Hai detto che c’è influenza reciproca tra i vari orologi e che quindi l’invecchiamento è più inquadrabile come un accordo tra le varie cellule che come una legge naturale immodificabile.
Esattamente.
Quando affermi che l’inganno è parte della soluzione e che esistono dei protocolli che regolano l’invecchiamento intendi forse affermare che esiste un sistema informatico e teleologico (quindi che ha previsto l’invecchiamento come suo modello di sviluppo) che porta volontariamente all’invecchiamento?
Beh, io ho detto che è un processo programmato, di più non mi sono azzardato. Voglio dire, il DNA è con rozza approssimazione un programma informatico, quindi il fatto che dentro le sue istruzioni ci siano dei precisi protocolli di invecchiamento, vuol dire forse che la cellula che lo contiene sta invecchiando volontariamente? L’evento è volontario quanto è volontario per un pc fare una scansione antivirus all’accensione. Il software è semplicemente settato per farlo.
Io intendevo sottolineare l’aspetto interattivo della cosa (interazioni gene-gene e geni-ambiente). Non si tratta di danni o deperimenti inflitti dall’ambiente contro la volontà del corpo; ad esempio un individuo in terza età può passare da un contenuto corporeo di acqua del 70% a una quota che può scendere in pochi anni anche al 45%. E' ovvio che questo non è un fenomeno causato da danni oggettivi al corpo, il quale se perdesse una simile quota di fluidi a causa di una malattia sarebbe certamente ucciso nel processo. Sono invece le sue stesse cellule ad effettuare il disseccamento, con una procedura mirata a non causare troppi danni.
Potrei conoscere i nomi di tutti gli orologi e di tutti i livelli di grandezza e del loro funzionamento?
Glom! Il funzionamento di questi processi è MOLTO complesso (e ovviamente sia la mia conoscenza che la mia capacità didattica hanno dei limiti, voglio dire in università abbiamo impiegato più di 4 ore di lezione per acquisire le nozioni sulle cascate di mediatori del ciclo cellulare, e sì che quello era un professore che spiegava bene…).
Ti dico qualcosa, ma per sapere di più ti toccherà consultare i più aggiornati testi in materia, mi sa.
Allora, è vero che ho distinto orologi subcellulari, cellulari, tissutali e sistemici, ma è una distinzione di comodo visto che tutto è collegato. Potremmo anche vederli come singoli aspetti di un processo unico. Si tratta di processi atti alla misurazione di un tempo relativo ad eventi fisiologici, insomma ad avvenimenti suscettibili alla risposta ambientale. Per fare un esempio le telomerasi sono enzimi facenti parte del sistema dell’”orologio delle telomerasi”, un sistema che reagisce all’invecchiamento contando il numero delle mitosi effettuate dalla cellula. Agisce “contando” gli accorciamenti che i cromosomi subiscono ad ogni mitosi… perché forse non molti lo sanno, ma la duplicazione semiconservativa del DNA è una tecnologia con dei limiti tecnici dati dalla forma delle molecole coinvolte; ad ogni mitosi un pezzettino finale ad ogni estremità di ogni molecola di DNA non viene replicato, e la cellula prende nota con appositi segnalatori dello stato dei propri telomeri (le unità modulari che a ogni duplicazione vengono "segate via").
E’ ovvio che questo orologio ha una grande importanza nel determinare la consapevolezza della cellula su qual è il suo ritmo di riproduzione quando è nella propria fase staminale, mentre quando si è differenziata e ha rallentato o addirittura smesso di replicarsi, l’importanza del meccanismo decresce. Analogamente l’orologio del danno ossidativo, un insieme di meccanismi ancora poco conosciuto che valuta i danni causati dai radicali liberi prodotti dalle reazioni del ciclo di Krebs e che, quando questi raggiungono soglie critiche, innesca l’apoptosi (morte cellullare programmata) ha una rilevanza maggiore in cellule che usano molto il ciclo di Krebs, nonché in fasi della vita cellulare che prevedono un uso dei mitocondri: ma un globulo rosso, forma matura proveniente da staminali del midollo osseo, è privo di mitocondri e di nucleo, quindi questo orologio aveva valore per le sue cellule progenitrici ma non ne avrà per lui.
Per quanto ne sappiamo oggi, la cellula stima la propria età individuale in base soprattutto a questi due fattori, la lunghezza dei propri telomeri e lo stato di salute dei mitocondri; ma la stima non è mirata ad avere un’informazione veritiera, bensì a decidere se è o meno il momento di intraprendere una determinata azione (replicazione, apoptosi, cambio di fase). In questo contesto viene influenzata direttamente o indirettamente dai segnali che riceve dall’esterno, suddivisibili in segnali “normali” (stimolo alla crescita, arresto, proliferazione, attivazione/inattivazione di questa o quella specifica via metabolica) e segnali “di sicurezza” atti al controllo demografico, che ordinano alla cellula di considerarsi immediatamente vecchia e uccidersi in modo programmato (apoptosi) o al contrario invalidano un precedente ordine di apoptosi e arrestano il programma di autodistruzione.
Su scala più vasta esiste poi un orologio endocrino, anzi a dire il vero molti tipi di orologi endocrini collegati fra loro (alcuni tissutali e ad azione autocrina o paracrina, come le “reti intersperse”, altri sistemici e con attività endocrina vera e propria, localizzati in organi come l’epifisi, la tiroide, etc) che sulla base degli stimoli ambientali esterni (nutrizione, clima, quantità di luce solare, rapporto giorno/notte, consumo calorico) e di quelli interni (dati legati agli orologi cellulari) decidono se e in quanta misura diffondere ormoni forieri dell’attivazione di protocolli specifici per ogni tessuto.
Naturalmente l’attivazione di questi protocolli verrà poi percepita a livello locale dai tessuti in questione e dai loro orologi, che quindi si regoleranno di conseguenza, modificando i propri ritmi e decidendo collettivamente se il tessuto è da considerarsi vecchio e deve aumentare il proprio tasso di rigenerazione, se è giovane e deve diminuirlo, se deve effettuare un cambio di metabolismo di qualche genere; il risultato ritornerà ad influire sull’attività ormonale a monte, visto che le cellule mittenti del segnale ora acquisiranno il dato di ritorno e segneranno una tacca sui propri registri (per alcuni geni esistono delle cose molto simili a dei “registri” genetici nelle cellule, fatti di metilazioni a zone specifiche dela doppia elica e modifiche alle proteine istoniche), regolandosi di conseguenza nel proprio comportamento.
L’unica cosa immutabile in tutto ciò sono i geni stessi, che in ogni cellula di ogni tessuto in ogni organo, aspettano ciascuno con passività che ricorra la condizione locale necessaria alla propria attivazione o al proprio spegnimento.
Potrebbe essere privo di fondamento ma circa un anno fa mi capitò di leggere un articolo in cui si faceva riferimento a cellule tumorali che non erano soggette ai meccanismi dell’invecchiamento; questo sarebbe una sensazionale conferma al fatto che l’orologio che regola l’invecchiamento non solo è imposto dall’”intenzione genetica” (se così possiamo definirla) ma è anche modificabile attraverso l’inganno, la perdita d’informazione o tumore (“intenzioni genetiche” radicali ed indipendenti). Lo confermi dicendo che basterebbe modificare l’informazione genetica per ottenere un uomo immortale, ovviamente siamo nella pura speculazione.
Non è privo di fondamento, ma attento al lessico: l’informazione genetica è per definizione il significato informativo del gene, e quello non può essere modificato. Non nell’adulto perlomeno (lo zigote è altra faccenda). Quando parliamo di farmaci anti-invecchiamento che agiscono sul ciclo cellulare, parliamo di sostanze con cui cerchiamo di modificare l’espressione dei geni, cioè cerchiamo di “truccare i registri” per convincere una cellula che è in possesso di informazioni che devono innescare un’espressione più o meno intensa (magari anche nulla) di un gene in suo possesso. Così influiamo indirettamente sull’attività di altri geni e su quella complessiva del ciclo cellulare, verso la direzione da noi voluta. Il gene bersaglio però, a livello di
contenuto informativo, non viene toccato e resta uguale a prima.
Comunque hai fatto un eccellente esempio. Le cellule tumorali, genericamente parlando, fra le varie peculiarità hanno quella di essere immortali, cioè hanno perso tutti i propri orologi biologici o per meglio dire, hanno perso i propri orologi “esterni” (non rispondono più ai segnali endocrini dell’organismo) e hanno congelato una parte di quelli “interni”, creando nel complesso un’anomalia tale per cui le cellule restano in uno stato di massima applicazione del ciclo cellulare (Gap1, Sintesi, Gap2, Mitosi, Gap1, Sintesi, Gap2, Mitosi e così via…) mentre non rispondono più ai vari blocchi di sicurezza, ovvero l’organismo si trova impossibilitato a indurne l’apoptosi.
Per dare un’idea di questa immortalità, faccio presente che al giorno d’oggi uno dei tumori umani più studiati al mondo è il ceppo di cancro alla cervice HELA. HeLa sono in realtà le iniziali di Henrietta Lacks, la paziente a cui il tumore fu asportato, e da cui furono estratti i campioni originali. Ciò è avvenuto molti decenni fa, da una paziente già matura che morì nel 1951 a causa di quelle stesse cellule; ma le cellule HeLa, pur geneticamente “imparentate” con il genoma di questa donna e da esso originate, continuano oggi a prosperare indisturbate nei laboratori di tutto il mondo, giovani e vitali come non mai (ne vengono prodotti molti chili al giorno).
Altro esempio: oggi una procedura molto frequente nella ricerca sulle colture cellulari che devono essere preservate dai meccanismi di invecchiamento è l’immortalizzazione, vale a dire una forma di semplice manipolazione genetica che blocca gli orologi cellulari “individuali” (soprattutto la telomerasi) tramite l’inserimento di alcuni oncogeni virali in modo diretto o indiretto. Le colture immortalizzate possono durare, come dice l'aggettivo, per un tempo indefinito.
Mega H™ è il risultato diretto di una avanzata tecnologica importante: è il primo supplemento nutrizionale elettro energetico. Ogni compressa contiene 250 mg di idruro di silice, un composto che stabilizza gli elettroni dell'idrogeno e permette di liberare direttamente nell'organismo, 40 mg di ioni di idrogeno a carica negativa (H-) , cioè muniti di 2 elettroni al posto di 1 per il (H) tipico. Gli elettroni estratti da H- sono la fonte energetica diretta del ciclo di Krebs che sintetizza l' ATP (Adenosin trifosfato) il vero (carburante) dei nostri mitocondri.
Una scoperta derivante da più di 30 anni di ricerca: il Dr Patrick Flanagan ha mostrato che il segreto della salute e della longevità degli abitanti della regione dell' Himalaya del Hunza è il consumo di un'acqua proveniente dalla fonte dei ghiacciai. I cristalli di silicio disciolti in quest'acqua (idruro di silicio) gli conferiscono la proprietà di trattenere gli ioni di Idrogeno a carica negativa (H-). il Dr Flanagan ha ricreato questo esatto composto in Mega H™.
Mega H™ permette di doppiare (in vitro) la produzione cellulare di ATP e di NADH ( un altro composto energetico essenziale, vedere questo prodotto nel nostro catalogo)
Mega H™ è forse l'anti ossidante più potente attualmente disponibile: nello stesso tempo neutralizza i radicali idrossilici ed i radicali superossidi. é anche il solo anti ossidante che non genera cascate radicalari (contrariamente agli altri anti ossidanti Mega H™ non diventa un radicale libero quando cede un' elettrone, perchè possiede un elettrone supplementare). Difatti, Mega H™, è l'unico supplemento ad apportare un beneficio netto di elettroni "spazzini dei radicali liberi" nell'organismo. In fine MegaHydrin ha un ORP (Oxydation Reduction Potential, una buona dose dell'attività anti ossidante) di -778 millivolts allorché il massimo teorico è di - 800. Per paragone, l'estratto di acini di uva, considerato come il più potente anti ossidante naturale, ha un solo ORP di -100.
Mega H™ permette di ridurre la produzione di acido lattico durante l'esercizio: uno studio in doppio cieco ha mostrato che i livelli di acido lattico sono significativamente ridotti quando è stato ingerito un supplemento di idruro di silice un'ora prima dell'esercizio.
Mega H™ accresce l'idratazione cellulare: uno studio ha mostrato che Mega H™ permette di accrescere i livelli intracellulari ed extra cellulari di idratazione, riducendo probabilmente la tensione alla superficie dell'acqua ciò che permette ad un quantitativo maggiore di acqua (ed ai nutrimenti disciolti che trasporta) di penetrare nelle cellule e di essere lì disponibili per il loro funzionamento.
Uhm… interessante, ma conservo una certa dose di scetticismo. Anzitutto il processo sottinteso qui è complicatissimo e i dettagli da spiegare a un biochimico vero (non a me, che per adesso come studente ho competenze limitate in materia) sarebbero davvero tanti… poi anche con la spiegazione teorica migliore del mondo, un effetto ringiovanente è estremamente difficile da provare.
Mi piacerebbe avere dati imparziali circa l’attività del farmaco, mi domando poi quale sia il comportamento dell’idruro di silice nel resto del suo percorso metabolico nell’organismo.
Idruro di silice… uhm…
Visto che parliamo di linee di ricerca in campi sconosciuti sbaglio o sono possibili sorprese ben prima dei trent’anni? Magari già questo o il prossimo anno?
Eh eh, in teoria tutto è possibile… ma quella stima è presa se non erro dal punto in cui parlavo della creazione di un genoma immortale, e lì non stiamo considerando soltanto la possibilità di una scoperta rivoluzionaria che ci faccia arrivare più in fretta ad ottenere le conoscenze necessarie, bensì anche lo sviluppo di un vero e proprio “Progetto Genoma Riveduto & Corretto” nonché la realizzazione di una procedura utile a fare queste modifiche su un vero zigote. Trenta anni sono una stima come un’altra per arrivare al punto di partenza, ma anche arrivandoci l’anno prossimo, i passi successivi saranno tutt’altro che immediati. Parliamo di modifiche mirate su processi molecolari la cui complessità è al limite dello straordinario.
Se per allora Spirito sarà riuscito a costruire il suo computer quantistico, credo proprio che questo sarà un degno progetto su cui sfogarne la potenza di calcolo…