Le indulgenze

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biblista
00mercoledì 17 ottobre 2007 20:23
Siamo intorno al 1517, quando "scoppia" la Riforma, grazie all'onestà di Lutero. La questione principale per cui nasce il dissenso è legata alle "indulgenze", concesse 'generosamente' dietro compenso, da papa Leone X, allo scopo di recuperare i soldi necessari per edificare la chiesa di San Pietro a Roma.

La mia domanda è: come giustificano i cattolici questa storia delle indulgenze? Ha forse un fondamento biblico ... che mi sfugge?

Grazie
Biblista
MauriF
00giovedì 18 ottobre 2007 18:53
Trovi un buon riassunto qui,a mio avviso:

it.wikipedia.org/wiki/Dottrina_delle_indulgenze

Poi si può sviluppare il discorso partendo dai punti che vorresti eventualmente approfondire.

Ciao! [SM=g27988]

Viviana.30
00giovedì 18 ottobre 2007 22:33
Re:
biblista, 17/10/2007 20.23:

Siamo intorno al 1517, quando "scoppia" la Riforma, grazie all'onestà di Lutero. La questione principale per cui nasce il dissenso è legata alle "indulgenze", concesse 'generosamente' dietro compenso, da papa Leone X, allo scopo di recuperare i soldi necessari per edificare la chiesa di San Pietro a Roma.

La mia domanda è: come giustificano i cattolici questa storia delle indulgenze? Ha forse un fondamento biblico ... che mi sfugge?

Grazie
Biblista




Allora l'indulgenza è questo giusto per dare un senso alla spiegazione

Indulgenza, dal verbo latino indulgere, ha assunto due affini significati nella Bibbia:
quello cioè di remissione, condono, liberazione (Cfr, Isaia, 51, 1: “Praedicare captivis indulgentiam...)
e quello di condiscendenza, benignità, ecc. (Cfr. Prima lettera ai Corinti. 7, 6: “Hoc autem dico secundum indulgentiam, non secundum imperium...).
La Chiesa ed i teologi hanno preso la parola indulgenza per significare unitamente l’uno e l’altro concetto.
L’indulgenza, infatti, nel senso ecclesiastico, è una remissione che per condiscendenza si accorda a qualcuno che compia opere di facile esecuzione. Di qui ecco la definizione: L’indulgenza è il condono di castighi o di penalità che una persona, dopo aver commesso peccati, si pente ed ha ottenuto il perdono della sua colpa. Dice la Chiesa: Io ti perdono, ma tu devi compiere alcuni atti religiosi o socialmente utili per ritornare un buon cristiano e capire che devi stare sulla strada evangelica.
Il fondamento
Il fondamento dell’Indulgenza sta nel fatto che esistono penalità da scontare, dopo che i tuoi peccati sono stati perdonati dalla Chiesa. Io ti perdono, dice la Chiesa, non ti condanno; ma tu devi compiere qualche azione in compenso del mio perdono. L’indulgenza, dunque, è una vera assoluzione dalle penalità connesse al male che tu hai fatto, un male che la Chiesa ti perdona, quando ti vede pentito, ma ti chiede di fare qualche cosa per il tuo bene. L’indulgenza è una naturale conseguenza del potere che la Chiesa ha ricevuto da Cristo di perdonare i peccati ai pentiti e di fornire mezzi spirituali perché il fedele, con la sua iniziativa e su suggerimento della Chiesa, si rimetta in giusto cammino e si senta contento di essere ritornato pulito e libero da ogni peso o timore di ogni genere nello spirito. Nella religione cattolica la remissione totale (indulgenza plenaria) o parziale (indulgenza di trenta giorni o di altra durata) è concessa attraverso un atto giurisdizionale sia ai vivi a titolo di assoluzione, sia ai morti a titolo di suffragio, a condizione di preghiere od opere buone da parte dei fedeli. La degenerazione cui tale pratica andò incontro nel 1500, quando le indulgenze erano spesso concesse in cambio del versamento di denaro, fornì uno dei principali motivi di reazione alla Chiesa romana da parte del monaco agostiniano Martin Lutero.
La teologia attuale
La teologia attuale ha espresso riserve sul valore delle indulgenze, almeno nelle forme che essa ha assunto nella storia della devozione dei fedeli, e tende a interpretare l’indulgenza come la partecipazione di tutta la comunità ecclesiale al cammino di salvezza attraverso la preghiera e l’invocazione comunitaria a Dio, e attraverso l’esercizio delle opere suggerite dal Vangelo, così come traspaiono dall’insegnamento di Cristo e dalle sue parabole, specialmente quelle che riguardano i rapporti verso ogni individuo considerato come creatura di Dio e figlio di uno stesso Padre. A titolo di esempio, è molto eloquente la parabola detta del fariseo e del pubblicano, che è riportata nel Vangelo secondo Luca, capitolo 18, versetti 10-14. Eccola: “Due uomini salirono al tempio a pregare; uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano, invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: il pubblicano tornò a casa sua perdonato, a differenza del fariseo, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
Come si acquistano le indulgenze
Si acquistano compiendo alcune azioni che la stessa autorità ecclesiastica suggerisce o specifica nei documenti di concessione
.

poi proseguiamo



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