L'America la Religione e i suoi Politici

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Viviana.30
00lunedì 7 gennaio 2008 19:36
Washington - (Adnkronos) - Mike Huckabee (nella foto), nato nel 1955 in Arkansas, di cui è stato governatore fra il 1996 e il 2007, è la nuova stella nascente del campo repubblicano. Ex pastore battista è salito nei sondaggi malgrado gli scarsi fondi di cui dispone rispetto agli altri candidati, grazie alla partecipazione alla sua campagna di molti attivisti delle chiese evangeliche.

Da sempre contrario all'aborto e al matrimonio fra i gay, contrario alle teorie di Darwin sull'evoluzione, Huckabee sa parlare al cuore dell'America profonda e conservatrice, a cui promette l'abolizione delle tasse sul reddito da sostituire con imposte sui consumi. Il suo tallone d'Achille è la politica estera: a parte la sua posizione di falco sull'Iraq, appare privo di esperienza in campo internazionale e le sue posizioni in merito a molte aree calde del mondo non sono note.

Nei suoi comizi fa spesso riferimento a Dio e non disdegna di suonare la chitarra - fa parte di un complesso rock - né di lanciare battute. Una delle sue preferite è: "Date a Hope una seconda chance", con riferimento alla sua cittadina natale di Hope (‘speranza’) in cui nacque anche l'ex presidente Bill Clinton. Dopo che gli fu diagnosticato il diabete nel 2003 perse 50 chili con una dieta ferrea. Ha raccontato la sua esperienza nel libro "Smettete di scavarvi la fossa con coltello e forchetta".

Sono inziate le politiche americane è già è iniziato la scelta attraverso i numeri uno sulle religioni , dal Mormone , all'Evangelico , attraverso l'islamico che si converte al Cristianesimo
presso
00sabato 9 febbraio 2008 19:58
Il predicatore battista è stato la grande sorpresa del supermartedì. E ora sogna un posto da vice McCain. L'unico tema della sua campagna è la lotta all'aborto. E dice: "Perché separare religione e politica?"
«Romney ha detto che quella repubblicana è una corsa a due? Ha ragione: è fra me e McCain». Così, dopo il super-martedì, Mike Huckabee. Ora Romney, avviandosi a sospendere la sua campagna, sembra dargli ragione. Huckabee, ex governatore dell'Arkansas, martedì ha vinto in cinque Stati fra cui la Georgia, che è difficile liquidare come una terra di contadini e montanari perché un terzo dei suoi elettori vive ad Atlanta, una città ultramoderna sede della Cnn e della Coca Cola. Certo, alla fine la spunterà McCain, anche perché è l'unico candidato repubblicano che secondo i sondaggi oggi batterebbe sia Obama sia Hillary Clinton.
Tuttavia, sommando non i delegati (assegnati tra i repubblicani in molti Stati con un sistema per cui chi vince li prende tutti) ma i voti di Romney e di Huckabee, il totale è superiore ai voti di McCain, il che dimostra che l'anima conservatrice tra i repubblicani è tuttora maggioritaria In una summa appena pubblicata sul conservatorismo americano, il politologo Critchlow ricorda che questo consiste di tre segmenti che non è facilissimo mettere insieme: chi vuole una politica estera aggressiva, chi vuole poche tasse, e chi si batte per quelli che Benedetto XVI (ma anche molti leader protestanti e dell'ebraismo ortodosso) chiamano «valori non negoziabili» su vita e famiglia. I tre candidati repubblicani sono tutti per un'America con poche tasse e forte in politica estera. Il punto su cui si distinguono davvero sono i valori non negoziabili. Nella carriera politica di McCain non sono mai stati una priorità, anche se oggi propone alcune limitazioni all'aborto.
Romney invece è un devoto mormone, e la sua comunità religiosa è certamente contro l'aborto, l'eutanasia e qualunque riconoscimento delle unioni omosessuali. Per farsi eleggere governatore del liberale Massachusetts Romney si era concesso qualche apertura, ma ora era tornato all'ovile conservatore. Quanto a Huckabee, afferma che «quando mi si dice di separare la politica dalla religione, rispondo che una separazione totale è impossibile». Se Romney - un uomo d'affari miliardario, figlio di un governatore del Michigan - ha studiato ad Harvard e il soldato McCain all'Accademia navale, Huckabee, il cui padre faceva il pompiere, ha preso una laurea in teologia presso la semisconosciuta Università Battista Ouachita dell'Arkansas.
Prima di darsi alla politica, è stato pastore di congregazioni battiste di paesini i cui nomi sono ignoti a chi non vive nell'Arkansas. Eppure, è riuscito a costruirsi una solida base politica locale, a farsi eleggere governatore del suo Stato e - dopo essere diventato famoso per un libro dove spiega come ha perso cinquanta chili - a presentarsi all'anima religiosa del Partito repubblicano come un candidato credibile. Qualche settimana fa mi è capitato di seguire la campagna di Huckabee in Arizona (dove ha perso) e nel Tennessee (dove ha vinto). Mi ha colpito la quasi totale assenza di riferimenti alla politica estera, il suo punto debole.
La sua è quasi una «lista di scopo» - qualche cosa di cui si comincia a parlare anche in Italia - che raccoglie voti principalmente su un singolo tema: l'opposizione all'aborto. La tenuta dell'anima conservatrice nel super-martedì dei repubblicani e il successo di Huckabee non porteranno l'ex governatore dell'Arkansas alla Casa Bianca. Ma costringeranno McCain, se vuole vincere, a fare i conti con la base repubblicana ostile all'aborto. Magari con Huckabee come candidato alla vicepresidenza.
xiro.70
00lunedì 11 febbraio 2008 15:53
In campo democratico assistiamo invece al curioso fenomeno di comizi pubblici da parte dei vari candidati (Obama e Clinton fra tutti) nelle chiese, soprattutto di tipo battista e quelle più liberali in genere.
mioooo
00lunedì 7 aprile 2008 21:24
Re:
xiro.70, 11/02/2008 15.53:

In campo democratico assistiamo invece al curioso fenomeno di comizi pubblici da parte dei vari candidati (Obama e Clinton fra tutti) nelle chiese, soprattutto di tipo battista e quelle più liberali in genere.



certo oramai anche loro devono adeguarsi alla situazione , credo però che non porti molta fortuna questa loro invasione nel campo religioso , oramai in tutte le fedi non si riesce più a incantare nessuno , anche nell'america bigotta un tempo forse si potevano raccogliere voti da chi poco sapeva , ora dove il culto religioso ha i suoi scheletri da nascondere si va sempre più a fondo


pyccolo
00martedì 8 aprile 2008 09:16
Re: Re:
mioooo, 07/04/2008 21.24:



certo oramai anche loro devono adeguarsi alla situazione , credo però che non porti molta fortuna questa loro invasione nel campo religioso , oramai in tutte le fedi non si riesce più a incantare nessuno , anche nell'america bigotta un tempo forse si potevano raccogliere voti da chi poco sapeva , ora dove il culto religioso ha i suoi scheletri da nascondere si va sempre più a fondo





Molta acuta questa tua osservazione.

Il fatto è, però, che il campo religioso è sempre un interessante e pregiato serbatoio di accumulo di adesioni condizionatamente incondizionate che imputano al divino le proprie scelte.

E' anche un fatto di comodità.
Pensa a come sarebbe difficile fuori da quel serbatoio indirizzare le scelte dei credenti.
Quando invece i credenti depositono ai piedi dei capi religiosi le loro facoltà di scelta e di coscienza è molto più semplice.
Decide il capo e, quando decide lui, non deve chiedere pareri a nessuno, perchè decide per tutti.
Per questo i politici vanno a braccetto con le istituzioni religiose e, per la stessa ragione, le istituzioni religiose hanno in mano le briglie, oltre che dei credenti, anche dei politici, con la differenza che questi ultimi, rispetto ai credenti, sanno d'avere le briglie.

Pyccolo



Justee
00giovedì 24 aprile 2008 19:15
Re: Re: Re:
pyccolo, 08/04/2008 9.16:


Molta acuta questa tua osservazione.
Il fatto è, però, che il campo religioso è sempre un interessante e pregiato serbatoio di accumulo di adesioni condizionatamente incondizionate che imputano al divino le proprie scelte.
E' anche un fatto di comodità.
Pensa a come sarebbe difficile fuori da quel serbatoio indirizzare le scelte dei credenti.
Quando invece i credenti depositono ai piedi dei capi religiosi le loro facoltà di scelta e di coscienza è molto più semplice.
Decide il capo e, quando decide lui, non deve chiedere pareri a nessuno, perchè decide per tutti.
Per questo i politici vanno a braccetto con le istituzioni religiose e, per la stessa ragione, le istituzioni religiose hanno in mano le briglie, oltre che dei credenti, anche dei politici, con la differenza che questi ultimi, rispetto ai credenti, sanno d'avere le briglie.
Pyccolo



Ciao py , mi domando perchè questa continua questione delle briglie e della imposizione della religione come metodo di controllo , io non credo , da qualche parte leggevo di bicchiere che diceva che la religione essendo colonna portante della vita di una persona porta ad avere sempre la verità in tasca , io non sono cosi , e non non credo che sia cosi , le persone hanno la loro testa , ragionano .. è il cuore che comanda è l'amore che guida , anche la peggiore setta non può prenderti nelle sue briglie , succede solo se tu sei dipendente , ma prima o poi dovrai svegliarti .. tornando it la politica americana sta portando ad una svolta , presidente donna com valori molto diversi dai vecchi presidenti

pyccolo
00venerdì 25 aprile 2008 01:24
Re: Re: Re: Re:

Justee, 24/04/2008 19.15

Ciao py , mi domando perchè questa continua questione delle briglie e della imposizione della religione come metodo di controllo , io non credo ,



Da sempre le religioni hanno pesantemente condizionato l'esistenza degli esseri umani e, altrettanto da sempre, il braccio secolare si è servito della religione per essere coadiuvato nel dominare le genti.
Non per nulla nel passato i monarchi ricevevano l'investitura dal pontefice per volere divino.
Oggi il pontefice non riesce più ad ottenere massicciamente il controllo sul braccio secolare, però sui credenti ancora SI' .
Non è negabile.


da qualche parte leggevo di bicchiere che diceva che la religione essendo colonna portante della vita di una persona porta ad avere sempre la verità in tasca , io non sono cosi , e non non credo che sia cosi , le persone hanno la loro testa , ragionano .. è il cuore che comanda è l'amore che guida ,



Forse confondi la religione con la religiosità. Certo sì, la gente usa sempre più la propria testa e questo è un guaio per le religioni, da sempre preposte ad annullare le capacità pensanti degli esseri umani.


anche la peggiore setta non può prenderti nelle sue briglie , succede solo se tu sei dipendente , ma prima o poi dovrai svegliarti ..



E' ciò che penso anch'io: in ultima analisi sono le persone che son responsabili del proprio condizionamento.
Il condizionamento si ottiene in diversi modi, ma in special modo con:

La persuasione (oggi il più usato).
La forza (usato molto un tempo ... crociate e conversioni coatte).
La diplomazia (in taluni casi, per evitare a priori conflitti).
La paura (con la minaccia della punizione divina).


Pyccolo
Justee
00lunedì 28 aprile 2008 11:56
Re: Re: Re: Re: Re:

Da sempre le religioni hanno pesantemente condizionato l'esistenza degli esseri umani e, altrettanto da sempre, il braccio secolare si è servito della religione per essere coadiuvato nel dominare le genti.
Non per nulla nel passato i monarchi ricevevano l'investitura dal pontefice per volere divino.
Oggi il pontefice non riesce più ad ottenere massicciamente il controllo sul braccio secolare, però sui credenti ancora SI' .
Non è negabile.



Certo .. , però puoi dirmi quale è il metro di misura per poter affermare che la religione è pesantemente invasiva ? cioè diciamo che la chiesa ha una forte presa sulle persone , ma come saprai molti gruppi cercano di staccarsi dalla (Mamma Chiesa) però con le loro gambe però combinano pochino



Forse confondi la religione con la religiosità. Certo sì, la gente usa sempre più la propria testa e questo è un guaio per le religioni, da sempre preposte ad annullare le capacità pensanti degli esseri umani.



Non credi che forse le persone di tutti i tempi alla fine hanno pensato ma tuttio sommato vedono del positivo a stare dalla parte della chiesa e man mano che si accorgono cercano di restargli attaccata ?


E' ciò che penso anch'io: in ultima analisi sono le persone che son responsabili del proprio condizionamento.
Il condizionamento si ottiene in diversi modi, ma in special modo con:



[SM=g28002]


La persuasione (oggi il più usato).



ma la persuasione la ottieni con atti concreti


La diplomazia (in taluni casi, per evitare a priori conflitti).



io lo chiamerei dialogo , la diplomazia viene usata nei palazzi di vetro


La paura (con la minaccia della punizione divina).
Pyccolo



ma la punizione non è della Chiesa ,la punizione è biblica , questo è diverso , tutte le religoni hanno nel loro interno una punizione , ma è logico , è come dire se i nostri figli sono dei testoni perchè non ascoltano , noi da genitori uno scapaccioni lo diamo e questo è lo stesso ragionamento che fa Dio con un cosa ancora più bella è un dono di vita eterna , percui non è un ricatto è un modo di agire da Padre ...
Rino
mioooo
00domenica 17 agosto 2008 17:10
Re:
xiro.70, 11/02/2008 15.53:

In campo democratico assistiamo invece al curioso fenomeno di comizi pubblici da parte dei vari candidati (Obama e Clinton fra tutti) nelle chiese, soprattutto di tipo battista e quelle più liberali in genere.



Per la prima volta Barack Obama e John McCain sullo stesso podio; anzi, sull’altare di una chiesa. Non faccia a faccia, ma uno dopo l’altro per rispondere alle domande (identiche per entrambi) formulate da Rick Warren, il reverendo evangelico più popolare ed equidistante d’America, che afferma di essere amico sia dell’uno sia dell’altro. E per una sera, la campagna elettorale ha preso il sopravvento sulle Olimpiadi, tanto più che l’evento trasmesso ieri in diretta tv è stato davvero storico: mai, nella storia americana, due candidati si sono confrontati, seppur indirettamente, in un luogo di culto. Ma gli Usa di oggi sono sempre più religiosi e le minoranze attive della varie chiese cristiane sempre più influenti politicamente. Quattro anni fa, nove evangelici su dieci votarono per Bush, garantendogli il successo su Kerry; anche quest’anno la maggior parte di loro sceglierà il repubblicano McCain, ma non più all’unanimità. Molti sono indecisi e Obama potrebbe arrivare al 30, forse addirittura al 40%; abbastanza per togliere voti preziosi al rivale in alcuni degli Stati chiave.
Un confronto molto atteso, sia per la tempistica - i due candidati non si incroceranno più fino a dibattiti televisivi alla vigilia del voto - sia per la dinamica della campagna elettorale. Da qualche settimana McCain è in forte recupero e sebbene nel computo dei voti elettorali Obama sia ancora agevolmente in vantaggio, le percentuali a livello nazionale indicano una situazione di estrema incertezza, con il leader democratico avanti di appena due punti (43 a 41%). Insomma, conquistando due o tre Stati in bilico il candidato repubblicano potrebbe farcela.
L’estate gli è stata propizia. Paradossalmente McCain deve essere grato a Putin e al presidente georgiano Saakashvili: la crisi in Georgia si è riverberata sulla campagna per le presidenziali Usa, ponendo in primo piano qualità come l’esperienza e la leaderhsip. E su questo terreno non c’è gara tra i due. Quando si affrontano temi internazionali il repubblicano sa di cosa parla ed è molto determinato. Sul Caucaso non ha avuto dubbi: linea dura con il Cremlino, in piena sintonia con l’opinione pubblica americana. Obama, invece, si è mostrato esitante, dapprima troppo tenero con i russi, poi severissimo ma fuori tempo massimo.
Più in generale è la sua immagine a essere offuscata. Fino a maggio era il politico che faceva sognare gli elettori. Oggi però è visto sempre più come un elitario, un po’ snob, troppo colto e raffinato per piacere all’America profonda. E subisce i contraccolpi di una campagna a colpi di spot molto dura da parte del suo rivale e di alcuni libri, non si sa quanto affidabili ma di gran successo, che dipingono un Obama assai diverso da quello che lui stesso ha narrato nella propria autobiografia.
Anche la crisi del greggio sta portando non pochi voti a McCain: piace la proposta di trivellare l’Alaska alla ricerca degli immensi giacimenti petroliferi e il progetto per aumentare il numero delle centrali nucleari, riducendo drasticamente la dipendenza energetica dall’estero. Il senatore dell’Illinois invece appare più convincente quando si tratta di valutare i programmi economici per far uscire l’America generata dalla crisi dei subprime. Idee geniali, nessuna; ma certe proposte vagamente protezioniste e soprattutto l’intenzione di introdurre regole più severe in campo finanziario incontrano il favore dei cittadini, che in questo momento cercano soprattutto protezione, chiedendo un taglio netto con il partito repubblicano. E con Bush.






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