La rassegnazione, virtù cristiana

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ColdBass
00lunedì 3 gennaio 2005 17:17
La ricerca del piacere per i cristiani è sempre riconducibile al peccato. Godere è un atto di cui bisogna vergognarsi. La vita è rinuncia, ci dicono i preti. Ma perchè? Per quale motivo rinunciare ai piaceri che solo questo mondo può concederci? Il cristianesimo è una dottrina rinunciataria, che porta rancore per le bellezze del mondo. E' la negazione dell'esistenza umana. Infatti, con la promessa di un altra vita, cercano in tutti i modi di non farti godere di questa, con lo scopo di spinger el'individuo verso l'asservimento e l'omologazione.

Attendo risposte.
rinata4
00lunedì 3 gennaio 2005 20:49
Ciao...in questo tuo post mi trovo d'accordo con te in questi termini...penso che le religioni in generale tendono a reprimere la vera personalità di una persona e spesso ne derivano frustrazioni e problemi vari...lo dico per esperienza personale e non solo...per quanto riguarda il godersi la vita e tutti i piaceri che ne derivano penso che ognuno di noi alla fine agisce secondo coscienza...quando ero credente e religiosa spesso mi ritrovavo a fare le cose solo per dovere e non perchè le sentivo realmente..adesso mi definisco agnostica e libera da qualsiasi condizionamento religioso questo non significa che non ho più principi morali ma come dicevo prima agisco secondo coscienza sono più serena e felice e mi godo la vita a modo mio...saluti Rosa[SM=g27985]

fabriciusx
00martedì 4 gennaio 2005 00:36
Non mi sembra...
non ho mai letto nel vangelo la parola rassegnazione. Ne tantomeno nell'insegnamento della Chiesa.
Avete mai sentito dire che Gesù abbia detto: "accontentatevi di ciò che siete". O il papa dire "non c'è più speranza", "lasciate perdere questo mondo e pensate solo all'altro?"

Dire che il credente sia un "povero rassegnato" non è vero...
e che l'anarchia sia una via della libertà, è una mera utopia. Il fallimento di una tale ideologia è sotto i nostri occhi. Il nostro mondo occidentale ha rinnegato la fede, per che cosa? quale felicità ci donato il nichilismo?
Ed è vero che la fede rende tristi?

"La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, conservala.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, vivila.
La vita è una gioia, gustala.
La vita è una croce, abbracciala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è pace, costruiscila.
La vita è felicità, meritala.
La vita è vita, difendila"
Quando Madre Teresa ha scritto questa preghiera ti sembra che abbia rinunciato a VIVERE?
no amico mio forse dovresti rivedere alcune tue "sentenze" alla luce dei fatti... e non per aver letto un po' di Karl Marx o di NIETZSCHE.
MauriF
00martedì 4 gennaio 2005 10:40
Ti sbagli nella prima affermazione.
La ricerca del piacere, per i cristiani, è riconducibile a Dio.
La ricerca del piacere "su questa terra" invece, porta all'errore...
Ed è ovvio in conseguenza alla prima affermazione.
Se il piacere, la gioia, la felicità eterna è Dio...vero motivo di ricerca...ogni cosa che ci distoglie da Lui è errore.

Però è da prendersi in questi termini:
Dio non ci lascia privi di piacere, gioia e felicità durante il pellegrinaggio sulla via che ci porta a Lui...anzi.
Ci sono gioie che tu non hai sperimentato e con le quali lui nutre l'anima di chi lo segue...che si aggiungono, completano e fortificano i piaceri che stanno su questa terra.

Io ricerco Dio, come prima cosa sopra ogni altra cosa...
Tutto quello che ne segue sono i doni che Lui fa a me, e ne godo di più perchè li considero DONI e non IDOLI o obbiettivi primari.
Ed il motivo è semplice:
Dio ha come obbiettivo primo il "salvare la nostra anima"...che è l'essenza di noi stessi.
L'anima si salva quando sceglie irrevocabilmente, al termine della nostra esistenza, Dio.
Per raggiungere questo fine, non ci sono mezzi che Dio non utilizzerà, stanne certo...
Sofferenza, mancanze, disperazione, miracoli, gioie, apparizioni...le proverà tutte...non c'è prezzo che valga la nostra anima. Siamo la cosa che Lui ama al di sopra di ogni altra cosa.
Ma se uno è già sulla "Via" che porta a Lui, capisci che a Lui non resta altro da fare che riempirlo di gioia e di felicità già su questa terra...
E LO FA.
Praticamente, materialmente.
Protegge e dona...ma vuole anche che noi diventiamo la fiamma con la quale incendiare il mondo del suo amore.
E che cosa può quindi importarci di fare dei sacrifici se Dio è pronto a donarci ogni gioia vera che c'è su questa terra? Senza escluderne neanche una?

Io questo lo sperimento nella mia vita...da pochi anni, da quando ho capito che al primo posto ci deve essere Dio, che è la felicità alla quale tendo.

Non è quindi una dottrina rinunciataria, anzi, spreme il succo delle gioie del mondo...lo separa dal veleno del serpente e ce lo da puro.
E' l'esaltazione dell'uomo che Gesù Cristo farà partecipe della sua divinità..
Hai parlato di potenza...che potenza è superiore all'essere partecipe della divinità?

Non c'è asservimento e omologazione dove c'è gioia ed amore.

A che cosa devo rinunciare io cristiano, che tu vedi irrinunciabile?
Ad una donna? Dio mi da quella più bella tra tutte, mi comanda di provare gioia e piacere con lei.
Ai beni materiali? Dio mi da tutto quello di cui ho bisogno...cosa me ne faccio del superfluo? Se il mio bisogno è soddisfatto appieno, il resto lo do a te.
...
Io non vedo altre cose degne di ricerca su questa terra.

MT 6,[25]Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? [26]Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? [27]E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? [28]E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. [29]Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [30]Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? [31]Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? [32]Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. [33]Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. [34]Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

Ti pare un discorso rinunciatario? L'ha detto Gesù Cristo, che è Dio.


Chiedo 1 mi da 100 già su questa terra...
Che cosa volere di più? [SM=g27988]

[Modificato da MauriF 04/01/2005 10.50]

ColdBass
00martedì 4 gennaio 2005 14:17
"Ogni cosa che ci distoglie da lui è un errore".
Questa non è la condizione di un uomo libero. Ma di un uomo vincolato da qualcosa (che non esiste nella realtà, ma questo è un altro discorso), in altre parole, un servo.

[Modificato da ColdBass 04/01/2005 14.19]

MauriF
00martedì 4 gennaio 2005 17:56
Re:

Scritto da: ColdBass 04/01/2005 14.17
"Ogni cosa che ci distoglie da lui è un errore".
Questa non è la condizione di un uomo libero. Ma di un uomo vincolato da qualcosa (che non esiste nella realtà, ma questo è un altro discorso), in altre parole, un servo.

[Modificato da ColdBass 04/01/2005 14.19]




L'uomo non è libero, deve fare una scelta dicotomica.
Tu non sei libero perchè devi fare una scelta fra 2 cose, o l'una o l'altra.

Adesso sei nella condizione di quel bambino che gioca con i suoi giocattoli e non sa cos'è l'amore per una ragazza...
Il bambino non si sogna nemmeno che esista un'esperienza diversa e 100 volte più bella di quella che prova giocando con i suoi giocattoli...
Per lui quello è il suo mondo, tutto il resto non esiste nemmeno se ce l'ha sotto gli occhi.

Nella realtà di questo esempio, il bambino cresce, lascia perdere i giocattoli e scopre l'amore.

Nella realtà della vita, la ragazza è Dio...se non si farà una scelta nei suoi confronti ci lascerà con in mano i nostri giocattoli.

Tu parli di schiavitù, di essere servi...certo! Come un uomo è servo della sua donna e la donna è serva del suo uomo però.
E' una servitù d'amore.
Dio si è fatto servo nostro per amore, noi ci faremo servi suoi per amore.
Servire Dio equivale a attingere dalla fonte della gioia e della vita assoluta.
Bisogna smetterla di vedere tutto "sotto ottica umana".
Lo stesso termine di "servitù" bisogna slegarlo dall'ottica umana...

L'intensità dello stare con-Dio sarà una gioia talmente grande ed incomprensibile che non è fisicamente sopportabile dal corpo umano...
Da spiriti incarnati, quali siamo, diverremo spiriti puri.

A che cosa dovrei rinunciare per fare tale scelta nella maniera corretta?
Al non rubare? Non mentire? Non uccidere? ecc..
Tu fai come vuoi, io non ne sento la necessità...il gioco non vale assolutamente la candela.

Riguardo a quello che esiste e che non esiste..il semplice fatto che tu abbia un "io" è prova che le cose invisibili sono concrete quanto quelle visibili.
Te stesso che pensi sei una prova inconfutabile dell'esistenza di te come spirito.
C'è un 3d in religione e scienza nel quale si è discusso appunto di questo.

ColdBass
00mercoledì 5 gennaio 2005 18:03
Bhe credo che "porgi l'altra guancia" sia rassegnazione. O comunque è la morale del servo.
MauriF
00venerdì 7 gennaio 2005 08:35
Se non vedi quello che sta dietro alla superficie, allora non puoi capire il significato di questa affermazione.

Comunquè è facile capire che se uno ti arreca un'offesa, se tu gli rispondi non fai altro che alimentare l'odio ed accrescere la violenza...
Se tu invece capisci che quello che ha compiuto lui è un errore...ed arrivi ad odiare l'errore ma a continuare ad amare lui anche se ha sbagliato...allora l'odio svanisce e la violenza si ferma.

Non è servilismo, è comprensione profonda di come vanno le cose nel mondo...che è cosa assai diversa.
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