Perdonatemi ma oggi voglio fare il "moralizzatore" ... a me in primis ...
Condivido gran parte dei ragionamenti ma li ritengo molto "carnali" (umani) e poco "spirituali". E mi spiace che dei cristiani (gli altri non so) riducano il tutto
e solo a bisogni naturali o psicologici ...
La forza del cristianesimo è stata, oltre che per l'amore, anche per la moralizzazione dei costumi (Diogneto "in comune la mensa ma non il talamo..." rimane plasticamente efficace).
Ed allora vi lascio una serie di testi neotestamentari che guarda caso fanno ruotare sempre insieme il tema della carità (o amore o agàpe) quello della purezza o continenza (encrateia ... credo si scriva così in greco).
Buona lettura e ... non lanciatemi il mouse!
Con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero (II Cor 6:6)
Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. (I Tim 4:12)
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5:22)
Dio non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito.
Riguardo all'amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo voi fate verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia (1 Tess 4:7ss)
Ci sono comportamenti (anche banali quali il mangiare ed il bere) che possono alimentare atteggiamenti egoistici ed egocentrici, e non quelli di donazione e condivisione.
Ognuno di noi sa in quale punto si trova.
[Modificato da M.Tamburino 19/10/2005 10.01]