Premesso quando da me argomentato riguardo al libro di Enoch
e alla citazione che Giuda fa di Enoch ci sono altre considerazioni dafare su questo libro e sugli Apocrifi in generale.
Una delle principali prove estrinseche della non canonicità degli Apocrifi è il fatto che nessuno degli scrittori biblici cristiani abbia mai citato questi libri. Anche se questa di per sé non è una prova conclusiva, in quanto nei loro scritti mancano anche citazioni di alcuni libri di riconosciuta canonicità, quali Ester, Ecclesiaste e Cantico dei Cantici, è degno di nota che nessuno degli scritti inclusi negli Apocrifi sia citato neanche una volta.
E non è senza peso il fatto che eminenti studiosi biblici e “padri della chiesa” dei primi secoli dell’era volgare, nel complesso, attribuissero agli Apocrifi un’importanza minore. Origene, all’inizio del III secolo E.V., dopo accurati studi fece una netta distinzione fra questi scritti e quelli del vero canone.
Atanasio, Cirillo di Gerusalemme, Gregorio Nazianzeno e Anfilochio, tutti del IV secolo E.V., compilarono cataloghi degli scritti sacri seguendo il canone ebraico e ignorando questi scritti aggiunti o considerandoli di secondaria importanza.
Girolamo, che è definito “il migliore studioso di ebraico” della chiesa primitiva e che nel 405 E.V. portò a termine la Vulgata latina, prese decisamente posizione contro tali libri apocrifi, anzi fu il primo a usare il termine “apocrifi” nel senso di non canonici in riferimento a questi scritti.
Infatti nel prologo ai libri di Samuele e Re, Girolamo elenca i libri ispirati delle Scritture Ebraiche seguendo il canone ebraico (nel quale i 39 libri sono raggruppati in 22) e poi dice: “Ci sono ventidue libri . . . Questo prologo delle Scritture può concorrere per così dire alla difesa di tutti i libri che traduciamo dall’ebraico in latino: affinché siamo in grado di sapere che tutto ciò che è al di fuori va incluso negli apocrifi”.
Ma ad escludere gli Apocrifi dalla ispirate Parola di Dio ci sono le prove intrinseche. Di che si tratta?
All'interno degli Apocrifi manca completamente l’elemento profetico. Il contenuto e gli insegnamenti a volte contraddicono quelli dei libri canonici e sono inoltre contraddittori in se stessi. Sono pieni di inesattezze e di anacronismi. In alcuni casi gli scrittori si rendono colpevoli di disonestà attribuendo falsamente le proprie opere a scrittori ispirati precedenti. Dimostrano di aver subìto l’influenza greca pagana, e a volte ricorrono a stravaganze di linguaggio e a uno stile letterario del tutto estranei alle Scritture ispirate.
Quindi si può ben dire che le migliori prove della non canonicità degli Apocrifi sono gli Apocrifi stessi.
Ma quando la produzione di apocrifi raggiunge il suo apice? In epoca alessandrina? O ppure in epoca apostolica? Assolutamente no.
Fu in particolare dal II secolo E.V. in poi che fu prodotta un’enorme quantità di scritti che ha vantato ispirazione divina e canonicità e preteso di rappresentare la fede cristiana. Spesso chiamati “Apocrifi del Nuovo Testamento”, rappresentano dei tentativi di imitare i Vangeli, gli Atti, le lettere, e le rivelazioni contenute nei libri canonici delle Scritture Greche Cristiane. In gran parte si conoscono solo attraverso frammenti, citazioni o allusioni fatte da altri scrittori.
Questi scritti sono chiaramente un tentativo di provvedere informazioni che gli scritti ispirati omettono deliberatamente, come le attività e gli avvenimenti relativi alla vita di Gesù dalla sua prima infanzia fino al battesimo, o di sostenere dottrine o tradizioni che non trovano alcun fondamento nella Bibbia o sono in contrasto con la stessa.
Infatti il cosiddetto Vangelo di Tommaso e il Protovangelo di Giacomo sono pieni di racconti fantastici sui presunti miracoli compiuti da Gesù nella sua infanzia. Ma l’effetto generale è un’immagine falsata di Gesù, che appare come un bambino capriccioso e petulante, dotato di poteri straordinari. (Cfr. l’autentico racconto di Lu 2:51, 52). Gli “Atti” apocrifi, come gli “Atti di Paolo” e gli “Atti di Pietro”, danno grande importanza alla completa astinenza dai rapporti sessuali e persino descrivono gli apostoli che esortano le donne a separarsi dal marito, contraddicendo così gli autentici consigli di Paolo in 1 Corinti 7.
Di tali scritti apocrifi subapostolici, l’Introduzione generale della versione della Bibbia a cura di Giuseppe Ricciotti (Ri, p. 14) dice: “Quanto ai concetti di questi scritti apocrifi, si può dire che in gran parte dipendono dai libri canonici: quando poi se ne distaccano, anche se non cadono in tendenziosità ed eresie, declinano in puerilità meschine oppure si perdono in fantasticherie ridicole”.
Come i più antichi libri apocrifi furono esclusi dalle precristiane Scritture Ebraiche, così anche gli scritti apocrifi successivi non furono accettati come ispirati né inclusi come canonici nei più antichi cataloghi o collezioni delle Scritture Greche Cristiane.
La parola di Dio è perfetta e armonica. Gli Apocrifi sono frutto di fallibile sapienza umana.
Un ultima nota:
Clint Eastwood scrive
Come al solito damaride, ciò che dici lo devi far apparire come verità.
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Per coloro che amano l’ispirata Parola di Dio basterebbe questo per non prenderlo in considerazione.
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Se a te chiedessi della caduta degli angeli, dei giganti, degli antichi dei, cosa mi risponderesti? Tue personali interpretazioni, miscugli di stupidaggini, che dovrei prendere per buone mentre i Libri di Enoch accantonarli. Bè certo, damaride è più ispirata vero?
Vorrei dire a Clint che può esporre i suoi rispettabilissimi punti di vista senza necessariamente mancarmi di rispetto dal momento che non ho mai apostrofato nè aggettivato in maniera irrispettosa le sue opinioni.
MARIA