la dura vita del prete dalla pelle nera

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Cryptone
00giovedì 21 febbraio 2008 17:25
LANCIANO – Lo chiamavano “sporco negro”. E non accadeva di rado. Don Edmond Velonzara, 43 anni, originario del nord del Madagascar, è stato apostrofato così, tante e tante volte. E’ stato quattro anni fa, a Casalbordino, come vice parroco. E’ lì che ha dovuto iniziare a sopportare episodi di intolleranza razziale. Perché l’anziano prete che mandava avanti la chiesa di San Salvatore, non lo “digeriva” a causa del colore della sua pelle. “Non mi ha mai chiamato per nome, ma sempre “l’Africano” o “quello negro”.

Non è stata una grande accoglienza. Non quello che mi aspettavo, ma ho sopportato”. La situazione è peggiorata quando, sempre nello stesso anno, è stato spostato a Cittareale, in provincia di Rieti, a reggere la parrocchia di Santa Maria dell’Assunta. “Capitava che durante la messa - fa presente - ma anche quand’ero tra la gente, di tanto in tanto spuntava quell’insulto... Sempre lo stesso, martellante: ‘Sporco negro’. Me l’hanno ripetuto fino all’inverosimile.

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