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Trinita'

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    00 24/12/2006 18:18
    Re:

    Scritto da: barnabino 24/12/2006 15.09

    E’ proprio il concetto di “generazione” e di “figlio di Dio” che i tdG travisano, appiattendolo a significati di secoli prima che non colgono la ventata di novità portata da Cristo



    Non ci vedo alcun appiattimento e travisamento. Nessuno mi ha mai portato un solo passo in cui sia evidente che "generare" nel NT sia usato in modo diverso da "creare".

    Non si capisce perchè accettare ventate pagane di fronte alla semplicità evangelica.

    Shalom



    Sei tu che dovresti portare prove alternative al riguardo, nel linguaggio neotestamentario, nell'ambiente greco del 1 secolo e secondo i padri della chiesa, generare implicava lo scambio di sostanza dal padre al figlio, si trasmettono le stesse caratteristiche proprie del padre al figlio, quindi nel nostro caso, se il padre è Dio, cosa vuoi che sia il figlio se non Dio anche lui? sei tu a dover dimostrare il contrario, dove hai mai letto nel NT, nei padri o nell'ambiente che circondava gli scrittori neotestamentari che creare e generare fossero sinonimi?
    Ciao

    "Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
    Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
    Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
  • barnabino
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    00 24/12/2006 22:42
    Caro Mario,


    Sei tu che dovresti portare prove alternative al riguardo, nel linguaggio neotestamentario, nell'ambiente greco del 1 secolo e secondo i padri della chiesa,



    Non vedo perchè dovrei trovare "alternative". A che cosa? Al nulla più assoluto che tu mi proponi? Dove leggi nel NT che Gesù sia "generato" nel senso in cui tu proponi?


    sei tu a dover dimostrare il contrario, dove hai mai letto nel NT, nei padri o nell'ambiente che circondava gli scrittori neotestamentari che creare e generare fossero sinonimi?



    Il contrario di che cosa? Da nessuna parte si dice che Gesù sia "generato" da Dio se non in senso metaforico. Come ho giè detto altrove fu Atanasio a creare una distinzione artificiosa tra "creato" e "generato" ma nel NT non si dice in nessun passo che Gesù è "generato" da Dio. Si usa solo "unigenito" su cui però non possiamo speculare poichè nel greco della LXX non aveva il senso di "unico" e "generato" ma solo di "figlio unico" o di "più amato".

    Un pò pochino per chiedermi spiegazioni...

    Shalom
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    (Mario70)
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    00 25/12/2006 20:36
    Re:

    Scritto da: barnabino 24/12/2006 22.42
    Caro Mario,


    Sei tu che dovresti portare prove alternative al riguardo, nel linguaggio neotestamentario, nell'ambiente greco del 1 secolo e secondo i padri della chiesa,



    Non vedo perchè dovrei trovare "alternative". A che cosa? Al nulla più assoluto che tu mi proponi? Dove leggi nel NT che Gesù sia "generato" nel senso in cui tu proponi?


    sei tu a dover dimostrare il contrario, dove hai mai letto nel NT, nei padri o nell'ambiente che circondava gli scrittori neotestamentari che creare e generare fossero sinonimi?



    Il contrario di che cosa? Da nessuna parte si dice che Gesù sia "generato" da Dio se non in senso metaforico. Come ho giè detto altrove fu Atanasio a creare una distinzione artificiosa tra "creato" e "generato" ma nel NT non si dice in nessun passo che Gesù è "generato" da Dio. Si usa solo "unigenito" su cui però non possiamo speculare poichè nel greco della LXX non aveva il senso di "unico" e "generato" ma solo di "figlio unico" o di "più amato".

    Un pò pochino per chiedermi spiegazioni...

    Shalom

    .

    E ti pare poco? "Figlio unico" non ti basta? in nessun punto della scrittura è detto che Cristo fosse figlio adottivo come lo possiamo essere noi, o gli angeli, l'intimità che egli rivela (è nel seno del padre, è l'unico che lo ha conosciuto veramente perchè "proviene da lui e a lui ritorna", "nessuno conosce il padre se non il figlio" "tutto quello che fa il padre lo fa il figlio ugualmente" Dio padre stesso che davanti a tutti dice "questo è il mio figlio diletto ascoltatelo" "Dio ci ha parlato per mezzo del figlio") è unica e una sua creatura non può neanche immaginarsi di poter sentirsi dire tanto, solo la vostra cecità non vede ciò che a tutti è ovvio ossia che Cristo è IL figlio di Dio (nota bene IL non un) Pietro viene benedetto per aver asserito questo e Giovanni conclude la sua epistola con queste parole, ma che vuoi di più?
    Se egli è Il figlio di Dio, è egli stesso Dio come suo padre, essendo la generazione passaggio di sostanza dal padre al figlio.
    A me queste scritture bastano per avermi fatto aprire gli occhi.
    Ti sei mai chiesto perchè i farisei ebbero questa reazione?
    LND Giovanni 5:18
    "Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma addirittura chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio."

    Non credi che i farisei capirono bene che l'intimità di Cristo era talmente particolare da far scandalizzare anche loro perchè chiamava Dio con la parola "suo padre"? e cosa conclusero? esattamente quello che hanno capito i trinitari, ossia che l'essere veramente figlio, lo rendeva uguale a Dio e chiamarlo "padre" era una cosa scioccante per gli ebrei.
    E cosa gli rispose lui?
    "No guardate che vi sbagliate io sono figlio solo in senso adottivo, il padre mi ha creato come prima creatura, quindi sono proprio come voi, non bestemmiate: Dio è uno solo ossia il padre"
    Se avesse risposto cosi non ci sarebbero stati dubbi, invece guarda cosa dice di se stesso e come rincara la dose:
    Giovanni 5:19 le cose infatti che fa il Padre, le fa ugualmente anche il Figlio.
    Giovanni 5:21-26 Infatti come il Padre risuscita i morti e dà loro la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole. 22 Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, 23 affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre, chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24 In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25 In verità, in verità vi dico: L'ora viene, anzi è venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita vivranno. 26 Poiché, come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso.

    Se egli fosse stata una semplice creatura, anche la prima, queste affermazioni non avrebbero avuto senso, egli è veramente IL figlio di Dio e quindi Dio anche lui, proprio come suo padre.
    Solo se egli è veramente Dio poteva "considerare di eguagliare il ruolo del padre" (colossesi 2), o credi che una creatura potesse mai ambire a tanto?
    Ciao e apri gli occhi anche tu, la verità non è lontana da te, basta solo abbassare le barriere che ti sei (ti hanno) costruito
    e riflettere bene su quelle scritture che ti hanno spiegato ancor prima di leggerle e meditarle, solo cosi anche tu accetterai la semplice conclusione che essendo egli il figlio di Dio è Dio anche lui.

    "Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
    Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
    Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
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    sandraN
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    00 26/12/2006 12:17
    Caro fratello Barnabino.
    Ti ammiro. Hai una pazienza portata all'estremo limite per continuare a discutere con degli indottrinati plagiati con tanto di paraocchi da non riuscire a vedere al di là della punta del loro naso.

    Li vuoi aiutare? Ma non vedi che si riufiutano in tal senso?

    E' proprio vero quel che afferma 2 Corinti 4:4.

    Comunque bisogna provarci e cercherò di darti una mano.

    In Salmo 82:1-3,6 Geova Dio definisce dei i giudici corrotti d'Israele. Gesù nel I secolo riafferma la validità e l'attualità di quella scrittura.

    Rispondendo alle accuse dei Giudei, che in Giovanni 10:33 accusavano Gesù di autonominarsi Dio, Gesù nei successivi due versetti 34 e 35 risponde che nelle scritture ( riferendosi al Salmo 82 ) Dio chiama dei quelli contro i quali quella scrittura era diretta e aggiunse che la scrittura non poteve essere annullata.

    Faceva così comprendere che quel che era stato scritto su ispirazione divina conservava pienamente la sua eterna validità ed era ovviamente attuale anche per quel tempo.

    Per quanto riguarda l'affermazione che il Figlio di Dio sia egli stesso Dio per generazione è l'affermazione più discutibile che si possa leggere.

    E'come dire che il figlio di un genio della musica, o della pittura o di qualunque altra arte o scienza debba essere necessariamente anch'egli similmente al padre un genio nella medesima arte o scienza.

    Anche Adamo viene definito figlio di Dio ( Luca 3:38 )e lo stesso Gesù, tramite Maria di Magdala comunicò agli apostoli,
    che definì fratelli, che saliva al Padre suo e Padre loro, Dio suo e Dio loro.

    Così definiva anche gli apostoli figli di Dio, e di conseguenza, sebbene imperfetti, siamo tutti figli di Dio.

    Qualora Adamo non avesse peccato saremmo come lui, in tutta la nostra interezza e integrità, veri figli di Dio.

    In futuro lo saremo anche noi pienamente, infatti è scritto che la creazione sarà resa libera da corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio.( Romani 8 :21 ).

    Ma certamente non diventeremo uguali a Geova nè riterremo mai di poterlo diventare. Questa è la falsa affermazione satanica che spinse Eva al peccato.

    Credo che queste mie modestissime osservazioni dovrebbero chiudere un discorso che sembra sempre più il solito cane che si morde la coda, ma sono certa che, arrampicandosi ancora su specchi sdrucciolevoli, i nostri amici scoveranno qualche altra carta da giocarsi per cui stiamo pronti con le nostre carte, che non sono niente altro che i fogli delle Sacre Scritture.

    Ciao tenacissimo fratello Barnabino.

    Sandra.

    [Modificato da sandraN 26/12/2006 12.33]

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    Polymetis
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    00 27/12/2006 04:01
    Per BArnabino

    “Gli ebrei leggevano correntemente la Tanach che rimaneva il loro riferimento linguistico e teologico.”

    Ma cosa vuol dire? Anche oggi gli ebrei leggono la Thorà, ma ti risulta che possano parlare in ebraico classico ? Avere qualcosa come testo sacro non vuol dire poter conserve un uso arcaico delle parole in esso contenuto. Qualsiasi greco dell’età classica conosceva a memoria ampi stralci di Omero, era il testo di riferimento della paideia ellenica, ma questo non vuol dire che leggendo la parola “babileus” tu debba pensare a qualcosa tipo Luigi XIV, dovresti pensare ai wanax micenei.
    Credi forse che il greco bizantino dell’anno 1000 parlato dall’ortodossia greca fosse uguale a quello del Nuovo Testamento?

    “In base all'uso del termine 'elohim/theos tramandato da questo testo sacro nessun ebreo leggendo 'elohim/theos riferito a qualcuno diverso da YHWH avrebbe mai capito che lo si identificasse con "ho theos"”

    Questo ovviamente ripostulando la distinzione tra “theos” e “ho theos” tipica del vostro politeismo. Inoltre ti ho già detto che la tua argomentazione non vuol dire alcunché. Io so che in Dante “duce” vuol dire guida, ma se qualcuno oggi mi scrive o mi dice “duce” io lo denuncio per vilipendio. La tua argomentazione si basa su un presupposto che ignora del tutto l’evoluzione delle lingue.

    “Una conclusione opinabile, poichè i sostituti per 'elohim erano molti, tanto che la stessa LXX in molti passi sostituisce 'elohim non con theos ma con altre parole, per esempio angelos. Questo”

    Questo nella tua pia illusione che il testo dei LXX che hai in mano sia di una sola epoca e di uno solo autore\traduttore, solo così il tuo ragionamento avrebbe senso.

    “n tutti i casi anche un "calco banale" dimostrerebbe che per i traduttori della LXX (ed i suoi lettori) definire "theos" essere che non erano YHWH non era considerato un uso straordinario”

    Sapendo cosa traduceva, e lasciando la polisemia del termine iniziare, quella traduzione andava benissimo. Lasciava inalterato il testo originale evitando di semantizzarlo su uno dei vari sensi possibili.

    “Mi pare che tu parli con una sicumera del tutto fuori posto, infatti non è affatto chiaro a quale uditorio Giovanni pensasse scrivendo il suo vangelo”

    Un pubblico madrelingua è certo, ma rifiuto di fare considerazioni di estetica della lingua greca con te. Inoltre lo sappiamo da una forte a dir poco di prim’ordine trattandosi di Giovanni. Policarpo era discepolo dell’apostolo ed è da un suo allievo che sappiamo di come “Giovanni, il discepolo del Signore, colui che riposò sul suo petto (Gv. 13,3), ha pubblicato anche lui un Vangelo mentre dimorava ad Efeso in Asia» (Adversus Haereses III,1,1)

    “n tutti i casi è certo che i lettori di Giovanni conoscevano ed usavano la LXX”

    Peggio che mai nei salti mortali. Infatti come già detto, anche ad un lettore greco edotto di quello poteva essere un calco dall’ebraico antico, si dove avvisare, qualora si usava di nuovo quel termine, che lo si impiegava con quell’uso, altrimenti avrebbe capito quello che theos significava nella sua lingua. Paolo stesso ha specificato che molti sono coloro che dal mondo sono detti theoi, ma per noi c’è un solo theos(senza articolo, e pur avendo detto altrove Gesà theos), e molti sono detti kyrioi, ma per noi c’è un solo kyrios(pur avendo detto altrove che il Padre è Signore). Paolo con uno scarto alla storia delle religioni mette la parola fine ai tanti theoi e kyrioi in circolazione. L’intepretazione trinitaria del passo secondo cui c’è un solo theos e un solo kyrios perché sono lo stesso theos e lo stesso kyrios è l’unica che regge. La cosa ridicola è che nell’ottocento si posdatava il Vangelo di Giovanni perché conteneva così a chiare lettere la divinità di Cristo che sicuramente doveva essere tardo, e voi invece negate questo pilastro che è riconosciuto universalmente dai commentatori. Ma del resto a questi poveri efesini ha fatto un brutto scherzo: gli ha scritto che qualcuno era il Logos(e già qui un greco impazziva), poi gli ha detto che devono onorarlo come il Padre, che è uno con Lui, che i farisei volevano lapidarlo

    “Questa accusa non significa affatto che Gesù pretendesse di essere Dio”

    C’è la contrapposizione con “tu che sei uomo” a parlare chiaro, e il tentativo di lapidazione (sai com’è non lapidavano per essere passati col rosso).

    “piuttosto per i farisei Gesù si faceva come un dio”

    E siccome sappiamo che “un dio” non significa alcunché nella vostra mente da pre-esilio, tanto che persino un giudice poteva dirsi tale, perché lapidarlo?

    “attribuisce poteri che, secondo loro, appartengono soltanto a Dio. “

    E’ già, secondo loro e secondo me. Viene definito l’autore della vita, colui che può rimettere i peccati, il Signore del Sabato, il primo e l’ultimo, ecc.

    “Prego il moderatore di non usare termini offensivi nei confronti di idee diverse dalle sua definendole "giochetti di sette".”

    L’oggettività non ammette sconti.

    "Ma chi modera il moderatore? "

    Attento a citare un proverbio latino, seppur parafrasato rischi di venderti l'anima ai pagani. Mi modereranno quanto ti avrò insultato, finora mi sono limitato a constatare. Quale si queste mie affermazioni sarebbero false?
    1)I tdG non hanno biblisti qualificati da mostrare, la loro letteratura è anonima, la loro esegesi non è presa in considerazione da alcuna istituzione scientifica e resta nei confini della loro setta, perché come dice l'etimo della parola stessa è separata (tagliata) dal mondo (e se ne fanno gran vanto pensando che la loro separazione abbia qualcosa a che fare con quella dei primi cristiani)
    2)Tu discuti di greco non sapendolo, non avendolo mai appreso in qualsivoglia liceo o università. Non sai capire autonomamente i testi che leggi e hai bisogno di interlineari. La mia non è un offesa, è lo sdegno di uno che così come non ha tempo di farsi prendere per i fondelli dai praticoni che curano con la chiropratica allo stesso modo non ha tempo da perdere in disquisizione antichistiche con chi il mondo antico lo conosce in modo dilettantesco. Noi grecisti non abbiamo un albo che ci tuteli, ma sarebbe ora di farlo, affinché così come non si può esercitare il mestiere di avvocati senza essere giuristi sia finalmente imposto a qualsivoglia settario di pontificare su argomenti di competenza specialistica con l'obbligo di dichiarare a inizio pagina a caratteri cubitali: "parere di un incompetente senza titoli di studio in materie affini all'argomento trattato". In questo modo perderebbero molto del loro mordente, e se mi avete preso per uno un tantino classista rammentate che sono molte le professioni con un albo, e che nessuno di voi si sognerebbe di ammettere che qualcuno non laureato in ingegneria possa costruire ponti. Bene, vi assicuro che il mondo antico così come qualunque disciplina umanistica è più complicato dell'ingegneria, perché noi trattiamo l'uomo.

    “Voglio ricordarti che la grammatica non ci obbliga a questa conclusione”

    Quando avrai imparato a memoria la terza declinazione ne riparleremo, io e vari esimi grammatici siamo del parere del tutto opposto, specie dopo l’articolo di Harner sulla differenza tra predicati pre-copulativi e post-copulativi, ma non mi stupisco che chi legge con gli interlineari non abbia orecchio e dunque non senta che mettere un predicato prima del verbo per farlo indefinito è una una cosa che stona oltremodo, specie perché rompe tutta l’armonia del prologo.

    “Nessuno mi ha mai portato un solo passo in cui sia evidente che "generare" nel NT sia usato in modo diverso da "creare".(…) “Dove leggi nel NT che Gesù sia "generato" nel senso in cui tu proponi?

    Come già detto sta scritto: “a quale degli angeli ha mai detto “tu sei mio figlio, oggi ti ho generato”?
    Interrogativa diretta retorica a risposta negativa, la risposta della domanda è ovviamente “a nessuno”.
    Evidentemente generare qui non può significare creare, altrimenti che senso ha dire che non l’ha mai detto a nessuno degli angeli se anche loro al pari di Gesù sono opera di creazione? Ha senso solo se l’autore di quella lettera ha visto in quel brano messianico dell’antico testamento un senso tutto nuovo applicabile alla generazione unica di Cristo.

    Per Sandra

    “In Salmo 82:1-3,6 Geova Dio definisce dei i giudici corrotti d'Israele. Gesù nel I secolo riafferma la validità e l'attualità di quella scrittura.”

    Ancora questa storia? Non si tratta di scritture attuali e di scritture non attuali, si tratta di evoluzione linguistica, ma queste sottigliezze nello scandaglio monocromatico del fondamentalismo americano forse non risaltano.
    Qui Cristo argomenta in modo diacronico, cioè in base ai due sensi di elohim e tenendoli insieme. Lo accusano di bestemmiare perché si fa Dio (appunto perché elohim in quel periodo designava Dio e non più come nell'epoca pre-esilica gli esseri potenti in generale), lui però risponde loro che se la scrittura chiama elohim/dèi anche degli uomini potenti allora a maggior diritto può farlo lui. Gesù usa cioè l'ambivalenza del termine rifacendosi al vecchio significato per metterli nel sacco . C'è poi una chiara nota di derisione perché la Scrittura che cita chiamava i giudei iniqui "dèi" in senso di derisione, cioè si fanno dèi ma in realtà sono degli operatori di iniquità, e così anche i farisei.

    “E'come dire che il figlio di un genio della musica, o della pittura o di qualunque altra arte o scienza debba essere necessariamente anch'egli similmente al padre un genio nella medesima arte o scienza.”

    Ma sbaglio o tuo figlio in quanto generato avrebbe sempre la tua medesima natura umana? Tanto per intenderci le persone della Trinità non hanno le stesse funzioni, hanno la stessa natura. E per chi non sapesse cosa vuol dire questo termine la natura risponde alla domanda: “che cos’è?”. Un cane ha natura di cane, un uomo ha natura di uomo, la natura è ciò che fa sì che una cosa sia quello che è. Avere natura di Dio equivale ad essere Dio.

    “Anche Adamo viene definito figlio di Dio ( Luca 3:38 )e lo stesso Gesù, tramite Maria di Magdala comunicò agli apostoli,
    che definì fratelli, che saliva al Padre suo e Padre loro, Dio suo e Dio loro.”

    Dovrebbe metterti sull’avviso che non dica “Padre nostro” insieme ai suoi ma distingua tra “Padre mio e Padre vostro”, come se si trattasse di due cose distinte. Tutti certamente siamo figli di Dio, ma noi lo siamo solo per adozione, e Paolo è chiaro in questo. “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli” (Gal 4,4-5)
    Ecco perché Figlio di Dio detto di noi uomini e Figlio di Dio detto da Cristo vuol dire tutt’altro. Ma come già detto discutere di queste cose è una perdita di tempo, richiede studi lessicologici che non stanno sulla Torre di Guardia. I tdG sono specializzati nel fare giochetti e accostamenti arbitrari con la Bibbia ricavandone la loro dottrina, ma fuori dalla Tradizione della Chiesa ortodossa sono solo una delle mille combinazioni possibili fattibile col testo sacro quando si perde di vista l’insieme del testo e la dimensione diacronica ecclesiale.

    Ad maiora

    [Modificato da Polymetis 27/12/2006 4.25]

    ---------------------
    Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
    Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
    Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
    (Κ. Καβάφης)
  • barnabino
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    00 28/12/2006 01:04
    Caro Polly,

    Mi pare che sei di nuovo nervoso ed insicuro, segno che i tuoi argomenti vacillano... Abbiamo già discusso mille volte e tu con regolarità compulsiva continui a ripropormi gli stessi argomenti che non dimostrano buoni tutt'al più per Radio Maria e per Lorenzi ma non per me.


    Avere qualcosa come testo sacro non vuol dire poter conserve un uso arcaico delle parole in esso contenuto



    Non si sta parlando di "conservare" ma di "comprendere" l'usi di certe parole. Giovanni qui ricorse ad una espressione certamente desueta ma che era l'unica a riassumere perfettamente il ruolo di Cristo (nuovo Mosè, giudice, arcangelo, figlio dell'uomo, figlio di Dio, ecc...) nell'ambito della cultura di riferimento.


    Questo ovviamente ripostulando la distinzione tra “theos” e “ho theos” tipica del vostro politeismo



    La LXX e lo stesso mantenevano questa distinzione senza cadere in nessun tipo di politeismo. Mosè, gli angeli ed i giudici erano definiti "theos" e solo a YHWH era riservato "ho theos".


    La tua argomentazione si basa su un presupposto che ignora del tutto l’evoluzione delle lingue



    Che un uso fosse desueto non indica che fosse sconosciuto, Gesù nel I secolo usa il Salmo 82 per spiegare in che senso si doveva intendere il suo farsi "theos" (e non "ho theos") per cui è Giovanni stesso a darci il significato di "theos" riferito a Gesù nel suo vangelo.


    Questo nella tua pia illusione che il testo dei LXX che hai in mano sia di una sola epoca



    Io non ho nessuna "pia illusione" sull'unità del testo della LXX, è un fatto che nel III-II aEV e oltre non esiste nessun "automatismo" nel rendere 'elohim con theos come dimostrano anche i targumim.


    Sapendo cosa traduceva, e lasciando la polisemia del termine iniziare, quella traduzione andava benissimo



    I traduttori erano dunque perfettamente coscienti che rendendo 'elohim con theos (piuttosto che con angelos o altro come talvolta fanno) non disorientavano il lettore. Ed è evidente che, almeno per i lettori della LXX, usare theos (non "ho theos") per esseri che non erano YHWH non costituiva alcun cedimento al politeismo.

    Theos dunque sia per i traduttori che per i lettori della LXX, compresi i primi cristiani, manteneva il senso che tu sostieni fosse scomparso.


    Paolo stesso ha specificato che molti sono coloro che dal mondo sono detti theoi, ma per noi c’è un solo theos(senza articolo, e pur avendo detto altrove Gesà theos), e molti sono detti kyrioi, ma per noi c’è un solo kyrios(pur avendo detto altrove che il Padre è Signore).



    Abbiamo già discusso altrove l'includenza di questo argomento. Paolo dice chiaramente che vi è un Solo Dio (il solo in senso trascendente) ed è il Padre. Gesù è dunque "theos" in un altro significato, in quanto "signore".


    Un pubblico madrelingua è certo, ma rifiuto di fare considerazioni di estetica della lingua greca con te



    Come ho detto mi compiaccio che tu abbia risolto definitivamente uno dei più complessi problemi filologici ed esegetici del NT. Che Giovanni, almeno secondo la notizia di Policarpo citata di seconda mano, dimorasse in Asia Minore non prova nulla circa i destinatari del suo vangelo.


    un lettore greco edotto di quello poteva essere un calco dall’ebraico antico, si dove avvisare, qualora si usava di nuovo quel termine, che lo si impiegava con quell’uso, altrimenti avrebbe capito quello che theos significava nella sua lingua



    Se quel lettore edotto era un ebreo non vi era bisogno di alcuna spiegazione, che non viene data nappure a proposito di altre espressioni tipicamente ebraiche: cosa voleva dire quel "si è attendata" con un chiaro riferimento al tabernacolo?

    Come ho già detto la citazione che Gesù fa del Salmo 82 è di per sè una spiegazione semplicissima del senso che per l'autore aveva quel "theos" riferito a Gesù. Quella pericope è una mirabile lezione del significato che theos assumeva in quel contesto.


    C’è la contrapposizione con “tu che sei uomo” a parlare chiaro, e il tentativo di lapidazione (sai com’è non lapidavano per essere passati col rosso)



    Non vedo nulla di strano. Come "uomo" non si poteva arrogare poteri divini (per esempio "dare la vita eterna") e dunque era meritevole di lapidazione. Sai, non è che si era lapidati solo perchè si dichiarava di essere Geova in persona, ma anche per altri motivi. Che a te sfuggano è un altro paio di maniche!


    E siccome sappiamo che “un dio” non significa alcunché nella vostra mente da pre-esilio, tanto che persino un giudice poteva dirsi tale, perché lapidarlo?



    Semplicemente perchè dal loro punto di vista di arrogava quell'autorità (quella di agire "come un dio") in modo indegno. Per i farisei Gesù non poteva in alcun modo essere un rappresentante divino nè tanto meno essere stato investito da Dio di autorità divina.


    L’oggettività non ammette sconti.



    Non siamo qui per dare giudizi ma per ragionare sul tema della trinità, la tua affermazione (giusta o errata che sia) è completamente fuori luogo e non contribuisce ad alcun dialogo costruttivo. Se ci sono dei "giochetti" dimostralo. Per ora i "giochetti" mi pare che li stai facendo tu continuando a deviare la discussione in mille rivoli.

    Inoltre, per obiettività, attieniti alla definzione data ai TdG dalla legislazione italiana, per cui evita di usare nei nostro confronti la parola "setta" che è offensiva.


    Quando avrai imparato a memoria la terza declinazione ne riparleremo, io e vari esimi grammatici siamo del parere del tutto opposto, specie dopo l’articolo di Harner sulla differenza tra predicati pre-copulativi e post-copulativi



    Non ho bisogno di fare esercizietti da liceale per capire che non hai alcun argomento da opporre. Il predicato senza articolo in posizione pre-coplulativa non dimostra affatto che la costruzione "un dio" sia di per sè impossibile o errata.


    Come già detto sta scritto: “a quale degli angeli ha mai detto “tu sei mio figlio, oggi ti ho generato”?



    Infatti in quel passo di cita Salmo 2,7 in cui "generato" ha a che fare non certo con la "generazione" in quanto creazione o nascita ma con la generazione a Messia o Unto. Non vedo davvero come puoi pensare che Paolo e chi lo leggeva lo interpretasse come la "nascita/creazione" di Gesù, quello è un passo messianico.

    Shalom







  • barnabino
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    00 28/12/2006 01:14
    Cara Sandra,


    Ti ammiro. Hai una pazienza portata all'estremo limite per continuare a discutere con degli indottrinati plagiati con tanto di paraocchi da non riuscire a vedere al di là della punta del loro naso.



    Io credo che sia necessario essere pazienti! Paolo ci dice che l'amore è longanime. Io credo che non dobbiamo attribuirgli cattivi motivi, se discuto cin loro è perchè credo che essi un giorno riusciranno a vedere la limpidezza delle scritture!

    Purtroppo la trinità riveste un notevole valore simbolico di "arcieresia" verso coloro che la negano e quindo capisco la difficoltà per un cattolico ed un protestante a mettersi in discussione in questo campo.

    Continua anche tu a far le verità delle scritture, la nostra strada è quella vincente perchè logica e semplice, quella che Gesù aveva insegnato e che potevano capire anche i più semplici tra gli uomini. La trinità è una dottrina che finirà per scomparire mentre la semplicità biblica splenderà in tutto il suo fulgore, se questa è la volontà divina!

    Ti abbraccio [SM=x511454]
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    saulo1976
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    Benvenuto
    00 29/12/2006 17:57
    Re:

    Scritto da: Polymetis 13/10/2006 0.22


    Ma è questo problema, tu credi nel Sola Scriptura non rendendoti conto che quest’ultima è un prodotto della traditio, sia per contenuti, in quanto trascrizione della catechesi orale, sia per selezione dei testi.

    “Capisco che dopo aver affermato chiaramente che la Trinità non è definitivamente insegnata nella Sacre Scritture”

    E te lo ribadisco, anche perché secondo me le scritture insegnano insieme tutto e niente, ogni scrittura è ispirata e utile come dice Paolo, e al contempo ogni scrittura può essere equivocata da abili cavillatori o perché eretici o perché non in grado di capirla (la difficoltà denunciata da Pietro), ecco perché non c’è lettura della scrittura se non all’interno della Traditio apostolica che ne dà il significato e la chiave complessiva

    Ad maiora

    [Modificato da Polymetis 13/10/2006 0.29]




    leggendo questo thread molto interessante mi sono soffermato su queste parole di Polymetis e vorrei fargli questa domanda: se la "Sola Scriptura" è un prodotto della traditio come mai l'insegnamento trinitario non risulta essere scritturale nonostante sia un prodotto della traditio dei primi IV secoli d.c.? quello che voglio dire è che se fosse veramente come tu hai scritto ci sarebbe un insegnamento scritturale della trinità mentre invece così non è.
    "Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra." isaia 2:4
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    flavio2157
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    Scripta Manent...
    00 29/12/2006 19:37
    Trinità si trinità no....
    Se dovessi attenermi alle sole scritture dovrei giungere alla conclusione: trinità no!
    Se invece consideriamo anche altre cose, possiamo anche arrivare alla conclusione che potrebbe essere un Dio non solo di tre persone, ma di infinite. E anche qui siamo fuori strada.
    .....E' meglio fermarsi e attenerci al comandamento "Non avrai altri Dei all'infuori di me" e "non andare oltre ciò che è scrittto"
    Saluti a tutti da Flavio
  • Teodoro Studita
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    00 29/12/2006 23:27
    Cari amici dal singolo post,
    Avete mai letto il vangelo di Giovanni, l'epistola agli ebrei o quella ai filippesi? Dico letto quello che c'è scritto nella lingua originale, non cosa un traduttore ha ritenuto opportuno dirvi a riguardo.
    Se la risposta a questa domanda è no, fareste bene a leggere prima di dire che "la Trinità non è scritturale".
    Del resto il forum è pieno di thread a riguardo. Nella sezione patristica c'è un lungo studio sulla nascita del simbolo trinitario attraverso i primi 100 anni di scritti patristici, e quindi molto prima del IV secolo, potreste iniziare da lì se non avete voglia di leggere tutto ciò che con la consueta puntualità ha già ampiamente illustrato Polymetis.
    Cordialità,
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