“che razza di patimento può avere un Dio che sa di essere tale e che dunque sa benissimo che la morte "umana" per lui non è nulla.”
In che senso la morte per lui non è nulla? Gesù è morto veramente, ha patito perché ha deciso di incarnarsi in un corpo umano con tutte le limitazioni del caso, nella kenosi egli ha assunto la forma di senso provando la morte in croce. Tu dici: sapeva che c’era l’aldilà. Vero: ma ciò in cosa vanifica il sacrificio? Il martire umano che si sacrifica per fede non acquista la corona della gloria perché, pur nel dubbio della vita eterna, ha sacrificato la sua vita, ma al contrario perché l’ha sacrificata nella certezza incrollabile di Dio e della vita eterna.
Per BArnabino
“Si trovò a confidare in Dio che non era obbligato a risuscitarlo. Dio lo aveva promesso ma dall'altra parte Satana aveva sostenuto che Dio era un bugiardo.”
Dunque a tuo dire Gesù non aveva la certezza che della scelta tra la verità di Dio e la verità di Satana. Come avete ridotto il figlio di Dio..
“Sappiamo bene che noi non siamo solo la nostra "mente" ma siamo anche il nostro "corpo". Se la nostra mente venisse messa in un altro corpo non saremmo "noi".”
Questo lo sa chiunque abbia dato psicologia generale I, infatti chi sostiene l’immortalità dell’anima non sostiene la sopravvivenza dell’anima come qualcosa di dualistico rispetto al corpo ma come qualcosa di duale. Non si è nella pienezza dell’essere se l’anima è senza corpo, sempre che abbia senso il problema di chiedersi se l’anima sia in un qualche tempo senza il corpo, perché non è nel tempo quando dimora in Dio. Il cosiddetto problema dello “stato intermedio” in realtà non va risolto ma dissolto.
“Gesù sebbene risorto non sarà mai più "Gesù" ma”
In effetti questo è uno dei punti della dottrina dei TdG che mi ha sempre di più sconvolto e che mi porta ad affermare che voi non credete alla risurrezione di Cristo. Infatti le vostre pubblicazioni insegnano che il corpo di Gesù fu fatto sparire da Geova, tempo fa si fantasticava di come l’avesse pietosamente portato nelle Pleiadi, mentre il nuovo Gesù, che non ha alcuna continuità fisico-spirituale col precedente, sarebbe una nuova creazione ex nihilo operata da Dio Padre. Con buona pace di Gesù quando disse: “distruggete questo corpo e io in tre giorni LO farò risorgere.” Assicurandoci del fatto che ciò che Dio fece risorgere è proprio il corpo che aveva quand’era in vita.
“è tornato ad essere uno spirito.”
E qui ce l’altro problema dei TdG, hanno idee balzane su cosa voglia dire essere “spirito”. A volte nei loro libri si ha quasi la percezione che descrivano Gesù risorto come qualcosa di etereo e incorporeo. Anche qui con buona pace di Gesù e del suo “pizzicatemi, un fantasma non ha carne e ossa come vedete che ho io"
“Ha sacrificato suo figlio unigenito. Io sono certo che preferiresti morire tu piuttosto che vedere morire tuo figlio. Dio ha scelto la strada più dolorosa.”
Pensa te che noi cattolici non dobbiamo rinunciare a nessuna delle due cose.
1)Dio stesso s’è sacrificato, e dunque non ha fatto lo scarica barile delegando un altro a patire le sue sofferenze. Diceva Messori: “Solo se Gesù è il volto del Dio che sta nei cieli, il male del mondo, da scandalo spesso intollerabile può trasformarsi in mistero, seppure insondabile. Il mistero di un’onnipotenza che, nel suo piano enigmatico, non prevede l’eliminazione dela male, ma l’assunzione di questo sulle Sue stesse spalle. Cerchiamo di essere coerenti: al di fuori di chi adora un Dio inchiodato nudo su un patibolo, l’uomo che soffre innocente e che accetta questa sofferenza, alla quale il suo Creatore non partecipa affatto, non appare forse moralmente superiore a Lui? Che rispetto avere per un qualche Essere Supremo o Motore Immobile di filosofie e di teologie teiste, che avrebbe ritenuto necessario includere nel suo divino sistema il tragico corteo della malattie(per non parlare di tutti gli altri patimenti cui è esposta la condizione umana), con il carico incommensurabile di sofferenze che recano con sé?” (Qualche ragione per credere Milano, Mondadori, 1997, pag. 195)
"Dio permette la sofferenza perché non è lui a patirla", si sente dire spesso, e i tdG qui non avrebbero nulla da rispondere, specie perché credono che le malattie siano una punizione divina copera di quel piccolo dio tribale che a causa di un frutto colto pensò bene di condannarci a secoli di cancro ed epatite. Sotto questo profilo la loro teologia del peccato originale è alquanto poco meditata.
2)Dio Padre, ha visto suo Figlio sulla croce. Inoltre il problema non che qui Dio ha scelto la via più dolorosa, perché Dio non può soffrire, Gesù stesso ha patito ed è morto nella sua umanità, e su questo Calcedonia ha messo fine all’eresia. Ma è proprio qui la grandezza, Gesù, quel Gesù che ha patito solo nella sua umanità, non è due persone, una umana e una divina, sebbene dunque abbia patito solo la sua natura umana è la persona Gesù, che è Dio, ad aver patito. Ma su questo leggersi il tema a Flaviano perché è teologia di alto livello.
[Modificato da Polymetis 19/11/2006 3.06]