La risurrezione e il VT.

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damaride
00mercoledì 26 ottobre 2005 11:04
Apro questo thread collegandomi al thread di Ebrei 1:8 della sezione greca in cui si facevano delle considerazioni OT ma che
ritengo interessanti da approfondire.

Si accennava all'apparizione improvvisa e dirompente nel NT di alcune dottrine pressochè inesistenti nel VT o perlomeno alle quali gli Ebrei del tempo di Gesù non erano stati adeguatamente preparati da Dio.

Io invece credo di intravvedere in tutte le dottrine del NT un forte collegamento con gli insegnamenti del VT.

Una di queste è la risurrezione dei morti che alcuni dichiarano una novità introdotta da Gesù mentre mi sembra che non lo fosse affatto.

Cominciamo col dire che la parola greca tradotta “risurrezione” è anàstasis, che letteralmente significa “l’alzarsi”. Si riferisce basilarmente al sorgere dai morti.

Fatto interessante, la parola “risurrezione” non compare nelle Scritture Ebraiche, ma la speranza della risurrezione vi è espressa chiaramente.

Si riscontra, ad esempio, nelle parole pronunciate da Giobbe mentre soffriva: “Oh mi nascondessi tu nello Sceol, . . . mi stabilissi un limite di tempo e ti ricordassi di me!” (Giobbe 14:13)

Allo stesso modo in Osea 13:14 leggiamo: “Li redimerò dalla mano dello Sceol; li ricupererò dalla morte. Dove sono i tuoi pungiglioni, o Morte? Dov’è la tua distruttività, o Sceol?” In 1 Corinti 15:55 l’apostolo Paolo citò queste parole e spiegò che la profetizzata vittoria sulla morte si realizza mediante la risurrezione.

Uno dei riferimenti più chiari della risurrezione dei morti
nel VT la troviamo nel libro di Daniele. ( Daniele 12:13 )

Alcuni critici sostengono che questa sia una dottrina più tarda o derivata da credenze pagane, ma il riferimento di Daniele concorda con il resto del VT che contiene dichiarazioni di fede in una risurrezione. (confronta anche Salmo 16:10)

Inoltre nel VT sono riportati effettivi casi di risurrezione. (1Re 17:21, 22; 2Re 4:22-37; 13:20, 21) E da parte di una fonte autorevole come l’apostolo Paolo abbiamo la conferma che Abraamo aveva fede nella risurrezione dei morti (Eb 11:17-19), e che anche altri fedeli servitori di Dio dell’antichità attendevano con ansia la risurrezione. (Eb 11:13, 35-40; Ro 4:16, 17)

Gesù stesso disse: “Ma che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè nel racconto del roveto, quando chiama Dio ‘l’Iddio di Abraamo e l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe’”. — Luca 20:37.

Si può pertanto affermare che la dottrina della risurrezione
ha salde radici nel VT, diversamente, di fronte ad una precisa affermazione di Gesù, come avrebbe fatto Marta a rispondere
" sò che [Lazzaro] risorgerà nella risurrezione, nell'ultimo giorno"? ( Giovanni 11:23-24 )

Per quanto riguarda altre dottrine che apparentemente vengono introdotte all'improvviso nel NT senza adeguata preparazione del VT aprirò altri thread, adesso devo andare a studiare.

MARIA

[Modificato da damaride 26/10/2005 11.12]

libero1978
00giovedì 27 ottobre 2005 00:10
Strano che questo è un argomento serio e nessuno risponde.

Ringrazio Maria perchè mi ha onorato di riprendere un discorso che avevo cominciato nella parte di greco dove Teodoro ha censurato i posts e questa volte ci aveva ragione perchè erano OT.

Perchè Maria mi ha capito sul punto che volevo dire e cioè che nel VT e nel NT non ci sono due verità diverse, non ci sono nemmeno due dii diversi, ma quello che troviamo nel NT deve essere stato preparato nel VT.

Allora se aggiungo altra carne a cuocere nel discorso e dico che se c'è la resurrezione nel NT questa ci doveva essere anche nel VT perchè non poteva venire tutta di un colpo a prendere alla sprovvista i discepoli. Ma questo vale anche che se Dio si è fatto carne ed è sceso lui stesso sulla terra nel NT doveva farlo capire anche nel VT. Se è una trinità nel NT deve metterci le basi della trinità anche nel VT.

Perchè anche sulla resurrezione se qualcuno non aveva le idee chiare Gesù quando dice che Dio non è Dio dei morti ma di quelli che vivono è stato chiarissimo a spiegare una scrittura di Mosè che dimostrava la risurrezione.

Ma Gesù ha spiegato anche qualche scrittura del VT che dimostrava la trinità nello stesso modo che ha fatto capire chiara chiara la resurrezione? A me non mi pare che ha mai spiegato nessuna scrittura di queste eppure la trinità doveva essere pure molto più importante perfino della resurrezione.

Perchè qualcuno perfino dice che se uno non crede che Gesù è Dio Onnipotente non è nemmeno cristiano.

E poi una ultimissima cosa sulla resurrezione, ma se quando uno muore e va direttamente all'inferno cosa significa il fatto che viene resuscitato? Nel VT si dice che uno muore, va all'inferno, resuscita e poi va da qualche altra parte, oppure torna un'altra volta all'inferno? Questo fatto non lo riesco proprio a capire.



-Giona-
00giovedì 27 ottobre 2005 12:50
A me sembra che la concezione dell'oltretomba per gli antichi Ebrei non differisse molto di quella dei popoli pagani loro contemporanei: ad esempio, come per i Greci c'era l'Ade, in cui i buoni e valorosi avevano una sorte (i Campi Elisi) meno infelice degli altri ma comunque meno felice della vita in questo mondo, cosí per gli Ebrei c'era lo Sceol, destinazione di tutti coloro che erano morti (il Cristianesimo avrebbe assegnato il nome di "Limbo" all'equivalente dei Campi Elisi). La discesa di Cristo agli Inferi avrebbe aperto le porte del Paradiso a tutti coloro che, nel Limbo, avevano creduto in Jahvè e nell'attesa del Messia.

Per libero1978: la resurrezione dei corpi che avverrà al Giudizio Finale non cambia le sorti del defunto, che si sono determinate al momento della morte. Se si trovava in Paradiso, godrà le gioie del Paradiso anche col corpo oltre che con l'anima, come ha fatto fino a quel momento; se viceversa si trovava all'Inferno, ne patirà le pene anche col corpo.
Seabiscuit
00giovedì 27 ottobre 2005 13:15
Re:
Scritto da: -Giona- 27/10/2005 12.50

se viceversa si trovava all'Inferno, ne patirà le pene anche col corpo.



Giona come puoi concigliare questa tua affermazione con la scrittura di Ge 3:19 in cui dice "Col sudore della tua faccia mangerai pane finché tornerai al suolo, poiché da esso sei stato tratto. Poiché polvere sei e in polvere tornerai” ?
libero1978
00giovedì 27 ottobre 2005 17:14
Re:

Scritto da: -Giona- 27/10/2005 12.50

Per libero1978:

se viceversa si trovava all'Inferno, ne patirà le pene anche col corpo.




Ma come è buono lei!!!!!!!!!!!!! [SM=g28000]

Ma non ne posso fare a meno anche del corpo!

tghyuj 1223444
husband70
00giovedì 27 ottobre 2005 17:49
Re:

Scritto da: -Giona- 27/10/2005 12.50
A me sembra che la concezione dell'oltretomba per gli antichi Ebrei non differisse molto di quella dei popoli pagani loro contemporanei: ad esempio, come per i Greci c'era l'Ade, in cui i buoni e valorosi avevano una sorte (i Campi Elisi) meno infelice degli altri ma comunque meno felice della vita in questo mondo, cosí per gli Ebrei c'era lo Sceol, destinazione di tutti coloro che erano morti (il Cristianesimo avrebbe assegnato il nome di "Limbo" all'equivalente dei Campi Elisi). La discesa di Cristo agli Inferi avrebbe aperto le porte del Paradiso a tutti coloro che, nel Limbo, avevano creduto in Jahvè e nell'attesa del Messia.

Per libero1978: la resurrezione dei corpi che avverrà al Giudizio Finale non cambia le sorti del defunto, che si sono determinate al momento della morte. Se si trovava in Paradiso, godrà le gioie del Paradiso anche col corpo oltre che con l'anima, come ha fatto fino a quel momento; se viceversa si trovava all'Inferno, ne patirà le pene anche col corpo.



Ah, eccoti il Limbo! Cominciavo a meravigliarmi che ancora non se ne parlasse. Questa è la definizione tratta da un testo cattolico.

Limbo:

Il luogo e lo stato dove si suppone vengano a trovarsi i bambini non battezzati che muoiono col peccato originale, ma con nessuna colpa personale. Quanto alle anime delle persone rette che sono morte prima della venuta di Cristo, si pensa che abbiano atteso la sua venuta nel limbo dei Padri. I teologi hanno pensato comunemente che il limbo non comportasse nessun castigo che però priva della felicità piena proveniente dalla visione beatifica della luce di Dio.


Allora io penso a quei milioni di bambini o addirittura lattanti, magari cinesini o indiani che sfortunatamente per loro e per la diversa religione dei genitori non sono stati battezzati ( con battesimo rigorosamente cattolico, naturalmente ).

Questi bambini sono limitati in eterno ( perchè mi sembra che Limbo significhi letteralmente limitazione )costretti a stare in questo luogo privo della luce di Dio, cioè in un luogo abbastanza tetro e deprimente, senza castigo e senza gioia, senza riso e senza pianto, senza la vicinanza del calore affettivo dei genitori ( che avranno avuto altre destinazioni ), e tutto questo, ripeto, in eterno.

Vorrei sapere da quale mente illuminata è partita una tale brillante dottrina.

Ah, dimenticavo, la venuta del Messia avrebbe aperto le porte del limbo alle anime giuste che avevano creduto in Javhè e atteso il Messia portandole alla gloria dei cieli.

Discriminando naturalmente tutti gli altri che magari (perchè cinesi o africani o nativi d'America ) di Javhè e del Messia non avevano neppure sentito parlare.

E nulla aggiungendo, per amor di pace, alla parte dedicata a Libero del quale condivido comunque la garbata ironia alla Fantozzi. [SM=g27987]


Saluti.

[Modificato da husband70 27/10/2005 18.01]

peraskov
00giovedì 27 ottobre 2005 18:12

Allora io penso a quei milioni di bambini o addirittura lattanti, magari cinesini o indiani che sfortunatamente per loro e per la diversa religione dei genitori non sono stati battezzati ( con battesimo rigorosamente cattolico, naturalmente ).



Che fine farebbero quei milioni di bambini secondo la religione dei tdg, se non diventano anch'essi tdg?

Bicchiere mezzo pieno
00giovedì 27 ottobre 2005 18:24
Mmmmmhhhhhh,

io non me ne intendo di tutte le dottrine cattoliche sviscerate fuori dai geniali pensatori della Chiesa, comunque una cattolica una volta mi disse che il linbo non è un dogma di fede ma una teoria postulata alla quale uno può crederee non credere. Mi ha detto che nel Catechismo della Chiesa Cattolica (ovvero il Catechismo riconosciuto dai Concili) non è indicato alcunchè sul limbo.
Comunque un limbo fatto come lo descrivi tu Husband, sì, nemmeno io credo che possa essere reale. Dev’essere il frutto di qualche mente malata!

Per Seabiscuit:

Beh far conciliare le scritture del Vecchio Testamento col Nuovo non è sempre facile. A volte bisogna ricordarsi che la religione ebraica ha subito un’evoluzione col passare del tempo, andando a ridefinire i vecchi concetti esposti nei primi libri fino a dare concetti molto diversi. So che hai fatto la domanda a Giona ma posso entrare nei meriti della questione?

Eh eh, io non mi faccio mai gli affari miei!!

Dunque, forse...
...magari il racconto di Adamo è una mitologia ascopo didattico e non verità storica. Però anche volendo ammettere che sia realmente accaduto, c’è sicuramente una ridefinizione del concetto di Ades nei Vangeli. Apro la Bibbia e leggo (Luca 16:23)

23 E nell’Ades alzò gli occhi, esistendo nei tormenti, e vide molto lontano Abraamo e Lazzaro nel[la posizione del] seno presso di lui

Ecco come l’ades non è più un luogo di dimora dove tutto finisce (cioè la tomba commemoriativa) ma diventa un luogo di tormento per i malvagi. L’Ades diviene il famoso Inferno. E’ Gesù che ce lo insegna.
Ecco allora che il discorso di giona non è poi così assurdo o difficile da conciliare. Sempliocemente bisogna accettare che il credo ebreo e di seguito quello cristiano si sia evoluto.

Ciao a tutti! lawc
Dall’ottimista di freeforumzone, Bikky!!
Justee
00giovedì 27 ottobre 2005 18:27
Re: Re:

Ah, eccoti il Limbo! Cominciavo a meravigliarmi che ancora non se ne parlasse. Questa è la definizione tratta da un testo cattolico.



Ciao Hus , vedi nella tua risposta c'è il classico modo di porsi sbagliato , primo perchè devi difendere Libero e non so da cosa , ma poi con argomenti buttati li ... allora fai cosi apri un post sul limbo e ne parliamo ... attendo
Nota: Però siccome mi ha preceduto Sandro parliamo a tutto campo ,ti sono grato se riporti cosa ne pensano altre religioni , tdg, evangelici , ma anche orientali insomma espansiamo l'argomento
Mi raccomando [SM=g28004]

husband70
00giovedì 27 ottobre 2005 19:06
x Peraskov.

Questo lo dovresti chiedere ad un TdG e non a me.

Scusa ma su questo argomento perchè non dai la tua risposta o quella del tuo credo invece di rifarti alle ipotetiche tesi degli altri?

x Justee.

Caro Rino, volevo precisare che non ero intervenuto in difesa di Libero tanto più che Libero toccava un argomento del tutto diverso dal mio. Nè sono stato io ad introdurre l'argomento Limbo, ma mi sono limitato a rispondere all'argomento introdotto da Giona. Inoltre sull'argomento mi sono attenuto alla dottrina cattolica argomentando i motivi per cui non la condivido. Spero di aver chiarito il frainteso.

Con simpatia e cogliendo nuovamente l'occasione per complimentarmi con te per questo forum religioso che ospita una così ampia libertà di opinione (virtù molto rara e preziosa nei forum). Ciao

Saluti.

damaride
00giovedì 27 ottobre 2005 19:34
Noto che il thread che ho immesso ha destato interesse e mi fa piacere.

Desidero rispondere a Peraskov che chiede qual'è la sorte dei bambini non TdG che muoiono secondo il punto di vista del credo di noi TdG.

Premesso che il giudizio finale di ogni essere umano, bambino o adulto, spetta esclusivamente a Dio, le Sacre Scritture comunque ci danno delle indicazioni che a mio parere possono aiutarci ad avere il giusto punto di vista.


In Apocalisse è descritta la visione di Giovanni circa la risurrezione: "Vidi i morti grandi e piccoli in piedi davanti al trono.....e il mare diede i morti che erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti che erano in essi ( Apoc. 20:12-14)

Perciò la risurrezione includerà “grandi e piccoli”, uomini preminenti e persone comuni, che sono vissuti e morti. Fra loro ci saranno anche bambini! (Geremia 31:15, 16)

In Atti 24:15 è rivelato un altro particolare importante: “Ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. Fra i “giusti” spiccheranno uomini e donne fedeli dell’antichità come Abele, Enoc, Noè, Abraamo, Sara e Raab. (Ebrei 11:1-40)

I “giusti” includeranno anche le migliaia di persone timorate di Dio che sono morte più di recente .

Ma chi sono gli “ingiusti” che saranno pure riportati in vita? Includono i milioni, forse miliardi, di persone che sono morte senza aver avuto l’opportunità di apprendere e di mettere in pratica il cristianesimo e perciò sia adulti che bambini sia cinesi, sia indiani, sia di qualunque altra etnia che non ha avuto contatti con la conoscenza di Dio e di Cristo ( Giovanni 17:3 ).

E' chiaro che Dio non condanna l'incolpevole mancanza di conoscenza che è considerata innocenza, e per la quale Cristo ha dato la sua vita in sacrificio espiatorio.

La risurrezione di "piccoli e grandi" anche "ingiusti" è un meraviglioso provvedimento per offrire a tutti l'opportunità di unirsi a coloro che lodano e adorano Dio.

MARIA

[Modificato da damaride 27/10/2005 19.39]

Seabiscuit
00venerdì 28 ottobre 2005 09:04
Scritto da: Bicchiere mezzo pieno 27/10/2005 18.24

Apro la Bibbia e leggo (Luca 16:23)

23 E nell’Ades alzò gli occhi, esistendo nei tormenti, e vide molto lontano Abraamo e Lazzaro nel[la posizione del] seno presso di lui

Ecco come l’ades non è più un luogo di dimora dove tutto finisce (cioè la tomba commemoriativa) ma diventa un luogo di tormento per i malvagi. L’Ades diviene il famoso Inferno. E’ Gesù che ce lo insegna.



Caro Bikky
Fra tante scritture che parlano del ADES come tomba commemorativa, tu prendi una scrittura soltanto che, parla di una parabola, per dimostrarmi che l'ades sia l'inferno di fuoco e dei tormenti?
Leggi bene il racconto e spiegami perchè quel ricco menzionato in quella parabola dovrebbe meritare il tormento.
Gesù disse solamente che l’uomo era ricco, vestiva bene e banchettava sontuosamente. Il ricco non ha mostrato compassione per il mendicante, ma per questo condotta merita forse la punizione col tormento eterno? Se ci rifletti,semplicemente per tale condotta, quanti finirebbero (quelli che ci credono) in quel luogo "oggi"?
Effettivamente cosa distingue Lazzaro dal ricco? In quel racconto vi leggi che Lazzaro ha fatto opere eccellenti verso Dio da portarlo in una posizione di favore?
Io questo non lo leggo.

Secondo te è logico concludere che tutti i mendicanti malati riceveranno alla morte le benedizioni divine, mentre tutti i ricchi andranno in un luogo di tormento cosciente?

Inoltre se vuoi prendere alla lettera questo racconto, dovresti prendere alla lettera pure il fatto che quelli che godono la felicità celeste sono in grado di vedere quelli che soffrono tormenti nell’Ades e di parlar loro. Insegna questo la Bibbia? Me lo fai vedere dove lo insegna?

Prendendo alla lettera quel racconto, dovresti dedurne che l’acqua sulla punta del proprio dito non evapora nel fuoco dell’Ades. Inoltre che, basterebbe una goccia d'aqua per dare sollievo ad immensi tormenti. Ma ti pare logico e ragionevole?

Analizza qualche versetto prima e capirai perchè Gesù usò proprio quel racconto.
Nel versetto 14 dice: “Ora i Farisei, che erano amanti del denaro, udivano tutte queste cose, e si facevano beffe di lui”.

Cosa? Amanti del denaro? Ma guarda che caso. E siccome Gesù sapeva di essere udito dai Farisei, secondo te, narra un caso reale o un illustrazione, cosa abituale del metodo di insegnare di Gesù?

È ragionevole pensare che Gesù usò una parabola così come spesso faceva per dare una lezione importante ai Farisei, amanti del denaro, e quindi usare una parabola che parla proprio di un ricco.
“Realmente, senza illustrazioni egli non parlava loro”. (Matteo 13:34)

[Modificato da Seabiscuit 28/10/2005 9.07]

peraskov
00venerdì 28 ottobre 2005 09:11

Desidero rispondere a Peraskov che chiede qual'è la sorte dei bambini non TdG che muoiono secondo il punto di vista del credo di noi TdG



Veramente Maria io avevo chiesto che fine farebbero, secondo la dottrina dei tdg, quei bambini che al momento dell'ultima battaglia nonsono tdg...

Ciao
Seabiscuit
00venerdì 28 ottobre 2005 09:47
Peraskov
veramente Maria ti ha risposto dicendo:
"Premesso che il giudizio finale di ogni essere umano, bambino o adulto, spetta esclusivamente a Dio, le Sacre Scritture comunque ci danno delle indicazioni che a mio parere possono aiutarci ad avere il giusto punto di vista."
Bicchiere mezzo pieno
00venerdì 28 ottobre 2005 10:32
Caro Seabiscuit


Fra tante scritture che parlano del ADES come tomba commemorativa, tu prendi una scrittura soltanto che, parla di una parabola, per dimostrarmi che l'ades sia l'inferno di fuoco e dei tormenti?



Strana questa critica da un Tdg! L’esistenza dello Schiavo Fedele e Discreto non viene dimostrata anch’essa da una semplice parabola usata da Gesù? Allora come mai lì la parabola è da prendere alla lettera e invece questa no? Mi sembra che siamo al solito peso, due misure!


Leggi bene il racconto e spiegami perchè quel ricco menzionato in quella parabola dovrebbe meritare il tormento.



Non solo perchè è ricco ma perchè è un ricco schiavo del denaro, infatti qualche versetto più indietro Gesù denunciava agli Scribi e ai Farisei che non potevano essere schiavi di due padroni. O erano schiavi di Dio o schiavi della ricchezza. A me sembra che prima dell’illustrazione Gesù abbia chiarito ben bene a che tipo di ricchi si stava riferendo, cioè quelli avidi, che sono schiavi della sete di denaro. Non vedo perchè costoro non debbano essere condannati da parte di Dio!


Gesù disse solamente che l’uomo era ricco, vestiva bene e banchettava sontuosamente. Il ricco non ha mostrato compassione per il mendicante, ma per questo condotta merita forse la punizione col tormento eterno?



Non è per questo che viene punito. Rileggiti bene il racconto! Si è mai parlato di mancanza di compassione peril mendicante? Perchè dobbiamo aggiungerci cose che non ci sono? Il motivo per cui il ricco fu punito da Dio è che la sua vita l’aveva venduta alla ricchezza e alla ricerca di possedimenti materiali. Che poi, è ovvio pure che sulla terra sicuramente non esistevano solo queste due persone, ovvero, il ricco e Lazzaro. Il fatto che il ricco non si preoccupò di Lazzaro indica che in tutta la sua vita non fece mai un’opera di carità nei confronti dei bisognosi. Perciò sia per questo che per la sua ambizione di ricchezze materiali, egli merita la condanna.


Se ci rifletti,semplicemente per tale condotta, quanti finirebbero (quelli che ci credono) in quel luogo "oggi"?



Vuoi la verità? Gesù disse che pochi saranno quelli che si salveranno! Vuoi dire che se uno dedica tutta la sua vita alla vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento senza curarsi di altro, Dio non lo punisce? A prescindere dalla forma di punizione, vuoi che sia ‘distruzione eterna’ (come insegniamo noi Tdg), vuoi che sia ‘tormento eterno’ (come invece insegna la CC), il risultato non cambia: disapprovazione di Dio = condanna da parte Sua.


Effettivamente cosa distingue Lazzaro dal ricco? In quel racconto vi leggi che Lazzaro ha fatto opere eccellenti verso Dio da portarlo in una posizione di favore?



Ma scusa, è evidentissimo che Lazzaro è l’antitesi del ricco. Non è una cosa così difficile da capire! Infatti nella parte finale del racconto, ai versetti 29 e 30, si dice:


29 Ma Abraamo disse: ‘Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino quelli’. 30 Quindi egli disse: ‘No, davvero, padre Abraamo, ma se qualcuno dai morti va da loro si pentiranno’. 31 Ma egli gli disse: ‘Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi nemmeno se qualcuno sorge dai morti’”.


Perciò tutto dipende dal fatto o meno che si sia ascoltato o no la Legge e i profeti. Lazzaro lo fece, mentre il ricco non se lo sognò neppure. Ascoltare la Legge e i profeti, dice Gesù nell’illustrazione, è l’unico modo per evitare di andare nel tormento eterno, poichè nessun morto può tornare indietro ad avvisare coloro che sono ancora in vita. Quindi qui Gesù, fra l’altro mette in rilevo che buttarsi nella ricchezza, cioè l’egoismo di possedere, è sinonimo di sordità alla Legge e ai Profeti, mentre chi ascolta viene salvato. Era opinione comunissima fra gli Ebrei che i poveri avessero qualità spirituali più alte dei ricchi. Infatti nel discorso sulel beatitudini, guardate cosa disse Gesù a proposito dei poveri. Luca 6:20(TNM)


20 E alzati gli occhi sui suoi discepoli, diceva:
“Felici voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.



Qui non dice il motivo per cui i poveri ereditano il Regno di Dio. Non dice che abbiano fatto opere degne della Legge per essere approvati. Non lo si specifica perchè è un’ovvietà palissiana. I poveri sono stati perseguitati nelal loro vita e non hanno uno spirito materiale, ma spirituale.Molte volte, sento dire da mio padre; “negli anni ’60, quando mi sono trasferito al nord (lui infatti è meridionale), la gente era più povera ma si voleva più bene”. La poverà spinge a coltivare qualità come altruismo e affetto per il prossimo, cosa che è molto più dura per un ricco. E’ chiaro quindi che nel’illustrazione, siccome Lazzaro e il ricco sono in antitesi, visto che il ricco è dedito alla crapula della richezza, il povero è dedito invece alle cose spirituali.


Io questo non lo leggo.



Io non leggo nemmeno in Luca 6:20 che i poveri abbiano compiuto opere degne di Dio, eppure Gesù dice che a loro appartiene il Regno di Dio. Come la mettiamo? Dev’esserci per forza scritto anche ciò che è chiaro come il sole?


Secondo te è logico concludere che tutti i mendicanti malati riceveranno alla morte le benedizioni divine, mentre tutti i ricchi andranno in un luogo di tormento cosciente?



Chiedilo a Gesù, non a me! Inoltre penso di aver già fornito una spiegazione sopra.


Inoltre se vuoi prendere alla lettera questo racconto, dovresti prendere alla lettera pure il fatto che quelli che godono la felicità celeste sono in grado di vedere quelli che soffrono tormenti nell’Ades e di parlar loro.



Ma scusa Sea, innanzitutto è un’illustrazione, quindi io non la prendo alla lettera come dici tu! Ma ciò che insegna Gesù su quello che c’è dopo la morte rimane sempre valido. Perchè avrebbe dovuto insegnare che c’è vita dopo la morte se non era vero? Gli Scribi e i farisei si sarebbero solo fatti delle grasse risate sentendolo parlare così, se non era una cosa risaputa fra gli Ebrei. Come poteva Gesù portarlo a testimonianza? Eppure lì lui usò quella metafora proprio per farsi capire dai suoi ascoltatori. Vi rammento che in altre occasioni in cui Gesù insegnò mediante illustrazioni, quando usava metafore incomprensibili veniva considerato un folle e addirittura un offensivo. Ricordate che molti abbandonarono il seguirlo quando affermò che chi lo seguiva doveva mangiare la sua carne e bere il suo sangue? Ma in quel caso non aveva l’intenzione di spiegare, ma mise alla prova i suoi discepoli. Diversamente, nel racconto del Ricco e Lazzaro fece un’illustrazione per farla comprendere ai suoi discepoli e algi Scribi e ai Farisei.
Tutto è un’illustrazione, tranne ciò il destino che attende rispettivamente chi è buono e chi è malvagio.


Cosa? Amanti del denaro? Ma guarda che caso. E siccome Gesù sapeva di essere udito dai Farisei, secondo te, narra un caso reale o un illustrazione, cosa abituale del metodo di insegnare di Gesù?



Un’illustrazione che comunque teneva conto di quelle che erano le credenze degli Ebrei in quel tempo, ovvero la vita nell’aldilà. Perchè non ha usato un’illustrazione in cui il Lazzaro torna in vita nel pacifico Nuovo Mondo e parlando con Dio o con un suo angelo, scopre che il ricco ha meritato la distruzione etena? Questo sarebbe stato molto più chiaro, visto come diciamo noi Tdg la speranza della risurrezione sulla terra era creduta dagli Ebrei. Ma allora perchè Gesù parlava SEMPRE di Regno dei cieli? Che forse gli Ebrei credessero nella risurrezione celeste?


È ragionevole pensare che Gesù usò una parabola così come spesso faceva per dare una lezione importante ai Farisei, amanti del denaro, e quindi usare una parabola che parla proprio di un ricco.
“Realmente, senza illustrazioni egli non parlava loro”. (Matteo 13:34)


Giusto ma perchè parlare della vita dopo la morte? Poteva usare un’illustrazione molto più comprensibile parlando del paradiso terrestre promeso per il futuro oppure di un esempio riferito pur sempre alla vita attuale. Come quando una volta Gesù, indicando sempre il pericolo di incorrere nel disfavore divino quando si ricercano le ricchezze, parlòdi un ricco che aveva messo da parte tanti beni e voleva costruire depositi più grandi per accumularli. Dio quella notte gli disse che sarebbe morto e che quibdi tutti i suoi sforzi per arricchirsi erano invani. Perciò non è che Gesù non aveva i mezzi per far comprendere il danno della ricchezza! Però qui parlò delal vita dopo la morte, invece! Questo elemento presente nella parabola mi pare indicativo della credenza di Gesù e degli Ebrei su tale argomento.

Ciao [SM=x511460]
Seabiscuit
00venerdì 28 ottobre 2005 11:24
Caro Bikky
tu stesso affermi che quel racconto è un illustrazione. Se ne deduce che, i due personaggi, Lazzaro ed il ricco, sono due personaggi simbolici, ne convieni? Se loro sono simbolici è simbolica anche la morte in quel racconto. Tutto il racconto è una parabola, un racconto simbolico. Bisogna capire cosa si intende quindi per morte in quel racconto. Non puoi prendere un pezzetto (una parola) di un racconto simbolico e poi interpretare solo quel pezzetto letteralmente, cosa che stai facendo, perchè tu stesso dici che non la prendi alla lettera e che sia un illustrazion, ma poi ti attacchi letteralmente su cosa vorrebbe illustrare Gesù in quell'illustrazione con la morte.

Spesso nella Bibbia, la morte può anche rappresentare un grande cambiamento nella condizione degli individui. Per esempio: Delle persone che perseguono un corso di vita contrario alla volontà di Dio si parla come di "morti nei falli e peccati". Ma quando acquistano davanti a Dio la reputazione di approvati discepoli di Gesù Cristo si fa riferimento a loro come a “viventi”. (Efesini 2:1, 5; Colossesi 2:13)
Si parla di morti letterali? No affatto, si parla di una condizione.

Il racconto non usa l’illustrazione per parlare del aldilà, andrebbe contro il contesto biblico che, della morte dice chiaramente:” Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai.” (Ecclesiaste 9:10), ma sta appunto parlando di uno stato di condizione.

Nel racconto di Lazzaro e del ricco,visto che sono due personaggi simbolici e lo è pure la morte, Gesù si riferisce a due classi, che morirono alla loro condizione precedente.
La pentita classe di “Lazzaro” entrò in una posizione di favore divino, mentre la classe del “ricco” venne sotto il disfavore divino in quanto persisteva nell’impenitenza.

L’illustrazione del ricco e di Lazzaro voleva essere una lezione per i Farisei, ma anche per noi oggi, perché contiene lezioni essenziali. Lezioni che ci insegnano a prestare attenzione all’ispirata Parola di Dio. Di seguirla come devoti discepoli di Gesù Cristo.

Quello che si evince dall’illustrazione è, che, quelli che si rifiutano di far questo, come i Giudei e i Farisei rappresentati nell’illustrazione dal “ricco”, non sfuggiranno ai tormentosi effetti del messaggio di giudizio di Dio contro di loro e che senz’altro saranno smascherati.


saluti [SM=x511460]

[Modificato da Seabiscuit 28/10/2005 11.38]

peraskov
00venerdì 28 ottobre 2005 12:12

Premesso che il giudizio finale di ogni essere umano, bambino o adulto, spetta esclusivamente a Dio



Beh, su questo almeno siamo d'accordo, ma io so che in proposito c'è anche l'interpretazione dell'organizzazione di Geova, ed avrei voluto conoscerla dalle vostre parole, che avrebbero potuto illustrarla, io credo, meglio delle mie.

Ma se non volete parlarne, non fa niente.
ljuba alicic
00venerdì 28 ottobre 2005 14:45
Ciao Maria, anzitutto...volevo risponderti sulla resurrezione, senza parlare però dell'inferno, la cui argomentazione è talmente vasta che forse meriterebbe un altro post...[SM=g27985]
C’è una chiaro cammino all’interno dell’Antico Testamento per quanto riguarda il mondo dei morti e della resurrezione….una serie di riflessioni che il popolo di Israele compie, durante il corso dei secoli, fino a giungere alla chiara definizione del N. T:
Anzitutto consideriamo che il popolo d’Israele, non cercava di prolungare come ad esempio gli Egiziani, la vita del defunto nell’aldilà, nè cercava riti per placare gli spiriti dei morti, come in altre culture che non starò ora a menzionare…
Nella Bibbia, non si sa nulla dell’Aldilà o dei morti..Dal 18 secolo sino al secondo secolo prima di Cristo, con la morte, ogni uomo cessa di esistere… Questa visione è quindi agli antipodi di quella egiziana, che considera invece l’aldilà un prolungamento della vita terrena…Lo Sheol ebraico non è il covo divinizzato del Male, come ad esempio l’Arallù babilonese, regno del dio Nergal.Per l’ebreo, nn ci sono riti ne cerimonie che debbano servire a divinizzare il defunto…L’uomo è morto e basta.
Lo Sheol ebraico è il luogo della morte, le cui chiavi sono unicamente in mano a Dio…Lo Sheol non è il “dopomorte”, ma la morte stessa nella sua realtà, da dove si preclude ogni forma di giudizio, essendo tale realtà già IL GIUDIZIO….ossia, morire è già giudizio, perché l’uomo è stato condannato da Dio, precipitando nel peccato, sin dalle origini…
Non ci sono ricompense ne premi nell’oltretomba, Dio, ricompensa e punisce sulla terra…Ai giusti verrà concessa ricchezza, stima, salute, gioie familiari, mentre agli ingiusti attende un destino avverso…Dio non aspetta, in questo livello della teologia, giudica ed esegue subito..
Israele, poi, si interroga….e compie un passo in avanti…Se è così, perché il giusto soffre?
E’ giusto che tutti , buoni e cattivi, abbiano lo stesso destino…?
Comincia allora la speranza….Non è che magari Dio, il quale è comunque anche il padrone dello Sheol, può togliere i giusti da lì?
Questa riflessione, questa interrogazione, la si può scorgere anche dalle preghiere dei giusti, …
Nel Salmo 30, 3-4…".Ho gridato verso di Te e mi hai guarito. Tu hai liberato la mia anima dallo Sheol. Tu mi hai separato da coloro che scendono nell’abisso".
Si passa poi man mano ad una intuizione più profonda…Dio ama il servo fedele, il quale avrà una comunione con Lui più forte della morte stessa… Salmo 73versetto 23, 24 (ma è da leggere tuttoJ)
“Io sono sempre con Te. Tu mi hai preso per la mano, mi guiderai con i Tuoi consigli e mi accoglierai nella Tua gloria!”
Il concetto di salvezza comincia a prendere una forma ben definita anche se rappresenta ancora una forma di liberazione dalla morte, e intanto abbiamo i due misteriosi rapimenti di Enoch e più tardi Elia,….è Dio che libera dalla morte, rapendo i suoi servi fedeli al termine di una vita esemplare.
Nell’esilio di Babilonia il popolo di Israele farà l’esperienza amara della schiavitù, della deportazione, da cui nascerà però rafforzato il senso della propria fede, della propria cultura….da qui si concretizzano le promesso dei profeti del periodo successivo all’Esilio…Alla fine della Storia Umana, Dio sconfiggerà la morte, libererà il suo popolo dal lutto, trasfigurando l’universo in una realtà da cui sarà per sempre bandito il male

Nel periodo persiano ed ellenistico si continua a cozzare contro…la visione del cupo sheol, Giobbe e Qohelet nn riescono ad oltrepassare le frontiere della morte…anche se sembra una retrocessione del pensiero, in realtà è un interrogarsi che da i suoi risultati, evitando magari certe rappresentazioni di Dio, quale despota capriccioso e giudice parziale…Il profondo scontro con la cultura ellenistica, causò un nuovo…..risveglio della fede di Israele, (benedette queste crisi!)….specialmente a partire dall’anno 167, quando Antico Epifane volle imporre dei riti inacettabili agli Ebrei….Nel libro di Daniele abbiamo il primo annuncio , inserito del quadro apocalittico, dell’avvento del regno di Dio…”In quel tempo, un gran numero di coloro che dormono nella terra, si risveglieranno, gli uni per la vita eterna, gli altri per l’eterno orrore…".
E’ un messaggio…nuovo..Dio tirerà i morti fuori dallo Sheol, accompagnato dal suo Eletto, dal Messia, e trasformerà radicalmente l’uomo e la terra…
Il cammino di questa fede culminerà poi con le riflessioni della Sapienza, e in seguito con la negazione della resurrezione da parte dei Sadducei, ma essendo un campo abbastanza vasto….per ora accontentiamoci così J
Un abbraccio ertreyt
Chi.dove.quando
00venerdì 28 ottobre 2005 15:21

Sono piacevomente sorpreso dell'esposto molto accurato ed attento della nostra Ljuba.

Un commento lo farei alla citazione del Salmo.
La sua analisi corrisponde ad hoc con quella di emeriti studiosi.
Vi è però, appena acennata, una considerazione che, secondo la mia modesta opinione, non coincide con le intenzioni degli scrittori dell'epoca e nemmeno con una certa categoria di studiosi di oggi. Nel discorso di Ljuba quella considerazione è velatamente introduttiva di un processo evolutivo che dovrebbe concludersi con la rivelazione divina del regno delle beatitudini e delle sofferenze eterne. Ovvio che questa considerazione non rappresenti il filo conduttore degli studiosi cui accennavo prima, ma è di natura teologica, opinabile, interpretativa ed, oserei dire, di parte.

Detto questo, l'argomento di Ljuba non fa una piega ed è sicuramente interessante da trattare, per la sua storicità e per far luce sui vari fenomeni di dissenso in seno alla comunità ebraica, di cui i sadducei ed i farisei sono una parte importante e significativa.


Bentornata e lieto di rileggerti

Con simpatia
Chidoqua
damaride
00venerdì 28 ottobre 2005 19:54
Cara ljuba, la risposta alla negatività della morte è la risurrezione dei morti, preannunciata nell'AT ed espressamente dichiarata nel NT.

Hai toccato tanti di quegli argomenti che esaminarli in un unico
post è praticamente impossibile.

Posso dire che hai mostrato una apprezzabile chiarezza di idee.

MARIA.
libero1978
00venerdì 28 ottobre 2005 22:40
Sì Maria, tutto giusto, però questa volta devo dare ragione a peraskov. Lui ha chiesto: secondo i tdg che fine fanno i bambini che non sono tdg che muoiono nel giorno della fine del mondo?

Scusami, ma è strano che tu che rispondi a perfezione e a bacchetta sempre a tutto a questa domanda hai invece risposto un pò andando per vicoli. Ci hai difficoltà?

Ti chiedo scusa, sai che ti stimo, ma sai pure che io parlo pane al pane e vino al vino. Mi piacerebbe una risposta chiara e papale papale.
Chi.dove.quando
00venerdì 28 ottobre 2005 23:14
Re:

Scritto da: libero1978 28/10/2005 22.40
Sì Maria, tutto giusto, però questa volta devo dare ragione a peraskov. Lui ha chiesto: secondo i tdg che fine fanno i bambini che non sono tdg che muoiono nel giorno della fine del mondo?





Fermo restando l'attesa della risposta di Maria, vorrei riferire che a domanda, i TdG mi hanno risposto che un tempo essi pensassero che i bimbi seguissero le sorti dei genitori.
Questa veduta è oggi alquanto mutata, difatti essi dicono che per bambini, endicappati mentali o per chiunque non sia stato in grado di decidere le loro sorti sarebbero affidate al giudizio divino, per cui non si pronunciano.
Trovo, per un credente, abbastanza equilibrato un tale punto di vista, salvo che qualcuno non mi contraddica.

La preoccupazione più grande resta per i miliardi di essere umani per i quali nessuna pietà sarà manifestata ed i cui cadaveri giaceranno da un polo all'altro della faccia della terra, mentre i volatili dei cieli provvederanno a spazzare via i loro cadaveri in putrefazione. Un quadro raccapriciante, ma sempre meglio delle sofferenze eterne in un inferno di fuoco, condanna che, giratela come volete, va oltre ogni limite dell'umano ragionare.

Come non intravedere in queste premesse il forte desiderio delle religioni di tenere sotto controllo la gente spaventadola terribilmente?

Tanti saluti Libero (altro che atterraggio morbido)
Chidoqua
Seabiscuit
00venerdì 28 ottobre 2005 23:21
Re: Re:
Scritto da: Chi.dove.quando 28/10/2005 23.14

Un quadro raccapriciante, ma sempre meglio delle sofferenze eterne in un inferno di fuoco, condanna che, giratela come volete, va oltre ogni limite dell'umano ragionare.



Non solo dal punto di vista umano, ma inconcepibile che Dio nella sua immensa giustizia e amore, possa tormentare eternamente i suoi figli, sa di sadico, scusate l'espressione, ma non rispecchia affatto l'essenza di Dio.

Se non erro, una scrittura dice che Dio si rammarica persino di uccidere i suoi nemici, se lo fa è per la giustizia che come Governate deve mostrare, ma se ne rammarica per i suoi figli che scelgono la via della corruzione.

Figuriamoci se passerebbe il suo tempo a tormentarli eternamente per i sbagli che hanno fatto in un arco di vita umana.
libero1978
00venerdì 28 ottobre 2005 23:53
Re: Re:

Scritto da: Chi.dove.quando 28/10/2005 23.14



Tanti saluti Libero (altro che atterraggio morbido)
Chidoqua




Caro Chidoqua, è vero che Maria mi sta simpaticissima assai e che ci sono affezionato. Ma quando devo dire pane pane e vino vino non faccio eccezioni.

Perchè per me quello che è giusto è giusto.

Tu però hai dato una buona risposta e anche Seabiscuit.
Aspettiamo anche a Maria adesso.

damaride
00sabato 29 ottobre 2005 11:55
Hai perfettamente ragione Libero, ma non è che ho eluso la domanda di Peraskov, solo che mi è sfuggita fra i tanti argomenti.

E in quanto alla tua solare schiettezza la apprezzo tantissimo
perchè è indice di sincerità.

Comunque Chidovequando e Seabiscuit in effetti hanno già risposto. Ma tu evidentemente vuoi sapere il punto di vista ufficiale dei Testimoni di Geova.

Trascrivo perciò quel che è scritto testualmente nella Torre di Guardia del 15/8/98 a pagina 20.

Vogliamo avere la stessa convinzione di Abraamo, che disse: “È impensabile da parte tua [o Geova] che tu agisca in questa maniera per mettere a morte il giusto col malvagio così che debba accadere al giusto come al malvagio! È impensabile da parte tua. Non farà il Giudice di tutta la terra ciò che è giusto?” — Genesi 18:25.

Se abbiamo completa fiducia nella giustizia di Geova, non dobbiamo preoccuparci di trovare la risposta a domande di questo tipo: ‘Come verranno giudicati i neonati e i bambini piccoli? È possibile che quando arriverà Armaghedon un gran numero di persone non abbiano ancora udito la buona notizia? Che dire dei malati di mente? E che dire di . . . ?’ È vero, forse al momento non sappiamo come Geova risolverà queste questioni. Comunque sia, lo farà con giustizia e misericordia. Non dovremmo mai dubitarne. Anzi, potremo rimanere stupiti ed entusiasti quando vedremo che le risolverà in un modo che noi non avevamo nemmeno considerato. — Confronta Giobbe 42:3; Salmo 78:11-16; 136:4-9; Matteo 15:31; Luca 2:47.
( il grassetto è mio ).

Come vedi noi stessi dichiariamo chiaramente di non sapere come Dio risolverà la questione. Conoscendo però la sua perfetta e infinita giustizia, sapienza ed amore, siamo convinti che la risolverà nel modo migliore. Ciao simpaticone [SM=g27988]


MARIA

damaride
00sabato 29 ottobre 2005 12:28
Re: Re:

Scritto da: Chi.dove.quando 28/10/2005 23.14



La preoccupazione più grande resta per i miliardi di essere umani per i quali nessuna pietà sarà manifestata ed i cui cadaveri giaceranno da un polo all'altro della faccia della terra, mentre i volatili dei cieli provvederanno a spazzare via i loro cadaveri in putrefazione. Un quadro raccapriciante, ma sempre meglio delle sofferenze eterne in un inferno di fuoco, condanna che, giratela come volete, va oltre ogni limite dell'umano ragionare.

Come non intravedere in queste premesse il forte desiderio delle religioni di tenere sotto controllo la gente spaventadola terribilmente?

Tanti saluti Libero (altro che atterraggio morbido)
Chidoqua




Caro Chidoqua, credo che la risposta che ho dato a Libero valga in linea di principio anche per le tue perpressità: " Non farà il Giudice di tutta la terra ciò che è giusto"?.

Perciò possiamo solo fare riferimento alle profezie riguardo al giorno del giudizio ma non possiamo azzardarci a predizioni su questioni che sono esclusiva competenza della giustizia di Dio.

Però converrai pure che dobbiamo prendere atto di quel che è scritto in passi come quello di Apocalisse 19:19-21

"E vidi un angelo che stava in piedi nel sole, e gridò ad alta voce e disse a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: “Venite, radunatevi per il grande pasto serale di Dio, per mangiare le carni di re e le carni di comandanti militari e le carni di uomini forti e le carni di cavalli e di quelli che vi siedono sopra, e le carni di tutti, di liberi e schiavi e piccoli e grandi”.

E vidi la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra contro colui che sedeva sul cavallo e contro il suo esercito. E la bestia selvaggia fu presa, e con essa il falso profeta che aveva compiuto davanti ad essa i segni con cui aveva sviato quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia selvaggia e quelli che rendono adorazione alla sua immagine. Mentre erano ancora vivi, furono entrambi scagliati nel lago di fuoco che brucia con zolfo. Ma i restanti furono uccisi con la lunga spada di colui che sedeva sul cavallo, la quale [spada] usciva dalla sua bocca. E tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni".


Oppure in Sofonia 1:17-18

"E certamente causerò angustia al genere umano, e di sicuro cammineranno come uomini ciechi; perché hanno peccato contro Geova. E il loro sangue sarà in effetti versato come la polvere, e le loro viscere come lo sterco. Né il loro argento né il loro oro li potrà salvare nel giorno del furore di Geova; ma dal fuoco del suo zelo sarà divorata l’intera terra, perché egli farà uno sterminio realmente terribile di tutti gli abitanti della terra".

Oppure quel che è scritto in Geremia 25:31-33

“‘Un rumore certamente giungerà fino alla più lontana parte della terra, poiché Geova ha una controversia con le nazioni. Si deve mettere personalmente in giudizio con ogni carne. Riguardo ai malvagi, li deve dare alla spada’, è l’espressione di Geova.

“Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Ecco, una calamità esce di nazione in nazione, e una gran tempesta stessa si leverà dalle più remote parti della terra. E gli uccisi da Geova certamente saranno in quel giorno da un’estremità all’altra della terra. Su di essi non si farà lamento, né saranno raccolti o seppelliti. Diverranno come letame sulla superficie del suolo".


Non siamo stati certo noi Testimoni di Geova ad inserire questi passi nelle Sacre Scritture.

E' chiaro però che Dio recarà il suo giudizio, (come è precisato in questi versetti) sui malvagi cioè su coloro che si oppongono a Lui. Ovviamente sarà solo Lui a giudicare chi annoverare nei malvagi ma c'è da pensare, dalle scrittura citate, che il numero di quelli che giudicherà tali non sarà certo di piccola entità.

Non mi sembra neppure che l'intento di Dio sia di terrorizzare le persone ma di indurle a prendersi le proprie responsabilità riguardo all'osservanza dei suoi giusti principi.

Osservanza dei quali piuttosto che recare beneficio a Dio, che non ha bisogno di noi, reca beneficio esclusivo a coloro che le osservano e che, se osservate globalmente, porterebbero beneficio a tutto il genere umano.

MARIA


Bicchiere mezzo pieno
00sabato 29 ottobre 2005 12:33
Ahahahahahah. Ho come la vaga impressione di essere stato frainteso quando ho parlato di testimonianza di esistenza dell'inferno. La visione dantesca infernale, coi diavoli coi forconi che tormentano le anime dei dannati, e col fuoco che li brucia non è stata mai stata difesa dalla mia persona. L'inferno di fuoco non esiste! Esiste lo stato spirituale dell'inferno, che dicendolo pappale pappale equivale all'eterno allontanamento da Dio. In tal senso, cioè in un senso che noi in vita non possaimo ancora capire, le anime dei malvagi non potranno godere della comunione con Dio e delel beatitudini da Egli promesse; questo sarà il loro inferno!
La citazione della Scrittura di Luca 16:20 era soltanto atto a dimostrare che l'inferno c'è, non che l'inferno sia di fuoco e che bruci le anime per l'eternità.
Nella sua infinita misericordia Dio ha riconosciuto agli uomini ciò che essi stessi desiderano. I buoni saranno al suo fianco peer tutta l'eternità perchè è questo che hanno desiderato costantemente nelal loro vita. I malvagi, che hanno desiderato di seguire il proprio cuore nella loro vita terrena, continueranno a essere lontani da Dio per l'eternità, in base a questro loro desiderio nella vita attuale. E' in tal senso che il libero arbitrio viene completamente rispettato. Nessun tormento e nessuna dannazione eterna, soltanto il rispetto della libera scelta dell'individuo! L'unica cosa è che, dopo essere morti, non si potrà cambiare scelta. Se sei all'inferno, resti all'inferno, se sei in paradiso resti in paradiso. La tua scelta è stata fatta una volta per tutte!

Per Sea: le prove dell'inferno non si trovano certo solo in quell'unico passo di Luca naturalmente. Esistono prove extra-bibliche che attestano che era una credenza degli Ebrei. Come la Didachè non era ispirata ma comunque delineava meglio i contorni del modo in cui i cristiani credevano in Gesù, sia in senso spirituale che con le azioni pratiche, allo stesso modo i libri apocrifi e i deuterocanonici (che per la CC sono pure 'ispiratiì) delineano la credenza degli Ebrei ai tempi di Cristo. Questo consente di capire in che modo Gesù fece ricorso a quell'illustrazione del Ricco e del Lazzaro. Bisogna documentarsi storicamente e non appellarsi al fallibile intendimento di uomini che non agiscono con metodo scientifico. Anche ammettendo che Gesù non credesse nell'Inferno, visto che gli Ebrei ci credevano, ti sembra ragionevole che usasse una metafora che poteva confonderli e deviarli dalla Verità? E' evidente che Gesù non lo fece perchè non considerava l'inferno una flasa dottrina ma uno stato dell'essere creato da Suo Padre per coloro che non ascoltano la Legge.

Ciao bello fdetr
Seabiscuit
00sabato 29 ottobre 2005 12:41
Caro Bikky ora vado di fretta, nel week end ho sempre poco tempo, ma ti prometto di tronare sulla questione.
Intanto, visto che dici che gli Ebrei credevono al inferno come condizione di tormento eterno per essere separati da Dio, me lo dimostri con le scritture anzichè con...vabbè hai capito.

Ad esempio Giobbe parla molto sulla morte, puoi prendere lui, quale Ebreo, e dimostrarmi che credeva in quello che hai detto.


A presto
damaride
00sabato 29 ottobre 2005 13:02
Che con l'Ades Gesù volesse indicare un luogo di tormento nell'eterno allontanamento da Dio è impensabile perchè contraddirebbe tutte le altre Scritture sia dellAT che del NT che si riferiscono allo Sheol o all'Ades.

Per capire l'illustrazione di Gesù dobbiamo comprendere le premesse da cui parte e il contesto in cui viene pronunciata.
Partiamo perciò da Luca 16:14-18.

Ora i farisei, che erano amanti del denaro, ascoltavano tutte queste cose, e si facevano beffe di lui. Quindi egli disse loro: “Voi siete quelli che si dichiarano giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori; perché ciò che è alto fra gli uomini è cosa disgustante dinanzi a Dio.

“La Legge e i Profeti sono stati fino a Giovanni. Da allora in poi il regno di Dio è dichiarato come buona notizia, e ogni sorta di persona si spinge verso di esso. In realtà, è più facile che passino il cielo e la terra piuttosto che una particella di lettera della Legge rimanga inadempiuta.

“Chiunque divorzia da sua moglie e ne sposa un’altra commette adulterio, e chi sposa una donna divorziata dal marito commette adulterio".


La premessa all'illustrazione del ricco e di Lazzaro era che la classe dei giudei e dei farisei sarebbe stata rigettata da Dio, perchè a loro volta, come in una sorta di divorzio, essi stessi avevano rigettato la loro relazione con Dio.

E, come in un nuovo matrimonio non adulterino, Dio avrebbe accolto come sua simbolica sposa la classe della gente umile e comune che i capi religiosi disprezzavano.

Continuando su questa base cosa intendeva allora Gesù quando nella sua illustrazione dice: “Il mendicante morì e fu portato dagli angeli nella posizione del seno di Abraamo. Morì anche il ricco e fu sepolto. E nell’Ades alzò gli occhi, esistendo nei tormenti, e vide molto lontano Abraamo e Lazzaro nella posizione del seno presso di lui”? (Luca 16:19-31)

Poiché, alla luce di tutte le altre Scritture, l’Ades è la tomba del genere umano e non un luogo di tormento, è chiaro che Gesù stava pronunciando un’illustrazione, un racconto.

Come ulteriore conferma che non si tratta di un episodio letterale, ma di un’illustrazione, considerate questo: si trova l’inferno letteralmente a portata di voce dal cielo, tanto che si possa fare un’effettiva conversazione?

Inoltre, se il ricco era in un ardente lago letterale, come poteva Abraamo mandare Lazzaro a rinfrescargli la lingua con una semplice goccia d’acqua sulla punta del dito? Cosa voleva dunque illustrare Gesù?

Il ricco dell’illustrazione rappresentava gli arroganti capi religiosi che respinsero Gesù e in seguito lo uccisero.

Lazzaro raffigurava la gente comune che accettò il Figlio di Dio. La morte del ricco e di Lazzaro rappresentava un cambiamento nella loro condizione.

Questo cambiamento ebbe luogo quando Gesù alimentò spiritualmente la trascurata classe di persone rappresentata da Lazzaro, così che questa ottenne il favore del più grande Abraamo che è Dio.

Nello stesso tempo i falsi capi religiosi ‘morirono’ in quanto all’avere il favore di Dio. Essendo stati rigettati, subirono i tormenti quando i seguaci di Cristo ne smascherarono la malvagità agli occhi di Dio. (Atti 7:51-57)

Quindi questa illustrazione non insegna che alcune persone morte siano tormentate in un inferno letterale.


MARIA

[Modificato da damaride 29/10/2005 13.05]

Bicchiere mezzo pieno
00sabato 29 ottobre 2005 14:39
Cara Maria grazie intanto per l’esposizione più approfondita del penisero dei Tdg in merito ala parabola del ricco e del Lazzaro. Ora finalmente tutti possono essere a conoscenza dell’intendimento del CD riguardo a questa parabola. Così hai completato il lavoro già iniziato da Sea.
Io credo però che voi ragioniate in maniera troppo semplicistica. Scartate tutte le prove extra-bibliche che possono andare contro all’esegesi delle vostre dottrine ma, quando le prove extra-bibliche le attestano le prende te come prove per dimostrare che la vostra esegesi è la più corretta. E’ metodologicamente corretto questo vostro modo di fare? Vorrei ricitare il fatto che la Didachè, nonostante non sia ispirata, siccome non si scontra con le vostre dottrine, allora la citate tranquillamente come prova extra-biblica. I deuterocanonici, che anch’essi descrivono come gli Ebrei concepivano il mondo dell’aldilà, siccome si scontra con le vostre dottrine, allora vengono allegramente scartati! E’ giusto svolgere un’analisi con questo modo di operare? Lascio a tutti la risposta, io mi dispenso dal commentare. Secondo me è un vero errore di metodo.
Un altro errore è credere che la religione sia statica e non cambi con l’avanzare del tempo. Eppure voi stessi riconoscete che c’è “Luce progressiva”, ovvero verità rivelate progressivamente. Nulla vieta di credere quindi che nell’Antico Testamento ci sisa una concezione di Ades, semplicistica, vista solo come ‘tomba commemorativa’, e che poi, grazie a ‘intendimento progressivo’, questa verità sia evoluta in Inferno inteso come allontanamento da Dio.
D’altro canto, è vero o non è vero che gli Ebrei non credevano che ci sarebbe stata una risurrezione dei 144000 nei cieli? Nell’AT non se ne parla, eppure, nel NT invece c’è! Non è stato un cambiamento di rotta bell’è buono? Prima non si insegnava! Allora perchè questo può cambiare e non può invece cambiare l’insegnamento sull’aldilà? L’obiezione che questo contrasterebbe con le Scritture del VT è ininfluente, in quanto anche la differenza fra speranza celeste e speranza terrena sorse solo nel VT e non nell’AT (e qui ovviamente sto trattando le dotrine secondo i Testimoni di Geova). Il cambiamento c’è! Cosa dobbiamo pensare se non che ci sia stata un’evoluzione dell’insegnamento?
Prove extra-bibliche insegnano che gli Ebrei del periodo del Secondo Tempio credevano anche nella dannazione. I deuterocanonici in primo luogo, e poi gli apocrifi e una notevole quantità di libri rabbinici come complemento. Insomma, per le questioni poco chiare a cui la Bibbia non risponde, bisogna ricorrere alle testimonianze extra-bibliche documentarie per avere un’idea di cosa aveva in mente lo Scrittore quando scrisse quel passo.
Se gli Ebrei (dei tempi di Gesù, non vedo cosa c’entri Giobbe visto che l’ebraismo del periodo del Secondo Tempio era diverso da quello dei periodi precedenti) credevano nella dannazione, l’illustrazione di Gesù non avrebbe pericolosamente fatto credere che questo insegnamento babilonico fosse in realtà un insegnamento divino? Gesù avrebbe senz’altro confuso la mente dei suoi ascoltatori. E siccome Dio è un dio di ordine, non lo avrebbe mai permesso.
Che poi se i Tdg le prove extra-bibliche vanno prese solo quando è loro conveniente e le altre le scartino, io non posso farci niente.
A questo punto ogni ulteriore dialogo è impossibile, poichè si viaggia su due lunghezze d’onda totalmente differenti! E almeno su questo credo che siamo d'accordo.
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