Padre Pio-Analisi-Stigmate

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Justee
00sabato 16 luglio 2005 23:08

La prima solenne Beatificazione celebrata in San Pietro è quella di Francesco di Sales (Papa Alessandro VII, 8 gennaio 1662).
Fino a tutto il 1969 (per l'ultima volta nella beatificazione di Clelia Barbieri, 27 ottobre 196[SM=g27989], il rito si svolgeva [normalmente nella Basilica di San Pietro, secondo il prescritto di Benedetto XIV, Breve Ad sepulchra Apostolorum, 23 dicembre 1741] in due tempi: in mattinata veniva pubblicato solennemente il Breve di Beatificazione, al termine del quale si scopriva l'immagine del novello Beato nella "gloria del Bernini" e s'intonava il Te Deum; seguiva il Pontificale all'altare della Cattedra, officiato dal Capitolo della Basilica. Ed era questo il Rito di Beatificazione propriamente detto. Nel pomeriggio il Papa scendeva nella Basilica per venerare il nuovo Beato e prendeva parte ad una breve funzione, con la Benedizione Eucaristica, in onore del nuovo Beato.

Una radicale trasformazione del Rito di Beatificazione si è avuta durante il Pontificato di Paolo VI, con l’unificazione dei due momenti celebrativi nell’ambito della solenne Liturgia Eucaristica: è il Papa personalmente che all’inizio del sacro rito procede, con la rituale formula, all’atto della Beatificazione, e dopo la lettura del Vangelo tiene l’Omelia ad illustrazione della vita e delle virtù del novello Beato: segue la Liturgia Eucaristica celebrata normalmente dallo stesso Sommo Pontefice.

Il rito iniziato con la Beatificazione di Massimiliano Maria Kolbe (17 ottobre 1971), con la puntualizzazione poi apportata nella formula, si è perpetuato fino ad oggi, anche nei casi sempre più frequenti di celebrazioni fuori della Basilica Vaticana o fuori della città di Roma.

Con ciò il rito della Beatificazione si è mantenuto sempre distinto e separato dal rito di Canonizzazione e in tutta la storia non si registra un solo caso in cui i due atti siano stati unificati ossia congiunti nel rito celebrativo.

[A cura dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Somme Pontefice]

sicolin
00martedì 26 luglio 2005 09:59

Voglio fare un accenno a quello che penso su tutta sta storia di padre Pio. Giro di soldi, statue, gruppi di preghiera ecc.

Per me padre Pio non era altro che una persona malata nell'animo.
Dico questo perche aveva la tisi, una malattia che la mente crea sul nostro corpo, gli erano spuntate le stigmate, anche queste sono create dai nostri problemi dell'anima, visto che come essere spirituali possiamo manipolare il nostro corpo, aveva le visioni, parlava cn Gesu, viveva una vita di compassione Cioè suffriva tanto per ghi altri ( va bene dedicare la vita ad autare gli altri, ma che centra soffrire e star male per loro ). In pratica era pieno di problemi, tutto il suo successo e stato creato dalla non comprensione della vita da parte della chiesa e delle persone che credono alle cose mistiche.

E tutta una storia sensa senso, ma dato che e stato creato tutto questo attorno a lui tanta gente quando arrivava con l'acqua al collo, e non sapeva dove aggrapparsi andava da lui. Dato che aveva le stigmate cioè una mallatia inspiegabile, dovuta ai suoi problemi tutti andavano da lui.

Gesu da vivo faceva i miracoli ma nn era malato, al contrario era una persona di carattere forte che si faceva rispettare non aveva paura di nessuno ma voleva benne a tutti e qualunque cosa facessero gli altri. Voleva bene soprattutto i peccatori ( cioe la gente inconsapevole ).
Faceva i miracoli a loro e poi diceva, Vai a dire quello che o fatto per te in modo che tutti credano alla mia parola, questo significa anche chi non sta male e sano di salute e tutto deve cercare di capire la parola di Gesu cosa significava e come si fa per ottenere la salvezza. Non significa comportati in questo modo forzando la tua mente sol perche lo dico io. Prima devi capire, poi devi liberare la mente cn la preghiera.
Il fatto di volere bene e un dono che ti viene dopo aver capito e dopo aver fatto la preghiera per liberarti.

Tutti nasciamo inconsapevoli e cadiamo nei peccati, Nessuno escuso, dopo che ci cadiamo dobbiamo uscirci capendo la nostra mente e tutto il resto, Anche io potrei ricaderci in qualche peccato, Mica sn prete che parlo, parlo e non so ammettere di avere i miei difetti. Cosa ne pensate ???????? dite la vostra. Ciao

In pratica questa storia di Padre Pio fa cadere le persone in sbagli ancora piu grossi dato che crea il misticismo piu completo e la confusione. Questo piace alla chiesa cattolica cosi potra fare soldi.......

Prima di tutto occorre capire la parola di gesu ( cioe diavolo, Noi) tutti siamo tentati dal diavolo. Mente reattiva scentoogy.
yhuj yhuj
benimussoo
00martedì 26 luglio 2005 10:27
SENTI CHI PARLA...

Per prima cosa... buongiorno da quanto tempo? Stai bene?

Si penso proprio di si! Pensavo fossi andato a fare l'eremita su in alta montagna?

ORA RESPIRA LENTAMENTE ...E SE PUOI ASCOLTAMI....

A parte il fatto che hai un idea così distorta del mondo Cattolico, ma questi sono fatti tuoi! Non so perchè continui a giudicare togliendo la pagliuzza nel occhio di altri fedeli, quando negli Scientology ci sono delle travi enormi e pesanti! Forse avrei accetato una serie di domande poste diversamente, leggo un minestrone di parole e di congeture che mi lasciano molto perplessa sulla mente reattiva!

ftrytry coraggio puoi fare di meglio di solito siete classificati i grandi manipolatori, pensa a quanti Neuropsichiatri rendete la vita bella, di come si arricchiscono con certi pazienti che hanno turbe psichiche, solo perchè non ritenuti validi e rifiutati dalla vostra organizzazione! Ma ci pensi che bisness!!!

Cmq, penso che tutto sommato che non ne hai colpa ...sono gli altri che ti hanno reso così. Ci vuole calma e pazienza affidati nelle mani di Gesù, l'uomo a volte sa essere cattivo, e manipolativo, Ma Gesù ti ama!


QUESTO POST NON VUOL ESSERE POLEMICO, INVITO QUALSIASI AD AVERE TONI CALMI come ho cercato di fare (almeno lo spero) io! Grazie ciao Dana[SM=x511460]

sicolin
00martedì 26 luglio 2005 11:06
ciao dana
Sto poco, bene. Non so se ti ho detto che sn malato di cuore e non credo che vivrò molto, penso che ormai ho pochi anni di vita.
Io ho parlato di padre Pio e ho detto che solo gesu può fare i miracoli e non un malato come dice la chiese cattolica, che sbaglia tutto gesu non voleva che qualcuno soffrisse lui ha portato un messaggio e basta.
Se vuoi portare un messaggio non devi essere malato.
Le stigmate di padre Pio devono essere per forza opera del diavolo e mai gesu avrebbe voluto questo ad una persona.
Io comunque frequesto gli evangelisti cristiani e mi piace molto il loro sistema sono bravissimi in casi estremi tipo drogati, depressi ecc. Sono 100 volte piu bravi degli scentology.
Ma chi ha fatto scentology l'ha scritto come si doveva fare solo non so perchè gli scentology molte volte sbagliano, invece gli evangelisti no.

Io dovrei fare la preghiera nel gruppo ma ancora non trovo il coraggio spero di farla prima che muoio.
Anche io mi sono trovato male nel gruppo scentoogyst, della mia zone non mi hanno dato ne conforto ne affetto, ma questo credo non dipenda da scentology ma dagli scentologyst.

Io appoggio molto gli evangelisti, tutto quello che ha fatto e detto Gesu e anche leggo molto Scentology.

Comunque sta storia di Padre Pio e solo un giro di soldi e basta, con gesu non centra niente.

Ciao da Giulio[SM=g28002] [SM=g28002]
benimussoo
00martedì 26 luglio 2005 11:27
Mio caro amico, mi spiace, stai vivendo una brutta esperienza per quanto riguarda la tua malattia, penso che bisogna aver coraggio e tu lo stai dimostrando! Pregherò perchè tu possa continuare a vivere circondato da molte persone che ti aiutino e ti sorregono nella tua sofferenza non troppo facile! Vedi io credo che Padre Pio fosse inviato e Benedetto da Dio, con i soldi che ha raccolto ha costruito un ospedale, da solo senza aiuti, ma solo con l'aiuto della povera gente! Poi diventato vecchio alcuni hanno visto e toccato con i loro occhi il grande carisma di fede, ma altri hanno visto solo speculazione, che tristezza e delusione! Ma non per questo dobbiamo pensare che Padre Pio non fosse una persona non timorosa di Dio, anzi ha dimostrato il contrario evangelizzando molte persone!

Sono lieta del tuo nuovo cammino spirituale, ma ricorda affidati solo nelle mani di Dio, solo lui è giusto e amorevole avrà letto nel tuo cuore la tua nuova conversione! Ciao Dana[SM=x511460]

ertreyt ertreyt ertreyt
husband70
00martedì 26 luglio 2005 11:39
Non mi permetto di giudicare nè padre Pio, nè la sua opera sicuramente compiuta in assolutissima buona fede, nè scientology, che conosco molto superficialmente.

Però è un dato di fatto che attualmente è in atto una vergognosa speculazione, un vero e proprio sfrenato business intorno alla figura di questo brav'uomo che ha cercato di fare del bene.

E la chiesa cattolica, per quel che mi risulta, non fa nulla per mettere un freno a questa
vergogna, anzi mi sa tanto che ci marcia sopra allegramente.


Saluti.

[Modificato da husband70 26/07/2005 11.41]

sicolin
00martedì 26 luglio 2005 12:14
bella risposta
Come ho detto prima tutta questa storia di padre Pio porta la gente a sbagliare e tanto.
Alla chiesa cattolica basta che girino soldi tutto e ok. Ma vi assicuro che padre Pio era una brava persona sicuramente. Ma non aveva nessuna capacita era stato reso famoso dalla sua malattia che li faceva conparire le stigmate. Tutto questo misticismo, la malattia inspiegabile, portava tanta gente da lui che volevano liberarsi dei peccati.
In pratica i suoi miracoli erano dovuti al fatto che la gente andava da lui invece di andare da altri.

Il bello che i soldi raccolti non vengono inpiegati per liberare delle anime ma solo per aiutare la gente con metodi non funzionanti come la medicina.

La chiesa cattolica ha dimenticato completamente quello che faceva Gesu.Si devono invogliare la gente a chiedere aiuto perche cambi non fare opere di carita e lasciare tutto come si trova.
Gesu diceva che chi non crede in lui e gia morto. Che senso ha fare elemosina a dei morti e non forzarli a tornare in vita.???????

Ciao da Giulio
benimussoo
00mercoledì 27 luglio 2005 16:06
Uffffffiiii !!![SM=g27996] Di nuovo esclamazioni contro la Chiesa [SM=g28000]
Ebbene ora vi scrivo cosa dicevano di lui (Padre Pio)...

Come figlio di Francesco di Assisi, Padre Pio coniuga in modo esemplare ed indivisibile l'attività contemplativa ed apostolica, l'amore a Dio e ai suoi fratelli:"Il tutto si compendia in questo "Sono divorato dall'amore di Dio e dei fratelli". L'esperienza di Padre Pio è comprensibile unicamente nell'orizzonte di un rapporto di amore unico, intimo ed intenso con Dio, nel quale prende origine, si muovono e si consumano sogni, progetti, pensieri, sentimenti, decisioni, gesti:"Dio per meè sempre fisso nella mente e stampato nel cuore. Mai lo perdo di vista". E disse ancora:" Io ho fatto la mia parte...la vostra ve la insegni Cristo".

Vi ho scritto una minima parte di quello che c'è scritto sugli "Studi su Padre Pio" Rassegna quadrimestrale di ricerche su Padre Pio. Edizioni Voce di Padre Pio.

Ieri sono andata in Parrocchia, ho fermato il Don , mi ha fatto parlare con il gruppo di preghiera di Padre Pio, delle devote donne che dopo mille risposte mi hanno regalato questo libro molto interessante!

Anche la Chiesa condanna ancora adesso certe speculazioni di santini e rosari, ma si rendono conto che in quella Regione la Puglia, in quel paese sito in mezzo ai monti non esiste lavoro se non quello turistico, e come se uno di noi va in vacanza e compra la statueta del monumento e lo porta a casa come souvenir, o vai a venezia e compri una gondola in miniatura.

Tenete presente che la chiesa non ha rilasciato neanche un visto alle mille bancherelle che nascono nei giorni di grande turismo! Una vecchiettina del gruppo di preghiera mi ha raccontato che non bisogna comprarle, perchè esistono gruppi satanici che si mettono a venderle !!! Quante se ne sentono!!!

Forse è meglio pensare a cosa disse Padre Pio :

E' difficile amare, spesso crediamo di amare
non facciamo altro che amarci. E roviniamo tutto.
Amare significa incontrarsi, e per incontrarsi bisogna accettare di uscire da se stessi per andare verso l'altro.
Amare significa comunicare, e per comunicare bisogna dimenyicarsi per un altro.
Bisogna morire a sè completamente per un altro.
Amare fa soffrire, perchè dopo il peccato, amare significa:
"Crocefiggersi per un altro".
Padre Pio

ciao Dana[SM=x511460]
M.Tamburino
00mercoledì 27 luglio 2005 16:42
Re:

Ieri sono andata in Parrocchia, ho fermato il Don , mi ha fatto parlare con il gruppo di preghiera di Padre Pio, delle devote donne che dopo mille risposte mi hanno regalato questo libro molto interessante!



Tale e quale a Scully ... [SM=x511455]
sicolin
00mercoledì 27 luglio 2005 16:53
nessuno e contro la chiesa
Padre Pio era una crava persona su questo non ce dubbio e sapeva aiutare e dire belle parole di conforto, ma non poteva fare nessun miracolo.
Una persona malata non può fare miracoli padre Pio faceva i miracoli grazie al giro di misticismo creatosi intorno a lui anche io sarei disposto a morire per aiutare gente. Ma questo che significa??? Mica mi taglio le vene. Significa che se ce un rischio da correre per aiutare una persona lo corro. Ad esempio per poter aiutare prostitute e necessario correre molti rischi dato che devi metterti in mezzo a tanta gente che approfita della situazione.
Guarendo una prostituta ti metti tanta gente contro, cioè tutti i suoi clienti. Anche i genitori c'è l'avranno con te perchè avrai dimostrato che loro non erano capaci di autarla.

Gesu e stato ucciso perchè il suo comportamento non piaceva a molti. Non significa che gesù soffriva per gli altri lui era forte di carattere ma sapeva che l'avrebbero ucciso ma era l'unico sistema per poter portare il suo messaggio.

Padre Pio lo vogliono sostituire a gesu non centra niente gesu con padre pio e San Francesco.

Solo Gesu andava in giro con peccatori rinunciando a tutto e mettendosi nei guai per poter camminare con loro.

Tutto il resto e inventato dalla chiesa. Gesu non voleva morire in croce ma purtroppo era l'unico sistema per poter portare il messaggio. Se uno soffre per gli altri non gliene frega niente a nessuno devi andare dai peccatori con decisione e tono di cove deciso e dolce allo stesso tempo.
Devi spiegare a loro cosa e giusto e cosa sbagliato e se non stai attento rischi tanto.

Questo la fatto Gesu e dovrebbe bastare a gesu l'hanno ucciso non e stato lui a farsi uccidere non poteva opporsi a questo dilemma doveva portare il messaggio o portava in messaggio o lasciava tutto. Portare il messaggio crea questa situazione alla gente e quindi ti uccideranno.

Portare un messaggio non significa essere masochisti. ciao da Giuliolmof lmof
ertreyt
MauriF
00giovedì 28 luglio 2005 01:41
Scusa...chi dovrebbe sostituire chi? jyhu

Poi mi verrebbe di chiederti perchè affermi una verità antievangelica quando dici che "solo Gesù può compiere miracoli" quando Gesù stesso afferma ai suoi discepoli che non solo avrebbero potuto fare ciò che ha fatto Lui, ma che avrebbero fatto cose anche più grandi?

Chi crede nell'intercessione e nei doni dello Spirito Santo che Dio da alla sua Chiesa, crede che tali doni non siano frutto di colui che li compie, ma...per l'appunto...dello Spirito Santo che è Dio Onnipotente.

Sai come discerne la Chiesa colui che riceve un dono dallo Spirito Santo da colui che riceve il "corrispettivo dono da Satana"?

Primo si guarda alle indicazioni della Parola di Dio:

1)Dai frutti si riconosce l'albero...e "nel tempo si valutano i frutti". E per Padre Pio i frutti erano ottimi.
2)Uno spirito per essere "da Dio" deve riconoscere che Gesù Cristo è venuto nella carne...
Padre Pio faceva una messa al giorno...l'Eucarestia è appunto la proclamazione di tale verità di fede: Gesù Cristo che è Dio si è fatto uomo, il Verbo si è fatto carne.

Poi...
colui che riceve un dono "da Satana", lo riceve esclusivamente perchè "accresca il suo orgoglio".
Per questo se colui che ha questo dono accresce in ORGOGLIO...e non rimane umile(come Gesù Cristo, come la Madonna, come S.Francesco...come P.Pio..)...è molto probabile che abbia ricevuto un dono da satana.

Il dono satanico, inoltre, da indicazione degli esorcisti...ha la caratteristica di "dover ricaricare i suoi poteri da una fonte".
Cioè, quando il guaritore guarisce...ad esempio...ha bisogno di riposo e di riaquistare "potere".

I doni dello Spirito Santo hanno invece "FONTE INESAURIBILE IN DIO ONNIPOTENTE" e colui che li possiede per volere di Dio, non vede esaurirsi la fonte dalla quale li trae...
Un determinato giorno della vita possono cessare...ma quando lo Spirito Santo agisce, non ha bisogno di ricariche e di riposo.

Le stigmate non sono "Dio che fa soffrire"...sono la PARTECIPAZIONE ALLA PASSIONE DI GESU' CRISTO.
E sono segno evidente di amore estremo nei confronti di Gesù Cristo.
Perchè se sei cristiano, tu sai che l'amore per Gesù Cristo passa dalla consapevolezza della sua Passione...
Che è l'espressione del Suo immenso amore per noi.

Ciao
Mauri

husband70
00giovedì 28 luglio 2005 10:24
Personalmente ribadisco di non avere nulla contro la persona di padre Pio, nè entro in merito alle stimmate e agli altri fenomeni che lo hanno accompagnato.

Quello con cui non sono d'accordo è la sfrenata e vergognosa speculazione che si sta facendo intorno alla sua persona.

Non si può nemmeno parlare di turismo perchè a Roma, a Firenze, a Venezia o a Napoli ci sono tesori artistici, archeologici e paesaggistici che sono patrimonio dell'umanità.

Ma non è giustificabile uno spudorato commercio simoniaco che viene effettuato sfruttando la dabbenaggine della gente attirata da santini e false reliquie miracolose. Sfruttando la superstizione e l'ignoranza di cui la chiesa cattolica si è nutrita da sempre ( vendita delle indulgenze docet ).

E non mi si venga a dire che la chiesa è attualmente estranea a questa vergogna.
Quando Gesù cacciò i mercanti dal tempio i sommi sacerdoti si risentirono perchè erano i primi beneficiaria di quell'obbrobbrio.

Saluti.
MauriF
00giovedì 28 luglio 2005 10:37
Io sinceramente non riesco a capire perchè...secondo voi...satana dovrebbe rimanere lontano quando Dio agisce.

Dove agisce Dio, satana ci si mette di traverso.
Dovrebbe essere chiaro a chi conosce la Sacra Scrittura.

Quando salta fuori satana?
Ogni qual volta che c'è la luce...per soffocarla.

E lo fa anche attraverso queste cose...

Non c'era un Giuda fra i dodici?
Così accanto a Gesù Cristo da dargli un bacio e tradirlo...

E' forse da condannare Gesù Cristo o la Chiesa?
benimussoo
00giovedì 28 luglio 2005 12:47
Oh...era ora mi si impallava [SM=g27995] non so se il termine sia giusto!

Ciao MauriF, finalmente sei tornato dalle vacanze!!!

Bella l'ultima tua considerazione! [SM=g27988]

L'evento della canonizzazione ci consegna un santo che ha illuminato e illumina il volto della Chiesa e dell'umanità. Il dono di un nuovo santo non può essere, tuttavia, soltanto ed unicamente motivo di gloria e di vanto, di narcisismo puerile e contemplazione sterile, ma provocazione e sfida circa nuove responsabilità e compiti sul piano della testimonianza fraterna, dei valori evangelici e degli impegni pastorali, in particolare attraverso il ministero della riconciliazione.

In un contesto di indifferenza religiosa e di neopaganesimo, ma con una profonda nostalgia del trascendere, siamo chiamati non solo a raccontare viccende e fatti legati alla sua esperienza, ma scrivere nel suo nome e sul suo esempio nuove pagine di amore a Dio e ai suoi fratelli.

Troppo bello questo libro ...ora vado a mangiare, se mai più tardi vi scrivo altre cose molto interessanti! Ciao Dana[SM=x511460]

sicolin
00giovedì 28 luglio 2005 17:17
nn ricordo chi l'ha detto
Non ricordo chi l'ha detto ma per quando riguarda Gesu. E vero che lui disse chi cammina nel mio nome farà i miracoli ma non disse io lo farò soffrire e neanche voglio che soffra nel mio nome.

Se padre Pio aveva le stigmate significa che non camminava nel nome di Gesu e poi essere umile non significa fassi prendere a schiaffi ma significa riuscire a non vantarsi a non arrabbiarsi a non prendersela davanti a qualsiasi situazione.

Gesu disse che tanti camminando nel suo nome possono essere uccisi trattati male, ma e meglio questo che perire nella genna.

Padre Pio non e stato ucciso da nessuno a sofferto da solo con le sue malattia non e quello che diceva gesu.

Lui diceva che saresti trattato male se cammini nel suo nome perchè a tanti non piace essere contraddetti.
Padre Pio faceva i miracoli ma era malato in pratica gesu lo seguiva poco e niente, comunque in un certo senso lo seguiva perchè la gente ha deciso che era cosi, ma nn e vero, Quindi faceva i miracoli per decisione della gente.

In un certo senso e come se i miracoli di padre Pio li abbia Fatti il diavolo per portare la gente in una strada sbagliata non nella verità..
Fidatevi di me.

Ciao da Giulio.
yhuj
Master Mystery
00venerdì 29 luglio 2005 06:43
Vabbe che centra, in tutto il mondo ci sono servitori di Dio che soffrono, chi ha l'aids, chi ha l'alzheimer, chi il diabete, chi di terribili emicranie CONTINUE per tutta la vita, tanto dolorose che non fanno che piangere, chi è zoppo, chi ha bisogno di continue trasfusioni se no muore, chi muore di fame, chi di freddo.. non mi sembra che c'è ne sia UNA tra le tante religioni che ha partecipanti unicamente felici, con nessuno che soffre per pene proprie, senza che gli altri centrino qualcosa. Anche nella Bibbia abbiamo esempi di grandi fedeli che hanno sofferto le "pene dell'inferno" con malattie o altro.

Noi dobbiamo valutare delle semplici cose.. Padre Pio ha sollevato il morale di una o più persone? Fare questo è male o bene? Se è bene.. un punto per Padre Pio.
Ha dato la fede ad atei, ha dato alla gente più possibilità per avvicinarsi a Dio interessandosi? Se questo è bene, un'altro punto per Padre Pio.
Padre Pio ha insegnato cose giuste? Non dico dottrinalmente parlando, ma almeno moralmente.. le ha insegnate? Se l'ha fatto, e se questo è giusto, un'altro punto per Padre Pio.
Padre Pio aveva molte angosce verso chi soffriva? Li aiutava? Provava qualcosa per loro? Si dice che l'importante è il "pensiero", ma Padre Pio non solo ci pensava, ma aiutava la gente.. se questo è giusto, un'altro punto per Padre Pio.

Ciò che penso è che sarebbe giusto valutarle bene le cose. Il fatto che Padre Pio può esser stato (o è ancora) uno stratagemma di Satana per sviare la gente, deve essere dimostrato, se no son turbe mentali. E se come prova si porta il fatto che Padre Pio soffriva e quindi non poteva essere un seguace di Cristo per questo motivo, imho, è una prova inutile. Poi la faccenda del "misticismo" non è molto chiara, anche gli apostoli di Gesù erano accusati di "stregoneria". Bisogna andarci cauti e sapere cosa si dice.

Detto questo, volevo soltanto chiarire meglio la questione di Padre Pio e basta, perchè dal punto di vista speculativo c'è molto da criticare. Persino negli autogrill dell'autostrada vedo spessissimo statuette, quadri o altro di Padre Pio accanto a riviste e film porno.

[Modificato da Master Mystery 29/07/2005 6.45]

[Modificato da benimussoo 29/07/2005 10.49]

benimussoo
00venerdì 29 luglio 2005 11:07
Si dice ancora di lui...

Come nel suo tempo Francesco d'Assisi fece la sua parte, così dovranno fare i suoi figli in ogni tempo e nei diversi contesti nella luce dello Spirito. Così è stato per Padre Pio, che ha portato a termine la "missione grandissima" affidatagli da Dio e ha realizzato pienamente quella parte disegnata e contenuta fin dall'eternità nel suo progetto di vita.

Con il riconoscimento della sua santità, a noi suoi confratelli, inseriti in questo tempo e in questa storia, viene consegnata la sua memoria come icona vivente, perchè attenti al soffio dello Spirito e nell'attenzione ai segni dei tempi sappiamo leggere ed interpretare, interiorizzare ed incarnare, custodire e trasmettere il messaggio limpido ed essenziale che si sprigiona dalla sua testimonianza evangelica, che è di una sorprendente freschezza ed attualità. Ciao Dana[SM=x511460]
Justee
00mercoledì 3 agosto 2005 14:31
aggiungo ..
Ho trovato questo sito che credo riassuma tuuto ciò che è inerente a d un processo di canonizzazione

Approfondimento canonizzazione

e infine inserisco quello ufficile della CCCR

Vaticano e Canonizzazione
Master Mystery
00venerdì 5 agosto 2005 16:37
A quanto ho capito la canonizzazione e la beatificazione sono la stessa cosa? La beatificazione è il riconosciumento della santità di un individuo, giusto? E che grazie a questo si può riconoscere che una persona sta nel regno dei cieli e può ricevere preghiere.. ma grazie a che cosa viene fatto questo? La bibbia ne parla? E cosa ne può sapere l'uomo se un suo simile sta all'inferno o in paradiso? L'uomo non può avere il giudizio di Dio neanche verso chi ci sembra il più malvagio di tutti, come possiamo averlo su chi ci sembra il più buono di tutti? Cioè, come fa la chiesa a sapere chi è in cielo e può ricevere preghiere, e sopratutto come fa a dire una cosa del genere visto che l'uomo non può giudicare, ma solo Dio? Sono del parere che per quanto una persona può essere buona o cattiva, non si può sapere se sarà salvata. Quindi vorrei sapere su che cosa si basa la C.C. per dire cosa ha scelto Dio (se salvare o meno una persona), e la base che usa per dire che è giusto pregare questi santi.. spero ci sia qualche fondamento bibblico. Tra testimoni di Geova e cattolici ci sono luuunghe discussioni sul fatto se sia giusto pregare il Figlio di Dio o meno, non oso pensare che razza di discussioni verrebbero fuori se sia giusto o sbagliato, necessario o inutile, pregare i santi.
benimussoo
00venerdì 5 agosto 2005 17:29
Allora ci provo...dura prova!!!

Soffrire con Gesù mi è caro...

Padre Pio, vive ed esercita il suo ministero sacerdotale in due ambiti specifici: l'altare e il confessionale, che sono i due elementi o poteri che caratterizzano il sacerdozio cattolico nella specificità e nella sua vera essenza; la facoltà di consacrare il corpo e il sangue del Signore e quella di rimettere i peccati.

Dal giorno della sua ordinazione l'altare diviene " la fonte e il culmine, il perno e il centro di tutta la sua vita e di tutta la sua opera". Nella messa, che definisce "mistero tremendo", partecipa profondamente alla passione di Gesù Cristo, offrendosi come "vittima" in espiazione e riparazione dei peccati dell'umanità.

Lo stato di "vittima" rappresenta sicuramente un punto centrale della sua esperienza e del suo ministero sacerdotale. In questo senso la sua "missione" si definisce in termini di "vocazione a corredimere".

Restano indelebili le parole di Paolo V|:"Diceva la messa umilmente". E Giovanni Paolo ||: "Chi non ricorda il fervore col quale P.Pio riviveva nella Messa, la Passione di Cristo"? Era quella messa, celebrata e vissuta intensamente, a richiamare l'attenzione di mille persone.

L'altro polo è il ministero della riconciliazione, esercitato con fedelta ed assidua, eroicità ed amore davvero impressionanti, tanto da meritare da parte di qualcuno il titolo di "martire del confessionale". In questa attività in senso lato possiamo far rientrare anche la direzione spirituale delle anime.

Come confessore Padre Pio si sente bruciare dal desiderio di "prosciogliere i fratelli dalla cd di satana" e ne ha prosciolti davvero tanti, assumendo e portando il peso di tanti peccati dell'umanità debole. Anche il suo modo di confessare, che faceva parte di un carisma personale e rientrava in una pedagogia ben precisa, era finalizzato al bene delle anime.

Quanto amore misericordioso, quanta grazia, luce e consolazione si siano riversati sulle anime da lui ascoltate, confessate e dirette solo a Dio, solo Dio lo sa.

Quindi concludo ognuno è libero di affidarsi o no a Dio, come anche è libero di chiedere ad un Santo di raccogliere le preghiere e portarle direttamente a Dio.

In chiesa se entri esistono delle statue dove, le vecchiettine si inginocchiano non per adorare la statua, ma pregano con il cuore di essere aiutate, affidano le loro preghiere perchè esse possano arrivare prima a Dio! Ma ci pensi quanta umiltà...prova a chiedergli il perchè? Pensano che Dio a cose più importanti da fare e sono certe che un Padre Pio che hanno visto con i loro occhi , sanno che le ascolterà come è stato quando era presente! Ciao Dana[SM=x511460]
Master Mystery
00venerdì 5 agosto 2005 19:08
Sul fatto che ognuno è libero di pregare chi e come vuole non ci piove, infatti io sono "anche" qui per capire un determinato proposito, quello di Dio, per capire cosa lui vuole da me, non certo per far capire ad altri ciò che lui vuole da loro. Tutte le altre persone quindi, possono fare ciò che vogliono in base a ciò che credono, non mi secca per niente [SM=g27987]
Io voglio solo sapere su che cosa si basa la C.C. per beatificare una persona, dove trova la giustificazione (o la richiesta) per dire chi è in cielo e può ricevere preghiere e via discorrendo. Siccome per trovare questa "verità" io voglio basarmi sulla Bibbia, vorrei sapere da dove viene presa questa cosa, se no mi sembra una cosa aggiunta arbitrariamente. Voglio dire, in tantissime discussioni ho letto di cattolici (o di presunti tali) che giustificavano il fatto che si può pregare Gesù Cristo, il Figlio di Dio, perchè anche lui è Dio. Poi si viene a sapere che si possono pregare le persone morte, che secondo la dottrina cattolica ora sono sante e in paradiso. Allora mi sfugge il significato delle parole di Gesù quando diceva che dobbiamo pregare solo il Padre (o "Dio" in senso trinitario, meglio scrivere in modo "politicamente corretto" [SM=g27987]).


Ne aprofitto per dire che sto facendo un trasloco, nei prossimi giorni "forse" replicherò, una volta che mi toglieranno la linea dovrò aspettare che mi riabilitino l'ADSL nel nuovo paese. Sempre sperando che riescano ad attivarla in tempi utili, e non dopo mesi.. e sempre se c'è questa adsl! (ma dovrebbe starci)
Quindi ne aprofitto per salutarvi ora a tutti quanti, caso mai capiti la disgrazia di dovermi ri-connettere chissa quando..
Justee
00domenica 7 agosto 2005 11:03
Approfondimento:

Canonizzazione
Canonizzazione Nella Chiesa cattolica, atto col quale il papa proclama pubblicamente la santità di un defunto, proponendolo alla venerazione dei fedeli; è di solito l'ultimo atto di un lungo processo, cominciato con la beatificazione. Il decreto di beatificazione è una dichiarazione ufficiale della santità della vita di un individuo, che può quindi essere venerato come "beato"; la canonizzazione conferisce il titolo di santo.

La pratica moderna della canonizzazione origina dal costume della Chiesa antica di onorare pubblicamente i martiri; in seguito, per molti secoli, il culto dei santi trasse origine dalla spontanea religiosità popolare, mentre un sistema simile alla canonizzazione venne adottato solo relativamente tardi. Fu infatti papa Alessandro III che nel 1171 riservò al papato il diritto della canonizzazione; papa Urbano VIII, in due costituzioni promulgate nel 1625 e nel 1634, fissò norme più rigorose e stabilì la procedura di canonizzazione che, con esigue modifiche, viene ancora oggi seguita.

La canonizzazione, tranne dispensa speciale, non può essere decretata finché non siano trascorsi 50 anni dalla morte del candidato. Il processo che precede il decreto mira a stabilire due requisiti dell'esaminato sulla base di testimonianze adeguate: virtù eminenti, indicate tecnicamente come virtù "eroiche", e il compimento di almeno due miracoli autentici. Se l'esame iniziale ha esito positivo, il papa accoglie la causa e l'assegna a un comitato della Congregazione per le cause dei santi, che esamina specificamente le virtù e i miracoli; in tal modo "viene introdotta" la causa. Con l'introduzione della causa, cioè del processo pontificio, il beatificando riceve il titolo di "venerabile". Se il candidato supera la sequenza degli esami viene pronunciato un decreto di beatificazione. Prima che venga istruito l'ulteriore processo di canonizzazione, i testimoni devono dichiarare che il candidato ha operato un certo numero di miracoli dopo la beatificazione (pertanto, post mortem). Il caso viene esaminato ancora in parecchie riunioni; l'ultima, in cui si decide il decreto finale, si svolge alla presenza del papa. La cerimonia di canonizzazione ha luogo nella basilica di San Pietro in Vaticano ed è una delle più solenni e maestose tra le funzioni papali.

La canonizzazione equipollente o equivalente si fonda sulla prova di venerazione da data immemorabile, oppure su un riconoscimento papale che concede la venerazione, che sia anteriore alle norme di Urbano VIII. In tali casi il papa può pronunciare subito il decreto di canonizzazione. La beatificazione equipollente è un processo sommario di tipo analogo: il papa accoglie i risultati del processo preliminare e decreta immediatamente la beatificazione.


barnabino
00mercoledì 2 agosto 2006 23:07
Cari amici,

Scusate, a me il fatto che Francesco Forgione abbia denunciato dei cristiani testimoni di Geova alle autorità fasciste dell'epoca solo perchè predicavano una teologia differente dalla sua lo squalifica completamente ai miei occhi. Questo io lo trovo piuttosto grave, un santo avrebbe dovuto usare ben altri mezzi di persuasione.

Lo dico senza polemica perchè la Chiesa Cattolica è libera, ovviamente, di scegliere chi ritiene santo. Però in questo caso ci vedo davvero molta superstizione...

Shalom
1x2x
00domenica 3 settembre 2006 17:00
L'Opera di San Pio da Pietrelcina
Le Origini
Quando nel 1916 Padre Pio, un frate cappuccino della provincia monastica che fa capo a Foggia, approdò a San Giovanni Rotondo per cambiare un po’ d’aria a causa delle sue precarie condizioni di salute, trovò un convento eremitico immerso in una natura intatta e deserta, con a valle un paesino privo d’ogni possibilità di assistenza e cura che non fosse quella dei diligenti medici condotti.

L’apparizione clamorosa, due anni più tardi, delle stimmate, e il conseguente enorme afflusso di folle intorno a lui, gli mostrò la sofferenza delle popolazioni più vicine del Gargano, e poi di quelle limitrofe, in tutta la sua vastità. Malati d’ogni genere lo supplicavano rivolgendosi a lui come uomo del Signore.

In particolare, lo colpiva il venire a conoscenza dei grandi disagi di chi da quei paesi arroccati sul promontorio del Gargano aveva bisogno di cure ospedaliere, o comunque specialistiche, per le quali il luogo più vicino era Foggia. Difficoltosa a raggiungersi con le strade e i mezzi di allora.

Incominciò subito a pensare a qualcosa che, per lo meno nel paese di San Giovanni Rotondo, potesse soddisfare i bisogni dei malati.Il risultato di questo suo spirito di carità fu l’”Ospedale Civile San Francesco”, una piccola struttura ospedaliera che disponeva di pochi posti letto, ma attrezzata con due sale operatorie. Questa iniziativa fallì quasi subito, per il disinteresse di chi avrebbe dovuto gestirla e per una combinazione di eventi sfortunati, tra cui il terremoto del 1938 che distrusse quasi totalmente l’ex convento che ospitava il piccolo nosocomio.

Intanto, andava maturando la sua idea originaria di un sollievo della sofferenza da attuare con un nuovo ospedale da costruire nei pressi del convento, unendo le cure mediche del corpo a quelle dello spirito: la Casa Sollievo della Sofferenza.

Nata nelle parole e su appunti di carta il 10 gennaio del 1940 nella sua cella con alcuni dei suoi figli spirituali: Guglielmo Sanguinetti, Mario Sanvico, Carlo Kisvarday, John Telfener, Ida Seitz, Angela Serritelli, Cleonice Morcaldi. Un nucleo di fedeli guidati, esortati e incoraggiati da Padre Pio e mossi, nel difficile cammino intrapreso per realizzare il suo disegno, da una grande fiducia nella Provvidenza.

Con un fondo cassa di solo quattro milioni di lire, la costruzione iniziò subito dopo la sospensione forzata per gli eventi bellici, sulla base del progetto di Angelo Lupi, un uomo abruzzese di grande genialità che non era né ingegnere né geometra, ma autore di un progetto piaciuto a Padre Pio, che lo scelse tra altri indicando anche il luogo dove l’ospedale, allora chiamato “clinica”, doveva sorgere: la montagna vicina.

Fu necessario uno sbancamento massiccio della dura roccia garganica, con l’arruolamento di centinaia di operai reduci dalla guerra e venuti dai campi animati dalla volontà di lavorare all’erezione di quell’Opera che appariva a tutti come un dono della Provvidenza, nato dalla spiritualità e dal grande sentimento di carità di Padre Pio.

Come sostegno di quella azione cristiana volta ad alleviare le sofferenze, nascono in parallelo all’Ospedale i Gruppi di Preghiera, un movimento spirituale laicale, diffuso in tutto il mondo, che trova il suo carisma fondamentale nella preghiera di intercessione.

Casa Sollievo della Sofferenza fu inaugurata il 5 maggio 1956 come clinica privata di 250 posti letto, con le branche fondamentali di chirurgia e medicina generale, ostetricia e ginecologia, pediatria, radiologia, laboratori per esami clinici, ortopedia, ambulatori.

Da quel giorno, l’Ospedale e i Gruppi di Preghiera rappresentano il fulcro di un programma di sviluppo che, ispirandosi alle linee generali e ai principi da lui indicati nei discorsi pronunciati in diverse ricorrenze dell’Opera, nel tempo ha prodotto, con l’appoggio della Santa Sede, cui Padre Pio ha voluto donare la sua Opera, molteplici attività ed iniziative in favore degli ammalati, dei loro familiari, degli anziani, dei bisognosi in genere.


Credo che molti non conoscano la Realtà di questa località Italiana ... [SM=x511472]
Viviana.30
00domenica 1 luglio 2007 22:30
Re:

Scritto da: barnabino 02/08/2006 23.07
Cari amici,

Scusate, a me il fatto che Francesco Forgione abbia denunciato dei cristiani testimoni di Geova alle autorità fasciste dell'epoca solo perchè predicavano una teologia differente dalla sua lo squalifica completamente ai miei occhi. Questo io lo trovo piuttosto grave, un santo avrebbe dovuto usare ben altri mezzi di persuasione.

Lo dico senza polemica perchè la Chiesa Cattolica è libera, ovviamente, di scegliere chi ritiene santo. Però in questo caso ci vedo davvero molta superstizione...

Shalom



Ciao barnabino come qualcuno ti aveva chiesto volevamo vedere un link o qualche scritto sulla tua affermazione , perchè credo che sia interessante anche perchè non la sapevamo ... ora però vorrei approfondire alcune tematiche trovate in altri forum su S.Pio , leggo da più parti la questione di molti che hanno la foto di S.Pio e magri sono persone cattive e persecutrici ora la questione che mi pongo è quale relazione tra le persone e l'avere in tasca o addosso una foto di S.Pio ?
Grazie
(Upuaut)
00mercoledì 24 ottobre 2007 17:16
IL LIBRO DELLO STORICO SERGIO LUZZATTO APRE NUOVI DUBBI SUL FRATE DI PIETRaLCINA
Padre Pio, il giallo delle stigmate
Un farmacista: «Nel 1919 fece acquistare dell'acido fenico, sostanza adatta per procurarsi piaghe alle mani»


I l cerchio intorno a padre Pio aveva cominciato a stringersi fra giugno e luglio del 1920: poco dopo che era pervenuta al Sant'Uffizio la lettera- perizia di padre Gemelli sull'«uomo a ristretto campo di coscienza», «soggetto malato», mistico da clinica psichiatrica. Giurate nelle mani del vescovo di Foggia, monsignor Salvatore Bella, e da questi inoltrate, le testimonianze di due buoni cristiani della diocesi pugliese avevano proiettato sul corpo dolorante del cappuccino un'ombra sinistra. Più che profumo di mammole o di violette, odore di santità, dalla cella di padre Pio erano sembrati sprigionarsi effluvi di acidi e di veleni, odore di impostura.


Il primo documento portava in calce la firma del dottor Valentini Vista, che a Foggia era titolare di una farmacia nella centralissima piazza Lanza. Al vescovo, il professionista aveva riferito anzitutto le circostanze originarie del suo interesse per padre Pio. La tragica morte del fratello, occorsa il 28 settembre 1918 (per effetto dell'epidemia di spagnola, possiamo facilmente ipotizzare). La speranza che il frate cappuccino, proprio in quei giorni trafitto dalle stigmate, potesse intercedere per l'anima del defunto. (...) Il dottor Valentini Vista era poi venuto al dunque. Nella tarda estate del '19, il pellegrinaggio a San Giovanni era stato compiuto da una sua cugina, la ventottenne Maria De Vito: «Giovane molto buona, brava e religiosa», lei stessa proprietaria di una farmacia. La donna si era trattenuta nel Gargano per un mese, condividendo con altre devote il quotidiano train de vie del santo vivo.

Il problema si era presentato al rientro in città della signorina De Vito: «Quando ella tornò a Foggia mi portò i saluti di Padre Pio e mi chiese a nome di lui e in stretto segreto dell'acido fenico puro dicendomi che serviva per Padre Pio, e mi presentò una bottiglietta della capacità di un cento grammi, bottiglietta datale da Padre Pio stesso, sulla quale era appiccicato un bollino col segno del veleno (cioè il teschietto di morte) e la quale bottiglietta io avrei dovuto riempire di acido fenico puro che, come si sa, è un veleno e brucia e caustica enormemente allorquando lo si adopera integralmente. A tale richiesta io pensai che quell'acido fenico adoperato così puro potesse servire a Padre Pio per procurarsi o irritarsi quelle piaghette alle mani».


A Foggia, voci sul ritrovamento di acido fenico nella cella di padre Pio avevano circolato già nella primavera di quel 1919, inducendo il professor Morrica a pubblicare sul Mattino di Napoli i propri dubbi di scienziato intorno alle presunte stigmate del cappuccino. Non fosse che per questo, il dottor Valentini Vista era rimasto particolarmente colpito dalla richiesta di acido fenico puro che il frate aveva affidato alla confidenza di Maria De Vito. Tuttavia, «trattandosi di Padre Pio», egli si era persuaso che la richiesta avesse motivazioni innocenti, e aveva consegnato alla cugina la bottiglia con l'acido. Ma la perplessità del farmacista era divenuta sospetto poche settimane dopo, quando il cappuccino di San Giovanni aveva trasmesso alla donna – di nuovo, sotto consegna del silenzio – una seconda richiesta: quattro grammi di veratrina.


Rivolgendosi a monsignor Bella, Valentini Vista illustrò la composizione chimica di quest'ultimo prodotto e insistette sul suo carattere fortemente caustico. «La veratrina è tale veleno che solo il medico può e deve vedere se sia il caso di prescriverla», spiegò il farmacista. A scopi terapeutici, la posologia indicata per la veratrina era compresa fra uno e cinque milligrammi per dose, sotto forma di pillole o mescolata a sciroppo. «Si parla dunque di milligrammi! La richiesta di Padre Pio fu invece di quattro grammi! ». E tale «quantità enorme trattandosi di un veleno», il frate aveva domandato «senza la giustificazione della ricetta medica relativa», e «con tanta segretezza»... A quel punto, Valentini Vista aveva ritenuto di dover condividere i propri dubbi con la cugina Maria, raccomandandole di non dare più seguito a qualsivoglia sollecitazione farmacologica di padre Pio. Durante il successivo anno e mezzo, il professionista non aveva comunicato a nessun altro il sospetto grave, gravissimo, che il frate si servisse dell'una o dell'altra sostanza irritante «per procurarsi o rendere più appariscenti le stigmate alle mani». Ma quando aveva avuto notizia dell'imminente trasferimento di monsignor Bella, destinato alla diocesi di Acireale, «per scrupolo di coscienza» e nell'«interesse della Chiesa» il farmacista si era deciso a riferirgli l'accaduto.


La seconda testimonianza fu giurata nelle mani del vescovo dalla cugina del dottor Valentini Vista, e risultò del tutto coerente con la prima. La signorina De Vito confermò di avere trascorso un mese intero a San Giovanni Rotondo, nell'estate del '19. Alla vigilia della sua partenza, padre Pio l'aveva chiamata «in disparte» e le aveva parlato «con tutta segretezza», «imponendo lo stesso segreto a me in relazione anche agli stessi frati suoi confratelli del convento». Il cappuccino aveva consegnato a Maria una boccetta vuota, pregando di farla riempire con acido fenico puro e di rimandargliela indietro «a mezzo dello chauffeur che prestava servizio nell'autocarro passeggieri da Foggia a S. Giovanni». Quanto all'uso cui l'acido era destinato, padre Pio aveva detto che gli serviva «per la disinfezione delle siringhe occorrenti alle iniezioni che egli praticava ai novizi di cui era maestro ». La richiesta dei quattro grammi di veratrina le era giunta circa un mese dopo, per il tramite d'una penitente di ritorno da San Giovanni. Maria De Vito si era consultata con Valentini Vista, che le aveva suggerito di non mandare più nulla a padre Pio. E che le aveva raccomandato di non parlarne con nessuno, «potendo il nostro sospetto essere temerario ».


Temerario, il sospetto del bravo farmacista e della devota sua cugina? Non sembrò giudicarlo tale il vescovo di Foggia, che pensò bene di inoltrare al Sant'Uffizio le deposizioni di entrambi. D'altronde, un po' tutte le gerarchie ecclesiastiche locali si mostravano scettiche sulla fama di santità di padre Pio. Se il ministro della provincia cappuccina, padre Pietro da Ischitella, metteva in guardia il ministro generale dal «fanatismo » e dall'«affarismo» dei sangiovannesi, l'arcivescovo di Manfredonia, monsignor Pasquale Gagliardi, rappresentava come totalmente fuori controllo la situazione della vita religiosa a San Giovanni Rotondo.


Da subito nella storia di padre Pio, i detrattori impiegarono quali capi d'accusa quelli che erano stati per secoli i due luoghi comuni di ogni polemica contro la falsa santità: il sesso e il lucro. E per quarant'anni dopo il 1920, il celestiale profumo intorno alla cella e al corpo di padre Pio riuscirà puzzo di zolfo al naso di quanti insisteranno sulle ricadute economiche o almanaccheranno sui risvolti carnali della sua esperienza carismatica. Ma nell'immediato, a fronte delle deposizioni di Maria De Vito e del dottor Valentini Vista, soprattutto urgente da chiarire dovette sembrare al Sant'Uffizio la questione delle stigmate. Tanto più che il vescovo di Foggia, inoltrando a Roma le due testimonianze giurate, aveva accluso alla corrispondenza un documento che lo storico del ventunesimo secolo non riesce a maneggiare – nell'archivio vaticano della Congregazione per la Dottrina della Fede – senza una punta d'emozione: il foglio sul quale padre Pio, forse timoroso di non poter comunicare a tu per tu con la signorina De Vito, aveva messo nero su bianco la richiesta di acido fenico. Allo sguardo inquisitivo dei presuli del Sant'Uffizio, era questo lo smoking gun, l'indizio lasciato dal piccolo chimico sul luogo del delitto. «Per Marietta De Vito, S.P.M.», padre Pio aveva scritto sulla busta. All'interno, un unico foglietto autografo, letterina molto più stringata di quelle che il cappuccino soleva scrivere alle sue figlie spirituali: «Carissima Maria, Gesù ti conforti sempre e ti benedica! Vengo a chiederti un favore. Ho bisogno di aver da duecento a trecento grammi di acido fenico puro per sterilizzare. Ti prego di spedirmela la domenica e farmela mandare dalle sorelle Fiorentino. Perdona il disturbo».


Se davvero padre Pio necessitava di acido fenico per disinfettare le siringhe con cui faceva iniezioni ai novizi, perché mai procedeva in maniera così obliqua, rinunciando a chiedere una semplice ricetta al medico dei cappuccini, trasmettendo l'ordine in segreto alla cugina di un farmacista amico, e coinvolgendo nell'affaire l'autista del servizio pullman tra Foggia e San Giovanni Rotondo? Ce n'era abbastanza per incuriosire un Sant'Uffizio che possiamo immaginare già sospettoso dopo avere messo agli atti la perizia di padre Gemelli. Di sicuro, i prelati della Suprema Congregazione non dubitarono dell'attendibilità delle testimonianze del dottor Valentini Vista e della signorina De Vito, così evidentemente suffragate dall'autografo di padre Pio. Agli atti del Sant'Uffizio figurava anche la trascrizione di una seconda lettera autografa del cappuccino a Maria De Vito, il cui poscritto corrispondeva esattamente al tenore della deposizione di quest'ultima: «Avrei bisogno di un 4 grammi di veratrina. Ti sarei molto grato, se me la procurassi costì, e me la mandassi con sollecitudine».


Sergio Luzzatto
24 ottobre 2007

www.corriere.it/cronache/07_ottobre_24/luzzatto.shtml
Viviana.30
00mercoledì 24 ottobre 2007 20:21
Re:
Se davvero padre Pio necessitava di acido fenico per disinfettare le siringhe con cui faceva iniezioni ai novizi, perché mai procedeva in maniera così obliqua, rinunciando a chiedere una semplice ricetta al medico dei cappuccini, trasmettendo l'ordine in segreto alla cugina di un farmacista amico, e coinvolgendo nell'affaire l'autista del servizio pullman tra Foggia e San Giovanni Rotondo? Ce n'era abbastanza per incuriosire un Sant'Uffizio che possiamo immaginare già sospettoso dopo avere messo agli atti la perizia di padre Gemelli. Di sicuro, i prelati della Suprema Congregazione non dubitarono dell'attendibilità delle testimonianze del dottor Valentini Vista e della signorina De Vito, così evidentemente suffragate dall'autografo di padre Pio. Agli atti del Sant'Uffizio figurava anche la trascrizione di una seconda lettera autografa del cappuccino a Maria De Vito, il cui poscritto corrispondeva esattamente al tenore della deposizione di quest'ultima: «Avrei bisogno di un 4 grammi di veratrina. Ti sarei molto grato, se me la procurassi costì, e me la mandassi con sollecitudine».


Sergio Luzzatto
24 ottobre 2007

www.corriere.it/cronache/07_ottobre_24/luzzatto.shtml



non entro troppo nel merito comunque mi viene da dire su quel se , se Padre Pio aveva veranebte bisogno ... lascia l'amaro in bocca
comunque io credo che si debba sapere dell'opera di questo pastore , vedi ospedale
www.operapadrepio.it/it/
, vedi opere caritatevoli


MauriF
00giovedì 25 ottobre 2007 19:50

Nuove rivelazioni su Padre Pio? No, sono le solite panzane

di ANTONIO SOCCI

Se Gesù tornasse e fosse visto anche oggi mentre cammina sulle acque, certi giornali l'indomani titolerebbero: «Clamoroso. Gesù di Nazareth non sa nemmeno nuotare». Come certi dotti che, avendo Gesù guarito un paralitico, lo accusarono di aver compiuto il miracolo di sabato, giorno festivo. Finisce nel ridicolo il pregiudizio che nega l'evidenza. Un tempo lo usavano contro Gesù, poi contro i santi, come padre Pio. Ho appena consegnato alla Rizzoli (e sarà in libreria il 14 novembre prossimo) il mio libro su questo grande santo e su alcune cose sconvolgenti che ha compiuto e - avendo consultato decine di volumi, compresi quelli della causa di beatificazione - ho fatto una indigestione di fango. È impressionante la varietà di accuse, insinuazioni e calunnie che per mezzo secolo gli sono state rovesciate addosso. Spesso da parte ecclesiastica. Le "virtù eroiche" che la Chiesa ha infine riconosciuto a padre Pio, dichiarandolo - per volontà di Giovanni Paolo II - "beato" nel 1999 e "santo" nel 2002, si riferiscono anche all'umiltà evangelica con cui ha sopportato in silenzio tanto fango: «Beati sarete voi», avvertì Gesù stesso «quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia» (Mt 5, 11).

I perseguitati

D'altra parte alla fine i crocifissi vincono sempre. È una storia vecchia. Una cosa (soprannaturale) è la Chiesa, altro sono gli uomini di Chiesa. Gli uomini di Chiesa bruciarono Giovanna d'Arco e la Chiesa l'ha fatta santa. Gli uomini di Chiesa hanno perseguitato Giuseppe da Copertino, Giuseppe Calasanzio e don Bosco; la Chiesa li ha fatti santi. Così con padre Pio. Padre Gerardo di Flumeri, vicepostulatore della causa, ha scritto: «A causa delle stigmate, padre Pio fu sospettato di essere un imbroglione, un mistificatore, un nevrotico, un ossesso. E questi sospetti provenivano non soltanto da miscredenti, dagli atei, ma addirittura da alcuni suoi confratelli, da qualche superiore e anche dalle autorità ecclesiastiche. Padre Pio subì condanne dal Sant'Uffizio e restrizioni alla sua libertà di apostolato». Alla fine la verità ha trionfato. Ma, com'è noto, le antiche accuse messe in giro riemergono periodicamente dagli archivi. C'è per esempio quella, fra le più note e meschine, secondo cui il padre stesso si sarebbe procurato le stimmate con degli acidi. L'insinuazione nacque dal fatto che padre Pio - era cosa nota e ovvia - dopo la stimmatizzazione del 20 settembre 1918 usava la tintura di iodio e poi l'acido fenico sperando di tamponare il sangue che fluiva in quantità dalle ferite e per pulire le piaghe aperte. Certi ecclesiastici in malafede ci costruirono sopra la loro accusa. Sono gli stessi che lo accusarono di profumarsi perché dalla sua persona crocifissa emanava a volte uno straordinario aroma di fiori. Anche questa insinuazione era infondata. Infatti questo fenomeno soprannaturale si verificava soprattutto quando il padre era lontano (faceva sentire il suo profumo ai suoi figli spirituali nei momenti di bisogno) e anche dopo la sua morte e lo attestano centinaia di testimonianze (l' "osmogenesia" ha riguardato anche altri santi). Ieri, sul Corriere della sera, Sergio Luzzatto ha pubblicato un biglietto con cui padre Pio chiedeva a una sua figlia spirituale di comprargli in farmacia «200-300 grammi di acido fenico puro per sterilizzare». E un'altra sostanza analoga. Oltretutto perché in piena epidemia di spagnola in convento si usavano per sterilizzare le siringhe per fare le iniezioni ai frati ammalati (era proprio il giovane padre Pio a farle, come infermiere d'emergenza). E dov'è la notizia? La cosa in sé è del tutto risibile. La notizia però non sta nel fatto, quanto nell'insinuazione con cui in quell'estate 1919 fu fatta arrivare in Vaticano. Ed è quel sospetto che ieri ha fatto fare il titolo al "Corriere": «Padre Pio, ecco il giallo delle stigmate». Sottotitolo: «Nel 1919 fece acquistare dell'acido fenico, una sostanza adatta per procurarsi piaghe alle mani». Nessuna cospirazione

Primo.
In questo biglietto di Padre Pio non c'è davvero nessuna aura di segretezza cospirativa che possa alimentare i sospetti, ma al contrario un tono di serena normalità quotidiana («Carissima Maria, Gesù ti conforti sempre e ti benedica! Vengo a chiederti un favore. Ho bisogno di aver da 200 a 300 grammi di acido fenico puro per sterilizzare. Ti prego di spedirmela la domenica e farmela mandare dalle sorelle Fiorentino. Perdona il distur- bo»). Mandare un tale biglietto in giro è semmai prova di purità e di una coscienza solare.

Secondo.
A quella data (estate 1919) padre Pio portava già le stigmate da un anno e dunque sarebbe comico affermare che nell'estate 1919 egli si procurò dell'acido per prodursi delle ferite nel settembre 1918.

Terzo:

Le ferite che portava non erano «macchie o impronte, ma vere piaghe perforanti le mani e i piedi» e quella del costato «un vero squarcio che dà continuamente sangue» (cose incompatibili con bruciature da acido).

Quarto.

Il padre portò le stimmate per 50 anni e non poté certo procurarsi - con la segretezza del cospiratore - per mezzo secolo dosi industriali e quotidiane di acido (oltretutto per interi periodi fu segregato e sempre controllatissimo). Ma soprattutto su quelle stimmate ci sono i referti medici di fior di studiosi, dal professor Romanelli al professor Festa, che a quel tempo le analizzarono, ripetendo le visite a distanza di anni e arrivan- do sempre alla conclusione che non potevano essere state prodotte né dall'artificio umano, né da uno stato psicopatologico, ma avevano un'origine non naturale. Romanelli argomenta, come scrive Fernando da Riese, che non può essere stato l'acido a provocare le ferite perché esso «non permetterebbe ai tessuti causticati di dare sangue e sangue rutilante», soprattutto di venerdì, come invece ha continuato ad accadere per decenni. Il dottor Festa ha confermato con altri studi. Inoltre l'acido avrebbe dato origine a ferite diverse da quelle dai contorni netti. Questi medici negarono anche l'origine nervosa perché mai nella letteratura scientifica si era verificata e perché se anche fosse «una volta prodotte (tali ferite) dovrebbero seguire il decorso di qualunque altra lesione, cioè guarire o suppurare».

La conferma del medico

E invece per mezzo secolo le stimmate di padre Pio sono state un miracolo permanente: né rimarginavano, né suppuravano, dando sempre sangue fresco. Il professor Bignami, che essendo di idee positiviste neanche ammetteva l'ipotesi soprannaturale, finì per fornire la migliore conferma: fece isolare e sigillare per giorni le piaghe con la certezza che sarebbero infine guarite o migliorate e invece si verificò l'esatto contrario. Le stimmate, che padre Pio peraltro portò con immenso imbarazzo (sentendosene indegno), sparirono solo quando il santo lo chiese come grazia al Cielo e cioè alla vigilia della sua morte nel 1968: si chiusero improvvisamente (come erano venute) e senza lasciare traccia. Con quelle sofferenze padre Pio "pagò" milioni, letteralmente milioni, di grazie ottenute per chiunque soffrisse (si studino i dossier medici) e milioni di conversioni: comunisti, massoni, protestanti, agnostici (perfino qualche ecclesiastico) che trovavano la fede dopo essere andati a San Giovanni Rotondo magari con ostilità o pregiudizio. Si convertivano non perché padre Pio facesse discorsi o teorie colte. No. Solo per la sua santità, cioè per la potenza di Dio. Perché lui si prendeva letteralmente su di sé le loro sofferenze, senza averli mai visti il padre mostrava di conoscere il loro passato, leggeva nella loro anima, otteneva la guarigione di malati inguaribili, si manifestava a distanza col suo profumo e la bilocazione, prediceva eventi che sarebbero accaduti e compiva altre opere sconvolgenti. Il mistero di padre Pio è ancora da capire.
(Upuaut)
00sabato 27 ottobre 2007 14:39
Solo uno stolto può pensare che le stigmate di padre Pio siano autentiche, e, se anche lo fossero, solo uno stolto può pensare che esse siano un segno di un dio.
Basti sapere che i chiodi per le crocefissioni venivano applicati al polso, e non sul palmo della mano. Se un dio esiste ed è un essere onnisciente, allora certamente non poteva fare questo errore così banale...
Viviana.30
00martedì 30 ottobre 2007 13:58
Re:
(Upuaut), 27/10/2007 14.39:

Solo uno stolto può pensare che le stigmate di padre Pio siano autentiche, e, se anche lo fossero, solo uno stolto può pensare che esse siano un segno di un dio.
Basti sapere che i chiodi per le crocefissioni venivano applicati al polso, e non sul palmo della mano. Se un dio esiste ed è un essere onnisciente, allora certamente non poteva fare questo errore così banale...



ma perchè uno deve essere stolto solo perchè crede in queste cose .. noi crediamo nella santità di P.P nulla più e nulla meno , ha fatto tante cose , le stigmate sono qualcosa su cui uno può essere libero di credere o non credere


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