carlo rubbia ( premio nobel ) contro il nucleare

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mioooo
00mercoledì 11 ottobre 2006 19:27
Nucleare: Corea del Nord, possibile altro esperimento

SEUL - La Corea del Sud non esclude che Pyongyang si accinga a un secondo esperimento nucleare dopo quello di stamani. Lo ha indicato il direttore dei servizi d'informazione sudcoreani Kim Seungkyu in una dichiarazione riportata dall'agenzia Yonhap. Kim ha parlato in particolare di nuovi "movimenti insoliti" di personale e automezzi in prossimità di un sito per test atomici nella località di Pungkye-ri, presso Kilju-gun, nella provincia di Hamkyong settentrionale.

Parlando dinanzi a una commissione parlamentare, il direttore ha anche affermato che in base alle valutazioni sudcoreane il Nord disporrebbe di almeno una trentina di chili di plutonio. A parere di esperti citati da Kim si tratta di materiale fissile sufficiente per fabbricare sei o sette ordigni atomici.

mioooo
00mercoledì 11 ottobre 2006 19:29
Kim Il Sung e Kim Jong-il vengono riveriti in molti aspetti della vita pubblica della Corea del Nord, spesso con toni semi-religiosi. Le attività religiose di altro tipo sono pesantemente osteggiate dallo stato ufficialmente ateo, soprattutto il protestantesimo che viene visto strettamente connesso con gli Stati Uniti.

La Corea del Nord condivide con la Corea del Sud una forte eredità buddista e confuciana oltre a una storia recente di movimenti cristiani e Chondogyo, una forma di sincretismo religioso tra buddismo, confucianesimo e cristianesimo. Pyongyang era il centro delle attività cristiane prima della guerra di Corea. Al giorno d'oggi esistono due chiese statalizzate che lasciano però molto dubbiosi i fautori della libertà religiosa.

Secondo la classifica dell'organizzazione missionaria Open Doors, la Corea del Nord è attualmente il paese con la più forte persecuzione nei confronti dei cristiani del mondo.
alenis
00lunedì 26 maggio 2008 19:27
da un intervista a Carlo Rubbia ( premio Nobel ) sul nucleare

"Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".

"Quando è stato costruito l’ultimo reattore in America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo Stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie".

"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."

"Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".

"C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma".

"I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".

Se è così semplice, perché allora non si fa?

"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa". (30 marzo 2008)
alenis
00giovedì 5 novembre 2009 11:06
www.perilbenecomune.net/index.php?mod=petition

Carissime amiche
e carissimi amici,

Con lo splendido risultato di Termoli (oltre 2.500 firme in due giorni di banchetto), sono state superate le 45.000 firme; oltre 35.000 online e circa 10.000 sui moduli cartacei utilizzati nei banchetti o che molti di voi hanno scaricato dal sito e riempiti con le firme di amici e colleghi di lavoro (straordinario l’impegno della Sardegna da cui è arrivata una valanga di moduli e quello della Campania, in cui continuano i banchetti ).

Avendo potuto contattare solo una piccolissima parte di cittadini (molto meno dell’1%), e tenendo conto che le rassicurazioni dei sostenitori del nucleare, ampiamente diffuse dai media, hanno creato molta confusione (alimentata anche dai “fermi” NO delle associazioni ambientaliste dei partiti, che invece restano “possibilisti” se non addirittura “favorevoli”, a condizione - dicono- che gli impianti siano i più sicuri possibile, che ci siano compensazioni economiche al territorio o che -come testualmente recita la dichiarazione di voto IDV- il piano energetico non punti solo sul nucleare), questo alto numero di firme è davvero un fatto di grande rilievo.

Infatti, se in Italia l’informazione non fosse controllata dai grandi gruppi finanziari ed i giornalisti, con pochissime eccezioni, non fossero asserviti, oppure, se avessimo avuto le risorse economiche per pagare affissioni e acquistare spazi nelle radio, nelle TV o sui quotidiani (e sarebbe bastato un decimo delle spese elettorali di IDV, Lega o Casini, per non parlare delle valanghe di soldi spesi da PD e PDL) le firme, mantenendo il rapporto contatto/firma, sarebbero da moltiplicare per almeno cento volte.

Chiuderemo la campagna l’8 novembrein concomitanza con il ventiduesimo anniversario del referendum, nel quale l’80% degli italiani votò NO alle centrali atomiche (tuttora valido anche se Governo, D, PDL e loro contorni, si guardano bene dal ricordarsene) .

Impegnandoci in un ultimo sforzo di 10 giorni, per superare le 50.000 firme.

Ognuno, che ne abbia la possibilità, cerchi nel suo indirizzario mail e nei siti, nei blog o nei forum di cui fa parte o in cui riesce ad entrare, di far girare l’invito a firmare via internet o scaricando i moduli e rispedendoli completati, anche parzialmente. Buon lavoro a tutti.

Come potrete vedere in altra parte del nostro sito, appena sul Web è circolata la notizia che Beppe Grillo voleva fare un V-Day contro il nucleare, noi gli abbiamo chiesto un sostegno alla petizione, assicurandogli che avremmo volentieri ricambiato collaborando alle iniziative antinucleari sue e dei Meet Up a lui legati. Oggi continuiamo a sperarci, anche se meno fiduciosi di due mesi fa, perché sappiamo che un impegno del suo visitatissimo blog potrebbe ancora avere un peso significativo,…. anche se arrivasse “in zona Cesarini”.


in allegato anche un volantino del perchè non abbiamo bisogno del nucleare;

ma si può copiare qua:

Chiunque lo proponga, da destra o da sinistra, finge di ignorare che:

1. Il nucleare non è sicuro, è a rischio di incidenti catastrofici
Nel 1979 ad Harrisburg (Usa) si è sfiorata la “fusione del nocciolo”, che c’è stata a Cernobyl (Ucraina) il 26 aprile 1986, con decine di
migliaia di tumori e leucemie nei 20 anni successivi e più di 1000 morti per tumore tra i soldati intervenuti; ha contaminato l'acqua di 30
milioni di ucraini; irradiato 9 milioni di persone.
Oggi, nelle regioni confinanti, 2/3 degli adulti e metà dei bambini sono ammalati alla tiroide, c’è il raddoppio delle malformazioni.
Nel 2002 nell’Ohio (Usa) si è sfiorato lo stesso disastro; nel 2004 a Sellafield (GB) c’è stata una fuga 160 kg di velenosissimo plutonio
rivelata solo dopo 8 mesi.
Dal 1995 al 2005 c’è stata una serie di incidenti gravi (con 7 morti e centinaia di contaminati gravi) nelle centrali del Giappone: tra cui
uno gravissimo a TokaiMura nel 1999 (2 lavoratori morti, 3 gravemente contaminati e 119 esposti a forti dosi di radiazioni) e il più grande
impianto nucleare al mondo chiuso il 16.7.2007 per i danni da terremoto.
Avere il nucleare vicino casa non è assolutamente lo stesso che a centinaia di km.
2. Dopo 50 anni, non si sa ancora dove mettere le scorie radioattive
Ci sono milioni di tonnellate di scorie (di cui ben 250.000 altamente radioattive) senza smaltimento definitivo. Gli Usa hanno speso 8
miliardi di dollari in 20 anni senza trovare una soluzione.
In Italia, nel 2005, il governo ha dato 674 milioni di euro alla Sogin che, dopo il ridicolo tentativo di Scanzano J. (sismico, come gran
parte d’Italia), non sa dove mettere le “ecoballe” radioattive: il plutonio resta altamente radioattivo per 200mila anni! L'uranio238 per
milioni di anni…
3. Non esiste il nucleare “sicuro e pulito” di Quarta generazione
Le centrali di “terza generazione”, che Berlusconi vuole costruire, dovrebbero durare più di quelle in funzione (II generazione), senza aver
risolto il problema delle scorie né della “sicurezza intrinseca” (spegnimento automatico se c'è un incidente grave).
Le chiama “ponte” verso una “quarta generazione” che promette sarà “assolutamente sicura, non proliferante, con poche scorie e meno
pericolose”, ecc. Ma i reattori di IV generazione NON esistono! Sono previsti “DOPO il 2030”, come se fosse domani; e quanto “dopo”?.
Intanto il governo propone un colossale rilancio del nucleare, con reattori che, almeno fino al 2040, aggraverebbero tutti i problemi creati
dal nucleare!
Infatti l’Enel ha investito quasi 2 miliardi di euro per completare, in Slovacchia, due reattori di vecchia tecnologia sovietica, addirittura
privi di involucro esterno, giustificandosi: “la probabilità di un impatto aereo è trascurabile”. In che mani siamo!…
4. E’ favola “solo col nucleare si può fermare il riscaldamento globale”
Per avere una riduzione di gas serra bisognerebbe costruire una centrale nucleare ogni 10 giorni (35 all'anno) per i prossimi 60 anni. Così,
con 2.000 nuove centrali nucleari, si fornirebbe il 20% dell'energia totale.
C'è qualcuno, sano di mente, che pensa si potrebbe procedere a questo ritmo?
Nessuno dei top manager dell'energia crede che le centrali esaurite nei prossimi anni saranno rimpiazzate per
più della metà; il trend mondiale del nucleare è verso il basso: solo per mantenere il numero e la potenza delle 435
centrali attuali (ne sono già state chiuse 117) ce ne vorrebbero 70 di nuove entro il 2015 (una ogni mese e mezzo!) e altre 192 entro il 2025:
una ogni 18 giorni! Tutto per continuare a produrre non il 20%, solo il 6,5% dell'energia totale...
2.000 scienziati dell'IPCC(ONU) lo ha certificato nel 2007:”Il nucleare non potrà fermare la febbre del pianeta”.
Inoltre il ciclo completo (estrazione ed “arricchimento” dell’uranio, smaltimento scorie, costruzione e smantellamento centrale) emette
gas serra quanto il ciclo a combustibile fossile.
5. L’uranio, come il petrolio, scarseggia e dobbiamo importarlo
L'Italia non ha uranio, dovrebbe importarlo da Russia, Niger, Namibia, Kazakistan, Australia, Canada.
Secondo l’Agenzia per l'energia Atomica, l'uranio dovrebbe scarseggiare dal 2030, invece già dal 1991 ha raggiunto il “picco”(se ne
consuma più di quanto si estrae): sono le scorte militari che forniscono metà del combustibile. Senza nuovi reattori, la produzione di
uranio è già insufficiente, perciò il suo prezzo si è moltiplicato per 10 (da 7 a 75 dollari la libbra) dal 2001 al 2007.

6. Altro che “bassi costi”: il nucleare è fuori mercato
Le stime Usa per i nuovi impianti danno il nucleare a 6,3 cent/ kWh contro 5,5 del gas e 5,6 del carbone. Per questo negli Usa, nonostante
gli enormi incentivi stanziati da Bush (1,8 cent/kWh, oltre il doppio del differenziale di 0,8 cent), nessuno ci investe più dal 1976.
L’unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia: l’azienda privata ci sta perchè lo Stato paga (fa pagare ai contribuenti..)
smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale (che costa quasi come la costruzione), e garantisce l'acquisto di tutta
l'energia prodotta per 60 anni: un affare senza rischi per il privato! Ma l’entrata in funzione della centrale (ordinata nel 1996) è slittata dal
2009 al 2011: 15 anni. Così il suo costo finale, da 2,5 miliardi di euro è aumentato a 4 miliardi: più di 4 volte di una centrale a metano
della stessa potenza (1600 MW).
I ritardi nella costruzione sono una costante dell'industria nucleare: negli Usa i costi di 75 reattori, previsti in 45 miliardi di dollari, sono
aumentati a 145, tre volte il previsto.
In Italia i tempi sarebbero più lunghi e i costi più alti (un km di Tav costa 4 volte che in Francia…): chi pagherebbe?
L'Enel per le 2 centrali slovacche, spende 2.700 euro/kW, mentre una centrale a gas costa meno di 500 euro/kW. Chi paga?
7. Il nucleare è in crisi: nel mondo solo 9 stati ci investono
L'Austria, col Referendum del 1978, ha deciso di non mettere in funzione la centrale già costruita sul Danubio. L'Italia è uscita dalla follia
nucleare col Referendum del 1987.
La Germania, nel 2000, ha deciso di non investire più sul nucleare e sostituirlo col risparmio e l'aumento del 2,5% annuo di energie
rinnovabili . La Svezia col Referendum del 1980 ha fatto la stessa scelta. La Spagna, con un Referendum nel 1983, ha deciso di uscire dal
nucleare e raggiungere l’autonomia energetica entro il 2050, investendo moltissimo nel solare.
Negli Usa non si costruiscono più centrali nucleari dal 1976.
In Europa nel 1976 c’erano 177 centrali, oggi sono 146, 31 in meno; nei prossimi venti anni un centinaio di esse chiudono; non saranno
sostituite in Belgio, Germania, Olanda, Spagna e Svezia, che hanno deciso di non costruirne più.
In Europa non hanno centrali nucleari, oltre all’Italia: Austria, Danimarca, Grecia, Irlanda (il movimento di opposizione ha bloccato il
programma nucleare), Norvegia e Polonia, che ha interrotto la costruzione dell’unica centrale. Nel mondo: Australia, Nuova Zelanda,
l’America Latina (escluso il Messico e Argentina), l’Africa (escluso Sud Africa) e l’Asia (esclusi Giappone, India, Pakistan, Cina e Iran).
Solo 9 stati in tutto il mondo investono nel nucleare: India, Cina, Russia, Ucraina, Giappone (fino al prossimo terremoto?), Iran,
Argentina, Romania e Finlandia.
8. Centrali e bombe nucleari sono sorelle gemelle
Le centrali nucleari americane nascono per sfruttare il calore di scarto della produzione delle bombe costruite nel 1940-45 e
“sperimentate” in agosto 1945 (a guerra già vinta!) a Hiroshima e Nagasaki con centinaia di migliaia di civili assassinati. Poi arrivano le
centrali sovietiche. Ci sono anche centinaia di reattori militari per le 130.000 bombe atomiche e i sommergibili nucleari. Poi le centrali
francesi, per la “Force de frappe”, terza potenza nucleare, con esplosioni in nord Africa e Pacifico (le ultime a Mururoa nel 1996).
Producono le centrali e le bombe nucleari le stesse industrie (prime General Electric e Westinghouse): senza gli enormi finanziamenti
militari, l’industria nucleare non reggerebbe All'ONU, nel 1980, il presidente Usa Carter afferma: ”Qualsiasi ciclo di combustibile nucleare
è intrinsecamente proliferante”, crea materia prima per bombe atomiche. Così si dividono gli Stati “buoni”, che possono avere il nucleare,
da quelli “canaglie” (Irak, Iran, Corea del Nord) che non possono. Chi sono i “buoni”? Lo decidono i buoni stessi (Usa in testa)…
Dal 1950 al 90 sono esplose a fini “sperimentali” 2000 bombe nucleari, con enormi dosi di radioattività senza protezione per la
popolazione. Oggi gli effetti: negli Usa un’epidemia di malattie da radiazioni: mortalità infantile, cancri, leucemie, autismo, Parkinson,
asma, ipotiroidismo in neonati, danni al sistema immunitario.
L’esposizione a radiazioni ha causato, tra il 1945 e il 1996 negli Usa, un milione di morti infantili.
Fino al 1963 sono state 530 le esplosioni nucleari in atmosfera, molte nel deserto del Nevada. Un esempio degli effetti: delle 220 persone
che nel 1954 hanno partecipato alle riprese del film “Il conquistatore” 47 sono morte di cancro e altre 44 ammalate di tumore: totale 91 su
220. Fra i morti, gli attori John Waine, Susan Hayward. Il film fu girato nello Utah. 11 mesi prima, dopo alcune esplosioni atomiche
“sperimentali” nel Nevada (a 300 Km di distanza), gli allevatori trovarono molte pecore morte, con ustioni da radiazioni Beta, causate
dalle esplosioni. Negli anni '70 e '80, nello Utah c’è stato un numero eccezionalmente alto di cancri e leucemie.
9. Industriali & politici amici temono la democrazia, anche energetica
Il nucleare, come il termoelettrico a carbone, gas e olio combustibile, è centralizzato, controllato dai vertici economici e politici, con
enormi investimenti economici e politico-militari.
Invece le energie rinnovabili (solare termico e fotovoltaico, mini-idroelettrico ed eolico, biomasse locali) sono distribuite, controllate da
ogni comunità che produce l'energia di cui ha bisogno.
Basterebbe coprire di pannelli fotovoltaici solo lo 0,1% (un millesimo) del territorio nazionale (utilizzando un decimo di tetti, pensiline,
barriere autostradali ecc.) per soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale di energia elettrica .
I politici di vecchio stampo (anche se si dicono “federalisti”) preferiscono un mondo in cui l'energia (come l'economia e l'informazione) è
controllata dal potere centrale.
mps_rh
00venerdì 10 giugno 2011 12:47
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