Flavio e i Censimenti

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mioooo
00domenica 9 marzo 2008 12:28
Altri tributi pro capite, oltre alla λαογραφια, erano i μερισμοι, in genere suddivisi tra la popolazione per servizi e per opere di pubblica utilità. Ad essi si aggiungevano i servizi obbligatori o liturgie e, per la manutenzione dei canali e delle dighe, la cosiddetta πενθημερος che comportava cinque giorni all'anno di lavoro gratuito [6].

Naturalmente per rendere possibile ed efficace la riscossione delle imposte dirette come appunto la λαογραφια erano necessarie le cosiddette κατ΄οικιαν απογραφαι. Il controllo della popolazione in Egitto, in epoca romana, ci ha lasciato numerosi documenti di vario genere, tra i quali di primaria importanza e di grande interesse sono appunto queste dichiarazioni di censimento casa per casa.
Il governo romano dunque introdusse in terra egiziana il censimento domiciliare quattordicennale, e del periodo compreso fra il 33-34 e il 257-258 d.C. ci sono giunte più di trecento dichiarazioni [7], appartenenti in varia misura a tutti i censimenti effettuati entro questi termini temporali; la maggioranza proviene dall'Arsinoite, ma parecchi altri nomoi sono rappresentati. Il censimento veniva ordinato con un editto prefettizio e il tempo utile per la dichiarazione comprendeva tutto l'anno successivo all'editto [8]; tutti gli abitanti dell'Egitto erano tenuti a presentare la denuncia [9].
Le schede di censimento sono documenti molto puntuali per capire aspetti importanti della legislazione e dell'amministrazione romana, ma soprattutto sicuri perché il documento è redatto dallo stesso capo famiglia, proprietario o affittuario, ed è seguito dal giuramento o dalla sottoscrizione dell'estensore e talvolta dall'indicazione del controllo ufficiale. Il documento ci fornisce poi la lista dei membri della famiglia, ci informa sulle relazioni di parentela che intercorrono fra essi, l'età di ciascuno, i loro nomi, paternità, maternità ed eventuali soprannomi. Molto spesso sono riportate le occupazioni dei singoli membri della casa e le professioni esercitate, vi si trova anche la menzione dei servi e delle altre proprietà dei singoli. Infine per ciascuna scheda è indicato il luogo di comune dimora e talora la provenienza da altre località.
Una questione molto dibattuta e già approfondita da tempo riguarda la valutazione che si deve fare di queste schede come fonte per le indagini sulla famiglia antica e la cautela con cui si devono trarne deduzioni [10].
Prima di tutto esse rappresentano lo stato della famiglia in un momento singolo della sua evoluzione, per cui conviene sicuramente, per esempio nel computo dei figli, tener conto che una scheda successiva della medesima famiglia potrebbe presentare anche profonde variazioni.
Per valutare pienamente l'importanza delle denunce è utile sapere quale sia la condizione sociale delle famiglie che vengono in essa ricordate: di questo ci potranno fornire indicazioni sufficienti la dichiarazione delle professioni esercitate dai denunciati, quella del numero e della qualità degli schiavi posseduti, e quella dei locali occupati e delle proprietà attribuite eventualmente a singoli individui. Il possedere schiavi nell'antichità non solo denota, come qualsiasi altra proprietà, un certo grado di ricchezza, ma è indizio di una certa agiatezza di vita familiare se, come in tutte le nostre dichiarazioni, gli schiavi sono domestici, soprattutto di sesso femminile [11].

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