00 06/11/2007 10:54
VATICANO - "Cristiani e Indù: decisi a percorrere un cammino di dialogo" - Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso agli Hindù in occasione della Festa di Diwali 2007
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - E’ stato pubblicato oggi il testo del Messaggio, a firma del Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso, Card. Jean-Louis Tauran, inviato agli hindi in occasione della festa di Diwali 2007, sul tema: "Cristiani e Indù: decisi a percorrere un cammino di dialogo". La festa di Diwali è celebrata da tutti gli hindi ed è conosciuta anche come Deepavali ossia "fila di lampade ad olio". Simbolicamente fondata su un’antica mitologia, essa rappresenta la vittoria della verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, del bene sul male. La celebrazione vera e propria dura tre giorno segnando l’inizio di un nuovo anno, la riconciliazione familiare, specialmente tra fratelli e sorelle, e l’adorazione a Dio. Quest’anno la festa sarà celebrata da molti hindi il 9 novembre.
Nel Messaggio si afferma: “Il mondo attorno a noi desidera ardentemente la pace. Le religioni annunciano la pace perché traggono la propria origine da Dio, il quale, per la fede cristiana, è la nostra pace. Possiamo noi, in quanto credenti di diverse tradizioni religiose, non lavorare insieme per ricevere il dono divino della pace e diffonderlo attorno a noi così che il mondo divenga per tutti i popoli un luogo migliore in cui vivere?”
Il testo prosegue mettendo in luce che “la credenza religiosa e la libertà vanno sempre di pari passo” e “non ci può essere costrizione nella religione: nessuno può essere forzato a credere, né chiunque voglia credere può esserne impedito”. Dopo aver ribadito l’insegnamento del Concilio Vaticano II su questo tema, il Messaggio sottolinea che “per le comunità religiose impegnate a costruire la pace mondiale, una sfida importante è costituita dal formare i credenti perchè anzitutto scoprano tutta l’ampiezza e la profondità della propria religione e quindi dall’incoraggiarli a conoscere altri credenti. Non dimentichiamo che l’ignoranza è il primo e, forse, il principale nemico nella vita di chi crede, mentre il contributo di ogni credente ben formato, insieme a quello degli altri, costituisce una ricca risorsa per una pace duratura”.
“Dobbiamo lavorare per costruire legami di amicizia, come del resto devono fare gli aderenti di ogni religione” sottolinea ancora il testo, ricordando che nelle situazioni di incomprensione, “è necessario che le persone si riuniscano e comunichino fra loro per chiarire, in uno spirito fraterno ed amichevole, le rispettive credenze, aspirazioni e convinzioni. E’ solo attraverso il nostro dialogo, evitando ogni forma di pregiudizio e di idee stereotipate sugli altri e testimoniando fedelmente i nostri precetti ed insegnamenti religiosi, che possiamo realmente superare i conflitti”. Infine si ribadisce che “il dialogo fra seguaci di diverse religioni è oggi il cammino necessario, ed è davvero l’unico cammino percorribile per noi credenti. Collaborando insieme possiamo fare molto per costruire una società armoniosa ed un mondo pacifico”.

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>