Su fornire o formare?
( Non sono un’insegnante ) e quindi espongo un pensiero “ esterno “ ma anche disinteressato, libero. Questo per chiarezza.
Le tue parole sono musica per le mie orecchie, le condivido, specialmente la parte finale del tuo messaggio, ma non posso constatare che restano, troppo spesso, teoria, concetti alti di impegni personali che non sempre si ritrovano nella realtà delle cose. Opinione personale, naturalmente.
Esiste un problema della classe insegnante, negarlo sarebbe ipocrita, esiste un problema di chi deve educare gli educatori, di formazioni dei modelli umani. Ritenere che la scuola abbia il solo compito di formare, e ritenerla esente dalla responsabilità di fornire strumenti di interpretazione della vita, strumenti che aiutino nel libera valutazione dei bisogni individuali, non fa un buon servizio al future delle generazioni future.
Il ragazzo ha la necessità di trarre giovamento anche da conoscenze banali e minute, perché le incorporerà come modelli di vita, come modelli di comportamento, e la scuola deve assumersi il delicato compito di educare a sviluppare le risorse interiori dei ragazzi, insegnare il difficile processo dialettico con se stessi e le proprie espirazioni più intime.
Questo, oggi, non viene fatto perché si ritiene che questo compito spetti alla famiglia, la famiglia mostra segni di crisi ancora maggiori ( dovrebbero esistere anche scuole per imparare ad essere genitori, ma questo è un altro discorso) e i giovani non trovano più punti di riferimento.
Dobbiamo dare alla scuola, all’insegnamento, all’insegnante un ruolo nuovo, un compito più alto che oltre a trasferire cultura, attraverso i libri, deve assumersi anche il compito di far apprendere le indispensabili norme di comportamento, di vita, che sviluppa le risorse interiori del ragazzo, che lo aiuta a crescere, ad emanciparsi, a fere esperienza e tesoro dell’esempio; sviluppando con l’insegnante quel processo dialettico interiore ed esteriore funzionale alla crescita.
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L’intelligente:
insegna a suo figlio a non copiare modelli ma a crearsene continuamente di propri.