00 08/01/2007 21:40
Questo 3D vuole condividere alcune riflessioni fatte leggendo tre opere in particolare

Raymond E. Brown, Introduzione alla cristologie del nuovo testamento, Editrice Queriniana, 1995
Raniero Cantalamessa, Gesù Cristo il Santo di Dio, Edizioni Paoline, 1990
John N. D. Kelly, Il pensiero cristiano delle origini, Editrice Il Mulino, 1972

e vuole affrontare la domanda che Gesù stesso fece ai suoi “La gente chi dice che io sia?”.

Premetto che in queste mie riflessioni mi sono imbattuto in tre affermazioni nelle quali mi ritrovo personalmente al cento per cento e sono il presupposto di quanto scriverò, in più tempi, e che dovranno essere sempre tenute in considerazioni per comprendere i presupposti che animano il mio pensiero.

La prima è che, da cattolico, professo la fede in Gesù vero Dio e vero uomo; ma nel fare questo riconosco con Brown che “questa formulazione del IV secolo va oltre quanto affermato nel NT” e che questo approccio “non letteralistico” non mina né distrugge le credenze intorno al Cristo.

La seconda condivide l’intuizione di Kelly quando afferma che l’ortodossia non precede l’eresia ma ritiene quelle che furono definite come “eresie” (agli estremi: l’ebionismo ed il docetismo, detti secondo un linguaggio tecnico: cristologia bassa e cristologia alta) non sono tanto soluzioni eretiche quanto soluzioni unilaterali.

La terza ed ultima considerazione è che non necessariamente le considerazioni ritenute “non scientifiche” debbano essere valutate in un’ottica negativa (cioè non plausibili o non intelligenti) anche se è vero che è facile pretendere il rigore in campi specialistici non biblici ed al contempo ritenere che in materia di religione o di Scrittura il tutto debba per forza essere semplice.

Il primo argomento che vorrei introdurre, è quello dei vari approcci che Brown utilizza per classificare la cristologia del nuovo testamento.

a) Conservatorismo non scientifico che afferma non esserci differenza (e quindi c’è continuità) tra il Gesù storico ed il Gesù del NT
b) Liberalismo non scientifico che invece afferma esserci differenza (e quindi discontinuità) tra i due
c) Liberalismo scientifico che riconosce che il NT è pervaso da una medesima cristologia dall’inizio alla fine ma che le conclusioni della “cristologia alta” sono errate. Nel fare questo si distingue il cristianesimo sviluppato in ambito giudeo-cristiano in ambiente semitico, giudeo-cristiano in ambiente ellenico ed etnico-cristiano fino ad arrivare a ritenere che il Gesù storico potè sopravvivere perché trasformato in un uomo “celeste” altrimenti il suo messaggio sarebbe stato dimenticato
d) L’esistenzialismo Bultmanniano, che deve la sua origine a R. Bultmann e che ha accettato gli stati del liberalismo scientifico ma al contempo li ha rigettati in quanto ritiene esserci un’equivalenza funzionale (detta esistenziale) tra il Gesù storico e quello del NT
e) Conservatorismo scientifico moderato che postula una cristologia nello stesso ministero terreno di Gesù. Questa corrente può essere suddivisa in coloro che postulano una cristologia esplicita (mediante un’autovalutazione di Gesù) ed una implicita (mediante una valutazione della chiesa). Nei primi figurano Cullmann, Dodd, Jeremias, Taylor. Nei secondi Hahn, Fuller, Perrin.

Ammesso che questa classificazione sia esaustiva, ognuno potrebbe innanzitutto interrogarsi su dove si colloca personalmente (può risultare un sano esercizio mentale!)

Inoltre, tale approccio mi pare superi il presupposto del Sola Scriptura che in ambito cattolico ed ortodosso non appare essere perfettamente calzante nelle formulazioni di fede.

Questo perché come riconosce Brown “il dogma può essere andato oltre a ciò che nel NT era chiaramente espresso o evidentemente compreso, precisamente perché sono state poste delle questioni che non venivano prese in considerazione al tempo delle origini”. Ovvero, che nel pensiero cattolico “non c’è bisogno di tormentare i testi biblici” in quanto la chiesa interpreta la rivelazione anche se questo può essere legittimamente ritenuto in contraddizione con il NT.

Ma questi sono appunto i presupposti, e dimenticarli non giova a nessuno; non certo a coloro che nel fare diversamente stanno calzando vestiti che non sono loro propri.

Spero con buona pace di tutti.