Per fortuna è già on-line sul sito di Jesus, mi limito ad incollarlo.
Affari e rigore morale
di Lilia Lodolini
Una efficientissima organizzazione accanto a una rigida moralità. La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, negli ultimi dieci anni, è cresciuta negli Stati Uniti del 20 per cento. Ma il successo non sottrae i mormoni dal mirino dei media: a far discutere è il nodo della poligamia, bandita nel 1890 ma praticata ancora da alcuni settori "tradizionalisti" ed eretici del mondo mormone.
«E mi raccomando: vestiti bene». La mia amica Rosa non vuole che la faccia sfigurare in chiesa. Rosa è di religione mormone, cioè è una seguace della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, una delle innumerevoli – ma anche delle più note – denominazioni religiose degli Stati Uniti. Il numero dei "Santi", che hanno chiese in tutti i quartieri di New York, è in crescita. Negli Stati Uniti sono 5 milioni e mezzo, 13 milioni nel mondo.
Da qualche tempo i mormoni sono nel mirino dei media statunitensi. Infatti anche se la loro Chiesa ha rigorosamente bandito la poligamia, ammessa fino a centoventi anni fa, tuttora, negli stati dell’Ovest, alcuni mormoni eretici, 30-40 mila persone, scomunicati dalla Chiesa ufficiale, continuano a praticarla. La poligamia è oggi un tema assai dibattuto nella società americana, anche in relazione all’integrazione di immigrati provenienti da Paesi islamici in cui il matrimonio poligamico è consentito. Non manca la fiction di turno (Big Love, Grosso amore) trasmessa da un canale televisivo, che presenta una famiglia formata da un marito e tre mogli.
Specchiato nell’acqua, il Tempio dei mormoni a Salt Lake City
La Chiesa mormone del quartiere di Queens, dove ci rechiamo una domenica mattina, è frequentata da famiglie tradizionali: papà e mamme coi vestiti della festa, bambini tirati a lucido nell’auditorio pieno di sole. Il servizio religioso è diviso in tre parti: la parte sacramentale, la scuola domenicale e l’ora dedicata all’organizzazione. La Comunione con pane e acqua è il sacramento. «Ma perché non il vino?», domando al mio vicino di banco. Brian è un giovane papà con un bambino sulle ginocchia. «Perché la nostra Chiesa proibisce l’alcool, il tabacco, il caffè e anche la coca-cola con la caffeina», risponde. Sono queste proibizioni, secondo alcuni, a dare ai mormoni il primato di longevità rispetto agli altri americani: vivono in media dieci anni di più. D’altra parte, pane e acqua, per loro, sono solo simboli del corpo e sangue di Gesù Cristo.
La scuola domenicale ci mette tutti intorno a un tavolino con il Vangelo e il Libro di Mormon davanti, a confrontare i due testi. Per i mormoni, il Vangelo e il Libro di Mormon insieme costituiscono le Sacre Scritture, e il secondo è secondo loro una continuazione della Bibbia.
Leader e fedeli mormoni durante una delle annuali conferenze generali che si tengono nel grande tempio di Salt Lake City
Secondo la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Mormon – un profeta vissuto nelle Americhe fra il 300 e 400 dopo Cristo – compilò una raccolta di piastre d’oro scritte in una misteriosa lingua egizia. Raccontavano quei testi che, verso il 33 o 34 della nostra era, Gesù discese dal Cielo nelle Americhe, dove compì molti miracoli e, infine, risalì al Cielo. Nascoste sottoterra in quello che poi sarà lo Stato di New York, le piastre furono scoperte secoli dopo da un contadino, Joseph Smith, che in virtù del potere datogli da Dio, le tradusse nel Libro di Mormon, pubblicato nel 1830. Secondo Smith, il nome Mormon deriva da mor (dall’inglese "more", "più") e da mon (dall’egiziano "amon" "bene"). Le perplessità su questo racconto, comunque, sono tante e inevitabili.
Quando esco fuori dalla chiesa dei mormoni, nel sole, vedo, poco distanti, i fedeli che sciamano dalla vicina parrocchia di San Giuseppe in cattolica confusione: blue jeans, tatuaggi, auto in attesa. È il fiorente mercato americano delle fedi. L’80 per cento degli americani dichiara di credere in Dio e il 50 per cento va in una qualche chiesa o tempio tutte le settimane. I cattolici sono 66 milioni. Fra 150 gruppi religiosi americani esaminati, la Chiesa mormone, negli ultimi dieci anni, è cresciuta più di tutti – del 20 per cento – e ora è quarta in classifica, dopo cattolici, battisti e metodisti.
Attivisti mormoni a favore della poligamia
Una efficientissima organizzazione, un forte senso della famiglia, il culto dell’operosità e del lavoro, il senso del dovere, una vita sana e rigidamente morale, le opere di carità ai poveri, l’abbondanza di mezzi resa possibile dal decimo del reddito con cui ogni mormone contribuisce al patrimonio della Chiesa, sono i segreti del successo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni. Oltre che un’ammirevole rete di amicizia fra i fedeli che colma la solitudine della vita moderna.
Per conoscere meglio la realtà di questa Chiesa in espansione e per domandare delle contraddizioni che sembrano caratterizzare la sua storia, ci rechiamo al quartier generale mormone di New York: un magnifico palazzo davanti al Teatro dell’Opera, nel cuore di Manhattan.
Mormoni a New York posano davanti alla statua dorata dell’angelo,
che nel 1823 avrebbe consegnato a Joseph Smith un libro
inciso su tavole d’oro
Nell’immacolato ufficio al secondo piano, ci accoglie Ahmad S. Corbitt, afroamericano, elegante, giovane, padre di sei figli, direttore del Public Affairs Office. In perfetto italiano, alla domanda sulle sacche eretiche di mormoni poligamici, risponde determinato: «La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha vietato la poligamia nel 1890. Prima del 1890 c’erano dei mormoni poligami, ma erano una percentuale a una sola cifra. Ora il nostro credo è che poligamia è un male, è contro la legge ed è contro le norme della Chiesa. E chi la pratica incorre nella scomunica, che è la pena più severa che la Chiesa possa imporre».
C’è anche una spiegazione storica di questo cambiamento. I mormoni, perseguitati perché poligami, dallo Stato di New York si rifugiarono nello Utah, nel Far West. Lo Utah voleva diventare uno Stato. Ma gli Usa non avrebbero mai accettato uno Stato poligamo. Così la rinuncia alla poligamia fu il prezzo dell’ammissione all’Unione. Corbitt spiega che questo è vero solo in superficie. Joseph Smith – dice –, accettando la poligamia non aveva fatto altro che seguire gli esempi di Abramo e Mosè riportati nella Bibbia. Abramo e Mosè avevano praticato la poligamia «per rivelazione» e così aveva fatto Joseph Smith. E fu «per rivelazione» che, nel 1890, il successore di Joseph Smith ne decise l’abolizione. E oggi «la nostra Chiesa ha inviato una lettera a tutti i suoi membri chiedendo loro di prendere posizione a favore dell’emendamento in discussione al Congresso per la difesa del matrimonio. Facciamo parte, infatti, di un’alleanza fra mormoni, cattolici, protestanti ed ebrei per la preservazione del matrimonio monogamico», dice Corbitt.
La prima edizione del Libro di Mormon
Un altro punto poco chiaro nella storia della Chiesa mormone sembra essere il fatto che fino a qualche tempo fa vietasse l’ammissione degli afroamericani. «Non è vero. La Chiesa ha sempre ammesso i neri», risponde Corbitt. «Ma fino agli anni Settanta i neri non potevano accedere al sacerdozio. Poi il divieto è stato revocato. Io sono un afroamericano e sono stato missionario della Chiesa nell’America latina. Abbiamo 56 mila missionari in tutto il mondo: giovani e coppie anziane. Bussano alle porte. I miei genitori hanno aperto la porta e siamo diventati mormoni». Nell’annuario mormone si legge che, grazie ai missionari, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia ha 21.427 membri. Il loro centro è a Roma, sull’Aurelia.
È interessante notare che molti tra i fedeli mormoni appartengono alle élite più ricche della società americana: manager, imprenditori ed esponenti politici di tutte le tendenze. Fra questi, i titolari della Computer Dell e degli Alberghi Marriott, e sei senatori, compreso Harry Reid, senatore del Nevada e portavoce dei democratici in Senato, e Mitt Romney, governatore del Massachusetts e candidato alle primarie repubblicane per le presidenziali del 2008. «Questo succede», dice Corbitt, «perché la Chiesa mormone è fortemente orientata verso le virtù civiche. Vogliamo essere bravi cittadini. Incoraggiamo lo studio e quindi i nostri membri hanno lauree e diplomi che spesso si traducono in carriere prestigiose. Ma siamo assolutamente neutrali in politica. Non abbiamo niente da dire né su Romney né sugli altri».
Gordon B. Hinckley, presidente della Chiesa mormone davanti
al memoriale del fondatore Joseph Smith
ebbene i mormoni proclamino la loro fedeltà a Gesù Cristo e, anzi, si considerino loro i veri cristiani, alcuni teologi cattolici e protestanti hanno forti dubbi in materia. «I cattolici credono nella continuazione della Chiesa primitiva. I protestanti credono nella riforma della Chiesa cattolica. Non voglio mancare di diplomazia, ma noi crediamo che dopo la morte degli apostoli, il cristianesimo sia caduto nell’apostasia», spiega Corbit. L’apostasia è durata fino a quando Dio, attraverso Joseph Smith, ha restaurato la Chiesa nel 1830. Cattolici: continuità; protestanti: riforma; mormoni: restaurazione».
I mormoni, dunque, si considerano un ramo del cristianesimo, ma la loro teologia, tuttavia, è un grosso ostacolo. Un esempio: il battesimo dei morti. I mormoni, che credono nella continuazione perpetua della famiglia in Paradiso, si fanno battezzare come rappresentanti dei morti che, non per propria colpa, non sono stati battezzati in vita. Ecco perché a Salt Lake City c’è un Centro di ricerche genealogiche di fama mondiale per la ricerca degli antenati. È l’interpretazione mormone della prima Lettera di san Paolo ai Corinti, osservano i protestanti e i cattolici più favorevoli al mormonismo. Per loro è un segno che la Chiesa mormone, una Chiesa giovane, che ha solo 177 anni, sta cercando la sua strada, un po’ come i primi padri del cristianesimo. E non escludono un’evoluzione.
Lilia Lodolini
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Il mio parere spassionato: un altro gruppo senza successione apostolica saltato fuori dal nulla per ispirazione di un singolo (è il dramma di tutto il protestantesimo americano).
[Modificato da Polymetis 01/02/2007 23.30]