Rito della Lavanda

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Justee
00lunedì 20 agosto 2007 14:00
Perchè nessuno lo fa
5Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". 7Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". 8Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". 9Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!"

perchè nessuno compie questo cosa , che credo sia importante ?
JoeCommoner
00martedì 21 agosto 2007 08:37
Ma come nessuno?
Ogni anno in tutte le chiese viene fatto ed è il sacordote (in quanto ministro di Dio) a lavare i piedi simbolicamente a 12 persone.

Inoltre ci sono associazioni cattoliche che si basano su tali versetti, vedi ad esempio l'UNITALSI, ...

Joe
benimussoo
00giovedì 20 marzo 2008 20:59
Capitolo 13


L’ORA DI GESÙ
LA PASQUA DELL’AGNELLO DI DIO

1. L’ULTIMA CENA DI GESÙ CON I SUOI DISCEPOLI

La lavanda dei piedi

1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, 3Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 5Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». 8Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».

12Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? 13Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. 14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. 16In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. 17Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. 18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».



Commento



Con il tredicesimo capitolo inizia la seconda parte del Vangelo di Giovanni, il cosiddetto “Libro della gloria e dell’ora”, dove Gesù rivela ai Suoi Discepoli che l’evento decisivo della Sua glorificazione sarà con la morte sulla Croce. Nella prima parte il quarto Evangelista descrive un avvenimento (la lavanda dei piedi) particolarmente espressivo, voluto da Gesù durante l’“ultima cena” con i suoi Apostoli, quando terminò la pasqua dell’antico rito ebraico e iniziò quella del nuovo Regno di Dio. A questo proposito, lo studioso Hans Urs Von Balthasar afferma testualmente: “Anche se sulla tavola, come per il passato, sono presenti il pane e il vino, ora in quel pane è penetrato il grande mistero di Cristo, agnello immolato per la liberazione di tutto l’umanità; quel mistero che domani si compirà visibilmente sulla Croce, e che oggi è anticipato nel pane della celebrazione pasquale”. La morte e Risurrezione di Cristo come mistero di salvezza e di liberazione per l’uomo diviene, così, presenza costante e reale nella mistica celebrazione del pane e del vino che, sempre secondo Balthasar, Gesù ha voluto per identificarSi anche nella storia del Suo popolo, utilizzando un segno che celebrasse la fede nella promessa. Inoltre, nell’offerta del pane Gesù anticipa un mistero, che nel Suo cuore si è già compiuto con l’assecondare la volontà del Padre.

Nell’ultima cena incomincia, così, la passione redentrice di Cristo; un inizio nel quale la sofferenza salvifica è già accettata e proclamata con il puro abbandono al volere del Padre; la cena anticipa la verità del Venerdì Santo e, come ogni gesto di Gesù, già il volerlo compiere è un avvenimento come già “accaduto”, e il pane ne è il segno. Al banchetto, Gesù Si trova dinanzi ai Suoi Discepoli come Colui Che Si consacra alla morte per loro (prendete e mangiate...); Egli, “lasciandoSi mangiare”, penetra nell’intimo dell’esistenza di ciascuno, e vi rimane come reale presenza dell’amore del Padre. In questo contesto avviene anche la “lavanda dei piedi” che, secondo gli studiosi, è la visualizzazione della “portata educativa” del segno del pane, dove Gesù, in un certo senso, afferma: “Se dunque io, il Maestro e il Signore, ho lavato i vostri piedi, se io mi sono posto sul sentiero del dono gratuito fino alla morte per la vostra salvezza, così voi dovete fare altrettanto. Lavare e baciare i piedi del fratello è come baciare l’altare perché, in quel momento, il fratello è Cristo che si lascia amare”.

L’episodio della lavanda dei piedi costituisce uno degli ultimi insegnamenti di Gesù prima della Sua passione; Egli ha accettato il sacrificio d’amore per i fratelli, e Si appresta a spiegare quale deve essere l’atteggiamento di chi si pone al servizio del Padre. Nel gesto di Gesù che lava i piedi ai discepoli vi è naturalmente anche un forte appello all’umiltà, ma esso è sicuramente ricco di molti altri valori, sia simbolici, sia esortativi (le abluzioni, ad esempio, in tutta la storia della religione ebraica non hanno un senso di pulizia, ma di purificazione per presentarsi al cospetto di Dio). Secondo molti studiosi, con tale gesto, Gesù vuole preparare i Suoi Apostoli a quello che li attenderà dopo che li avrà lasciati per tornare nella casa del Padre (Quello che faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo). È suggestivo come Pietro inizialmente si opponga al gesto di Gesù; egli non comprende che il Messia, con la lavanda dei piedi, vuole raffigurare l’imminente Sua donazione nel sacrificio sulla Croce, e solamente dopo il chiarimento di Gesù accetta, in una forma altrettanto impulsiva, di essere purificato da Lui che, con parole piuttosto oscure, puntualizza l’amarezza di avere tra i Suoi Discepoli uno che lo tradirà. L’insegnamento, in ogni modo, è molto chiaro: anche i seguaci di Gesù dovranno seguirLo sulla via della generosità assoluta nel donarsi, simbolicamente espressa nella lavanda dei piedi (Vi ho dato, infatti, l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi).

Gesù ha accettato la volontà del Padre, e invita tutti quelli che credono alla Sua “Parola” a continuare la Sua opera; Egli insegna, con un gesto di amore profondo, che il Padre vuole il Suo popolo umile e accogliente come Lui. Gli ebrei lavavano i piedi all’ospite che entrava nella loro casa in segno di accoglienza, e Gesù lava i piedi ai suoi amici per accoglierli come figli dello stesso Padre; Egli, prima di avviarsi sulla strada dell’ultimo sacrificio (il più grande), li prepara, con un gesto amorevole di purificazione perfetta, al compito che anche loro dovranno realizzare affinché il disegno del Padre si compia per l’intera umanità, e questo anche se ancora non riescono, e non possono capire. Un “capire” che ora, dopo oltre duemila anni di cristianesimo, deve “essere” in ogni vero cristiano, perché partecipare all’Eucaristia significa voler riprendere e fare propria la volontà di Cristo, per cercare di attuare il Suo impegno divino. In questa realtà il sacramento della Comunione e il rito della “lavanda dei piedi” non sono solo una manifestazione di devozione o un puro atto di amore, ma una presa di posizione coraggiosa di fronte a Dio ed ai fratelli, quella cioè di vivere per il bene (materiale e spirituale) degli altri, come fece Gesù.

In tale contesto, Gesù raccomanda ai Suoi Discepoli di seguire il Suo esempio (Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato, infatti, l’esempio, perché, come ho fatto io, facciate anche voi); una raccomandazione dalla quale si sviluppano i successivi versetti, che contengono innanzitutto due detti di Gesù presenti anche nel Vangelo di Matteo (Non c’è servo più grande del suo Signore... e Chi riceve uno che io mando, riceve me), e la predi­zione del tradimento di Giuda che conferma la parola della Scrittura (perché quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono). È evidente che il rito della lavanda dei piedi ricorda che, per diventare veramente dei Discepoli di Cristo, è necessario essere sempre al servizio dei fratelli, in particolare degli “ultimi”, i più bisognosi e per questo i più “piccoli”. Se è vero che il pane e il vino consacrati sono la presenza di Cristo morto e risorto, è altrettanto vero che chi si dichiara cristiano deve riconoscere la presenza di Gesù nel povero, nell’oppresso, nel debole, nell’emarginato, in altre parole in tutti quelli che hanno bisogno di Lui. Non avrebbe senso la fede nell’Euca­ristia se essa non trovasse conferma nella carità e nel servizio verso il prossimo.
Bicchiere mezzo pieno
00domenica 23 marzo 2008 08:53
Interessante! Ed è vero che il rito della lavanda fatta da Gesù era per dimostrare l'importanza dell'umiltà come qualità per ereditare il Rengo dei Cieli.
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