Modi di dire attraverso la Bibbia

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Teo60
00mercoledì 8 settembre 2004 09:32
Ciao a tutti,
molti mi hanno chiesto perchè ho cominciato a studiare l'ebraico biblico ed in risposta io dico che tutto è cominciato con il famoso cammello e la cruna dell'ago.
Tutti conosciamo la famosa espressione di Gesù riportata in Mt 19,24 « È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli». Rimando alla lettura dell'accaduto direttamente dal Vangelo qui ci interessa solo la conclusione in cui Gesù elabora sarcasticamente la sua potente immagine del cammello e del regno dei cieli, ispirandosi al mondo dei pescatori del lago di Tiberiade.
Ma nel nostro tradizionale testo del Vangelo ci troviamo in presenza di un fuorviante errore di traduzione. In aramaico Gesù usa effettivamente una formulazione altamente espressiva: «È più facile che una gomena passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli!».
Ora, a causa di una consonante sbagliata nel testo originale, la gomena (gamta) della parabola è diventata un cammello (gamal) e anche il gioco di parole è stato profondamente deformato. I marinai e i pescatori del lago di Tiberiade avevano dimestichezza con le gomene e i relativi aghi. Ma con il passaggio dalla gomena al cammello si è perso sia il motto di spirito che la forza espressiva di questo detto.
Da questo episodio ho cominciato ad esaminare altri punti in cui il testo sembra incoerente sia con la situazione in cui si svolge il racconto evangelico sia con gli insegnamenti di Gesù.
Dico subito che non sono uno studioso ma solo uno studente alle prime armi con la grammatica e la lingua ebraica della Bibbia, pertanto di strada da percorrere ne ho tanta e mi vengono in mente le parole di Lutero:«La lingua ebraica è la migliore di tutte e la più ricca di parole. Se fossi giovane vorrei imparare questa lingua, poichè senza di essa non si può comprendere rettamente la sacra Scrittura. Infatti, il Nuovo Testamento, pue essendo scritto in greco, è pieno di ebraismi e del modo ebraico di esprimersi.»

Topsy
00mercoledì 8 settembre 2004 17:18
Re:
Ciao Teo!
si, ricordo di aver letto qualcosa sulla errata traduzione di questa iperbole.La questione dipende in gran parte dal fatto che, l'ebraico è scritto con le sole consonanti, che ne sono la struttura portante e, spesso può essere vocalizzato in vario modo.Un professore Ordinario di Ebraico mi citò in proposito un esempio:
"M-L-K se ci metti due e diventa MeLeK = re, se ci metti 2 a diventa MaLaK che vuol dire egli regnò."


Tuttavia nell'esempio da te riportato,va fatta una ulteriore considerazione:è probabile che San Gerolamo(papa Damasco gli commissionò nel 383, la revisione delle antiche versioni latine del Nuovo Testamento) abbia tradotto nella Vulgata, "erroneamente" la parola greca "Kamelos" con "cammello" invece di "corda o fune".

Ho letto considerazioni di vario genere in proposito,e tutte partono dalla constazione che l'iperbole (che è appunto una "esagerazione")appare poco "coerente". Alcuni ritengono che sia fuori contesto per l'espressione utilizzate,mentre altri la ritengono funzionale all'efficacia del messaggio in questione ,infine c'è chi arriva d un compromesso, osservando che Gesù forse si riferiva alla fune col cammello legato...(!?)

Insomma di tutto, di più![SM=g27994]m1:

[Modificato da Topsy 08/09/2004 17.20]

spinoza
00mercoledì 15 settembre 2004 14:39
Re:

Scritto da: Teo60 08/09/2004 9.32
Ciao a tutti,
molti mi hanno chiesto perchè ho cominciato a studiare l'ebraico biblico ed in risposta io dico che tutto è cominciato con il famoso cammello e la cruna dell'ago.
Tutti conosciamo la famosa espressione di Gesù riportata in Mt 19,24 « È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli». Rimando alla lettura dell'accaduto direttamente dal Vangelo qui ci interessa solo la conclusione in cui Gesù elabora sarcasticamente la sua potente immagine del cammello e del regno dei cieli, ispirandosi al mondo dei pescatori del lago di Tiberiade.
Ma nel nostro tradizionale testo del Vangelo ci troviamo in presenza di un fuorviante errore di traduzione. In aramaico Gesù usa effettivamente una formulazione altamente espressiva: «È più facile che una gomena passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli!».
Ora, a causa di una consonante sbagliata nel testo originale, la gomena (gamta) della parabola è diventata un cammello (gamal) e anche il gioco di parole è stato profondamente deformato. I marinai e i pescatori del lago di Tiberiade avevano dimestichezza con le gomene e i relativi aghi. Ma con il passaggio dalla gomena al cammello si è perso sia il motto di spirito che la forza espressiva di questo detto.
Da questo episodio ho cominciato ad esaminare altri punti in cui il testo sembra incoerente sia con la situazione in cui si svolge il racconto evangelico sia con gli insegnamenti di Gesù.
Dico subito che non sono uno studioso ma solo uno studente alle prime armi con la grammatica e la lingua ebraica della Bibbia, pertanto di strada da percorrere ne ho tanta e mi vengono in mente le parole di Lutero:«La lingua ebraica è la migliore di tutte e la più ricca di parole. Se fossi giovane vorrei imparare questa lingua, poichè senza di essa non si può comprendere rettamente la sacra Scrittura. Infatti, il Nuovo Testamento, pue essendo scritto in greco, è pieno di ebraismi e del modo ebraico di esprimersi.»




Carissimi amici
Sono un nuovo iscritto
Chiamatemi Spinoza
Ringrazio Topsy di avermi segnalato questo sito
Premetto che non conosco l’ebraico
Invece sono stato tempo fà uno studioso della Bibbia
A me garba la semantica delle parole e pure l’etimologia
Per quanto riguarda invece l’esegesi biblica conosco solo qual cosetta
Invece per quanto riguarda l’uso metaforico del messaggio biblico ,su questo mi sono impegnato
Perciò Io non posso e non sono in grado di giudicare se una parola è stata tradotta bene o male ,
ma avendo e consultando più traduzioni bibliche mi affido al senso generale e cerco di capire il perché alcuni hanno tradotto chi in un modo chi in altro o diversamente
Riguardo a questo ho notato che le varie religioni hanno le proprie traduzioni e tutte sostengono che certe parole in altre bibbie sono state tradotte male,o che ci sono stati errori che altre traduzioni antiche dicevano diversamente ecc. ecc
Io invece mi limito a comprendere il messaggio e il valore spirituale
Ora passo al senso metaforico
le corna nella testa di Mosè sono un simbolo
Le corna simboleggiano il potere e precisamente che esso è divino e conferisce dignità regale a chi le porta
perciò Mosè con le corna, significa che lui è il portavoce di Dio
Riguardo al cammello anche qui non scendo in guerra sulla corretta traduzione se corda o cammello ,ma mi limito a spiegarne la illustrazione
perciò non è da prendersi alla lettera quanto dice Gesù ,ma Gesù voleva mettere in risalto l’attaccamento del ricco , per le sue ricchezze ,
questa era una illustrazione retorica detta iperbole
e Gesù faceva rilevare che, come non era possibile per un cammello letterale passare per la cruna di un ago letterale,
così era ancor meno possibile per un ricco entrare nel Regno di Dio se conservava le sue ricchezze
Un caro saluto
Spinoza

spinoza
00giovedì 16 settembre 2004 17:46
Re: Re: Re: precisazioni

Scritto da: spinoza 16/09/2004 17.43



Carissimo Amico
Essere chiamato amico,
questo mi fa molto piacere J
Grazie.
È bello essere amici !
D’accordo su tutto quanto hai scritto !
Tutti i libri religiosi hanno un senso interpretativo organizzato attorno al quadruplice senso letterale, allegorico, morale, anagogico (spirituale) orientato alla esplicitazione del significato salvifico, cioè di rivelazione di Dio, proprio della Scrittura.
Anche Gesù dopo aver enunciato le parabole si ritirava con i suoi discepoli per spiegare loro il vero significato d’esse
La Bibbia non fa eccezione
Sette giorni creativi, quattro fiumi gli alberi del bene e del male e quello della vita tanto per citare alcuni punti ecc.ecc. di certo è convenevole che non è cosa da prendere alla lettera perché l’universo o il mondo nostro non si è fatto in sette giorni
Cito poi la cabbala visto il sito sull’ebraismo perché su questo punto insegna molto riguardo all’esoterismo
Mi chiedi Dove ho preso queste informazioni ?
Beh ! un libro vere e proprio non esiste ,ma su qualsiasi enciclopedia che spiega i simboli lo trovi
Poi cito Mricea Elide che ha scritto molto sui simboli
e anche Renè Guènon
Io non possiedo i loro libri ,ma li ho presi a prestito in biblioteca
Dai miei appunti ho “Simboli della scienza sacra” Adelphi -di Guènom-
Per quanto riguarda traduzioni antiche che usano cammello
Nei più antichi manoscritti greci del Vangelo di Matteo esistenti, (il Sinaitico, il Vaticano 1209 e l’Alessandrino), compare la parola kàmelos
Ma è pur vero quanto tu dici . ”. Infatti la versione inglese di George M. Lamsa ha la parola “fune” nel testo principale, e in una nota a Matteo 19:24 dice: “La parola aramaica gamla significa fune e cammello
Spero di essere stato utile
Con affetto
Spinoza
MauriF
00sabato 18 dicembre 2004 00:14
Ciao a tutti.
E' interessantissimo il discorso.
In effetti anche secondo me è più affine al contesto la parola "gomena" rispetto alla parola "cammello".
Siccome sono ignorante mi limito però a sottolineare una cosa riguardo a questa iperbole.

C'è stato un mio amico che mi ha detto:
"allora Berlusconi non andrà mai in Paradiso..."

In effetti se ci si sofferma alla superficie di tale iperbole si intende così.
In realtà il significato è assai più profondo.
La "ricchezza" della quale parla Gesù Cristo non sono altro che gli "idoli" di questo mondo e l'attaccamento per esso.
Se nel cuore dell'uomo non c'è al primo posto Dio, ci sono poche probabilità che l'uomo, alla fine della sua vita, scelga Dio e si salvi.

Gesù spiega bene questa parabola appena dopo:

28Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, 30che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. 31E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».

Ed è una spiegazione molto esplicita:
L'uomo deve ricercare Dio, come prima cosa, con tutte le sue forze.
Tutte le altre cose glie le dona Dio, perchè sa che ne ha bisogno.

E su questo Gesù insiste in maniera particolare.
Dice "che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi"...
Significa che la ricchezza (di cose e persone) non è per forza sinonimo di dannazione...ma deve essere vista e ricevuta come un "dono" fatto da Dio per sopperire ai bisogni dell'uomo.

Dio ci crea un sogno durante la nostra strada che porta a Lui.
Un sogno che può essere concreto.

E Gesù insiste su quest'amore CONCRETO di Dio:

MT 6,[25]Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? [26]Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? [27]E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? [28]E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. [29]Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [30]Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? [31]Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? [32]Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. [33]Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. [34]Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.



Allo stesso modo però riceveremo persecuzioni, perchè Satana assalta maggiormente coloro che non riesce a sedurre attraverso il mondo e le cose materiali.
Satana, non riuscendo a distogliere l'attenzione verso Dio, attraverso gli idoli delle cose materiali, attacca l'uomo in altra maniera e lo perseguita maggiormente.

L'uomo che persegue gli idoli e le cose materiali non riceve e persecuzioni, perchè Satana lo ha già suo...è già sulla strada della perdizione.



Justeee
00lunedì 24 luglio 2006 19:59
Giudizio salomonico
Cosa significa questa espressione che deriva dalla Bibbia?
Cari ragazzi,
avete sentito questa espressione? Deriva da un celebre episodio del Primo Libro dei Re (1Re, 3).

Due donne si presentano al re Salomone e ognuna di esse sostiene di essere la madre dello stesso bambino. Poichè mancano elementi per capire chi delle due ha ragione, il re decide di sacrificare il bambino. Allora una delle due donne supplica il re di salvare quella creatura e di darlo all'altra donna.

Il re capisce così che questa è la madre vera, perchè agisce per amore.

L'episodio, rimasto famoso, rivela la sapienza di Salomone, dote che gli deriva da Dio: "Ecco, io ti dono un cuore saggio e perspicace come non ci fu prima di te nè uguale sorgerà dopo di te" (1Re 3,12).

"Per un piatto di lenticchie"
Un'espressione biblica e un piatto di buon auspicio

Cari ragazzi,
come sapete nelle nostre zone è tradizione avere nel menu di Capodanno le lenticchie, come contorno a zampone o cotechino.

La lenticchia, che deriva il nome dal latino “lenticula”, cioè “piccola lente” in base alla propria forma, è un legume la cui coltivazione risale a tempi molto antichi nel Mediterraneo, presso Ebrei, Greci e Romani.

Secondo un’antica tradizione, regalare un portamonete ricolmo di lenticchie sarebbe stato di buon auspicio: che ogni lenticchia si trasformasse in una moneta!

Da dove deriva l’espressione “Per un piatto di lenticchie”?

Si legge nella Bibbia, nel Libro della Genesi (24, 34):

“Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura”.
Esaù quindi vende al fratello Giacobbe la primogenitura (ovvero il diritto a regnare sugli Israeliti), in cambio di un piatto di lenticchie: un cambio davvero poco conveniente!

Chi trova un amico trova un tesoro
Modi di dire dalla Bibbia
Spesso nel nostro linguaggio comune, anche senza saperlo, ci rifacciamo a frasi bibliche.
Proviamo a ricordarne alcune?

“Chi trova un amico trova un tesoro”

Questa espressione si trova nel libro del Siracide (6,14) e vuole sottolineare il valore prezioso di un vero amico, che vale quanto un tesoro da custodire con cura.


mi viene in mente queella che dice ti maledico fino alla settima generazione .....


Chi si ricorda di latre le inserisca di seguito vedrete quante parole o frasi ahanno attinenza con la Bibbia [SM=g28002]
Justee
00mercoledì 20 dicembre 2006 11:47
cap.8 Deuteronomio

"l'uomo non vive soltanto di pane"
barnabino
00mercoledì 20 dicembre 2006 13:30
Sul giudizio salomonico... un pò di buon umore ebraico!

Il Re saggio

Due donne chiedono udienza al saggio re Salomone, e si presentano trascinando tra loro un giovane.

"Quest’uomo ha consentito a sposare mia figlia!" dice la prima donna, Miriam.

"No! vuole sposare MIA figlia", dice l’altra, Avigail.

E così cominciano a litigare davanti al Re, finché Salomone impone il silenzio.

"Portatemi la spada più grande," dice il saggio re "e io taglierò in due il ragazzo: ognuna di voi riceverà la metà".

"Per me va bene" dice Miriam

Ma Avigail dice "Oh sire, non spargere sangue innocente. Lascia che la figlia di Miriam sposi il giovane".

Il saggio Re non esita un attimo. "Il giovane deve sposare la figlia di Miriam", proclama.

"Ma voleva tagliarlo in due!" esclama tutta la corte.

"Appunto", dice Salomone. "Questo mostra che lei è la vera suocera".

[SM=x511447]
Justee
00domenica 24 dicembre 2006 13:56
in abdia si dice

"Come hai fatto tu, così a te sarà fatto,
ciò che hai fatto agli altri ricadrà sul tuo capo."

in esodo cap 20 si dice

"23Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: 24occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, 25bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido."

[Modificato da Justee 02/01/2007 10.09]

1x2x
00domenica 21 gennaio 2007 11:20
In Osea cap.8 si dice

7E poiché hanno seminato vento
raccoglieranno tempesta.
Justee
00martedì 6 febbraio 2007 15:31
Qoèlet
in Qoèlet si dice nei Cap.2


2C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Justee
00lunedì 12 marzo 2007 11:30
Luca 4

1 Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto 2 dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. 3 Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». 4 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». 5 Il diavolo lo condusse in alto e,
Justee
00domenica 25 marzo 2007 13:49
4Egli sarà giudice fra le genti
e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada
contro un altro popolo,
non si eserciteranno più nell'arte della guerra.


I versi biblici usati all'interno delle Istituzioni mondiali
Justee
00martedì 22 maggio 2007 13:57
Nel vangelo di Giovanni viene detto

7E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".
barnabino
00giovedì 5 luglio 2007 00:26
Si, ma questo della prima pietra è un apocrifo!

Shalom

barnabino
00sabato 7 luglio 2007 14:49
La pericope dell'adultera (Gv 7:59-8:11) è chiaramente un falso, una aggiunta successiva, infatti non si trova nel manoscritto Sinaitico né nel manoscritto Vaticano 1209, anche se compare nel codice di Beza (del V secolo) e in manoscritti greci più tardi. E' omessa però da quasi tutte le versioni più antiche.

Purtoppo la maggior parte di traduttori continua a non segnalare nel testo che questo passo è, con tutta probabilità, un apocrifo. A quanto ne so, solo la TNM, in italiano, separa questo passo dal testo riportandola in un carattere più piccolo a piè di pagina. Da questo punto di vista si rivela certanente un ottimo strumento.

Ciao [SM=x511460]

[Modificato da barnabino 07/07/2007 14.55]

Viviana.30
00lunedì 5 novembre 2007 20:57
37Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.

Detto nel vangelo di Giovanni
Viviana.30
00giovedì 6 dicembre 2007 22:03
Legarsela al dito
LEGARSELA AL DITO
Non dimenticare mai un'offesa un torto o simili, in attesa che giunga il momento di vendicarsi. Questo modo di dire deriva dall'antica usanza di portare addosso, soprattutto alla mano un segno qualunque per ricordarsi di fare qualcosa. Se ne trovano tracce nella Bibbia (Esodo, XIII, 9 e 16; Deuteromio, VI, 8, XI, 18) nel Vangelo di Matteo (XXIII, 5) e negli usi dei popoli orientali. In Particolare gli Ebrei, oltre alla mezuzah appesa al collo, legavano anche alle braccia o sulla fronte piccole strisce di pergamena dette "filatteri", che riportavano i precetti della Bibbia. Sempre in Oriente, per la precisione in Turchia, nacque l'uso dell'anello di fidanzamento come pegno d'amore, che prima di diventare simbolo di promessa ed impegno a un futuro legame era semplicemente il dono che il cavaliere offriva alla sua dama prima di partire per la guerra, in modo che guardandolo pensasse a lui e non lo dimenticasse. Di qui nasce una vasta tradizione di anelli magici come ad esempio quelli che cambiano colore o che si offuscano, e di cui sono piene le favole e miti di ogni genere; ai piu' povere bastava comunque un filo di seta di cui era molto importante il colore. L'eta' moderna ha trasformato molti di questi rituali in forme e simboli diversi, tra cui il nodo al fazzoletto (o alla cravatta)per ricordarsi qualcosa.

Justee
00giovedì 2 ottobre 2008 21:29
Per un piatto di lenticchie
Da dove deriva l’espressione “Per un piatto di lenticchie”?

Si legge nella Bibbia, nel Libro della Genesi (24, 34):

“Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura”.
Esaù quindi vende al fratello Giacobbe la primogenitura (ovvero il diritto a regnare sugli Israeliti), in cambio di un piatto di lenticchie: un cambio davvero poco conveniente!
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