tra ebrei e cristiani non saranno risolte fino a che Dio non redimerà il mondo intero, come promesso dalla Scrittura;
7. un nuovo rapporto tra ebrei e cristiani non indebolirà la patria dell’ebraismo;
8. ebrei e cristiani devono lavorare insieme per la giustizia e per la pace.

In particolare, per quanto riguarda i cristiani, nel documento si afferma circa il primo degli otto punti: « Sebbene il culto cristiano non sia una scelta religiosa percorribile per gli ebrei, come teologi ebrei ci rallegriamo che, attraverso il cristianesimo, centinaia di milioni di persone siano entrate in contatto con il Dio di Israele».
Possono sembrare indicazioni ovvie ma sicuramente rappresentano l’inizio di un dialogo basato su fondamenta comuni e che meritano sicuramente attenzione anche da parte dei cristiani.

[Modificato da Teo60 07/10/2004 17.18]

Topsy
00giovedì 7 ottobre 2004 20:16
Re: Ebraismo e cristianesimo.
Scritto da: Teo60 07/10/2004 17.16

Ciao Matteo,
hai mai letto le considerazioni di coloro nutrono seri dubbi su questo primo punto?

"ebrei e cristiani adorano lo stesso Dio"

A presto!
Teo60
00giovedì 7 ottobre 2004 20:27
Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.

Scritto da: Topsy 07/10/2004 20.16
Scritto da: Teo60 07/10/2004 17.16

Ciao Matteo,
hai mai letto le considerazioni di coloro nutrono seri dubbi su questo primo punto?

"ebrei e cristiani adorano lo stesso Dio"

A presto!



Ciao Topsy,
si ho letto, naturalmente, ma il discorso verrà affrontato in un altro post. Sicuramente il Dio degli ebrei Uno ed Unico non può essere considerato "lo stesso" di quello dei cristiani Uno e Trino. Affronteremo l'argomento, puoi contarci.

Matteo

***
Topsy
00venerdì 8 ottobre 2004 00:35
Re: Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.

Scritto da: Teo60 07/10/2004 20.27


Ciao Topsy,
si ho letto, naturalmente, ma il discorso verrà affrontato in un altro post. Sicuramente il Dio degli ebrei Uno ed Unico non può essere considerato "lo stesso" di quello dei cristiani Uno e Trino. Affronteremo l'argomento, puoi contarci.

Matteo

***




Quando vuoi!
... ti attendo al varco, non mi sfuggirai!
[SM=g27994]m20:
maulamc
00mercoledì 13 ottobre 2004 15:39
Re:

Scritto da: Topsy 03/10/2004 2.22
E' una domanda che mi sono chiesta spesso da agnostica.
Per i credenti, ebrei e cristiani, deve costituire davvero una gran bella impresa intendersi realmente tra loro!

Quali principi fondamentali li dividono?
Quali li uniscono?
In quali mezzi di salvezza ripongono fede?

Carissima Topsy, rispondo a queste domande con la mia riflessione che qui trascrivo:
Nessuno può non accorgersi che tra il cristianesimo e l’ebraismo vi sono divergenze profonde che li dividono, anche se entrambi vengono dallo stesso ramo: Abramo e la Parola di Dio data ai Profeti.
Lo stesso Giovanni Paolo II° ne testimonia questa realtà nel discorso da lui tenuto il 13 Aprile 1989 nella Sinagoga di Roma: << A nessuno sfugge che la divergenza fondamentale fin dalle origini è l'adesione di noi Cristiani alla persona e all'insegnamento di Gesù di Nazareth, figlio del vostro popolo, dal quale sono nati anche Maria Vergine, gli Apostoli, "fondamento e colonne della Chiesa", e la maggioranza dei membri della prima comunità cristiana>>.
Certo non si può, né si deve, dimenticare che le circostanze storiche del passato furono ben diverse da quelle che sono venute faticosamente maturando nei secoli; e
alla comune accettazione di una legittima pluralità sul piano sociale, civile e religioso si è pervenuti con grandi difficoltà.
Tanto è vero che, e la storia recente ci insegna, saranno proprio due principali esponenti del mondo cattolico (Jacques Maritain) e del mondo ebraico (il professore ebreo Jules Isaac) che si pronunceranno per una più larga veduta e per una interreligiosità delle due religioni.
Fu proprio Jules Isaac, come ci riferiscono le cronache di quel tempo che, all'annuncio del Concilio, compì un passo decisivo, chiedendo udienza al Papa presentandogli un memoriale: cinque anni dopo la Chiesa Cattolica offriva al mondo, tra i documenti conciliari, il Documento Conciliare“Nostra Aetate” che apriva la strada al dialogo e alla collaborazione fraterna con il popolo ebraico.
Da questo nasceranno dei precisi cambiamenti, storico-religiosi, che si possono inquadrare in tre punti:

Il primo: è che la Chiesa di Cristo scopre il suo "legame" con l'Ebraismo "scrutandone il suo proprio mistero" (cfr. Nostra Aetate p.4). La religione ebraica non ci è "estrinseca", ma in un certo qual modo, è "intrinseca" alla nostra religione, avendo verso di essa dei rapporti che non si hanno con nessun'altra religione. Essi sono “i nostri fratelli prediletti”, come dirà Giovanni Paolo II° nel Suo intervento alla Sinagoga e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri "fratelli maggiori".

Il secondo punto: rilevato dal Concilio è che agli Ebrei, come popolo, non può essere imputata alcuna colpa collettiva, per ciò "che è stato fatto nella passione di Gesù" (cfr. Nostra Aetate, ib.), sia agli Ebrei di quel tempo, che a quelli venuti dopo, così anche per quelli del nostro tempo. È quindi inconsistente ogni pretesa giustificazione teologica di misure discriminatorie o, peggio ancora, persecutorie. Il Signore giudicherà ciascuno "secondo le proprie opere", gli Ebrei come i Cristiani (cfr. Rm 2,6).

Il terzo punto: è la conseguenza del secondo; la Chiesa, come ogni cristiano non può dire che gli Ebrei sono "reprobi o maledetti", come se ciò fosse insegnato, o potesse venire dedotto dalle Sacre Scritture (cfr. Nostra Aetate, ib.). Anzi, proprio il Concilio, attraverso il Documento "Nostra Aetate", come la Costituzione dogmatica "Lumen Gentium " (n. 6), e la citazione di San Paolo nella lettera ai Romani (capitolo 28 s), annuncia che gli Ebrei "rimangono carissimi a Dio", che li ha chiamati con una "vocazione irrevocabile"»


Alla luce di quanto si è detto, la Chiesa cattolica attraverso il proprio Concilio insegna a stimare il grande patrimonio spirituale comune fra ebrei e cristiani, compiendo un passo teologico decisivo, scavalcando di colpo secoli di polemiche.
Ovviamente non tutto è compiuto, molto c’é ancora da fare. Ma certamente il grande processo di avvicinamento con i “fratelli” di Abramo, si è di certo incamminato su di un binario che porta entrambi a lavorare per il bene dell’umanità (trovo giusta l’analisi finale nel post di Teo60: «Sebbene il culto cristiano non sia una scelta religiosa percorribile per gli ebrei, come teologi ebrei ci rallegriamo che, attraverso il cristianesimo, centinaia di milioni di persone siano entrate in contatto con il Dio di Israele».
In una omelia presentata davanti a molti fedeli, nella Basilica di San Pietro, il francescano padre Raniero Cantalamessa, ebbe a dire: << L’antisemitismo non nasce da fedeltà alle Scritture cristiane, ma da infedeltà ad esse. In questo senso, la situazione nuova che si è creata nel dialogo tra ebrei e cristiani si rivela utile per capire meglio le stesse nostre Scritture. È anch’essa un segno dei tempi >>. Come a dire, spero di farmi capire, che tutto ciò che riguardava la profezia degli antichi profeti, si è compiuta nelle stesse Scritture ebraiche, le quali hanno dato ai sacri scrittori del Nuovo Testamento la certezza che ciò che hanno udito, ciò che hanno veduto, ciò che hanno toccato, era scritto già nei libri antichi e si è rivelata nella figura di Gesù Cristo (cfr. 1Giovanni 1 ss.).
C’è un testo che gli Ebrei recitavano - e recitano tuttora - durante il Seder pasquale. Melitone di Sardi, noto biblista, lo ha fatto suo e lo ha introdotto nella liturgia cristiana, per accomunare, attraverso le parole, sia gli ebrei che i cristiani, il testo recita così: <<Egli ci ha fatti passare: dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce, dalla servitù alla redenzione>>
(Pesachim X,5; cfr Melitone sulla Pasqua,68; sch 123,pp.96-9[SM=g27989].

Riguardo alla domanda: <<in quali mezzi ambedue le religioni ripongono la propria fede? >>, si risponde: gli ebrei e i cristiani la ripongono nella Parola di Dio, e in Dio. Quella stessa Parola che per i cristiani si è rivelata e si é manifestata nella persona di Cristo, attraverso la sua morte e Risurrezione.

Per adesso mi fermo qui, lasciando ad altro intervento il proseguo delle risposte alle Tue domande, di cui mi prometto di farlo a tempo debito…
Con cordialità

Maula


BIBLIOGRAFIA
Documenti e Storia del Concilio Vaticano II°, “Nostra Aetate” cap.4, ed. Vaticano, 1989
"Nostra Aetate: una pietra miliare" Pier Francesco Fumagalli
Omelia del predicatore della casa pontificia il 10-4-1998, Padre Raniero Cantalamessa nella basilica di San Pietro in Roma





eliysciuah
00mercoledì 13 ottobre 2004 19:49
credi è niente ti sarà nascosto
io sono un giudeo-cristo ...

ciò che li divide è ciò che li unisce, non esiste un ebreo che non possa divenire cristiano, ma nessun cristiano è ebreo???

se l'uomo non conosce davide, non conosce gesù ...

la cristianità è cosa che solo gesù ha rappresentato.

io sono come Lui, intendo il vangelo e conosco le scritture.

buona serata,

elohi immah escì,

cirolorenzio
Topsy
00mercoledì 13 ottobre 2004 21:31
Re:
Scritto da: maulamc 13/10/2004 15.39

Ciao caro Maurizio, come sempre sei molto generoso nelle tue considerazioni.Noto che ami documentarti per benino prima di postare, e questo rende il forum molto più ricco di riferimenti utili.

...A nessuno sfugge che la divergenza fondamentale fin dalle origini è l'adesione di noi Cristiani alla persona e all'insegnamento di Gesù di Nazareth, figlio del vostro popolo, dal quale sono nati anche Maria Vergine, gli Apostoli, "fondamento e colonne della Chiesa", e la maggioranza dei membri della prima comunità cristiana...


Tu sai, io credo che le divergenze esistenti non siano limitate al fatto che l'ebraismo non abbia riconosciuto Gesù come messia.Sospetto che questo sia semplicemente l'inevitabile conseguenza di "qualcosa altro" e questo "qualcosa altro" vada rinvenuto nelle motivazioni che hanno condotto a disconoscere Gesù di Nazareth quale messia.

Riguardo alla domanda: <<in quali mezzi ambedue le religioni ripongono la propria fede? >>, si risponde: gli ebrei e i cristiani la ripongono nella Parola di Dio, e in Dio. Quella stessa Parola che per i cristiani si è rivelata e si é manifestata nella persona di Cristo, attraverso la sua morte e Risurrezione.


Certo entrambe le religioni ripongono fede in Dio e nella sua Parola, ma quale sono i mezzi, attraverso i quali questa salvezza si realizzerebbe?Questi strumenti non coincidono.Mi riferivo a questo.
Un salutone dalla tua amica Topsy[SM=g27994]m2:
maulamc
00sabato 20 novembre 2004 13:24
Di solito le domande vengono poste ai cristiani. Vorrei ora ribaltare la consuetudine, nel porvi alcune domande:

Qual'é stata la causa del rifiuto della predicazione di Gesù, da parte della classe sacerdotale ebraica?

E' stato forse perché non adempiva ai propri doveri di ebreo osservante?

Oppure perché rivendicava qualche diritto? Quale?>>
Teo60
00domenica 21 novembre 2004 11:28
Re:

Scritto da: maulamc 20/11/2004 13.24
Di solito le domande vengono poste ai cristiani. Vorrei ora ribaltare la consuetudine, nel porvi alcune domande:
Qual'é stata la causa del rifiuto della predicazione di Gesù, da parte della classe sacerdotale ebraica?

Premettendo che non sono Ebreo ma solo uno stdente di cultura ebraico-biblica provo a risponderti.
Gesù fu accustao dai capi ufficiali del giudaismo di infrangere la legge del sabato (Mc 2,23; 3,1) e di bestemmia. Gesù è accusato di bestemmia quando perdona i peccati attribuendosi poteri che sono solamente di di D-o (Mc 2,5 ss), quando dichiara di voler distruggere il tempio (Mt 26,61 e sopratutto - gravissimo "crimine" - quando davanti al Sinedrio rivendica per sè la dignità divina (cf. Mt 26,63-66)


Oppure perché rivendicava qualche diritto? Quale?
L'unico diritto che Gesù rivendicava per sè, ed è questo che fà strappare le vesti al Sommo sacerdote Caifa, è quello di identificarsi come "...il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio e venire sulle nubi del cielo" (Mt 26,64)

Chi.dove.quando
00domenica 21 novembre 2004 18:01

Scritto da: maulamc 20/11/2004 13.24
Di solito le domande vengono poste ai cristiani. Vorrei ora ribaltare la consuetudine, nel porvi alcune domande:

Qual'é stata la causa del rifiuto della predicazione di Gesù, da parte della classe sacerdotale ebraica?

E' stato forse perché non adempiva ai propri doveri di ebreo osservante?

Oppure perché rivendicava qualche diritto? Quale?>>




Quali furono i motivi del dissenso della classe sacerdotale ebraica alla "predicazione" di Gesù?
Fondamentalmente una, da come si evince dal vangelo di

Giovanni 11:
"46 Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. 47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. 48 Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». ...53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
54 Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei...55 ...57 Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo." (il grassetto è mio)

La presa di posizione della classe sacerdotale non era uniforme. Alcuni sacerdoti, come Gamaliele, D'Arimatea, Nicodemo e loro sostenitori ed una certa parte dei farisei era con lui, mentre i sadducei e la restante parte dei farisei era contro di lui.

Bisogna ricordare che per tutto il periodo che il Messia frequentò i suoi discepoli ed apostoli, questi ultimi intesero sempre che il regno a cui il Cristo faceva riferimento fosse il regno davidico, con capitale Gerusalemme, e che, prima o poi, Lui, il Cristo, li avrebbe guidati contro Roma ed avrebbe restaurato il regno D'Israele. Questa veduta non mutò nemmeno dopo la morte del Messia, tant'è che in Atti 1:6 vi troviamo scritto:

6 Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». (il grassetto è mio)

Perciò sia la classe sacerdotale che i suoi stessi discepoli avevano del Cristo una visione completamente umana. S'aspettavano che di lì a poco li avrebbe guidati in una rivolta trionfale contro Roma ed il resto dei gentili. Le loro aspettative furono deluse,come è evidente da alcune loro dichiarazioni:

Luca 24:
"21 Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose." (il grassetto è mio)

La predicazione del Messia mise in allarme la classe sacerdotale, non tanto per il contenuto etico e morale dei suoi insegnamenti, quanto per il timore che, ponendosi a capo del moti rivoluzionari giudaici, avesse potuto compromettere la stessa esistenza di Israele, cosa che poi effettivamente accadde, secondo i loro pronostici, nel 70 D.C., per mano di altri messia. Però non tutti la pensarono così. Come ho detto vi erano molti del partito dei farisei che erano d'accordo per l'affrancamento SUBITO d'Israele dal dominio Romano, mentre altri, in maggioranza sadducei, ma anche farisei e conservatori in genere, non ritenevano maturi i tempi ed erano schierati per l'attesa del momento propizio.
I sadducei, molto probabilmente, forse con la cospirazione di qualche seguace del Messia, ora non più convinto dell'immediatezza di un'azione rivoluzionaria, decisero di denunciarlo a Pilato che, nella famosa notte del "monte degli ulivi", inviò circa 800 militari, fatti arrivare in tutta fretta da Cesarea, insieme ad un cospicuo numero di militari sinedriti, (perciò una forza di tutto rispetto), per arrestare e prendere il Cristo. Il resto della storia è noto.

Alla domanda: "E' stato forse perché non adempiva ai propri doveri di ebreo osservante?", risponderei di no...perchè Lui lo era.

Chidoqua



eliysciuah
00mercoledì 24 novembre 2004 18:46
Re:

Scritto da: maulamc 20/11/2004 13.24
Di solito le domande vengono poste ai cristiani. Vorrei ora ribaltare la consuetudine, nel porvi alcune domande:

Qual'é stata la causa del rifiuto della predicazione di Gesù, da parte della classe sacerdotale ebraica?

salve amici, io dal mio punto di vista vorrei farvi ragionare in maniera diversa:

1. la classe sacerdotale ebraica non ha rifiutato la predicazione di Gesù, in quanto quelli non erano ebrei, ma uomini dappoco corrotti e succubi di Roma. quindi non avrebbero potuto accoglierlo, essi erano distanti dal Dio di Israele e questo Gesù lo sapeva. Israele è popolo benedetto e nella stessa benedizione è maledetto.

Israele è formato da 12 tribù, 12 fratelli che già nella loro vita hanno manifestato il futuro prossimo, per questo il Messia non sarebbe potuto nascere se non da Efraim, come Davide padre di Gesù.

purtroppo quello che alle volte è difficle da capire è che come la Chiesa non riconosce l'umanità di Gesù oggi, così la classe sacerdotale di allora non lo riconobbe come avrebbe dovuto. ma non possiamo nemmeno dire questo, perchè il Figlio dell'uomo doveva morire così, aveva dei passaggi obbligati, che lo stesso Gesù andava affermando. vi siete mai chiesti come mai Egli che governa su ogni cosa terrestre e celeste, non si sia liberato in virtù della Sua potenza? e che silenzioso non abbia mai ribattuto alle accuse che gli mossero contro? vorrei dire molte cose ma mi fermo qui per questa risposta.


E' stato forse perché non adempiva ai propri doveri di ebreo osservante?


al contrario erano la Sua stessa carne che si era strappata dalle ossa, egli era ebreo, quelli che non lo ascoltarono ora sono nella ghenna. l'ebraismo è una forma di pensiero divino da Dio stesso tramandato a Mosè e reso carne con gesù. colui che non capisce questo e non fa suo questo concetto non è ne ebreo ne tanto meno cristiano, perchè come ripeto cristiano non è un appellativo dato dall'uomo ma da Dio, e la forma sacerdotale che battesima non imprime il crisma ma il suo seme. e poi è Dio che battezza, non l'uomo. uno può essere chiamato a Dio senza essere batezzato e divenire cristiano, ma se prima non è ebreo la crisalide non diviene farfalla, perchè se no Gesù sarebbe nato cristiano ma Egli nacque ebreo e tale è e rimane.

Oppure perché rivendicava qualche diritto? Quale?>>



può forse il Figlio non ereditare la vigna del Padre? il problema non è in Gesù, ma in quelli che lo hanno idolatriato con immagini e figure, e che cercano intercessione attraverso la Madonna. ma quanto meglio non sarebbe vedere la Madonna come moglie, sorella e madre, ma soprattutto moglie, poichè lo spirito ebro che diviene pervaso dallo Spirito santo, benedetto egli sia nei secoli, non può raggiungere la messianità senza aver generato, poichè come il Padre genera, così il Figlio ha generato. se no Egli non potrebbe essere quello che è, easy!!!



mi piacerebbe molto vedere degli uomini che danno pace e non guerra, la verità è manifesta, la guerra è il simbolo del potere corrotto delle religioni che si fanno scudo di giustificazioni assurde, sputando sull'Uomo che gli ha dato la salvezza. oggi colui che guarda vede: l'America cristiana che combatte l'Oriente Islamico, Israele che davanti combatte la palestina e dietro gli rivendica terre mai possedute se non per virtù di Dio, che ora è assai distante dal Suo popolo.

nel mondo non esistono colri ma ideologie che ci accomunano in 3 sezioni "cristiani-ebrei-musulmani" ora queste fazioni con una mano ti aiutano, con l'altra ti staccano il braccio, sono una spelonca di ladri e assassini, da Bush a Bin Laden, da Sharon al passato Arafath. questi uomini hanno combinato un casino in cielo, poichè ogni popolo e quindi ogni credo ha un angelo che li rappresenta, e questi 3 angeli sono in continua lotta per viltà di questi potenti che non sanno nemmeno che cosa fanno.

scusate se continuo, ma la questione si fa seria, e gesù è stanco, molto stanco....Egli è il framezzo di el-jha "Misericordia e giudizio" quando la misericordia passa, diviene sdegno e il giudizio universale è per tutti, ma se l'avvocato che ci dovrà difendere rappresenta morte, come è vero che Egli vive, coloro che dicono di adorarlo mietendo sangue innocente è già morto prima di nascere.

impariamo la misericordia e non il giudizio, Egli si è fatto mettere in Croce per mostrarvi come il tempio sarebbe risorto in gerusalemme dopo 3 giorni, ma nessuno hamai capito che non Roma, ma gerusalemme. 1000 anni passati, dove gli uccisori sono divenuti seguaci, ma quale servo buono uccide il padrone e poi fa redenzione in nome suo. menzogne, soltanto menzogne, Gesù è vivo in chi lo rappresenta con giustizia, per questo io ritengo la cristianità un talento preziosissimo che pochi hanno, ma che tutti dicono di possedere.

scusate dello sfogo, ma come sapete le mie mani non ascoltano la mia testa, ma quella di chi mi rappresenta.

cirolorenzo
Topsy
00venerdì 26 novembre 2004 20:37
Re:

Scritto da: maulamc 20/11/2004 13.24
Di solito le domande vengono poste ai cristiani. Vorrei ora ribaltare la consuetudine, nel porvi alcune domande:

Qual'é stata la causa del rifiuto della predicazione di Gesù, da parte della classe sacerdotale ebraica?

E' stato forse perché non adempiva ai propri doveri di ebreo osservante?

Oppure perché rivendicava qualche diritto? Quale?>>




Accipicchia che domande!
Vedo che prontamente Matteo, Chidoqua e Ciro hanno offerto le loro risposte.Sono appena tornata da una breve assenza e ho da leggere tantisismi interventi,però mi piacerebbe ampliare questo argomento, sempre restando in tema...non appena mi libero,lo farò!
[SM=g27994]m6:

[Modificato da Topsy 26/11/2004 20.48]

Topsy
00lunedì 29 novembre 2004 12:47
Gesù e la tradizione evangelica
Maurizio ha scritto:
Qual'é stata la causa del rifiuto della predicazione di Gesù, da parte della classe sacerdotale ebraica?
E' stato forse perché non adempiva ai propri doveri di ebreo osservante?
Oppure perché rivendicava qualche diritto? Quale?



Qualsiasi cristiano, suppongo, saprebbe rispondere a queste domande con una certa facilità,perchè tali motivazioni vengono esposte nei "Vangeli",nelle lettere di San Paolo ecc...

Gesù era un ebreo osservante?
Bè,sembrerebbe proprio di si da quanto raccontano i Vangeli,anche se nell'interpretare la Legge mostra di non essere un comune ebreo,ma un maestro della Legge,che studia e, legge in sinagoga la Torà.Parla e discute con i sacerdoti come fosse uno di loro,ammaestra le folle come uno di loro,gli vengono sottoposti dei quesiti proprio come si usava fare nei confronti dei maestri dell'epoca ben preprati in certe questioni legislative;gli si chiede di operare miracoli,cosa che veniva richiesta puntualmente ai maestri la cui santità era nota in tutta la Palestina.
Sebbene,occorre osservare che tali opere miracolose di guarigione (o di prodigi),in realtà non venivano considerate rivelatrici di "figliolanza divina" così come i discepoli più tardi riporteranno nei loro scritti.
Nel mondo pagano si era soliti ritenere che il compimento di un miracolo da parte di un individuo ne rivelasse l'identità divina, in Israele no,questo non accadeva.
Gesù poteva essere stato considerato con ogni probabilità un uomo-santo,ma non un uomo-Dio per i miracoli compiuti.
Forse,proprio rivendicare a sè queste opere prodigiose,che per gli ebrei provenivano in realtà sempre e solo da Dio, può averne offuscato la credibilità presso coloro che risultavano chiaramente più preparati e competenti circa la tradizione religiosa ebraica.

[Modificato da Topsy 29/11/2004 12.48]

eliysciuah
00lunedì 29 novembre 2004 13:08
Re: Gesù e la tradizione evangelica

Gesù era un ebreo osservante?
Bè,sembrerebbe proprio di si da quanto raccontano i Vangeli,anche se nell'interpretare la Legge mostra di non essere un comune ebreo,ma un maestro della Legge,che studia e, legge in sinagoga la Torà.Parla e discute con i sacerdoti come fosse uno di loro,ammaestra le folle come uno di loro,gli vengono sottoposti dei quesiti proprio come si usava fare nei confronti dei maestri dell'epoca ben preprati in certe questioni legislative;gli si chiede di operare miracoli,cosa che veniva richiesta puntualmente ai maestri la cui santità era nota in tutta la Palestina.
Sebbene,occorre osservare che tali opere miracolose di guarigione (o di prodigi),in realtà non venivano considerate rivelatrici di "figliolanza divina" così come i discepoli più tardi riporteranno nei loro scritti.
Nel mondo pagano si era soliti ritenere che il compimento di un miracolo da parte di un individuo ne rivelasse l'identità divina, in Israele no,questo non accadeva.
Gesù poteva essere stato considerato con ogni probabilità un uomo-santo,ma non un uomo-Dio per i miracoli compiuti.
Forse,proprio rivendicare a sè queste opere prodigiose,che per gli ebrei provenivano in realtà sempre e solo da Dio, può averne offuscato la credibilità presso coloro che risultavano chiaramente più preparati e competenti circa la tradizione religiosa ebraica.

[Modificato da Topsy 29/11/2004 12.48]






sono pienamente d'accordo con topsy, ha dato l'idea originale che provoca la scissione tra ebrei e cattolici.

infatti, oltre a quello che è stato detto e che può essere una posizione vera o meno, a noi non importa, perchè come dice topsy per noi il miracolo viene da D-o e solo da Lui.

Gesù non ha colpe secondo l'ebreo mistico, anzi è realizzazione della divinità umana del loro popolo. i discepoli che hanno raccontato di lui, o le persone che ci hanno tramandato il suo insegnamento, hanno ben fatto l'errore di aggiungere dove si doveva togliere e da questo nasce la Confusione.

ma Gesù è al di fuori di questo, sia chiaro. la dottrina è una forma di sapienza che per natura viene data da Dio. ora Gesù non è Dio ma Suo Figlio, e se anche si diceva servo era per il timore del buon samaritano, ma questo non toglie che ciò che il buddah è per l'Indiani; Gesù è per gli Ebrei-cristiani.

cmq noi non dobbiamo giudicare, è al di sopra delle ns facoltà, però voglio concludere citando gesù:

" date a Cesare quello che è di Cesare, date a Dio quello che è di Dio e date a Me quello che è Mio"

cirolorenzo
MauriF
00domenica 5 dicembre 2004 14:55
Re: Re: Gesù e la tradizione evangelica
Gesù non ha colpe secondo l'ebreo mistico, anzi è realizzazione della divinità umana del loro popolo. i discepoli che hanno raccontato di lui, o le persone che ci hanno tramandato il suo insegnamento, hanno ben fatto l'errore di aggiungere dove si doveva togliere e da questo nasce la Confusione.

Beh, non credo...
Rimane sempre quell'enigma che non si riesce a risolvere:
Gesù, così saggio, così istruito, che compiva miracoli, ecc...
Si è proclamato "Figlio di Dio".
Non uno dei figli di Dio, ma Dio Figlio.

Che spiegazione danno, o hanno dato gli ebrei di questo comportamento?

ma Gesù è al di fuori di questo, sia chiaro. la dottrina è una forma di sapienza che per natura viene data da Dio. ora Gesù non è Dio ma Suo Figlio, e se anche si diceva servo era per il timore del buon samaritano, ma questo non toglie che ciò che il buddah è per l'Indiani; Gesù è per gli Ebrei-cristiani.

Beh, non mi sembra corretto.
Per i cristiani Gesù è Dio Figlio.
Dio è uno e trino, è Padre, Figlio e Spirito Santo.
E' "uno" e "trino".
Non solo uno o solo trino.
Da Dio si è fatto uomo...non uomo-dio...ma uomo come noi, ha vinto la morte ed è tornato ad essere Dio.

Leggi da questo link le differenze fra Gesù e Buddah:
www.incontraregesu.it/risposte/maomettoedaltri.htm
maulamc
00giovedì 9 dicembre 2004 09:49
Re: Re:Che genere di dialogo tra ebrei e cristiani?
Carissima Topsy,
vorrei concludere l’argomento che avevo iniziato, nel “post del 13-10 us. Per rispondere al tuo intervento sul confronto tra ebraismo e cristianesimo.
In questa seconda parte cercherò di spostare il discorso sulla figura di Gesù e il suo tempo, perché è dallo stesso Cristo che nasce e sono intercorse le controversie, poi accentuatesi nel corso dei secoli, tra le due grandi religioni.
Avevo iniziato il mio intervento con queste parole: << Nessuno può non accorgersi che tra il cristianesimo e l’ebraismo vi sono divergenze profonde che li dividono, anche se entrambi vengono dallo stesso ramo: Abramo, la Parola di Dio, i Profeti >>. Le stesse parole le vorrei riciclare e mettere all’inizio di questa mia riflessione dicendo: Gesù non ha cancellato né potrà mai, e neanche i rappresentanti della Sua Chiesa, dimenticare le origini e il suo rapporto con la Torah, anche se molte divergenze lo hanno visto in contrasto con la stessa Legge in cui Egli era cresciuto.
Anche se vi sono “alcuni”, in questo secolo, che cercano di rebraizzare Gesù, purtroppo per quei “alcuni”, egli rimarrà, e rimane il più ebreo degli ebrei.

Ritornando al mio intervento iniziale, oggi, dopo il Concilio Vaticano II (cfr. Nostra Aetate,4), possiamo dare una valutazione più serena del rapporto tra Cristianesimo ed Ebraismo, come tra Gesù e gli stessi dottori della legge, sia per la posizione giuridico geografica (modificazione secolare dell’immagine di un popolo insicuro), come per il mutato atteggiamento del mondo cristiano e cattolico verso l’Ebraismo: grazie al suindicato Concilio Vaticano II°.
< Inoltre, aggiungo che, oggi, possiamo guardare con maggiore giudizio sulle tragiche e dolorose vicende del passato, che anno in gran parte distorto l’immagine ebraica di Gesù e del cristianesimo, e viceversa.
Per cui neanche un giudizio negativo su Gesù implica necessariamente la stessa valutazione del cristianesimo storico e dei suoi fedeli.
Gesù per quanto sia stato in opposizione al rabbinato, egli è sempre presente nella coscienza degli ebrei come dei cristiani. Pare un controsenso, ma se pensiamo che Gesù veniva apostrofato con il nome di “ Quarov”, che designa un “vicino”, come un “parente”, cioè un termine derivante da una frase Talmudica che definiva Gesù “Quarov al Regno, cioè vicino al Regno”, possiamo affermare che Egli non ha mai tradito il suo essere ebreo. Tanto è vero che, come tutti gli ebrei, Gesù osservava la legge, portandone i simboli ebraici (Matteo 9,20), e partecipando alle liturgie nelle sinagoghe.
Tornando al rapporto ebraico-cristiano una delle molteplici “cause” della frattura fra ebraismo e cristianesimo, nel corso dei secoli, è stata la non considerazione degli scritti neo-cristiani (Vangeli, Atti degli apostoli, Apocalisse e Didaché) come sacri ed ispirati, classificandoli come documenti storici.
Mentre sappiamo che tutto l’intero messaggio cristiano non si fermava alla sola condizione di ebreo di Gesù, ma attraverso l’ispirazione derivante dagli insegnamenti dei Profeti, dei Salmi e della stessa Torah, esso si collocava ermeticamente all’interno della Parola di Dio; ed ecco allora la risposta del perché gli ebrei non considerassero sacre le parole di Gesù, specialmente quando Egli conduceva le sue “battaglie” contro la possibile degenerazione della stessa Torah.
Proprio da queste controversie che danno, senza volerlo, ampio risalto all’insegnamento di Gesù ed al suo forte riscontro nella Torah, e nella letteratura ebraica, specialmente quanto egli esordì dicendo: << non sono venuto ad abolire, ma a completare >> rifacendosi ad una massima rabbinica del Talmud (Shabbat 116b), che dice: <>. Come del resto sappiamo, anche attraverso i riferimenti biblici, che tutto il messaggio di Cristo era improntato al Vecchio Testamento (cfr Luca 24,12-27).
In questo clima era inevitabile che la figura e l’opera di Gesù fosse presentata in termini diversi dagli avvenimenti reali, come del resto il suo rapporto con lo stesso mondo ebraico.
Oggi, nei libri di testo delle scuole dello Stato ebraico, Gesù viene presentato in senso storico, ed allo stesso tempo se ne ha un profondo rispetto per la vicenda e l’insegnamento di un personaggio significativo per la storia del popolo ebriaco: atteggiamento che non hanno coloro che giudicano negativamente il cristianesimo, vedendo nella religione cristiana non il fondatore ma gli uomini.
Un’altra causa, e qui giungo a dare una delle risposte alla mia domanda fatta in altro “post”, è la rivendicazione messianica da parte di Gesù, sapendo bene che per gli ebrei il Messia era sinonimo di re: un re che avrebbe portato modificazioni profonde, come la liberazione politico militare dai romani, ma sappiamo che il suo messaggio come la Sua persona era totalmente lontana dal pensiero dei Rabbini, come dell’intera classe sacerdotale, vista anche la “fine” che Egli ha subito.


Cordialità Maula

Bibliografia
Riccardo di Segni (Rabbino Capo di Roma) “La Storia di Gesù”, Vol 6, ed. Rizzoli,
Franco Ardusso, “Gesù Cristo”, ed Marietti

[Modificato da maulamc 09/12/2004 10.10]

MauriF
00giovedì 9 dicembre 2004 20:01
Re: Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.

Scritto da: Teo60 07/10/2004 20.27


Ciao Topsy,
si ho letto, naturalmente, ma il discorso verrà affrontato in un altro post. Sicuramente il Dio degli ebrei Uno ed Unico non può essere considerato "lo stesso" di quello dei cristiani Uno e Trino. Affronteremo l'argomento, puoi contarci.

Matteo

***



E' lo stesso Dio, anche se dagli uni è considerato Uno ed Unico e dagli altri Uno e Trino, ciò non significa che si stia parlando di un Dio diverso.
Topsy
00venerdì 10 dicembre 2004 00:38
Re: Re: Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.

Scritto da: MauriF 09/12/2004 20.01


E' lo stesso Dio, anche se dagli uni è considerato Uno ed Unico e dagli altri Uno e Trino, ciò non significa che si stia parlando di un Dio diverso.




Quando la stessa identità divina è testimoniata e percepita da due parti in maniera tanto diversa,che si tratti dello stesso Dio,è cosa piuttosto ardua da dimostrare.Metti anche in conto che non vi è neppure sempre conformità di intenti tra il Dio ebraico e quello cristiano.
Ciao!

[Modificato da Topsy 10/12/2004 0.54]

Topsy
00mercoledì 15 dicembre 2004 16:58
Che genere di dialogo tra ebrei e cristiani?
Scritto da: maulamc 09/12/2004 9.49
Carissima Topsy,
...Gesù non ha cancellato né potrà mai, e neanche i rappresentanti della Sua Chiesa, dimenticare le origini e il suo rapporto con la Torah, anche se molte divergenze lo hanno visto in contrasto con la stessa Legge in cui Egli era cresciuto.

Carissimo Maurizio,sono in pieno accordo con te.
Le radici non possono essere cancellate,(semmai si può tentare di ignorarle,ma questo è altro discorso).



Anche se vi sono “alcuni”, in questo secolo, che cercano di rebraizzare Gesù, purtroppo per quei “alcuni”, egli rimarrà, e rimane il più ebreo degli ebrei.

Temo di non aver capito a chi ti riferisci...



Gesù per quanto sia stato in opposizione al rabbinato, egli è sempre presente nella coscienza degli ebrei come dei cristiani.

Ho letto varie considerazioni su Gesù da parte ebraica, mettendo in conto che l'ebraismo ha al suo interno molteplici correnti di pensiero, non esiste una posizione ufficiale a suo riguardo:c'è chi lo considera un rabbì riformatore,chi il fondatore di un nuovo movimento che nulla a da spartire con l'ebrasimo,...ecc...però dobbiamo ammmettere che Gesù all'interno della tradizione giudaica non ha mai rivestito grande importanza, altri maestri sono stati preferiti a lui,i loro insegnamenti ci sono pervenuti,a differenza di quelli del rabbì Gesù.



Egli non ha mai tradito il suo essere ebreo. Tanto è vero che, come tutti gli ebrei, Gesù osservava la legge, portandone i simboli ebraici (Matteo 9,20), e partecipando alle liturgie nelle sinagoghe.

Era cosa che avevo fatto notare in un altro 3d,rispondendo a chi affermava che Gesù "era l'unico che non si comportava da ebreo"(????).



...perché gli ebrei non considerassero sacre le parole di Gesù, specialmente quando Egli conduceva le sue “battaglie” contro la possibile degenerazione della stessa Torah.

In realtà,avevo già scritto già da qualche altra parte(ma non ricordo dove esattamente)che, occorre distinguere in ambito ebraico i precetti legislativi, da quelli morali.Diversi insegnamenti di Gesù sono riconducibili a dei precetti morali(quelli diretti a "santificare") che trovano un loro parallelo nella letteratura rabbinica (vedi le "Massime dei Padri").



Proprio da queste controversie che danno, senza volerlo, ampio risalto all’insegnamento di Gesù ed al suo forte riscontro nella Torah, e nella letteratura ebraica, specialmente quanto egli esordì dicendo: << non sono venuto ad abolire, ma a completare >> rifacendosi ad una massima rabbinica del Talmud (Shabbat 116b)...

Esatto,era una citazione che ricorreva già in bocca ad altri.L'insegnamento di un maestro autorevole era anch'essa Torà, un "apporto" personale che vi dava maggiore sviluppo,...che la "perfezionava".



Come del resto sappiamo, anche attraverso i riferimenti biblici, che tutto il messaggio di Cristo era improntato al Vecchio Testamento (cfr Luca 24,12-27).

Questa deduzione è tipicamente cristiana,ma non trova riscontro da parte ebraica.Alcuni considerevoli principi cristiani, diversi contenuti nelle lettere di Paolo in particolare,seguono un filone proprio.


Oggi, nei libri di testo delle scuole dello Stato ebraico, Gesù viene presentato in senso storico, ed allo stesso tempo se ne ha un profondo rispetto per la vicenda e l’insegnamento di un personaggio significativo per la storia del popolo ebriaco...

Temo che i cristiani fraintendono cosa si sottintende per "significativo per la storia del popolo ebraico".
Occorre rammentare che per secoli, il popolo ebraico è stato oggetto di forti pregiudizi,e feroci persecuzioni a motivo di Gesù,e spesso ha rischiato "l'estinzione",...un intero popolo che è stato a lungo,vittima di un forte risentimento,"colpevole" di non aver riconosciuto in un comune rabbì (che non ha lasciato traccie di sè nella storia della letteratura religiosa dell'epoca)il Messia.



Tornando al rapporto ebraico-cristiano una delle molteplici "cause" della frattura fra ebraismo e cristianesimo, nel corso dei secoli, è stata la non considerazione degli scritti neo-cristiani (Vangeli, Atti degli apostoli, Apocalisse e Didaché) come sacri ed ispirati...

Il movimento che produsse quegli scritti costituiva un gruppo circoscritto di ebrei "messianici" che sviluppò una serie di concetti alieni al giudaismo, e di per sè "eretici". Il cristianesimo con quegli scritti (le epistole di Paolo,in particolar modo) rigettava i fondamenti dell'ebraismo.Non si trattava più di un possibile sviluppo dell'ebraismo,o di un suo compimento,ma di una nuova fede,incompatibile con quella precedente.



Un’altra causa, ...è la rivendicazione messianica da parte di Gesù, sapendo bene che per gli ebrei il Messia era sinonimo di re: un re che avrebbe portato modificazioni profonde, come la liberazione politico militare dai romani,....

Il Messia nell'ottica ebraica sarà un essere umano di grande levatura spirituale, un redentore finale,non necessariamente rivestirà natura politica e militare,ma sarà capace di liberare il suo popolo dall'oppressione politica,e guiderà una guerra contro le forze del male inaugurando un epoca di pace tra tutte le nazioni in terra.
Tanto si è scritto su questa figura.Le fonti ebraiche se ne sono occupate da secoli.

Un salutone a te e...non sparire! [SM=g27994]m1:

[Modificato da Topsy 17/12/2004 2.41]

MauriF
00venerdì 17 dicembre 2004 21:19
Re: Re: Re: Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.
Quando la stessa identità divina è testimoniata e percepita da due parti in maniera tanto diversa,che si tratti dello stesso Dio,è cosa piuttosto ardua da dimostrare.Metti anche in conto che non vi è neppure sempre conformità di intenti tra il Dio ebraico e quello cristiano.
Ciao!


Il Dio cristiano è lo stesso di quello ebraico.
Quello del quale l'ebreo legge nell'AT ed il cristiano nell'AT e nel NT.

x maulamac,

...Gesù non ha cancellato né potrà mai, e neanche i rappresentanti della Sua Chiesa, dimenticare le origini e il suo rapporto con la Torah, anche se molte divergenze lo hanno visto in contrasto con la stessa Legge in cui Egli era cresciuto.

Diciamo che non c'è divergenza fra la Legge e la Parola di Gesù Cristo perchè sono una cosa sola.
E lo stesso Gesù cristo non solo non ha tentato di cancellare la Legge, ma lo ha detto non chiaramente...di più.
Lo ha dichiarato a caratteri cubitali e gli evangelisti si sono guardati bene dal trascurarlo:

"Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge, o i profeti: non sono venuto a distruggere ma a portare a compimento. In verità vi dico, finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli." (Matteo 5. 17, 19).

Quindi non capisco questa convinzione che Gesù fosse contrario alla Legge di Dio, lui che è Verbo di Dio fatto carne.

x Topsy,

Temo che i cristiani fraintendono cosa si sottintende per "significativo per la storia del popolo ebraico".
Occorre rammentare che per secoli, il popolo ebraico è stato oggetto di forti pregiudizi,e feroci persecuzioni a motivo di Gesù,e spesso ha rischiato "l'estinzione",...un intero popolo che è stato a lungo,vittima di un forte risentimento,"colpevole" di non aver riconosciuto in un comune rabbì (che non ha lasciato traccie di sè nella storia della letteratura religiosa dell'epoca)il Messia.


Non c'è vero cristiano che abbia pregiudizi, perchè ogni vero cristiano "sa" che la morte di Gesù era "necessaria per la salvezza" e soprattutto "volere di Dio".
La morte di Gesù Cristo è stata "ad opera di Satana attraverso l'uomo", non l'ebreo...l'uomo.

Vorrei aggiungere che se non c'è traccia di Gesù nella storia della letteratura religiosa dell'epoca è perchè era più saggio cercare di nascondere certe cose che metterle alla luce.
Tuttavia ci sono molte fonti che parlano di Gesù, e la loro veridicità sta appunto nella "non religiosità" delle stesse...

Vorrei però una delucidazione:
che concetti del cristianesimo hanno evidenziato il rigetto dei fondamenti dell'ebraismo?
Grazie.

Mauri
Topsy
00sabato 18 dicembre 2004 15:44
Re: Ebraismo e cristianesimo.
Scritto da: MauriF 17/12/2004 21.19
...

Vorrei però una delucidazione:
che concetti del cristianesimo hanno evidenziato il rigetto dei fondamenti dell'ebraismo?
Grazie.

Mauri




Ciao Mauri,
sono diverse le inconciliabilità tra ebraismo e cristianesimo,la più importante è il rigetto della Torah.

Paolo insegnò che non doveva più essere osservata.Ma la Torah è la Legge consegnata da Dio agli ebrei,che deve essere osservata sino alla fine dei tempi,sino alla comparsa del Messia.

Il concetto di Figlio di Dio(nel senso cristiano per cui Gesù è insieme uomo e e Dio) ed il concetto di Trinità si scontrano con la concezione assolutamente monoteistica dell'ebraismo(monoteismo puro).

Anche l'idea del sacrifico umano in funzione di salvezza è inconciliabile con l'ebraismo,tenendo presente che nella Torà è espressamente vietato il sacrifciio umano.Anche Dio fermò la mano di Abramo che stava per sacrificare suo figlio Isacco.

Il cristianesimo ha abbandonato il concetto di centralità della terra promessa,concetto fondamentale per gli ebrei,insieme a quello di popolo e di Torà.


Gesù non ha portato un'epoca di pace come avrebbe dovuto fare il messia(guerre e violenza persistono e gli stessi cristiani credono che ci dovrà essere una seconda venuta di cristo per realizzare ciò).

[Modificato da Topsy 18/12/2004 19.10]

MauriF
00sabato 18 dicembre 2004 20:12
Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.

Ciao Mauri,
sono diverse le inconciliabilità tra ebraismo e cristianesimo,la più importante è il rigetto della Torah.



Potresti farmi una citazione?



Paolo insegnò che non doveva più essere osservata.Ma la Torah è la Legge consegnata da Dio agli ebrei,che deve essere osservata sino alla fine dei tempi,sino alla comparsa del Messia.

Il concetto di Figlio di Dio(nel senso cristiano per cui Gesù è insieme uomo e e Dio) ed il concetto di Trinità si scontrano con la concezione assolutamente monoteistica dell'ebraismo(monoteismo puro).



Se Dio è venuto sulla terra e ci ha spiegato questa Verità, perchè gli ebrei devono per forza non credere nella Parola di Dio?


Anche l'idea del sacrifico umano in funzione di salvezza è inconciliabile con l'ebraismo,tenendo presente che nella Torà è espressamente vietato il sacrifciio umano.Anche Dio fermò la mano di Abramo che stava per sacrificare suo figlio Isacco.



Non consideri una cosa:
chi si è sacrificato qui è Dio Onnipotente fatto uomo, e non è semplicemente morto,ma ha vinto la morte ed è risorto.
Il sacrificio umano è vietato perchè Dio ama l'uomo e non permetterebbe mai che un essere umano venisse sacrificato in suo onore.
Ma Gesù Cristo è Dio Onnipotente, il Figlio che riconcilia l'uomo con Dio.

Non c'è stato nessun sacrificio, c'è stata la condanna di un uomo innocente che ha pagato per tutti noi.

Prova a leggere Isaia 53.

1 Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio dell'Eterno?
2 Egli è venuto su davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare.
3 Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
4 Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da DIO ed umiliato.
5 Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è caduto su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti.
6 Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l'Eterno ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
7 Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca.
8 Fu portato via dall'oppressione e dal giudizio; e della sua generazione chi riflettè che era strappato dalla terra dei viventi e colpito per le trasgressioni del mio popolo?
9 Gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, ma alla sua morte fu posto col ricco, perché non aveva commesso alcuna violenza e non c'era stato alcun inganno nella sua bocca,
10 Ma piacque all'Eterno di percuoterlo, di farlo soffrire. Offrendo la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la volontà dell'Eterno prospererà nelle sue mani.
11 Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità.
12 Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori.


Ho messo in neretto le parti più importanti...ho tralasciato alcuni punti che sono comunque profezie che si avverano, come la sepoltura "col ricco", l'annoveramento fra i "malfattori"...
Vorrei sottolineare ancora la ricorrenza di "radice", "ramoscello".
Certo che si può considerare tutto "casuale", come ti ho detto è volere di Dio che questo possa accadere.
Dio non costringe all'amore nei suoi confronti, vuole amore vero.



Il cristianesimo ha abbandonato il concetto di centralità della terra promessa,concetto fondamentale per gli ebrei,insieme a quello di popolo e di Torà.



Forse gli ebrei hanno frainteso un po' questi concetti...


Gesù non ha portato un'epoca di pace come avrebbe dovuto fare il messia(guerre e violenza persistono e gli stessi cristiani credono che ci dovrà essere una seconda venuta di cristo per realizzare ciò).


Bisogna dare tempo al tempo.
Poi vorrei evidenziare una cosa:
Gesù ha detto esplicitamente che sarebbe stato alla destra della Potenza e sarebbe venuto con le nubi del cielo.
Ciò significa che non sono i cristiani che "credono perchè non sanno cosa pensare" che ci dovrà essere una seconda venuta...
E' Gesù che lo ha affermato, lo ha promesso.
E quando verrà puoi scommettere quello che vuoi che ci sarà più che un epoca di pace come intendiamo noi esseri umani.
Lo "stare con-Dio" equivale all'assoluto al quale aspira l'uomo.
Dio è il motivo della ricerca, la Stella Polare, il Pane del Cielo.
Ogni creatura più sta vicino a Dio, più riceve la gioia e l'amore che cerca.
L'uomo non ha esperienza, non ha coscienza e conoscienza sufficienti per immaginare cosa significhi stare con-Dio.
Ecco, la venuta di Gesù Cristo che è Dio, sarà porterà alla Giudizio Universale e alla dimora di Dio-con-noi.

Cosa che è inaudita e che non è mai accaduta.
Adamo ed Eva non erano con-Dio, erano nell'Eden terrestre, ma Dio dimorava in un altro Eden.
Il passo successivo sarebbe stato il "far partecipare alla propria divinità anche l'uomo".
Vedere il volto di Dio equivale alla realizzazione assoluta di ogni creatura.
Non c'è più altra necessità e questo significa che è gioia assoluta e piacere assoluto.

In questo credono i cristiani, questo è il Regno di Dio-con-noi.
Topsy
00sabato 18 dicembre 2004 23:27
Re: Ebraismo e cristianesimo.
Mauri:
Potresti farmi una citazione?


Le puoi trovare nelle epistole di San Paolo.


M:
Se Dio è venuto sulla terra e ci ha spiegato questa Verità, perchè gli ebrei devono per forza non credere nella Parola di Dio?


L'incarnazione divina (Dio è venuto sulla terra e simili),non è contemplata dall'ebraismo.Non è una credenza contenuta nella Bibbia ebraica ,ma nel Nuovo Testamento.


M:
Non consideri una cosa:
chi si è sacrificato qui è Dio Onnipotente fatto uomo, e non è semplicemente morto,ma ha vinto la morte ed è risorto.



So che per i cristiani questa è una verità indiscutibile,credere che Dio si faccia uomo ,che muoia e poi risorga non è un'insegnamento che trova il suo fondamento nella Torah,ma nel Vangelo.


M:
Ma Gesù Cristo è Dio Onnipotente, il Figlio che riconcilia l'uomo con Dio.



Ma per l'ebraismo non vi era necessità di riconciliarsi con Dio,poichè l'uomo e Dio non erano ai ferri corti.


M:
Non c'è stato nessun sacrificio, c'è stata la condanna di un uomo innocente che ha pagato per tutti noi.


Appunto.Questo "pagare" (= sacrificio)al posto di tutti attraverso la condanna di un uomo "innocente"(nel senso di senza peccato),che espia per gli altri non trova fondamento nella cultura ebraica.

Il sacrificio di Gesù « per i peccati di tutto il mondo » (1 Gv 2,2) è l'espressione della sua comunione d'amore con il Padre:« Il Padre mi ama perché io offro la mia vita» (Gv 10,17)Catechismo della Chiesa Cattolica.



M:
Prova a leggere Isaia 53.


Capisco come i cristiani intendono Isaia,come lo interpretano alla luce del Vangelo.Ma per intendere come lo interpretano gli ebrei occorre tenere conto anche di altri profezie,e di come gli ebrei considerano la profezia.
Se,dovessi illustrarti come essi lo intendono potresti storcere il naso,o addirittura scandalizzarti.Ma io ovviamente non voglio questo.Se non ti senti pronto,non posso forzarti.



M:
Forse gli ebrei hanno frainteso un po' questi concetti...



O forse un gruppetto di ebrei messianici vi ha voluto dare un'altra interpretazione che leggittimasse il loro nuovo credo.
Chissà ;->



M:
Bisogna dare tempo al tempo.


Non è questione di tempo,ma di venute.I cristiani ne aspettano una seconda perchè Gesù in cui hanno voluto riconoscere il Messia,non ha adempiuto la promessa fatta da Dio,e a rimandato ogni cosa al sua seconda venuta,ad una data non precisata.
Gli ebrei aspettano invece un unica venuta,la Torah infatti non parla di due venute.
Diciamo che i criatiani sono stati degli ebrei "impazienti", eper loro il messia è già arrivato ,e adesso attendono che ritorni,gli ebre invece mostrano pazienza, attendono la sua unica venuta,alla fine dei tempi come promesso.




M:
Adamo ed Eva non erano con-Dio, erano nell'Eden terrestre, ma Dio dimorava in un altro Eden.



Nella Torah,Dio crea la terra per l'uomo,per Adamo ed Eva,la terra fu fatta appositamente per loro.Non li creò per stare in cielo.

M:
Il passo successivo sarebbe stato il "far partecipare alla propria divinità anche l'uomo".



Il passo succesivo sarebbe stato quello di collaborare assieme al completamento della creazione come "patner".
Ma sappiamo come andò a finire.




M:
In questo credono i cristiani, questo è il Regno di Dio-con-noi


In un commento rabbinico alla Genesi lessi:
c’è una parte di Dio in ognuno di noi,c’è anche una parte degli altri esseri umani in ognuno di noi; noi tutti condividiamo un’essenza comune!
Dio, ha dato una parte di Sé a ogni essere umano, e noi dobbiamo similmente dare una parte di noi a chiunque altro; così facendo, dal momento che siamo tutti un’inestricabile parte di chiunque altro, stiamo dando qualcosa a Dio e, nello stesso tempo, restituendo qualcosa a noi stessi.
“Amerai il prossimo tuo come te stesso”, che può appunto essere facilmente tradotto come “Amerai il tuo prossimo perché egli è come te stesso, una parte di te stesso” (Levitico 19:1[SM=g27989].
Un salutone.

[Modificato da Topsy 01/01/2005 19.41]

Ivano2000
00domenica 19 dicembre 2004 22:21
Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.
Perdonate l'intrusione, ho tentato di seguire questa ed altre vostre discussioni ,anche se non sono mai intervento per questioni di tempo.
Volevo fare una breve annotazione.
Quando si vuol far notare da parte cristiana agli ebrei che sono in errore si citano versi contenuti nei Vangeli,che per loro non hanno alcun valore.Prima dunque occorre persuaderli che il Vangelo è una nuova "rivelazione" e che Gesù è il Messia,solo dopo aver riconosciuto questo,allora le citazioni del Vangelo possono essere di una qualche utilità.Ma come possano riconoscere in Gesù il Messia se a prova della sua messianicità si cita proprio il Vangelo????!!!!
Praticamente un cane che si morde la coda!
Ciao

MauriF
00lunedì 20 dicembre 2004 07:19
Re: Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.

Scritto da: Ivano2000 19/12/2004 22.21
Perdonate l'intrusione, ho tentato di seguire questa ed altre vostre discussioni ,anche se non sono mai intervento per questioni di tempo.
Volevo fare una breve annotazione.
Quando si vuol far notare da parte cristiana agli ebrei che sono in errore si citano versi contenuti nei Vangeli,che per loro non hanno alcun valore.Prima dunque occorre persuaderli che il Vangelo è una nuova "rivelazione" e che Gesù è il Messia,solo dopo aver riconosciuto questo,allora le citazioni del Vangelo possono essere di una qualche utilità.Ma come possano riconoscere in Gesù il Messia se a prova della sua messianicità si cita proprio il Vangelo????!!!!
Praticamente un cane che si morde la coda!
Ciao




Qui non si vuol convertire nessuno, si sta facendo capire il punto di vista di entrambe le religioni.
Non ci sono prove o segni che possano "far credere", e questa è decisione di Dio.
O meglio, di prove ce ne sono tante e incontrovertibili, ma Dio ha fatto in modo che non tutti riescano a rendersene conto.

Poi Topsy non è ebrea, quindi...

[Modificato da MauriF 20/12/2004 7.24]

Topsy
00lunedì 20 dicembre 2004 12:44
Re: Re: Re: Re: Ebraismo e cristianesimo.
Scritto da: MauriF 20/12/2004 7.19

Qui non si vuol convertire nessuno, si sta facendo capire il punto di vista di entrambe le religioni.

Hai ragione.




O meglio, di prove ce ne sono tante e incontrovertibili, ma Dio ha fatto in modo che non tutti riescano a rendersene conto.

Qua invece hai fatto uno scivolone!;->
Non esistano tante "prove incontrovertibili"(parliamo di fede e questioni metafisiche,non di scienza)esistono solo elaborazioni dottrinali/teologiche che possono persuadere o meno, il credente..., su cui gravano forti condizionamenti di ordine culturale/religioso...sia per i cristiani che, per gli ebrei.


[Modificato da Topsy 22/12/2004 11.17]

Chi.dove.quando
00lunedì 20 dicembre 2004 17:36
Ebraismo e cristianesimo: famiglie divise
Mi chiedo, dopo aver seguito questo dibattito fin qui, che cosa abbia Dio da spartire, mi perdonino gli atei e gli agnostici, con le intenzioni che si attribuiscono così tanto facilmente a Lui, come quando si mettono nella Sua bocca parole di condanna per l'ottusità ed incapacità degli ebrei ad aver mancato di individuare il cambiamento al momento giusto, ma nel contempo parole di comunione e fratellanza con i "fratelli maggiori". I minori chi sarebbero? Peccato che nella grande famiglia monoteistica, fra fratelli maggiori e minori, ci sia così tanta divisione, al punto che si faccia fatica a riconoscere il Padre ed il Filgio, il loro ruolo, le loro intenzioni ed i Loro rapporti di comunione con gli uni e con gli altri.
Davvero: Chi ci capisce è bravo!
Sarà per questo che milioni di famiglie che si professano cristiane (non so per gli ebrei) fanno fatica a mettere in piedi famiglie unite, in cui ogni membro ha un ruolo che tutti gli riconoscono?

Affettuosamente
Chidoqua
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