00 07/03/2008 22:26
Un sondaggio dimostra che gli avventisti rimangono avventisti
Notizie Avventiste
Circa il 60% degli americani cresciuti in una “famiglia avventista” rimane anche da adulto in quella famiglia, questo ciò che emerge da un inchiesta pubblicata il 25 febbraio scorso.
Basandosi sulle trentacinquemila interviste fatte a cittadini americani dai 18 anni in su il panorama religioso degli americani, redatto dal Pew Forum on Religion & Public Life, ha rivelato che l’appartenenza a un gruppo religioso negli Stati Uniti è “molto diversa ed estremamente fluida”. Tuttavia, “tutte le denominazioni protestanti perdono un considerevole numero di aderenti che si erano avvicinati nell’età infantile”.
L’indagine ha rilevato che una “famiglia confessionale” è costituita da un insieme di denominazioni e congregazioni strettamente affini a un’origine storica comune. La “famiglia avventista”, nella lista citata dal Pew Forum on Religion & Public Life, comprende altre chiese che sono nate dal movimento millerita. Gli avventisti del settimo giorno formano la maggioranza di questo gruppo; il milione di membri degli Stati Uniti sorpassa largamente il totale dei membri di questo gruppo.
Contemporaneamente la percentuale di quelli che si dichiarano non appartenere a nessun gruppo o tradizione religiosa è salita al 16,1 % degli americani, un aumento dell’8,8% secondo l’inchiesta. “Un considerevole numero di quelli che sono cresciuti in tutte le religioni — cattolici, protestanti ed ebrei — attualmente non appartengono a nessuna religione, secondo l’inchiesta di Pew. La cifra delle persone non “appartenenti ad una chiesa” è quasi uguale al 18,1% degli americani che si dichiarano appartenenti a chiese protestanti.
L’indagine ha inoltre evidenziato che il gruppo che ha registrato di gran lunga la più alta perdita è la Chiesa cattolica. Più del 31,4% degli adulti hanno dichiarato di essere cresciuti nel cattolicesimo. Oggi tuttavia, solo il 23,9% degli adulti si identifica con il cattolicesimo che registra una perdita netta del 7,5%.
La Pew Forum on Religion & Public Life, organizzazione senza scopo di lucro, cerca di promuovere una più ampia comprensione fra religione e affari pubblici (per maggiori informazioni visita il sito www.pewforum.org).
Secondo le ultime notizie pubblicate da questo gruppo, l’indagine rivela che un movimento costante caratterizza la piazza del mercato religioso americano, dal momento che ogni gruppo religioso manifesta contemporaneamente un guadagno e una perdita di membri. Quelle denominazioni che crescono registrano lo stesso ritmo nelle perdite. Quei gruppi che invece diminuiscono in seguito a un cambio di religione non attraggono un numero identico di membri che hanno abbandonato il loro gruppo.
“L’educazione scolastica avventista – ritenuto uno dei più importanti sistemi di educazione al mondo — esercita un ruolo importante sulla fede nei giovani” afferma Debra Brill, vice presidente dei Ministeri della Chiesa avventista per la regione del Nord America.
Brill aggiunge: “Gli avventisti conservano una priorità storica sulla qualità di formazione religiosa dei bambini che va dalla nascita fino ai livelli più alti di educazione. Questa tradizione favorisce una cultura che impegna genitori e figli in una appartenenza duratura alla dottrina avventista”.
Monte Sahlin, ricercatore e specialista della crescita della chiesa nella Federazione dell’Ohio, scopre notizie positive nello studio di Pew e afferma che “gli avventisti formano lo 0,4% della popolazione (studio dell’American Religious Identification Survey del 2001) e nel corso degli ultimi sette anni la Chiesa avventista negli Stati Uniti è cresciuta di un terzo. Tuttavia, aggiunge, la brutta notizia è legata al problema delle perdite. Infatti la ricerca dell’ARIS del 2001 provava che il 73% di quelli che erano cresciuti nella chiesa erano rimasti nella chiesa, ma oggi la percentuale è scesa al 60%. La tendenza della nuova generazione di avventisti a non rimanere nella loro denominazione è in aumento”.
Che fare? Sahlin ha detto: “La cosa più importante che possiamo imparare da questa inchiesta è la trasformazione che il panorama religioso presenta ma dobbiamo lo stesso portare avanti la missione che Dio ci ha affidata. I segmenti in rapida crescita sono formati da atei e da chi non apparteneva ad altre denominazioni religiose. Si fa poca evangelizzazione per contattare i non credenti o persone non legate a formazioni appartenenti al protestantesimo. Dobbiamo riflettere seriamente sulla nostra missione e smettere di seguire sempre le stesse proposte”.