sei gay? la chiesa ti cura

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purolator
00lunedì 31 dicembre 2007 11:54
www.unita.it/view.asp?IDcontent=71639
non commento che è meglio...

Corsi clandestini per "guarire" dall'omosessualità. Lo ha scoperto un giornalista di “Liberazione”, che fingendo di essere un gay desideroso di cambiare corso alla propria sessualità si è avventurato in un mondo sconosciuto ai più, legato alla Chiesa e alla psichiatria cattoliche.



Il giornalista dietro indicazione di un sacerdote che ha un ruolo di intermediario tra i "pazienti" e i "guaritori", ha frequentato per sei mesi un corso psicoterapeutico, gestito dall'equipe del professor Tonino Cantelmi (presidente dell'Associazione degli psicologi cattolici italiani) e avente lo scopo, appunto, di guarire chi è "malato di omosessualità".

Secondo quanto emerso dall'inchiesta, i terapeuti del gruppo Cantelmi applicano il metodo della cosiddetta "terapia riparativa", importata dagli Stati Uniti. In America, sono molti i gruppi legati alla Chiesa e «che segue l'insegnamento e la pratica di Joseph Nicolosi”, uno psicologo clinico che "vanta ben 500 casi di “gay trattati”».

L'inchiesta ha spinto il presidente dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, a chiedere l'intervento dell'Ordine nazionale degli Psicologi e del ministro alla Salute, Livia Turco. «Un quadro allarmante» ha detto Mancuso commentando l'articolo, «con figure di primo piano coinvolte nell'applicazione di pseudo terapie di guarigione dall'omosessualità che derivano dalle teorie imbevute di pregiudizi e luoghi comuni di un sedicente terapeuta cattolico americano».

«Vogliamo inoltre sapere - prosegue Mancuso - se Cantelmi, i suoi collaboratori, i corsi di terapie individuali e collettivi, siano in qualsiasi modo riconosciuti o sostenuti finanziariamente dalla sanità pubblica oppure attraverso fondi derivanti dall'8 per mille». «Denunciamo infine - conclude Mancuso - come in tutto il paese, come più volte evidenziato da nostre comunicazioni e di altre associazioni di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, imperversino gruppi di psicologi o sanitari cattolici, che nelle parrocchie e in altri ambiti ecclesiastici propagandino la cura dell'omosessualità, senza che alcuna autorità preposta sia per ora intervenuta a contrastare teorie altamente lesive della dignità delle persone omosessuali».
(Upuaut)
00lunedì 31 dicembre 2007 14:18
Cercare di "guarire" qualcuno dall'omosessualità è come cercare di "guarire" qualcuno dall'avere la pelle nera. E' semplicemente vergognoso, oltre che impossibile. Un atto di intolleranza puro ed inutile.
Quando l'ignoranza si mescola al fanatismo succedono sempre i guai peggiori...
Coloro che si professano cattolici prendano le distanze, per favore.

presso
00mercoledì 2 gennaio 2008 12:34
Re:
(Upuaut), 31/12/2007 14.18:

Cercare di "guarire" qualcuno dall'omosessualità è come cercare di "guarire" qualcuno dall'avere la pelle nera. E' semplicemente vergognoso, oltre che impossibile. Un atto di intolleranza puro ed inutile.
Quando l'ignoranza si mescola al fanatismo succedono sempre i guai peggiori...
Coloro che si professano cattolici prendano le distanze, per favore.




ascolta , forse non hai bene chiaro .. l'omosessualità per i Cattolici non è proprio una malattia e dunque la gurigione è legata alla questione di poter curare le persone , percui è l'aiuto che si vuole far capire , percui mettere in piedi addirittura l'arcy per delle problematiche del genere mi sembra assurdo , òa posizione Cattolica è ben definita verso le persone di quel sesso
Non ci possono essere dubbi


(Upuaut)
00mercoledì 2 gennaio 2008 19:32
Re: Re:
presso, 02/01/2008 12.34:



ascolta , forse non hai bene chiaro .. l'omosessualità per i Cattolici non è proprio una malattia e dunque la gurigione è legata alla questione di poter curare le persone , percui è l'aiuto che si vuole far capire , percui mettere in piedi addirittura l'arcy per delle problematiche del genere mi sembra assurdo , òa posizione Cattolica è ben definita verso le persone di quel sesso
Non ci possono essere dubbi




Tu non hai bene presente il fatto che l'omosessualità è considerata dalla Chiesa Cattolica una condizione "oggettivamente disordinata" da cui, detto in parole povere, è meglio uscirne, quasi come si trattasse di avere la peste.
L'omosessualità non è e non può essere considerata una condizione "oggettivamente disordinata", perchè, oggettivamente, è una comune e diffusissima condizione NON PATOLOGICA dell'essere umano (e non solo umano), tanto quanto essere eterosessuale!
Continuare a demonizzare gli omosessuali a questa maniera non è solo antiscientifico, è anche disastroso per la psiche dei gay che volessero continuare a definirsi cattolici... nonostante sarebbe come se un ebreo volesse continuare a definirsi nazista!






xiro.70
00lunedì 7 gennaio 2008 11:28
Ah quanto sono lontani i tempi in cui Bertinotti citava un giorno si e l'altro no il "Santo Padre"... [SM=g27986]

Comunque volevo precisare che "tecnicamente", un "disordine morale" non è che sia la peste...
Per intenderci, è un disordine morale anche divorziare e risposarsi, o utilizzare il preservativo.
Un esempio di disordinato morale è l'onorevole Casini. Non credo faccia la comunione, però non viene escluso dalla comunità. Un altro disordinato morale sono io, che uso metodi anticoncezionali, ma nessuno mi discrimina.
Ecco, gli omosessuali andrebbero visti allo stesso modo, liberi di essere cristiani nella loro identità. Ma forse nei loro confronti c'è una certa morbosità che va oltre il "disordine morale", e che va superata.
In effetti è curioso il fatto che, nonostante esistano confessioni cristiane molto aperte nei confronti degli omosessuali (tipo i protestanti), la maggior parte di essi, che si sentono cristiani, vogliano rimanere nell'ambito cattolico.
benimussoo
00lunedì 21 gennaio 2008 20:46
Re: Re: Re:
(Upuaut), 02/01/2008 19.32:


Tu non hai bene presente il fatto che l'omosessualità è considerata dalla Chiesa Cattolica una condizione "oggettivamente disordinata" da cui, detto in parole povere, è meglio uscirne, quasi come si trattasse di avere la peste.
L'omosessualità non è e non può essere considerata una condizione "oggettivamente disordinata", perchè, oggettivamente, è una comune e diffusissima condizione NON PATOLOGICA dell'essere umano (e non solo umano), tanto quanto essere eterosessuale!
Continuare a demonizzare gli omosessuali a questa maniera non è solo antiscientifico, è anche disastroso per la psiche dei gay che volessero continuare a definirsi cattolici... nonostante sarebbe come se un ebreo volesse continuare a definirsi nazista!



Ho trovato questa nota che credo sia esplicativa su alcune affermazioni
Grazie

Il rogo di Liberazione per lo psichiatra cattolico brucia ancora, alimentato da sotterfugio e violenza

Triste, e preoccupante, quando il dibattito culturale si muove attraverso le tecniche della violenza e del sotterfugio.
Tuttavia, nel nostro amato (detto senza alcuna ironia, anzi con autentico dolore) paese, è sempre più spesso così.

Ecco la storia.



Tempo fa si presenta dal professore Tonino Cantelmi, presidente dell'Associazione psichiatri cattolici, un uomo, che dichiara di aver bisogno delle sue cure.
Cantelmi accetta.
Dopo qualche mese escono su Liberazione degli articoli del "paziente" di Cantelmi, che racconta come in Italia esista una rete nascosta di terapeuti cattolici che pretendono di guarire i gay dalla loro omosessualità, malgrado sia stranoto che la stessa non è una patologia.
Indignazione dello stesso giornale, del partito di cui è espressione, di Arcigay ed altri che non ricordo, che, dando voce all'anima liberale che li contraddistingue, chiedono immediati interventi repressivi, in particolare dall'Ordine degli psicologi, contro Cantelmi e gli altri reprobi che congiurano per convincere i gay ad abbandonare ogni gaiezza.

Cantelmi ha nel frattempo querelato penalmente il finto paziente/giornalista e scritto su Avvenire che le opinioni personali dei pazienti vanno certamente rispettate (come lui fa da sempre): quelle dei gay, ma (già che ci siamo) anche quelle dei credenti che vengono assai spesso irrise e derise da psicoterapeuti per nulla tolleranti verso i sentimenti di fede.

A questo punto il presidente dell'Ordine degli psicologi, Giuseppe Luigi Palma, scrive una lettera a Liberazione (o gli trasmette un documento dell'Ordine, non si capisce se l'iniziativa è personale o dell'Ordine) che il quotidiano di Rifondazione presenta così: "L'Ordine degli psicologi condanna Cantelmi".
Il che non può essere, perché io sono stato nel direttivo dell'Ordine (lombardo) e so che per dare una condanna ci vuole prima un procedimento, con accuse precise, difesa dell'imputato, eccetera.

Ma in tempi di roghi, e non solo di spazzatura, anche di idee e di uomini, non si va per il sottile. Una lettera del presidente diventa una condanna.
In realtà, poi, Palma, com'è sua funzione, cita il codice deontologico: «Nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all'autodeterminazione e all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, non opera discriminazioni.».

Quindi, verrebbe da dire, lo psicologo prende in terapia l'omosessuale scontento della sua sessualità, come fa con l'eterosessuale.
No, la storia è un'altra.
Come proclama il presidente di Arcigay in prima pagina di Liberazione, esultando, «da qualche anno denunciamo, come associazioni lgbt, una campagna di propaganda portata avanti da diversi medici e psicologi che sostengono come con la fede, la disciplina, la volontà sia possibile redimere i fratelli e le sorelle omosessuali e lesbiche».

Ecco finalmente la verità, ottenuta con metodi, naturalmente, veritieri!
Un pubblicista si spaccia per paziente.
Una citazione del codice deontologico viene spacciata per condanna.
In questa vittoria della trasparenza, preparate i roghi, campioni del libero pensiero.
Ci sono dei bei polli da arrostire.

di Claudio Risè
Tempi num.3 del 17/01/2008




(Upuaut)
00lunedì 4 febbraio 2008 15:50
L'articolo postato da Benimussoo è spazzatura.

Essere gay è come essere negri. Non si può "guarire".. anzi: non esiste proprio l'esigenza di "guarire" da alcunchè, dato che l'omosessualità non è una malattia, ma una semplice caratteristica, naturale e non patologica, come avere la pelle nera.

benimussoo
00martedì 5 febbraio 2008 21:32
Re:
(Upuaut), 04/02/2008 15.50:

L'articolo postato da Benimussoo è spazzatura.

Essere gay è come essere negri. Non si può "guarire".. anzi: non esiste proprio l'esigenza di "guarire" da alcunchè, dato che l'omosessualità non è una malattia, ma una semplice caratteristica, naturale e non patologica, come avere la pelle nera.




ma chi lo dice ?? è come dire che tutti nasciamo con lo stampo , tutti appena nati abbiamo la nostra storia o la nostra strada , io invece credo che si possa guarire eccome , da bambini si capisce quali possono essere le nostre sensazioni sessuali e poter rimediare , tenendo presente però che IN QUESTO FORUM abbiamo molto rispetto per chi può essere omosessuale
Giochi molto sul significato delle parole , "caratteristica" proprio perchè è definità cosi può essere curata se lo si vuole o meglio sistemata
Una nota però devo dirla , credo che avete molta presunzione credete sempre di essere un gradino più in alto di altri



(Upuaut)
00mercoledì 6 febbraio 2008 14:17
Non è "presunzione".. è che alcuni sanno cosa è l'omosessualità, e altri no.. e quindi dicono fesserie.

Il "guarire" dall'omosessualità è come il "guarire" dall'avere la pelle nera anzichè bianca... molto semplicemente non si può, nè vi è il reale bisogno di farlo.

Il solo fatto che qualcuno pensi che sia possibile e addirittura NECESSARIO "guarire" dall'omosessualità, come se fosse una malattia (cosa che NON è!), è a dir poco spaventoso. E' un atto di OMOFOBIA pura.



Viviana.30
00sabato 15 marzo 2008 17:22
Re:
(Upuaut), 06/02/2008 14.17:

Non è "presunzione".. è che alcuni sanno cosa è l'omosessualità, e altri no.. e quindi dicono fesserie.

Il "guarire" dall'omosessualità è come il "guarire" dall'avere la pelle nera anzichè bianca... molto semplicemente non si può, nè vi è il reale bisogno di farlo.

Il solo fatto che qualcuno pensi che sia possibile e addirittura NECESSARIO "guarire" dall'omosessualità, come se fosse una malattia (cosa che NON è!), è a dir poco spaventoso. E' un atto di OMOFOBIA pura.



mi sorge spontanea una domanda , ma tu sei un'altro di quelli che vengono da quelle associazioni contro la chiesa cattolica che combattono a priori tutto ciò che è di religioso e sopratutto cattolico , perchè mi domando chi dice di guarire per forza , chi dice che è una malattia , chi dice ecc.ecc..
e poi tu sei sicuro di sapere quale possa essere il significato di essere omosessuali ?
grazie
predestinato74
00sabato 15 marzo 2008 20:47
questa la chiamo Dittatura del Relativismo;

se non la pensiamo come certa ideologia, siamo subito bollati come eretici, fondamentalisti ecc ecc.

e la libertà dove è andata a finire?

se un omosessuale non accetta la propria condizione come naturale e vuole rivolgersi a psicologi che aiutano a superare questo problema secondo il metodo Nicolosi, dove sta il problema? saranno fatti loro o no? non capisco questo dogmatismo per cui dobbiamo per forza comportarci secondo l'ideologia del Genere.

se un gay cattolico vuole diventare ciò che il suo corpo è (maschio o femmina), perchè impedirglielo?

Viva la libertà!!
predestinato74
00domenica 16 marzo 2008 22:28
ecco cosa ci aspetta nel prossimo futuro se non ci svegliamo.
Ciò che accade in Germania accadrà anche da noi se tutti i cristiani e le persone di buona volontà non si uniranno nell'impedire la deriva della nostra società italiana.

il grassetto dell'articolo che vi presento, è mio per renderlo più immediato.






La perversione del gender, o dottrina del genere.
Di Rassegna Stampa
(del 02/03/2008)


Uomini sessualmente variabili e bambini allevati dagli asili nido di Stato. È il nuovo e spaventoso obiettivo delle “politiche familiari” teutoniche “Equiparazione”, “gender mainstreaming”, “Centro di competenza gender”. Il sito internet del ministero per la Famiglia tedesco abbonda di termini che dicono poco ai non addetti ai lavori, ma che se analizzate tracciano fin troppo bene la rotta verso cui naviga a vele spiegate il ministero.

Gender mainstreaming significa
letteralmente porre al centro dell’attenzione il genere sociale. In poche parole adoperarsi perché la distinzione sessuale tra uomo e donna e l’eterosessualità come norma siano rimosse; i modi di vita omosessuale, bisessuale e transessuale considerati equivalenti alla sessualità di uomo e donna. Una vera e propria nuova ideologia che viene trasformata in realtà sociale in Germania attraverso il dominio virtuoso dell’apparato politico, oltretutto senza che su di essa ci sia stato dibattito pubblico. La stanza dei bottoni è rappresentata dal Gruppo di lavoro interministeriale per il gender mainstreaming (Ima Gm), che dipende dal ministero per la Famiglia.

Lì vengono elaborate le strategie utili a far cambiare direzione alle finanze dello Stato e destinarle alla creazione dell’uomo sessualmente variabile. Il lavoro “scientifico” e l’attività di consulenza per la ristrutturazione della società è prestato dal Centro di competenza gender presso l’università Humboldt di Berlino, centro che viene finanziato in buona misura dal ministero per la Famiglia. In maggio il Governo ha approvato un incremento a tappeto degli asili nido, fortemente voluto dal ministro per la Famiglia Ursula von der Leyen. La “ministra gender” appartenente a un cosiddetto partito cristiano democratico si è battuta per una vera e propria statalizzazione dell’educazione dei bambini sostenendo che l’assistenza “professionale” ai piccolissimi sia meglio della crescita affidata alla custodia naturale della madre. Certo, gli asili nido possono essere gestiti in modo ottimo, certo ci sono genitori incapaci di essere tali, ma quel che colpisce è che la “professionalità” delle operatrici viene spesa tacitamente come garanzia per la “buona” educazione dei bambini.

Ma quali sono gli obiettivi dell’educazione statale nell’asilo nido e nella scuola materna? Non esiste un’educazione “neutrale”, la cui bontà dovrebbe essere assicurata dalla qualifica delle educatrici. Si trasmettono sempre “valori”. Ebbene quali sono questi valori? Nella pagina internet del ministero per la Famiglia si legge: «Il miglioramento della compatibilità di famiglia e lavoro per donne e uomini è la domanda centrale dal punto di vista politico-sociale. Senza una rimozione delle responsabilità specificatamente legate al sesso all’interno della famiglia e nel lavoro e senza l’approntamento delle condizioni di contesto necessarie per conseguire ciò l’equiparazione non potrà imporsi». Ancora: «Il termine “gender” indica i ruoli socialmente e culturalmente definiti dalla sessualità di uomini e donne. Questi, diversamente dalla sessualità biologica, vengono appresi, dunque sono anche modificabili». Si tratta di social engeenering, della creazione di un nuovo uomo, sessualmente variabile.
Per ottenere ciò lo Stato deve impossessarsi dei bambini, “sessualizzandoli” il prima possibile.
A questo provvede la BZgA, la Centrale federale per l’istruzione sanitaria [da noi: “educazione alla salute” ndr].

La sezione che si occupa dell’istruzione sessuale sottostà al ministero per la Famiglia mentre tutto il resto è subordinato al ministero dell’Istruzione. La BZgA distribuisce gratuitamente i propri scritti a genitori, insegnanti, educatori, scuole e studenti. Chiunque può ordinarli gratuitamente attraverso internet e lì può anche consultarli. Eccone alcuni esempi: Il Vademecum per genitori circa l’educazione sessuale infantile da uno a tre anni d’età invita madri e padri a «unire il necessario al piacevole, solleticando, accarezzando, coccolando il bambino, quando lo si lava, nei più diversi punti del corpo».

«La vagina, e soprattutto il clitoride, vanno scoperti evitando il più possibile di concentrarvi l’attenzione, nominandoli e attraverso amorevole contatto». L’esplorazione infantile dei genitali degli adulti può «destare stati d’eccitazione negli adulti». «Si tratta di un segno di sviluppo salutare di suo figlio, se usa generosamente la possibilità di procurarsi piacere e soddisfazione». Se accade che ci siano bambine (comprese tra uno a tre anni!) che «afferrano anzitutto oggetti che le aiutano» non si deve «usare questo come scusa per impedire la masturbazione». Il Vademecum troverebbe «incoraggiante il fatto che anche padri, nonne, zii o baby-sitter gettino uno sguardo su questo scritto informativo e si lascino intrigare - per favore, sentitevi tutti coinvolti!». Naso, pancia e culetto Si prosegue con la scuola materna. Con il quaderno di canti e di note Naso, pancia e culetto i bambini cantano canzoni come questa: «Se guardo il mio corpo e lo tocco scopro sempre che cosa è mio. abbiamo una vagina, perché siamo bambine. E qui sotto la pancia, tra le mie gambe. Non è solo per fare pipì e se la tocco, sì, sì formicola graziosamente. Puoi dire “no”, puoi dire “sì”, puoi dire “ferma”, oppure “ancora una volta così”, “così non posso”, “così mi piace molto”, “oh, avanti così”». Dalla scuola materna alle elementari. Se la pornografia non fa ancora parte dell’intrattenimento familiare, i bambini hanno la possibilità di vedere videoclip con il cellulare.

A nove anni inizia la lezione sulla contraccezione, chiamata “educazione sessuale”
, perché ormai prossimi all’età nella quale gli innocenti giochi da bambini potrebbero avere una conseguenza altamente indesiderata: la gravidanza.
I bambini di nove anni a scuola si esercitano a infilare preservativi in peni di plastica, così, per poter ottenere la «patente per l’uso del preservativo».
Nella brochure Questione (i) di femmina si dice: «Così come la maggior parte della gente è curiosa circa il sesso, molti si chiedono anche che cosa facciano le lesbiche a letto (o altrove.). Per ragazze che siano insieme ad altre ragazze accade ciò che accade con le altre coppie: fanno tutto ciò che può dare piacere: baciare, accarezzare, con la bocca, con la lingua o con i piedi. Così come nel sesso tra uomo e donna, dipende dalla fantasia, dalle esperienze, dalla fiducia reciproca, da fino a che punto la coppia intenda spingersi. “Quantomeno le lesbiche non hanno problemi con l’Aids”, possono pensare alcuni. Chiaro, se vanno solo con donne non devono pensare alla difesa dalla gravidanza».

Dall’età di dieci anni vengono adottati nelle scuole gli strumenti di propaganda e addestramento all’omosessualità (con l’aggiunta della bisessualità e della transessualità)
, non dappertutto in maniera così virulenta come a Berlino, Amburgo e Monaco, ma in Germania c’è una tendenza unitaria. Una Guida per le scuole di 198 pagine del Senato di Berlino sul tema Il modo di vita omosessuale offre un forbito avviamento alla omosessualizzazione degli studenti, da promuovere in «biologia, tedesco, inglese, etica, storia/educazione sociale, latino, psicologia». Materiale informativo, collegamento in internet con la scena omosessuale locale, invito a “rappresentanti” di progetti omosessuali a prendere parte alle lezioni, proiezioni cinematografiche e giornate di studio sul tema, tutto questo dev’essere proposto ed eseguito. Per i giochi di ruolo durante la lezione vengono fornite le seguenti sollecitazioni: «Siedi al banco di un bar di omosessuali e oggi potresti avere bisogno un uomo carino da portare a letto. Entra uno che fa al caso tuo. Come cogli la tua chance?». O ancora: «Tu sei Peter, 29 anni. Vuoi contrarre un patto civile di solidarietà con il tuo amico Kemal. Oggi volete raccontarlo a sua madre». «Tu sei Evelyn Meier, 19 anni. Vuoi contrarre un patto civile di solidarietà con la tua amica Katrin. Andate dal pastore evangelico, la signora Schulz, perché lei volentieri vi vuole sposare in chiesa». Cosa dicono i cristiani? Questi sono solo assaggi. Tutti i testi del BZgA, destinati a tutti i gruppi sociali, propagandano la sessualizzazione dei bambini e dei giovanissimi a partire da un anno. Essi minano l’autorità dei genitori. Seducono bambini e giovanissimi a una sessualità ridotta a soddisfazione del piacere senza legame coniugale. In tutto questo passa l’insinuazione dell’equivalenza di ciascuna forma di prassi sessuale - omosessuale, transessuale, bisessuale - con l’eterosessualità.

I bambini a scuola vengono addestrati, a partire da nove anni, a diventare esperti di contraccezione. L’aborto viene loro proposto come un’innocua opzione da sottoporre alla libera scelta. Questa è la “politica della famiglia” di uno Stato la cui esistenza è insidiata dalla crisi demografica.

Poiché il gender mainstreaming è tra le massime priorità mondiali e nazionali, il problema dello sfascio della famiglia, quello dell’assassinio di massa di bambini non nati e quello delle decrescenti nascite possono rimanere irrisolti. Il logoramento morale prodotto dallo Stato e dai media è la radice di questa piaga. Il 60 per cento dei cristiani battezzati è d’accordo con la sessualizzazione forzata messa in atto da Stato e media? Lo sono i musulmani? La maggioranza dei genitori è senza vincolo religioso? Certamente no, tuttavia nel paese domina un grande silenzio, segno di una condizione pre-totalitaria della società. Tacciano gli omofobi Negli ambiti della politica, dei media e delle università l’opposizione ai Gender subisce denigrazione, emarginazione professionale: è ininfluente. Un nuovo epiteto si è trasformato in evidenza giuridica al fine di criminalizzare l’opposizione:
omofobia.

Il concetto insinua che sono fanatici della paura morbosa tutti coloro che tengono duro sul fatto che la sessualità serve il bene dell’uomo e della società, quando essa è espressione dell’unione amorosa di uomo e donna chiaramente finalizzata alla riproduzione. Il Parlamento europeo, con la risoluzione B6-0025/2006 del 18 gennaio 2006, ha annunciato che vuole “sradicare” l’omofobia. In Polonia la Ue nella primavera del 2007 è passata all’azione.
Poiché la Polonia non vuole «propaganda sessuale nella scuola», secondo il volere della maggioranza del Parlamento Europeo (26 aprile 2007) dev’essere eseguita una fact-finding mission a causa della «crescente tendenza all’intolleranza razzista, ostile agli stranieri e omofobica», al fine di poter accusare il paese davanti alla corte di giustizia europea. Troppo a lungo abbiamo abboccato a frasi ideologiche piene di parole come libertà, tolleranza, antidiscriminazione. Queste servono in primo luogo a discriminare ed emarginare i cristiani e i conservatori ed ad abrogare le libertà d’opinione e di religione. Svegliamoci.



di Gabriele [Gabriella] Kuby, autrice di Die Gender Revolution - Relativismus in Aktion, dic 2006 Tempi num.35 del 30/08/2007

sono senza parole [SM=x570866] [SM=x570866] [SM=x570866] [SM=x570866] [SM=x570866]




Justeee
00lunedì 17 marzo 2008 18:11
Re:
predestinato74, 15/03/2008 20.47:

questa la chiamo Dittatura del Relativismo;

se non la pensiamo come certa ideologia, siamo subito bollati come eretici, fondamentalisti ecc ecc.

e la libertà dove è andata a finire?

se un omosessuale non accetta la propria condizione come naturale e vuole rivolgersi a psicologi che aiutano a superare questo problema secondo il metodo Nicolosi, dove sta il problema? saranno fatti loro o no? non capisco questo dogmatismo per cui dobbiamo per forza comportarci secondo l'ideologia del Genere.

se un gay cattolico vuole diventare ciò che il suo corpo è (maschio o femmina), perchè impedirglielo?

Viva la libertà!!



ciao , la tua risposta mi sembra banale per un semplice motivo perchè la chiesa non fa una caccia all'uomo , dice che se uno vuole può fare un determinato percorso punto .. nessuno vuole convincere nessuno e la libertà è garantita


predestinato74
00lunedì 17 marzo 2008 19:29
Re: Re:
Justeee, 17/03/2008 18.11:



ciao , la tua risposta mi sembra banale per un semplice motivo perchè la chiesa non fa una caccia all'uomo , dice che se uno vuole può fare un determinato percorso punto .. nessuno vuole convincere nessuno e la libertà è garantita






scusa ma non capisco la tua risposta. la mia critica è verso coloro che bollano i cattolici di fondamentalismo e vorrebbero impedire loro di esprimersi.
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