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Desiree Piovanelli

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    00 19/09/2013 16:02
    Due degli assassini di Desiree sono già in libertàSolo per un adulto condanna a 30 anni, comunque ridotta dopo l'ergastolo in primo grado
    Due degli assassini di Desiree sono già in libertà
    Ripercorriamo la vicenda della ragazzina massacrata a coltellate 11 anni fa, vicino Brescia, da un branco di quattro persone: tra pochi giorni avrebbe compiuto 25 anni
    28 settembre 2002, Leno, in provincia di Brescia. Desiree Piovanelli, 14 anni, frequenta il liceo scientifico. Nel pomeriggio, dopo aver fatto i compiti, esce di casa. Le sue tracce si perdono lì, lungo una stradina del piccolo comune, vicino casa sua. Il mattino successivo sul cellulare del fratello arriva un sms: “so che state in pensiero, ma non preoccupatevi. Sto bene, non torno a casa”. Un messaggio un po’ strano, perché accredita la “pista” di una fuga d’amore … ma non è stato inviato dal cellulare di Desiree. Le indagini portano subito ad un primo risultato: l’sms proviene da una prepagata smarrita da una donna a Jesolo, nell’agosto del 2002, in un camping. Grazie ad una serie di dati incrociati i Carabinieri arrivano ad individuare un sedicenne vicino di casa dei Piovanelli, Nicola, che – guarda caso – nell’agosto 2002 era proprio in quel camping. Ragazzino con un carattere ribelle. Beve, è arrogante, prepotente. Nicola, interrogato, fa il duro, non parla, ammette solo di aver inviato l’sms. Dopo ore di interrogatorio gli inquirenti lasciano Nicola in una stanza con suo padre: un’intercettazione ambientale rivelerà che è l’assassino di Desiree. Lo confessa lui stesso, in uno scatto d’ira. Poi lo ammette anche davanti al magistrato: racconta di aver discusso con la giovane, dice che lei avrebbe tirato fuori un coltello e che lui si sarebbe difeso. E accompagna gli inquirenti nel luogo dove sa che troveranno il cadavere della ragazzina.
    Si chiama Cascina Ermengarda, quel luogo. E’ un casolare diroccato e abbandonato. All’improvviso è diventato un teatro dell’orrore. Il corpo di Desiree è lì, massacrato di coltellate. La scena che si presenta agli occhi dei Carabinieri è agghiacciante. “Dopo tanti anni di esercizio della professione, dopo aver visto quella scena – ha detto l’avvocato della famiglia Piovanelli, Cesare Gualazzini – confesso di non aver dormito, quella notte. Scene come quella non si vedono neanche in guerra”. Oggi, dopo oltre dieci anni, non riesce neppure a guardare il dvd che contiene la puntata di “Delitti” che racconta del caso, pur essendone coautore.
    Le braccia di Desiree sono legate da fascette autobloccanti, il sangue è ovunque, la violenza che è stata esercitata sulla ragazza è spaventosa. Non torna niente di quello che ha detto Nicola: che si era dovuto difendere. E infatti alla fine crolla: il coltello l’ha comprato lui e l’ha uccisa perché lei lo aveva offeso. Desiree lo aveva scritto anche sul suo diario scolastico che Nicola aveva qualcosa che non andava. Fu Panorama a pubblicare quello che la ragazza aveva confessato al suo diario: “Nicola, attenzione, da non frequentare”.
    Ma l’orrore non finisce qui. Nicola fa un altro nome, quello di Mattia, un ragazzino di 14 anni. Lo prelevano e ammette: si, c’era anche lui alla cascina. Quando è arrivato – racconta - con Desiree c’erano Nicola e un certo Nico. Lei era già ferita. Due giorni prima questo Nico gli aveva detto che avrebbe voluto violentare Desiree. E anche Nicola era dello stesso avviso. L’idea era proprio quella di portare la giovane alla cascina, di immobilizzarla e di abusare di lei. Proprio per questo erano state acquistate le fascette. E il coltello.
    I Carabinieri fermano pure Nico, ma con scarsissimi risultati. Non parla, adotta un atteggiamento da duro. L’accusa per tutti e tre, comunque, è di omicidio volontario premeditato, con l’aggravante dei futili motivi.
    Tutto questo orrore potrebbe bastare. E invece no. Mattia continua a parlare: quel giorno con loro c’era anche un adulto. E’ Giovanni Erra, un operaio di Leno, sposato e padre di un bambino di otto anni. Erra aveva raccontato ai ragazzini che Desiree lo cercava. Si sentiva invidiato da loro, e questo gli dava soddisfazione. Erra è un personaggio strano: è un adulto con un cervello da ragazzino. Deviato, però. E cocainomane, oltre che ubriacone. Durante l’interrogatorio si scopre che la storia che Desiree lo cercava era una grande balla. Lo aveva detto per farsi grande con i tre ragazzini. Su quel maledetto pomeriggio di settembre, all’inizio nega ogni coinvolgimento, poi ammette che in quella cascina c’era anche lui, ma dice di essere arrivato quando tutto era stato compiuto. Viene accusato di concorso in omicidio. Aggravato dai futili e abietti motivi. Lui continua a dirsi estraneo, ma non convince. Aveva assistito anche alla conversazione tra i giovani, quella in cui avevano pianificato l’aggressione.
    Intervengono i RIS di Parma per fare luce sulle dinamiche dell’omicidio, che non risultano affatto chiare. I risultati arrivano nel gennaio del 2003: si tratta di un’analisi molto sofisticata basata sullo studio delle macchie di sangue. Il sangue parla, spiega come sono avvenuti i fatti, non mente mai. In America lo chiamano “Bloodstain Pattern Analysis”. E’ lo studio delle proiezioni ematiche: la forma di una goccia di sangue fornisce una spiegazione esatta della dinamica di propagazione, chiarendo con precisione come è avvenuta l’aggressione. I dati scientifici dunque vengono paragonati alle dichiarazioni dei ragazzi, ed è così che gli inquirenti hanno finalmente un quadro di come sono andati i fatti: Nicola invita Desiree alla cascina con il pretesto di mostrarle una cucciolata di gattini. Quando i due arrivano sul posto, ad attenderli ci sono Nico e Mattia. La ragazza viene percossa, insultata, Desiree urla a Nicola: “Mi fai schifo!” Lui si infuria. Poi arriva Erra. Ed è quando sono tutti insieme che inizia il massacro vero e proprio. Dopo il primo colpo lei cerca di fuggire, ma viene bloccata da Erra e da uno dei ragazzini, e colpita ancora da Nicola per due volte alla schiena. Lo dice il sangue di Desiree: sulla scala di legno c’è l’impronta della sua mano ad indicare un tentativo di fuga. Un’altra macchia di sangue sul davanzale della finestra dice che ci ha provato una seconda volta, a scappare. L’ultimo colpo è alla gola, un colpo inutile, di troppo, ma la violenza è cieca.
    Il lavoro dei Carabinieri è stato encomiabile ed ha consentito una rapida e precisa soluzione del caso, nonostante i numerosi depistaggi. Nicola, Nico e Mattia vengono giudicati dal Tribunale dei Minori: in silenzio e senza alcuna reazione ascoltano la lettura della sentenza. Una freddezza che fa paura, e che dovrebbe far riflettere. Come si può restare così cinicamente estranei dopo aver commesso un delitto simile? Nessun senso di colpa, nessuna remora, neppure un battito di ciglia. Alla fine saranno condannati rispettivamente a 18, 15 e 10 anni.
    Erra invece fa sceneggiate, piange, invoca pietà, è patetico. Condannato in primo grado all’ergastolo, in secondo grado se la cava con 20 anni; la sentenza definitiva della Cassazione è di 30.
    La vita di una ragazzina vale 18, 15 e 10 anni, dunque. Si, perché la giustizia, quando si tratta di minorenni, ha un occhio di riguardo … Desiree Piovanelli non se n’è accorta … e nemmeno la sua famiglia, a dire il vero. Desiree aveva 14 anni quando è stata brutalmente assassinata da quattro pazzi pericolosi. Tre di loro erano minorenni. Tutelati in quanto tali.
    Giovanni Erra, che in primo grado era stato condannato all’ergastolo, sconterà 30 anni. Ma si sa come va la giustizia in Italia. Ne sconterà, al massimo, poco più della metà.
    Mattia e Nico sono già in libertà da un po’ di tempo: si, perché l’indulto ha regalato tre anni di “sconto” a tutti, poi non dimentichiamo che ogni sei mesi di detenzione il condannato può ottenere 45 giorni di libertà anticipata per buona condotta.
    Sono passati meno di undici anni dai fatti. Mattia oggi ha 25 anni, Nico 27. Ancora in carcere ci sono soltanto Nicola e Giovanni Erra, ma anche per loro il percorso detentivo sarà breve.
    E ora bisogna “tentare di recuperarli, favorire il loro reinserimento nella società, senza traumi” mi raccomando. Bisogna farci attenzione, non si deve rischiare di ledere la dignità del condannato, altrimenti psicologicamente potrebbe trovare difficoltà di relazione …
    Chi resta lo fa a carissimo prezzo. Al prezzo di una sofferenza indicibile, senza fine. Di una rabbia incommensurabile, di un abisso dal quale non si può risalire. Fine pena mai, ma solo per la famiglia Piovanelli e per altre migliaia nelle stesse condizioni.
    Desirée era nata il 29 giugno 1988. Oggi avrebbe 25 anni.
    Emma Moriconi

    Fonte

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    Scripta Manent...
    00 19/09/2013 22:00
    si sa dove sono i due assassini in liberta' ? [SM=g28000]


  • leopardo38
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    00 01/11/2013 16:02
    Leggo solo ora questa sconvolgente notizia e rispondo semplicemente così nel modo più naturale e logico:
    occorre la pena di morte! A Dio (se c'è) la facoltà di perdonare.