sincretismo

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Psike72
00domenica 23 gennaio 2005 11:33
ke ne dite d raccogliere qui tt le parabole, le preghiere, i mantra ke significano di piu' per voi?

io ne ho incrociato uno, una parabola ke mi piace tantissimo
mi ricorda un po' la parabola della trave e della pagliuzza

ve la incollo

L'uomo che camminava sull'acqua

Un giorno un derviscio dalla mentalità convenzionale, prodotto di un'austera scuola religiosa, stava passeggiando lungo un corso d'acqua, completamente assorto in problemi teologici e morali, perché quella era la forma che l'insegnamento sufi aveva assunto nella comunità cui apparteneva. Per lui la religione emotiva corrispondeva alla ricerca della Verità Suprema.
All'improvviso il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un forte grido: qualcuno stava ripetendo l'invocazione derviscia. "Non serve a niente", si disse, "perché quell'uomo pronuncia male le sillabe. Anziché salmodiare YA HU, dice U YA HU ...".
Il derviscio ritenne allora che fosse suo dovere - lui che aveva studiato con tanto zelo - correggere quel poveretto che sicuramente non aveva avuto l'opportunità di essere guidato nel modo giusto, e che probabilmente faceva solo del suo meglio per entrare in armonia con l'idea sottesa nei suoni.
Noleggiata una barca, remò in direzione dell'isola donde sembrava provenire la voce.
In una capanna di canne scorse, seduto per terra, un uomo vestito da derviscio che si dondolava al ritmo della ripetizione della formula iniziatica. "Amico mio", gli disse, "la tua pronuncia è sbagliata. Mi incombe dirtelo perché è meritevole dare consigli e altrettanto meritevole accettarli. Ecco come devi pronunciare". E glielo spiegò.
"Grazie", disse l'altro con umiltà.
Il primo derviscio risalì in barca, molto soddisfatto di aver compiuto una buona azione. Dopo tutto, non è detto che colui che riesce a ripetere correttamente la formula sacra possiede anche il potere di camminare sulle acque? Il derviscio non aveva mai visto nessuno compiere un simile prodigio, ma aveva sempre sperato, per qualche ragione, di riuscirci prima o poi.
Dalla capanna non arrivava più alcun suono; tuttavia, era convinto che la lezione aveva dato i suoi frutti.
Fu allora che udì un U YA pronunciato con esitazione: il derviscio dell'isola si era messo nuovamente a pronunciare la formula a modo suo ...
Mentre il primo derviscio era assorto nelle sue riflessioni, meditando sulla perversità degli uomini e sulla loro cocciutaggine nel perseverare nell'errore, i suoi occhi scorsero uno strano spettacolo: il derviscio della capanna aveva lasciato la sua isola e stava venendo verso di lui camminando sulla superficie dell'acqua ...
Stupefatto, smise di remare. L'altro lo raggiunse e si rivolse a lui con queste parole: "Fratello, perdonami se ti importuno, ma sono venuto a pregarti di insegnarmi ancora una volta il modo corretto di ripetere l'invocazione, perché ho difficoltà a ricordarlo".

* * *

Nelle lingue europee è possibile riprodurre solo una gamma dei significati di questo racconto; le versioni arabe usano in genere parole aventi lo stesso suono ma significati
diversi (omonimi), per indicare che si tratta di un artificio concepito per portare la coscienza a un livello più profondo, a prescindere dalla loro morale superficiale.
Questa storia figura nella letteratura popolare orientale. La si ritrova anche nei manoscritti dervisci, alcuni dei quali sono molto antichi. Questa versione proviene dall'Ordine Asaaseen ('Essenziale', 'Originale') del Vicino e Medio Oriente.
vbnm
benimussoo
00mercoledì 6 settembre 2006 11:01
Sincretismo

Scritto da: Psike72 23/01/2005 11.33
ke ne dite d raccogliere qui tt le parabole, le preghiere, i mantra ke significano di piu' per voi?

io ne ho incrociato uno, una parabola ke mi piace tantissimo
mi ricorda un po' la parabola della trave e della pagliuzza

ve la incollo

L'uomo che camminava sull'acqua

Un giorno un derviscio dalla mentalità convenzionale, prodotto di un'austera scuola religiosa, stava passeggiando lungo un corso d'acqua, completamente assorto in problemi teologici e morali, perché quella era la forma che l'insegnamento sufi aveva assunto nella comunità cui apparteneva. Per lui la religione emotiva corrispondeva alla ricerca della Verità Suprema.
All'improvviso il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un forte grido: qualcuno stava ripetendo l'invocazione derviscia. "Non serve a niente", si disse, "perché quell'uomo pronuncia male le sillabe. Anziché salmodiare YA HU, dice U YA HU ...".
Il derviscio ritenne allora che fosse suo dovere - lui che aveva studiato con tanto zelo - correggere quel poveretto che sicuramente non aveva avuto l'opportunità di essere guidato nel modo giusto, e che probabilmente faceva solo del suo meglio per entrare in armonia con l'idea sottesa nei suoni.
Noleggiata una barca, remò in direzione dell'isola donde sembrava provenire la voce.
In una capanna di canne scorse, seduto per terra, un uomo vestito da derviscio che si dondolava al ritmo della ripetizione della formula iniziatica. "Amico mio", gli disse, "la tua pronuncia è sbagliata. Mi incombe dirtelo perché è meritevole dare consigli e altrettanto meritevole accettarli. Ecco come devi pronunciare". E glielo spiegò.
"Grazie", disse l'altro con umiltà.
Il primo derviscio risalì in barca, molto soddisfatto di aver compiuto una buona azione. Dopo tutto, non è detto che colui che riesce a ripetere correttamente la formula sacra possiede anche il potere di camminare sulle acque? Il derviscio non aveva mai visto nessuno compiere un simile prodigio, ma aveva sempre sperato, per qualche ragione, di riuscirci prima o poi.
Dalla capanna non arrivava più alcun suono; tuttavia, era convinto che la lezione aveva dato i suoi frutti.
Fu allora che udì un U YA pronunciato con esitazione: il derviscio dell'isola si era messo nuovamente a pronunciare la formula a modo suo ...
Mentre il primo derviscio era assorto nelle sue riflessioni, meditando sulla perversità degli uomini e sulla loro cocciutaggine nel perseverare nell'errore, i suoi occhi scorsero uno strano spettacolo: il derviscio della capanna aveva lasciato la sua isola e stava venendo verso di lui camminando sulla superficie dell'acqua ...
Stupefatto, smise di remare. L'altro lo raggiunse e si rivolse a lui con queste parole: "Fratello, perdonami se ti importuno, ma sono venuto a pregarti di insegnarmi ancora una volta il modo corretto di ripetere l'invocazione, perché ho difficoltà a ricordarlo".

* * *

Nelle lingue europee è possibile riprodurre solo una gamma dei significati di questo racconto; le versioni arabe usano in genere parole aventi lo stesso suono ma significati
diversi (omonimi), per indicare che si tratta di un artificio concepito per portare la coscienza a un livello più profondo, a prescindere dalla loro morale superficiale.
Questa storia figura nella letteratura popolare orientale. La si ritrova anche nei manoscritti dervisci, alcuni dei quali sono molto antichi. Questa versione proviene dall'Ordine Asaaseen ('Essenziale', 'Originale') del Vicino e Medio Oriente.
vbnm



Sincretismo può essere considerata qualsiasi tendenza a conciliare elementi culturali, filosofici o religiosi eterogenei appartenenti a due o più culture o dottrine diverse.
Il termine è applicato soprattutto nella scienza e storia delle religioni, in cui indica quel complesso di fenomeni e concezioni costituite dall'incontro e dalla fusione di forme religiose differenti.

Origine del termine
Il vocabolo sincretismo deriva dal greco (synkretismos), con il significato di "coalizione cretese". Il termine compare per la prima volta nel "De fraterno amore", 19 di Plutarco, che cita l'esempio dei Cretesi che hanno messo da parte le differenze per coalizzarsi in vista dei pericoli esterni.
La parola latina sincretismus, ripresa da Erasmo da Rotterdam, nella lettera a Melantone del 22 aprile 1519, passò ad indicare le tendenze eclettiche e conciliatrici tra scuole di pensiero diverse, nel senso moderno di "fusione" (dalla falsa etimologia di synkerrannymi, "mescolo"). tgbvn

[Modificato da benimussoo 06/09/2006 11.02]

ShivaBhakta
00mercoledì 6 settembre 2006 17:27
Dana,grazie per il tuo approfondimento.Davvero un ottimo intervento.
Da www.edizioniasramvidya.it/main1.htm

è importante comprendere la differenza sostanziale tra unità, sintesi e semplice sincretismo; questo possiamo definirlo come il voler conciliare in forma arbitraria e acritica dottrine tra loro inconciliabili.

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