Manca solo un mese alla lapidazione di Amina

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Chi.dove.quando
00domenica 16 gennaio 2005 23:49
Navigando mi sono imbattuto in questa notizia che riporto:

Urla il tuo NO
Manca solo un mese alla lapidazione di Amina, la donna nigeriana che ha avuto un filgio illegittimo.
Sapete come lapidano la gente secondo la Sharia? La differenza tra uomini e donne è che le donne vengono sì imbavagliate e avvolte in un telo e sotterrate fino al busto, ma per loro si ha l'attenzione di sotterrare anche la zona del seno, perchè è zona da non colpire o sfiorare.... Una folla impazzita sfascia quindi loro esclusivamente la testa.
Si puo' combattere, vincere, tanta ignoranza?
Rimangono solo trenta giorni di tempo. Con Safyia ha funzionato. Grazie.
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Come molti avranno sentito, una donna nigeriana recentemente è Stata condannata a morte per aver avuto un bambino illegittimo. Amina Lawal è stata condannata a morte per LAPIDAZIONE, verrà seppellita fino al collo, e i suoi esecutori le tireranno delle pietre fino a che non le spaccheranno il cranio e morirà in maniera dolorosa e orribile.
Amina ha solo trenta giorni per ricorrere in appello. Per favore, andate sul sito di Amnesty International alla pagina Primo piano Nigeria e compilate il modulo di appello on-line .
Prende solo un minuto, e può aiutare a salvarle la vita, così come può servire a far cessare questa terribile condanna in un paese che si definisce democratico Spedite questo messaggio a più persone che potete. Grazie.

P.S.: l'altra ragazza nigeriana (Safiya) per cui era stata fatta la stessa campagna la vita è stata salvata... tentar non nuoce neanche ora.


NEL PROSSIMO POST IL RISULTAT0 DEGLI APPELLI

[Modificato da Chi.dove.quando 17/01/2005 0.01]

Chi.dove.quando
00domenica 16 gennaio 2005 23:59
Nigeria: annullata la condanna a morte di Amina Lawal


Ma l’uso delle leggi discriminatorie rimane una questione aperta

GRAZIE!


Desideriamo ringraziare tutte le persone che hanno preso a cuore il caso di Amina, e tutti coloro che hanno sottoscritto il nostro appello on-line, permettendoci di inviare al governo nigeriano oltre 500.000 firme in suo favore.


La salvezza di Amina è dovuta anche al vostro impegno.


Il 25 Settembre la corte d’appello della sharia dello stato nigeriano di Katsina ha annullato la condanna a morte di Amina Lawal, emessa il 22 marzo 2002. Secondo quanto dichiarato dal suo collegio di difesa, Amina Lawal è stata rimessa in libertà poiché né la condanna né la confessione sono state giudicate valide e dunque non è stata provata la commissione di alcun reato.

Amina era stata giudicata colpevole nel marzo 2002 per aver avuto un figlio al di fuori del matrimonio. Secondo i "Codici penali della Sharia", introdotti in Nigeria nel 1999 e in vigore in alcuni Stati del nord del paese, questo era stato sufficiente a condannarla per adulterio e a chiamarla a comparire in giudizio di fronte ad un tribunale della Sharia per rispondere di un "crimine" che ora è punito con la pena di morte per lapidazione.


Il caso di Amina Lawal non avrebbe mai dovuto essere trattato in un tribunale. Nessuna persona dovrebbe vivere un’esperienza del genere” - ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.

Il caso di Amina ha fatto registrare una grande mobilitazione delle organizzazioni femminili, che hanno condannato con forza le discriminazioni di genere su cui si basano alcune sentenze delle corti della sharia in Nigeria.

La pena di morte è l’estrema violazione del diritto alla vita e costituisce una punizione crudele inumana e degradante, sempre e comunque. Amnesty International chiede al governo e alla società civile della Nigeria di cogliere questa occasione e affrontare un problema che è causa di danni e sofferenza inutili per molti cittadini nigeriani.

barnabino
00lunedì 17 gennaio 2005 00:21
Caro CDQ,

Perchè lo posti in questa sezione? Credo che sia un problema specifico della religione islamica che per sua stessa natura e storia è legge religiosa e legge civile.

Non credo che sia un problema che si possa risolversi facilmente, un pò perche storicamente questa cultura è molto radicata ma soprattutto perchè, come sta accadendo in Italia (ma in toni minori) con il cattolicesimo più tradizionalista sponsorizzato da certe forze politiche fortemente xenofobe anche l'Islam si presenta come garante della tradizione e soprattutto come forza nazionalista ed anti occidentale, sfruttando un sentimento popolare presente in larghe fascie di popolazione.

[SM=g27994]m10
Chi.dove.quando
00lunedì 17 gennaio 2005 00:35
Re:
Scritto da: barnabino 17/01/2005 0.21
Caro CDQ,

Perchè lo posti in questa sezione? Credo che sia un problema specifico della religione islamica che per sua stessa natura e storia è legge religiosa e legge civile.


Per dimostrare per l'ennesima volta come le religioni organizzate con il loro potere (la normativa sulla lapidazione è soprattutto di natura religiosa)ledono i fondamentali diritti umani colpestando la dignità dei credenti. Ed inoltre per dimostrare quanto sia necessario lottare per riaffermare la dignità dei singoli credenti, che sono innanzituto membri della società civile, ancor prima d'essere religiosi.
Come vedi, nonostante il problema sia specifico della religione islamica, cittadini di tutto il mondo hanno dato il loro contributo per la rivendicazione del diritto della donna in oggetto alla dignità ed al rispetto della sua integrità fisica.

Se il problema non fosse stato sollevato il diritto di quella donna alla dignità ed al rispetto sarebbe stato calpestato impunemente.

ciao
vipervision
00lunedì 17 gennaio 2005 01:45
adesso io mi domando.... ma questo topic è qui per caso o ci vuoi far capire un messaggio......
mmmmmmm sdcx
benimussoo
00lunedì 17 gennaio 2005 12:39
SECONDO TE.....!!!! MEDITIAMO...MAEDITIAMO FORISTI !!!




opljyy
barnabino
00lunedì 17 gennaio 2005 16:29
Vorrei però che ti fosse chiaro che i provvedimenti della disassociazione e della lapidazione sono un pò diversi tyui la disassociazione non è un provvedimento definitivo ed è limitato ad un piccolo gruppo di persone. La disassociazione non corrispende ad una forma di vessazione o di ostracismo. Lo scopo non è quello di "punire". Tieni conto che si arriva alla diosassociazione solo in casi estremi emolto spesso chi si "allontana" dai testimoni di Geova è solo considerato inattivo.

Al disassociato, socialemente, non viene tolta nessuna dignità, non ci sono manifestazioni di disprezzo nei suoi confronti e il suo "peccato" non viene divulgato pubblicamente.

Cambia solo il rapporto in merito a condividere con esso argomenti spirituali ma i rapporti di lavoro, commerciali, famigliari e scolastici rimangono praticalemte inalterati. Anche le normali manifestazioni di "benignità umana" come aiutare chi è nel bisogno non sono (e non devono) essere influenzate da questo provvedimento che ha solo uno scopo amorevole.

Ricordo fratelli e sorelle della mia congregazione che avevano aiutato la madre disassociata di una sorelle che gravemente malata.

Insomma, mi pare che se posso essere d'accordo con te che le religioni non devono interferire con la dignità dei cittadini mi pare comunque necessario fare dei distinguo per evitare di fare di tutta l'erba un fascio o incorrere in facile generalizzazioni.

Ciao fdetr
vipervision
00lunedì 17 gennaio 2005 17:50
Ce chi di voi mi accusa di parlare bene dei tdg e accusare ingiustamente le altre religioni..........
ma io quando leggo che la lapidazione è paragonabile alla disassociazione dei tdg un po mi incavolo perche non è lecito fare questo paragone........
Chi.dove.quando
00lunedì 17 gennaio 2005 18:43
paragone fra lapidazione e disassociazione????

Scritto da: vipervision 17/01/2005 17.50
Ce chi di voi mi accusa di parlare bene dei tdg e accusare ingiustamente le altre religioni..........
ma io quando leggo che la lapidazione è paragonabile alla disassociazione dei tdg un po mi incavolo perche non è lecito fare questo paragone........




Prova a citare la frase che paragona la lapidazione alla disassociazione. Forse è sfuggita. C'è chi il paragone lo fa, ma, credo, che se te lo mostrassi, potresti sorprenderti enormemente.[SM=g27994]m5:

Ciao
rinata4
00lunedì 17 gennaio 2005 19:41
per barnabino
...quello che tu dici è vero in teoria ma nella pratica le cose sono molto diverse...la persona disassociata o dissociata spesso viene disprezzata e calunniata...è vero che viene rispettata la privacy della persona (perchè anni fà si diceva anche il motivo per cui un fratello veniva buttato fuori) in questione quando c'è l'annuncio in sala..ma per esperienza diretta sò benissimo come viene considerata la persona disassociata spesso i commenti sono molto offensivi e spesso gli si attribuiscono peccati che non ha commesso ovviamente questo succede quando si discute tra fratelli perchè lo sport preferito dei tdg dato che la loro vita è molto limitata in quanto a svago è quello di spettegolare e calunniare la gente..tu dici che non viene calpestata la dignità umana con questo provvedimento..ERRORE !! mi dici di che utilità è emarginare totalmente una persona dal resto del gruppo dai tutti i suoi amici ? in tale condizione come può quella persona trovare la forza e il coraggio di riprendersi dai suoi errori se viene trattato come un lebbroso evitato per strada e spesso allontanato anche dai suoi stessi familiari? questo non è "calpestare la dignità umana"?
Che grande controsenso andare a predicare casa per casa per fare altri discepoli e emarginare coloro che fino ad un ora prima dell'annuncio di disassociazione era considerato un nostro fratello o sorella spirituale..io non credo che Dio possa approvare una cosa simile è assurdo!..mi viene in mente la parabola del pastore che lascio le sue 99pecore sole per andare in cerca di quell'unica pecora che aveva perso la strada e si era smarrita...ma ovviamente per i tdg questa parabola viene interpratata a modo loro perchè la persona disassociata per loro è considerata morta spiritualmente parlando..che bell'aiuto da parte di un'organizzazione che si definisce cristiana!

[Modificato da rinata4 22/01/2005 0.31]

rinata4
00venerdì 28 gennaio 2005 00:33
...mi piacerebbe sentire il pensiero di barnabino sul mio precedente post[SM=g27994]m1:
barnabino
00domenica 30 gennaio 2005 17:04
Non sono d'accordo sulla descrizione che fa rinata4 della disassociazione, non è vero che si parli in modo sprezzante di un disassociato, anzi, io ho visto fratelli e sorelle piangere per loro e pregare perfino per loro.

La disassociazione è un provvedimento ESTREMO che viene realizzato solo dopo ripetuti amorevoli consigli ad abbandonare una condotta errata, non si viene disassociati per aver fumato una sigaretta o alzato un pò il gomito, non si viene disassociati neppure per adulterio, rapporti omosessuali o fornicazione. Si viene disassociati per aver peccato in modo sfacciato contro le leggi di Dio, quindi si tratta di PRATICA di peccato senza PENTIMENTO. I peccati sono gravi, tali che una persona potrebeb diventare un pericolo sopirituale o materiale per altri.

Lo scopo è sempre di ricondurre il peccatore al pentimento, e quindi non si disassocia con leggerezza, lo scopo non è espellere il peccatore ma far in modo che cambi condotta.

Alla fine, se si espelle, questo ci rende molto tristi, ma la persona non è abbandonata... atti di normale benignità o rapporti sociali sul lavoro o nel commercio sono del tutto normali, inoltre ogni sei mesi il disassociato riceve la visita di anziani per essere incoraggiata. Non cambiano i rapporti con i famigliari. I casi in cui questo avviene sono di solito estremi, e di solito è per volere del disassociato che non rispetta più la religione dei perenti, non viceversa.

La descrizione fatta da rinata4 mi pare esagerata, non escludo che quella sia la sua esperienza, la mamma degli stupidi è sempre incinta in qualunque religione, per cui anche noi abbiamo la nostra dose di persone poco sensibili o pettegole, ma questo non è un atteggiamento generalizzato, almeno non è il mio o di quelli che gravitano tra le mie amicizie.

Ciao [SM=g27994]m3:
rinata4
00domenica 30 gennaio 2005 17:26
...mi ripeto in teoria dovrebbe essere come dici tu ma spesso nella pratica succede il contrario...quello che tu dici riguardo al fatto che quando una persona viene allontanata crea dolore nei fratelli ci credo perchè l'ho provato di persona quando in passato miei amici di fede sono stati disassociati..
..in quanto al fatto che la persona disassociata viene visitata ogni sei mesi dagli anziani è vera in teoria ma nella pratica non succede spesso..esperienza diretta..non sono qui con l'intento di volere screditare a tutti i costi i tdg anche perchè sono dell'idea che i tdg sono solo vittime della wts mia personale opinione...non credo di essere stata esagerata ma realista..un ministero del regno di qualche anno fà dava disposizioni precise su come ci si deve comportare con un disassociato anche nel caso di familiari che vivono sotto lo stesso tetto..provvedimento molto duro da prendere da parte di un genitore che ha un figlio disassociato ricordo benissimo che tale articolo risulto molto doloroso per quei fratelli che avevano in casa un disassociato...farò ricerche per vedere se riesco a trovarlo.
fr44
00lunedì 31 gennaio 2005 18:27
Con la disassociazione si prende atto che un componente della congregazione ha deciso di vivere in contrasto con precisi principi cristiani.
Prima di arrivare a questo estremo si fanno tutti i tentativi e si ragiona con la persona per indurla a vivere secondo le norme morali del cristianesimo. In tantissimi casi, magrado siano state commesse gravi trasgressioni, questo tentativo è coronato da successo e la disassociazione non viene fatta.
Il provvedimento risulta normalmente più doloroso per chi lo dà che per chi lo riceve.
Se successivamente alla disassociazione, può essere dopo mesi o dopo anni, la persona riprende una vita cristiana, viene riassociata.
Comunque si prende questo provvedimento per aiutare la persona a riflettere sulla gravità del violare le norme divine e per proteggere la congregazione da l'influenza negativa e dal biasimo che comporta il tollerare la presenza di una persona
che segue tale condotta.
Questo provvedimento, come faceva notare Barnabino, non influisce sui rapporti affettivi familiari, sui rapporti di lavoro, su eventuali atti di benignità umana etc.
Purtroppo alcuni disassociati, anche se una minima parte di loro per quel che mi risulta, maturano nel loro animo un grande rancore che li spinge ad ampliare la vera natura della disassociazione.



Francesco



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