presentazione e riassunto di una storia

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Guardiano19
00venerdì 14 gennaio 2005 22:32
presentazione & riassunto della mia storia
ciao a tutti, io ho 19 anni e questo è il mio primo mesaggio in questo forum.
sono qui per discutere con persone delle varie religioni e sentire le varie idee.
diciamo che io vengo da una famiglia profondamente cattolica, ma mi sono distaccato da questa fede alcuni anni fa, inizialmente quasi senza rendermene conto, però ho iniziato a mettere in dubbio, a non credere.
ora faccio fatica a ricostruire le date, credo che inizia a diventare un "agnostico" dagli 11-12 anni in poi. diciamo che io avevo motivazioni che mi portavano a credere che Dio non esista e altre che mi fanno pensare esista, ma l'argomento mi sembrava fuori dalla mia portata e decisi che la cosa migliore fosse comportarmi sempre bene, in modo che se esiste non sarebbe che potuto essere contento di me, e se non esistesse io avrei cmq vissuto bene.
a supportare questa mia idea ci fu la lettura di alcuni testi di Kant.
a un certo punto però mi resi conto di una cosa: la situazione non era così, ma era che io, che da sempre credo solo in ciò che è dimostrato o in quello che è razionale credere, non volevo ammettere l'esistenza di un Dio che sentivo c'era. A dare un nome a questa mia posizione ci riuscii solo dopo aver letto voltairre e scoperto il "deismo".
in pratica io vedevo un Dio fuori dalla storia, che esisteva e stop, e ritenevo che gli unici miei obblighi fossero quelli di vivere secondo le regole di carità e giustizia. però neanke questa mi andava... c'era qlkosa ke mi diceva che non ero nella posizione giusta. negli anni che vanno da qnd ne avevo circa 15 ai 18 lessi alcuni libri sulla religione, parlai con alcuni sacerdoti e con Testimoni di Geova, ma in nessuna posizione mi riscontravo.
ultimamente ho scoperto una nuova posizione, ho scoperto che vivere secondo valori di carità e giustizia è molto, ma non è sufficiente. per la prima volta nella mia vita sento dentro di me delle certezze sull'argomento.
quello che prima mi mancava era la felicità di essere figlio di Dio, di un Dio che vuole prima di tutto il mio bene.
Io, che ho sempre sostenuto di essere in grado di non farmi influenzare dalle idee degli altri, sono stato fortemente scosso dalla lettura di un libro, non uno dei tanti libri sulla religione letti fino ad ora, ma un libro su malati, non un libro scritto da un teologo o da uno scrittore professionista, ma un libro scritto da un ingeniere,peraltro l'unico che ha pubblicato nella sua vita. il libro è intitolato "cammini di liberazione" scritto la Luciano Silveri. che differenza ha con i tanti altri libri letti? è un libro scritto dal profondo del cuore, con una sincerità estrema (NB: il libro non parla in alcun modo di religione)
ora ho capito alcune cose, cioè che se noi lo vogliamo tutto va per il meglio, sempre! perchè abbiamo un Dio che ci ama e vuole solo il meglio per noi. voi potrete anke dire che non è vero, a me non interessa, io ho questa convinzione interiore, a a vivere in questo modo vivo felice, il resto cosa mi interessa?
voi forse vi chiederete a ke religione ho aderito... forse non lo so, forse ho aderito a tutte e forse a nessuna, non mi interessa che debba chiamarlo Dio, Geova, allah o con un altro nome, io so che ci ama. non so se sono cattolico, protestante, mussulmano, ma so di essere figlio di Dio.
voi forse vi potreste chiedere come lo prego, e io vi rispondo che io non lo prego, io gli parlo. voi vi mettete a pregare in ginocchio per ringraziare vostro padre? io no, e come parlo a mio padre parlo a Dio, però i a Dio non chiedo niente, credo che lui sapppia meglio di me di cosa ho bisogno, anke perchè io non lo so: di cosa ho bisogno io? materialmente pur non essendo ricco ho molto + di quello che mi serve, dell'immateriale posso avere da solo tutto ciò di cui ho bisogno.
e ora mi viene in mente quel sacerdote che alla domanda sul perchè delle sofferenza mi rispose: "forse Dio vuole metterci alla prova"
ma come metterci alla prova? ma Dio ci conosce già, a Dio interessa solo il nostro bene.
poi lo stesso sacerdote diceva in omelia: "dedichiamo il sacrificio di andare a messa la domenica a Dio"
ma quale sacrificio? incontrare il proprio padre è un sacrificio? per me è una felicità, e siccome non voglio mai dedicare sofferenza a mio padre, io Gli dedico solo la mia felicità, non è molto ma è tutto ciò che ho.
io ho raggiunto una posizione che solo fino a qlk tempo fa mi sarebbe sembrata insostenibile. se ad esempio c'è un incidente, io farò di tt per salvare le persone coinvolte, ma se qlk1 muore io sarò ugualmente contento, perchè è in paradiso felice. se mi faccio male, io sono cmq contento, non so quale sia lo scopo, ma so ke se Dio lo ha voluto vuol dire che è meglio così. servirà a farmi maturare? a farmi fare un incontro particolare? non lo so, ma a me va bene così.
ora chiudo e mi scusa della lunghezza, ma i miei pensieri coinvolgono molto le mie risposte quindi è meglio li sappiate subito.

[Modificato da Guardiano19 14/01/2005 22.36]

il.gabbiano
00venerdì 9 giugno 2006 15:16
Innanzitutto benvenuto.

Scusami, giovanotto, ma se tu hai trovato la strada della felicità e dell'intima soddisfazione che cosa ti spinge a discutere con altri? Di che cosa vuoi parlare, visto che a te sta bene così, sia che gli altri ci credano o che non ci credano?
La vita è un percorso lungo il quale si forma l'esperienza d'un essere umano, per alcuni saranno importanti cose che per gli altri sono già state scartate.

Su ciò che hai raccontato ci sarebbero molte riflessioni da fare, ma a che pro se a te sta bene così?
Io ritengo che, in ultima analisi, sia importante prendere atto dell'esistenza degli altri e con questi imparare a convivere, consapevoli che le nostre libertà non devono ledere le loro libertà e viceversa, che il rispetto della loro ignità equivale al rispetto della nostra dignità.
Hai trovato che il libro di quel tizio sia un buon punto di riferimento per te? Bene...io, ad esempio, ho smesso di fidarmi in assoluto , ma ritengo che tu debba farti la tua personale esperienza, per cui non mi sembra opportuno invitarti alla prudenza, cosa che tu saprai fare da te stesso.

Cosa devo dirti...Tanti auguri!

Il Gabbiano
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