Il cinquecentenario dell'arrivo del cristianesimo nelle Filippine

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Angela Castorelli
00martedì 23 marzo 2021 17:12
La Messa in San Pietro per la Comunità filippina dello scorso 15 marzo
E' caldo e affettuoso l'incontro tra papa Francesco e i Filippini, che hanno celebrato con lui, a San Pietro, il 15 marzo, la Messa per i 500 anni dell'arrivo del cristianesimo nelle Filippine. "Qui a Roma, quando ci mancano i nostri nonni, sappiamo di avere un Lolo Kiko": ha detto emozionato, nel suo saluto, il cardinale Luis Antonio G. Tagle, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Il cardinale, filippino, ha portato a Francesco "l'amore filiale dei Filippini delle 7.641 isole del nostro Paese", che costituiscono "il terzo più alto numero di cattolici nel mondo" e ha ricordato che ci sono "più di dieci milioni di migranti filippini che vivono in quasi cento Paesi". Un tema, quello dei migranti, che il cardinale ha sottolineato con forza: "Abbiamo lasciato le nostre famiglie, non per abbandonarle, ma per prenderci cura di loro e del loro futuro. Per amore loro, sopportiamo il dolore della separazione. Quando arrivano i momenti di solitudine, noi migranti filippini troviamo la forza in Gesù che viaggia con noi..Quando ci mancano le nostre famiglie, ci rivolgiamo alla parrocchia, la nostra seconda casa...Ci prendiamo cura dei bambini a noi affidati come se fossero i nostri figli e degli anziani come se fossero i nostri genitori". E Francesco ha ringraziato i filippini "per la gioia che portate nel mondo intero e nelle comunità cristiane. Penso a tante esperienze belle nelle famiglie romane-ma è così in tutto il mondo-, dove la vostra presenza discreta e laboriosa ha saputo farsi anche testimonianza di fede". Tante volte, ha aggiunto, "ho detto che qui a Roma le donne filippine sono "contrabbandiere" di fede! Questa è-permettetemi la parola-una malattia genetica, ma una beata malattia! Conservatela! Portate la fede, quell'annuncio che voi avete ricevuto 500 anni fa, e che portate adesso". Commentando la liturgia della Parola il Papa si è soffermato proprio sul tema della gioia. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito" (Giovanni 3,16). Qui, ha detto, "c'è il cuore del Vangelo, qui c'è il fondamento della nostra gioia. Il contenuto del Vangelo, infatti, non è un'idea o una dottrina, ma è Gesù...non è una bella teoria su come essere felici, ma è sperimentare di essere accompagnati e amati nel cammino della vita". Quindi, rivolgendosi al popolo filippino, ha invitato a guardare alla famiglia di Nazaret: "Dio ama portare la gioia della fede con il servizio umile e nascosto, coraggioso e perseverante...con la vostra gioia potrete fare in modo che si dica anche della Chiesa: "Ha tanto amato il mondo!".
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