Caro Polly,
Mi pare che tu non dica nulla di nuovo. Gli ebrei leggevano correntemente la Tanach che rimaneva il loro riferimento linguistico e teologico. In base all'uso del termine 'elohim/theos tramandato da questo testo sacro nessun ebreo leggendo 'elohim/theos riferito a qualcuno diverso da YHWH avrebbe mai capito che lo si identificasse con "ho theos".
Allo stesso modo la LXX con theos fa un banale calco di elohim per usare il corrispondente a più ampio spettro possibile
Una conclusione opinabile, poichè i sostituti per
'elohim erano molti, tanto che la stessa LXX in molti passi sostituisce 'elohim non con theos ma con altre parole, per esempio angelos. Questo dimostra che luso non corrispendeva ad un ricalco automatico.
In tutti i casi anche un "calco banale" dimostrerebbe che per i traduttori della LXX (ed i suoi lettori) definire "theos" essere che non erano YHWH non era considerato un uso straordinario, incomprensibile o blasfemo.
A mio avviso il fatto stesso che theos è usato per definire Gesù (un essere diverso da YHWH) dimostra che tale uso di theos è attestato almeno 3 volte nel NT.
Il Vangelo di Giovanni non era rivolto ad Ebrei ma a dei greci dell’Asia minore
Mi pare che tu parli con una sicumera del tutto fuori posto, infatti non è affatto chiaro a quale uditorio Giovanni pensasse scrivendo il suo vangelo. Mi fa piacere che tu abbia risolto tutti i problemi filologici ed esegetici sull'argomento!
In tutti i casi è certo che i lettori di Giovanni conoscevano ed usavano la LXX, per cui non avevano problemi a comprendere l'uso straordinario che in quel contesto Giovanni fa di theos.
I farisei stessi manifestano sdegno per il fatto che Gesù “che è uomo si fa Dio”, il contrasto tra theos e anthropos indica bene cosa intendessero
Questa accusa non significa affatto che Gesù pretendesse di essere Dio, piuttosto per i farisei Gesù si faceva come un dio perché Gesù si attribuisce poteri che, secondo loro, appartengono soltanto a Dio. Per esempio aveva affermato di "dare la vita eterna" cosa che però, lui stesso, affermava di fare quale rapresentante del Padre.
Non a caso Gesù sostiene di essere "un dio" ma non in senso trascendente ma nello stesso senso di salmo 82, che egli cita in quell'occasione, ma mentre le opere di quei gudici/dio non giustificavano la loro pretesa di essere "figli dell’Altissimo" (Salmo 82,6) le opere di Gesù dimostravano che egli agiva in unità con il Padre.
Il brano del prologo non parla di “un dio” in parte a Dio ma ci dice che il verbo era Dio, theos è predicato qualitativo, su questo il consenso della ricerca è unanime
Prego il moderatore di
non usare termini offensivi nei confronti di idee diverse dalle sua definendole "giochetti di sette". Ma chi modera il moderatore?
Voglio ricordarti che la grammatica
non ci obbliga a questa conclusione. Altrove la stessa costruzione non indica necessariamente un aspetto "qualitativo" ma anche in questo caso non siamo autorizzati nessuna "identificazione". Comunque se nella tradizione dell'AT era normale definire esseri diversi da "ho theos" come "theoi" (senza articolo) non si vede perchè qui siamo obbligati ad una lettura qualitativa e per di più con il senso a mio avviso niente affatto implicito nel qualitativo di "sostanza".
Shalom