Tempi duri per il messia: un ritratto di Joe Panther (ma dove andremo a finire?)

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Thommi
00venerdì 4 maggio 2007 14:43
Gesù Cristo è ancora vivo e spaccia droghe. è il nuovo irriverente libro di successo di Andrew Masterson.
C'è da preoccuparsi? Dove è finito il rispetto? è solo un fenomeno di nicchia o c'è di più?

Tratto da: http://www.fantasymagazine.it/imgbank/RACCONTI/masterson_avvento.jpg

In esclusiva per FantasyMagazine, un brano tratto dal libro Il secondo avvento - la passione di Joe Panther, di Andrew Masterson

Presentazione dell'autore: Andrew Masterson è nato in Inghilterra nel 1961 ma è cresciuto in Australia, dove oggi lavora come giornalista e scrittore. Due volte vincitore del Ned Kelly Award, il più importante premio austrialiano dedicato al genere poliziesco, oltre che de Gli ultimi giorni, prima avventura di Joe Panther pubblicata da Marsilio nel 2002, è autore dei romanzi The Letter Girl e Death of the Author. Attualmente in Australia è in preparazione un film tratto da Il secondo avvento.

Molte volte ho cambiato nome, ma mai, perché mi è impossibile, natura. Sono nato nell'odore morbido dello sterco di vacca, un urlo su un materasso di fieno sporco di tempo; mio padre, chiunque fosse, scomparso da tanto. Yeshu, mi chiamavano Yeshu ben Pantera. Yeshu, figlio di Pantera. Il nome è mutato sin dall'inizio: Yeshu, Yoshua, Joshua, Jesu, Gesù.
Sono morto per voi.

E poi mi sono svegliato, tre giorni più tardi, abbandonato su una roccia al buio, abbandonato e tradito per assenza. Così è sempre stato da allora, in questi ultimi duemila anni.

Adesso sono Joshua, Joe per brevità, ancora trentatreenne. Joe Ben Panther. Ogni volta che è giunta la morte violenta, per lancia e cappio, per alabarda e Glock, e il mio cervello si è arreso alle tenebre tra brividi e tosse; ogni volta, una scintilla di speranza: finalmente il figlio ottiene il riposo e incontra il padre, le profezie si compiono, molti sono i beati e grande sarà il loro premio. Ogni volta, tre giorni, poi di nuovo sveglio, coperto di dure croste, non più sapiente di prima, non più vecchio. Ogni volta lo stesso: sono eterno nella mia transitorietà.

Quindi non so nulla del paradiso, però conosco la topografia dell'inferno. Conosco i suoi segreti. Conosco le sue paure. Ho il potere di vincerle e far crollare il pugno invisibile di Satana, ombra schizofrenica di mio padre.

L'inferno è il posto dove l'eroina è solo bicarbonato e gli aghi sono sempre spuntati. L'inferno è dove l'erba è fatta di foglie innocue, dove l'anfetamina è semplice talco e l'acido sa di cartone. L'inferno è dove i funghi sono buoni solo per l'insalata, dove l'ecstasy è agonia e la metanfetamina sembra non fare mai effetto. L'inferno è dove la birra è light e il whisky viene dal Paraguay, dove il vino è succo d'uva e la botte è vuota, dove le sigarette contengono solo un milligrammo di nicotina e il distributore automatico si è appena rotto.

L'inferno è dove non chiudi mai gli occhi e la vita non è ambigua. L'inferno è un futuro pieno di spazzatura pubblicitaria nella cassetta della posta, di lotterie e nuove canzoni dei Backstreet Boys.

Io rendo liberi da questo destino. Posso risparmiare questi orrori a chiunque apra il cuore, il portafoglio e le vene. Poiché nessuno è senza peccato, ma per coloro che posseggono il grano e la capacità di vedere, io giungo come salvatore. Porto l'oblio dello sguardo spento e delle palpebre pesanti.

Il ricarico che metto sulla mia eroina non è eccessivo, però almeno è un guadagno mio, il che a volte mi dà consolazione. Un tempo mi seccava essere destinato a vivere i miei interminabili anni in stato di povertà, per quanto poetica possano trovare l'immagine alcune delle congregazioni più grasse sparse nel mondo.

Voglio dire, è stato un lavoro durissimo vivere per l'eternità, sempre nello sgocciolio d'ombra delle atrocità alle quali il mio nome fornisce giustificazione e trionfo. Dopo un po' mi dà sui nervi. Nei momenti di tranquillità che mi colgono impreparato bramo la fine dei giorni.

Un pizzico di riguardo sarebbe carino. Non molto, solo un po'. Immaginate: appena il due per cento su ogni crocefisso, grande e piccolo, venduto da quando i crocefissi sono diventati di moda nel quarto secolo, e sarei ricco al di là di ogni sogno. Avessi avuto la presenza di spirito, la prontezza di esigerlo in quei bizzarri giorni a Emmaus, dopo il primo risveglio, certo non sarei ricco come le chiese fondate in mia memoria, però al diavolo, almeno non sarei ridotto a vendere polverine agli angoli di strada dell'Australia occidentale.

O magari lo farei lo stesso. Non si sa mai. Un semplice hobby. Insomma, l'ho fatto, in un modo o nell'altro, per secoli: erba, eroina, oppio, funghi, kat, peyote, cocaina, tabacco, alcol o morfina. Spaccio di droga e di reliquie di santi. E' triste ammettere che in campo commerciale non so fare altro.

Lasciamo perdere il discorso falegnameria. Giuseppe, il sempliciotto, ha tentato una volta o due di insegnarmi il mestiere, però io gli vedevo quell'espressione negli occhi mentre stringeva lo scalpello e mi fissava. Era lo sguardo di chi, ogni volta che guarda un figlio che deve dichiarare proprio, vede invece la moglie posseduta da qualcun altro.

Dal Signore Iddio onnipotente? Da uno sporco soldato romano che si chiamava Panthera? Ho sentito entrambe le storie; non ho mai incontrato né l'uno né l'altro. Cosa ne so io?Mi ritenevo un insegnante nei giorni molto antichi, come si addiceva all'unico laureato del Metodo Pediatrico Didattico del re Erode. I successivi massacri indicano che non era un'attività nella quale eccellessi. Sono legione gli striscianti fedeli e i megalomani illusi che sostengono di avere ricevuto da me la rivelazione.

Non saprei. Io non ne ho mai ricevuta una. Non so quale tipo di procreazione, mutante o miracoloso, divino o scritto nel DNA, abbia prodotto i miei due millenni di vagabondaggi. Però la teleologia non c'entra niente, e nessuno è stato mandato a controllare i miei progressi. C'è da meravigliarsi se ho marinato il vero percorso?
Così, vendo salvezza, oblio biochimico. Per un po' di tempo, scaccio tutto.

Di recente, sono migliorato sul lavoro. E' fottutamente difficile restare a galla in questa attività, anche al fetido livello di strada al quale agisco. Ho imparato la dura lezione nel sedicesimo secolo, a Basilea. Me la cavavo piuttosto bene col laudano, guadagnavo bei soldi vendendolo al malato e al furbetto. L'ho inventato io. Molte sono le cose che si dice io abbia fatto, ma poche ho fatto davvero. Mirate: i miei trionfi sono dimenticati, le mie perdite moltiplicate a milioni.

La faccenda del laudano è stata facile, com'era prevedibile. Acqua nel vino, oppio nell'antidolorifico: stesso concetto, diverso processo. Il problema fu che mi misi in società con un medico, un certo Philippus von Hohenheim, soprattutto perché aveva i soldi e la copertura che mi occorrevano per espandere l'attività. Un po' pieno di sé, però devoto alla fede, per cui credevo che almeno rispettasse la storia del non rubare.Che stupido.

Dopo un po' scopro che ha cambiato nome, è diventato Paracelsus, e sta tagliando la corda da Basilea con la mia formula, le mie scorte di roba e i miei soldi. Ha messo assieme una fortuna, il bastardo, in quattordici anni di spostamenti qua e là.

Non gli è andata bene, però. Una cosa l'ho imparata molto presto: non farti. Chiunque usi la roba che vende si attira addosso i guai. Paracelsus non l'ha capito. Al termine della vita era un idiota delirante che farneticava dell'imminente arrivo di Elia, Elia l'Alchimista, che avrebbe posto fine al mondo in un unico atto di dissoluzione chimica: niente big bang, niente trombe del giudizio, solo un nuovo cocktail nella provetta cosmica sopra il becco bunsen di Belzebù, e bum, tutto finito. Dio torna in laboratorio per un altro tentativo di produrre il purè di patate istantaneo perfetto.

Sicché non faccio uso di eroina. Mai fatto. Io sono colui che sono, e non c'è dio in me: uccido e vivifico; ferisco e guarisco. Vivo per sempre.

[Brano tratto da: Il secondo avvento. La passione di Joe Panther, di Andrew Masterson, ed. Marsilio, collana «Black», giugno 2004. Traduzione di Vittorio Curtoni]

Shalom

[Modificato da Thommi 04/05/2007 16.22]

)Mefisto(
00venerdì 4 maggio 2007 16:02
Posso chiederti Amico Thommi, di inserire più interlinee? Sai ad una certa età, ho difficoltà a leggere un testo come il tuo tutto insieme.


Thommi
00venerdì 4 maggio 2007 16:28
Re:

Scritto da: )Mefisto( 04/05/2007 16.02
Posso chiederti Amico Thommi, di inserire più interlinee? Sai ad una certa età, ho difficoltà a leggere un testo come il tuo tutto insieme.





Ecco fatto, Amico Mefisto; se mi è permesso farti un appunto sull'età, penso sarebbe il caso di andare sul tuo profilo e modificare la data di nascita; infatti da quando è cambiato il layout dei profili il forum è stato inondato da bande di ottantasettenni, e la cosa è un pò sospetta. [SM=g27991]

shalom
thommy
)Mefisto(
00sabato 5 maggio 2007 02:42
Ma stavolta l'età è quella giusta, nel casino che ha fatto il FFZ, almeno in questa l'ha azzeccata.


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