Caro Mario,
Gradirei almeno un po di onestà nei miei confronti quando asserite determinate cose, io non ho mai detto che la dottrina trinitaria cosi come formulata a Nicea ed in seguito ampliata a Costantinopoli e ad Efeso, fosse quello in cui credevano gli apostoli
Te lo concedo, e non ho mai detto il contrario (se ne ho dato l'impressione mi scuso con te!).
Quello che dico è che quando c'è da leggere un passo tu lo leggi non alla luce della comprensione che poteva avere un lettore completamente immerso nel paradigma giudaico ma come la poteva avere un filosofo cristiano del IV secolo.
Di fronte ad una affermazione non puoi pensare di risolverla spiegandola con l'idea di "doppia natura" o simili concetti che richiesero secoli per svilupparsi ma devi, sei obbligato, a leggerla in base a quello che i discepoli potevano pensavano e capire. Dunque devi far riferiemento
in primis alle scritture, che erano unanimamente riconosciute come il riferimento religioso e anche linguistico, e poi alla cultura giudaica, palestinese o ellenistica che sia.
se si cerca onestamente di capire cosa i cristiani credessero nel primo secolo riguardo alla persona ed alla natura del figlio di Dio, a me risulta piu che evidente che essi non ebbero dubbi sulla sua natura divina
Guarda, della natura di Cristo negli scritti biblici si dice poco o nulla. Non è un argomento che interessa ai discepoli ed i riferimento sono pochissmi e troppo generici per avere un valore dottrinale.
Per i primi cristiani Gesù è Signore, Salvatore e Messia. Questo è importante, a nessuno viene in mente di chiedersi in che senso Gesù sia "figlio di Dio" o che "natura" avesse. Non ci sono dibattiti, domande o discussioni tra i cristiani per deternimare se Gesù era Geova, se era Dio, un dio, un angelo, un uomo, un vero uomo o un vro dio. Nulla di tutto questo, questi sono dibattiti che iniziaranno nel III secolo per carcare di spiegare in che senso e come Gesù era preesistente. Prima di questo periodo la preesistenza di Dio ed il suo essere Figlio di Dio non desta alcuna preoccupazione e domanda circa la sua natura.
Ti ripeto, se nel NT fossero stati rilevati accenni alla presunta "deità" di Gesù questo, come minimo, avrebbe dovuto sollevare se non polemiche la domanda dei cristiani ebrei: in che senso Gesù era Dio? Era Geova incarnato? Era un altro Dio? Ma nulla di tutto questo, fino al II secolo la natura di Cristo sembra non costituire un grosso argomento di dibattito, e solo nel III-IV secolo sembra accendersi la discussione.
Proprio perchè non sembrano esserci "dubbi sulla natura divina" è allora chiaro che il significato di questa "natura divina" non va cercata nelle meditazioni di Nicea o Calcedonia ma nel paradigma biblico e giudaico.
sminuite la cosa, ovviamente perchè deve essere come dite voi
Non è che "deve" ma che una spiegazione non basta che sia "logica" ma deve essere coerente con il paradigma di riferimento. E vero che la frase "io ed il Padre siamo uno" può essere letta tanto come unità di natura che unità di intenti, ma è vero che dobbiamo leggerla secondo il paradigma del tempo, per cui la prima spiegazione era incomprensibile detta in quei termini mentre la seconda leggibilissima a comprensibilissima, detta sempre in quei termini.
Tra le due letture dobbiamo scegliere quella che avrebbe inteso un lettore del I secolo, e non un filosofo intento a meditare sulla "natura" di Dio.
I primi cristiani non si ponevano il problema di come conciliare certe affermazioni riguardo il figlio di Dio riguardanti la sua divinità
Semplicemente perchè tali affermazioni si conciliavano perfettamente, almeno ai loro occhi. Solo in seguito, con la cultura ellenistica, vi si scorsero delle contraddizioni che portarono a infinite polemiche teologiche e infine alla formulazione dei dogmi della chiesa.
La cosa importante è che la trinità è la sola via di uscita per mantenere intatta l'unicità di Dio con la presenza delle tre persone divine
Quella era la risposta filosofica e politica alle infinite disquisizioni teologiche che sorsero in seguito dell'abbandono del paragigma scritturale.
La visione scritturale invece era chiarissima, anche senza chiamare in causa le "tre persone divine" e di conseguenza la "doppia natura" per spiegare la persona di Cristo, e di conseguenza "Maria Madre di Dio" per spiegare la doppia natura e quindi all'"immacolata concezione" per spiegare la Madre di Dio e così via di conclio in concilio e di scisma in scisma.
La lettura scritturale mantiene l'unicità di Dio, spuega la divinità di Gesù ed elimina tutte le contraddizioni in un solo colpo! E tutto senza allontanarsi un millimetro dal paradigma del I secolo.
Spero che queste note, scritte senza alcun intento polemico con te, possano servirti a capire la mia (nostra) posizione.
Shalom