Ebrei e cattolici:

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Justee
00domenica 15 gennaio 2006 20:55
Ebrei e cattolici: il rapporto tra religione e stato
è di collaborazione
Gerusalemme, 26-28 giugno 2005

Testo integrale del Comunicato finale (Città del Vaticano 12 luglio 2005)


Conclusione di una riunione tra il Gran Rabbinato di Israele e una delegazione Vaticana
Ebrei e cattolici sono d’accordo sul fatto che i rapporti tra lo Stato e le religioni devono essere di collaborazione, non di antagonismo, rispettando l’autonomia dei ruoli di ciascuno.

È questa la conclusione alla quale è giunta la riunione della Commissione bilaterale delle delegazioni della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato d’Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica, tenutasi a Gerusalemme dal 26 al 28 giugno scorsi.

L’incontro, che aveva per argomento “Le relazioni fra autorità religiosa e civile nelle tradizioni ebraica e cristiana”, è servito a sottolineare il diritto alla libertà religiosa di ogni persona e comunità.

“La relazione fra religione e Stato deve fondarsi sulla reciprocità, sul rispetto reciproco e sulla collaborazione”, affermano la delegazione cattolica e quella ebraica nel comunicato finale.

Entrambe le rappresentanze riconoscono che “misure di legge a favore di determinati valori religiosi sono legittime, quando attuate in armonia con i principi dei diritti umani”.

Ebrei e cattolici assicurano che “i valori religiosi sono di vitale importanza per il benessere dell’individuo e della società”.

“Scopo dell’autorità civile è servire e procurare il bene comune – spiegano –, rispettando la vita e la dignità di ciascun individuo”.

Sottolineando l’importanza della democrazia, nell’incontro si è osservato che “è essenziale tutelare, mediante la legge, la società dall'individualismo estremo, dalla strumentalizzazione da parte di gruppi aventi interessi di parte, dall'insensibilità ai valori culturali e morali delle tradizioni religiose”.

Nella prima giornata della riunione è intervenuto il Rabbino Capo di Israele, Shlomo Moshe Amar, per esprimere “il suo fervido sostegno al dialogo, sottolineando i profondi valori condivisi delle due Tradizioni, senza ignorare le distinzioni che fanno di noi diverse comunità di fede”, spiega il comunicato.

La delegazione ebraica era presieduta dal Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen; quella cattolica aveva come presidente il Cardinale argentino Jorge Mejía e contava, tra gli altri, sulla presenza del Cardinale svizzero George Cottier, O.P., teologo della Casa Pontificia.

Alla sua prima riunione dalla morte di Giovanni Paolo II, la Commissione bilaterale, “frutto della sua iniziativa”, ha ricordato “in modo speciale il suo storico contributo alla riconciliazione fra cattolici ed ebrei”.

Allo stesso tempo, ha apprezzato “l’impegno da parte del suo Successore, Benedetto XVI, nel continuare a promuovere queste relazioni bilaterali”.




Comunicato finale della riunione di rappresentanti cattolici ed ebrei a Gerusalemme torna su

"Le relazioni fra autorità religiosa e civile nelle tradizioni ebraica e cristiana"

Comunicato finale della Riunione della Commissione bilaterale delle Delegazioni della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l'Ebraismo e del Gran Rabbinato d'Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica, tenutasi a Gerusalemme dal 26 al 28 giugno 2005 (19-21 Sivan 5765).



I. La Serata inaugurale è stata aperta con la gradita presenza del Rabbino Capo d'Israele, Shlomo Moshe Amar, Rishon L'Zion, che ha espresso il suo fervido sostegno al dialogo, sottolineando i profondi valori condivisi delle due Tradizioni, senza ignorare le distinzioni che fanno di noi diverse comunità di fede. Scopo del dialogo è soprattutto promuovere i principi della santità e della dignità di ogni essere umano, e migliorare a tal fine la nostra collaborazione.

I capi delle rispettive Delegazioni, Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen e Cardinale Jorge Mejía, nei loro discorsi di benvenuto hanno espresso la loro viva soddisfazione e la profonda comprensione e amicizia che si è sviluppata attraverso gli incontri.

II. All'inizio dei lavori – dal momento che questa era la prima riunione dopo la scomparsa di Papa Giovanni Paolo II di venerata memoria – i Presidenti hanno ricordato in modo speciale il suo storico contributo alla riconciliazione fra cattolici ed ebrei, e il fatto che questa Commissione bilaterale è stata frutto della sua iniziativa. Inoltre il Cardinale Mejía ha fatto notare il significativo riferimento al precedente Rabbino Capo di Roma, contenuto nel testamento di Giovanni Paolo II. È stato espresso apprezzamento per l'impegno da parte del suo Successore, Benedetto XVI, nel continuare a promuovere queste relazioni bilaterali.

III. Il tema di questa V riunione è stato: "Le relazioni fra autorità religiosa e civile nelle tradizioni ebraica e cristiana". A partire della visione biblica dei distinti ruoli del re, del profeta e del sacerdote, e dalle loro rispettive relazioni con il popolo di Dio, sono stati individuati i seguenti punti centrali:

I valori religiosi sono di vitale importanza per il benessere dell'individuo e della società;
Scopo dell'autorità civile è servire e procurare il bene comune, rispettando la vita e la dignità di ciascun individuo;
Entro questo contesto, pur sottolineando l'importanza della democrazia, nel medesimo tempo è essenziale tutelare, mediante la legge, la società dall'individualismo estremo, dalla strumentalizzazione da parte di gruppi aventi interessi di parte, dall'insensibilità ai valori culturali e morali delle tradizioni religiose;
La libertà di religione deve essere garantita, sia agli individui sia alle comunità, da parte delle autorità civili e religiose;
La relazione fra religione e Stato deve fondarsi sulla reciprocità, sul rispetto reciproco e sulla collaborazione;
Misure di legge a favore di determinati valori religiosi sono legittime, quando attuate in armonia con i principi dei diritti umani;
Abbiamo l'obbligo morale di dare esempio di responsabilità religiosa in questi ambiti, e specialmente di educare le giovani generazioni sia ricorrendo agli operatori dei grandi mezzi di comunicazione, sia attraverso i normali canali educativi.
IV. La discussione si è concentrata sulla responsabilità dello Stato nel garantire i diritti di tutte le comunità religiose, col dare speciale attenzione alla situazione e alle necessità delle comunità cristiane in Terra Santa, così come alle necessità delle comunità ebraiche nel mondo, facilitando la piena uguaglianza sociale e politica senza indebolire le identità particolari.

Delegazione ebraica
Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen, Presidente della Delegazione ebraica
Rabbino Capo Rasson Arussi
Rabbino Capo David Brodman
Rabbino Capo Yossef Azran
Rabbino Capo David Rosen
Sig. Oded Wiener
Ambasciatore Shmuel Hadas

Delegazione cattolica
Cardinale Jorge Mejía, Presidente della Delegazione cattolica
Cardinale George Cottier, O.P.
S. E. Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo
P. Norbert Hofmann SDB,
Archimandrita Elias Chacour
Monsignor Pier Francesco Fumagalli
Arcivescovo Pietro Sambi, Nunzio Apostolico
Viviana.30
00venerdì 22 giugno 2007 17:08
Re:

Entrambe le rappresentanze riconoscono che “misure di legge a favore di determinati valori religiosi sono legittime, quando attuate in armonia con i principi dei diritti umani”.
Ebrei e cattolici assicurano che “i valori religiosi sono di vitale importanza per il benessere dell’individuo e della società”.



peccato che molti atei , agnostici e non credenti non la vedano cosi anzi .. ci sono oltre 3 miliardi di persone che pensano l'opposto
barnabino
00mercoledì 18 luglio 2007 00:22

ci sono oltre 3 miliardi di persone che pensano l'opposto



E chi sarebbero? Non credo ci siamo tanti atei sulla terra!

Shalom

Justee
00venerdì 20 luglio 2007 22:35
Re:

Scritto da: barnabino 18/07/2007 0.22

ci sono oltre 3 miliardi di persone che pensano l'opposto



E chi sarebbero? Non credo ci siamo tanti atei sulla terra!

Shalom




Ciao barnabino le statistiche non sono una opinione , anzi secondo calcoli sui fedeli nel mondo ha ragione viviana , infatti siamo in circa tre miliardi che credono e altri tre che non credono , siamo 50 e 50 , ne avete ancora da lavorare [SM=g27987] , anche se socondo voi tutto sta per finire
Viviana.30
00sabato 20 settembre 2008 09:35
Re:
barnabino, 18/07/2007 0.22:


ci sono oltre 3 miliardi di persone che pensano l'opposto



E chi sarebbero? Non credo ci siamo tanti atei sulla terra!
Shalom




Caro barnabino ma le statistiche le leggi? più o meno i fedeli nel mondo di qualsiasi religione sono 3.000.000.0000 , il resto della fede non se ne fà nulla dammi retta , ne hai ancora da predicare


Viviana.30
00sabato 20 settembre 2008 09:35
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Stimato Signor Krupp,
Gentili Signore e Signori,
è per me un vero piacere incontrarvi al termine dell'importante simposio promosso dalla Pave the Way Foundation, che ha visto la partecipazione di eminenti studiosi per riflettere insieme sull'opera generosa compiuta dal mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Pio XII, durante il difficile periodo del secolo scorso, che ruota attorno al secondo conflitto mondiale. A ciascuno di voi rivolgo il mio più cordiale benvenuto. Saluto in modo particolare il Sig. Gary Krupp, Presidente della Fondazione, e gli sono grato per i sentimenti espressi a nome di tutti i presenti. Gli sono inoltre riconoscente per le informazioni che mi ha dato su come si sono svolti i vostri lavori in questo vostro simposio, in cui avete analizzato senza preconcetti gli eventi della storia, unicamente preoccupati di ricercare la verità. Il mio saluto si estende a quanti si sono a voi uniti in questa vostra visita, e colgo volentieri l'occasione per inviare il mio cordiale pensiero ai vostri familiari e alle persone a voi care.
Durante questi giorni la vostra attenzione si è rivolta alla figura e all'infaticabile azione pastorale e umanitaria di Pio XII, Pastor Angelicus. È passato mezzo secolo dal suo pio transito, avvenuto qui, a Castel Gandolfo nelle prime ore del 9 ottobre 1958, dopo una malattia che ne ridusse gradualmente il vigore fisico. Questo anniversario costituisce una importante opportunità per approfondirne la conoscenza, per meditarne il ricco insegnamento e per analizzare compiutamente il suo operato. Tanto si è scritto e detto di lui in questi cinque decenni e non sempre sono stati posti nella giusta luce i veri aspetti della sua multiforme azione pastorale. Scopo del vostro simposio è proprio quello di colmare alcune di tali lacune, conducendo una attenta e documentata analisi su molti suoi interventi, soprattutto su quelli a favore degli ebrei che in quegli anni venivano colpiti ovunque in Europa, in ossequio al disegno criminoso di chi voleva eliminarli dalla faccia della terra. Quando ci si accosta senza pregiudizi ideologici alla nobile figura di questo Papa, oltre ad essere colpiti dal suo alto profilo umano e spirituale, si rimane conquistati dall'esemplarità della sua vita e dalla straordinaria ricchezza del suo insegnamento. Si apprezza la saggezza umana e la tensione pastorale che lo hanno guidato nel suo lungo ministero e in modo particolare nell'organizzazione degli aiuti al popolo ebraico.
Grazie a un vasto materiale documentario da voi raccolto, arricchito da molteplici e autorevoli testimonianze, il vostro simposio offre alla pubblica opinione la possibilità di conoscere meglio e più compiutamente ciò che Pio XII ha promosso e compiuto a favore degli ebrei perseguitati dai regimi nazista e fascista. Si apprende allora che non risparmiò sforzi, ovunque fosse possibile, per intervenire direttamente oppure attraverso istruzioni impartite a singoli o ad istituzioni della Chiesa cattolica in loro favore. Nei lavori del vostro convegno sono stati anche evidenziati i non pochi interventi da lui compiuti in modo segreto e silenzioso proprio perché, tenendo conto delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, solo in tale maniera era possibile evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei. Questa sua coraggiosa e paterna dedizione è stata del resto riconosciuta ed apprezzata durante e dopo il tremendo conflitto mondiale da comunità e personalità ebraiche che non mancarono di manifestare la loro gratitudine per quanto il Papa aveva fatto per loro. Basta ricordare l'incontro che Pio XII ebbe, il 29 novembre del 1945, con gli 80 delegati dei campi di concentramento tedeschi, i quali in una speciale udienza loro concessa in Vaticano, vollero ringraziarlo personalmente per la generosità dal Papa dimostrata verso di loro, perseguitati durante il terribile periodo del nazifascismo.
Gentili Signori e Signore, grazie per questa vostra visita e per il lavoro di ricerca che state compiendo. Grazie alla Pave the Way Foundation per la costante azione che dispiega nel favorire i rapporti e il dialogo tra le varie Religioni, in modo che esse offrano una testimonianza di pace, di carità e di riconciliazione. E' mio vivo auspicio infine che quest'anno, che ci ricorda il 50° della morte di questo mio venerato Predecessore, offra l'opportunità di promuovere studi più approfonditi sui vari aspetti della sua persona e della sua attività, per giungere insieme a conoscere la verità storica, superando così ogni restante pregiudizio. Con tali sentimenti invoco sulle vostre persone e sui lavori del vostro simposio la benedizione di Di
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