(chuang)
00martedì 12 aprile 2005 08:03
Esistono crimini atroci, nel nostro piu' recente passato, di cui poco si conosce e poco si parla, i cui protagonisti sembrano scaturiti da un romanzo dell'orrore, e invece sono scaturiti dalle fila delle gerarchie della chiesa cattolica.
La croazia di Ante Pavelic
La dittatura imposta da Pavelic dal 1941 al 1945, aveva come obiettivo la fondazione di uno stato croato indipendente, "cattolicamente puro", ossia composto esclusivamente da persone di fede cattolica. Tale obiettivo fu perseguito mediante il terrorismo, la lotta armata, la tortura, le deportazioni, le conversioni forzate, lo sterminio di massa; il tutto realizzato con l'attiva ed entusiastica partecipazione del clero cattolico (molti di loro, particolarmente entusiasti, furono decorati personalmente da Pavelic), provocando quello che qualcuno ha definito come "uno dei piu' terrificanti massacri di civili che la storia conosca".
Gli ustascia (la milizia armata) di Pavelic, prestavano giuramento mediante una cerimonia rituale davanti a un tavolo coperto da un panno nero, sul quale erano posti un pugnale, una pistola, una croce e una candela accesa; una simbologia che sintetizza i due capisaldi ideologici degli ustascia: la lotta armata e la fede cattolica.
Il poverello di Assisi si rivolta nella tomba
Ma il fatto piu' incredibile di tutta la vicenda consiste nella partecipazione diretta a questi massacri, di numerosi esponenti dell'ordine dei frati minori piu' comunemente conosciuti come frati francescani. Miroslav Filipovic-Majstorovic, proveniente dal monastero di Petricevac, rappresenta il caso piu' emblematico. Divenuto membro degli ustascia, egli assunse il comando del campo di concentramento di jasenovac a partire dal 1942. Il frate, chiamato dai prigionieri fra' satana, fece torturare e uccidere 40.000 esseri umani, tra serbi, ebrei, zingari. Di lui si raccontano cose che farebbero accapponare la pelle persino ai tagliatori di teste islamici dell'iraq occupato.
In una spedizione nel villaggio serbo di Drakulici, nel 1942, Filipovic taglio' la gola di un bambino, la cui sola colpa era quella di essere cristiano ortodosso, esclamando: "Ustascia! Questo e' il modo in cui io battezzo questi bastardi in nome di Dio! Seguite il mio esempio!".
Altro esempio analogo e' rappresentato da Petar Brzica, proveniente dal collegio francescano di Siroki Brijeg. Nei campi di concentramento, furono organizzate gare di abilita' tra i carnefici, consistenti nel tagliare il piu' rapidamente possibile la gola agli internati con lo speciale pugnale ricurvo chiamato graviso. Brzica risulto' il vincitore, essendo riuscito a sgozzare 1360 persone nel giro di una sola notte. Per questo fu premiato con un orologio d'oro, vino e porchetta, e fu fregiato con il titolo di re dei taglia gole.
I principali centri di aggregazione e proselitismo pro-ustascia erano istituzioni della chiesa cattolica locale: i ginnasi francescani di Siroki Brijeg e di Travnik, la facolta' teologica del capitolo Zagabrese (ossia il seminario di Zagabria dove studiavano gli aspiranti sacerdoti) e la curia arcivescovile di Zagabria. Il programma politico dei cattolici croati era sintetizzato dal francescano Simic, vicario militare degli ustascia: "Ammazzare tutti i Serbi nel più breve tempo possibile".
Fonti:
Giovanni Miccoli - I dilemmi e i silenzi di Pio XII - Rizzoli, Milano, 2000
Michael Phayer - La chiesa cattolica e l'olocausto - Newton C., Roma, 2001
Avro Manhattan - The Vatican's olocaust - Ozark books, New York, 1986
Daniel Jonah Goldaghen - Una questione morale - Mondadori, Milano, 2003
Marco Aurelio Rivelli - L'arcivescovo del genocidio - Kaos, Milano, 1999
Zuccotti Susan - Il Vaticano e l'olocausto in Italia - Mondadori, Milano, 2001
Cornwell John - Il papa di Hitler - Garzanti, Milano, 2000
Deschner Karlheinz - Il gallo cantò ancora - Massari editore, Viterbo, 1998
Kotek \ Rigoulot - Il secolo dei campi - Mondadori, Milano, 2001