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- News dal Mondo sulle Religione -

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    Justee
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    00 03/10/2004 10:57
    Ragazzi volevo proporre una domanda che credo interessante
    Gli scienziati o i ricercatori credono nella Bibbia o almeno fann di questo libro una fonte di guida per le loro ricerche
    Quale potrebbe essere il rapporto tra gli scienziati e Dio nella loro etica quotidiana ?
    Lo scienziato che sviluppa materiale usato magari per fini militari deve essere per forza ateo o agnostico o professare una Religione

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    Scripta Manent...
    00 07/10/2004 09:17
    dipende
    vorrei risponderti ma facendo un distinguo
    inanzitutto tra ricerca scientifica ed umanesimo

    nell'umanesimo spesso ci sono credenti, se poi gli studi sono di
    argomenti religiosi, beh ovvio

    mentre nel mondo scientifico, fisica, chimica, biologia ecc
    è quasi impossibile trovare persone che appartengono ad una religione.
    Magari lo sono nominalmente, ma non lo sono nei fatti
    Chi fà ricerca ad un certo livello ( non parlo di piccola ricerca) non può essere anche , ad esempio, Cattolico.
    Perchè se lo fosse non potrebbe fare ricerca
    I dettami delle Chiese in generale impediscono certe forme di ricerca avanzata ( un esempio la ricerca genetica).

    Anche perchè chi fà un certo tipo di ricerca sà come nasce e sviluppa l'uomo e quindi è difficile che creda in una religione
    Può credere in un essere superiore (anche se sono pochi) ma di sicuro non in religioni nate dalla fantasia umana

    Cattivo, forse, ma realista, la scienza e la religione nella storia si sono sempre scontrate, proprio perchè la scienza non vive
    su dogmi, è sempre pronta a modificare, cambiare, migliorarsi.
    La visione religiosa immobilista( perche rivelato da dio) e la scienza , in continua ricerca e analisi di se stessa non coincidono

    Ma mi ripeto molto dipende da che tipo di ricerca si fà, se avanzata, di frontiera, allora la religione non esiste e non può entrarci,
    diverso il discorso in altre forme di ricerca.

    Per quanto riguarda la ricerca nel campo militare, è meglio che non mi pronunci perchè direi "cattiverie"
    posso solo dire che non è un problema appartenere a determinate religioni, le quali sono nominalmente coinvolte nella
    produzione,e commercializzazione delle armi, tramite partecipazioni azionarie.( ma questa è un'altra storia[SM=g27994]m5: )

    spero di essere stato esaustivo nella risposta

    ciao Mario
    ......Immagina non ci siano paesi
    non è difficile
    Niente per cui uccidere e morire
    e nessuna religione
    Immagina che tutti
    vivano la loro vita in pace..

    Image John Lennon
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    The Shrike
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    Scripta Manent...
    00 07/10/2004 14:12
    onestamente non trovo che tra religione e scienza ci siano punti in comune.
    La scienza propone una visione materialista ed estremamente fisicizzata di ogni cosa, una visione che al giorno d'oggi è sicuramente l'"orizzonte ultimo" del pensiero occidentale.
    La religione fornisce risposte, come per dire, trascendentali, che esulano dalla semplice visione di ciò che ci sta intorno.
    CIAO! [SM=g27985]
    **********************************
    _______________________________________
    Ci sono persone che credono in una religione, nella politica, oppure semplicemente nel portare avanti la loro famiglia nel modo migliore. Ciò significa vivere la vita dandole un significato, che non dev'essere per forza una cosa incredibile ma qualcosa che ti dona un valore.
    (Enrico Paoli - Domine)
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    Squarepusher
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    Scripta Manent...
    Benvenuto
    00 08/10/2004 01:01
    Gli scienziati che credono in Dio applicano il famoso Rasoio di Ockham (o almeno credo che sia questo): questo "trucco" filosofico ammette che esistano due Verità differenti, entrambe giuste però completamente scisse.
    Una è quella scientifica.
    Una è quella religiosa.
    Non ci sono punti in comune tra le due ed hanno differenti ambiti di ricerca. Le contraddizioni tra le due, utilizzando il Rasoio, vengono semplicemente ignorate, in quanto riguardano due metodi di comunicazione diversi: la religione parla attraverso simboli da interpretare, mentre la scienza parla attraverso fatti (anch'essi da interpretare).
    E' un "metodo" logico nato nel 1500.
    Penso che sia così.

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    "Il Governo è la Sezione Intrattenimento del complesso militare-industriale"
    -Frank Zappa
  • Chi.dove.quando
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    00 08/10/2004 10:16
    Re:

    Scritto da: The Shrike 07/10/2004 14.12
    onestamente non trovo che tra religione e scienza ci siano punti in comune.
    La scienza propone una visione materialista ed estremamente fisicizzata di ogni cosa, una visione che al giorno d'oggi è sicuramente l'"orizzonte ultimo" del pensiero occidentale.
    La religione fornisce risposte, come per dire, trascendentali, che esulano dalla semplice visione di ciò che ci sta intorno.
    CIAO! [SM=g27985]



    Oserei dire che non sono del tutto d'accordo. Prima di ridurre tutto a dimostrazione lo scienziato intuisce, ipotizza, riflette, fantastica (trascende) e poi cerca di dare dimostrazione concreta all'insieme delle sue ipotesi...alcune volte avrà ragione, altre volte le sue ipotesi non saranno dimostrabili e verranno momentaneamente o definitivamente accantonate. Ma anche quando siano dimostrabili lo scienziato dirà che sono vere, salvo dimostrazione contraria, ossia falsificabili.
    La differenza fra scienza e religione, entrambi rifacentesi ad ipotesi, sta nel carattere di certezza delle ipotesi (religione) e nel sapore incerto e sempre da mettere in discussione delle ipotesi, comprese quelle dimostrate (scienza).
    Almeno così ora penso io.


    Benvenuto e saluti

    Chidoqua
  • Topsy
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    00 08/10/2004 11:57
    Scienza e religione

    Mai letto "Einstein e Buddha" di Thomas J.McFarlene?
    Contiene i cosidetti "pensieri paralleli", le affinità tra il pensiero scientifico moderno e l'antico filosofia orientale.

    Ve lo suggerisco,non è affatto male.
    Ciao!
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    Ometto
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    Scripta Manent...
    00 05/11/2004 19:20
    Re: Re:
    Ciao a tutti.
    Non sono d'accordo con il fatto che scienza e fede non siano compatibili. Io posso portarvi la mia esperienza, sono uno studente di Biotecnologie e nonostante ciò credo in Dio. Quello che penso io è che la scienza non abbia la presunzione di fornire risposte certe su tutto ma tenti solamente di spiegare, fino a quanto è nelle capacità umane, il mondo che ci circonda. Il mio atteggiamento di fronte alla ricerca in ambito biologico parte dalla curiosità di conoscere i meccanismi che stanno alla base della vita e stupirmi davanti alla loro perfezione, segno tangibile della presenza di Dio e della sua opera creatrice. Credo che la tanto temuta manipolazione genetica debba essere utilizzata solamente per scopi leciti e moralmente accettabili per migliorare la vita dell'uomo, e questo è ciò che la maggior parte dei ricercatori fa. Concordo con voi che c'è chi va oltre il limite ma non bisogna generalizzare!

    Scritto da: Chi.dove.quando 08/10/2004 10.16

    La differenza fra scienza e religione, entrambi rifacentesi ad ipotesi, sta nel carattere di certezza delle ipotesi (religione) e nel sapore incerto e sempre da mettere in discussione delle ipotesi, comprese quelle dimostrate (scienza).
    Almeno così ora penso io.


    Ben detto!

    Ciao a tutti!
    Ometto
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    Justee
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    00 15/11/2004 10:44
    SCIENZA E MEDICINA - EUROPA/SVIZZERA - Due importanti appuntamenti internazionali sulle “malattie dimenticate” che colpiscono miliardi di persone. Servono immediatamente più risorse nei paesi in via di sviluppo

    Roma (Agenzia Fides) - Nel mese di novembre si terranno due importanti conferenze internazionali che decideranno il futuro di milioni di pazienti che soffrono di “malattie dimenticate” nei paesi in via di sviluppo: il “Summit ministeriale sulla ricerca medica” che si terrà a Città del Messico dal 16 al 20 novembre e l'incontro voluto dal Governo olandese insieme all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sul tema “Medicine prioritarie per i cittadini dell'Europa e del mondo” (L'Aia, 18 novembre).
    Milioni di pazienti continuano a soffrire a causa di malattie trascurate come la tubercolosi, la malaria, la leishmaniosi e la malattia del sonno. Per trattarli esistono solo farmaci vecchi, spesso inefficaci e a volte tossici. Tra il 1975 e il 1999 sono stati immessi sul mercato 1393 nuovi farmaci: di questi appena 13 (pari all'1%) erano mirati alla lotta alle malattie tropicali o alla TB.
    Il sistema tradizionale per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci si è dimostrato inadeguato per le malattie trascurate. Queste patologie causano una crescente mortalità e morbilità nei Paesi più poveri del mondo, e i pazienti che avrebbero disperatamente bisogno di nuovi farmaci sono troppo poveri per garantire un cospicuo ritorno degli investimenti.
    La vita di milioni di persone affette da malattie trascurate dipende dalle decisioni che saranno prese nei summit di Città del Messico e dell'Aja.
    La Drugs for Neglected Diseases Initiative (DNDi), organizzazione non profit, sta lavorando per sviluppare farmaci per le malattie più trascurate, come la malattia del sonno, il Chagas e la leishmaniosi. L’organizzazione chiede ai governi di: investire di più sulle malattie dimenticate, anche supportando le iniziative di ricerca “not for profit”; favorire il trasferimento di tecnologie verso i paesi in cui queste malattie sono endemiche; incoraggiare e incentivare le industrie farmaceutiche a impegnarsi di più nella ricerca sulle malattie dimenticate.
    La DNDi è un'organizzazione non-profit fondata nel 2003 da Istituto Pasteur (Parigi), Medici Senza Frontiere, Indian Council of Medical Research, il ministero della salute della Malesia e il Medical Research Institute del Keya con la partecipazione del Programma dell'Oms per la ricerca e la formazione sulle malattie tropicali (Who/Tdr). La missione della DNDi è quella di sviluppare farmaci per le malattie dimenticate. (AP) (12/11/2004 Agenzia Fides; Righe:32; Parole:384)


    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    Justee
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    00 06/01/2005 15:30
    Avendo figli , percui sapete (chi ne ha) le preoccupazioni che si hanno nell ambito delle scuola , vi chiedo cosa ne pensate della nuova Legge Moratti dalle scuole più piccole fino alle Università .
    Legge Moratti


    Grazie

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
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    Justee
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    00 17/01/2005 10:54
    Volevo farVi soffermare su una questione credo poco dibattuta sul cataclisma nel Sud-est Asiatico , come sapete ci sono state 170.000 mila morti e tutti dai media al'ultimo essere ha definito Apocalitica la cosa , io credo che vada vista sotto un'altro aspetto

    Perch non costruire Alberghi lontano dalle Coste , come avviene anche nei nostri mari

    Perch gli occidentali non hanno aiutato quei paesi nella costruzione della rete mondiale sulle onde Anomale

    Perch paesi con Religioni differenti in Alcuni casi rifiutano l'aiuto dai paesi occidentali

    Perch noi con l'aiuto degli stessi paesi Asiatici continuiamo ad alimentare il Turismo del sesso

    Perch alcune ONG erano in alcuni posti mentre altrove non c'erano

    Perch alcune nazioni esempio in Europa , si uniscono mandando Aiuti , ma poi comunque devono contribuire da Soli

    Perch L'America ha deciso da sola

    Perch secondo voi continuiamo a partire per quei posti bellissimi , quando ancora tutto distrutto (la motivazione per far ripartire l'economia)

    ........ perch sempre i soliti perch


    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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