Efesini 2:6, 7 e la "duplice speranza" dimenticata dalle chiese.

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_Il Santo_
00mercoledì 20 agosto 2008 17:21
La traduzione CEI rende Ef 2:6,7 nel seguente modo:

"Con lui ci ha anche resuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri (aiòsin) la straordinaria ricchezza della sua grazia."

Qui la forma greca aiòsin che deriva da aiòn è tradotta "secoli futuri".

Ma il lettore potrebbe essere sviato da questa traduzione e non afferrare il pieno intendimento di ciò che dice san Paolo. Perchè?

Lo stesso termine lo ritroviamo in Efesini 1:21, ma lì la CEI lo traduce "secolo presente". Fatto interessante è il modo in cui è tradotto nella stessa versione in altri passi. Ad esempio in Ebrei 1:3 è tradotto "mondo".[/G]..."per mezzo del quale ha fatto anche il mondo(aiònas)"; ma in greco per "mondo" inteso come cosmo o universo c'è il termine kosmos, che qui non è presente.

Ma andiamo avanti, Ebrei 1:3 ci dice che mediante la Parola di Dio, Cristo è stato creato il "mondo" secondo la traduzione CEI. La stessa traduzione in Ebrei 11:3 dice:

"Per fede noi sappiamo che i mondi(aiònas) furono formati dalla parola di Dio". Notate che il termine greco aiòn reso secoli futuri in Efesini è qui tradotto "mondo" oppure "mondi".

Lo stesso termine lo si ritrova in Luca 18:29, 30; e in Matteo 12:32 dove sono tradotti rispettivamente "tempo presente, tempo che verrà" e "questo secolo, secolo futuro".

Lo stesso termine in Luca 20:34, 35 è riportato nella CEI come: questo mondo e altro mondo.

Tornando ad Ef 2:6, 7 nella TNM si legge:

"...e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù, affinchè nei sistemi di cose avvenire (plurare di aiòn) fosse dimostrata...." Questo secondo la TNM indica che ci saranno "sistemi di cose" o "stati di cose" (aiòsin) entro il globale "sistema di cose" (aiòn, singolare) futuro.

La TNM traduce coerentemente questo termine greco preso in esame con sistema di cose o sistemi di cose.

Come abbiamo visto la CEI usa molteplici varianti, fra cui però: mondo o mondi.

Quindi se in Ef 2:6, 7 volessimo leggere la lezione "mondi futuri" invece di "secoli futuri" così come del resto fa la stessa CEI in Ebrei 11:3, questo indicherebbe che nel "mondo futuro" ovvero il Regno di Dio vi saranno "vari mondi", ovvero stati di cose.


Questo è in armonia con l'insegnamento dei TDG riguardo la duplice speranza secondo la quale il Regno di Dio sarà formato da due mondi o stati di cose, uno celeste e l'altro terresrte. Idea fra l'altro sostenuta da Ireneo di Lione (santo cattolico del II secolo d.C.) in CONTRO LE ERESIE).

Tutto ritorna in armonia con quanto insegna la Bibbia stessa riguardo a "nuovi cieli" e "nuova terra", che però insieme sono un solo nuovo mondo (Isaia 65:13, 17; II Pietro 3:13) e con quanto si legge in Ebrei 2:5 CEI:

"...non certo agli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro del quale parliamo". C'è da notare che qui "mondo futuro" traduce il singolare femminile greco: oikoumènen che significa letteralmente: terra o circolo della terra. Se san Paolo avesse voluto semplicemente parlarci di "mondo" avrebbe usato kosmos.

La TNM coerentemente traduce:

"...la terra abitata avvenire della quale parliamo".

Possiamo così giungere serenamente alla conclusione che quando gli apostoli parlavano del Regno di Dio si aspettavano un nuovo mondo o nuovo sistema di cose, formato da nuovi cieli (nuovo governo) e nuova terra (rinnovata umanità). Essi sapevano che quello era il proposito di Dio anche se non comprendevano a pieno cosa questo avrebbe significato (cnfr Luca 19:11 con Atti 1:6 e Atti 17:31 con I corinti 3:22 e 6:2).

Nella successiva rivelazione data a Giovanni fu chiarito che il numero di coloro che sarebbe andato nei "nuovi cieli" era prestabilito a 144.000 e che sarebbe andato a regnare sul resto dell'umanità che avrebbe ereditato la vita eterna sulla Terra.

- Riv 6:11; 14:1-4; 5:9, 10; Matteo 5:5; 6:9, 10.


Ma alla fine del I secolo con la morte degli apostoli questa verità non fece tempo ad attecchire solidamente nelle comunità cristiane che come predetto da Cristo e dagli apostoli sarebbero cadute in un'era buia dominata dall'apostasia, fino a che Cristo avrebbe rifatto luce alla sua Parousìa (presenza e ritorno invisibile).
(Mario70)
00mercoledì 20 agosto 2008 18:58
Re:
_Il Santo_, 20/08/2008 17.21:

La traduzione CEI rende Ef 2:6,7 nel seguente modo:

"Con lui ci ha anche resuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri (aiòsin) la straordinaria ricchezza della sua grazia."

Qui la forma greca aiòsin che deriva da aiòn è tradotta "secoli futuri".

Ma il lettore potrebbe essere sviato da questa traduzione e non afferrare il pieno intendimento di ciò che dice san Paolo. Perchè?

Lo stesso termine lo ritroviamo in Efesini 1:21, ma lì la CEI lo traduce "secolo presente". Fatto interessante è il modo in cui è tradotto nella stessa versione in altri passi. Ad esempio in Ebrei 1:3 è tradotto "mondo".[/G]..."per mezzo del quale ha fatto anche il mondo(aiònas)"; ma in greco per "mondo" inteso come cosmo o universo c'è il termine kosmos, che qui non è presente.

Ma andiamo avanti, Ebrei 1:3 ci dice che mediante la Parola di Dio, Cristo è stato creato il "mondo" secondo la traduzione CEI. La stessa traduzione in Ebrei 11:3 dice:

"Per fede noi sappiamo che i mondi(aiònas) furono formati dalla parola di Dio". Notate che il termine greco aiòn reso secoli futuri in Efesini è qui tradotto "mondo" oppure "mondi".

Lo stesso termine lo si ritrova in Luca 18:29, 30; e in Matteo 12:32 dove sono tradotti rispettivamente "tempo presente, tempo che verrà" e "questo secolo, secolo futuro".

Lo stesso termine in Luca 20:34, 35 è riportato nella CEI come: questo mondo e altro mondo.

Tornando ad Ef 2:6, 7 nella TNM si legge:

"...e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù, affinchè nei sistemi di cose avvenire (plurare di aiòn) fosse dimostrata...." Questo secondo la TNM indica che ci saranno "sistemi di cose" o "stati di cose" (aiòsin) entro il globale "sistema di cose" (aiòn, singolare) futuro.

La TNM traduce coerentemente questo termine greco preso in esame con sistema di cose o sistemi di cose.

Come abbiamo visto la CEI usa molteplici varianti, fra cui però: mondo o mondi.

Quindi se in Ef 2:6, 7 volessimo leggere la lezione "mondi futuri" invece di "secoli futuri" così come del resto fa la stessa CEI in Ebrei 11:3, questo indicherebbe che nel "mondo futuro" ovvero il Regno di Dio vi saranno "vari mondi", ovvero stati di cose.


Questo è in armonia con l'insegnamento dei TDG riguardo la duplice speranza secondo la quale il Regno di Dio sarà formato da due mondi o stati di cose, uno celeste e l'altro terresrte. Idea fra l'altro sostenuta da Ireneo di Lione (santo cattolico del II secolo d.C.) in CONTRO LE ERESIE).

Tutto ritorna in armonia con quanto insegna la Bibbia stessa riguardo a "nuovi cieli" e "nuova terra", che però insieme sono un solo nuovo mondo (Isaia 65:13, 17; II Pietro 3:13) e con quanto si legge in Ebrei 2:5 CEI:

"...non certo agli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro del quale parliamo". C'è da notare che qui "mondo futuro" traduce il singolare femminile greco: oikoumènen che significa letteralmente: terra o circolo della terra. Se san Paolo avesse voluto semplicemente parlarci di "mondo" avrebbe usato kosmos.

La TNM coerentemente traduce:

"...la terra abitata avvenire della quale parliamo".

Possiamo così giungere serenamente alla conclusione che quando gli apostoli parlavano del Regno di Dio si aspettavano un nuovo mondo o nuovo sistema di cose, formato da nuovi cieli (nuovo governo) e nuova terra (rinnovata umanità). Essi sapevano che quello era il proposito di Dio anche se non comprendevano a pieno cosa questo avrebbe significato (cnfr Luca 19:11 con Atti 1:6 e Atti 17:31 con I corinti 3:22 e 6:2).

Nella successiva rivelazione data a Giovanni fu chiarito che il numero di coloro che sarebbe andato nei "nuovi cieli" era prestabilito a 144.000 e che sarebbe andato a regnare sul resto dell'umanità che avrebbe ereditato la vita eterna sulla Terra.

- Riv 6:11; 14:1-4; 5:9, 10; Matteo 5:5; 6:9, 10.


Ma alla fine del I secolo con la morte degli apostoli questa verità non fece tempo ad attecchire solidamente nelle comunità cristiane che come predetto da Cristo e dagli apostoli sarebbero cadute in un'era buia dominata dall'apostasia, fino a che Cristo avrebbe rifatto luce alla sua Parousìa (presenza e ritorno invisibile).



Mamma mia che accozzaglia di inesattezze per giungere ad una dottrina non biblica...
Tradurre un termine sempre e solo allo stesso modo è da ignoranti e non tiene conto delle svariate sfumature che un singolo termine porta con se...
"Sistema di cose" non esiste in italiano, non l'ho mai sentito in giro se non dai tdg, i quali hanno fondato un nuovo dizionario personale basato sulla tnm e le sue bizzarrie traduttive...

Per farti degli esempi prenderò i primi dizionari che ho a disposizione sulla parola che hai preso in esame ovvero aionos:
Friberg:
"epoca, il tempo, l'età; (1) come un segmento del ciclo di vita contemporanea, tempo, era presente, l'età (LU 16,8); (2) del tempo passato, passato, primi tempi (LU 1,70); (3) di tepo prolungato e senza limiti, eternità (1T 1,17); (4) di tempo futuro l'eternità, l'età a venire (LU 20.35)... (5) plurale, come un concetto spaziale, della creazione, di avere un inizio e andare avanti a lungo, ma un periodo di tempo limitato, universo, mondo (SE 1,2; 9,26; 11,3)"


Liddle Scott:
"un periodo di esistenza: 1. la durata della vita, vita, Hom. e Att. Poeti. 2. un' età, generazione, Aesch.; o `me, llwn aivw, n posterità, Dem. 3. un lungo spazio di tempo, l'età, avpV aivw / noj del passato, per età, Hes., NT; to.n div aivw / noj CRO, per sempre 4. un preciso lasso di tempo, un'epoca, epoca, età, periodo, o `-o aivw.n Toj questo mondo attuale"

LouW Nida:
era (b) universo 1.2 (c) sistema mondiale 41.38 (1) tempo fa 67,25 (2)(3)(4) da tutti i tempi 67.133 (5) (6)per sempre (7) potere soprannaturale 12.44 (8) o `qeo.j tou / aivw / noj tou, tou il diavolo 12.24 (9) persone non religiose (10) eternamente 67.87 (11) per sempre

Mi fermo qui...
Alla luce delle definizioni di questi dizionari, chi ha tradotto più fedelmente?

Saluti
Mario
(Mario70)
00mercoledì 20 agosto 2008 22:28
P.S.
oikoumenen alla lettera non significa terra o circolo della terra come ha iscritto tu, ma "terra abitata" il Thayer approfondisce il discorso in questo modo:

"1. la terra abitata; A. per i greci, spesso la parte della terra abitata dai Greci, in distinzione dalle terre dei barbari, cfr. Passow, ii, pag. 415a; (Liddell e Scott, sotto la parola, I...
Luca 2:1. C. tutta la terra abitata, il mondo (in (Hyperides, eux. 42 (probabilmente Liddell e Scott)) Settanta per lbeTe e # r, a,): Luca 4:5; 21:26; Atti 24:5; Rm . 10:18; Rev 16:14; Eb. 1:6 (PA / h »sa oivkoume, NH, Giuseppe Flavio, BJ 7, 3, 3); o [lh | h» oivkoume, NH, Matt. 24:14; At 11,28 (nello stesso senso Giuseppe Flavio, Antichità 8, 13, 4 PA / sa h »oivkoume, NH, cf. Bleek, Erklär. D. primi tre Evv. I., p. 68); di metonimia, gli abitanti della terra, gli uomini: Atti 17:6,31 (Sal 9,9); 19:27; oivkoume h », NH o [lh |, tutti gli uomini, Rev 3:10; 12: 9. 2. l'universo, il mondo"

In greco non esiste solo kosmos per definire il mondo, sia oionos che oikoumenen possono intendere la stessa cosa, che poi sia sottolineato il "futuro" si evince dal contesto, è una traduzione ovvia, oikoumenen evidenzia quella parte del mondo popolata da persone, se poi vogliamo cogliere la sfumatura che aveva presso i greci, capiremmo meglio che si intende persone che condividranno gli stessi ideali.
_Il Santo_
00giovedì 21 agosto 2008 09:42
A proposito del significato di aiòn, un’opera di consultazione dice: “Come [kòsmos, mondo] questo [aiòn] ha un significato principale e concreto, e poi, oltre a questo, un significato secondario ed etico. Nel [significato] principale, indica un tempo, breve o lungo, nella sua durata ininterrotta; . . . ma essenzialmente il tempo come condizione in cui tutte le cose create esistono, e la misura della loro esistenza . . . Pertanto, dal significato di tempo passa ora a significare tutto ciò che esiste nel mondo e che è soggetto al tempo; . . . e quindi, più sotto il profilo etico, il corso e la tendenza degli affari di questo mondo”. A sostegno di quest’ultimo significato viene citata la definizione dello studioso tedesco C. L. W. Grimm: “La totalità di ciò che si manifesta esteriormente nel corso del tempo”. — R. C. Trench, Synonyms of the New Testament, Londra, 1961, pp. 202, 203.

Il significato fondamentale di aiòn è dunque “epoca” o “periodo di esistenza”, e nelle Scritture spesso indica un lungo arco di tempo (At 3:21; 15:18), come pure un periodo di tempo senza fine, cioè l’eternità. (Mr 3:29; 11:14; Eb 13:8) Qui invece esaminiamo il significato del termine indicato nell’ultima parte della definizione citata nel paragrafo precedente.

Per capire meglio questo significato, può essere utile ricordare certi usi dei termini “età”, “era” ed “epoca” in italiano. Si può parlare di età, era o epoca nel senso di periodo di tempo della storia contrassegnato da determinati sviluppi o dal corso degli avvenimenti, o caratterizzato da qualche personaggio preminente o da uno o più aspetti tipici. Si può parlare di “età delle esplorazioni” per indicare l’epoca di Colombo, Magellano, Cook e altri esploratori marittimi, di “epoca vittoriana” o, più recentemente, di “era spaziale”. In ogni caso la cosa importante non è tanto il periodo di tempo in se stesso ma l’aspetto o gli aspetti che lo distinguono o lo caratterizzano. Questi aspetti determinano o segnano l’inizio, la durata e la fine del periodo stesso. A prescindere da essi, sarebbe solo un periodo di tempo, non un’epoca, era o età particolare.

Fra le definizioni di aiòn elencate dai lessicografi troviamo: “arco di tempo chiaramente definito e contrassegnato, epoca, età”. (H. G. Liddell e R. Scott, A Greek-English Lexicon, riveduto da H. S. Jones, Oxford, 1968, p. 45) E anche: “un’età, un’era . . . indica un periodo di durata indefinita, o un tempo visto in relazione a ciò che avviene in quel periodo”. — Vine’s Expository Dictionary of Old and New Testament Words, 1981, vol. 1, p. 41.

Per questa ragione, in un particolare versetto in cui il pensiero dominante è costituito dagli aspetti che caratterizzano un periodo più che dall’elemento tempo, aiòn può giustamente essere reso “sistema di cose” o “stato”. La correttezza di questa traduzione è illustrata in Galati 1:4, dove l’apostolo scrive: “Egli diede se stesso per i nostri peccati, per liberarci dal presente sistema di cose [forma di aiòn] malvagio secondo la volontà del nostro Dio e Padre”. Alcune traduzioni in questo caso rendono aiòn “secolo”, ma è evidente che il sacrificio di riscatto di Cristo non servì per liberare i cristiani da un secolo o arco di tempo, poiché continuarono a vivere nella stessa epoca come il resto dell’umanità. Tuttavia furono liberati dallo stato o sistema di cose esistente in quel periodo e che lo caratterizzava. — Cfr. Tit 2:11-14.
Ai cristiani di Roma l’apostolo scrisse: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente”. (Ro 12:2) A stabilire la moda, il tipo o modello di vita per la gente dell’epoca non era il periodo di tempo in se stesso, ma le norme, le abitudini, le maniere, le usanze, le vedute, gli stili e altri aspetti che caratterizzavano quel periodo di tempo. In Efesini 2:1, 2 l’apostolo dice a proposito di coloro a cui scrive: “[Eravate] morti nei vostri falli e nei vostri peccati, nei quali un tempo camminaste secondo il sistema di cose [“alla maniera”, CEI; “secondo la norma”, Con; “seguendo il corso”, RS] di questo mondo”. Nel commento a questo versetto, un’opera di consultazione indica che il tempo non è l’unico o il principale fattore qui espresso da aiòn. A sostegno della traduzione di aiòn col termine “corso”, dice: “Questo vocabolo rende i tre concetti di tenore, sviluppo e durata limitata. Il corso di un mondo che è malvagio è pure malvagio, e vivere in armonia con esso significa vivere in trasgressioni e peccati”. — The Expositor’s Greek Testament, a cura di W. R. Nicoll, 1967, vol. III, pp. 283.

Epoche, stati, sistemi di cose. Sono esistiti, esistono o esisteranno diversi sistemi di cose, o prevalenti stati di cose. Quelli portati all’esistenza da Dio per mezzo di suo Figlio sono ovviamente sistemi di cose giusti.

Per esempio, mediante il patto della Legge Dio introdusse quella che qualcuno potrebbe definire l’epoca ebraica o israelitica. Ma ancora una volta ciò che distinse quel periodo storico (per quanto riguarda i rapporti di Dio col genere umano) furono lo stato di cose e gli aspetti caratteristici prodotti dal patto della Legge. Fra quegli aspetti c’erano un sacerdozio, un sistema di sacrifici e regole dietetiche, e di adorazione presso il tabernacolo e il tempio, con feste e sabati, tutte cose che costituivano ombre e tipi profetici, e anche un sistema nazionale che ebbe poi un re umano. Tuttavia, quando Dio predisse un nuovo patto (Ger 31:31-34), il vecchio patto diventò in un certo senso antiquato, anche se Dio permise che rimanesse in vigore ancora per alcuni secoli. (Eb 8:13) Quindi nel 33 E.V. Dio pose in effetti fine al patto della Legge inchiodandolo al palo di tortura del Figlio. — Col 2:13-17.

Proprio per questo Ebrei 9:26 dice che Cristo “si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”. Nondimeno gli aspetti caratteristici di quell’epoca non giunsero alla loro fine completa che nel 70 E.V., quando Gerusalemme e il suo tempio furono distrutti, e il popolo ebraico venne disperso. Questo avvenimento infausto pose fine per sempre all’adorazione presso il tempio, ai sacrifici e al sacerdozio ebraico prescritti nella Legge — benché l’ultima roccaforte giudea (Masada) sia stata espugnata dai romani tre anni dopo, cioè nel 73 E.V. — e pose fine anche al sistema nazionale ebraico stabilito da Dio. Fu senza dubbio per questo che l’apostolo, parecchi anni dopo la morte di Cristo, ma prima della distruzione di Gerusalemme ad opera dei romani, poté riferirsi a certi episodi della storia di Israele e dire: “Ora queste cose accadevano loro come esempi, e furono scritte per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. — 1Co 10:11; cfr. Mt 24:3; 1Pt 4:7.

Mediante il suo sacrificio di riscatto e il nuovo patto da esso convalidato, Gesù Cristo fu impiegato da Dio per introdurre un sistema di cose diverso, che riguardava principalmente la congregazione dei cristiani unti. (Eb 8:7-13) Questo segnò l’inizio di una nuova epoca, caratterizzata dalle realtà prefigurate dal patto della Legge. Introdusse un ministero di riconciliazione, una più intensa attività dello spirito santo di Dio, l’adorazione per mezzo di un tempio spirituale con sacrifici spirituali (1Pt 2:5) invece di un tempio letterale e sacrifici animali; e introdusse rivelazioni del proposito di Dio e una relazione con Dio che significava un nuovo modo di vivere per quelli inclusi nel nuovo patto. Tutti questi aspetti hanno caratterizzato il sistema di cose introdotto da Cristo.

Epoca o sistema di cose ingiusto. Quando Paolo scrivendo a Timoteo menzionò quelli che erano “ricchi nel presente sistema di cose”, senza dubbio non intendeva l’epoca o il sistema di cose ebraico, poiché nel suo ministero Timoteo aveva a che fare non solo con cristiani ebrei ma anche con molti cristiani gentili, e la ricchezza di alcuni di quei cristiani gentili probabilmente non aveva nulla a che fare col sistema di cose ebraico. (1Tm 6:17) Similmente nel dire che Dema l’aveva abbandonato “perché [aveva] amato il presente sistema di cose”, Paolo non voleva certo dire che Dema avesse amato il sistema di cose ebraico, ma piuttosto il prevalente stato di cose del mondo in generale e il modo di vivere mondano. — 2Tm 4:10; cfr. Mt 13:22.

L’aiòn, o sistema di cose, mondiale esisteva anche prima dell’introduzione del patto della Legge; continuò a esistere contemporaneamente all’aiòn di quel patto, e anche dopo la fine dell’aiòn, o stato di cose, introdotto da quel patto. L’aiòn mondiale ebbe evidentemente inizio qualche tempo dopo il Diluvio, quando si affermò un modo di vivere ingiusto, caratterizzato dal peccato e dalla ribellione contro Dio e la sua volontà. Perciò Paolo poté parlare di un “iddio di questo sistema di cose” che aveva accecato la mente degli increduli, riferendosi evidentemente a Satana il Diavolo. (2Co 4:4; cfr. Gv 12:31). Il dominio e l’influenza di Satana hanno infatti modellato l’aiòn mondiale e sono responsabili delle caratteristiche e dello spirito che lo distinguono. (Cfr. Ef 2:1, 2). Un commento su Romani 12:2 dice: “Anche l’apparente o superficiale conformità a un sistema dominato da uno spirito del genere, e tanto più l’adottarne effettivamente i modi, sarebbe fatale alla vita cristiana”. (The Expositor’s Greek Testament, cit., vol. II, p. 688) Tale aiòn mondiale doveva continuare ancora per molto tempo dopo i giorni degli apostoli.

Per esempio, in Matteo 13:37-43, spiegando la parabola del seminatore, Gesù disse che “il campo è il mondo [kòsmos]; . . . La mietitura è il termine di un sistema di cose [forma di aiòn] . . . Perciò, come le zizzanie sono raccolte e bruciate col fuoco, così avverrà al termine del sistema di cose”. Alcune traduzioni italiane, come quella della CEI, in questi versetti usano “mondo” per tradurre sia kòsmos che aiòn. È chiaro però che l’agricoltore dell’illustrazione non dà fuoco al “campo”, che rappresenta il “mondo”, ma solo alle zizzanie. Quindi ciò che ha fine o ‘termina’ non è il “mondo [kòsmos]” ma il “sistema di cose” (aiòn). La Versione Riveduta (1925) traduce questi versetti come segue: “Il campo è il mondo, . . . la mietitura è la fine dell’età presente; . . . così avverrà alla fine dell’età presente”. E nella nota in calce spiega: “Letteralmente: il compimento dell’evo; vale a dire, nel linguaggio del tempo: la fine dell’economia presente”.

Gesù spiegò che il grano rappresentava i veri cristiani unti, i discepoli leali, mentre le zizzanie rappresentavano i cristiani finti. Quindi il termine del sistema di cose, qui raffigurato dalla mietitura, non poteva in questo caso riferirsi al termine del sistema di cose ebraico, né al termine dell’“età” o “economia” in cui il “grano” e le “zizzanie” sarebbero cresciuti insieme indisturbati, ma si deve riferire alla fine dello stesso sistema di cose menzionato poi dall’apostolo, cioè il “presente sistema di cose” caratterizzato dalla dominazione satanica. (1Tm 6:17) Lo stesso dicasi dell’altra illustrazione di Gesù relativa alla rete e alla separazione del pesce, che descrive come “sarà al termine del sistema di cose: gli angeli usciranno e separeranno i malvagi di mezzo ai giusti”. (Mt 13:47-50) I discepoli senza dubbio avevano bene in mente queste espressioni di Gesù quando qualche tempo dopo chiesero ‘quale sarebbe stato il segno della sua presenza e del termine del sistema di cose’. (Mt 24:3) Anche la promessa di Gesù di essere con loro nell’opera di fare discepoli fino al termine del sistema di cose doveva riferirsi al termine dello stato di cose risultante dalla dominazione satanica. — Mt 28:19, 20.

Altri esempi di versetti in cui aiòn si riferisce a questo malvagio sistema di cose sono Luca 16:8; 1 Corinti 1:20; 2:6, 8; 3:18; Efesini 1:21.

Il sistema di cose avvenire. In Matteo 12:32 sono riportate le parole di Gesù secondo le quali chiunque parli contro lo spirito santo non sarà perdonato “né in questo sistema di cose né in quello avvenire”. Questo potrebbe essere inteso come un riferimento al sistema di cose ebraico e al sistema di cose allora futuro che Cristo avrebbe introdotto mediante il nuovo patto. Ma ci sono motivi per ritenere che Gesù si riferisse al presente sistema di cose malvagio e a un sistema di cose che sarebbe stato introdotto al termine di questo sistema di cose malvagio. Si riferiva a questo stesso stato di cose futuro quando promise che chi avesse lasciato casa e famiglia per amore del Regno di Dio avrebbe ottenuto “molte volte tanto in questo periodo di tempo [forma di kairòs, “tempo fissato”], e nel sistema di cose [forma di aiòn] avvenire la vita eterna”. (Lu 18:29, 30) Questo sistema di cose avvenire avrebbe inoltre contrassegnato il periodo di tempo in cui alcuni avrebbero avuto una risurrezione che avrebbe dato loro l’opportunità di essere annoverati fra i figli di Dio. (Lu 20:34, 35) Il plurale di aiòn viene usato in Efesini 2:7 a proposito dei “sistemi di cose avvenire” nei quali i cristiani unti avrebbero avuto una straordinaria dimostrazione dell’immeritata benignità di Dio verso di loro “unitamente a Cristo Gesù”. (Cfr. Ef 1:18-23; Eb 6:4, 5). Questo indica che ci saranno sistemi di cose, o stati di cose, entro il globale “sistema di cose avvenire”, proprio come il sistema di cose sotto il patto della Legge includeva, come è già stato spiegato, sistemi interdipendenti contemporanei.

Dio ‘pone in ordine’ i “sistemi di cose”. In Ebrei 11:3 si legge: “Per fede comprendiamo che i sistemi di cose [pl. di aiòn] furono posti in ordine dalla parola di Dio, per cui ciò che si vede è sorto da cose che non appaiono”. Molti ritengono che l’uso del plurale di aiòn in Ebrei 1:2 vada inteso in modo analogo; questo versetto dice che Geova parlò per mezzo di suo Figlio, Gesù Cristo, “che ha costituito erede di tutte le cose e mediante il quale fece i sistemi di cose”. Il particolare significato del termine greco aiòn in questi due versetti è stato inteso in vari modi.

Un modo è quello di ritenere che il termine greco si riferisca agli aspetti particolari o caratteristici di un periodo di tempo. In Ebrei, capitolo 11, lo scrittore ispirato considera come, mediante la fede, “ebbero testimonianza gli uomini dei tempi antichi” (v. 2). Poi, nelle parole successive, fa esempi di uomini fedeli dell’era prediluviana, dell’epoca dei patriarchi e del periodo in cui Israele godeva di una relazione di patto con Dio. Durante tutti quei diversi periodi, e mediante gli sviluppi provocati, prodotti e portati a termine nel corso di essi, Dio attuava il suo proposito di eliminare la ribellione e provvedere agli esseri umani meritevoli il modo per riconciliarsi con lui mediante successivi “sistemi di cose”. Perciò quegli uomini dell’antichità dovettero avere, ed ebbero, fede che l’invisibile Iddio stava veramente dirigendo le cose in modo ordinato. Essi credevano che Dio era l’invisibile Produttore dei vari sistemi di cose e che la meta a cui aspiravano, “l’adempimento della promessa”, sarebbe stata assolutamente sicura al tempo da lui stabilito. Per fede attendevano gli ulteriori sviluppi del proposito di Dio, che includevano i sistemi di cose prodotti dal nuovo patto basato sul sacrificio di Gesù. — Eb 11:39, 40; 12:1, 18-28.

Un altro modo di intendere l’uso di aiòn in Ebrei 1:2 e 11:3 è che aiòn sia equivalente a kòsmos nel senso di mondo o universo, il complesso delle cose create fra cui il sole, la luna, le stelle e la terra stessa. Questa ipotesi è senz’altro avvalorata dalla dichiarazione di Ebrei 11:3 secondo la quale “ciò che si vede è sorto da cose che non appaiono”. Questo versetto potrebbe anche essere considerato un riferimento alla descrizione della creazione contenuta in Genesi, che potrebbe per logica precedere i riferimenti di Paolo ad Abele (v. 4), Enoc (vv. 5, 6) e Noè (v. 7). Quindi Paolo potrebbe avere ampliato l’argomento a sostegno della sua definizione della fede facendo riferimento all’esistenza dell’universo — inclusi sole, luna e stelle — come chiara prova che c’è un Creatore. — Cfr. Ro 1:20.
_Il Santo_
00giovedì 21 agosto 2008 09:51
Un nuovo mondo non è affatto un sogno: è una speranza concreta! Gesù Cristo, il Fondatore del cristianesimo, sapeva che questo non è il migliore dei mondi possibili. Insegnò che la terra sarebbe stata ereditata da persone d’indole mite e che su di essa si sarebbe fatta la volontà di Dio. (Matteo 5:5; 6:9, 10) Sia lui che i suoi discepoli sapevano che questo mondo è in mano al nemico di Dio, Satana il Diavolo, e che è proprio questo il motivo principale dei tanti guai dell’umanità. (Giovanni 12:31; 2 Corinti 4:4; 1 Giovanni 5:19; Rivelazione [Apocalisse] 12:12) Gli ebrei fedeli attendevano il giorno in cui Dio avrebbe liberato definitivamente la terra da guerre, dolori e infermità, allo scopo di farla abitare da una umanità pacifica e giusta. Analogamente, i cristiani del I secolo aspettavano con fiducia che il mondo attuale venisse sostituito da un nuovo sistema di cose, “nuovi cieli e nuova terra”. — 2 Pietro 3:13; Salmo 37:11; 46:8, 9; Isaia 25:8; 33:24; 45:18; Rivelazione 21:1.

Gesù Cristo ribadì la promessa di un mondo migliore quando, appeso al palo di tortura, ne parlò a un malfattore che aveva manifestato una certa fede in lui. Gli disse: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:40-43) Cosa capì il malfattore da quelle parole? Gesù voleva forse dire che in quello stesso giorno il malfattore sarebbe ‘stato con lui’ in cielo, come lascerebbero intendere certe traduzioni bibliche cattoliche e protestanti? No, Gesù non voleva dire questo, visto che, dopo la sua risurrezione, disse a Maria Maddalena di ‘non essere ancora asceso al Padre’. (Giovanni 20:11-18) Nemmeno gli apostoli, che avevano ascoltato Gesù per tre anni e mezzo, prima della Pentecoste del 33 E.V. pensavano a un paradiso celeste. (Atti 1:6-11) Quel malfattore capì quello che avrebbe capito la stragrande maggioranza degli ebrei di allora: Gesù stava promettendo un mondo avvenire migliore su una terra paradisiaca. Uno studioso tedesco ammette: “L’insegnamento della retribuzione nell’aldilà non ha alcuno spazio nell’Antico Testamento”. — Erich Weidinger, Gli Apocrifi, trad. di E. Jucci, Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 1992, pagina 22.

Che ci sarà un paradiso sulla nostra terra lo attesta anche l’apostolo Paolo nella sua lettera agli Ebrei. Incoraggiando i suoi compagni di fede a non ‘trascurare la grande salvezza che cominciò ad essere annunciata mediante Cristo Gesù’, Paolo afferma che Geova Dio ha dato a Gesù autorità sulla “terra abitata [greco: oikoumène] avvenire”. (Ebrei 2:3, 5) Nelle Scritture Greche Cristiane il termine oikoumène si riferisce sempre alla nostra terra in quanto popolata da esseri umani, e non a un mondo celeste. (Confronta Matteo 24:14; Luca 2:1; 21:26; Atti 17:31). Il Regno di Dio retto da Cristo Gesù eserciterà perciò il dominio sulla terra abitata. Davvero un luogo ideale in cui vivere!
presso
00giovedì 21 agosto 2008 10:55
Re:

Possiamo così giungere serenamente alla conclusione che quando gli apostoli parlavano del Regno di Dio si aspettavano un nuovo mondo o nuovo sistema di cose, formato da nuovi cieli (nuovo governo) e nuova terra (rinnovata umanità). Essi sapevano che quello era il proposito di Dio anche se non comprendevano a pieno cosa questo avrebbe significato (cnfr Luca 19:11 con Atti 1:6 e Atti 17:31 con I corinti 3:22 e 6:2).

Nella successiva rivelazione data a Giovanni fu chiarito che il numero di coloro che sarebbe andato nei "nuovi cieli" era prestabilito a 144.000 e che sarebbe andato a regnare sul resto dell'umanità che avrebbe ereditato la vita eterna sulla Terra.

- Riv 6:11; 14:1-4; 5:9, 10; Matteo 5:5; 6:9, 10.




Credo che sia necessaria una premessa , che devi rispondere al tuo interlocutore e non fare solo proselitismo .. detto questo vorrei cimentarmi anche io non conoscendo il greco ma abbastanza bene la questione biblica
Lasciamo perdere chi traduce meglio o peggio perchè in questo forum abbiamo fatto decine di discussioni sulle traduzioni e vedrai che i tdg non ne sono usciti molto bene ..
Allora ti chiedo come riesci a collegare l'apocalisse con il tuo semplice "nuova terra" e "nuovi cieli" visto che la maggioranza delle chiese crisitiane non danno un significato certo , mentre tu ti espremi con sicurezza ?
Grazie


_Il Santo_
00giovedì 21 agosto 2008 11:00
Io non rispondo a ex-TDG. Ora rispondo a te Presso....
_Il Santo_
00giovedì 21 agosto 2008 11:02
(Rivelazione 11:15) 15 E il settimo angelo suonò la sua tromba. E vi furono alte voci in cielo, che dicevano: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”.


Se il "regno del mondo" diviene di Cristo...cosa significa secondo te? Che il "mondo" è annientato o distrutto? Oppure che vi è un passaggio di governo?
presso
00giovedì 21 agosto 2008 11:17
Re:
_Il Santo_, 21/08/2008 11.02:

(Rivelazione 11:15) 15 E il settimo angelo suonò la sua tromba. E vi furono alte voci in cielo, che dicevano: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”.


Se il "regno del mondo" diviene di Cristo...cosa significa secondo te? Che il "mondo" è annientato o distrutto? Oppure che vi è un passaggio di governo?



No aspetta un attimo tu credi che perchè un verso dice alcune cose che poi andrebbero sviscerate dai per definitivo il governo del Cristo !!! ma tu hai letto completamente l'apocalisse ? dragoni , cavalli , almeno i 2/3 della terra verra distrutta da tempeste ,sia in cielo che in terra , miliardi di persone moriranno (se succede domani ) sigilli , l'apertura del libro segreto ecc..ecc.
Non conosco il greco però ti chiedo coerenza
Grazie



presso
00giovedì 21 agosto 2008 11:19
Re:
_Il Santo_, 21/08/2008 11.00:

Io non rispondo a ex-TDG. Ora rispondo a te Presso....



Ascolta il Santo guarada che Mario è un Moderatore e preparato in greco , oltretutto perchè non dimostri di andare oltre , potreste andare oltre credo che sia da cristiano farlo [SM=x511438]


_Il Santo_
00giovedì 21 agosto 2008 11:35
La mia coscienza mi impone questo.

Non si tratta solo dell'Apocalisse ma l'intera Bibbia. Hai letto tutto sopra?
(Mario70)
00giovedì 21 agosto 2008 17:35
Re: Re:
presso, 21/08/2008 11.19:



Ascolta il Santo guarada che Mario è un Moderatore e preparato in greco , oltretutto perchè non dimostri di andare oltre , potreste andare oltre credo che sia da cristiano farlo [SM=x511438]





non ti preoccupare amica mia, ci sono abituato...
Come vedi il suo operare parla al posto suo, se questo è un vero cristiano poveri noi!
A quanto pare l'amore viene dopo il legalismo, se lui è contento cosi che faccia pure, ma se crede di voler aver ragione citando "perspicacia" come fonte autorevole è messo proprio male!
Un solo appunto la scrittura che ha citato decontestualizzandola dal contesto non dimostra un bel niente, Cristo ha cominciato a regnare una volta resuscitato ben prima del 1914 come asseriscono i tdg è la scrittura a dircelo chiaramente, per quanto riguarda il futuro tutto il NT ci spinge a credere che la speranza celeste è la meta dei cristiani non certo una vita eterna su questa terra, cercare di asserire il contrario vuol dire arrampicarsi sugli specchi o usare un libro simbolico come l'apocalisse per provare ad aver ragione.
Tempo fa un mio amico scrisse su un forum quanto sto per riportare credo che possa essere utile a chi ha dei dubbi in merito, ho il suo permesso per riportarlo anche qui:

"Discutiamo ora di chi va in cielo:
Tutte le scritture dicono unanimamente che chi ha fede in Cristo ha la sperasnza celeste:
agli ebrei per prima:
Atti 13:26 Fratelli miei, figli della discendenza d' Abraamo, e tutti voi che avete timor di Dio, a noi è stata mandata la Parola di questa salvezza.

e ai gentili poi:

atti 13:46-48 46 Allora Paolo e Barnaba, parlando con franchezza, dissero: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna ecco, noi ci rivolgiamo ai gentili. 47 Poiché così ci ha comandato il Signore: "Io ti ho posto come luce delle genti perché tu porti la salvezza fino all' estremità della terra. 48 I gentili, udendo queste cose, si rallegrarono e glorificavano la parola del Signore; e tutti coloro che erano preordinati alla vita eterna credettero.

Cosa includeva la salvezza?
giovanni 13:2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. 3 E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi.

ebrei 3:1 Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l' apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo,

efesini 4:4 Vi è un unico corpo e un unico Spirito, come pure siete stati chiamati nell' unica speranza della vostra vocazione.
LND 1 Peter 1:4 per un' eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi

filippesi 3:20 La nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo.
Queste scritture sono incontrovertibili.
Ora analizziamo cosa ci insegna Paolo riguardo la resurrezione:

1 Corinti 15:20-55

"20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono. 21 Infatti, siccome per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. "

Le scritture parlano dello stato dei morti come di sonno, sappiamo che la teologia ebraica primordiale concepiva l'uomo come un insieme di adam, ruah e neshama, l'anima (nephesh) era la persona completa nella sua totalità con tutti questi "soggetti" (per lo più derivati da cose fisiche come l'aria il respiro e il sangue, tutte cose che rendono l'uomo vivo), i morti però non hanno un annientamento totale in quanto qualcosa sopravvive alla morte in uno stato larvale in un "luogo" chiamato sheol, qui "risiedono le ombre dei morti":
Isaia 14:9-11:
" 9 Dal basso dello sheol si agitano per te, per farsi incontro al tuo arrivo; per te esso risveglia le ombre, tutti i potenti della terra; ha fatto sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni. 10 Tutti prendono la parola per dirti: "Anche tu sei stato fiaccato come noi, sei diventato simile a noi!". 11 Il tuo fasto è disceso nello sheol, come la musica delle tue arpe. Sotto di te si stendono le larve, i vermi sono la tua coperta. "

Proverbi 9:18 E lui non sa che là ci sono le ombre, che agli antri dello sheol scendono i suoi invitati.

1 Samuele 2:6 "L' Eterno fa morire e fa vivere; fa scendere nello Sceol e ne fa risalire."

salmo 16:10 "perché tu non lascerai l' anima mia nello Sceol e non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione."

Più tardi cominciò a spuntare il concetto di "resurrezione dei corpi" alla venuta del messia, si comincia a parlare dello stato dei morti come di sonno, termine ripreso dalla teologia cristiana successiva, i farisei fecero loro questo concetto della morte e resurrezione, i sadducei invece la negavano completamente.
Questa fase arcaica venne poi superata e gli ebrei ampliarono il loro concetto di anima:
L'anima venne vista come composta da tre elementi: nefesh, ru'ah, e neshamah...

Queste "scoperte" però erano assenti nel periodo neotestamentario, la dottrina più importante per i cristiani era, ed è, la resurrezione dei corpi in un periodo di tempo chiamato "ultimo giorno" fu Gesù a parlarne in Giovanni 11 che noi conosciamo bene in relazione alla resurrezione di Lazzaro.
Continuiamo con Paolo:



"22 Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo. 23 ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta."

Quindi il primo a resuscitare in questo stato è Cristo, seguiranno i suoi discepoili ma alla sua venuta...
ancora:

35 Ma dirà qualcuno: "Come risuscitano i morti, e con quale corpo verranno?". 36 Stolto! Quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore. 37 E quanto a quello che semini, tu non semini il corpo che ha da nascere, ma un granello ignudo, che può essere di frumento o di qualche altro seme. 38 E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme dà il suo proprio corpo. 39 Non ogni carne è la stessa carne; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra la carne dei pesci, altra la carne degli uccelli. 40 Vi sono anche dei corpi celesti, e dei corpi terrestri, ma altra è la gloria dei celesti, altra quella dei terrestri. 41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna ed altro lo splendore delle stelle, perché una stella differisce da un' altra stella in splendore. 42 Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile. 43 È seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita pieno di forza. 44 È seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale. Vi è corpo naturale, e vi è corpo spirituale. 45 Così sta anche scritto: "Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente" ma l' ultimo Adamo è Spirito che dà la vita. 46 Ma lo spirituale non è prima bensì prima è il naturale, poi lo spirituale. 47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. 48 Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l' immagine del terrestre, porteremo anche l' immagine del celeste. 50 Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; similmente la corruzione non eredita l' incorruttibilità. 51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, 52 in un batter d' occhio, al suono dell' ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, 53 poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l' incorruttibilità e questo mortale rivesta l' immortalità. 54 Così quando questo corruttibile avrà rivestito l' incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l' immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: "La morte è stata inghiottita nella vittoria". 55 O morte, dov' è il tuo dardo? O inferno, dov' è la tua vittoria? "

Quindi le anime che dormono nello sheol saranno ricongiunte ad un nuovo corpo glorioso ed immortale ad immagine di Cristo, invece i suoi seguaci che saranno vivi alla sua venuta verranno mutati in tale stato senza passare per la morte:

1 Thessalonicesi 4:13
"13 Non vogliamo lasciarvi nell' ignoranza, o fratelli, riguardo a quelli che dormono, affinché voi non siate afflitti come gli altri che non hanno speranza. 14 Se infatti crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, così Dio riunirà con lui anche quanti si sono addormentati in Gesù. 15 Questo infatti vi diciamo sulla parola del Signore: che noi, i viventi, i superstiti, non precederemo nella venuta del Signore quelli che si sono addormentati. 16 Poiché il Signore stesso, al segnale dato dalla voce dell' arcangelo, dalla tromba di Dio, discenderà dal cielo e i morti che sono in Cristo risorgeranno per primi. 17 Quindi noi, i viventi, i superstiti, insieme con essi saremo rapiti sulle nubi per incontrare il Signore nell' aria. E così saremo sempre col Signore. "

E i morti precristiani?

Abbiamo letto che i cristiani avranno la prima resurrezione, questo non esclude che gli altri risorgeranno dopo, da nessuna parte è scritto che i morti risorgeranno in un corpo diverso e che alcuni rimarranno sulla terra e altri andranno in cielo, la speranza celeste dal punto di vista biblico è aperta a tutti indistintamente come mostrato da lle parole di Cristo stesso:

Giovanni 5:26-29 "26 Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere la vita in se stesso; 27 e gli ha dato il potere di fare il giudizio, perché è Figlio dell' uomo. 28 Non stupitevi di ciò: viene un' ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri ascolteranno la sua voce 29 e coloro che hanno fatto il bene ne usciranno per la risurrezione della vita, coloro che hanno praticato il male per la risurrezione del giudizio."

La dottrina del millennio è fondata dalle parole dell'apocalisse, ma non mi pronuncio sull'attendibilità della stessa, l'apocalisse è scritta in segni e non è facile da capire o interpretare, la divisione tra 144000 e grande folla ha senso se si inquadrano i 144000 come i martiri (i numeri sono evidentemente simbolici), coloro che hanno scelto di morire volontariamente per Cristo, hanno una posizione privilegiata, ma insieme a loro vi è la grande moltitudine in cielo, davanti al trono di Dio e all’Agnello con gli angeli, i vegliardi ed i quattro viventi (Apocalisse 7,9).

Creare due destini rende Dio parziale, questa dottrina non ha fondamento nella scrittura, chi ci crede prende passi dell'apocalisse interpretabili o figure allegoriche tipo le "altre pecore" le quali possono rappresentare benissimo i gentili e non una categoria di serie b cestinata sulla terra sotto la guida di eletti di serie A; si è creata prima la dottrina (cercando di fondere insieme la teologia veterotestamentaria che vedeva la resurreziione sulla terra in un paradiso edenico con la successiva speranza celeste fornita ai cristiani, ma questo non è necessario, basta seguire gli sviluppi teologici che si sono susseguiti nel corso dei millenni ed accettare quello finale esposto nel NT) e poi si sono cercate scritture che potessero avallare questa dottrina, non è cosi che un serio studioso della scrittura deve fare.
La speranza è unica:

Efesini 4:4-5 4 un solo corpo e un solo spirito, così come siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione; 5 un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo;

1 Corinti 12:13 13 Siamo stati infatti battezzati tutti in un solo Spirito per formare un corpo solo, sia Giudei sia Greci, sia schiavi sia liberi; e tutti siamo stati abbeverati nel medesimo Spirito.

Matteo 8:10-11 10 All' udire ciò Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico: presso nessuno in Israele ho trovato tanta fede. 11 Vi dico inoltre che molti verranno dall' oriente e dall' occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli,

Ebrei 11:12-16 12 Per questo, da quest' unica coppia, e per di più già morta, nacquero figli numerosi come le stelle del cielo e come l' arena che è sulla riva del mare, che è impossibile numerare. 13 Secondo la fede tutti questi [i fedeli precristiani] morirono, pur non avendo ricevuto le promesse, ma avendole viste e salutate da lontano, e riconoscendosi stranieri e pellegrini sulla terra. 14 Quelli infatti che dicono tali cose mostrano chiaramente che cercano una patria. 15 E se avessero avuto nella memoria quella patria da cui erano usciti, avrebbero avuto occasione di ritornarvi. 16 Ora invece essi aspirano a una patria migliore, e cioè alla celeste. Perciò Dio non ha vergogna di essere chiamato il loro Dio. Infatti egli ha preparato loro una città.

Alla luce di queste scritture, quale altra prova vogliamo ancora?

Romani 8:18-39 "18 Penso infatti che le sofferenze del tempo presente non hanno un valore proporzionato alla gloria che si manifesterà in noi. 19 L' attesa spasmodica delle cose create sta infatti in aspettativa della manifestazione dei figli di Dio. 20 Le cose create infatti furono sottoposte alla caducità non di loro volontà, ma a causa di colui che ve le sottopose, nella speranza 21 che la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per ottenere la libertà della gloria dei figli di Dio. 22 Sappiamo infatti che tutta la creazione geme e soffre unitamente le doglie del parto fino al momento presente. 23 Non solo essa, ma anche noi, che abbiamo il primo dono dello Spirito, a nostra volta gemiamo in noi stessi, in attesa dell' adozione a figli, del riscatto del nostro corpo. 24 Fummo infatti salvati nella speranza; ma una speranza che si vede non è più speranza: chi infatti spera ciò che vede? 25 Ma se noi speriamo ciò che non vediamo, stiamo in attesa mediante la costanza. 28 Sappiamo poi che per coloro che amano Dio tutto confluisce in bene, per coloro che secondo il piano di Dio si trovano ad essere chiamati. 29 Poiché coloro che da sempre egli ha fatto oggetto delle sue premure, li ha anche predeterminati ad essere conformi all' immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli. 30 Coloro che predeterminò, anche chiamò; quelli che chiamò, questi anche giustificò; quelli poi che giustificò, anche glorificò. ... 37 Ma in tutte queste cose noi stravinciamo in grazia di colui che ci amò. 38 Sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né potestà, né presente né futuro, 39 né altezze né profondità, né qualunque altra cosa creata potrà separarci dall' amore che Dio ha per noi in Cristo Gesù nostro Signore. "


La dottrina dei due destini ha privato i testimoni di Geova dalla necessità di nascere di nuovo, di partecipare realmente alla Santa Cena (commemorazione) Giovanni 6:53-56; 13:12-17, e di beneficiare di gran parte della Bibbia (quasi tutto il N.T.) che applicano alla classe dei 144.000 di cui solo una residua parte -per loro- vive ancora sulla terra."
Saluti Mario
Justee
00venerdì 22 agosto 2008 10:02
Re:
_Il Santo_, 21/08/2008 11.35:

La mia coscienza mi impone questo.

Non si tratta solo dell'Apocalisse ma l'intera Bibbia. Hai letto tutto sopra?



1 1Cr 16: 36| Signore, Dio di Israele, ~di secolo in secolo". ~E tutto il
2 1Cr 16: 36| di Israele, ~di secolo in secolo". ~E tutto il popolo disse: "
3 Dn 2: 20| benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, ~perché a lui
4 Dn 2: 20| nome di Dio di secolo in secolo, ~perché a lui appartengono
5 Mt 12: 32| sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro. ~
6 Rm 12: 2| alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando
7 Ef 1: 21| possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello
8 2Tm 4: 10| abbondonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per



297 Ef 1: 4| prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati
298 Ef 2: 2| viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle
299 Ef 2: 12| speranza e senza Dio in questo mondo. ~
300 Ef 6: 12| contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti
Mondo

Riporto per aiuto alla discussione le volte che la CEI usa sia una che l'altra parola , chiaramente viene usato più mondo da come potete vedere dal link che ho segnalato


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