Ravasi: un mostro filologico o un filologo mostruso?

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barnabino
00domenica 16 ottobre 2005 17:42
A dimostrazione che il nome divino Geova sarebbe un "mostro filologico" l'elegante telefilologo Ginafranco Ravasi in un articolo sulla popolare rivista Famiglia Cristiana scrive


Ora, il nome sacro di Dio (JHWH) non veniva pronunziato ma sostituito con un’altra parola, Adonaj, cioè "Signore". Che cosa fecero quei maestri per far leggere in questo modo il nome divino? Alle consonanti JHWH aggiunsero le vocali del termine sostitutivo Adonaj che in ebraico sono e/o/a



Ora, secondo le me conoscenze di ebraico la parola Adonaj non contiene (come sostiene il Ravasi) le vocali e/o/a ma piuttosto, quando era riferita a Dio, era vocalizzata come e/o/a ma piuttosto come a/o/a (hatef pathah, holem e pathah). Da dove esce la vocale "e" per Adonaj?

Che Ravasi, troppo preoccupato del suo clargyman e di accusare i testimoni di Geova, abbia dimenticato le vocali ebraiche?

ytytty
Polymetis
00domenica 16 ottobre 2005 18:00
Nella prima sillaba c'è lo sheva e in luogo di a. Lo shewa è una forma vocalica debole, si scrive nella trascrizione latina
come una E piccolina esponenziale o la E capovolta. E' in pratica una vocale neutra, che si pronuncia con un timbro indistinto, una sorta di E molto breve. Esso ebbe origine dalla formazione storica (prebiblica) delle vocali ebraiche, come abbreviazione di vocali vere. Nella declinazione delle parole infatti si hanno modifiche nella vocalizzazione della prima sillaba, e talora certi suoni ad inzio parola sono per forza deboli (modifiche dette hatafim). Nel nostro caso è uno shewa mobile. (Leggere qui, post di Andrea Nicolotti del 5 Ott 2001 19:45)

Ad maiora

P.S. Congratulazione per aver dato del "filologo mostruoso" ad ogni singolo ebraista di questo pianeta, giacché su quanto esposto da Ravasi circa la formazione di Geova c'è un accordo praticamente unanime tra gli studiosi. La WTS stessa nei suoi scritti ammette che Geova è un ibrido tra YHWH e Adonay.

P.P.S. Perché non scrivi direttamente a Ravasi cosa pensi delle sue teorie? O vuoi che lo avvisi io?

P.P.P.S. Cancella quel ridicolo post, sei ancora in tempo.

[Modificato da Polymetis 16/10/2005 18.17]

barnabino
00domenica 16 ottobre 2005 19:04
Caro Polymetis,

Come al solito non capisci il senso dei post, io non parlo della vocalizzazione di Yehovah (shewà, holem e pathah) ma di quella di Adonay.

Io non direi proprio che la prima vocale di Adonay, come sostiene di Ravasi, sia una shewa semplice, infatti la prima vocale di Adonai è una shewà pathah che corrisponde non alla semivocale "e" ma alla "a". Ravasi invece sostiene che le vocali di Adonay sarebbero e/o/a. Ma dove?

Per inciso, come si può dire che Yehovah sia il risultato della vocalizzazione di adonay? Diciamo che non è sempre così, alcune volte il tetragramma è vocalizzato come 'elohim per esempio.

Ciao



[Modificato da barnabino 17/10/2005 15.53]

Bicchiere mezzo pieno
00giovedì 20 ottobre 2005 20:10
Barnabimo vs Ravasi 1-1.
Con questo è stato pareggiato il conto del florilegio "Con i Testimoni di Geova il dialogo è imposibile!"
Chi segnerà il secondo goal?
Ecco la sfida qui:tazp (Barnabino a destra e Ravasi a sinistra).
PS: come il coro greco io me ne starò in un cantuccio a guardare lo spettacolo con occhi attenti.sdcx
barnabino
00venerdì 21 ottobre 2005 16:58
Ciao Bicchy,

Stai tranquillo non voglio inziare una guerra contro il buon Ravasi, dico solo che mi danno un pò fastidio certe "sicurezze" e leggerezze nei toni con cui noi testimoni di Geova siamo spesso apostrofati. Per parafrasare Brecht: mi sono seduto dalla parte del torto perché ogni altro posto era già occupato.

Ti saluto! fdetr



mioooo
00martedì 2 ottobre 2007 12:22
VATICANO: RAVASI, RINGRAZIO IL PAPA E MI RIMETTO A STUDIARE

(AGI) - CdV, 3 set. - ‘All’inizio dovro’ studiare, capire, confrontarmi con un orizzonte del tutto nuovo, cercare di far mia la lezione del cardinale Poupard, una figura molto significativa della cultura cattolica’. Lo afferma mons. Gianfranco Ravasi in un’intervista a ‘Famiglia Cristiana’, rilasciata per esprimere tutta la sua gratitudine a Papa Ratzinger per la nomina alla guida del Pontificio Consiglio della Cultura, un dicastero che, ricorda il neo arcivescovo, ’scaturisce come idea dal Concilio e ha due sezioni: una, di taglio piu’ teologico, riguarda la fede e la cultura, l’altra il dialogo con le culture dei non credenti, uno dei capitoli piu’ vivaci e tormentati degli ultimi tempi’. Nell’intervista, Ravasi parla del conflitto tra le culture e dice che ‘dobbiamo abbandonare la logica dello scontro, del duello, in cui il confronto diventa aspro, carica tutte le sue polveri, anche se con le armi intellettuali piu’ sofisticate. Io al duello preferisco il duetto, come nella lirica, quando le due voci rimangono differenti, ma armoniose, anche tra due registri antitetici come quelli di un basso e di un soprano. Dobbiamo ricercare l’unita’ del molteplice, mille iridescenze di una luce unica, le mille facce dell’unico diamante. Perche’ l’urgenza e’ quella di ritrovare l’unita’: siamo in un periodo di grande dispersione. Il diamante si e’ spezzato, ognuno si guarda il suo frammento, convinto di possedere la Verita'’. Mons.Ravasi intende puntare anche sul dialogo, partendo dal presupposto che c’e’ un islam fondamentalista, ‘il blocco che tutto respinge (per fortuna l’islam non e’ tutto cosi’)’ e che, quindi ‘il lavoro da fare sara’ proprio quello di potenziare il dialogo culturale’. Per ora il nuovo presidente non si sbilancia sui programmi futuri del Pontificio Consiglio, dei quali rivela solo l’intenzione di introdurre i blog nel sito del dicastero, soprattutto per dialogare con il ‘mondo della non credenza’. ‘Il Pontificio consiglio - spiega - pubblica una bella rivista trimestrale in quattro lingue dal titolo Fede e Cultura. Vorrei portarla su Internet. Cosi’ come vorrei potenziare il sito on-line del Pontificio Consiglio, con blog e altri strumenti di questo genere. Poiche’ credo che siano questi gli strumenti moderni per il confronto e il dialogo’. Di se stesso, mons. Ravasi parla invece in un’intervista alla Radio Vaticana: ‘per molti versi - confida - devo dire che ho trascorso buona parte della mia esistenza nel mondo della cultura, nel mondo del dialogo, con un orizzonte cosi’ mutevole, come quello della cultura, delle arti, della letteratura e cosi’ via. D’altra parte - conclude - c’e’ anche una dimensione che mi e’ molto consona, quella cioe’ di stare sulla frontiera, per vedere anche questo mondo della non credenza, il mondo che si interroga, il mondo che qualche volta rifiuta, ma che ha dentro di se’ sottilmente un’ansia di ricerca’. (AGI)
Aialon
00martedì 2 ottobre 2007 15:13
Re:
barnabino, 16/10/2005 17.42:

A dimostrazione che il nome divino Geova sarebbe un "mostro filologico" l'elegante telefilologo Ginafranco Ravasi in un articolo sulla popolare rivista Famiglia Cristiana scrive


Ora, il nome sacro di Dio (JHWH) non veniva pronunziato ma sostituito con un’altra parola, Adonaj, cioè "Signore". Che cosa fecero quei maestri per far leggere in questo modo il nome divino? Alle consonanti JHWH aggiunsero le vocali del termine sostitutivo Adonaj che in ebraico sono e/o/a



Ora, secondo le me conoscenze di ebraico la parola Adonaj non contiene (come sostiene il Ravasi) le vocali e/o/a ma piuttosto, quando era riferita a Dio, era vocalizzata come e/o/a ma piuttosto come a/o/a (hatef pathah, holem e pathah). Da dove esce la vocale "e" per Adonaj?

Che Ravasi, troppo preoccupato del suo clargyman e di accusare i testimoni di Geova, abbia dimenticato le vocali ebraiche?

ytytty




I masoreti per facilitare la lettura della Bibbia, per chi non conosceva l'ebraico la "vocalizzarono" inserendo i niqudim (puntini vocali e segni di pronuncia) tra le consonanti.
Per vocalizzare il Nome sacro, pensarono di inserire altre vocali, di modo che, non potesse capitare che qualcuno leggendo lo pronunciasse sbadatamente.
Le vocali furono prese da HELOIM (Dio).
Infatti ritroviamo la "e" e la "o" ;
La terza vocale, per chiudere il Tetragramma, essendo preceduta da una "he" (consonante muta)doveva per forza essere "a" perchè la "he" quando è finale si pronuncia sempre "a".

Saluti
Aialon [SM=g27985]












jwfelix
00mercoledì 3 ottobre 2007 00:24
Re: Re:
Aialon, 02/10/2007 15.13:

I masoreti per facilitare la lettura della Bibbia, per chi non conosceva l'ebraico la "vocalizzarono" inserendo i niqudim (puntini vocali e segni di pronuncia) tra le consonanti.
Per vocalizzare il Nome sacro, pensarono di inserire altre vocali, di modo che, non potesse capitare che qualcuno leggendo lo pronunciasse sbadatamente.
Le vocali furono prese da HELOIM (Dio).
Infatti ritroviamo la "e" e la "o" ;
La terza vocale, per chiudere il Tetragramma, essendo preceduta da una "he" (consonante muta)doveva per forza essere "a" perchè la "he" quando è finale si pronuncia sempre "a".

Saluti
Aialon [SM=g27985]



Quindi: YeHoWaH ???
Aialon
00mercoledì 3 ottobre 2007 00:33
Re: Re: Re:
jwfelix, 03/10/2007 0.24:



Quindi: YeHoWaH ???




Si, ossia, leggendolo in quel modo non sarebbe stato il Nome che non si può pronunciare invano.
Esempio: Il tuo vero nome è FELICE, se io sostituisco le vocali es. FOLECA, si sa che si intende FELICE, ma non lo si pronuncia.
Spero di aver chiarito.
Ciao Aialon [SM=g27985]



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