Perchè il sacerdote beve il vino/Benedetto XVI

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Justee
00domenica 1 gennaio 2006 12:20
La concezione moderna della famiglia, anche per reazione al passato, riserva grande importanza all’amore coniugale, sottolineandone gli aspetti soggettivi di libertà nella scelta e nei sentimenti. Si fa invece più fatica a percepire e comprendere il valore della chiamata a collaborare con Dio nel procreare la vita umana. Inoltre, le società contemporanee, pur dotate di tanti mezzi, non riescono sempre a facilitare la missione dei genitori, sia sul piano delle motivazioni spirituali e morali che su quello delle condizioni pratiche di vita. C’è un grande bisogno, tanto sotto il profilo culturale quanto sotto quello politico e legislativo, di sostenere la famiglia
35.angelo
00lunedì 2 aprile 2007 15:35
vorrei conoscere questo particolare [SM=g27990]erchè solo il sacerdote cattolico durante la messa beve il vino?e solo il resto prende solo il pane sotto forma di (ostia)ma non beve il vino? leggendo la bibbia mi sembra di comprendere di primo impatto che il sangue rappresentato dal vino rappresenta un patto speciale per un regno celeste dato solo ad alcuni per un sacerdozio speciale con Lui,invece il pane cioè il corpo rappresenta il sacrificio dato per tutto il genere umano.grazie di cuore a chi mi aiuta a comprendere i motivi.riporto i brani sotto,stranamente l'ultimo apostolo non scrive nel suo vangelo i fatti della cena ma scrive molti più particolari degli altri 3 riferiti a quella sera,forse per non ripetere quello che già ben conoscevano.angelo. [SM=x511465] --------------------------(Matteo 26:26-30) 26 Mentre continuavano a mangiare, Gesù prese un pane e, dopo aver detto una benedizione, lo spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: “Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo”. 27 E prese un calice e, avendo reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene, voi tutti; 28 poiché questo significa il mio ‘sangue del patto’, che dev’essere versato a favore di molti per il perdono dei peccati. 29 Ma io vi dico che da ora in poi non berrò più di questo prodotto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”. 30 Infine, dopo aver cantato lodi, uscirono verso il monte degli Ulivi.----------------------(Marco 14:22-26) 22 E mentre continuavano a mangiare, egli prese un pane, disse una benedizione, lo spezzò e lo diede loro, e disse: “Prendete, questo significa il mio corpo”. 23 E preso un calice, rese grazie e lo diede loro, e tutti ne bevvero. 24 E disse loro: “Questo significa il mio ‘sangue del patto’, che dev’essere versato a favore di molti. 25 Veramente vi dico: Non berrò più del prodotto della vite fino a quel giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio”. 26 Infine, dopo aver cantato lodi, uscirono verso il monte degli Ulivi....--------------------------------(Luca 22:13-30) 13 E partiti trovarono come egli aveva detto loro e prepararono la pasqua. 14 Infine, quando fu venuta l’ora, egli giacque a tavola, e gli apostoli con lui. 15 E disse loro: “Ho grandemente desiderato mangiare con voi questa pasqua prima che io soffra; 16 poiché vi dico: Non la mangerò di nuovo finché non sia adempiuta nel regno di Dio”. 17 E, accettando un calice, rese grazie e disse: “Prendete questo e passatelo l’uno all’altro fra voi; 18 poiché vi dico: Da ora in poi non berrò di nuovo del prodotto della vite finché non arrivi il regno di Dio”. 19 E, preso un pane, rese grazie, lo spezzò, e lo diede loro, dicendo: “Questo significa il mio corpo che dev’essere dato in vostro favore. Continuate a far questo in ricordo di me”. 20 E il calice nella stessa maniera, dopo che ebbero preso il pasto serale, dicendo: “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che dev’essere versato in vostro favore. 21 “Ma, ecco, la mano del mio traditore è con me alla tavola. 22 Perché il Figlio dell’uomo se ne va secondo ciò che è stabilito; ciò nonostante, guai a quell’uomo per mezzo del quale è tradito!” 23 Ed essi cominciarono a ragionare gli uni con gli altri su chi di loro fosse realmente colui che stava per fare questo. 24 Comunque, sorse fra loro anche un’accesa disputa su chi di loro sembrava essere il più grande. 25 Ma egli disse loro: “I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno autorità su di esse sono chiamati Benefattori. 26 Voi, però, non dovete essere così. Ma chi è il più grande fra voi divenga come il più giovane, e chi agisce da capo come uno che serve. 27 Poiché chi è più grande, colui che giace a tavola o colui che serve? Non è colui che giace a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve. 28 “Comunque, voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; 29 e io faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno, 30 affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele.





Teodoro Studita
00lunedì 2 aprile 2007 15:48
Ti allego parte di uno studio che feci tempo fa sull'argomento. Premetto che sia gli ortodossi che i cattolici di rito orientale, partecipano anche al santo calice. Il problema semmai riguarda i cattolici occidentali.
Enjoy,



PATRISTICA e PRASSI DELLA CHIESA PRIMITIVA
Anche nella Chiesa primitiva è attestato l’uso delle due specie. Solo qualche esempio di una prassi ben nota, sulla quale non c’è alcuna necessità di soffermarsi:

Giustino:
noi non li prendiamo come un pane comune e una comune bevanda […] ma abbiamo imparato che è carne e sangue di quel Gesù che si incarnò. Gli Apostoli infatti tramandarono negli Evangeli […] che Gesù ha detto: 'Fate questo in memoria di me: questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue'".

Ambrogio
come il Signore Gesù Cristo è il vero Figlio di Dio, così è la vera carne di Cristo che noi mangiamo, e il suo vero sangue che noi beviamo…

Tertulliano
La carne [nostra] si nutre del Corpo e del Sangue di Cristo

Cirillo di Gerusalemme
Dopo la comunione col corpo di Cristo, accostati al calice del suo sangue senza stendere le mani, ma prendine inchinandoti con gesto della massima adorazione e dicendo: "Amen" santificati tutto. Finché hai il sangue di Cristo sulle labbra, toccalo con le mani e con esso santifica gli occhi, la fronte e gli altri sensi

E ALLORA PERCHE’ SOLO IL PANE….?
La comunione sotto le due specie viene introdotta essenzialmente per motivi pratici, come appare chiaro dai documenti conciliari che seguono. Alla prassi consolidata, segue poi la specifica dottrinale, nel tridentino. A mio avviso, l’aver dato più importanza alla prassi che al rispetto delle parole del Signore circa la sua reale presenza nel pane e nel vino, comportamento esitato nella possibilità di sopprimere quest’ultima specie nella liturgia eucaristica, è stato il principale agente determinante, nel mondo protestante, l’idea che la presenza di Cristo nelle specie eucaristiche sia solo simbolica, o evocativa, e non già reale.


DOCUMENTI CONCILIARI

Cd. CONCILIO DI COSTANZA
SESSIONE XIII (15 giugno 1415)

(Condanna della comunione sotto le due specie, reintrodotta da poco tra i Boemi da Giacomo di Misa).

“…sebbene Cristo abbia istituito questo venerando sacramento (9) dopo la cena e lo abbia distribuito ai suoi apostoli sotto entrambe le specie del pane e del vino, ciò non ostante, la lodevole autorità dei sacri canoni e la consuetudine autorevole della chiesa ha ritenuto e ritiene che questo sacramento non debba celebrarsi dopo la cena né essere ricevuto da fedeli non digiuni, eccetto il caso di infermità o di altra necessità, concesso o approvato dal diritto o dalla chiesa.

Questa consuetudine è stata introdotta con ragione per evitare alcuni pericoli e scandali. Con analoga o maggior ragione è stata introdotta ed osservata la consuetudine che, nonostante che nella chiesa primitiva questo sacramento fosse ricevuto dai fedeli sotto entrambe le specie, dopo i celebranti lo ricevano sotto le due specie, ma i laici solo sotto la specie del pane. Si deve credere e non dubitare che, sia sotto la specie del pane che sotto quella del vino sia contenuto realmente l'intero corpo e sangue del Cristo.

CONCILIO DI TRENTO XII-XVI sessione (1551-1552)
Capitolo III.

Eccellenza della santissima eucaristia sugli altri sacramenti.

il corpo è sotto la specie del pane e il sangue sotto la specie del vino; ma lo stesso corpo sotto la specie del vino, e il sangue sotto quella del pane, e l’anima sotto l’una e l’altra specie, in forza di quella naturale unione e concomitanza, per cui le parti di Cristo Signore, che ormai è risorto dai morti e non muore più (215), sono unite fra loro; ed inoltre la divinità per quella sua ammirabile unione ipostatica col corpo e con l’anima.

È quindi verissimo che sotto una sola specie si contiene tanto, quanto sotto l’una e l’altra. Cristo, infatti, è tutto e intero sotto la specie del pane e sotto qualsiasi parte di questa specie; e similmente è tutto sotto la specie del vino e sotto le sue parti.


Concilio Vaticano II
Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, n. 55.

Comunione sotto le due specie

55. Si raccomanda molto quella partecipazione più perfetta alla messa, nella quale i fedeli, dopo la comunione del sacerdote, ricevono il corpo del Signore con i pani consacrati in questo sacrificio. Fermi restando i principi dottrinali stabiliti dal Concilio di Trento, la comunione sotto le due specie si può concedere sia ai chierici e religiosi sia ai laici, in casi da determinarsi dalla sede apostolica e secondo il giudizio del vescovo, come per esempio agli ordinati nella messa della loro sacra ordinazione, ai professi nella messa della loro professione religiosa, ai neofiti nella messa che segue il battesimo.

Istruzione "Redemptionis Sacramentum"
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, d'intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede
(approvata il 19 marzo 2004, nella solennità di San Giuseppe e pubblicata il 25 marzo 2004, nella solennità dell'Annunciazione del Signore)

XIII) COMUNIONE SOTTO LE DUE SPECIE

[100] Al fine di manifestare ai fedeli con maggior chiarezza la pienezza del segno nel convivio eucaristico, sono ammessi alla Comunione sotto le due specie nei casi citati nei libri liturgici anche i fedeli laici, con il presupposto e l’incessante accompagnamento di una debita catechesi circa i principi dogmatici fissati in materia dal Concilio Ecumenico Tridentino.

[101] Per amministrare la santa Comunione ai fedeli laici sotto le due specie si dovrà tenere appropriatamente conto delle circostanze, sulle quali spetta anzitutto ai Vescovi diocesani dare una valutazione. Ciò si escluda assolutamente quando esista rischio, anche minimo, di profanazione delle sacre specie. Per un più ampio coordinamento, occorre che le Conferenze dei Vescovi pubblichino, con la conferma da parte della Sede Apostolica, mediante la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, le norme relative soprattutto al «modo di distribuire ai fedeli la santa Comunione sotto le due specie e all’estensione della facoltà».

[102] Non si amministri ai fedeli laici il calice, laddove sia presente un numero di comunicandi tanto grande che risulterebbe difficile stimare la quantità di vino necessario per l’Eucaristia e esisterebbe il rischio che «rimanga una quantità di Sangue di Cristo superiore al giusto da assumere al termine della celebrazione», né parimenti laddove l’accesso al calice può essere regolato con difficoltà o fosse richiesta una quantità sufficiente di vino, della quale solo difficilmente si può avere garanzia di provenienza e qualità, o laddove non sia disponibile un congruo numero di ministri sacri né di ministri straordinari della sacra Comunione provvisti di appropriata preparazione, o laddove una parte notevole del popolo perseveri, per varie ragioni, nel rifiutarsi di accedere al calice, facendo così venir meno in un certo qual modo il segno dell’unità.


[103.] Le norme del Messale Romano ammettono il principio che, nei casi in cui la Comunione è distribuita sotto le due specie, «il Sangue di Cristo può essere bevuto direttamente al calice, per intinzione, con la cannuccia o con il cucchiaino». Quanto all’amministrazione della Comunione ai fedeli laici, i Vescovi possono escludere la modalità della Comunione con la cannuccia o il cucchiaino, laddove non sia uso locale, rimanendo comunque sempre vigente la possibilità di amministrare la Comunione per intinzione. Se però si usa questa modalità, si ricorra ad ostie che non siano né troppo sottili, né troppo piccole e il comunicando riceva dal Sacerdote il Sacramento soltanto in bocca.

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Il ruolo del vescovo sembra essere in ordine alla “valutazione delle circostanze”, non già in ordine alla esperibilità del sacramento così amministrato.

In conclusione, in ottemperanza alla Scrittura innanzitutto, e alla prassi dellla Chiesa del primo millennio, è evidente che è possibile amministrare l’eucaristia secondo le due specie. L’attuabilità pratica è sottoposta al giudizio del vescovo, e non è possibile accedervi se non “dopo una debita catechesi circa i principi dogmatiici fissati in materia dal Concilio Tridentino”

Francamente però non si capisce bene perché debba esserne informato il fedele che voglia accedere alle due specie, mentre sarebbe più logico che i suddetti princìpi fossero esposti ai fedeli che ricevono l’eucaristia sotto la sola specie del pane, giacché il tridentino costituisce una soluzione di continuità nella prassi liturgica delle due specie, e non viceversa
35.angelo
00lunedì 2 aprile 2007 16:25
sei fantastico Teo,sei propio d'oro [SM=x511455] !!!ottime le tue informazioni.Se ci fosse Gesù direbbe:''pure sulla cena litigano tutti,che pazienza!!''curioso non sapevo che ci sono divisioni anche in questi fatti.mi rendo conto che alla fine sono solo particolari relativi e di minima importanza e non indispensabili.grazie di cuore Teod'oro.---angelo. [SM=x511460]
35.angelo
00lunedì 2 aprile 2007 23:25
cosa mi piace:-----le opere caritatevoli----l'aiuto ai poveri----agli ammalati-----la libertà di parola----la voglia di cambiare gli errori del passato---------il chiedere scusa e perdono per il passato--------le norme morali------l'istruzione degli analfabeti nel mondo-----gli oratori per i ragazzi------la catechesi per i ragazzi------la catechesi per gli adulti----la capacità oganizzativa-----e forse altre cose che al momento non mi vengono in mente e vi chiedo scusa............................................................................cosa non mi piace:--------il passato(è passato,almeno spero!)-------il lusso inutile di fronte la povertà del mondo(troppo oro alle dita)fà inciampare molti-------i luoghi di culto (troppe ossa)-------scendere a compromessi per attirare i fedeli--------nascondere gli errori--------la seconda venuta di cristo è stata dimenticata--------l'apostasia dottrinale-------le imposizioni non scrittirali-----------il solleticare gli orecchi dei fedeli--------la mancanza di serietà nella dottrina----------e altre cose che al momento non mi vengono in mente e vi chiedo scusa ma sono le 23.15 sono stanco e devo andare a lavorare(notte a tutti e vogliate perdonarmi).angelo. [SM=x511462]

[Modificato da 35.angelo 02/04/2007 23.29]

Teodoro Studita
00martedì 3 aprile 2007 00:34
Voglio fare reply, perché anche io da non cattolico posso dare un parere relativamente neutrale. In particolare su ciò che chiami "lusso" io direi che in buona parte è semplice rispetto. Ad esempio nella liturgia si richiede che il santo calice sia d'oro, o almeno dorato. Questo non è ostentazione di ricchezza, ma il semplice far sì che a contatto con il corpo di Cristo sia qualcosa di prezioso, il meglio che possiamo dare. In questo non ci vedo nulla di male. Se lastricassero d'oro piazza san Pietro sarebbe lusso, non certo officiare la divina liturgia con paramenti acconci e adeguati all'importanza della reale presenza di Cristo nell'Eucaristia.
Poi, vediamo,


scendere a compromessi per attirare i fedeli-



credo che questa osservazione vada bene per Giovanni Paolo II, ma non per Ratzi.


nascondere gli errori



In parte sono d'accordo, c'è da dire che se erediti una condizione di "infallibilità" come fai ad ammettere eventuali errori? Proclami infallibilmente che d'ora in avanti non sei più infallibile? Questo è un serio problema, e Ratzi lo sa.


la seconda venuta di cristo è stata dimenticata



Non credo proprio! Il fatto che la tensione escatologica non sia in stile montanista (come per i tdg) non vuol dire che sia stata dimenticata.


l'apostasia dottrinale



Io sono del parere che un certo numero di errori o quantomeno imprecisioni siano il minimo sindacale che ci spetta come esseri umani. Che poi a dare dell'apostata al capo di una chiesa che eiste da 2000 anni sia chi cambia "verità" ogni mese, è quantomeno grottesco.


le imposizioni non scrittirali



Consolati, quelle le hanno anche gli ortodossi, e anche i tdg. Forse giusto i protestanti sono abbastanza liberi, e infatti fanno ognuno come più gli piace, non so chi stia peggio.


il solleticare gli orecchi dei fedeli



Temo di non capire


la mancanza di serietà nella dottrina



Ratzi? Non è serio nella dottrina? Ma stiamo parlando della stessa persona??

Per il resto sono d'accordo
Cordialità,




MauriF
00mercoledì 25 aprile 2007 11:10
Caro Teodoro,

Ciao innanzitutto...

Non sono d'accordo su questo.


In parte sono d'accordo, c'è da dire che se erediti una condizione di "infallibilità" come fai ad ammettere eventuali errori? Proclami infallibilmente che d'ora in avanti non sei più infallibile? Questo è un serio problema, e Ratzi lo sa.



Mi sembra che tu sminuisca il concetto di "infallibilità" cattolico, gli "errori" ai quali credo si riferisse Angelo, credo siano quegli errori che dipesero dalla "carne e dal sangue" (forse le crociate e l'inquisizione...).
Non credo si riferisse alla dottrina...sulla quale tu sai chiaramente che nessuno, tantomeno Ratzinger, sta rimuginando il passato e le cose fatte.

un abbraccio cristiano
Mauri
MauriF
00mercoledì 25 aprile 2007 11:21
Comunque ci tengo a sottolineare che la Comunione con due specie, qualora le circostanze lo permettono, è praticata immediatamente.
Questa è la mia esperienza...quando si è in pochi ed in uno spazio che non abbia impedimenti (ed una grande chiesa può avere i suoi impedimenti), ci si comunica con l'Ostia e bevendo direttamente dal calice.

Ciao
Mauri
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